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Tendenze - page 22

Business della neve, nel Bresciano fanno affari 626 attività

in Economia/Tendenze/Turismo by

Neve, shopping, relax e buona cucina. Sono 3.079 le imprese della ricettività, commercio e ristorazione attive nei comuni montani della Lombardia dove sono presenti sedi di scuole di sci. Si tratta complessivamente di una quarantina di comuni in tutta la regione, concentrati tra Bergamo, Brescia, Como, Lecco e Sondrio, nei quali il giro d’affari invernale legato anche alle scuole di sci e al turismo in generale fa da traino a numerose attività.

Livigno è in testa, con 598 imprese che rappresentano quasi il 20% delle attività commerciali, di alloggio e ristorazione dei comuni sciistici della Lombardia, e danno  lavoro a 2.827 addetti. Seguono Bormio con 211 attività e 1.126 addetti e Tirano, con 182 imprese e 687 addetti.  con  È quanto emerge da un’elaborazione dell’Ufficio Studi, Statistica e Programmazione della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati Registro Imprese 2019.

Imprese e addetti dei comuni sciistici della Lombardia – Nei comuni montani di Sondrio, prima provincia della Lombardia con 12 comuni sede di scuole di sci (Aprica, Bormio, Chiavenna, Chiesa in Valmalenco, Gerola Alta, Madesimo, Livigno, Teglio, Tirano, Valdidentro, Valdisotto e Valfurva) si contano complessivamente 1.643 attività tra hotel, shopping e tavola, con complessivamente 7.245 addetti; nei comuni montani di Brescia considerati (Artogne, Bagolino, Borno, Collio, Edolo, Pisogne e Ponte di Legno) le attività sono 626 con 1.856 addetti; nei comuni sciistici della provincia di Bergamo (Branzi, Castione della Presolana, Colere, Foppolo, Gromo, Piazzatorre, Schilpario, Selvino, Serina, Valbondione, Valleve, Valtorta) si contano 447 attività con 1.191 addetti; in provincia di Como (Asso e Bellagio) le attività sono 192 con 802 addetti; 171 attività per i comuni di Lecco (Barzio, Bellano, Introbio e Margno), con 449 addetti.

Il comune della bergamasca, con sedi di scuole di sci, che conta più attività commerciali di ristorazione e alloggio è Castione della Presolana (123 imprese), seguito da  Selvino (74 attività). Nel bresciano il primo comune montano legato al business della neve è Ponte di Legno con 115 imprese tra negozi hotel, servizi ricettivi e ristoranti. Seguono, per vivacità commerciale legata al turismo invernale Edolo e Pisogne, entrambi con 114 imprese, e poi Bagolino (104). Nel comasco il primo comune è Bellagio con 82 negozi, 30 attività di alloggio e 49 nella ristorazione. A Lecco sono Bellano e Barzio a contare più imprese del commercio, ricettività e alloggio (rispettivamente 64 e 51 imprese).

Settori “anti-smog”, a Brescia 2mila imprese e 12mila lavoratori

in Ambiente/Economia/Tendenze by

Tra biciclette, pulizia degli edifici e cura del paesaggio ci sono 8 mila imprese a Milano, 18 mila in Lombardia su 81 mila in Italia. Cresce il settore a Milano, +3,5% in un anno e + 19% in cinque, in Lombardia +2,8% e + 18% e in Italia con +1,6% e +12%. Circa una impresa su cinque del settore nel Paese, il 22%, si trova in regione. Sono 81 mila gli addetti milanesi, 140 mila lombardi su un totale nazionale di 549 mila, circa uno su quattro si concentra nella regione. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi sui dati del registro delle imprese al 2019, 2018 e 2014.

Ha dichiarato Massimo Dal Checco, presidente di Innovhub SSI, azienda partecipata della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e consigliere della Camera di commercio: “C’è un boom nei settori che favoriscono una mobilità alternativa e lo sviluppo del verde che possono avere effetti positivi per la riduzione delle concentrazioni di inquinanti in atmosfera. Milano traina a livello nazionale per le imprese coinvolte in questi settori e vede una forte crescita con +19% in cinque anni. La Camera di commercio è impegnata direttamente in questo mercato crescente, con la rilevazione dei prezzi delle colonnine di ricarica elettriche iniziata lo scorso anno. Un’area dell’attività si occupa di ambiente e in particolare si sta orientando con servizi e un bando dedicato alla crescita dell’economia circolare. In particolare Innovhub SSI, la società della Camera di commercio dedicata all’innovazione, è impegnata nella rilevazione delle emissioni dai settori delle fonti fisse e mobili che influenzano la qualità dell’aria in città e nella ricerca sugli effetti dei diversi combustibili sull’inquinamento associato ad entrambi i settori. Nella scelta delle famiglie infatti conta sempre di più l’impatto ambientale e i suoi effetti sulla salute e sulla qualità della vita, sia nella propria casa (es. qualità dell’aria indoor), sia per gli effetti nella dispersione in atmosfera(es. qualità dell’aria outdoor)”.

