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Acciaio - page 3

Lucchini, i conti volano: fatturati a 411 milioni, il 78% all’estero

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Lucchini Rs Spa

L’Assemblea di Lucchini RS Spa ha approvato il bilancio 2017 con un utile netto consolidato di 28,6 milioni di Euro.

Questi sono i dati principali del rendiconto:

• Ricavi consolidati pari a 411,6 milioni di Euro in aumento del 5,4% sul 2016;
• Ebitda pari a 60,9 milioni di Euro;
• Investimenti tecnici netti per circa 28 milioni di Euro;
• Acquisito il Centro Servizi Euras per la distribuzione di Acciai per Utensili a Desio (MB), denominato Lucchini Tool Steel.
• Costituita Lucchini North America Inc., presidio commerciale sul mercato USA per lo sviluppo del business aziendale;

I ricavi netti consolidati di Gruppo si attestano a 411,6 milioni di euro in crescita del 5,4% rispetto all’esercizio precedente. Il fatturato estero è pari al 78% del totale. Nel corso del 2017 la ripresa dei prezzi dei principali fattori di acquisto come il rottame, le ferroleghe, gli elettrodi ed il metano ha influenzato negativamente la marginalità.

Il risultato netto di periodo evidenzia un utile pari a 28,6 milioni di Euro che ha permesso al Gruppo di finanziare gli investimenti fatti in impianti e partecipazioni realizzati nell’esercizio, mantenendo un livello di indebitamento estremamente basso, che comunque è leggermente salito per un perimetro di consolidamento diverso in quanto ha visto nel 2017 l’entrata degli immobili di Lucchini Mamè Forge con il relativo mutuo finanziario.

L’organico del gruppo al 31/12/2017 si attesta a 2.105 dipendenti di cui 869 nelle proprie società controllate estere.
Lucchini Unipart Rail, la JV inglese con Unipart Rail controllata al 60% da Lucchini RS, mostra un fatturato in crescita del 12,5% rispetto all’esercizio precedente ed un utile di 4,0 milioni di Euro.

Lucchini Sweden, con volumi di vendita in crescita del 12,4% rispetto all’esercizio precedente, consegue un risultato netto di 2,3 milioni di Euro in incremento rispetto all’esercizio precedente.

Lucchini Poland registra un trend positivo di fatturato del 27,8% rispetto all’esercizio precedente e chiude l’esercizio 2017 con una perdita di 0,6 milioni di Euro.

La JV austriaca Lucchini Central Europe, pur con un fatturato in recupero rispetto all’esercizio precedente (+45,9%), consegue nell’esercizio una leggera perdita di 0,6 milioni di Euro attribuibile a costi straordinari e a maggiori costi di formazione.

LBX, la controllata belga, registra un fatturato pari a 6,4 milioni di Euro in crescita del 5% rispetto all’anno precedente e una perdita di 0,5 milioni di Euro riferibile essenzialmente all’azione di riposizionamento commerciale della società sul mercato.

Lucchini South Africa, di cui la nostra società deteneva a dicembre l’80%, da gennaio 2017 ha completato la fase di localizzazione della produzione di prodotti finiti destinati al mercato locale. La società ha chiuso l’esercizio con un fatturato pari a 15,2 milioni di Euro ed un risultato netto negativo di 1,2 milioni di Euro attribuibile ai costi di avviamento. Nel mese di gennaio 2018 è stata ceduta al socio sudafricano Kusini Investment LTD un’ulteriore quota minoritaria del 10% ai fini di ottimizzare il rating BBB-EE della società

La Ori Martin di Brescia compra la maggioranza di Ferrosider

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Ori Martin Brescia

Ori Martin, gruppo siderurgico bresciano attivo nel comparto degli acciai speciali, ha rilevato la maggioranza di Ferrosider, laminatoio di Ospitaletto di proprietà dei Signori Mauro e Quinto Stefana.

