Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Tendenze - page 24

Take away, nel Bresciano sono un business per oltre 800 imprese

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Economia/Tendenze by

Cibo d’asporto e pasti pronti, nel 2019 sono 5.852 le imprese attive in regione nel settore su 37.966 nel Paese e crescono in un anno di circa + 1% secondo i dati elaborati dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su fonte registro imprese al 2019 e 2018. Un settore che in Lombardia impiega 19 mila addetti su 112 mila in Italia, con una crescita rispettivamente del 7% e del 3%.

Take away e cibi pronti in Lombardia. Si tratta soprattutto di imprese specializzate nella somministrazione con asporto, 5.622 attività, ma ci sono anche oltre duecento imprese tra produzione di pasti, sughi e estratti pronti. Milano è prima con 1.922 imprese attive, +2%, di cui 916 in città con 5 mila addetti, +3% in un anno, di cui 3 mila in città, +4%. Seguono Brescia (804), Bergamo (687), Monza Brianza (502) e Varese (465). In un anno sono Lodi con 116 imprese, +8% e Cremona con 219, +5%, a crescere di più.

Take away e cibi pronti in Italia. 37.966 imprese, +1% in un anno, circa 112 mila addetti rispetto ai 109 mila dello scorso anno, +3%, sono i numeri del settore in Italia. Roma (3 mila imprese, +1%), Napoli (1.977, +0,4%) e Milano (1.922, +2%) sono i territori che concentrano il maggior numero di attività seguite da Torino (1.534), Bologna (839), Catania (836), Bari (809), Brescia (804). Lodi (116 imprese, +8%), L’Aquila (169 imprese, +7%), Genova (768, +7%), Prato (134, +6%) i territori che crescono di più.

Business da 1,3 miliardi in Lombardia su 5,5 miliardi in Italia per piatti pronti e take away. Tra le regioni prima l’Emilia Romagna con 1,5 miliardi, seconda la Lombardia e terzo il Lazio con 840 milioni. Tra i territori, prima in Italia è Roma con 784 milioni, seguita da Ravenna con 578 milioni, Milano con 332 milioni, Monza con 300 milioni, Parma con 291 milioni, Modena con 239 milioni, Napoli con 195 milioni, Brescia con 182 milioni, Rimini con 147 milioni, Bergamo con 134 milioni, Mantova con 125 milioni, Pavia con 118 milioni.

Brescia-Qatar: intescambi cresciuti del 126 per cento nel 2018

in Economia/Tendenze by
Qatar, foto da Pixabay

Col Qatar  scambi da 1,4 miliardi per l’Italia nei primi sei mesi del 2019, +23% in un anno, secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia, l’agenzia per l’internazionalizzazione del sistema camerale italiano. Di questi, 666 milioni per il Veneto (+5% in un anno), 279 milioni per l’Emilia Romagna (+303%), 230 milioni per la Lombardia (+14%). Si tratta di 698 milioni di export e 696 milioni di import a livello nazionale, di cui 194 milioni di export lombardi. Ieri incontro di Alessandro Gelli, direttore di Promos Italia col Ministro del commercio e dell’industria del Qatar Ali Bin Ahmed Al Kuwari  in occasione dell’l’Italian Arab Business Forum di ieri in Assolombarda organizzato da JIACC e Promos Italia.

“Nei primi 6 mesi del 2019 l’export italiano verso il Qatar ha raggiunto i 698 milioni di euro, facendo registrare una crescita del 38,1% rispetto al primo semestre 2018 – ha dichiarato Giovanni Da Pozzo, Presidente di Promos Italia, l’agenzia per l’internazionalizzazione del sistema camerale italiano -. Un dato estremamente significativo che riteniamo continuerà a crescere nei prossimi anni, grazie anche alla World Cup del 2022, un’ulteriore opportunità di crescita per il Paese e per le relazioni economiche e imprenditoriali con l’Italia”.

Milano ha un business col Qatar di 107 milioni, in crescita del 30% in un anno, importa per 11 milioni (+8%) ed esporta per 96 milioni (+33%). Maè Brescia uno dei territori in cui si è registrata la crescita maggiore: gli interscambi, infatti, ammontano a 29,9 milioni, contro i 13,2 dell’anno precedente, con una crescita del 126% sul 2018.

