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Dicembre 2020 - page 2

Indagine Api: le imprese sperano nel 2021, ma il 77% oggi è in calo

in Api/Associazioni di categoria/Economia by

Cordua: «Emerge con forza lo spirito imprenditoriale ma lo Stato deve fare la sua parte»

Il 2020 è stato un anno molto difficile per la gran parte delle imprese ma le aspettative per il 2021 sono buone, sempre che la situazione sanitaria possa ovviamente migliorare. A osservarlo è l’indagine realizzata dal Centro Studi di Apindustria su un campione di 100 imprese associate, prevalentemente del settore metalmeccanico e con fatturati per lo più tra i 2 e i 10 milioni di euro. «Il quadro di sintesi conferma le enormi difficoltà accumulate – si legge nel report -: poco meno di 2 intervistati su 10 rilevano un incremento del fatturato, ma per il 77% dei rispondenti si registra invece un calo». Entrando nel dettaglio emerge con chiarezza la durezza del momento: per 4 imprese su 10 il fatturato subisce infatti un calo tra il 20 ed il 40% del fatturato 2019, per il 10% addirittura superiore al 40 percento. Se il quadro del 2020 è purtroppo noto da tempo, sono positive invece le aspettative per il 2021, oggetto della seconda parte dell’indagine. Sette imprese su dieci confidano in un miglioramento dei principali indicatori congiunturali (fatturato, ordini, produzione). Per quanto riguardo il fatturato, quasi il 40% immagina una crescita del fatturato fino al 10% nel 2021 (rispetto al 2020), il 15% una crescita tra il 10 e il 20%, un altro 15% oltre il 20% (nell’1,5% dei casi addirittura oltre il 40%). Il 16% delle imprese non immagina invece variazioni particolarmente significative e oltre il 14% teme invece il perdurare delle difficoltà, con fatturati e ordini addirittura inferiori a quelli del 2020. Sollecitati ad individuare strade da percorrere per rafforzare la propria attività nel nuovo anno, gli intervistati individuano l’estero quale primo desiderata: implementare rapporti oltralpe convince il 45% degli intervistati, ma 4 su 10 attendono segnali di decisa ripartenza nel mercato domestico. Si all’innovazione per 3 imprese su 10, anche nel 4.0. Rispetto al da farsi più di carattere generale emerge però soprattutto una richiesta forte allo Stato per snellire la burocrazia. Ben l’89% degli imprenditori chiede infatti di «Investire per avere una burocrazia rapida ed efficiente». Più distante, ma comunque con percentuali significative (un imprenditore su tre circa), il numero di coloro che chiede di investire molte risorse per una riforma della giustizia civile che acceleri i tempi e nella formazione e digitalizzazione d’impresa.  
«Dall’indagine mi sembra emerga in modo chiaro lo spirito dell’imprenditore – afferma il Presidente di Apindustria Brescia Pierluigi Cordua -. Gli imprenditori non vedono l’ora di ripartire, sono fiduciosi, immaginano una ripresa rapida, speranzosi che l’arrivo del vaccino e l’appiattimento della curva epidemica possano riportare sotto controlla la crisi sanitaria. Bisogna avere ancora un po’di pazienza, rispettare le regole e la voglia di ripartire farà poi il resto. Emerge anche con chiarezza la richiesta per avere una burocrazia rapida ed efficiente.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) che l’Italia deve presentare nell’ambito del Next Generation EU dovrà avere un capitolo importante su questo fronte. Digitalizzazione, fisco, infrastrutture, economia circolare rischiano altrimenti di restare parole vuote, se non sostenute da uno Stato funzionante e reattivo. Quello della burocrazia è un vecchio problema al quale dare finalmente risposta a tutte le imprese. A quelle che sono pronte a ripartire e a quelle che in questi mesi stanno manifestando maggiori difficoltà, purtroppo non poche stando all’indagine realizzata dal nostro Centro studi». 

Brescia, inflazione in caro a novembre

in Economia/Tendenze by
Inflazione, foto generica da Pixabay

tasso tendenziale (variazione sullo stesso mese dell’anno precedente): -0,6%

tasso congiunturale (variazione sul mese precedente): -0,2%

Per il mese di novembre continua la discesa dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC): la variazione congiunturale è lievemente negativa (-0,2%) e il tasso tendenziale è negativo per il settimo mese consecutivo (-0,6%).