Ferrosider è una realtà con un fatturato superiore ai 120 milioni di euro, occupa 104 persone ed è specializzata nella produzione di laminati mercantili, barre tonde, barre quadre, piatti, larghi piatti, angolari, UPN, IPE e ferri a T per l’industria meccanica e per la carpenteria.

Ori Martin ha preferito, in un’ottica di verticalizzazione dei propri semilavorati, scegliere di entrare in un’attività esistente, per non immettere nuova capacità produttiva in un mercato già saturo, seppur in una fase favorevole del ciclo economico.

La continuità aziendale in Ferrosider sarà garantita dalla presenza di Federica e Quinto Stefana che, oltre a mantenere una quota significativa nella compagine azionaria, verrà nominato Vicepresidente ed Amministratore Delegato (affiancato dal Signor Piero Bettinzoli, Amministratore Delegato indicato da ORI Martin). Presidente della società sarà la Dr.ssa Annamaria Magri Martin, l’Ing. Uggero De Miranda ulteriore Vicepresidente.

Ferrosider, con questo accordo, effettua un’importante integrazione a monte entrando nel Gruppo Ori Martin, da cui potrà ottenere forniture di acciai speciali destinati anche al settore automotive, oltre a mantenere la sua presenza nel mercato dei laminati mercantili di cui è uno dei principali player europei.

ORI Martin, Mauro e Quinto Stefana esprimono piena soddisfazione per la conclusione positiva di un’operazione che rafforza entrambe le società.

Acciaio: nel primo trimestre 2018 aumenta il deficit commerciale italiano

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Brescia – Le importazioni continuano a essere protagoniste del mercato dell’acciaio. È quanto emerge dall’ultima analisi dei dati Istat relativi al primo trimestre 2018 elaborati dall’Ufficio Studi siderweb.

Rispetto al periodo gennaio-marzo 2017, quest’anno l’incremento degli acquisti esteri di materie prime siderurgiche, semilavorati, piani, lunghi e tubi è stato più che doppio rispetto a quello delle esportazioni, con un conseguente aumento del deficit commerciale nazionale. Se l’anno scorso, infatti, la differenza tra export e import era pari a -2,32 milioni di tonnellate, quest’anno il deficit è salito a -3,03 milioni di tonnellate.

IMPORTAZIONI – Secondo gli ultimi dati Istat, nei primi tre mesi dell’anno l’Italia ha importato materie prime, semilavorati e prodotti finiti in acciaio per un totale di 7,792 milioni di tonnellate, con un incremento del 13,6% rispetto al primo trimestre 2017.

L’import prosegue con una crescita a doppia cifra grazie soprattutto all’aumento di arrivi di prodotti lunghi, saliti da 709mila a 964mila tonnellate (+36,0%) e di materie prime, passate da 1,920 a 2,404 milioni di tonnellate (+25,2%).

Crescono in maniera più contenuta, invece, i semilavorati (+9,8% a 1,184 milioni di tonnellate), i tubi (+6,0% a 213mila tonnellate) e i prodotti piani (+2,6% a 3,027 milioni di tonnellate).

ESPORTAZIONI – Cresciuto, ma non abbastanza, anche l’export: in aumento di 217mila tonnellate annuali, è arrivato a quota 4,758 milioni di tonnellate facendo segnare un +4,8%.

Tre delle cinque categorie di prodotti analizzati mostrano un miglioramento rispetto al medesimo periodo del 2017: i tubi hanno le migliori performance (+12,1% a 922mila tonnellate), seguiti dai prodotti lunghi (+10,9% a 1,588 milioni di tonnellate) e dai semilavorati (+9,5% a 295mila tonnellate). Controcorrente, invece, le materie prime (-0,3% a 155mila tonnellate) e i prodotti piani (-3,4% a 1,797 milioni di tonnellate).

Metal One: la Fonderia 4.0 | INNOVATION CLUB

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MetalOne

Alcuni Partners Sap, grazie ad una profonda conoscenza maturata negli anni nel settore Fonderie, hanno inteso realizzare, sulla piattaforma gestionale più diffusa al mondo, ovvero Sap Business One, un “add on” verticale appositamente dedicato ai cicli produttivi di tale comparto.

