Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

A Brescia gli anziani guidano un’impresa su 20

in Economia by
Anziani

Sono quasi 24 mila gli over 70 titolari di impresa individuale in Lombardia, pesano l’8,1% sul totale nazionale e sono il 5,8% delle piccole imprese attive in regione, oltre una su venti. Oltre 6 mila sono attivi a Milano, che è prima in regione seguita da Brescia (3.451 ditte con titolare over 70, 6% del totale imprese individuali), Mantova (2.604 e il territorio dove gli over 70 pesano di più, l’11,5%) e Pavia (2.306 e un peso dell’8,3%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi su dati del registro imprese al primo trimestre 2017 e 2012.

Gli over 70 in Italia: sono 293.715 le imprese individuali con titolare over 70 e pesano il 9,5% del totale delle imprese individuali attive nel Paese. E se il numero di imprese con titolare con più di 70 anni complessivamente diminuisce in cinque anni (da 297 a 294 mila), a favore di altre forme di impresa, cresce il peso degli over 70 che passano dal 9,1% al 9,5% mentre i titolari con meno di 30 anni passano da un peso del 5,8% al 5,2%. I nonni imprenditori si concentrano a Roma (13.567, 4,6% nazionale), Napoli (9.400), Bari (8.901) e Foggia (7.559) ma pesano di più a Caltanissetta e Viterbo (16%). Le donne sono il 28,1% dei titolari, superando il 39% ad Avellino, Udine e Pordenone, anche se sono più numerose a Roma (3.763), Napoli (2.579) e Foggia (2.482). Nati all’estero quasi un titolare su 60, con punte del 10,9% a Prato e 6,3% a Genova.

I settori di attività degli over 70. Sono l’agricoltura e il commercio i settori in cui opera il maggior numero di nonni imprenditori: rispettivamente 172 mila e 53 mila in Italia e 8 mila e 6 mila in Lombardia. A Milano è il commercio l’attività più scelta, 2.319 titolari su 6.279, oltre un terzo.

Industria 4.0 e sistemi di gestione: innovazione e controllo | INNOVATION CLUB

in Economia/Innovation club/Innovazione/Rubriche by
L'ingegner Sara Arosio

“Industria 4.0” è il termine con cui si definisce l’evoluzione del settore industriale attualmente in atto (considerata la quarta rivoluzione industriale), vale a dire un cambiamento innovativo profondo di tutti i settori industriali, in discontinuità col passato (dall’inglese “disruptive innovation”), che impatta sulla tecnologia, sui dati e le informazioni, sulle risorse umane e sui sistemi di controllo.

I Sistemi di Gestione (e in questa categoria non inserisco solamente i sistemi per la Gestione della Qualità secondo ISO 9001, ma anche quelli di gestione Ambientale e di Sicurezza), se correttamente sviluppati e applicati, condividono i principi dell’industria 4.0 e anzi aiutano la creazione della cosiddetta “fabbrica intelligente” definita da questa visione.

La relazione tra Sistemi di Gestione e industria 4.0 si sviluppa a doppio senso: i primi forniscono la struttura e il supporto per il corretto inserimento dell’innovazione nell’impresa mentre la tecnologia veicolata dall’industria 4.0 genera i dati necessari al monitoraggio delle prestazioni dell’azienda.

L’introduzione di nuove tecnologie e di sistemi produttivi complessi e interconnessi, non implica solamente un investimento finanziario, ma un cambiamento dell’organizzazione interna, dei layout, dell’interazione tra uomo e macchina, fino a modificare profondamente il modo di lavorare e la catena del valore legata all’impresa.

Nell’ambito delle PMI Lombarde, dove gli investimenti nella Ricerca e Sviluppo di prodotto e di processo sono fondamentali quanto delicati, le scelte di investimento devono essere oculate e supportate da una analisi accurata dei processi per individuare la soluzione più efficace ed efficiente.

Alla base di un buon Sistema di Gestione aziendale c’è l’analisi dei processi e la loro ingegnerizzazione, vale a dire la mappatura di dettaglio di tutti i processi aziendali, lo studio di come questi interagiscono tra di loro e quali siano i canali di comunicazione e gli strumenti che vengono utilizzati per aprire questi canali.