Rispetto al mese precedente, le diminuzioni più consistenti si sono verificate per la divisione “Servizi ricettivi e di ristorazione” (-1,2%, il cui calo è imputabile soprattutto alla voce “Servizi di alloggio“), seguite dalle lievi variazioni congiunturali negative dei “Trasporti” (-0,6%), “Comunicazioni” (-0,6%), “Ricreazione, spettacoli e cultura” (-0,1%) e “Mobili, articoli e servizi per la casa” (-0,1%).

Lievi aumenti congiunturali si evidenziano, invece, in ordine decrescente, nelle divisioni dei “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+0,3%, con in particolare l’aumento dei Prodotti Ittici e della Frutta), “Bevande alcoliche e tabacchi” (+0,2%), “Altri beni e servizi” (+0,1%), “Abbigliamento e calzature” (+0,1%), “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (+0,1%), “Servizi sanitari e spese per la salute” (0,1%). Nulla la variazione congiunturale per la divisione “Istruzione”.

Analizzando per tipologia di prodotto, le tipologie dei “Beni” e dei “Servizi” presentano comportamenti congiunturali divergenti: in lieve aumento i primi e in diminuzione i secondi (rispettivamente +0,1% e -0,5%). Nei “Beni” si notano gli aumenti consistenti degli “Alimentari non lavorati” (+0,7%), a fronte di variazioni congiunturali nulle dei beni energetici.

All’interno dei “Servizi”, invece, si presentano diminuzioni congiunturali per i “Servizi relativi ai trasporti” (-1,0%) e per i “Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona” (-0,8%). Con riferimento alla frequenza di acquisto dei prodotti, si registra un lieve incremento congiunturale per i prodotti a alta frequenza d’acquisto (+0,1%) e una lieve diminuzione per quelli a bassa frequenza di acquisto (-0,1%). Più sostenuta invece la diminuzione dei prodotti a media frequenza d’acquisto (-0,5%).

Rispetto all’anno precedente, le divisioni che presentano diminuzioni consistenti sono le “Comunicazioni” (-6,5%), i “Trasporti” (-3,8%), l’”Istruzione” (-3,6%) e “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (-3,4%). Al contrario, presentano variazioni positive le divisioni “Altri beni e servizi” (+1,6%), “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+1,4%), “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+1,2%), e “Bevande alcoliche e tabacchi” (+0,8%). (Graf.2)

Infine, la “Core Inflation”, che indica l’andamento della componente di fondo della dinamica dei prezzi, cioè l’inflazione al netto della componente volatile (beni energetici e alimentari non lavorati), continua a registrare variazioni, congiunturale e tendenziale, lievemente negative (rispettivamente -0,2% e -0,1%).

Confartigianato: Davide Peli è il nuovo presidente nazionale dei giovani

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Nomine by

Brescia – Davide Peli guiderà i Giovani Imprenditori di Confartigianato per i prossimi quattro anni. Eletto per acclamazione alla presidenza dall’Assemblea del Movimento che rappresenta 65.030 imprenditori under 40 e che si articola in 61 Gruppi territoriali in tutta Italia, Peli sarà affiancato dai vice presidenti Giorgia Speri (Veneto) in qualità di vice presidente vicario; Bianca Guscelli (Toscana); Andrea Lotito (Puglia). Davide Peli, 37 anni, di Concesio, risiede a Brescia dove nel 2008 ha fondato “Techne srl”, specializzata in servizi di metrologia, taratura di strumenti, assistenza nella certificazione di prodotti e servizi. Tra i suoi clienti vi sono aziende dei settori automotive, metalmeccanico. Nel 2018 Peli ha aperto una sede della sua impresa negli Stati Uniti, a Charlotte, nel Nord Carolina. In ambito associativo, Davide Peli è dal 2017 presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato Imprese Brescia. Eugenio Massetti, presidente Confartigianato Brescia e Lombardia nel congratularsi con Davide Peli, membro anche della sua Giunta a livello provinciale, ha sottolineato che: «Si tratta dell’ennesimo riconoscimento per il gran lavoro e il peso di Confartigianato Imprese Brescia a livello nazionale. Nello specifico, il Movimento dei Giovani Imprenditori rappresenta da sempre una risorsa fondamentale per Confartigianato, ed è sempre più importante sostenere interventi che favoriscano la propensione delle nuove generazioni all’auto imprenditorialità, così come centrale resta il tema del passaggio generazionale nelle nostre Mpi». «Occorre dare fiducia ai giovani – ha commentato Peli – e investire sulle nuove generazioni partendo dalla scuola, sul fronte dall’innovazione e dall’internazionalizzazione. Su questi aspetti concentreremo l’attività e le iniziative dei Giovani Imprenditori di Confartigianato».