L’applicazione risulta completa ed analitica, per qualsivoglia ciclo e tecnologia produttiva (colata gravitazionale in conchiglia o terra, con impianti automatici e manuali, pressofusione), e per qualsivoglia metalli (leghe ferrose quali ghise ed acciai, leghe non ferrose quali, alluminio, zama, magnesio….)

Trattasi di un verticale gestionale che segue analiticamente tutti i cicli complementari e successivi nel processo di fusione, colata, finitura e lavorazione dei getti prodotti, partendo dalla gestione del comparto forni fusori, il trasferimento del metallo fuso in forni di attesa a bordo macchine/impianti, formatura in terra, colata in conchiglia o pressofusione, estrazione getti, smaterozzatura, sbavatura, finitura estetica, controlli qualitativi a norme ISO, e lavorazioni meccaniche degli stessi, fino ad addivenire alla logistica di movimentazione esterna, qualora alcune di queste fasi, come di frequente, fossero decentrate in outsourcing.

Ma Metal One, verticale a matrice essenzialmente tecnica, che partendo dalla programmazione produttiva, segue analiticamente tutti i cicli per rilevarne efficacia, efficienza, facendo emergere tutte le eventuali non conformità di processo/prodotto, non si è limitato alla sola produzione.

IOT, Realtà Aumentata, Stampa 3D.

Metal One, è da tempo attivo da anni su queste tematiche, nell’intento di portare vera e propria innovazione all’interno delle Fonderie.

Alla base risiede l’importanza di avere un Controllo di Processo e di Gestione chiaro, preciso ed efficace.

L’idea di base è l’integrazione della Fonderia con i dati gestionali: ovvero dotare ogni singolo impianto di una serie di sensori che rilevino parametri di analisi.

Questi, correlati con i dati gestionali, risultano in grado di fornire, alla direzione della Fonderia, un cruscotto completo di dati (KPI), grafici, elaborazioni statistiche percentuali, indispensabili al controllo integrale dell’intero Processo.

Sul tema della realtà aumentata, è stata invece studiata una applicazione che sfrutta occhiali smart glass, nel settore della logistica/immagazzinaggio delle attrezzature.

Anche in questo caso l’obiettivo è migliorare il processo logistico, riducendo dispersione di tempo e massimizzando il raggiungimento di risultati di qualità.

Infine, per quel che riguarda la stampa 3D, risultano già pienamente operative imprese in cui si sta applicando questa nuova tecnologia, nella fattispecie riguardo produzione di Anime di Fonderia: ciò porta ad un processo produttivo di alta qualità, andando a realizzare copie esatte e precise che portano quindi una notevole riduzione degli scarti e perfezionamento dei risultati sul prodotto finito.

Iot, Realtà aumentata e stampa 3D sono temi di notevole importanza, che devono trovare rapida applicazione all’interno di una Fonderia che voglia mantenere il passo coi tempi e desideri essere sempre più competitiva.

www.innovationclub.it

Ciclo rialzista dei prezzi dell’acciaio: la visione degli operatori

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«I prezzi delle materie siderurgiche prime basilari, quali minerale di ferro e carbone da coke, si muovono al rialzo in modo equilibrato, sostenuti anche dalla debolezza del dollaro, orientando nello stesso senso la ghisa e i coils. Dopo le ampie ondate rialziste del 2016 e del 2017, i prezzi dei coils si prospettano in via di stabilizzazione, essendosi riposizionati al rialzo con aumenti compresi tra il 130 e il 140% rispetto ai minimi d’inizio 2016».