Una volta mappati i processi deve essere strutturata la raccolta dati per il monitoraggio delle prestazioni (Qualità del prodotto, Impatti ambientali e Sicurezza e salute dei lavoratori) e a partire da queste analisi è possibile individuare le inefficienze di processo, le fasi critiche per la qualità del prodotto o per gli impatti ambientali, le lavorazioni più complesse e pericolose per gli addetti.

Fare degli investimenti senza questa attività preventiva comporta il rischio di inserire delle soluzioni che sebbene innovative dal punto di vista tecnologico, possono impattare negativamente sul resto del sistema aziendale: immaginate di installare un impianto che permetta di aumentare significativamente la velocità di una fase del ciclo produttivo, ma senza considerare la presenza di colli di bottiglia nelle fasi successive o l’introduzione di un sistema di raccolta dati digitale senza prevedere una adeguata formazione del personale addetto al suo utilizzo o ancora l’inserimento di un sistema di monitoraggio delle emissioni in continuo sull’impianto senza una manutenzione programmata e preventiva…

I Sistemi di Gestione in questo caso supportano l’innovazione, ma dall’altra parte l’innovazione digitale permette ai Sistemi i Gestione di instaurare un circolo virtuoso di analisi e miglioramento: la disponibilità di Big Data (vale a dire una mole ingente di dati provenienti sia dal contesto esterno dell’azienda che dal monitoraggio dei sistemi tecnologici) permette di migliorare sostanzialmente l’analisi delle prestazioni e la misura dell’efficienza ed efficacia delle soluzioni adottate.

I Sistemi di Gestione offrono una base ottimale per strutturare l’analisi di questi dati attraverso la definizione di indicatori di Qualità del prodotto (es. strumenti di verifica dimensionale dei prodotti), di Soddisfazione del cliente (es. internet of things), di Efficienza dei processi (es. sistemi di monitoraggio dei tempi di attraversamento della produzione), di Prestazione ambientale (es. sistemi di monitoraggio in continuo delle emissioni) e di sicurezza dei lavoratori (es. sistemi uomo-macchina e warables).

Non ultimo vorrei sottolineare che nell’ambito delle politiche del MISE relative all’industria 4.0, sono riconosciuti come beni materiali e immateriali soggetti a regime agevolato (superammortamento e iperammortamento) molte attrezzature, strumenti, software di analisi fondamentali per i sistemi di gestione della Qualità (tool di supporto alla progettazione fisica del layout , sistemi attivi  in grado di analizzare la qualità di prodotto attraverso analisi video per l’individuazione di pattern anomali e la generazione di alert al sistema di gestione della produzione) o per l’analisi degli impatti ambientali legati al prodotto (Software, sistemi, piattaforme e applicazioni in grado di permettere la progettazione, la modellazione 3D, la simulazione, la sperimentazione, la prototipazione e la verifica simultanea del processo produttivo, del prodotto e delle sue caratteristiche funzionali e di impatto ambientale) o per migliorare l’efficienza energetica degli impianti (smart grid locali) o ancora sistemi che sfruttano robot collaborativi e macchine intelligenti per garantire la sicurezza e la salute degli operatori e la manutenzione predittiva (Rif. Allegato B alla Circolare N4/E del 30/03/2017).

In conclusione, “Industria 4.0” rappresenta l’opportunità per le imprese di innovarsi e crescere in un momento di grande cambiamento globale, i Sistemi di Gestione rappresentano lo strumento di controllo che permette alle aziende di imbrigliare l’innovazione e sfruttarla al meglio.

Ing. Sara Arosio

Environmental Engineer

Ingegnere per l’Ambiente e il Territorio

www.tetrisconsulting.it

Ubi Banca torna (con successo) sul mercato dei covered bonds

in Banche/Economia/UBi by

UBI Banca ha fatto sapere in una nota ufficiale che ieri è stata effettuata “con successo un’emissione di Obbligazioni Bancarie Garantite a 10 anni a tasso fisso per € 1,25 miliardi a valere sul Programma Covered Bond (OBG) da 15 miliardi di euro del Gruppo, garantito da UBI Finance S.r.l.”.