Per provincia in Lombardia. A Milano ci sono quasi 8 mila imprese (+19% in cinque anni), a Monza, Varese, Brescia quasi duemila (+21%, +10%, +14%), oltre mille a Bergamo e Como (+23% e +29%). A Milano sono circa 81 mila gli addetti, a Monza 15 mila, a Brescia 12 mila, a Bergamo 9 mila, a Varese 5 mila.

Per provincia in Italia. Prima Milano con 8 mila imprese (+19% in cinque anni), seguita da Roma con 6 mila (+13%), Torino con 4 mila (+11%), Napoli con 3 mila (+23%). Con circa 2 mila sono: Bologna (+8%), Firenze (+13%), Monza (+21%), Genova (+6%), Varese (+10%), Brescia (+14%).

L’export manifatturiero bresciano vale 12 miliardi di euro all’anno

in Economia/Export/Tendenze by

Manifatturiero lombardo nel mondo: un business che nei primi nove mesi del 2019 ha raggiunto i 91 miliardi e mezzo di euro di export, stabile rispetto allo scorso anno, rappresenta il 27% del totale italiano che è di 337 miliardi (+2,1%). Tra i principali settori, in crescita il farmaceutico che passa da 4,9 a 6 miliardi in un anno (+26%), la moda da 10 a 10,4 miliardi (+3,5%) e la gioielleria, da 619 a 674 milioni (+8,8%). Germania, Francia ma anche Stati Uniti in forte aumento (+17,6%) sono le maggiori destinazioni delle esportazioni. Tra i primi 20 partner in crescita anche Corea del Sud (+10,3%), Austria (+4%), Paesi Bassi (+2,5%) e India (+2,3%). Ma per sapere dove va l’export lombardo per settore, quali sono i maggiori mercati, quali gli emergenti ecco la mappa: “L’export manifatturiero lombardo nel mondo – Manufacturing, from Lombardy to the world”, realizzata dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e da Promos Italia, la struttura per l’internazionalizzazione del sistema camerale italiano, sui dati Istat a settembre 2019 e 2018.

Macchinari, metalli, moda e chimica i prodotti lombardi più esportati. I macchinari raggiungono quasi i 17 miliardi (19,5% del totale). Seguono i prodotti in metallo (14,5 miliardi, 15,8%), la moda (10,4 miliardi, 11,4%) e i prodotti chimici (10 miliardi, 11,1%). Sempre più alimentari lombardi arrivano negli Stati Uniti (+18,8%) e in Canada (+14%), tessili in Austria (+66,5%), legno in Algeria (+239,9%), prodotti chimici in Svizzera (+12,1%) ed Emirati Arabi Uniti (+10%), farmaceutici in Canada (+107,5%), petroliferi raffinati in Slovacchia e Bosnia-Erzegovina, gomma nella Rep. Ceca (+8,3%), metalli in India (+63,3%) e Russia (+22,8%), computer in Corea del Sud (+22,9%), apparecchi elettrici in Norvegia (+149%), macchinari in Corea del Sud (+30,9%) e Messico (+14,1%), mezzi di trasporto in Portogallo (+63,1%), prodotti delle altre attività manifatturiere nei Paesi Bassi (+30,5%) ed Emirati Arabi Uniti (+29,3%) e, in particolare, i mobili raggiungono sempre di più Corea del Sud (+22,8%), i gioielli gli Emirati Arabi Uniti (+123,1%) e il Messico (+63,5%) mentre, seppure su cifre minori, gli strumenti musicali vanno in Indonesia, i giocattoli in Croazia e gli articoli sportivi alle Mauritius.

L’export manifatturiero lombardo e italiano per provincia. Nella classifica generale Milano, prima con 32 miliardi di export, in crescita del 4,4% vale un decimo del totale nazionale. È seguita da Torino e Vicenza con oltre 13 miliardi. Quasi 12 miliardi anche per Brescia 4°, Firenze 5°, Bologna 6° e Bergamo 7°. Tra le prime 20 anche le lombarde Varese 13°, Monza Brianza 15°. A livello nazionale a crescere di più sono Firenze (+28,9%), Bologna (+11,9%), Arezzo (+34,7%), Latina (+43,7%) e Frosinone (+17,7%). A livello regionale segno più anche per Pavia (+11,7%), Lodi (+3,6%), Sondrio e Cremona (+1%). Per prodotto, Milano eccelle per prodotti chimici apparecchi elettrici, macchinari ma anche per computer ed elettronica insieme a Lodi e Monza Brianza. Brescia prima per metalli, Cuneo per alimentari, Firenze e Milano per abbigliamento, Lucca per legno, Siracusa e Cagliari per prodotti petroliferi raffinati, Latina per farmaceutici, Modena per articoli in gomma, Torino per mezzi di trasporto, Belluno e Treviso per prodotti delle altre attività manifatturiere tra cui gioielleria e mobili.

