Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

Mense scolastiche, a Brescia sono le più care della Lombardia

in Alimentare/Economia/Formazione by

95 euro, a tanto ammonta il costo mensile, nell’anno 2019/2020, sostenuto da una famiglia media lombarda con reddito ISEE di 19900 euro e un bimbo alla scuola primaria o dell’infanzia. A livello nazionale la media è di oltre 80 euro. In Lombardia si va dai 67 euro di Milano ai 118 di Brescia.

Il Nord si conferma l’area geografica con le tariffe più elevate, in media 842 euro per nove mesi di mensa nella scuola primaria, e 841 in quella dell’infanzia; segue il Centro, 724 euro nella primaria  e 704 euro nell’infanzia; più contenuti i costi al Sud con 644 euro nella primaria e 632 nell’infanzia.

L’Emilia Romagna è la regione più costosa, con una spesa media mensile di 106€ nella primaria e 105 euro nell’infanzia; la Puglia quella più economica con 65€ sia nella primaria che nell’infanzia. Rispetto all’anno precedente, la variazione è stata del +0,81% a livello nazionale, con l’incremento record del +9,79% in Calabria e una riduzione invece del 6,41% in Sardegna. Tariffa invariata in Basilicata, Umbria e Valle d’Aosta.

Il capoluogo più economico è Barletta (32 euro mensili per la mensa nella scuola dell’infanzia e la primaria), i più costosi Torino per la scuola dell’infanzia (132 euro mensili) e Livorno per la primaria (128 euro).

Questi i dati che emergono dalla IV Indagine di Cittadinanzattiva su tariffe e qualità delle mense scolastiche, che ha preso in esame le tariffe di tutti i 110 capoluoghi di provincia sia per la scuola dell’infanzia che per la primaria. Oltre a ciò, attraverso l’intervista a 342 tra alunni di scuola primaria, docenti accompagnatori, genitori, rappresentanti di Commissioni mensa, addetti al servizio di ristorazione, è stato preso in esame un campione di mense scolastiche di 9 regioni (Piemonte, Liguria, Lombardia, Lazio, Marche, Campania, Molise, Basilicata e Puglia) per evidenziare aspetti relativi alla qualità, sicurezza, igiene, costi, sprechi e rifiuti, per un totale di 230 indicatori.

Costo mense Lombardia e provincia di Brescia, fonte Cittadinanza attiva
Costo mense Lombardia e provincia di Brescia, fonte Cittadinanza attiva

Settore auto, l’export bresciano vale 810 milioni di euro in sei mesi

in Automotive/Economia/Tendenze by

Tre miliardi l’export lombardo in sei mesi. Autoveicoli, carrozzerie, rimorchi, parti e accessori, motori, un export da 3 miliardi nei primi sei mesi del 2019 in Lombardia a fronte di un import da 6,3 miliardi, per 9,4 miliardi di scambi. Crescono gli scambi del 2,6% in un anno grazie alla crescita dell’import, +5%. Prima Milano con 598 milioni di export e 4 miliardi di import, + 2,4% l’export e +13% l’import. Seguono  Brescia con 810 milioni di export e 226 milioni di import, Bergamo con 560 milioni di export e 401 milioni di import. Per scambi segue Mantova con 820 milioni, Cremona con 425 milioni, Varese e Como con circa 200 milioni. A Monza e in Brianza gli scambi valgono 155 milioni, in crescita del 5% grazie all’import che cresce del 15%, di cui 79 milioni di export e 76 milioni di import.  Emerge da una elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia sui dati Istat per i primi sei mesi 2019.

Paesi con cui si scambia nei primi sei mesi del 2019. L’export va in Europa (2,7 miliardi in sei mesi), di cui 198 milioni nei Paesi fuori dall’Unione Europea, in Asia Orientale (67 milioni), America Settentrionale (55 milioni). Nord Africa (53 milioni)  e Asia centrale (27 milioni). L’import arriva dall’Europa con 5,6 miliardi, di cui 212 milioni dai Paesi fuori dall’Unione Europea, seguono Asia Orientale con 602 milioni e centrale con 46 milioni. Cresce l’export in Africa settentrionale, 53 milioni, +75% in un anno, rispetto ai primi sei mesi del 2018. Cresce l’import dall’Asia Orientale, +29% in un anno.