E’ la fotografia del mercato siderurgico che è stata scattata da Achille Fornasini, Partner & Chief Analyst di siderweb, durante il convegno “Mercato dell’acciaio: le tendenze dei prezzi nel 2018”, che si  tenuto nel pomeriggio di oggi a Brescia, nella sede e con il sostegno di UBI Banca.
In campo elettro-siderurgico, Fornasini ha rimarcato come le quotazioni del rottame rallentino la propria marcia rialzista, senza però compromettere «il canale ascendente che guida i prezzi da oltre 2 anni. Ora la situazione appare in via di relativa normalizzazione, ma sarà molto difficile rivedere i livelli del primo semestre 2016».
Il suo intervento ha introdotto la seconda parte del pomeriggio di lavori, dedicata a una tavola rotonda alla quale hanno partecipato Angelo Baronchelli (presidente Gruppo AB), Antonio Gozzi (presidente Federacciai), Rita Paesan (responsabile commerciale MPL) e Tommaso Sandrini (presidente Assofermet Acciai).
Ad aprire il confronto è stato il presidente di Federacciai: siamo di fronte a un «ciclo nuovamente rialzista delle materie prime. Una tendenza così forte che è stata capace di riassorbire nell’ultimo anno una serie di incertezze geopolitiche ed economiche abbastanza grave». All’orizzonte, però, c’è l’incognita della possibile applicazione di dazi sull’acciaio da parte degli USA, che secondo Gozzi «rischiano di fare aumentare ancora di più i prezzi interni. Infatti c’è molta preoccupazione nel downstream. Vedremo quali ripercussioni avrà sul resto del mondo. In questo momento – ha concluso Gozzi – dobbiamo essere vigili in Europa per evitare che i 13-15 milioni di tonnellate che non andrebbero più negli USA si riversino in Ue, che resta il mercato più aperto del mondo».
Proprio la variabile prezzo sarebbe oggi da gestire in modo oculato, sia da parte di «noi distributori che dei clienti a valle» ha dichiarato Tommaso Sandrini, presidente di Assofermet Acciai. «La situazione è di equilibrio tra domanda e offerta, caratterizzata da richieste dei clienti toniche. Assistiamo a un allungamento del magazzino delle acciaierie, a magazzini con stock bassi, a una buona richiesta di materiale. E in un contesto in cui la regionalizzazione dei prezzi è un dato di fatto, il gap delle quotazioni nel Nord e Sud Europa si va assottigliando sempre di più».
Sulla Section 232, oggi ci sono molte incognite: «La mia maggior preoccupazione – ha detto Sandrini – è legata alle possibili dinamiche di reazione e contro reazione. L’effetto dazi potrebbe innescare aumenti di prezzo che penalizzerebbero gli stessi player americani».
A completare il confronto è stato il punto di vista di due utilizzatori di acciaio. Secondo Rita Paesan, direttore commerciale di MPL, «è fondamentale, ma non facile trasferire a valle gli aumenti di prezzo, che nella seconda parte del 2017 sono stati considerevoli e improvvisi, per via dell’ampiezza temporale delle commesse. Il nostro settore, quello delle costruzioni – ha concluso – è tra quelli che soffrono maggiormente e da più tempo. Ci auguriamo che la tendenza all’aumento dei volumi abbia un effetto traino su costruzioni ed edilizia».
«I nostri sono contratti di lungo periodo – ha aggiunto Angelo Baronchelli, presidente del Gruppo AB -. La commessa si prende oggi e si consegna dopo due anni. Il rischio legato alle fluttuazioni di prezzo è tutto a nostro carico e talvolta fatichiamo a farci riconoscere quell’extra valore. Se si vuole operare sul mercato, la marginalità arriva nel tempo».

Acciaio, ad Aso un prestito da 16 milioni per esportare di più

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L'acciaieria Aso

UniCredit, BNL Gruppo BNP Paribas e SACE, che insieme a SIMEST costituisce il Polo dell’export e dell’internazionalizzazione del Gruppo CDP, hanno perfezionato un’operazione di finanziamento da 16 milioni di euro per sostenere l’export di ASO Group.