Imprese dell’inverno, a Brescia 2.976 aziende e 12 mila addetti

in Economia/Tendenze by

L’inverno e le imprese, il settore coinvolto dal periodo più freddo dell’anno conta 144mila imprese in Italia e 22 mila in Lombardia a settembre 2019, + 2% in cinque anni in Italia e + 4% in Lombardia. Hanno sede in Lombardia il 15% delle imprese nazionali nel settore. Il comparto dà lavoro a 490 mila addetti in Italia, di cui 97 mila in Lombardia. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati Registro Imprese al terzo trimestre 2019.

I settori. Sono soprattutto imprese che si occupano di impianti di riscaldamento (circa 51 mila attività in Italia di cui 9.600 circa in Lombardia), pasticcerie e sale da tè (complessivamente circa 50mila in Italia, 6mila in regione), attività e articoli sportivi (12mila in Italia, 1.751 in regione), 6.552 attività di sostituzione pneumatici per auto (775 in Lombardia), 4.436 palestre per lo sport indoor (925 in regione), circa 2.119 organizzatori di corsi sportivi e ricreativi (427 in regione). Tra i “settori dell’inverno” in Italia anche 1.395 cinema (236 in Lombardia), 1.227 cappellerie/ombrellai di cui 227 in Lombardia e 1150 pelliccerie di cui 306 in Lombardia.

In Italia prima è Roma con 8.258 imprese (+1,3% in un anno, +6,8% in cinque) e con un numero di addetti complessivamente di 29 mila, seguita da Milano con 6.543 imprese (+0,4% e +10,2%) e 27 mila addetti. Seguono per numero di imprese Napoli, al terzo posto, con 5.880 attività (stabile in un anno, + 3,2% in cinque), Torino con 5.527 imprese (+0,2% e + 2,7%) e Bari (3.543). Guardando al numero degli addetti, dopo Roma e Milano ci sono Torino con 16.912 addetti, Napoli (13.251), Monza Brianza (13.204).

Tra le lombarde, dopo Milano con più di 6mila imprese nei settori invernali ci sono Brescia (2.976, +0,5% e 12 mila addetti), Bergamo (2.508, stabile e con 11 mila addetti), Varese (2.024 e 8 mila addetti) e  Monza (1.866, +1% in un anno e + 7% in cinque e 13 mila addetti). Sopra mille imprese Pavia (1.210, +0,7% in un anno), Como (1.254, +1,7%) e Mantova (1.204).

Massetti (Confartigianato) lancia l’allarme: 2019 nero per le imprese bresciane

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Tendenze by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia, con un’analisi, ha preso in considerazione il trend della congiuntura in provincia di Brescia mediante l’analisi di 6 indicatori relativi a 3 variabili chiave – imprenditorialità, export e credito – di cui si dispone di dati aggiornati al 2019. Gli indicatori esaminati sono quelli relativi a imprese totali, imprese artigiane, export totale prodotti manifatturieri e manufatti realizzati nei settori ad alta concentrazione di MPI, finanziamenti concessi al totale imprese e a quelle con meno di 20 addetti.

Qual è il trend rilevato ad inizio 2020? Il quadro sintetico – presentato in una conferenza stampa che si è tenuta questa mattina nella sede di Confartigianato Brescia e Lombardia Orientale – evidenzia per la provincia di Brescia una situazione allarmante con 6 indicatori su 6 in calo. L’intero tessuto produttivo vede il numero di imprese registrate diminuire per lo più nel settore manifatturiero e delle costruzioni. In particolare è il primo dei due a soffrire di più, registrando la flessione più elevata rispetto agli altri tre macro-settori esaminati. L’artigianato risulta anch’esso in flessione e anche in tal caso a perdere di più, registrando il calo più ampio del numero di imprese, è il manifatturiero. Si rileva un cambio di segno, da positivo a negativo, per la dinamica delle vendite sui mercati esteri di tutti i prodotti manifatturieri made in Brescia; la medesima evidenza la si coglie per l’export dei nove manufatti – alimentari, abbigliamento, tessile, articoli in pelle, metalli, legno, mobili, prodotti per la stampa e altri prodotti manifatturieri (comprendono in particolare Gioielleria ed Occhialeria) – realizzati nei settori a maggior concentrazione di MPI. Negativo anche l’andamento dei finanziamenti concessi alle imprese, sia per il totale imprese che per quelle di piccola dimensione (<20 addetti).
Come si presenta il trend rispetto ad un anno prima? Per il territorio di Brescia si osservano in prevalenza indicatori in peggioramento. Infatti dei 6 esaminati 5 – indipendente dal loro segno –sono in peggioramento rispetto al valore di 12 mesi prima e solo uno mostra un lieve miglioramento.