Bioeconomia e biotecnologie, raddoppiano le imprese nella ricerca in cinque anni

in Economia/Tendenze by
Ricerca scientifica, foto generica da Pixabay

Ricerca biotech, farmaceutico e biomedicale: sono i settori di punta delle biotecnologie e della bioeconomia, che guardano al futuro dell’uso delle risorse e al miglioramento della vivibilità. Sono 4 mila le imprese lombarde attive nei settori, con 40 mila addetti. Pesa la Lombardia sulle 20 mila imprese in Italia con 133 mila addetti. In particolare, più di 3 mila imprese sono specializzate nel biomedicale su 18 mila in Italia. Forte la concentrazione nella ricerca di biotecnologia con 162 imprese su 768 nel Paese) e nella bioeconomia legata ai farmaceutici (248 imprese su 630). Emerge da un’elaborazione Innovhub – SSI  e Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro imprese 2019, 2018, 2014. Raddoppiato il settore della ricerca in biotecnologie, in Italia da 346 a  768 imprese in cinque anni e da 830 a 2170 addetti, in Lombardia da 66 a  162 imprese e da 275 a 501 addetti. 4 – 5 novembre incontro europeo in Regione su bioeconomia e sostenibilità, Innovhub SSI, azienda partecipata dalla Camera di commercio tra i promotori.

Ha dichiarato Massimo Dal Checco, consigliere della Camera di commercio e amministratore unico di Innovhub Stazioni Sperimentali per l’Industria: “La diffusione dei settori  legati alle biotecnologie  è alla base di una maggiore competitività internazionale del nostro territorio. Come partner  della rete EEN, Enterprise Europe Network, puntiamo a promuovere nei suoi vari aspetti ricerca e innovazione, anche con questo incontro in Regione Lombardia. Positivo il dato della crescita nel settore della ricerca legata alle biotecnologie. Tra l’altro ci affianchiamo ogni giorno alle aziende con un supporto diretto e personalizzato, per far crescere ricerca e innovazione.  Nel quadro della presidenza italiana 2019 di Eusalp, il 4 e 5 novembre si tiene a Milano la conferenza International Bioeconomy Dialogues across the Alpine Space, che si sviluppa sul tema dello sviluppo sostenibile. In questa occasione Innovhub SSI organizza il 5 novembre un evento di incontri bilaterali”.

Lombardia. 1.500 imprese circa si concentrano a Milano con 24 mila addetti, tra le lombarde Bergamo e Brescia con circa 400 imprese e 2 mila addetti, Varese e Monza con oltre 300 e circa 3 mila addetti, Como e Pavia con oltre 200 e quasi mille addetti. Crescono di più per imprese in cinque anni Milano  (+2,4%), Bergamo e Brescia (+1%).

Italia. Quasi 2 mila imprese si concentrano a Milano, prima in Italia insieme a Roma. Seguono Torino con circa mille e Napoli con circa 700. Per addetti, dopo Milano con 24 mila ci sono Belluno con 12 mila e Roma con 10 mila, Padova e Firenze con 6 mila.

 

Acque Bresciane ad Ecomondo per il secondo anno consecutivo

in Ambiente/Cogeme/Economia/Evidenza/Partecipate e controllate by

Ecomondo è una di quelle occasioni da non farsi sfuggire soprattutto nel campo della sostenibilità ambientale. L’impegno di Acque Bresciane in questa direzione ha fatto sì che il lavoro avviato lo scorso anno, proprio in occasione della kermesse riminese, si sia poi sviluppato in un vero e proprio piano specifico, rivolto ad un Comune “pilota”, in questo caso Corte Franca.  I risultati di tale lavoro, dopo una prima presentazione pubblica avvenuta martedì 5 novembre nella Sala Civica del Comune franciacortino, saranno ricontestualizzati all’interno del convegno dal titolo Water and sanitation safety plans: methodologies, digital support and implementation according to the new European framework” che si terrà all’interno della Fiera di Rimini, giovedì 7 novembre, a partire dalle ore 14.30. A relazionare sarà l’Ing. Michela Biasibetti con un intervento dal titolo “Acque Bresciane: il percorso innovativo del piano di sicurezza dell’Acqua di Corte Franca”. “Gli esiti dei controlli dimostrano che tutti i parametri analizzati rispettano i limiti di concentrazione imposti dalla normativa italiana sulle acque potabili, quindi l’acqua di Corte Franca è considerata di buona qualità” conferma Sonia Bozza, punto di riferimento per la società sul tema PSA specificando che “per controllare la qualità dell’acqua di Corte Franca, Acque Bresciane ha eseguito campionamenti con frequenza mensile presso 4 fontanelle rappresentative della rete e annuale presso i pozzi. Sono stati analizzati oltre 100 parametri chimici, fisici e microbiologici, come previsto dalla normativa italiana sulle acque potabili. Anche l’Agenzia di Tutela della Salute (ATS – ex ASL) esegue numerosi campionamenti e analisi presso le fontanelle della rete come ulteriore controllo.”

In cosa consistono esattamente il Piani di Sicurezza dell’ Acqua (PSA) elaborati da Acque Bresciane?