La data di regolamento – fa sempre sapere Ubi Banca – sarà il 4 ottobre 2017. La data di scadenza è fissata al 4 ottobre 2027. La cedola è pari allo 1,125%, equivalente a uno spread di 35 punti base sopra al tasso mid-swap a 10
anni ed è pagabile in via posticipata il 4 ottobre di ogni anno. Il prezzo finale (reoffer) è stato fissato a
99,167%. L’emissione ha visto la partecipazione di circa 80 investitori istituzionali con richieste per un totale di
oltre 1,9 miliardi di euro, con la seguente distribuzione geografica: Italia (46%), Germania e Austria
(30%), Francia (8%), Svizzera (5%), Paesi Nordici (4%), Benelux (3%), Regno Unito e Irlanda (2%) ed
altro (2%). L’allocazione per tipologia d’investitore è la seguente: fondi d’investimento (35%), banche
centrali (34%), banche (19%) ed assicurazioni (12%).

Il rating atteso dell’Obbligazione Bancaria Garantita (che ha come sottostanti 100% mutui residenziali
italiani di elevata qualità) è Aa2 (stabile) da parte di Moody’s e AA low da DBRS. I Joint Bookrunners incaricati della distribuzione del titolo sono: Banca IMI, Barclays, Credit Suisse, LBBW, Natixis, Santander.

Aib, Pasini detta la linea: vigileremo sulle promesse della politica

in Acciaio/Aib/Associazioni di categoria/Aziende/Economia/Feralpi/Tendenze by
I vertici di Aib, foto Andrea Tortelli, www.bsnews.it

La ripresa c’è, ma lo Stato deve fare di più e noi vigileremo perché ciò avvenga. A dirlo  – secondo quanto riportato dal quotidiano on line di Brescia e provincia BsNews.it – è stato pochi minuti fa il presidente di Aib Giuseppe Pasini, che – durante una conferenza stampa convocata in via Cefalonia alle 11 – ha fatto il punto sulla situazione dell’economia bresciana. Snocciolando “timori e sollecitazioni” degli industriali in vista di del referendum di ottobre e della tornata elettorale del prossimo anno. Per indicare poi le linee programmatiche 2017-2001

Pasini ha sottolineato la buona congiuntura nazionale, frutto soprattutto degli investimenti privati nel settore manifatturiero, sostenuti da provvedimenti come quello per l’Industria 4.0. “Non vorremmo che al termine di queste agevolazioni ci fosse un rallentamento”, ha aggiunto. Per poi affrontare il tema delle elezioni, in cui “Aib guarderà con molto interesse ai programmi politici” e saremo “attenti e severi”.

Incoraggianti i numeri sul fronte della disoccupazione, ma non senza ombre. Scende del 79,7 per cento la  straordinaria, scende del 57 per cento l’ordinaria, mentre quella in deroga sale del 48 per cento. Il tasso di disoccupazione bresciano rimane comunque del 8,6 (7,4 in Lombardia, 11,7 in Italia), ma la giovanile è del 32,9 per cento (29,9 in Lombardia, 37,8 in Italia). “Il dato che fa preoccupare e che fa drizzare i capelli”, ha però detto Pasini, “è il confronto con i migliori lander tedeschi, che ci vedeva sostanzialmente pari nel 2008 e oggi vede loro a percentuali fra il 6 e il 4,4 per cento”. E ha aggiunto: “Dobbiamo fare tutti di più, anche sul fronte della formazione”.

“E’ vero, andiamo meglio”, ha concluso Pasini, “ma non possiamo vivere soltanto di export: mancano gli investimenti pubblici (nel 2013 gli investimenti privati hanno superato quelli pubblici, tornando a crescere, ndr). Uno Stato che non investe nelle infrastrutture non può fare da volano per le imprese”. Con un un esempio forte: “Il 14 dicembre il Consiglio di Stato si pronuncerà sull’autostrada della Valtrompia: la speranza è che la vicenda si risolva velocemente. Auspichiamo comunque un accordo tra le parti, perché altrimenti il rischio è che non vedremo più l’autostrada “.