Nel dettaglio esaminando gli ultimi dati disponibili relativi al 2019 osserviamo che in provincia di Brescia il tessuto imprenditoriale del territorio mostra per il totale imprese una dinamica negativa (-0,9%), contando 1.044 imprese in meno, peggiore di quella rilevata nello stesso periodo dello scorso anno (-0,9%<-0,5% var.% III trim. 2018 su III trim. 2017); per l’artigianato la dinamica resta negativa (-1,1%), perde difatti 391 imprese, ma risulta in leggero miglioramento (-1,1%>-1,6% var.% III trim. 2018 su III trim. 2017) rispetto a quella di un anno fa.

Il calo dell’artigianato è fortemente correlato alla flessione del numero di imprese registrate nei due settori chiave: il settore Manifatturiero, che conta nell’ultimo anno 203 imprese in meno, pari ad un calo del -2,2% e il settore delle Costruzioni, che conta 204 imprese in meno, pari ad un calo del -1,6%.

L’analisi a livello di divisione Ateco 2007 evidenzia che i comparti rilevanti dell’artigianato – che rappresentano più dello 0,3% dello stock totale di imprese artigiane del territorio – che al III trimestre 2019 mostrano variazioni % positive sono 8 settori driver in cui operano complessivamente oltre 6 mila imprese, pari al 20,1% dell’artigianato della provincia, che registrano complessivamente una dinamica positiva del +2,4%. Questi 8 settori driver sono: Attività dei servizi d’informazione e altri servizi informatici (0,5% dello stock totale di imprese artigiane del territorio), Attività creative, artistiche e di intrattenimento (0,4%), Produzione di software, consulenza informatica e attività connesse (0,5%), Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature (2,4%), Altre attività professionali, scientifiche e tecniche (1,5%), Attività di servizi per edifici e paesaggio (3,1%), Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (0,6%), Altre attività di servizi per la persona (10,5%) e Attività di supporto per le funzioni d’ufficio e altri servizi di supporto alle imprese (0,7%).

Tra questi settori rilevanti, all’opposto, tra i settori non driver a registrare perdite percentuali più ampie nell’ultimo anno sono: Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e di orologi (-6,7%), Fabbricazione di mobili (-5,5%), Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili); Fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio (-4,9%), Confezione di articoli di abbigliamento; confezione di articoli in pelle e pelliccia (-4,4%) e Costruzione di edifici (-4,3%).

Nei primi 9 mesi del 2019 anche la performance delle vendite sui mercati esteri dei prodotti manifatturieri realizzati dalle imprese bresciane è preceduta da segno negativo (-3,1%) e risulta peggiore di quella di 12 mesi fa (-3,1%<+8,4% var.% periodo cumulato I-III tr. 2018 su I-III tr. 2017); l’ammontare dei ricavi delle vendite realizzate nei mercati oltre i confini nazionali cala nell’ultimo anno complessivamente di 385 milioni di euro. Esaminando il trend delle vendite sui mercati UE28 ed Extra UE28, si osserva che rispetto all’andamento della domanda estera registrato da gennaio a settembre 2018, nei primi 9 mesi dell’anno in corso, le vendite scendono a ritmi più accentuati sui vicini mercati europei (-3,8%), in particolare verso i seguenti principali mercati di riferimento: Polonia (-10,8%), Paesi Bassi (-7,6%), Francia (-3,7%) e Germania (-3,5%).

La dinamica dell’export di manufatti made in Brescia realizzati nei 9 settori che mostrarono una più elevata concentrazione di addetti in MPI è anch’essa negativa (-2,9%) e in peggioramento (-2,9% crescita < al +5,3% var. % periodo cumulato I-III tr. 2018 su I-III tr. 2017), in tal caso il valore delle vendite nell’ultimo anno diminuisce di 84 milioni di euro.
Resta al “palo” il credito. I finanziamenti concessi a tutte le imprese del territorio sono inferiori di 2.719 milioni di euro, pari ad un calo percentuale del -10,6%; per le piccole imprese i finanziamenti concessi risultano inferiori di 313 milioni di euro, pari ad una variazione percentuale del -7,4%. In entrambi i casi la dinamica negativa rilevata ad ottobre risulta più accentuata rispetto a quella dello stesso periodo di un anno prima.
Conclusioni. Esaminando complessivamente la dinamica e il trend rispetto all’anno precedente dei 6 indicatori scelti otteniamo risultati a dir poco preoccupanti per il 2019, con sei indicato negativi di cui 5 in peggioramento, o in lieve peggioramento, rispetto al 2018.

Le dinamiche imprenditoriali, sia per il totale che per l’artigianato, risultano negative e il settore in maggior difficoltà è il manifatturiero.