L’elaborazione dei Piani di Sicurezza dell’ Acqua (PSA), uno per ogni sistema idropotabile, secondo il Decreto del Ministero della Salute, del 14 giugno 2017, con massima attenzione all’efficienza e alla prevenzione, è uno strumento innovativo per ridurre i rischi di inquinamento e garantire la qualità dell’acqua nel sistema idropotabile, costituito dalle opere di prelievo dell’acqua dall’ambiente, dagli eventuali impianti di trattamento e dalla rete di distribuzione sino al punto di consegna. Di seguito alcune specifiche

Chi lo elabora?

Ogni PSA viene sviluppato da un Gruppo di Lavoro di esperti, coordinato da Acque Bresciane, in collaborazione con: ATS (Agenzia di Tutela della Salute, ex-ASL), ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale), Ufficio d’Ambito della provincia di Brescia, Comune, Università Milano-Bicocca e Fondazione Cogeme.

Quali benefici porta?

Migliorare la sicurezza, prevenire i rischi e incrementare ulteriormente i livelli di qualità dell’acqua che beviamo, ottimizzare la frequenza dei controlli ed i parametri analizzati attraverso l’elaborazione di un piano di monitoraggio e di investimenti.

Che cosa si è fatto durante lo sviluppo del PSA?

È stata effettuata un’analisi di rischio con la collaborazione dell’Università Milano-Bicocca e di ARPA Lombardia per lo studio delle falde da cui l’acqua viene prelevata ed è stata fatta una dettagliata analisi statistica dei dati di qualità dell’acqua degli ultimi 5 anni. Sono state ispezionate tutte le infrastrutture del sistema idrico, al fine di evidenziare eventuali criticità e programmare interventi di manutenzione.

Grazie a questo lavoro, e dunque alla conoscenza approfondita delle falde acquifere, del territorio e dell’acquedotto, certamente potremo anche incidere nella percezione dei cittadini rispetto alla loro fiducia nei confronti dell’acqua di rubinetto” così il Sindaco di Corte Franca Gianpietro Ferrari, interpretando  a suo modo, la medesima soddisfazione espressa dal Presidente di Acque Bresciane, Gianluca Delbarba circa l’egregio ed emblematico lavoro svolto dalla società: “tornare ad Ecomondo per mostrare i risultati del lavoro avviato proprio lo scorso anno è davvero una bella soddisfazione. Ringrazio in particolar modo la struttura tecnica di Acque Bresciane e invito a tenere sempre alta la guardia in un’ottica di sicurezza e prevenzione, obiettivi prioritari nei confronti dei nostri primi stakeholder, ovvero i Comuni e i loro cittadini”.

Per maggiori informazioni al PSA si rimanda alla pagina dedicata: https://www.acquebresciane.it/public/acquebresciane-portal/it/home/societa/piano-sicurezza-acque  

Per informazioni in merito ad Ecomondo: www.ecomondo.com

Acque Bresciane si occupa della gestione del Servizio Idrico Integrato (costituito dall’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e depurazione delle acque reflue) nel territorio dei Comuni della Provincia di Brescia. Ad oggi, con il conferimento di Garda Uno S.p.a nel dicembre 2017, gestisce il servizio in 92 Comuni per oltre 530.000 abitanti serviti. Acque Bresciane sviluppa il proprio servizio in modo sostenibile nel rispetto dell’economicità della gestione del servizio idrico integrato all’interno di un mercato regolato. La gestione sostenibile del ciclo idrico integrato, la difesa e la valorizzazione della risorsa, la qualità delle acque potabili, la gestione delle acque depurate costituiscono la mission principale di Acque Bresciane, che vuole garantire nel proprio territorio servito un accesso all’acqua universale e sicuro nel pieno rispetto dell’equilibrio ambientale presente e futuro.

Costruzioni, l’export italiano vale 22 miliardi di euro in sei mesi

in Economia/Edilizia/Evidenza/Tendenze by

Mobili e articoli in plastica per l’edilizia, tubi, mattoni, tegole e piastrelle per rivestimenti, vetro, porte e finestre, pietre tagliate, prodotti abrasivi e in calcestruzzo, cemento e gesso: sono questi i materiali da costruzione e d’arredamento più esportati dalle imprese italiane nel mondo. Il valore complessivo dell’export raggiunge quasi i 22 miliardi in sei mesi, +1,6%, con punte del +11% per calcestruzzo, cemento, gesso e per legno tagliato e piallato e +6,6% per tubi, condotti e profilati. Il business per la Lombardia, prima regione per esportazioni (30% del totale), è di 6,6 miliardi, +1,1%, seguita da Emilia Romagna e Veneto. Tra le province eccellono: Treviso, Modena, Milano, Bergamo, Reggio Emilia e Monza Brianza. Le principali destinazioni per l’export italiano sono: Francia, Germania e Stati Uniti. In forte crescita il Qatar (+140,9%). Aumentano anche Regno Unito (+7,4%), Romania (+5,5%) e Paesi Bassi (+4,9%). Ma per sapere tutte le destinazioni per i primi prodotti ecco la mappa dell’export dei materiali da costruzione e mobili in italiano e inglese, realizzata dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e da Promos Italia, la struttura delle Camere di commercio a supporto dell’internazionalizzazione, scaricabile dal link: https://www.promos-milano.it/informazione/note-settoriali/materiali-da-costruzione-e-mobili-italiani-nel-mondo.kl.