Infine il direttore Marco Nicolai è tornato sul tema dell’aeroporto di Montichiari, sottolineando che Enac ha indicato la soluzione di attribuire la concessione a una newco con i bresciani al 20 per cento e Save all’80. “Questa via stiamo perseguendo, ma la capitalizzazione per quota nostra – e parliamo di circa 100 milioni di euro di investimenti – è subordinata alla concessione di Enac”. Sulla parte fiera, invece, “siamo consapevoli che aver salvaguardato i muri non ha risolto il problema, ma stiamo lavorando ad alcune ipotesi che auspichiamo di potervi esporre il prima possibile”.

 

50 anni di Fonderia di Torbole: una domenica per dipendenti e famiglie

in Acciaio/Bassa/Economia/Zone by

Una domenica dedicata a dipendenti e famiglie. Nell’ambito dei festeggiamenti per i primi 50 anni dello stabilimento, che hanno visto la sua apertura ieri, sabato 23 settembre, a studenti e cittadini torbolesi, Fonderia di Torbole ha riservato una giornata di condivisione e convivialità ai propri collaboratori.

I cancelli si sono aperti a mezzogiorno. Ai dipendenti (sono 400 gli addetti totali dell’impianto di Torbole Casaglia, tra Fonderia di Torbole e EF Automotive), è stato presentato e messo a disposizione il libro dedicato al mezzo secolo di attività di Fonderia, dal titolo “Un’impresa, la sua storia, i suoi protagonisti”. In seguito sono stati premiati 25 ex dipendenti, in segno di riconoscenza per gli anni trascorsi in azienda. Si sono quindi tenuti il pranzo aziendale e le visite guidate nello stabilimento.

50 ANNI PER IL TERRITORIO – I festeggiamenti erano cominciati ieri, con l’apertura dell’azienda a scuole e cittadini prima, e con la cena di gala poi. Anche durante la serata di festa era stato presentato il libro dedicato al 50esimo della Fonderia. Con testi di Massimo Tedeschi e progetto grafico a cura di Francesco Guerrini, il libro racconta di una «crescita dimensionale e logistica progressiva» e della «forte identificazione della famiglia di imprenditori con l’azienda».

Tra gli ospiti della serata anche Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo. «Oggi – ha dichiarato – circa i due terzi dell’export di acciaio cinese verso l’Ue sono sottoposti a procedure antidumping. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia.

In una sua risoluzione nel 2016, il Parlamento europeo – ha continuato – ha chiaramente indicato che la Cina non è un’economia di mercato. Mi auguro che dai negoziati in corso tra Parlamento e Consiglio sulla nuova metodologia antidumping esca una soluzione che non indebolisca i nostri strumenti di difesa commerciale».

FIORIERE ANTITERRORISMO – La serata di festa è stata, poi, l’occasione per la consegna simbolica di fioriere antiterrorismo ai sindaci di Brescia e di Torbole Casaglia, Emilio Del Bono e Roberta Sisti.

I primi cittadini le riceveranno nelle prossime settimane. Un regalo siglato EF Group, che così intende rimarcare la propria attenzione alla sicurezza e al mantenimento di un forte legame con il territorio in cui è attiva.

Le fioriere saranno fuse da Fond-Stamp spa, azienda parte di EF Group che ha sede a Rocca de’ Baldi, in provincia di Cuneo. Hanno un peso di circa 3500 chilogrammi e misurano 3,5 metri di lunghezza, uno di larghezza e uno di altezza. Tre saranno consegnate al comune di Brescia; due al comune di Torbole Casaglia.

Da sinistra, Enrico Frigerio, consigliere delegato EF Group, e Antonio Tajani, presidente Parlamento europeo.

FONDERIA DI TORBOLE

Fonderia di Torbole, fondata nel 1924, è una società per azioni situata a Torbole Casaglia (BS), tra le prime realtà europee per la produzione di dischi freno e tamburi freno destinati al settore automotive. Dallo sviluppo alla commercializzazione, si occupa di tutte le fasi della creazione di getti grezzi e finiti di lavorazione di alta qualità, di media e grande serie, in ghisa grigia legata e non legata.

Nel 2002 l’azienda ha completato un importante piano d’investimenti, rinnovando tutti gli impianti produttivi, integrando verticalmente la produzione per fornire prodotti finiti di lavorazione meccanica e potenziando gli strumenti di ricerca e sviluppo.