L’andamento dell’export, che negli ultimi anni ha rappresentato per l’economia del territorio una leva di crescita rilevante, nei nove mesi del 2019 cambia traiettoria, divenendo negativo e registrando un brusco peggioramento rispetto all’anno precedente. Questa evidenza la si coglie sia per l’export manifatturiero complessivo che per le vendite estere di manufatti realizzati nei settori a maggior concentrazione di MPI. Sul fronte del credito sia per il totale imprese che per quelle più piccole i finanziamenti concessi restano in flessione con dinamiche negative più accentuate di quelle rilevate l’anno precedente.

FONTE: BRESCIA NEWS

Imprese, ecco le prime iscritte dell’anno in Lombardia

in Economia/Tendenze by

Dal commercio online di calzature di Bergamo a quello di antiquariato e mobili usati di Brescia, dai servizi di cura per animali da compagnia di Roma all’erboristeria di Cuneo, dalla trattoria di Bari alla fabbricazione di sonde di temperatura e strumenti da disegno di Milano. Sono queste le province dove sono state presentate più domande di iscrizione da inizio anno. Ma c’è anche chi fabbrica fisarmoniche o accessori per strumenti musicali ad Ancona, chi offre corsi e laboratori artistici terapeutici ad Alessandria, servizi di idromassaggio e sauna finlandese a Pordenone, di falegnameria a Reggio Calabria o autolavaggio a Siracusa. Da Capodanno al 4 gennaio in Italia sono nate 1.250 imprese, una su cinque in Lombardia (241 pari a una sessantina al giorno). Il 6% ha aperto a Bergamo, il 5% a Brescia e Roma, il 4% a Cuneo, Bari e Milano. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi sui dati del registro delle imprese relativo alle attività iscritte nei primi giorni dell’anno tra attive e inattive aggiornato al 4 gennaio 2020.

Le nuove nate per settore. In Italia (secondo i codici di attività dichiarati dalle attive) prevalgono le imprese in commercio al dettaglio (20,8% del totale), alloggio e ristorazione (13%), settore manifatturiero e servizi alla persona (entrambi al 12%), costruzioni e commercio all’ingrosso (10%). In Lombardia il commercio al dettaglio rappresenta il 23% delle start up, i servizi alla persona il 14,5%, il manifatturiero il 13,7%, la ristorazione l’11%.

A Milano città. Sono 28 le imprese iscritte a Milano città nei primi giorni dell’anno. Pesano il 12% regionale. Prevalgono i settori del commercio (33% circa), i servizi finanziari e immobiliari (25%) e le attività scientifiche (16,7%).

 

Moda, a Brescia 4mila imprese… guidate in prevalenza da uomini

in Economia/Manifatturiero/Tendenze by

Dal 10 al 14 gennaio al via Milano Moda Uomo. Quanto pesa la moda al maschile nelle imprese? Su 33 mila in Lombardia tra produzione, commercio e design oltre 20 mila sono guidate da uomini, il 62% del totale, soprattutto nell’attività di design, quasi tre su quattro (73%) e nella produzione, circa due su tre (64%). Superano la media regionale Milano (67%), Como (65%) e Varese (64%). Nel design a Cremona pesano per l’84% e a Pavia per il 78% mentre nella produzione arrivano al 70% circa a Varese e Como. Più forte la presenza femminile nel commercio dove le donne rappresentano il 43% e gli uomini il 57% ma non a Milano dove le imprese al maschile sono comunque quasi due su tre (65%). Per numero complessivo di imprese Milano domina con 13 mila, seguita da Brescia con quasi 4 mila, Bergamo e Varese con oltre 3 mila. Superano le 2 mila anche Como e Monza Brianza. In Italia le imprese maschili della moda rappresentano il 58% del totale, molto al di sopra della media si piazzano Fermo e a Biella con oltre il 70%, seguite da Pisa (69%), Napoli (68%), Milano (67%), Como (65%) e Varese (64,3%).  Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati del registro delle imprese al terzo trimestre 2019.

Ha dichiarato Marco Accornero, membro di giunta della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi: “Queste giorni dedicati alla moda e alla sartoria maschile, oltre a essere un’importante occasione di business per le imprese, rappresentano un’opportunità per farci entrare in una atmosfera ancora più internazionale”.

Le imprese della moda in Italia: sono 218 mila, di cui 33 mila in Lombardia, prima regione, seguita da Campania con 32 mila e Toscana con 27 mila. Tra le province prima Napoli con quasi 21 mila, seguita da Roma con 15 mila e Milano con 13. Vengono poi Firenze, Prato, Bari e Torino. Milano eccelle però nel design con oltre 2 mila attività specializzate. La moda impiega 875 mila addetti in Italia, 201 mila in Lombardia di cui 98 mila a Milano, prima in Italia davanti a Napoli e Firenze.