Le nuove realtà di Brescia

in Economia/Innovazione by

La città di Brescia è ricca di cose da scoprire e offre al mondo alcune meraviglie che non sempre sono valorizzate nel modo giusto: i suoi territori ricchi d’arte e i musei, i suoi paesaggi suggestivi, i suoi laghi conosciuti in tutto il mondo, i vini pregiati della Franciacorta e le innumerevoli aziende presenti in quest’area, valgono molto di più di quello che si pensa e meritano visibilità.

È importante che anche gli stessi cittadini di Brescia capiscano che il territorio in cui vivono sia in realtà ricco di cose da scoprire e novità interessanti sotto ogni punto di vista. Nonostante il 2020 sia stato un periodo davvero difficile per tutte le attività di qualsiasi genere, sono nate nuove realtà, nuove iniziative e nuove aziende che devono essere supportate e valorizzate in qualche modo.

Abbiamo scoperto infatti un nuovo progetto: Vivi Ospitaletto, le eccellenze bresciane. Si tratta di un’idea nata dalla volontà di evidenziare tutto ciò che accade a Brescia e nella sua provincia, con particolare riguardo alle aree di Ospitaletto e della Franciacorta.

La piattaforma online presenta diverse sezioni che mettono in risalto diversi aspetti della città come spettacoli, eventi, aziende del territorio, sport e molto altro.

Al giorno d’oggi abbiamo a disposizione tantissimi mezzi tecnologici per conoscere la nostra città e conoscerci tra di noi, tra aziende che possono iniziare collaborazioni interessanti e che possono fruttare risultati importanti: iniziamo ad utilizzare queste piattaforme cominciando a valorizzarci e a sostenere la nostra città, creando un ambiente ideale in cui vivere, comunicare e collaborare.

Concommercio: la zona gialla non basterà a salvare i consumi di Natale

in Commercio/Economia by
Moda, foto da Pixabay

 Dalla ristorazione all’accoglienza (-24%) alla diminuzione dell’acquisto di beni (-11% ). E un terzo delle spese sarà online

 Sarà comunque un Natale segnato da un crollo verticale dei consumi, anche con la Lombardia in zona gialla. Lo rivelano le stime di Confcommercio Lombardia*: le spese dei lombardi per il Natale 2020 faranno segnare un calo di 1,6 miliardi di euro, -20,6% rispetto a 12 mesi fa. In totale, in Lombardia in vista delle festività si spenderanno 6,2 miliardi di euro (erano 7,8 miliardi nel 2019).

“Il calo dei consumi è generalizzato e preoccupante ed è il risultato di mesi di emergenza pandemica e forte sofferenza economica” commenta Confcommercio Lombardia. “in più registriamo un vero tracollo per ristoranti, alberghi, spettacoli”. I consumi in questi settori caleranno di 1,3 miliardi, passando da 5,75 miliardi a 4,37 miliardi, pari ad una riduzione del 24%.

La zona gialla in Lombardia, in questo senso, cambierà di poco la situazione: “Per bar e ristoranti la chiusura alle 18 resta un danno molto rilevante” spiega Confcommercio Lombardia “e dopo mesi di profonda sofferenza si stima che circa il 20% degli esercizi in Lombardia comunque non riaprirà, perché non lo riterrà conveniente dal punto di vista economico o, purtroppo, non sarà più in grado di farlo”.

A pesare sul conto negativo dei consumi si aggiunge il crollo della spesa dei turisti: 65 milioni nel 2020 rispetto ai 250 milioni del 2019, un calo del 75%.