Fonderia di Torbole è da sempre impegnata nella tutela e nel rispetto dell’ambiente, nella profonda convinzione che la stessa crescita industriale non possa prescindere da tale responsabilità. La società è certificata ISO 14001 dal 2008. Le politiche aziendali sono tese a conseguire risultati d’eccellenza in campo ambientale, in ambito sicurezza, relativamente alla salute dei lavoratori (Environmental, Health and Safety EHS – Ambiente, Salute e Sicurezza) e nella tutela dell’ecosistema nel quale opera.

Superficie: 100.000 mq di cui 50.000 coperti

Personale: 400 addetti tra Fonderia di Torbole e E.F. Automotive

Capacità installata: 140.000 t/anno (fuso), 100.000 t/anno (spedito mix attuale)

Fatturato: 95 milioni di euro

Fonderia di Torbole è parte di EF Group. Guidato dalla terza generazione della famiglia Frigerio, comprende anche E.F. Automotive, Fond-Stamp e Pilenga Baldassarre Foundry. Ha chiuso il 2016 con un fatturato di 139 milioni di euro. Con quattro società e 150mila tonnellate annue consegnate, è il primo gruppo italiano del settore. Con oltre il 65% di export, ricopre un importante ruolo nello scenario europeo.

Startup, la Regione mette sul piatto altri 7 milioni di euro

in Bandi/Economia/Istituzioni/Regione/Startup by

“Sarà possibile partecipare ancora dal prossimo 4 ottobre a questo importante iniziativa dedicata al sostegno delle start up, che mettiamo in campo con una dotazione di oltre 7 milioni di euro e un’attenzione particolare, ma non esclusiva, a quelle iniziative imprenditoriali intraprese da giovani e da over 50”. Lo ha detto oggi l’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia Mauro Parolini annunciando la riapertura del bando ‘Intraprendo’, misura per sostenere l’avvio d’impresa, che nella sua prima pubblicazione ha finanziato quasi 170 idee imprenditoriali attraverso contributi regionali per più di 8,7 milioni di euro che hanno generato investimenti per oltre 16,2 milioni.

SOSTEGNO ANCHE AD AZIENDE GIÀ ESISTENTI – “Intraprendo è un bando che non solo ha l’obiettivo di valorizzare le migliori idee frutto della creatività degli under 35 e dei soggetti più maturi ed esperti, ma – ha spiegato l’assessore – è aperto anche ad imprese lombarde esistenti da non più di due anni per sostenere la realizzazione di progetti caratterizzati da elevata qualità, innovatività e sostenibilità sulla base del business plan presentato”.

RIDURRE MORTALITÀ START UP – “Negli ultimi anni abbiamo assistito al proliferare di iniziative a sostegno delle start up e alla nascita di molte attività. Una buona parte di esse si è tuttavia spenta nel giro di poco per svariati motivi, dalla mancanza di fiducia, formazione e competenze, all’assenza di capitali di rischio esterni. Il nostro obiettivo – ha rimarcato infine Parolini – è quello di accrescere l’efficacia delle misure in favore di questo tipo di business e introdurre interventi sussidiari di accompagnamento, di servizio, formazione e accesso al credito che riducano il tasso di mortalità e contribuiscano ad accrescere in modo significativo le opportunità di affermazione sul mercato”.

SCHEDA

TIPOLOGIA DI AGEVOLAZIONE – L’agevolazione consiste in una combinazione tra finanziamento a tasso zero e contributo a fondo perduto. Sono ammissibili all’intervento finanziario progetti che comportino spese totali ammissibili uguali o superiori a 41.700 euro. Il contributo per il soggetto beneficiario sarà dal 60% al 65% del costo totale del progetto ammissibile, da un minimo di euro 25.000 fino ad un massimo di euro 65.000.

DOTAZIONE BANDO – Euro 7.027.353,22.

APERTURA – Il bando aprirà alle ore12 del 4 ottobre 2017.

SOGGETTI BENEFICIARI – Possono presentare domanda MPMI e aspiranti imprenditori, liberi professionisti lombardi e aspiranti liberi professionisti.

