Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Tendenze - page 59

Uno su sette aspetta la Befana: spesa prevista 100 milioni di euro

in Economia/Tendenze/Turismo by

Tra chi aspetta la tradizionale calza con regali e carbone o partecipa a manifestazioni tipiche, la festa dell’Epifania coinvolge quest’anno circa un milanese su sette (14,1%) per una spesa di oltre 100 milioni di euro, tra allestimenti, regali e festeggiamenti. Il 15% dei lombardi approfitterà invece della giornata di festa per disfare l’albero e gli addobbi natalizi mentre il 17,4% sarà invece in viaggio, tra chi è ancora in vacanza, approfitta della giornata per fare una gita o è sulla via del rientro a casa. E se un lombardo su due (50,3%) non farà nulla di particolare, circa uno su cinquanta (2,8%) ne approfitterà per iniziare a rimettersi in forma fisicamente dopo gli eccessi delle feste con dieta o sport.

Emerge da un’indagine della Camera di commercio di Milano su circa 800 lombardi a dicembre 2016. Lombardia: 18 mila le imprese di dolci, alimentari e giocattoli, più legate alle feste. Tra i principali settori alimentari, dolci e giocattoli, che contano 18 mila imprese in Lombardia, un decimo del totale italiano. Prime per imprese Milano con circa 6 mila, Brescia con 3 mila, Bergamo con 2 mila, Varese, Pavia e Monza con oltre mille. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro imprese al 2015.

Inflazione, continua la ripresa. Su i prezzi di trasporti, spettacoli, casa e alimentari

in Economia/Tendenze/Trasporti by

Per il secondo mese consecutivo inflazione in ripresa a Brescia. Il tasso tendenziale registra infatti una variazione pari a +0,5 (il livello più elevato registrato da novembre 2014), mentre il tasso congiunturale (variazione sul mese precedente), registra un +0,6% (il livello più elevato da agosto 2012). Si conferma quindi una tendenza, anche se ancora da verificare nei prossimi mesi, dato l’effetto inflattivo di alcuni fattori stagionali, alla ripresa dell’inflazione.

L’analisi per tipologia di beni e servizi evidenzia come siano i prodotti a bassa frequenza di acquisto quelli ancora interessati dalla deflazione, mentre la ripresa dei prezzi della componente energetica spinge le tendenza inflazionistiche dei beni a media e alta frequenza di acquisto. Il tasso tendenziale senza la componente energetica è pari a +0,7%.

Le divisioni con andamento inflativo sono “Ricreazione, spettacolo, cultura” (+1,5%, per fattori prevalentemente stagionali), “Trasporti” (+1,4%, soprattutto per fattori stagionali), “Abitazione, acqua, energia elettrica e combustibili” (+0,9%), “Prodotti alimentari” (+0,7%), “Comunicazioni” (+0,6%, a causa delle modifiche dei piani tariffari da parte dei principali operatori del settore), “Abbigliamento e calzature” (+0,2%) e “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+0,1%).

Le divisioni in diminuzione sono: “Altri beni e servizi” (-0,2%), “Bevande alcoliche e tabacchi” (-0,1%), “Mobili, articoli e servizi per la casa” (-0,1%) e “Servizi sanitari” (-0,1%).Variazione nulla per la divisione “Istruzione”.

SCARICA IL COMUNICATO CON I DATI SULL’INFLAZIONE A BRESCIA

Blitz della Finanza in discoteca: irregolari 74 lavoratori su 75. La difesa: solo un vizio di forma

in Economia/Guardia di Finanza/Partner/Tendenze by

Quaranta lavoratori in nero e 34 irregolari. Sarebbe questo il risultato di un blitz della Guardia di Finanza alla discoteca Sesto Senso di Desenzano avvenuto il sabato sera di apertura della stagione invernale. Secondo le Fiamme Gialle addetti alla sicurezza, al guardaroba e al bar non era in regola e un solo lavoratore – assunto a tempo indeterminato – faceva eccezione. I militari di Desenzano, dunque, hanno erogato multe al titolare per 85mila euro (1.500 per ogni lavoratore in nero, 800 per ogni irregolare).