La linea di credito, erogata dalle due banche e garantita da SACE, è finalizzata all’acquisto di un’innovativa linea di forgiatura per la produzione di barre in acciaio tonde che saranno destinate a diversi mercati internazionali come USA, Messico, Cina, India, Sud Africa e Unione Europea.

“Questa operazione, quale investimento strategico – ha dichiarato Paola Artioli, Amministratore Delegato di ASO Holding – rafforzerà la presenza delle nostre aziende sui mercati internazionali. Concepito in ottica 4.0 a completamento della gamma di offerta del nostro prodotto di più elevata qualità, consentirà di ottimizzare la performance complessiva e di aumentare il turnover degli esercizi futuri”.

“Supportando un’azienda come ASO confermiamo il nostro impegno nei confronti di un territorio che da sempre esprime un tessuto industriale dinamico e votato ai mercati internazionali. Questa operazione conferma che innovazione tecnologica e internazionalizzazione sono in binomio imprescindibile per competere e vincere le sfide dei mercati esteri – ha dichiarato Simonetta Acri, Chief Sales Officer di SACE (Gruppo CDP) -. Solo in Lombardia, con i nostri uffici di Brescia e Milano, il Polo dell’export e dell’internazionalizzazione serve più di 5 mila aziende e, solo nel primo semestre del 2017, ha mobilitato risorse a sostegno dello sviluppo internazionale delle imprese lombarde per oltre 6 miliardi di euro”.

ASO, fondata a Ospitaletto (BS) nel 1971, è una multinazionale “tascabile” che produce acciai speciali e innovativi, con proprietà fisiche e chimiche specifiche, per il mercato della forgiatura.

Aib, giovedì la presentazione delle nuove tendenze economiche

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Torna “Scenari & Tendenze”, l’osservatorio congiunturale di Associazione Industriale Bresciana, strumento prezioso a disposizione delle le aziende per comprendere e anticipare le possibili evoluzioni di breve periodo dei mercati.

Il 24° appuntamento con “Scenari & Tendenze” è in calendario giovedì 5 ottobre alle 16.00 in sala Beretta (via Cefalonia, 62 – Brescia) e come sempre, oltre all’analisi delle prospettive dell’economia internazionale e domestica, offrirà l’aggiornamento della situazione corrente e prospettica delle principali valute e dei prezzi delle materie prime industriali, per dare spunti di riflessione e riferimenti precisi per orientare le scelte delle imprese in questa fase segnata da incertezza e alta volatilità dei mercati. L’osservatorio congiunturale si avvale di studi ed elaborazioni esclusivi ed originali, resi disponibili a tutti i partecipanti, grazie anche alla partnership con la Camera di Commercio di Brescia.

Aprirà i lavori Luca Borsoni, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori AIB. A seguire, l’analisi intermarket con focus su tassi, cambi e materie prime curata da Achille Fornasini (Università degli studi di Brescia). Andrea Beretta Zanoni (Università degli Studi di Verona) e Davide Fedreghini (Centro Studi AIB) faranno quindi il punto sull’andamento dell’economia, dal contesto globale fino alle performance del nostro territorio. Cicli e tendenze dei mercati – con particolare attenzione a energia, plastica, metallurgia e siderurgia – saranno infine approfonditi da Achille Fornasini e Stefano Allegri (AB Service). Al termine, il consueto momento dedicato al confronto con i partecipanti.

Aib, Pasini detta la linea: vigileremo sulle promesse della politica

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I vertici di Aib, foto Andrea Tortelli, www.bsnews.it

La ripresa c’è, ma lo Stato deve fare di più e noi vigileremo perché ciò avvenga. A dirlo  – secondo quanto riportato dal quotidiano on line di Brescia e provincia BsNews.it – è stato pochi minuti fa il presidente di Aib Giuseppe Pasini, che – durante una conferenza stampa convocata in via Cefalonia alle 11 – ha fatto il punto sulla situazione dell’economia bresciana. Snocciolando “timori e sollecitazioni” degli industriali in vista di del referendum di ottobre e della tornata elettorale del prossimo anno. Per indicare poi le linee programmatiche 2017-2001

Pasini ha sottolineato la buona congiuntura nazionale, frutto soprattutto degli investimenti privati nel settore manifatturiero, sostenuti da provvedimenti come quello per l’Industria 4.0. “Non vorremmo che al termine di queste agevolazioni ci fosse un rallentamento”, ha aggiunto. Per poi affrontare il tema delle elezioni, in cui “Aib guarderà con molto interesse ai programmi politici” e saremo “attenti e severi”.