Nei settori prevale il manifatturiero con 693 milioni per l’ export in sei mesi (+39% in un anno), e per l’import il settore petrolifero con 617 milioni di import in sei mesi (+7% in un anno).

Si esportano metalli con 256 milioni in sei mesi, + 431% in un anno, macchinari per 117 milioni (+28%), moda e abbigliamento con 62 milioni (+9%). Nel manifatturiero si importano chimica per 50 milioni in sei mesi, + 8% in un anno, prodotti petroliferi raffinati per 18 milioni.

Libri, il settore a Brescia dà lavoro a 908 imprese e 3mila persone

in Cultura/Economia/Tendenze by

Libri e editoria, dalla stampa alle librerie un business per 61 mila imprese in Italia e 194 mila addetti, con 27 miliardi di fatturato annuale, secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi al secondo trimestre 2019. Da produzione e commercio di libri alle agenzie di stampa fino a programmazione e trasmissione televisiva. In Lombardia coinvolte 11 mila imprese, con 50 mila addetti e 12 miliardi di fatturato. Un settore femminile, in cui le donne pesano il 31% tra le imprese in Italia, il 27% in Lombardia. I giovani sono il 7% nel Paese e il 5% in regione. Gli stranieri sono il 3%.

Più forniti tra i territori italiani, Roma e Milano. Prima Roma con 6 mila imprese circa. Ha 37 mila addetti, che crescono del +2,3% in cinque anni. Segue  Milano con oltre 5 mila imprese e 32 mila addetti, questi ultimi restano stabili. Poi c’è Napoli con 3 mila imprese e quasi 5 mila addetti, Torino con 2 mila imprese e 7 mila addetti, Bari, Firenze, Salerno, Bologna, con 5 mila addetti, Catania, Palermo, Genova con oltre mille imprese.  Tra le prime per addetti anche Bergamo, Padova e Verona con circa 5 mila. Nel settore crescono le librerie, +2% in Italia e +9% a  Milano. Emerge da una elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi sui dati del registro imprese al secondo trimestre 2019 e 2018. Per business, dopo la Lombardia con 12 miliardi, c’è il Lazio con 7 miliardi, Emilia Romagna, Veneto con circa due miliardi. Per territorio, affari più consistenti per Milano, con 11 miliardi, Roma con 7 miliardi, Torino con oltre 700 milioni, Bologna, Verona e Bergamo con oltre 500 milioni.

I settori legati all’editoria in Lombardia. Un business da 12 miliardi in Lombardia dove sono attive 11 mila imprese con 50 mila addetti secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su fonte Registro Imprese al secondo trimestre 2019. I settori più coinvolti sono le librerie, (circa 5 mila imprese su 32 mila nel Paese), stampa (3 mila imprese su 17 mila), editoria (oltre 2 mila su 10 mila).

Quasi la metà delle imprese lombarde è concentrata nell’area di Milano, Monza Brianza e Lodi. Prima è Milano con circa 5 mila imprese e 32 mila addetti, stabili in cinque anni. Poi c’è Brescia con 908 imprese e 3 mila addetti, Bergamo con 839 imprese e 5 mila addetti, Varese e Monza con oltre 700 imprese e 2 mila addetti ciascuna, Como e Pavia con circa 500 imprese l’una, a Como con circa 1.600 addetti. A Lodi sono 169 le imprese con quasi 500 addetti.

Credito e finanza: in provincia Brescia 5mila assunzioni nel 2018

in Economia/Finanza/Lavoro/Tendenze by
Manager, foto generica

Imprese del credito e della finanza: se consideriamo il settore amministrativo allargato all’area legale e al controllo di gestione, le entrate lavorative annuali a Milano sono state di quasi 30 mila nell’anno 2018, il 7% di tutte le entrate milanesi, 394 mila,:_quasi una su dieci. Lo stesso dato in Lombardia è stato del 5,5%, con 50 mila entrate su 918 mila e in Italia del 4,5%, con 207 mila entrate su 4,6 milioni, circa una su venti.

A Milano i dirigenti entrati nel 2018 nell’area amministrativa sono stati il 53% rispetto alla prevalenza di impiegati in Italia col 58% e in Lombardia con 54%. Seconda per entrate nella finanza Brescia con 5 mila, terza Bergamo con quasi 4 mila. Seguono con 3 mila Varese e Monza Brianza, con 2 mila Como. Alto a Lecco il peso su tutte le entrate, 1.470 su 26 mila, il 6% circa, poco meno di Milano, quasi una su dieci.

Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati 2018 del Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con ANPAL.

All’interno del comparto finanziario e gestionale, se si guarda al settore della finanza, credito e assicurazioni, con circa 10 mila entrate previste in un anno, Milano rappresenta il 77% del totale lombardo che è di oltre 13 mila, un quarto circa di quello italiano che raggiunge quota 43 mila. Più alta a Milano anche la percentuale di giovani fino a 29 anni, il 38,3% delle entrate previste rispetto a una media italiana del 34%.

Tra le regioni con maggiori entrate nel settore, oltre alla Lombardia prima con il 31,2% del totale nazionale, ci sono il Lazio (15,4%) e l’Emilia-Romagna (10,3%). Il 24% dei nuovi posti di lavoro è in preferenza dedicato a figure femminili. Le competenze maggiormente richieste per i nuovi assunti? Un’alta capacità di risoluzione dei problemi nel 72% dei casi e molta flessibilità e adattamento (85%). Richieste anche buone competenze digitali (84%) e capacità di applicare tecnologie 4.0 (46%).

Costruzioni, a Brescia le imprese del settore sono 16mila

in Economia/Edilizia/Tendenze by

Costruzioni in Lombardia,  secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, sono 132 mila le imprese su un totale italiano di 737 mila. 273 mila gli addetti, che raggiungono quota un milione e 374 mila in Italia. Il business regionale è di 32 miliardi su 112 miliardi in Italia, di cui 19 miliardi a  Milano. 93 mila imprese in regione sono nei lavori specializzati, settore in cui la Lombardia arriva a pesare un quinto di tutta Italia che ne ha 481 mila e 38 mila nella costruzione di edifici.

A Milano migliora il settore, +0,8% in un anno le imprese e +3% gli addetti, concentra 41 mila imprese e 99 mila addetti. A Monza ci sono 12 mila imprese, stabili e 19 mila addetti. A Lodi quasi 3 mila imprese e 5 mila addetti, stabili.

In Lombardia, seguono Bergamo con 18 mila imprese e Brescia con 16 mila. Circa 12 mila le imprese a Monza e 11 mila a Varese, intorno alle 7 mila a Como e Pavia. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi sui dati del registro delle imprese 2019 e 2018.

Imprese di donne, giovani e stranieri. Sono quasi 7 mila le imprese del settore guidate da una donna. A Milano oltre 2 mila imprenditrici. A quota 11 mila i giovani, a Milano oltre 3 mila. Gli stranieri pesano un quinto con 29 mila imprese e a Milano sono 12 mila, quasi uno su tre sull’edilizia del territorio.

Intelligenza artificiale e robotica, a Brescia oltre 2mila imprese

in Economia/Tendenze by

Intelligenza artificiale e robotica. Un business per 104 mila imprese in Italia e 429 mila addetti, con 60 miliardi di fatturato annuale, secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi al secondo trimestre 2019. Da produzione di software, alla consulenza informatica, dalla creazione di robot industriali  alla vendita di computer. In Lombardia coinvolte 23 mila imprese, con 146 mila addetti e 30 miliardi di fatturato. Più forniti tra i territori italiani, Milano con 12 mila imprese circa e 110 mila addetti, Roma con 11 mila imprese e 63 mila addetti, Napoli con 5 mila imprese e 13 mila addetti, Torino con 5 mila imprese e 25 mila addetti, Brescia con oltre 2 mila imprese e 8 mila addetti. Emerge da una elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi sui dati del registro imprese al secondo trimestre 2019 e 2018. Per business, dopo la Lombardia con 30 miliardi, ci sono Lazio con 8 miliardi, Emilia Romagna con 4, Veneto, Piemonte e Toscana con 3 miliardi circa. Per territorio, affari più consistenti per Milano, con 23 miliardi, Roma con 8 miliardi, Torino con 3 miliardi, Firenze e Bologna con 2 miliardi.