In serata è arrivata comunque la replica della discoteca, che riportiamo in forma integrale.

“Per quanto sia, a volte, complicato destreggiarsi nel dedalo di norme che governano il mercato del lavoro – si legge – il Sesto Senso ha sempre operato nel pieno rispetto della legalità, retribuendo in maniera regolare tutti i suoi collaboratori. Rispettiamo in maniera incondizionata il lavoro della Guardia di Finanza ma, interpellati i nostri legali, abbiamo fondate ragioni di ritenere che – fornite tutte le spiegazioni del caso – la vicenda risulterà, al termine dei vari procedimenti, fortemente ridimensionata. Tutti i dipendenti del locale erano – e sono a tutt’oggi – regolarmente retribuiti e la cosiddetta “mancanza di attivazione preventiva dei voucher” è soltanto un banale vizio di forma ascrivibile alla natura prettamente notturna della nostra attività che si snoda notoriamente “a cavallo” di due giorni lavorativi. Da qui l’equivoco che non può, in alcun modo, prefigurare i presupposti di un’azione dolosa. E su questo, i nostri uffici legali hanno già provveduto ad inoltrare formale ricorso. Se il nostro modus operandi non è stato del tutto conforme alle norme sul lavoro ce ne assumeremo la responsabilità nelle sedi opportune e pagheremo all’erario ciò che è dovuto, ma respingiamo con forza l’immagine, del tutto fuorviante e inappropriata, di un’attività professionale fondata sul “sommerso”. Il nostro lavoro continua ovviamente in maniera regolare, così come il calendario dei nostri eventi. Il Sesto Senso ha sempre operato in simbiosi con il territorio che ci ospita, contribuendo – crediamo – in maniera importante ad innalzare il livello dell’offerta dell’entertainment. Non sarà questo piccolo “incidente di percorso” a modificare i nostri progetti imprenditoriali che restano, con piena convinzione, incentrati su questa area”.

Brescia, sette famiglie su dieci chiudono il 2016 in pareggio

in Economia/Tendenze by

Chiudono il 2016 con il bilancio in pareggio 2 famiglie lombarde su 3 (sono il 66% contro il 57% del 2015) e il 22% è riuscito a risparmiare. Per far quadrare i conti, l’8% ha attinto dai propri risparmi, il 4% si è dovuto indebitare. Sul futuro le famiglie lombarde sono ottimiste: oltre l’80% prevede il proprio bilancio del prossimo anno in miglioramento o comunque stabile. Sono alcuni dei dati che emergono dalla indagine “Famiglie e fiducia. Monza e Brianza, Lombardia”, realizzata dalla Camera di commercio di Monza e Brianza in collaborazione con DigiCamere nel mese di novembre 2016.

Il bilancio nelle province lombarde. Sono le famiglie di Monza Brianza e Bergamo a considerarsi, nel complesso, le più soddisfatte dell’anno che sta per chiudersi: rispettivamente il 77% e il 72% crede che la situazione economica della propria famiglia sia invariata o migliorata nel 2016 (contro il 71% della media lombarda). Sulle percezioni del nuovo anno, sono i bergamaschi i più ottimisti: 9 famiglie su 10 circa credono che la situazione economica della propria famiglia resterà invariata o ci sarà qualche miglioramento. Sperano in una svolta positiva per il 2017 anche le famiglie di Varese (83%). I più “abili” a chiudere il bilancio in pareggio sono i milanesi (72%) e i bresciani (69%), mentre i bergamaschi sono i più morigerati: il 28% delle famiglie è riuscita a risparmiare contro la media lombarda del 22%. Emerge dalla indagine “Famiglie e fiducia. Monza e Brianza, Lombardia”, realizzata dalla Camera di commercio di Monza e Brianza in collaborazione con DigiCamere nel mese di novembre 2016.

