Nel terzo trimestre del 2018 – rileva una nota dell’Ufficio Studi e Ricerche AIB – l’attività produttiva delle imprese manifatturiere bresciane subisce un arresto, in buona parte dovuto alla tradizionale chiusura delle aziende nel periodo estivo.
La tendenza positiva del made in Brescia, in atto dal primo trimestre del 2015, viene comunque confermata, ma risulta relativamente più debole. Questo, in linea con il contesto nazionale, in cui gli indicatori congiunturali confermano un rallentamento dell’attività, per il minor supporto della domanda interna (consumi e investimenti).
Nel dettaglio, la produzione industriale in provincia di Brescia registra un calo congiunturale del 2,8%: in termini destagionalizzati (al netto degli effetti derivanti dal minor numero di giorni lavorativi nel trimestre estivo rispetto a quello precedente) rileva un aumento dello 0,1%. Il tasso tendenziale (variazione dell’indice nei confronti dello stesso periodo dell’anno scorso) risulta positivo per la ventesima rilevazione consecutiva (+2,7%), ma in frenata rispetto a quanto registrato nei trimestri precedenti. Il tasso acquisito, la variazione media annua che si avrebbe se l’indice della produzione non subisse variazioni fino alla fine del 2018, è pari a +2,5%. Il recupero dai minimi registrati nel terzo trimestre 2013 si attesterebbe così al 14% circa, mentre la distanza dal picco di attività pre-crisi (primo trimestre 2008) sarebbe di poco inferiore al 22%.
L’artigianato manifatturiero bresciano – secondo il Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia – segna nel terzo trimestre una decelerazione che frena il percorso di crescita lento, ma costante, intrapreso dalla seconda metà del 2016. Tra luglio e settembre la produzione è diminuita sul trimestre precedente dello 0,6%, il fatturato dello 0,3%, gli ordini dello 0,9%. Il tasso di utilizzo degli impianti è calato al 69,8% (contro il 72,5% del 2° trimestre).
Nonostante il rallentamento trimestrale, il quadro complessivo tendenziale rimane parzialmente positivo. La produzione è cresciuta dello 0,5%, il fatturato dell’1,2%, gli ordini, all’opposto sono calati dello 0,4%. I risultati dei primi tre trimestri permettono di tracciare un quadro, seppur parziale, dell’andamento del comparto nel 2018. Nella media dei primi tre trimestri 2018, la produzione è cresciuta, su base annua, del 2,5%, il fatturato del 4,4% e gli ordini del 2,4%.
I principali indicatori dell’industria:
§ Con riferimento ai settori, l’attività produttiva è diminuita significativamente nei comparti: metallurgico e siderurgico (-4,6%) e meccanica tradizionale e costruzione di mezzi di trasporto (-4,4%). E’ diminuita con minore intensità nel maglie e calze (-2,7%), chimico, gomma, plastica (-1,8%), abbigliamento (-1,6%), tessile (-1,5%), calzaturiero (-1,0%), meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche (-0,9%), materiali da costruzione ed estrattive (-0,9%), legno e mobili in legno (-0,5%), agroalimentare e caseario (-0,3%). È invece aumentata nel settore carta e stampa (+0,3%).
§ Le vendite sul mercato italiano sono aumentate per il 10% delle imprese, diminuite per il 52% e rimaste invariate per il 38%. Le vendite verso i Paesi comunitari sono incrementate per il 9% degli operatori, scese per il 32% e rimaste stabili per il 59%; quelle verso i Paesi extra UE sono cresciute per l’8%, calate per il 29% e rimaste invariate per il 63% del campione.
§ I costi di acquisto delle materie prime sono saliti per il 25% delle imprese, con un incremento medio dello 0,6%. I prezzi di vendita dei prodotti finiti sono stati rivisti al rialzo dal 12% degli operatori, per una variazione media dello 0,2%.
§ Le aspettative a breve termine appaiono coerenti con la prosecuzione della fase di moderata espansione del manifatturiero provinciale. La produzione è prevista in aumento da 31 imprese su 100, stabile dal 56% e in flessione dal rimanente 13%.
§ Gli ordini provenienti dal mercato interno sono in aumento per il 29% degli operatori, stabili per il 60% e in calo per l’11%; quelli dai Paesi UE sono in crescita per il 15% degli operatori del campione, invariati per il 70% e in flessione per il 15%; quelli provenienti dai mercati extracomunitari sono in incremento per il 17% delle imprese, stabili per il 70% e in diminuzione per il 13%.
I principali indicatori dell’artigianato:
§ Il fatturato del comparto artigianato chiude il trimestre con risultati tendenziali positivi sebbene in leggera decelerazione rispetto a inizio anno, grazie al sostegno del fatturato interno.
§ Gli ordini nel complesso sono diminuiti dello 0,4%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, risultato che ha invertito il trend positivo in atto dalla fine del 2016. Entrambe le componenti, estera ed interna, hanno contribuito al calo registrato, anche se determinanti sono stati gli ordini provenienti dal mercato interno (-0,4%) che rappresentano la quota più consistente.
§ L’occupazione, al netto degli effetti stagionali, chiude il terzo trimestre con una leggera variazione positiva (+0,4%) anch’essa in decelerazione rispetto al risultato del trimestre scorso (+1,2%). Il ricorso alla Cassa Integrazione è in aumento rispetto ai livelli dello scorso trimestre, la quota di imprese che ne ha fatto ricorso si colloca al 3,1 % contro l’1,5% del 2° trimestre.
§ Le attese degli imprenditori artigiani per la fine dell’anno sono moderatamente positive con riferimento alla produzione, al fatturato, alla domanda estera ed all’occupazione anche se resta molto alta la quota di imprenditori che prevedono una sostanziale stabilità. Sul fronte della domanda interna il saldo tra le ipotesi di aumento e diminuzione vede prevalere i secondi (-3,9%).
L’Indagine AIB viene effettuata trimestralmente su un panel di 250 imprese associate appartenenti al settore manifatturiero. L’indagine sull’artigianato della Camera di Commercio, la cui fonte è l’indagine congiunturale Unioncamere Lombardia, ha coinvolto 192 imprese della provincia, pari a una copertura campionaria del 100%.