Un settore in crescita a Milano, in Lombardia e in Italia. Crescono le imprese, 104 mila in Italia, +1,6% in un anno e +10% in cinque anni. Bene anche gli addetti nazionali, 429 mila, +3,5% in un anno, +17% in cinque anni. In Lombardia le 23 mila imprese sono aumentate in un anno, +2% e in cinque anni, + 12%. Anche i 146 mila addetti regionali sono cresciuti, +6% in un anno e +22% in cinque anni. A Milano le 12 mila imprese crescono di + 2,6% in un anno e + 16,5% in cinque anni e i 110 mila addetti di +7% in un anno e + 22% in cinque.

In Italia. Prima è Milano con circa 12 mila imprese (+16,5% in cinque anni) e 110 mila addetti (+22%), poi Roma con 11 mila imprese (+17%) e 63 mila addetti (+9%), Napoli con 5 mila imprese (+10%) e 13 mila addetti (+44%), Torino con 5 mila imprese (+5%) e 25 mila addetti. Tra le prime con circa 2 mila imprese  Brescia, Padova, Bari, Bologna, Firenze, Monza e Brianza, Bergamo e Salerno.

In Lombardia. Prima è Milano con circa 12 mila imprese (+16,5% in cinque anni) e 110 mila addetti (+22%), poi Brescia con oltre 2 mila imprese (+9%) e 8 mila addetti (+30%), Monza e Brianza con 1.883 imprese (+11%) e 6 mila addetti (+22%), Bergamo con quasi 2 mila imprese (+11%) e quasi 6 mila addetti (+18%).

I settori legati all’intelligenza artificiale. Un business da 30 miliardi in Lombardia, dove sono attive 23 mila imprese con 146 mila addetti secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su fonte Registro Imprese al secondo trimestre 2019. I settori più coinvolti la produzione di software (11 mila  imprese in Lombardia su 46 mila in Italia, di cui 6 mila a Milano) e i servizi informatici (9 mila imprese in regione su 44 mila nazionali, di cui 4 mila a Milano), poi ci sono 2 mila imprese nel commercio in regione su 12 mila in Italia, di cui circa mille a Milano.

Interscambi con la Russia, per la Lombardia valgono 4,3 miliardi di euro

in Economia/Export/Tendenze by

Milano è protagonista nelle relazioni economiche tra Italia e Russia. L’import export con la Russia vale 1.7 miliardi per Milano, 4.3 miliardi per la Lombardia e 21.4 miliardi per l’Italia. Lo dicono i dati elaborati al 2018 dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. Si importa soprattutto gas, un settore in forte crescita e si esportano prodotti manifatturieri. Al primo posto Milano con 1,7 miliardi di scambi nel 2018, seguita da Siracusa con 1,4 miliardi, Pavia con 1,1 miliardi, Roma con 1 miliardo, Messina con 589 milioni, Ancona con 516 milioni, Verona con 461 milioni. Tra le prime anche Bologna, Vicenza, Cagliari, Brescia, Treviso, Udine, Reggio Emilia, Venezia, Varese.

Trend dell’interscambio nei primi sei mesi del 2019. In miglioramento sia l’import (+5,5%) che l’export (+0,4%) italiano con la Russia. Nei primi sei mesi dell’anno l’interscambio ha già raggiunto gli 11 miliardi di euro circa. Crescono in particolare i rapporti con Milano: +42% l’import che è di 429 milioni, +3,1% l’export che supera già il mezzo miliardo di euro. La Lombardia raggiunge invece i 2 miliardi di interscambio, +3,8%, grazie soprattutto alle importazioni (+20,8%), e rappresenta un quinto del totale italiano.

Brescia, gli imprenditori nati fuori dalla Lombardia sono 31mila

in Economia/Partner 2/Tendenze by
Imprenditori

Milano è prima in Italia per attrattività imprenditoriale extra regionale, il 46% di chi fa impresa, considerando tutte le cariche, arriva da fuori Lombardia (256 mila su 554 mila) contro una media regionale del 32,5% (443 mila su 1,4 milioni) e italiana del 25% (1,9 milioni gli imprenditori che lavorano fuori dalla regione o Stato di origine su 7,5 milioni) secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi sui dati del registro delle imprese al secondo trimestre 2019 sulle persone che hanno cariche nelle imprese, sia come titolare ma anche come soci e amministratori, considerando le persone attive.

Dopo Milano, a livello nazionale, vengono con circa il 40% Aosta (7 mila cariche su 18 mila), Novara (16 mila su 40 mila) e Trieste (9 mila su 23 mila), che superano Imperia in classifica rispetto allo scorso anno (12 mila su 30 mila). Sesta si conferma Roma dove il 38% degli imprenditori viene da fuori Lazio, con 194 mila su 507 mila. Supera il 35% la presenza di imprenditori nati fuori regione anche a Prato, Savona, La Spezia, Bologna e Genova.