Il bilancio per professione Guardando alle professioni, i lavoratori autonomi e i dipendenti sono i più “soddisfatti” della condizione economica della famiglia nell’ultimo anno: per circa 8 su 10 la situazione è migliorata o invariata. Sulle aspettative per il 2017 sono gli imprenditori i più fiduciosi: per 9 su 10 ci saranno miglioramenti o stabilità. Pensionati e casalinghe sono i più bravi a chiudere il bilancio in pareggio, rispettivamente il 75% e il 71%, e sono anche quelli che fanno meno debiti (1% e 3%). Emerge dalla indagine “Famiglie e fiducia. Monza e Brianza, Lombardia”, realizzata dalla Camera di commercio di Monza e Brianza in collaborazione con DigiCamere nel mese di novembre 2016.

I dati della Camera di commercio di Monza e Brianza (per vedere il file esteso salvare l'immagine con il tasto destro del mouse).
I dati della Camera di commercio di Monza e Brianza (per vedere il file esteso salvare l’immagine con il tasto destro del mouse).

Capodanno, spesa da oltre mezzo miliardo per i lombardi

in Economia/Tendenze/Turismo by

Oltre mezzo miliardo di euro: è questa la spesa dei lombardi per il Capodanno 2016, tra festeggiamenti, regali, pranzi, vestiti, accessori e addobbi. Ma come festeggeranno i lombardi l’arrivo del 2017? In un caso su tre (35%) impegnati in una festa organizzata a casa propria o di amici e circa uno su venti visitando un’altra città. Il 6% accoglierà il nuovo anno sulla neve contro il 2% che brinderà al 2017 in una località calda o passerà la serata a teatro o al cinema. Festa in piazza per un lombardo su cento ma il 15% passerà una serata tranquilla a casa e l’1,8% andrà a letto prima di mezzanotte. E tra chi parte prima, durante o dopo Capodanno, sarà in vacanza in questi giorni oltre un lombardo su cinque. Emerge da un’indagine condotta dalla Camera di commercio di Milano in queste settimane su circa 800 lombardi.

Lombardia: 16 mila le imprese attive come ristoranti, discoteche e night club ,più legate al Capodanno.* Un settimo del totale italiano. Sono oltre 15 mila ristoranti e 400 sale da ballo e discoteche. Prime per imprese Milano con circa 5.800, Brescia con 2.352, Bergamo con 1.566, Varese con 1.227, Como e Pavia con circa mille. Tra 2015 e 2016 il settore cresce del 3,7% con punte del 6,6% a Milano e 5,7% a Como. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro imprese al terzo trimestre 2016.

Dati Aib: nel terzo trimestre export bresciano in calo dell’1,5 per cento

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Export/Partner/Tendenze by

Nel terzo trimestre del 2016, rispetto ai tre mesi precedenti, le vendite bresciane di beni sui mercati esteri risultano in calo del 9,1%; gli acquisti dall’estero sono in diminuzione del 16,6%. Il calo degli scambi con l’estero ha risentito degli effetti stagionali legati alla chiusura delle aziende nel mese di agosto.

Su base tendenziale, nel terzo trimestre le esportazioni calano dello 0,6% e le importazioni del 6,3%. In valore assoluto, ammontano, rispettivamente, a 3.497 e a 1.794 milioni di euro.

Rispetto ai primi nove mesi del 2015, la tendenza negativa delle esportazioni bresciane (-1,5%) è in contrasto con quelle leggermente positive rilevate in Lombardia (+0,4%) e in Italia (+0,4%); la dinamica negativa delle importazioni (-2,0%) è superiore al dato regionale (-1,9%) e inferiore a quello nazionale (-2,7%). La performance delle esportazioni bresciane nei primi nove mesi dell’anno, pari a 10.825 milioni di euro, è la migliore della serie storica dal 2008 (10.991 milioni), se si esclude il dato record dei primi nove mesi del 2015.