Per quanto riguarda l’acquisto di beni, il calo sarà invece dell’11%, pari a 233 milioni in meno: si passerà da 2,1 miliardi a 1,8 miliardi. “Una cifra che, però, non si riversa interamente nei negozi perché stimiamo che almeno un terzo venga spesa nei canali dell’e-commerce, quindi la perdita per le attività commerciali delle nostre città sarà ancora maggiore” puntualizza Confcommercio Lombardia. “Questo evidenzia ancora di più la necessità di una web tax per i colossi del commercio online in grado di sanare evidenti distorsioni competitive. Il principio è uno: bene la multicanalità distributiva ma stesso mercato, stesse regole per tutti”.

Nel complesso, il forte calo dei consumi è spiegabile in primo luogo con il clima di fortissima incertezza che, aggiunge Confcommercio Lombardia, “scoraggia anche chi, sulla carta, avrebbe risorse da spendere: basti pensare che propensione al risparmio è cresciuta vertiginosamente, arrivando ormai al 16,6% rispetto all’8,4% pre-pandemia. E ci sono poi ovviamente le forti criticità dettate dalla contrazione del mercato del lavoro, con il massiccio ricorso alla cassa integrazione da parte delle imprese, con il mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato e con la riduzione complessiva del reddito delle famiglie”.

“La crisi non è più emergenziale, ma ormai è strutturale – conclude Confcommercio Lombardia – Siamo di fronte a uno scenario che non permette più incertezze: fornitori, tasse, spese inderogabili, non aspettano e pesano sulle imprese, servono sostegni concreti perché è a rischio la sopravvivenza di interi settori economici. Siamo a tutti gli effetti nella terza emergenza, dopo quella sanitaria e quella economica: quella sociale”.

Massetti: «A Natale Compriamo artigiano per sostenere chi non si arrende»

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia by

Una bella fetta della torta del mercato vale dicembre con la tipica spesa natalizia: il 25% in più rispetto alla media mensile, il 16,4% nel caso dei prodotti alimentari e il 31,5% nel caso di quelli non alimentari. 529 milioni di euro per la sola provincia di Brescia, seconda dietro Milano a livello lombardo e che coinvolge circa 7mila imprese artigiane (6.909) e oltre 22mila addetti (22.343). Un’occasione di rilancio dopo la flessione in calo del 7,2% delle vendite al dettaglio nei primi 9 mesi dell’anno. Un motivo in più, quest’anno, per Confartigianato che lancia la campagna #AcquistiAMOlocale a favore proprio delle imprese artigiane che operano nell’offerta di prodotti e servizi tipici del Natale. «Quello che ci attende sarà un Natale diverso e difficile e vogliamo lanciare un appello: regalate prodotti del nostro artigianato per sostenere chi non si arrende. In un momento economicamente difficile, siamo promotori della campagna #AcquistiAmoLocale» precisa il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti che prosegue: «L’acquisto di prodotti e servizi realizzati da imprese artigiane e micro piccole imprese locali è una scelta etica a sostegno del territorio, che genera valore per l’acquirente, per chi produce un bene o eroga un servizio, per la filiera e per la comunità. Tra incertezze e timori gli artigiani e piccoli imprenditori si sono rimboccati le maniche per far ripartire l’Italia da subito dopo il lungo lockdown e non si sono arresi, ma ora è necessario sostenerli, prima che sia troppo tardi».