In Italia il 38% di chi arriva da fuori regione è straniero, multinazionali incluse, il 62% arriva da altre regioni italiane. In Lombardia il peso degli italiani è del 65%, a Milano del 68%. A Prato il 62% è straniero

Lombardia, chi attira più imprenditori da fuori regione. Su quasi 1,4 milioni di persone che ricoprono cariche di impresa in regione nel 2019, 920 mila sono lombardi mentre 443 mila, pari al 32,5%, sono nati fuori regione o all’estero. Un dato in crescita rispetto al 32% dello scorso anno. Tra questi ci sono 33 mila siciliani, oltre 30 mila campani e pugliesi, 28 mila piemontesi e circa 25 mila veneti e calabresi. Tra i territori, dopo Milano, che è prima con 256 mila imprenditori nati fuori regione, circa 6 mila in più in un anno, vengono Brescia con oltre 31 mila, Varese e Monza Brianza con circa 28 mila, Bergamo con 24 mila e Como e Pavia con oltre 18 mila. Per peso degli imprenditori nati fuori regione, dopo Milano che è prima, vengono Pavia (con un peso del 31%), Varese (29%) e Monza Brianza (28%).

A Milano solo circa la metà degli imprenditori (54%, 298 mila imprenditori su 554 mila) viene dalla Lombardia, di cui 223 mila sono proprio di Milano. Le restanti 256 mila cariche sono occupate prevalentemente da pugliesi (oltre 20 mila), siciliani, campani e piemontesi (circa 18 mila per ciascuna regione di nascita). Tra chi arriva da fuori gli stranieri sono 82 mila e gli italiani 174 mila.

A Monza Brianza è lombardo il 72% di chi detiene cariche d’impresa, il 73% a Lodi. Dopo la Lombardia, sono Sicilia e Calabria le regioni da cui provengono più imprenditori in Brianza circa 3 mila. Sui 28 mila imprenditori che arrivano da fuori regione, sono il 34% gli stranieri e il 66% gli italiani da altre regioni. È l’Emilia Romagna la seconda regione di provenienza per il territorio del lodigiano con quasi mille imprenditori. Sui 6 mila imprenditori che arrivano da fuori regione, è pari al 40% il peso degli stranieri, il 60% proviene da altre regioni italiane.

 

Sartorie artigianali, in provincia di Brescia sono 173

in Artigianato/Economia/Tendenze by

Sartorie artigianali: in Lombardia e in Italia. Milano, con 737 imprese e oltre mille addetti nella classifica nazionale è preceduta solo da Roma che ne conta 800 con 1.090 addetti. Rispetto a cinque anni fa cresce del +21,2% e precede Torino (553 attività con 756 addetti), Napoli (353, 566), Verona (184, 251), Bari (175, 357) e Brescia (173, 273). Tra le prime anche altre lombarde: Bergamo con 144 attività, Varese con 121 e Monza Brianza con 118.

Oltre due sartorie artigianali su tre sono a guida femminile. Sia in Lombardia (69,3%) che in Italia (72,5%). E la percentuale di donne arriva all’80% circa a Sondrio, Brescia e Mantova in regione mentre supera il 90% a Pordenone, Chieti e Fermo. La presenza di giovani sia in Lombardia che in Italia si attesta intorno all’11%, con punte del 16% a Brescia e Mantova. A livello nazionale i giovani superano invece il 20% a Crotone, Massa Carrara, Savona, Prato e Pistoia. Forte la presenza di stranieri soprattutto in Lombardia, più della metà del totale, rispetto al 35,5% italiano: Milano arriva al 68%, prima nella classifica nazionale, precede Verbania e Prato (66,7%). Se si guarda solo ai titolari di ditte individuali, la provenienza straniera prevalente sia per la Lombardia che per l’Italia è la Cina (rispettivamente 34,7% del totale ditte e 15,7%), seguita a livello regionale dal Marocco (3,1%) e a livello nazionale dalla Romania (3,7%).