Tra i settori, l’aumento più significativo delle esportazioni nei primi nove mesi, su base tendenziale, riguarda: articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+19,9%), prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (+13,4%), sostanze e prodotti chimici (+11,3%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+10,7%), articoli in gomma e materie plastiche (+6,8%).

La contrazione delle vendite all’estero dei prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti (-7,2%), dei metalli di base e prodotti in metallo (-6,0%), del legno e prodotti in legno, carta e stampa (-3,4%), di macchinari ed apparecchi (-2,8%) contribuisce al ridimensionamento dell’export bresciano.

Tra i mercati di sbocco, i più dinamici sono: Cina (+9,9%) e Paesi Bassi (+9,3%). In aumento le vendite anche verso: Spagna (+2,2%), Belgio (+1,2%) e Germania (+0,7%). Calano invece sensibilmente le esportazioni verso il Brasile (-50,6%), ancora in recessione, e in maniera più contenuta verso Algeria (-27,3%), India (-23,3%), Turchia (-15,0%), Regno Unito (-9,4%). A livello geografico, in termini di quote, aumenta l’importanza delle aree: UE a 28 (65,3%), Asia (11,1%) e Oceania (0,7%). Risultano, invece, in contrazione le aree: Africa (5,2%) e America centro-meridionale (2,5%).

Per quanto riguarda le importazioni, sono in espansione gli acquisti nei settori: mezzi di trasporto (+21,8%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+17,1%), apparecchi elettrici (+7,9%), articoli in gomma e materie plastiche (+6,4%), prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (+5,3%).

Le importazioni di prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti (-17,8%), coke e prodotti petroliferi raffinati (-12,6%), metalli di base e prodotti in metallo (-9,4%), articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (-2,4%) sono in diminuzione.

Gli acquisti di prodotti hanno coinvolto i mercati di: Regno Unito (+4,4%), Spagna (+3,1%) e Turchia (+1,2%). Sono invece diminuite le importazioni da: Russia (-23,2%), India (-22,1%), Algeria (-16,0%), Belgio (-13,1%) e Stati Uniti (-12,2%). In termini di quote, risultano penalizzate le aree dell’UE a 28 (68,8%), dei Paesi europei non UE (7,8%), dell’America centro-meridionale (2,9%) e dell’America settentrionale (1,4%), a favore dell’Asia (14,8%) e dell’Africa (4,3%).

IIl saldo commerciale è positivo (+4.865 milioni di euro), ma in diminuzione dello 0,8% rispetto a quello dei primi nove mesi del 2015 (+4.903 milioni di euro).

SCARICA I FILE EXCEL CON I DATI: paesi1609  impexp1609

Brescia, l’export dei dolci vale 44 milioni di euro all’anno

in Alimentare/Economia/Export/Tendenze by

5.100 le imprese attive nel settore dolciario in Lombardia, danno lavoro a oltre 23mila addetti su 159 mila in Italia. Il dato bresciano è iinvece di 695 imprese per un totale di 2938 persone impiegate e interscambi con l’estero per circa 50,1 milioni, di cui 44 di export. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro imprese al terzo trimestre 2016.

Settore dolciario: le imprese coinvolte. Pasticcerie e panetterie: sono oltre 41 mila le imprese in Italia coinvolte nella produzione e nel commercio di prodotti di pasticceria e panetteria, di cui 5.100 in Lombardia. Milano, terzo posto in Italia con 1.806 imprese, dopo Napoli (2.396) e Roma (1.863), seguita nella classifica regionale da Brescia (695) e Bergamo (573).

Gli addetti. In Lombardia sono oltre 23.000 gli addetti coinvolti nel settore e 159 mila in Italia. Milano è prima in Italia con 8.571 addetti, seguita da Roma (6.860) e Napoli (5.925). In Lombardia è seguita da Brescia (2.938), Bergamo (2.446) e Varese (2.102).