La spesa di dicembreA dicembre vale 24,5 miliardi la spesa delle famiglie italiane per l’offerta tipica del Natale: stando ai dati Instat, nella spesa storica degli ultimi 3 anni spicca la Lombardia con i suoi 4,3 miliardi (il 17% totale nazionale). A livello provinciale a dicembre si superano i 500 milioni di euro in regali di Natale a Roma con 1.899 milioni, Milano con 1.533 milioni, Napoli (1.074), Torino (1.036 milioni) e al quinto posto Brescia con 529 milioni. L’Osservatorio di Confartigianato sottolinea lo studio con un dato: le MPI che intercettano la spesa dell’offerta natalizia producono a loro volta catena di valore e ogni 100 euro di fatturato ne destinano 71,9 per l’acquisto di beni e servizi, favorendo così una vasta domanda dei settori dell’indotto: legno, metallo, vetro, gomma-plastica, meccanica, tessile, servizi di trasporto e logistica, servizi digitali e amministrativi. «L’acquisto di prodotti e servizi realizzati da imprese artigiane e micro piccole imprese locali è una scelta etica a sostegno del territorio e che genera valore per l’acquirente, per il destinatario del dono e per la comunità. A Brescia sono 6.909 (su 47mila imprese artigiane lombarde coinvolte), per lo più imprese famigliari, attive in 43 settori in cui si realizzano prodotti artigianali e offrono servizi di qualità che possono essere intercettati dai regali in occasione del Natale. Scegliere i prodotti artigiani offferti sul nostro territorio non vuole dire solo sotenere l’impresa, l’imprenditore, oltre 22mila addetti, ma anche il benessere della comunità: durante il lockdown abbiamo rilevato che il 58% delle micro e piccole imprese bresciane ha sostenuto o realizzato iniziative di interesse collettivo esterne all’impresa, per lo più iniziative sportive, umanitarie, culturali, di contrasto alla povertà, assistenziali. Impegno confermato proprio durante l’emergenza sanitaria, con il 33% delle micro imprese bresciane che si sono attivate per supportare la comunità in cui vivono e operano – prosegue il presidente Massetti il 34,5% ha partecipato a iniziative per sostenere fasce di popolazione più deboli, il 21,2% ha donato dispositivi di protezione, il 19,5% ha partecipato ad iniziative promosse dall’associazione, il 10,8% ha organizzato e raccolto fondi per ospedali e protezione civile. Acquistare prodotti realizzati da imprese artigiane e da micro e piccole imprese significa dare valore al lavoro e sostegno all’occupazione, sostenere la qualità e la professionalità del prodotto e del servizio offerto, sostenere il “Made in Italy” conosciuto e apprezzato all’estero e che affonda le sue radici proprio sul territorio e che ci rende unici nel mondo».

Turismo, dal 10 dicembre aperte le domande per i ristori della Regione

in Bandi/Economia/Istituzioni/Regione by
Turismo, foto generica da Pixabay

“A partire dal 10 dicembre i professionisti e gli operatori del turismo potranno presentare la domanda per ottenere le risorse previste dalla misura ‘Sì Lombardia’: un sostegno importante per un settore particolarmente colpito dalla crisi economica. Regione Lombardia dimostra con i fatti di essere vicina a migliaia di famiglie in difficoltà, nella convinzione che il 2021 possa essere un anno di rilancio per un comparto fondamentale per l’economia nazionale e regionale”.
Lara Magoni, assessore regionale al Turismo, Marketing territoriale e Moda, commenta così l’apertura della ‘finestra 4’ del nuovo provvedimento nell’ambito dell’iniziativa ‘Sì! Lombardia’, che rientra nel più ampio piano di finanziamenti denominato ‘Rilancio Lombardia’.

A partire dalle ore 15 del prossimo 10 dicembre, le microimprese appartenenti alla filiera del turismo potranno inviare le domande per ottenere un indennizzo una tantum di 1.500 euro. Sono sei le finestre previste dal nuovo bando di Regione Lombardia. In particolare, la ‘finestra 4’ si compone delle categorie: attività culturali e dello spettacolo; sport e intrattenimento bambini; turismo; trasporti persone. Le risorse finanziarie destinate complessivamente a queste filiere produttive ammontano a 7.3030.849 euro.

I beneficiari del settore del turismo sono i seguenti:
Codice Ateco 79.90: Altri servizi di prenotazione e attività connesse;
Codice Ateco 79.90.1: Altri servizi di prenotazione e altre attività di assistenza turistica non svolte dalle agenzie di viaggio;
Codice Ateco 79.90.11: Servizi di biglietteria per eventi teatrali, sportivi ed altri eventi ricreativi e di intrattenimento;
Codice Ateco 79.90.19: Altri servizi non svolti da agenzie di viaggio;
Codice Ateco 74.30.00: Traduzione ed interpretariato.