Edilizia e costruzioni: InBuyer con 90 incontri tra imprese. Mercoledì 6 novembre a Brescia al “Brixia Forum” (dalle ore 9.30 alle ore 14.00) e giovedì 7 novembre a Bergamo in Camera di commercio (a partire dalle ore 14.00, fino alle ore 18.00) si svolgeranno gli incontri B2B tra aziende lombarde del settore costruzioni e 9 buyer esteri provenienti da Macedonia, Albania, Serbia, Turchia e Romania. Le aziende lombarde partecipanti saranno 45. L’attività si inserisce nell’ambito del progetto “InBuyer” realizzato da Promos Italia, l’agenzia per l’internazionalizzazione del sistema delle Camere di commercio. Nel settore costruzioni sono stati realizzati finora 8 incontri che hanno coinvolto quasi 200 aziende in circa 2 mila incontri con operatori esteri. Tra i principali prodotti richiesti dai buyer: pavimenti e rivestimenti, attrezzi e strumenti per l’edilizia, tubazioni e impianti, mobili per bagno e cucina, porte e finestre.

Ha dichiarato Marco Dettori, membro di giunta della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi: – “I dati delle esportazioni di materiali edilizi e di arredamento dimostrano che l’eccellenza delle nostre imprese del settore è ben conosciuta e apprezzata nel mondo. Significativa è anche la presenza delle aziende di costruzione all’estero in termini di cantieri aperti, commesse e giro d’affari generato Occorre quindi aumentare gli investimenti e sostenere tutta la filiera dell’edilizia, puntando su una sua valorizzazione sia sul mercato internazionale che su quello interno”.

“La Lombardia, con quasi 7 miliardi di euro di export in un solo semestre, traina l’export italiano di settore – ha spiegato Alessandro Gelli, Direttore di Promos Italia – e ci sono le potenzialità per crescere ancora, perché sono molti i mercati nei quali i nostri prodotti non hanno ancora conquistato rilevanti fette di mercato. Grazie al progetto InBuyer diamo la possibilità ad aziende lombarde di settore di incontrare buyer selezionati di svariati paesi con l’obiettivo proprio di avviare nuovi e concreti processi di export”

22 miliardi circa di euro in sei mesi, è il valore dell’export italiano in materiali da costruzione e mobili. Dalla Lombardia 6,6 miliardi, prima regione italiana. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia, la struttura del sistema camerale a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese su dati Istat 2019 al secondo trimestre. Dopo la Lombardia vengono l’Emilia Romagna con 4,5 miliardi e il Veneto con 3,9 miliardi. Tra le province in testa: Treviso con 1,5 miliardi, Modena con 1,4 miliardi e Milano con 1,3 miliardi. Seguono Bergamo e Reggio Emilia con un miliardo, Monza Brianza e Vicenza con 900 milioni circa. Intorno al mezzo miliardo anche Brescia, Pordenone, Como, Padova, Varese, Verona, Torino e Cremona.

Le maggiori destinazioni dell’export per prodotto. Le principali destinazioni sono: la Francia per i mobili, i materiali da costruzione, il vetro, gli elementi in metallo, i prodotti in legno, calcestruzzo e cemento. La Germania per articoli in materie plastiche, tubi e profilati, i prodotti abrasivi e refrattari, il Regno Unito per porcellana e ceramica e per legno tagliato. Gli Stati Uniti per pietre tagliate e modellate. In crescita Stati Uniti per articoli in materie plastica, Polonia e Canada per mobili, Qatar per tubi e profilati, Spagna per mattoni, tegole e piastrelle, Paesi Bassi per vetro, Russia per porte e finestre e serramenti in metallo, Algeria per prodotti in legno tra cui porte e finestre, Kuwait per pietre tagliate, modellate e finite, India per prodotti abrasivi, Norvegia per calcestruzzo, cemento e gesso, Belgio per altri prodotti in porcellana e ceramica, Libia per legno tagliato e piallato, Sud Africa per prodotti refrattari, Cile per cemento, calce e gesso.