Incoraggianti i numeri sul fronte della disoccupazione, ma non senza ombre. Scende del 79,7 per cento la  straordinaria, scende del 57 per cento l’ordinaria, mentre quella in deroga sale del 48 per cento. Il tasso di disoccupazione bresciano rimane comunque del 8,6 (7,4 in Lombardia, 11,7 in Italia), ma la giovanile è del 32,9 per cento (29,9 in Lombardia, 37,8 in Italia). “Il dato che fa preoccupare e che fa drizzare i capelli”, ha però detto Pasini, “è il confronto con i migliori lander tedeschi, che ci vedeva sostanzialmente pari nel 2008 e oggi vede loro a percentuali fra il 6 e il 4,4 per cento”. E ha aggiunto: “Dobbiamo fare tutti di più, anche sul fronte della formazione”.

“E’ vero, andiamo meglio”, ha concluso Pasini, “ma non possiamo vivere soltanto di export: mancano gli investimenti pubblici (nel 2013 gli investimenti privati hanno superato quelli pubblici, tornando a crescere, ndr). Uno Stato che non investe nelle infrastrutture non può fare da volano per le imprese”. Con un un esempio forte: “Il 14 dicembre il Consiglio di Stato si pronuncerà sull’autostrada della Valtrompia: la speranza è che la vicenda si risolva velocemente. Auspichiamo comunque un accordo tra le parti, perché altrimenti il rischio è che non vedremo più l’autostrada “.

Infine il direttore Marco Nicolai è tornato sul tema dell’aeroporto di Montichiari, sottolineando che Enac ha indicato la soluzione di attribuire la concessione a una newco con i bresciani al 20 per cento e Save all’80. “Questa via stiamo perseguendo, ma la capitalizzazione per quota nostra – e parliamo di circa 100 milioni di euro di investimenti – è subordinata alla concessione di Enac”. Sulla parte fiera, invece, “siamo consapevoli che aver salvaguardato i muri non ha risolto il problema, ma stiamo lavorando ad alcune ipotesi che auspichiamo di potervi esporre il prima possibile”.

 

50 anni di Fonderia di Torbole: una domenica per dipendenti e famiglie

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Una domenica dedicata a dipendenti e famiglie. Nell’ambito dei festeggiamenti per i primi 50 anni dello stabilimento, che hanno visto la sua apertura ieri, sabato 23 settembre, a studenti e cittadini torbolesi, Fonderia di Torbole ha riservato una giornata di condivisione e convivialità ai propri collaboratori.

I cancelli si sono aperti a mezzogiorno. Ai dipendenti (sono 400 gli addetti totali dell’impianto di Torbole Casaglia, tra Fonderia di Torbole e EF Automotive), è stato presentato e messo a disposizione il libro dedicato al mezzo secolo di attività di Fonderia, dal titolo “Un’impresa, la sua storia, i suoi protagonisti”. In seguito sono stati premiati 25 ex dipendenti, in segno di riconoscenza per gli anni trascorsi in azienda. Si sono quindi tenuti il pranzo aziendale e le visite guidate nello stabilimento.

50 ANNI PER IL TERRITORIO – I festeggiamenti erano cominciati ieri, con l’apertura dell’azienda a scuole e cittadini prima, e con la cena di gala poi. Anche durante la serata di festa era stato presentato il libro dedicato al 50esimo della Fonderia. Con testi di Massimo Tedeschi e progetto grafico a cura di Francesco Guerrini, il libro racconta di una «crescita dimensionale e logistica progressiva» e della «forte identificazione della famiglia di imprenditori con l’azienda».