“Si tratta di interventi – aggiunge Lara Magoni – mirati a sostegno di famiglie, lavoratori e imprese lombarde dimenticate dal Governo. Il nostro principio ispiratore è quello di ‘non lasciare indietro nessuno’, semplificando al massimo le pratiche burocratiche per ottenere le risorse e velocizzandole. Nel giro di un mese i soldi sono sul conto corrente. Ecco come si aiutano, concretamente, i cittadini. Regione Lombardia, ancora una volta, risponde presente”.

Le domande dovranno essere presentate entro il 15 dicembre 2020 alle ore 17, utilizzando esclusivamente il sistema informatico ‘Bandi Online’ di Regione Lombardia https://www.bandi.regione.lombardia.it/.

Il termine massimo di conclusione del procedimento per ogni domanda, dalla concessione alla liquidazione dell’erogazione, sarà di 30 giorni a decorrere dalla presentazione della domanda medesima.

Disoccupata con una figlia e 350mila euro di debiti con le banche: pagherà solo se troverà un lavoro

in Economia/Finanza by

La 50enne di Forlì – assistita dallo studio Pagano & Partners di Brescia – vive oggi con il reddito di cittadinanza: tra quattro anni, se rispetterà la proposta avanzata e approvata dal Tribunale, sarà completamente libera dai debiti

E’ una decisione che farà scuola quella presa recentemente dal tribunale di Forlì, in Emilia-Romagna, dove una donna – assistita dallo studio legale bresciano Pagano & Partners – si è trovata sulle spalle 350mila euro di debiti. Una cifra che non avrebbe mai potuto pagare, visto che la 50enne vive con il reddito di cittadinanza e deve anche mantenere una figlia piccola. Applicando la legge 3/2012, conosciuta anche come “ammazza-debiti”, però, i giudici hanno stabilito un principio quasi rivoluzionario: se troverà un lavoro “vero”, la donna pagherà quanto potrà nei prossimi quattro anni. Altrimenti, al termine di quel periodo, si vedrà comunque cancellata l’intera somma.

La 50enne, nel 2003, aveva aperto un’attività commerciale con un socio. Poi, nel 2007, ne aveva rilevato le quote recuperando la cifra necessaria con un finanziamento. Ma nel 2012, a causa della crisi, ha dovuto chiudere. E nel frattempo è intervenuta la burrascosa separazione con il padre della figlia, con cui nel 2008 aveva anche stipulato un mutuo da 200mila euro per comprare casa.

La relazione si è interrotta dopo pochi mesi e l’uomo le ha lasciato un conto pesante, rifiutandosi perfino di versare denaro per il mantenimento della minore. Fino al 2013 la 50enne è comunque riuscita a pagare le rate, acquistando anche la quota della casa che era dell’ex compagno. Ma, dopo la chiusura della sua attività, ha dovuto ricorrere a continui prestiti per pagare i debiti pregressi e far fronte alle spese del quotidiano. Finché non ha potuto più onorare gli impegni e la casa – pochi mesi fa – è stata venduta all’asta (a un quarto del mutuo stipulato inizialmente).

A quel punto la donna, disperata, si è rivolta allo studio legale Pagano & Partners, che ha chiesto ai giudici – e ottenuto – l’applicazione della legge 3/2012.

“Il tribunale di Forlì – spiega l’avvocato Monica Pagano, che ha seguito il caso con il collega Matteo Marini – ha ribadito un principio importante, che sta alla base della legge: ciascuno deve pagare quanto può e nessuno può essere ‘condannato’ ai debiti a vita. Secondo quanto stabilito dal giudice, a fronte di 348.800 euro di debiti, la donna verserà nella procedura i 53mila euro derivanti dalla vendita all’asta della casa. Poi, se riuscirà a trovare un lavoro o altre fonti di reddito, metterà a disposizione dei creditori una parte dei suoi ricavi (tolte le spese necessarie per vivere) per i prossimi quattro anni. Ma, tanto più di questi tempi, non è certo facile trovare lavoro per una donna di 50 anni e anche nella malaugurata ipotesi che ciò non dovesse accadere – conclude l’avvocato – al termine dei quattro anni la donna potrà comunque richiedere l’esdebitazione. Cioè la cancellazione completa dei quasi 300mila euro di debiti rimanenti”.