21 miliardi di euro in sei mesi, è il valore dell’export italiano in materiali da costruzione e mobili. Dalla Lombardia 6,6 miliardi, prima regione italiana. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia, la struttura del sistema camerale a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese su dati Istat 2019 al secondo trimestre. Dopo la Lombardia vengono l’Emilia Romagna con 4,5 miliardi e il Veneto con 3,9 miliardi. Tra le province in testa: Treviso con 1,5 miliardi, Modena con 1,4 miliardi e Milano con 1,3 miliardi. Seguono Bergamo e Reggio Emilia con un miliardo, Monza Brianza e Vicenza con 900 milioni circa. Intorno al mezzo miliardo anche Brescia, Pordenone, Como, Padova, Varese, Verona, Torino e Cremona.

Le maggiori destinazioni dell’export per prodotto. Le principali destinazioni sono: la Francia per i mobili, i materiali da costruzione, il vetro, gli elementi in metallo, i prodotti in legno, calcestruzzo e cemento. La Germania per articoli in materie plastiche, tubi e profilati, i prodotti abrasivi e refrattari, il Regno Unito per porcellana e ceramica e per legno tagliato. Gli Stati Uniti per pietre tagliate e modellate. In crescita Stati Uniti per articoli in materie plastica, Polonia e Canada per mobili, Qatar per tubi e profilati, Spagna per mattoni, tegole e piastrelle, Paesi Bassi per vetro, Russia per porte e finestre e serramenti in metallo, Algeria per prodotti in legno tra cui porte e finestre, Kuwait per pietre tagliate, modellate e finite, India per prodotti abrasivi, Norvegia per calcestruzzo, cemento e gesso, Belgio per altri prodotti in porcellana e ceramica, Libia per legno tagliato e piallato, Sud Africa per prodotti refrattari, Cile per cemento, calce e gesso.

Aib, sono 91 le aziende in campo per il prossimo Pmi Day Industriamoci

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Eventi by

È stato presentato questa mattina, nella sede dell’Associazione Industriale Bresciana, il PMI Day “Industriamoci” 2019, promosso dalla Piccola Industria di AIB in collaborazione con Confagricoltura Brescia. Alla conferenza sono intervenuti Elisa Torchiani (Presidente Piccola Industria AIB), Cristina Volpi (Vice presidente Piccola Industria AIB) e Giovanni Garbelli (Presidente Confagricoltura Brescia).

L’iniziativa, lanciata nel 2010, taglia quest’anno il traguardo della decima edizione: nelle giornate di giovedì 14, venerdì 15 e sabato 16 novembre saranno 91 le aziende che apriranno le loro porte alle 40 scuole partecipanti, per un totale di 120 visite prenotate e oltre 3.500 studenti.

“Grazie all’impegno e all’ospitalità delle nostre Aziende, il PMIDAY è diventato un appuntamento annuale di grande valore con un numero di partecipanti in continuo aumento – spiega Elisa Torchiani, Presidente Piccola Industria AIB –. Quest’anno non possiamo essere da meno: i nostri giovani studenti hanno bisogno di noi per conoscere il mondo delle imprese, integrando il loro studio teorico con la nostra concretezza del fare.”

Nel corso delle tre giornate, le imprese aderenti mostreranno a docenti e studenti i reparti e le attività, illustrando il lavoro che viene svolto quotidianamente all’interno delle aziende, raccontandone la storia, i progetti e i risultati raggiunti grazie al talento e all’impegno di tutti i collaboratori. Anche per questa edizione, per consentire visite più mirate, è stata elaborata una lista preventiva di tutte le aziende disponibili, che consente alle Scuole di scegliere quelle di proprio interesse, sia per prossimità geografica sia per settore di appartenenza.

“Un’importante novità, rispetto al passato, sarà quella di dedicare un percorso preferenziale riservato alle classi IV e V delle scuole superiori – aggiunge Cristina Volpi, Vicepresidente della Piccola Industria AIB –, utilizzando lo slogan: “Leonardo siamo noi”, per le aziende che intendono organizzare visite ad alto contenuto tecnologico.  Il 2019 è l’anno del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci e non poteva mancare un tributo al nostro grande “genio tecnologico.”

“È un’occasione importante – chiude Giovanni Garbelli, Presidente di Confagricoltura Brescia – per far conoscere agli studenti le imprese agricole più dinamiche ed innovative. Il nostro settore è chiamato a sfide appassionanti sul fronte della sostenibilità e dell’innovazione tecnologica: l’agricoltura avrà quindi sempre più necessità di giovani entusiasti, capaci e competenti. Questa iniziativa, a cui Confagricoltura partecipa ormai da anni, rappresenta perciò un appuntamento di straordinario interesse per la crescita umana e professionale degli studenti”.

Come può aiutarti un’agenzia di esperti nella consulenza e-commerce?

in Economia/Web e digitale by

Chi si approccia per la prima volta al mondo dell’e-commerce, spesso nell’errore di pensare al commercio elettronico come una facile opportunità di guadagno, una scorciatoia alla portata di tutti che prevede risultati rapidi a fronte di investimenti ridotti o nulli.