I dolci lombardi all’estero valgono 600 milioni all’anno, primi Europa e USA. L’import-export lombardo di prodotti da forno e dolci è di 458 milioni di euro nei primi sei mesi del 2016 su 2,1 miliardi di interscambio nazionale, il 21,5%, +1,9% in un anno. Solo l’export vale 600 milioni all’anno. Supera i 200 milioni di euro l’import-export milanese nel semestre, di cui 137 milioni solo di export che si dirige soprattutto verso l’Unione Europea (108 milioni), America del Nord e Estremo Oriente. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat al primo semestre 2016 e 2015.

Panettone a Milano da 60 milioni. Cresce il business: 2,5 milioni in più. Il 15/12 la “Giornata del panettone”: assaggi gratis in 80 pasticcerie milanesi. Cresce il business del panettone, 2,5 milioni in più rispetto allo scorso anno, +5%. Affari per 60 milioni legati al dolce tipico milanese, che vale circa un quarto delle vendite in pasticceria di questo periodo. Emerge da un’indagine della Camera di commercio di Milano su oltre trenta pasticcerie milanesi contattate in questi giorni. Il cliente torna e ne acquista uno ogni dieci giorni. Per 9 su 10 va il liscio con uvetta e canditi. Per i pasticceri è il simbolo principale e naturale di Milano (55% moltissimo, 42% molto). Per il 61% supera la dieta mediterranea (32%) come simbolo del nostro territorio per gli stranieri.  Stranieri che crescono tra la clientela, un cliente su venti, il 5%. Il 32% è favorevole a un panettone in versione estiva per avere un dolce tipico tutto l’anno.

15 dicembre, “Giornata del Panettone: assaggi gratis in 80 pasticcerie”. I pasticceri aderenti esporranno in vetrina la vetrofania per invitare i clienti alla prova del panettone artigianale. La possibilità di assaggio si vede dalla vetrina.

 

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Opportunità di lavoro: Natale è un’occasione per 1.300 bresciani

in Economia/Lavoro/Tendenze/Turismo by

Sono circa 1.700 le opportunità di lavoro nel periodo di Natale a Milano. Oltre un quinto di tutte le richieste di lavoratori stagionali da parte delle imprese milanesi riguarda infatti l’ultimo trimestre dell’anno. Sono soprattutto i servizi di alloggio e ristorazione, tra cuochi, camerieri e addetti all’accoglienza e il commercio, soprattutto commessi, a richiedere personale extra in questo periodo. I due settori coprono oltre il 60% di tutte le richieste pari a circa mille posti di lavoro. Vengono quindi i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (tra il 15 e il 20%). Circa un lavoro su dieci è poi nei servizi alla persona. In circa due casi su tre si cerca personale con esperienza precedente mentre per quasi la metà dei posti il lavoro è offerto a un giovane sotto i 29 anni di età.

Emerge da una stima ed elaborazione della Camera di Commercio di Milano sui dati Excelsior – sistema informativo permanente sull’occupazione e la formazione realizzato dalle Camere di Commercio, con il coordinamento di Unioncamere nazionale e il sostegno del Ministero del Lavoro e dell’Unione Europea – e relativi alle previsioni di assunzioni delle imprese di Milano e provincia per gli anni 2016 e 2015.

I lavori di Natale in Lombardia. Sono circa 6 mila i lavori stagionali offerti dalle imprese in Lombardia negli ultimi tre mesi dell’anno per far fronte alle esigenze del periodo che prepara al Natale. Milano è prima con circa 1.700 stagionali stimati, seguita da Brescia con 1.300. Viene poi Sondrio con 900. Sondrio è anche il territorio che, insieme a Varese, impiega in proporzione più stagionali nel periodo delle feste (oltre il 39% di tutte le assunzioni di stagionali previste nell’anno). Bergamo è quarta con 800 opportunità di lavoro. Sono il commercio, l’alloggio e la ristorazione a richiedere il maggior numero di forza lavoro extra, circa 3 posti di lavoro su 4, con punte di quasi il 90% a Sondrio e Lecco. Quasi un posto un venti è nella logistica e nei trasporti.