Confindustria Brescia: per ogni dipendente 600 euro di spesa extra a causa del Covid

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Salute by
  • Il dato riguarda la somma tra la spesa media a carico delle aziende per i costi di gestione (mascherine, sanificazione, disinfettanti, pulizia locali), pari a 458 euro, e per quelli “una tantum” (termoscanner, barriere protettive), che si attestano a 152 euro.
  • A evidenziarlo è la nona edizione del Booklet Economia a cura del Centro Studi, che contiene – oltre ai principali indicatori economici della Provincia di Brescia – uno specifico approfondimento sull’impatto del Coronavirus.

Brescia, 7 dicembre 2020 – Dall’inizio del lockdown, le aziende bresciane hanno speso in media 610 euro a dipendente per i costi di sicurezza legati all’applicazione del Protocollo aziendale Covid-19: il dato riguarda la somma tra la spesa media per i costi di gestione (mascherine, sanificazione, disinfettanti, pulizia locali), pari a 458 euro, e per quelli “una tantum” (termoscanner, barriere protettive), che si attestano a 152 euro.

A evidenziarlo è la nona edizione del Booklet Economia, documento realizzato dal Centro Studi di Confindustria Brescia – disponibile in formato digitale –, e contenente informazioni su tutti i principali indicatori economici bresciani aggiornati al 30 ottobre.

“I numeri raccolti dal Centro Studi di Confindustria Brescia evidenziano il forte impegno, anche economico, messo in atto dalle nostre aziende sul tema della sicurezza – commenta Giuseppe Pasini, Presidente di Confindustria Brescia –. Si tratta di un versante su cui abbiamo compiuto numerosi e importanti sforzi negli ultimi anni. Nonostante ciò, il Covid-19 ha rappresentato una sfida inedita e drammatica da affrontare. Ci siamo fatti trovare pronti: siamo stati la prima provincia in Italia a realizzare un protocollo condiviso con i sindacati per il rientro al lavoro, nello scorso mese di aprile, e abbiamo proseguito nei mesi successivi rispettando e implementando gli accordi presi. Una sfida che abbiamo vinto, come testimonia il fatto che nessuna fabbrica bresciana è divenuta focolaio dell’epidemia.”

Oltre ai principali dati economici bresciani, nel Booklet è presente un’apposita sezione dedicata all’impatto del Covid-19 sul sistema bresciano. In particolare, gli operatori interpellati hanno dichiarato, per il periodo gennaio-settembre 2020, in media un calo per­centuale del fatturato del 9% rispetto ai primi nove mesi 2019.

Riguardo alle misure di gestione del personale adottate dalle imprese in seguito all’emergenza sanitaria: l’85% degli intervistati ha dichiarato di aver utilizzato la Cassa Integrazione Guadagni; il 77% di aver introdotto o intensificato lo smart working; il 64% di aver fatto ricorso alle ferie obbligatorie; il 56% di aver ridotto le ore di lavoro; il 25% di aver rinviato le assunzioni previste; il 17% di aver fatto formazione aggiuntiva del personale; il 16% di non aver prorogato i contratti a termine.

Per quanto riguarda i costi “una tantum” (termoscanner, barriere protettive) per l’applicazione del Protocollo aziendale Covid-19, le aziende hanno dichiarato una spesa media per dipendente pari a 152 euro, con punte più elevate nei settori: legno e minerali non metalliferi (319 euro), meccanica (155) e metallurgia (187). Tra le classi dimensionali, la spesa risulta più elevata per le piccole imprese (179 euro) e per le medie (167), rispetto alle micro e a quelle di maggiore dimensione.

In merito ai costi di gestione (mascherine, sanificazione, disinfettanti, pulizia locali) per l’applica­zione del Protocollo aziendale Covid-19, gli operatori hanno dichiarato di dover sostenere, dall’inizio del lockdown fino alla fine di quest’anno, una spesa media per dipendente pari a 458 euro, con costi più elevati nell’alimentare (607 euro), legno e minerali non metalliferi (475), meccanica (480) e, a livello dimensionale, nelle piccole (501 euro) e medie aziende (477).