In realtà gestire un e-commerce in modo proficuo è a tutti gli effetti un’attività imprenditoriale e in quanto tale, prevede impegno, perseveranza e un approccio professionale: in altri termini, non ci si improvvisa esperti di e-commerce dall’oggi al domani.

Cosa fare dunque se, pur non avendo né conoscenze né competenze, intendi aprire il tuo negozio online? Nel nostro articolo proveremo a dare risposta a questa domanda, per cui buona lettura!

Perché scegliere un’agenzia di esperti in e-commerce al posto di un freelance?

Se non hai dimestichezza con le dinamiche del commercio elettronico potresti avere bisogno di un supporto esterno, ovvero di una consulenza di esperti in e-commerce.

Ma a chi rivolgersi esattamente?

Sono numerosi i professionisti che offrono i propri servizi di consulenza in ambito e-commerce e si dividono solitamente in due distinte categorie: le agenzie e i freelance.

I cosiddetti freelance sono liberi professionisti che lavorano in autonomia per la gestione dei progetti. Un’agenzia che si occupa di e-commerce garantisce la professionalità di più persone, con conoscenze e competenze complementari. Un team di esperti in differenti settori specifici che sono in grado di fornire supporto in tutte le fasi della messa online del sito e della relativa promozione.

Di solito, quelli che si rivolgono ad un freelance sono professionisti con esigenze ridotte e che cercano prezzi più contenuti. Se il tuo è un progetto più modesto potrebbe bastarti la consulenza di un unico esperto.

Il forte rischio però nell’affidarsi ad un freelance è che i tempi di lavorazione tendono ad allungarsi; inoltre, un freelance per quanto bravo, non potrà essere esperto in tutti i campi: questo implicherebbe l’ausilio di altri liberi professionisti nella risoluzione di problemi imprevisti.

Le agenzie di consulenza nel mondo e-commerce lavorano con un team di esperti abituati ad affrontare anche progetti complessi che richiedono il lavoro congiunto di un team di professionisti.

Ovviamente tale lavoro d’equipe ha un costo maggiore rispetto a quello di un singolo professionista. Se il tuo progetto è ambizioso e il tuo desiderio è fare un lavoro completo in tutte le sue parti, solo affidandoti ad un’agenzia potrai avere in un luogo solo tutti gli esperti di cui necessiti.

In realtà il costo di questo servizio dev’essere considerato a tutti gli effetti un investimento a lungo termine, che rende a nostro parere la scelta di un’agenzia preferibile a quella di un freelance.

Perché è difficile gestire un sito e-commerce senza il supporto di un’agenzia?

La gestione di un e-commerce prevede spesso interventi di manutenzione e di aggiornamento: proprio per questo motivo solo un’agenzia specializzata può offrire questa assistenza continua.

Il grande valore aggiunto di un’agenzia sono le diverse professionalità che lavorano in sinergia: web designer, sviluppatore, grafico, esperto seo, keyword advertising specialist e altri professionisti specializzati garantiscono una visione progettuale completa e analitica.

Un professionista freelance, non può ovviamente garantire un supporto su ogni singolo aspetto, per il semplice motivo che ognuna delle competenze richieste richiede una conoscenza specifica.

Volendo racchiudere tutte le considerazioni fatte finora in una parola chiave che spieghi perché è difficile gestire un sito e-commerce senza il supporto di un’agenzia, tale parola sarebbe imprevisto.

Nella gestione dell’imprevisto un team di professionisti sarà sempre e comunque più preparato di un singolo freelance: hai ancora dubbi?

Esistono agenzie affidabili per lo sviluppo di un e-commerce?

La scelta della giusta agenzia di e-commerce è difficile. La scelta è davvero diversificata e, si sa, che molti promettono tanto ma rendono poco.

Come fare allora a districarsi tra le mille offerte del web?

Inizia ad informarti sul sito consulenzaecommerce.it riguardo ai servizi e alle risorse che deve mettere a disposizione un’agenzia.

Contatta i professionisti di consulenza e-commerce per chiarirti le idee e andare subito nella direzione giusta.

Sia che il tuo obiettivo sia quello di aprire un e-commerce ex novo piuttosto che ottimizzare un e-commerce già esistente aumentando le vendite, avrai a disposizione un team di esperti con competenze diverse, ma uniti da impegno, idee e passione.

I prodotti e-commerce offerti da questa agenzia risultano altamente performanti, perché frutto di un attento processo di analisi, strategia e realizzazione, capace di soddisfare anche i clienti più esigenti.

Perciò non rimanere con infiniti dubbi e nessuna risposta, cerca su consulenzaecommerce.it tutte le risposte.