Nuova Zelanda, mercato in crescita per la Leonessa (DATI)

in Economia/Export/Tendenze by

In crescita i rapporti economici tra Lombardia e Nuova Zelanda, +17% in un anno. Si tratta di 87 milioni di scambi, di cui 37 con Milano e 19 con Bergamo. Prevale l’export (60 milioni) rispetto all’import (28). Si importano prodotti chimici, alimentari e tessili. Si esportano soprattutto macchinari (42%), ma anche chimica, gomma e tessili. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat al secondo trimestre 2016 e 2015.

Per la provincia di Brescia l’export, nel secondo trimestre 2016, vale 9 milioni 799mila euro contro i 5 milioni 607 dell’anno precedente. La crescita degli interscambi è stata del 68 per cento in un anno: tutto export, perché l’import al 2016 era di soli 191mila euro (in calo del 40 per cento).

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Disoccupazione giovanile, report Api: Brescia tra le peggiori del Nord Italia

in Api/Associazioni di categoria/Economia/Evidenza/Lavoro/Tendenze by

In provincia di Brescia più di un giovane su tre, di età compresa tra 15 e 24 anni, è disoccupato: nel 2008 lo era poco più di uno su venti. Il dato, più che preoccupante, viene sottolineato nell’indagine su «Disoccupazione giovanile e mismatch» realizzata dal Centro Studi e dall’Ufficio Risorse Umane di Apindustria. Obiettivo dello studio, oltre a mettere a confronto i dati bresciani sulla disoccupazione giovanile nella fascia 15-24 anni con quelli delle altre provincie italiane e con i dati europei, cercare anche di capire (attraverso 200 interviste a giovani che hanno rifiutato la posizione lavorativa per la quale erano stati selezionati) le difficoltà che esistono nell’incrocio tra domanda e offerta di lavoro.

«Il trend degli ultimi anni ha segnato un peggioramento molto evidente – si legge nel report del Centro Studi Apindustria -, portando la nostra provincia, a vocazione prettamente metalmeccanica, al 50esimo posto nella lista delle province italiane classificate per tasso di disoccupazione giovanile nel 2015». Lo scorso anno, in provincia di Brescia, il tasso di disoccupazione giovanile nella fascia 15-24 anni risulta essere infatti del 35,9%, in continuo peggioramento rispetto agli anni precedenti (6,2% nel 2008, 21,5% nel 2011, 28,2% nel 2014). Ben lontana da province quali Bolzano (11,9%), Verbano-Ossola (15,8%) o Cuneo (17,1%), peggio della media lombarda (32,3%) e del Nord Italia (30,6%), appena meglio addirittura rispetto alla media nazionale (40,3%). «Stupisce negativamente il dato del 2015 – sottolinea il rapporto -: il Nord e in generale l’Italia registrano un miglioramento rispetto all’anno precedente, con una riduzione del tasso di disoccupazione per i giovani 15-24. In Lombardia peggiora di un paio di punti, mentre a Brescia di ben 7,7 punti percentuali». Meglio la disoccupazione in fascia 15-29, in cui il tasso si staglia al 22,7% nel 2015 (l’anno prima era il 17,5%).

Se questo è il dato negativo, è pur vero che anche negli ultimi anni le imprese, seppure in misura minore rispetto al passato, hanno continuato a cercare nuove figure professionali. Un dato, questo, confermato anche dal report quando evidenzia «una variazione crescente positiva nella domanda di personale da parte delle imprese» nell’ultimo triennio. Dall’analisi incrociata con l’Ufficio Risorse Umane di Apindustria è però emersa in modo abbastanza evidente anche una difficoltà a far incrociare domanda e offerta di lavoro. In particolare, basandosi su 200 interviste ad altrettanti giovani che hanno rifiutato la posizione lavorativa per la quale erano stati selezionati, è emerso che tra le cause principali di questo mancato incontro vi sono la distanza casa-lavoro, le aspettative economiche non soddisfacenti e la mancanza di competenze richieste.

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