 

Imprese metalmeccaniche: Brescia in controtendenza, ma c’è preoccupazione

in Economia/Tendenze by
  • A livello nazionale si registra un calo della produzione nel settore pari al 3,1% sullo stesso periodo dello scorso anno;
  • La variazione resta positiva a Brescia: +1,0% rispetto al II trimestre 2018;
  • Nei primi otto mesi del 2019 le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) crescono del 42% in confronto al 2018, superando i 3 milioni;
  • Le preoccupazioni sono legate, in particolare, alle recenti difficoltà del mercato tedesco.

 

È stata presentata nella sede di AIB a Brescia – in contemporanea con la conferenza stampa nazionale a Roma – la 151ª Indagine Congiunturale di Federmeccanica, con un approfondimento specifico sulla struttura e la dinamica dell’industria metalmeccanica a Brescia.

All’incontro hanno partecipato Loretta Forelli (Presidente Settore Metallurgia, Siderurgia e Mineraria AIB), Gabriella Pasotti (Presidente Settore Meccanica AIB), Filippo Schittone (Direttore AIB), Davide Fedreghini e Caterina Perugini (Ufficio Studi e Ricerche AIB).

I dati a livello nazionale – relativi al II Trimestre 2019 – evidenziano nel settore un calo della produzione pari al 3,1% sullo stesso periodo dello scorso anno, legato in particolare alle difficoltà del mercato tedesco.

La variazione resta invece positiva a Brescia (+1,0%), dove l’industria metalmeccanica rappresenta il 59% delle 14mila unità locali nelle attività manifatturiere; ancora più alta è la percentuale degli addetti, che arriva al 69% sul totale dei 144mila occupati a Brescia nelle attività manifatturiere (in Lombardia si ferma al 52,8%, in Italia al 47,6%). In provincia la produzione industriale nella metalmeccanica è ancora inferiore del 23% rispetto ai livelli pre-crisi (I trimestre 2018), anche se in rialzo rispetto ai minimi toccati nel II trimestre 2013 (+19%);

“I primi due trimestri del 2019 hanno registrato a Brescia un rallentamento dell’attività produttiva del settore che, pur avendo recuperato i livelli del 2011, è ancora al di sotto rispetto a quanto si produceva prima della crisi del 2009 – commenta Gabriella Pasotti, Presidente del Settore Meccanica di AIB –. Un rallentamento che, a nostro parere, è fortemente legato alla persistente depressione che caratterizza il mercato interno e al più recente indebolimento della congiuntura in Germania. Guardiamo con preoccupazione – è stato sottolineato più volte anche dal Presidente Giuseppe Pasini – alle vicende del mercato tedesco, che è la prima destinazione di sbocco delle merci bresciane”.

A livello generale Brescia si attesta al terzo posto in Italia per export di prodotti metalmeccanici, con un valore di 6,5 miliardi di euro nel periodo tra gennaio e giugno 2019, alle spalle solamente di Milano (9,1 mld) e Torino (7,0 mld). Le esportazioni bresciane di prodotti metalmeccanici verso la Germania, nei primi sei mesi del 2019, valgono invece 1,4 miliardi di euro, cioè una quota pari a oltre un quinto del totale delle esportazioni di prodotti metalmeccanici. Brescia si caratterizza quindi per essere particolarmente dipendente dalla domanda tedesca, se si considera che per l’Italia il mercato di Berlino rappresenta invece il 14% del totale metalmeccanico.

Sul fronte dell’occupazione tornano a crescere le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni (CIG), che segnano un +42% rispetto al 2018, arrivando a toccare – nel periodo tra gennaio e agosto – quota 3,3 milioni di ore (erano 2,3 milioni nello stesso periodo dello scorso anno).

“La metalmeccanica è la spina dorsale dell’economia italiana e dei singoli territori. In Italia ci sono circa 145.000 imprese metalmeccaniche, che occupano oltre un milione e 700.000 lavoratori. Il settore metalmeccanico è il più importante in Italia e si colloca in Europa al secondo posto, dopo la Germania – aggiunge Loretta Forelli, Presidente del Settore Metallurgia, Siderurgia e Mineraria di AIB –. Preservare il settore e stimolare la sua crescita deve essere quindi la priorità per la politica nazionale e locale, ed è indispensabile favorire la creazione di un eco sistema 4.0: le nostre imprese svolgono una funzione decisiva in ambito economico, ma hanno anche un fondamentale ruolo sociale”.

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