Arcelor Mittal dà l’addio a Ilva, Aib: una sconfitta per l’intero Paese

in Acciaio/Economia/Giuseppe Pasini/Opinioni/Personaggi by

L’Associazione Industriale Bresciana esprime il suo forte disappunto per la notizia, diffusa oggi pomeriggio, della decisione di Arcelor Mittal – multinazionale dell’acciaio – di rescindere il contratto di acquisto dell’impianto Ilva di Taranto.

“Una certa politica voleva la chiusura dello stabilimento ed ha raggiunto il suo obiettivo. L’addio di Arcelor Mittal è un fallimento per l’intero Paese, la seconda manifattura d’Europa, che ha lasciato scappare un investitore mondiale, a testimonianza dell’assenza in Italia di una vera politica industriale – commenta Giuseppe Pasini, Presidente di AIB –. Quale altra realtà imprenditoriale, oggi, può pensare di rilevare l’impianto? Le ripercussioni saranno enormi. Aumenteranno le tonnellate di acciaio importato dall’estero, e tutta la filiera ne subirà le conseguenze, che saranno importanti anche per una realtà come Brescia. L’impatto occupazionale, poi, sarà tremendo: parliamo di quasi 11mila dipendenti, se consideriamo solo quelli diretti. Non è certamente ipotizzabile sostituire un’area industriale del genere con un parco giochi”.

Secondo stime elaborate da SVIMEZ, dal sequestro dello stabilimento (luglio 2012) a oggi sarebbero andati perduti 23 miliardi di euro (3-4 miliardi all’anno), circa due decimi di punto della ricchezza nazionale. Complessivamente si tratta dell’1,4% circa di PIL cumulato. Di tali 23 miliardi complessivamente erosi, 7,3 ricadrebbero sul cosiddetto “nord industriale” (Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emila Romagna). La crisi dell’ILVA ha poi determinato, fra il 2013 e il 2019, minor export italiano per 10,4 miliardi e minori consumi delle famiglie per 3,5 miliardi.

Bilancio, da Regione Lombardia ok a manovra: “meno tasse e più investimenti”

in Bilanci/Economia/Istituzioni/Regione by

Regione Lombardia prosegue nella politica di riduzione della pressione fiscale e garantendo le agevolazioni esistenti e, in coerenza con le priorità del proprio programma di governo, garantisce continuità a provvedimenti strategici come le misure per il miglioramento della qualità dell’aria, gli investimenti per l’acquisto nuovi treni e il potenziamento infrastrutturale.

Grande attenzione anche per gli interventi di carattere sociale con il mantenimento di ‘Nidigratis’ (17,2 milioni nel 2020, 35 milioni annui sia per il 2021 che per il 2022), ‘DoteSport’ (19 milioni) e l’integrazione scolastica degli alunni disabili (12 milioni nel 2020, altrettanti nel 21 e ulteriori 12 nel 2022, per un totale di 36 milioni nel triennio).

Così, in estrema sintesi, può essere inquadrato il ‘Progetto di Legge di Bilancio’ approvato oggi dalla Giunta regionale della Lombardia su proposta dell’assessore al Bilancio, Finanza e Semplificazione, Davide Caparini.

Ora il documento passerà al vaglio delle Commissioni Consiliari per poi approdare in Aula, per il voto finale in Consiglio regionale, a metà dicembre.

Guardando più specificatamente agli investimenti previsti della manovra di bilancio 2020-2022 approvata in Giunta si segnalano investimenti aggiuntivi per un valore di circa 159 milioni nel 2020 e di circa 181 annui nel 2021 e 2022 destinati alle misure prioritarie già individuate nel programma di governo regionale.

“E’ l’inizio di un percorso – spiega l’assessore Caparini – che si arricchirà del contributo del Consiglio Regionale anche alla luce della manovra di bilancio statale. A tal fine, stiamo lavorando a nuovi incentivi fiscali su bollo auto e le altre entrate regionali per alleviare il carico fiscale dei lombardi. Sottolineo l’attenzione al sostegno alle famiglie e alle attività produttive (85 milioni nel triennio per incentivi alle imprese e 33 milioni nel triennio per il sostegno nel settore del commercio), oltre alle politiche per lo sviluppo sostenibile che guardino alla tutela dell’ambiente (24 milioni nel triennio)”.

Dal 2020 la Lombardia, grazie al proficuo lavoro fatto in sede di conferenza Stato-Regioni, potrà inoltre fare affidamento anche su nuove risorse, tra cui, 39,4 milioni di euro per il prossimo anno e 143 milioni sino al 2034 per le politiche ambientale.

Tra i temi centrali, anche la messa in sicurezza di territorio (47milioni nel 2020, 45 milioni nel 2021 e 33 milioni nel 2022), con particolare attenzione ai Piccoli Comuni e a quelli di montagna (21 mln nel triennio per interventi a favore della montagna), interventi in materia di ordine pubblico e sicurezza urbana (8,2 milioni nel triennio di risorse correnti); i Grandi eventi come il Gran Premio di Monza (15 milioni) e le Olimpiadi 2026 e le ratifiche delle intese interregionali delle ciclovie.