SOGGETTO GESTORE – La gestione della Linea è affidata a Finlombarda S.p.A., Società finanziaria di Regione Lombardia, per la quota di finanziamento e a Regione Lombardia per la quota di fondo perduto.

DURATA DEI PROGETTI – Fino a 18 mesi dalla data del provvedimento di concessione dell’agevolazione.

SPESE AMMISSIBILI – Sono considerate ammissibili le spese sostenute dal giorno successivo alla data di presentazione della domanda, per investimenti funzionali all’avvio delle attività imprenditoriali (imprese e liberi professionisti) quali personale, beni strumentali, beni immateriali, licenze software, affitto locali, servizi di consulenza, scorte, spese generali.

INFORMAZIONI – Per richiedere informazioni relative al bando è disponibile il seguente indirizzo di posta elettronica: infobando.intraprendo@finlombarda.it

Prestiti per comprare casa, la Lombardia è prima in classifica

in Banche/Economia/Edilizia/Finanza/Tendenze by

Che il credito al consumo sia uno strumento sempre più diffuso è ormai assodato, ma quali sono le motivazioni che spingono le famiglie italiane a farne uso, quali gli importi richiesti e da chi? Ad analizzare il fenomeno ci ha pensato l’Osservatorio congiunto condotto da Facile.it e Prestiti.it che, attraverso l’analisi di oltre 70.000 domande di finanziamento, ha stabilito che, nei primi 8 mesi dell’anno, la richiesta media presentata a finanziarie e aziende del credito è stata di 9.747 euro da restituire in 59 rate (poco meno di cinque anni).

Perché gli italiani chiedono un prestito

Analizzando le richieste di prestito per le quali è stata specificata la finalità di utilizzo, emerge come il mondo casa (con il 39% del totale) rappresenti la prima ragione che spinge gli italiani a ricorrere al credito al consumo. Dal 1 gennaio al 31 agosto erano finalizzati a sostenere i costi di ristrutturazione immobiliare ben il 29,2% dei prestiti richiesti; a questi si sommano quelli legati all’acquisto di arredamento (7,1%) e quelli fatti per comprare immobili (2,8%).

La seconda motivazione, pari al 34,9% del totale, è quella legata alle spese necessarie per acquistare un veicolo, sia che si tratti di un’auto usata (22,7%) o nuova (5,9%), sia ancora che si parli di una moto (6,3%).

Al terzo posto si posizionano le richieste di finanziamento destinate all’ottenimento di liquidità (9,4%), seguite dai prestiti finalizzati al consolidamento dei debiti (7,4%).

L’entità del prestito che si cerca di ottenere è strettamente legata alla finalità cui si intende destinare la somma; secondo i dati dell’Osservatorio, le domande di finanziamento più alte sono connesse all’acquisto di un immobile (valore medio 25.319 euro); seguono i prestiti richiesti per mettere in garage un’auto nuova (15.369 euro) e quelli per la ristrutturazione della casa (15.176 euro).

Il profilo del richiedente

Informazioni interessanti emergono analizzando il profilo dei richiedenti; nel 72,1% dei casi a firmare la domanda è un uomo e se l’età media del richiedente è di poco inferiore ai 41 anni (40,7), la fascia di popolazione che fa più ricorso al credito al consumo è quella degli under 35 (37,4% la percentuale di domande legate a loro), seguita dalla fascia 36-45 anni (31,04%). Solo l’11,86% del campione ha più di 55 anni.

Ancor più importante, per dare una lettura sociale del fenomeno, è la differenza che emerge analizzando gli importi richiesti tra le diverse fasce anagrafiche. Gli under 35 chiedono in media 8.927 euro, dato coerente con la finalità principale indicata (acquisto dell’auto usata), mentre chi ha un’età compresa fra i 36 ed i 55 anni richiede in media oltre 10.000 euro e la ragione primaria per cui ricorre al credito al consumo è la ristrutturazione della casa. Considerando nuovamente i dati su base nazionale, lo stipendio medio del richiedente prestito è di 1.523 euro; nel 68% dei casi chi chiede un prestito è un dipendente privato a tempo indeterminato, nell’11% un lavoratore autonomo e nel 6% un libero professionista.