2020, le imprese bresciane guardano all’export ma temono la crisi Usa-Iran

in Economia/Export/Tendenze by

Per le imprese lombarde fino a pochi giorni fa erano positive le aspettative verso i mercati esteri per il 2020. Ora la crisi cambia gli scenari. In particolare, a gennaio, metà delle imprese ritiene che in tempi brevi non ci saranno particolari conseguenze sul loro business estero e metà ritiene che ci saranno, contenute intorno al dieci per cento degli affari internazionali. La metà delle imprese resta ottimista sul futuro, secondo un’indagine del 7 gennaio di Promos Italia, la società per l’internazionalizzazione delle Camere di commercio in Italia insieme alla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su circa cento imprese già attive o interessate a espandersi sui mercati esteri.

Ora c’è prudenza rispetto all’ottimismo di oltre duecento imprese sentite a fine dicembre 2019. Circa l’85% delle imprese attive sui mercati internazionali era infatti pronta ad aumentare il proprio business internazionale, il 61% molto e il 24% abbastanza. Il 41% degli operatori che avevano risposto all’indagine riteneva che il 2020 sarebbe stato un anno più positivo del 2019 per il proprio business internazionale, per il 31% sarebbe rimasto costante mentre il 16% prevedeva un peggioramento della situazione. Molte (38,5%) con rapporti commerciali in più di dieci Paesi esteri, nel corso del 2020 avrebbero voluto ulteriormente espandere il proprio business in Europa, con la Germania da sola che attrae l’interesse del 25%, con la Russia a quota 23% mentre il 17% puntava sugli Stati Uniti e il 19% guardava alla Cina e il 21% al Giappone.

“Anche nel 2019 l’export ha fatto registrare dati positivi, confermandosi uno dei pilastri dell’economia italiana e tra le risorse più importanti per la crescita delle nostre imprese – dichiara Giovanni Da Pozzo, Presidente di Promos Italia -. L’indagine che abbiamo realizzato a fine dicembre 2019 dimostra le attese ottimistiche delle imprese in questo ambito. A inizio 2020, la situazione si è modificata a causa della crisi USA – Iran, che prevedibilmente avrà delle conseguenze sulle relazioni internazionali e di conseguenza sugli scambi. Siamo a fianco alle imprese dei nostri territori per seguire questi sviluppi ed aiutarle in questa fase di attesa e di incertezza”.

L’indagine di Promos Italia sugli operatori a dicembre 2019 (risultati completi nella parte finale del comunicato): per le imprese milanesi e lombarde che operano a livello internazionale, il business estero è molto importante. Emerge da una indagine di Promos Italia, la società per l’internazionalizzazione delle Camere di commercio in Italia insieme alla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi a dicembre 2019 su oltre 200 aziende lombarde che operano sui mercati internazionali o che stanno avviando il processo d’internazionalizzazione.

Nel fatturato conta l’attività internazionale per metà delle imprese. Il fatturato è influenzato per gran parte dall’attività sui mercati esteri. Per circa il 34% degli imprenditori coinvolti nella rilevazione infatti, il business internazionale pesa per oltre il 50% del fatturato.

Le problematiche principali per circa uno su tre sono dimensione aziendale e burocrazia. Bisogna tener conto di alcune problematiche a cui le imprese sono soggette, le più diffuse sono: la dimensione aziendale (31%), la burocrazia internazionale (30%), la scarsa conoscenza dei mercati (28%), i costi di accesso al mercato (24%), l’inaffidabilità dei partner locali (17%).

Cercano soprattutto controparti estere nel 59% dei casi. Il 59% sostiene che la ricerca di controparti estere è ancora la soluzione migliore per sviluppare processi di internazionalizzazione, seguita da partecipazione a fiere internazionali (56%) e incontri b2b con controparti estere (46%).

Cresce l’e-commerce (24%) anche se la distribuzione diretta rimane il canale più utilizzato (51%). È seguito dalla distribuzione indiretta, attraverso distributori, buyers e importatori (46%), più staccato l’e-commerce (24%) e i marketplace utilizzati dal 13% delle imprese coinvolte.

Il quadro nazionale degli scambi nei primi nove mesi del 2019. La Lombardia nei primi nove mesi del 2019 ha superato i 194 miliardi di interscambio, stabile rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Vale il 29% del totale italiano che è di 670 miliardi ed è prima seguita da Veneto (85 miliardi) ed Emilia Romagna (77 miliardi). In particolare l’export è di 94 miliardi circa su 352 miliardi nazionali (26,8%) e l’import di 100 miliardi su 317 miliardi (31,5% del totale). Secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia, la struttura del sistema camerale a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese, sugli ultimi dati Istat per i primi nove mesi del 2019, il trend è positivo a Milano che cresce complessivamente del 3% per scambi (86 miliardi): +5% l’export che è di 34 miliardi e +2% l’import (52 miliardi).