Tra gli ospiti della serata anche Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo. «Oggi – ha dichiarato – circa i due terzi dell’export di acciaio cinese verso l’Ue sono sottoposti a procedure antidumping. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia.

In una sua risoluzione nel 2016, il Parlamento europeo – ha continuato – ha chiaramente indicato che la Cina non è un’economia di mercato. Mi auguro che dai negoziati in corso tra Parlamento e Consiglio sulla nuova metodologia antidumping esca una soluzione che non indebolisca i nostri strumenti di difesa commerciale».

FIORIERE ANTITERRORISMO – La serata di festa è stata, poi, l’occasione per la consegna simbolica di fioriere antiterrorismo ai sindaci di Brescia e di Torbole Casaglia, Emilio Del Bono e Roberta Sisti.

I primi cittadini le riceveranno nelle prossime settimane. Un regalo siglato EF Group, che così intende rimarcare la propria attenzione alla sicurezza e al mantenimento di un forte legame con il territorio in cui è attiva.

Le fioriere saranno fuse da Fond-Stamp spa, azienda parte di EF Group che ha sede a Rocca de’ Baldi, in provincia di Cuneo. Hanno un peso di circa 3500 chilogrammi e misurano 3,5 metri di lunghezza, uno di larghezza e uno di altezza. Tre saranno consegnate al comune di Brescia; due al comune di Torbole Casaglia.

Da sinistra, Enrico Frigerio, consigliere delegato EF Group, e Antonio Tajani, presidente Parlamento europeo.

FONDERIA DI TORBOLE

Fonderia di Torbole, fondata nel 1924, è una società per azioni situata a Torbole Casaglia (BS), tra le prime realtà europee per la produzione di dischi freno e tamburi freno destinati al settore automotive. Dallo sviluppo alla commercializzazione, si occupa di tutte le fasi della creazione di getti grezzi e finiti di lavorazione di alta qualità, di media e grande serie, in ghisa grigia legata e non legata.

Nel 2002 l’azienda ha completato un importante piano d’investimenti, rinnovando tutti gli impianti produttivi, integrando verticalmente la produzione per fornire prodotti finiti di lavorazione meccanica e potenziando gli strumenti di ricerca e sviluppo.

Fonderia di Torbole è da sempre impegnata nella tutela e nel rispetto dell’ambiente, nella profonda convinzione che la stessa crescita industriale non possa prescindere da tale responsabilità. La società è certificata ISO 14001 dal 2008. Le politiche aziendali sono tese a conseguire risultati d’eccellenza in campo ambientale, in ambito sicurezza, relativamente alla salute dei lavoratori (Environmental, Health and Safety EHS – Ambiente, Salute e Sicurezza) e nella tutela dell’ecosistema nel quale opera.

Superficie: 100.000 mq di cui 50.000 coperti

Personale: 400 addetti tra Fonderia di Torbole e E.F. Automotive

Capacità installata: 140.000 t/anno (fuso), 100.000 t/anno (spedito mix attuale)

Fatturato: 95 milioni di euro

Fonderia di Torbole è parte di EF Group. Guidato dalla terza generazione della famiglia Frigerio, comprende anche E.F. Automotive, Fond-Stamp e Pilenga Baldassarre Foundry. Ha chiuso il 2016 con un fatturato di 139 milioni di euro. Con quattro società e 150mila tonnellate annue consegnate, è il primo gruppo italiano del settore. Con oltre il 65% di export, ricopre un importante ruolo nello scenario europeo.

La fonderia guarda avanti: Assofond in assemblea venerdì 22 settembre

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Fonderia

Nel 2016, l’industria fusoria italiana (1055 le imprese attive – dato ISTAT 2014) ha prodotto 2,088 milioni di tonnellate di getti ferrosi e non ferrosi, in crescita del 2,8%. Positiva anche la variazione tendenziale dell’output fatta registrare tra gennaio e luglio di quest’anno.