La geografia del credito al consumo italiano

Analizzando la provenienza geografica delle richieste, emerge come la Lombardia sia la regione italiana da cui proviene il maggior numero di domande di finanziamento (19,22% del totale); seguono il Lazio (12,33%) e la Campania (9,13%). Diversa, invece, è la classifica regionale degli importi medi richiesti, con il Trentino Alto Adige al primo posto (10.504 euro), seguito dal Veneto (10.195 euro) e dalla Lombardia (10.061 euro). Per comprendere appieno queste differenze è importante considerare il reddito medio di chi presenta la domanda; gli stipendi dichiarati dai richiedenti in queste tre regioni sono i più alti d’Italia.

Master in Management a Isfor: iscrizioni entro il 29 settembre

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Formazione/Isfor by
Manager

Scade il 29 settembre il termine per le iscrizioni all’undicesima edizione del master in Management e Innovazione delle imprese promosso da Isfor con l’Università degli Studi di Brescia. Rivolto a imprenditori, dirigenti e quadri d’azienda, il percorso formativo, articolato in 5 moduli per un totale di 400 ore, vuole fornire competenze manageriali a tutto tondo, per offrire sostegno concreto alla copertura di ruoli di gestione aziendale sia di tipo funzionale sia manageriale in senso stretto.

La nuova edizione mira inoltre a far comprendere ai partecipanti come la trasformazione digitale interagisca, a volte modificandolo radicalmente, con l’intero sistema aziendale e come, così facendo, possa offrire nuove occasioni gestionali e imprenditoriali. Diretto dal prof. Mario Mazzoleni, il percorso formativo si rivolge in particolare a quanti in azienda hanno interesse ad acquisire solide competenze in materia di bilancio e controllo di gestione, gestione finanziaria d’impresa, pianificazione, lean management industriale, gestione dell’innovazione, strategie di marketing. Il master inizierà il 23 ottobre 2017 e le lezioni si terranno nella sede di Isfor in via Nenni, 30 a Brescia.

Per informazioni: 030.2284511 info@isfor2000.com

La fonderia guarda avanti: Assofond in assemblea venerdì 22 settembre

in Acciaio/Economia/Eventi/Evidenza by
Fonderia

Nel 2016, l’industria fusoria italiana (1055 le imprese attive – dato ISTAT 2014) ha prodotto 2,088 milioni di tonnellate di getti ferrosi e non ferrosi, in crescita del 2,8%. Positiva anche la variazione tendenziale dell’output fatta registrare tra gennaio e luglio di quest’anno.

«Negli ultimi mesi la produzione è tornata a far registrare volumi importanti – commenta Roberto Ariotti, presidente di Assofond, la Federazione Nazionale Fonderie -. Il messaggio che portiamo è sereno e ottimista. La domanda è interessante, una condizione che non si verificava da qualche anno, anche se permangono aree di debolezza in settori chiave, come l’oli & gas».

IL COMPARTO – Il 76% delle fonderie italiane è concentrato in 4 regioni: Lombardia (45%), Veneto (12%), Emilia-Romagna (10%), Piemonte (9%).

La provincia di Brescia è la prima in Italia per concentrazione di fonderie. Nel Bresciano sono attive 200 aziende che operano nel comparto dei metalli ferrosi e non ferrosi, che occupano circa 6.300 addetti diretti e producono 430.000 tonnellate di getti. La Lombardia è invece la prima regione italiana per concentrazione di fonderie: ne ospita 482.

L’ASSEMBLEA – Anche di questi numeri si discuterà durante l’assemblea generale del 2017 di Assofond, la Federazione Nazionale Fonderie che associa 280 imprese dell’industria fusoria italiana, che si terrà venerdì 22 settembre presso Fonderia di Torbole, a Torbole Casaglia (BS). Durante la giornata di lavori, intitolata “Orgoglio 4.0 La fonderia guarda avanti”, la fonderia sarà raccontata da chi vive l’azienda ogni giorno, per appassionare ed emozionare.