Lavoro: oltre 23mila offerte per il 2020 nella vendita a domicilio

in Economia/Tendenze by
Vendite porta a porta a Brescia

Per il 2020 ci sono oltre 23mila opportunità di lavoro in tutta Italia nella vendita a domicilio. A renderlo noto è Univendita, la maggiore associazione di categoria del settore, le cui imprese associate ricercano collaboratrici e collaboratori da inserire come venditori dei prodotti e servizi più diversi: dai cosmetici agli alimentari, dai beni durevoli e di consumo per la casa, agli elettrodomestici, fino ai viaggi. «Diventare venditore a domicilio, e scegliere di farlo entrando in un’azienda di Univendita, significa far parte di un settore solido, dinamico e che mette al centro le persone – commenta il presidente di Univendita Ciro Sinatra –. È una professione meritocratica, nella quale vengono valorizzati i rapporti umani e in cui tutti possono trovare percorsi di carriera in linea con le proprie esigenze e motivazioni: c’è chi, come i giovani, desidera fare una prima esperienza lavorativa e garantirsi un guadagno extra; c’è chi ricerca flessibilità nell’organizzare il lavoro con gli impegni familiari, e si tratta soprattutto delle donne; e c’è chi vuole rimettersi in gioco dopo un’esperienza lavorativa che si è chiusa. Non ci sono barriere legate a età, studi o curriculum: la formazione qualificata e gratuita offerta dalle nostre aziende permette di diventare consulenti esperti nel proprio ambito di riferimento, in grado di proporre alla clientela prodotti e servizi personalizzati».

Nel 2018 le aziende associate Univendita hanno fatturato 1,662 miliardi di euro superato quota 159mila venditori. Il 37% sono “millennial” con meno di 35 anni e il 91% sono donne. Un recente sondaggio condotto dall’associazione su un campione rappresentativo di incaricati delle imprese associate ha fatto emergere che si tratta di un lavoro solido (il 59,2% degli intervistati dichiara di svolgerlo da più di 6 anni) e gratificante: il 91% degli incaricati si dichiara soddisfatto della propria scelta professionale.

Tutte le offerte di lavoro 2020 e i riferimenti per candidarsi:

 

    • 300 incaricati alle vendite in tutta Italia per AMC Italia SpA – Settore: sistemi di cottura di alta gamma in acciaio inossidabile per la sana e gustosa alimentazione. Riferimenti: Numero verde 800.011.046 – Tel. 02.575481 – personale@amcitalia.it
    • 4.000 incaricati alle vendite, 700 capogruppo e 30 responsabili di zona in tutta Italia per Avon Cosmetics Srl. Settore: prodotti cosmetici, di moda e per la casa. Riferimenti: Tel 02.96485111 – www.avon.it – avon@avon.com
    • 110 operatori di vendita e 165 Promoter in tutta Italia per Bofrost* Italia SpA. Settore: specialità alimentari. Riferimenti: selezione@bofrost.it, www.bofrost.it
    • 120 consulenti per viaggiare in tutta Italia per CartOrange Srl. Settore: turismo, viaggi e tempo libero. Riferimenti: Tel. 02.58321772 (int. 1), ufficioselezione@cartorange.com, www.consulentediviaggio.it
    • 40 operatori di vendita in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Liguria, Toscana per Conte Ottavio Piccolomini Srl. Settore: grandi vini, liquori, olio extra vergine, esclusive confezioni regalo. Riferimenti: Tel. 02.58018575 – hr@wivitalia.it
    • 950 incaricati alle vendite, 85 capogruppo e 30 responsabili di zona in tutta Italia per Dalmesse Italia Srl. Settore: prodotti per la pulizia della casa, cosmesi e bellezza, lingerie e abbigliamento, tessili per la casa, unità di cottura, sistema riposo. Riferimenti: Tel. 0823.513028 – www.dalmesseitalia.itinfo@dalmesseitalia.it
    • 75 incaricati alle vendite, 15 capogruppo e 15 agenti territoriali in tutta Italia per DES Srl. Settore: sistemi innovativi per la pulizia e la sanificazione degli ambienti domestici e professionali a marchio LUX (distributore esclusivo per l’Italia). Riferimenti: Numero verde 800.098.436 – Tel. 035.4236010 – www.viveresano.eu- info@des-lux.com
    • 1.050 incaricati alle vendite e 90 capogruppo in tutta Italia per Fi.Ma.Stars Srl. Settore: prodotti biomagnetici per il benessere della persona e dell’ambiente. Riferimenti: Tel. 0332.890221 – www.fimastars.itinfo@fimastars.it
    • 25 incaricati alle vendite e 3 responsabili di zona in tutta Italia per Nuove Idee Srl. Settore: sistemi innovativi per il riposo e il benessere della persona. Riferimenti: Tel. 035.592843 – info@nuoveidee.com
    • 1.500 consulenti di bellezza e 45 capogruppo e agenti in tutta Italia per Starline Srl. Settore: prodotti cosmetici e nutraceutici a marchio JAFRA (distributore esclusivo per l’Italia). Riferimenti: Tel. 0332.1434283 – www.starline-italia.com
    • 2.300 dimostratrici e 250 capogruppo in tutta Italia per Tupperware Italia SpA. Settore: contenitori per alimenti e utensili per la casa. Riferimenti: Numero verde 800.821.053 – Tel. 02.722271
    • 600 incaricati alle vendite, 70 team leader e 10 area manager per Uniquepels Srl. Settore: prodotti di alta cosmesi. Riferimenti: N. verde 800.960.313, Tel. 0461.530000 – www.uniquepels.com – info@uniquepels.com
    • 1.400 incaricati alle vendite, 420 capogruppo, 85 responsabili di zona e 17 capoarea in tutta Italia per Vast & Fast Srl. Settore: asciugatrici a gas ed elettriche di alta gamma. Riferimenti: Tel. 0445.370168 – www.xira.itwww.vastfast.it – job@vastfast.it
    • 6.000 incaricati alle vendite e 100 team leader in tutta Italia per Vorwerk Italia Sas – Divisione Bimby. Settore: robot da cucina. Riferimenti: N. verde 800.841.811 – www.bimby.it
    • 1.000 incaricati alle vendite in tutta Italia per Vorwerk Italia Sas – Divisione Folletto. Settore: sistemi di pulizia per la cura, l’igiene, il benessere dell’ambiente domestico. Riferimenti: Numero verde 800.014.457 –www.folletto.it
    • 1.500 incaricati alle vendite e 50 responsabili di zona e 10 capoarea in tutta Italia per Witt Italia SpA. Settore: prodotti per la cura e il benessere naturale della persona e detergenza ecologica. N. verde 800.231.439 – www.witt.it – info@witt.it