«Negli ultimi mesi la produzione è tornata a far registrare volumi importanti – commenta Roberto Ariotti, presidente di Assofond, la Federazione Nazionale Fonderie -. Il messaggio che portiamo è sereno e ottimista. La domanda è interessante, una condizione che non si verificava da qualche anno, anche se permangono aree di debolezza in settori chiave, come l’oli & gas».

IL COMPARTO – Il 76% delle fonderie italiane è concentrato in 4 regioni: Lombardia (45%), Veneto (12%), Emilia-Romagna (10%), Piemonte (9%).

La provincia di Brescia è la prima in Italia per concentrazione di fonderie. Nel Bresciano sono attive 200 aziende che operano nel comparto dei metalli ferrosi e non ferrosi, che occupano circa 6.300 addetti diretti e producono 430.000 tonnellate di getti. La Lombardia è invece la prima regione italiana per concentrazione di fonderie: ne ospita 482.

L’ASSEMBLEA – Anche di questi numeri si discuterà durante l’assemblea generale del 2017 di Assofond, la Federazione Nazionale Fonderie che associa 280 imprese dell’industria fusoria italiana, che si terrà venerdì 22 settembre presso Fonderia di Torbole, a Torbole Casaglia (BS). Durante la giornata di lavori, intitolata “Orgoglio 4.0 La fonderia guarda avanti”, la fonderia sarà raccontata da chi vive l’azienda ogni giorno, per appassionare ed emozionare.

«Intendiamo testimoniare – anticipa il presidente Ariotti – otto diversi modi di fare impresa, attraverso il racconto di otto colleghi, che parleranno di sé stessi e della propria attività. Otto imprenditori che, pur con le loro diversità, sono accomunati da un elemento: sono tutti attivi in imprese sostenibili, che operano nel perimetro dell’economia circolare, che tanto stiamo sottolineando e promuovendo». Non a caso lo scorso anno i lavori si erano concentrati proprio sul tema dell’economia circolare, della quale le fonderie sono perfetto esempio, riutilizzando metalli ferrosi e non nel proprio ciclo produttivo. Durante l’assemblea 2017 ci si focalizzerà anche sulla trasmissione di una precisa identità di settore attraverso le parole degli stessi imprenditori.

In quest’ottica, la giornata sarà opportunità di concreto incontro tra attori della stessa filiera: presso Fonderia di Torbole, infatti, saranno presenti 40 stand espositivi di altrettante aziende provenienti da tutta Italia, clienti e fornitori del comparto fusorio.

IL PROGRAMMA

 

ore 9.00 – Inizio assemblea privata riservata alle fonderie associate Assofond

ore 10.30 – Inizio assemblea pubblica

Introduzione ai lavori

Relazione di Roberto Ariotti – presidente Assofond

Gli italiani sono un popolo di imprenditori?

Luca Paolazzi – direttore Centro Studi Confindustria

Storytelling con i fonditori per testimoniare, raccontare, appassionare ed emozionare

Marco Bigliardi – amministratore delegato Microfound srl

Marco Bruschi – ex titolare Bruschi spa

Gianluigi Casati – direttore generale Fonderia Casati spa

Roberto Dalla Bona – presidente e amministratore delegato Fonderie Guido Glisenti spa

Enrico Frigerio – consigliere delegato EF Group

Chiara Valduga – presidente Gruppo Cividale

Franco Vicentini – amministratore VDP Fonderia spa

Fabio Zanardi – presidente, consigliere e amministratore delegato Zanardi Fonderie spa

 

Intervento

Maurizio Landini – segretario nazionale Cgil

Modera Fiorenza Bonetti – direttore responsabile Siderweb

ore 13.00 – Light lunch

ore 15.00 – Visita dei reparti produttivi della Fonderia di Torbole (aperta agli organi di informazione)

ore 18.00 – Aperitivo

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