«Intendiamo testimoniare – anticipa il presidente Ariotti – otto diversi modi di fare impresa, attraverso il racconto di otto colleghi, che parleranno di sé stessi e della propria attività. Otto imprenditori che, pur con le loro diversità, sono accomunati da un elemento: sono tutti attivi in imprese sostenibili, che operano nel perimetro dell’economia circolare, che tanto stiamo sottolineando e promuovendo». Non a caso lo scorso anno i lavori si erano concentrati proprio sul tema dell’economia circolare, della quale le fonderie sono perfetto esempio, riutilizzando metalli ferrosi e non nel proprio ciclo produttivo. Durante l’assemblea 2017 ci si focalizzerà anche sulla trasmissione di una precisa identità di settore attraverso le parole degli stessi imprenditori.

In quest’ottica, la giornata sarà opportunità di concreto incontro tra attori della stessa filiera: presso Fonderia di Torbole, infatti, saranno presenti 40 stand espositivi di altrettante aziende provenienti da tutta Italia, clienti e fornitori del comparto fusorio.

IL PROGRAMMA

 

ore 9.00 – Inizio assemblea privata riservata alle fonderie associate Assofond

ore 10.30 – Inizio assemblea pubblica

Introduzione ai lavori

Relazione di Roberto Ariotti – presidente Assofond

Gli italiani sono un popolo di imprenditori?

Luca Paolazzi – direttore Centro Studi Confindustria

Storytelling con i fonditori per testimoniare, raccontare, appassionare ed emozionare

Marco Bigliardi – amministratore delegato Microfound srl

Marco Bruschi – ex titolare Bruschi spa

Gianluigi Casati – direttore generale Fonderia Casati spa

Roberto Dalla Bona – presidente e amministratore delegato Fonderie Guido Glisenti spa

Enrico Frigerio – consigliere delegato EF Group

Chiara Valduga – presidente Gruppo Cividale

Franco Vicentini – amministratore VDP Fonderia spa

Fabio Zanardi – presidente, consigliere e amministratore delegato Zanardi Fonderie spa

 

Intervento

Maurizio Landini – segretario nazionale Cgil

Modera Fiorenza Bonetti – direttore responsabile Siderweb

ore 13.00 – Light lunch

ore 15.00 – Visita dei reparti produttivi della Fonderia di Torbole (aperta agli organi di informazione)

ore 18.00 – Aperitivo

L’Alco avvia la procedura di mobilità, a rischio in 112

in Alimentare/Cisl/Economia/Franciacorta/Lavoro/Sindacati/Terziario/Valsabbia/Zone by
Alco grande distribuzione - foto dal web

In questi giorni L’Alco grandi magazzini S.p.A. ha inviato alle organizzazioni sindacali la procedura di mobilità, che preavvisa la chiusura del canale logistico e quindi il licenziamento di 112 dipendenti.

“Non ci è ancora dato sapere come verranno sostituite le piattaforme distributive di Prevalle e Rovato, che fino ad oggi hanno provveduto al rifornimento della merce per i C&C in Lombardia – fa sapere in un commento la Cisl -. Non ci stupisce la scelta fatta dalla famiglia Conter, che non condividiamo in un momento in cui la ripresa si fa sempre più insistente, una decisione che purtroppo si uniforma alle scelte fatte da buona parte della Grande Distribuzione Organizzata”.

Ma i sindacati, Csil in testa, sarebbero pronti a dare battaglia: “Proprio nei giorni scorsi si leggevano sulla stampa locale dichiarazioni dell’azienda in cui la stessa affermava che il proprio bilancio è tutt’altro che sofferente: l’azienda è cresciuta e questa circostanza sarà determinante per la linea della Fisascat CISL di Brescia nel corso della trattativa. Questi licenziamenti arrivano a tre anni di distanza dall’ultima procedura di mobilità, dove volontariamente ma in modo incentivato uscirono dall’azienda circa ottanta dipendenti dei punti vendita”.

Durante la trattativa l’obiettivo sarà quello di evitare i licenziamenti, cercando soluzioni alternative in ammortizzatori sociali o nel riassorbimento dei dipendenti in altri punti vendita o con il gestore delle nuove piattaforme, senza escludere altre ipotesi finalizzate alla salvaguardia dell’occupazione e delle 112 famiglie coinvolte.

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