 

 

I dolci a Brescia danno lavoro a 647 imprese e 3.075 addetti

in Alimentare/Economia/Tendenze by
Dolci, foto generica da Pixabay

Epifania e dolci, un business per cinquemila imprese in Lombardia e 40 mila in Italia. Crescono gli addetti, +9% in cinque anni. A Milano quasi 2 mila imprese crescono del 5% in cinque anni, addetti + 10%. Tra i settori tipici della festa: produzione di prodotti di panetteria e pasticceria fresca, commercio all’ingrosso di zucchero, cioccolato, dolciumi e prodotti da forno, commercio al dettaglio di torte, dolciumi e confetteria in esercizi specializzati. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi sui dati al terzo trimestre 2019 relativi alle imprese attive nel settore dolciario tra produzione, commercio all’ingrosso e dettaglio.

Nella calza le caramelle (19%) superano il carbone dolce (15%) ma tanti festeggiano con la torta (23%). Per l’Epifania oltre al panettone, secondo le pasticcerie milanesi che realizzano il prodotto artigianale, si vendono più torte (23%), caramelle (19%), carbone dolce (15%), dolci alla crema (8%) e al cioccolato (8%).

Le imprese dei dolci a Milano Monza Brianza e in Lombardia. Secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, il comparto in Lombardia offre lavoro a oltre 25 mila addetti, +9,8% in cinque anni, in quasi 5 mila imprese attive. Un business, quello dolciario, che nella regione supera i 2 miliardi all’anno. Prima Milano con 1.844 imprese, + 5% in cinque anni e 9.312 addetti, + 8,8%, seguita da Brescia con 647 imprese e 3.075 addetti, questi ultimi in crescita del 5% in cinque anni, Bergamo con 537 imprese e 2.485 addetti (+9%), Monza con 347 imprese e 1.396 addetti (+6,6%), Varese con 336 imprese e 2.217 addetti (+5%). A Lodi ci sono 90 imprese e 329 addetti.

Identikit del pasticcere, donne in un caso su quattro. Su 5 mila imprese lombarde 1.253 sono di donne, 405 di giovani e 476 di stranieri.  In Italia su 40 mila imprese, 12 mila sono di donne, 4 mila di giovani e 2 mila di stranieri.

Dolci in Italia. Sono 40.483 le imprese attive in Italia nella produzione e commercio di prodotti da forno, stabile in cinque anni, un comparto che offre lavoro a circa 167 mila addetti + 9% in cinque anni. Prime in Italia Napoli con 2.447 imprese dolciarie, + 7,7% in cinque anni, seguita da Roma con 1.875, +6,7%, Milano con 1.844, + 5,2%, Torino con 1.540, seguono con oltre mille imprese Palermo, Catania, Bari e con quasi mille Salerno (+11%, prima per crescita tra i principali centri dolciari). Per addetti prima Milano, con oltre 9 mila seguita da Roma con 7 mila circa, Napoli e Torino con circa 6 mila.

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