Un’attenzione specifica, infine, è rivolta al pieno utilizzo delle risorse comunitarie. “Nella recente missione a Bruxelles – aggiunge l’assessore Caparini – il presidente Fontana ha sottolineato la bontà dell’azione fin qui messa in campo da Regione Lombardia, ma allo stesso tempo, confrontandosi con gli Uffici e con gli europarlamentari italiani ha chiesto loro di rendere ancor più stretta la collaborazione e il dialogo per godere al massimo delle possibilità offerte dai contributi comunitari”.

Cortina, Val Gardena e Madonna di Campiglio: ecco le mese sciistiche più esclusive d’Italia

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Lo sci, come noto, non è certamente tra gli sport meno costosi. Ma ci sono località decisamente più accessibili di altre e luoghi in cui la frequentazione – complice il crescere dei costi per skipass e pernottamenti – è decisamente più altolocata. A fotografare la situazione ci ha pensato nelle scorse ore Holidu, motore di ricerca e comparatore di prezzi di case vacanza nato cinque anni fa da un’idea dei fratelli tedeschi fratelli Johannes e Michael Siebers e diventato nel tempo una delle realtà leader di questo settore on line.

Holidu ha diffuso infatti la graduatoria dei comprensori sciistici di tutta Europa sulla base dei costi per gli appassionati e dall’indagine è emerso un quadro piuttosto chiaro: le località più costose sono collocate soprattutto in Svizzera, mentre le più economiche si trovano in Francia. L’Italia? In questa classifica occupa entrambi gli estremi della classifica, con alcuni dei luoghi meno cari del Continente per gli amanti della neve e alcuni dei più costosi.

LE LOCALITA’ SCIISTICHE PIU’ ESCLUSIVE D’EUROPA

Il “podio” delle località sciistiche più esclusive d’Europa va a tre svizzere. A Zermatt in alta stagione si possono arrivare a pagare ben 182 euro a notte, oltre a 72 euro di skypass, a Corvatsch – Furtschellas 176 euro e  Eggli/La Videmanette 175. Cifre davvero considerevoli se si pensa che ad Aprica, in Valcamonica, contemperaneamente si rimarrebbe al di sotto dei 70 euro. A seguire, nella classifica dei luoghi più costosi, troviamo Corvatsch – Furtschellas e Zermatt. Ma al quarto posto c’è Cortina d’Ampezzo e dopo altre cinque località svizzere o austriache la Val Gardena

Ma quali sono le località sciistiche più esclusive d’Italia? Di seguito vediamo il podio nostrano…

LE LOCALITA’ SCIISTICHE PIU’ ESCLUSIVE D’ITALIA

Le località sciistiche più esclusive d’Italia hanno nomi noti al grande pubblico e la prima è senza dubbio Cortina d’Ampezzo, in Veneto, con i suoi 120 chilometri di piste. Qui una giornata di pernottamento e lo skipass possono arrivare a costare ben  167 euro. E il solo skipass ne costa dai 58 euro dell’alta stagione ai 52 della bassa. La differenza di prezzo fra la perla delle Dolomiti e la località meno costosa d’Italia, Riserva Bianca, supera i 100 euro.

A seguire, in classifica, troviamo la Val Gardena, uno dei comprensori più estesi della Penisola con ben 175 chilometri di ski area raccomandata davvero a tutti i livelli di sciatori,. Ma lo skipass nella valle dolomitica può costare anche 57 euro e il totale sale così a ben 151 euro: una cifra decisamente non alla portata di tutti.

Poco distante, per costi, si colloca Madonna di Campiglio, sempre sulle Dolomiti: 60 chilometri di piste in cui abbondano le rosse. Qui lo skipass costa ben 56 euro, ma tra alta e bassa stagione il risparmio può essere notevole, con variazioni di prezzo da 29 a 87 euro.

MA QUALI SONO I CRITERI DELL’INDAGINE?

I criteri sono ovviamente decisivi nel definire i risultati dell’indagine. E su questo l’azienda tedesca è trasparente nel dire come ha preso i dati dal proprio database. I dati, infatti, sono stati raccolti nel mese di ottobre comparando i valori degli alloggi in circa 250 comprensori sciistici di tutta europa con più di 50 chilometri di piste. Per calcolare il costo dello skipass e dell’alloggio in bassa e in alta stagione sono state considerate due domeniche a fine dicembre (29.12.2019) e a fine marzo (22.03.2020). I prezzi dello skipass si riferiscono invece al periodo 2019/2020 e sono stati estrapolati online dai siti ufficiali degli impianti sciistici o da siti di settore.
 

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