Value China della bresciana Neoesperience è partner italiano di ByteDance

in Economia/Innovazione/Tech by
Neosperience, foto da ufficio stampa

Neosperience S.p.A., uno dei principali player nel settore della Digital Customer Experience, quotata su AIM Italia dal 20 febbraio 2019, comunica che la controllata Value China ha siglato in data odierna una partnership strategica con ByteDance, una delle più grandi “aziende unicorno” tech al mondo, e proprietaria di TikTok e altre App di successo.

Scopo della collaborazione è permettere alle aziende italiane di promuoversi efficacemente su alcune delle piattaforme di short video più utilizzate da utenti cinesi e non. Negli ultimi anni infatti le app di brevi contenuti video – prime fra tutte TikTok e la controparte cinese Douyin – hanno visto una diffusione sempre maggiore e la crisi del Covid-19 non ha fatto altro che accelerare la crescita di un’industria già in piena espansione. In Cina 7 utenti di telefonia mobile su 10 utilizzano attivamente le piattaforme di short video.  

La partnership con ByteDance si segue una serie di accordi siglati da Value China con altri colossi cinesi tra cui Tencent, società proprietaria dell’App WeChat, come da comunicato stampa del 20 gennaio 2020.  

Luca Qiu, CEO di Value China, al riguardo afferma: “Il nostro obiettivo è sempre stato quello di trovare servizi innovativi e all’avanguardia per i nostri clienti, in un mercato in continuo cambiamento ed evoluzione come quello cinese. Siamo davvero soddisfatti dei risultati raggiunti”. 

Dario Melpignano, Presidente del Gruppo Neosperience dichiara: “Siamo davvero orgogliosi di questa partnership perché conferma ancora una volta la validità della strategia che stiamo portando avanti con la controllata Value China, volta a creare sinergie con grandi player del settore tech. Con quest’ultimo accordo diventiamo il primo partner in Italia di ByteDance, azienda di risonanza globale grazie a TikTok”. L’accordo firmato tra le due aziende è di particolare rilievo in quanto è la prima volta che il gruppo cinese sigla una partnership di questo tipo con un’azienda italiana.  

“Abbiamo lavorato a questa partnership per mesi – ha dichiarato Anna Ye, Managing Director di Value Chinae siamo felici di portare valore al mercato e di offrire ai nostri clienti questa grande opportunità”. 

Il giovane team italo cinese diValue China non intende fermarsi con questo accordo e continua ad impegnarsi per sfruttare appieno gli ecosistemi dei più grandi player tech cinesi con l’intento di promuovere i territori e le eccellenze italiane in Cina.  

*** 

ByteDance, nata nel 2012, ha raggiunto l’apice del successo grazie a TikTok, una delle app più utilizzate al mondo, e a Douyin, app di short video che conta più di 400 milioni di utenti in Cina, che è la versione originale cinese di TikTok. Altro prodotto di punta dell’azienda cinese ma meno conosciuto in occidente è Toutiao, la più grande piattaforma di informazioni e content creation in Cina, con 120 milioni di utenti attivi al giorno.  

Value China è una start up nata nel 2019, controllata del gruppo Neosperience e affermatasi nello sviluppo di tecnologie di marketing e digital commerce per il mercato cinese. Value China è composta da un team cross culturale, costituitosi con la mission di connettere strettamente Cina ed Italia, offrendo servizi digitali completi e su misura alle aziende che vogliono aprirsi al mercato cinese. Come partecipata del gruppo Neosperience, fornisce soluzioni di digital marketing basate sull’intelligenza artificiale per incentivare la customer engagement e la fedeltà dei clienti.  

Neosperience è una PMI innovativa quotata all’AIM Italia che opera come “software vendor”, recentemente indicata da Gartner come unica realtà italiana, tra le sei società produttrici di software più innovative al mondo, insieme a Salesforce e SAS. Fondata a Brescia nel 2006 da Dario Melpignano e Luigi Linotto, rispettivamente Presidente e Vice Presidente Esecutivo, la società è attiva nel settore della Digital Customer Experience con Neosperience Cloud: la piattaforma software alla base di numerose Solution che grazie all’Intelligenza Artificiale permettono alle aziende di offrire ai propri clienti un’esperienza digitale personalizzata ed empatica, con cui attrarre nuovi clienti e aumentare il valore dei clienti esistenti. Tra le aziende clienti di Neosperience figurano società leader nel settore della moda, del retail e dei servizi finanziari.

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