Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

Monthly archive

Giugno 2016 - page 6

Immobiliare in Lombardia: 68 mila imprese, business da 13 miliardi

in Economia/Edilizia/Tendenze by

Con oltre 68 mila imprese, il comparto immobiliare lombardo pesa circa un terzo su quello nazionale (249 mila imprese). In Lombardia il settore conta 43 mila addetti (circa un quarto dei 174 mila italiani) e genera affari per 13 miliardi (40% del totale nazionale), di cui 9 solo a Milano. A Milano si concentrano 30 mila imprese, 1/8 del totale nazionale, 8 mila a Brescia, 6 mila a Bergamo, Monza e Varese e 4 mila a Como. Gli addetti sono: 25 mila a Milano, 4 mila a Brescia, 3 mila a Bergamo e Monza. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese 2015.

Acciaio: cala la siderurgia cinese, cresce quella italiana

in Acciaio/Economia/Tendenze by

L’Ufficio Studi di Siderweb – il principale organo nazionale di informazione e consulenza dedicato al mercato siderurgico – propone l’ultimo aggiornamento della CONGIUNTURA SIDERURGICA, analisi dei principali indicatori (produzione, commercio estero e trend delle quotazioni) dell’acciaio italiano, europeo e mondiale.

Il primo quadrimestre del 2016 ha fatto registrare una contrazione dell’output di acciaio grezzo. Inoltre, benchè sforni il 50% della produzione mondiale, la siderurgia cinese ha evidenziato un calo rispetto al periodo gennaio – aprile del 2015. Ancora verso il basso la produzione europea, mentre quella italiana torna a vedere il segno «+», anche se l’utilizzo della capacità produttiva è del 15% inferiore rispetto alla media mondiale.

GIUGNO 2016, LA CONGIUNTURA SIDERURGICA

elaborazione a cura dell’Ufficio Studi di Siderweb

Lo scenario mondiale

Nel primo quadrimestre del 2016, la produzione mondiale di acciaio è stata pari a 521,3 milioni di tonnellate, con un decremento del 2,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva globale è così sceso al 67%, confermando il trend decrescente in corso dal 2011. Il primo quadrimestre di quest’anno è stato caratterizzato ancora dal calo della produzione cinese che, con un output di 261,4 milioni di tonnellate, è diminuita del 2,3%, corrispondente a 6,2 milioni di tonnellate in meno. Ciononostante, la Cina da sola continua a produrre il 50% dell’acciaio nel mondo. A livello continentale, l’Asia mantiene la propria leadership, sebbene l’output complessivo si sia ridotto del 2%. Tra i grandi produttori asiatici, solo l’India ha aumentato la produzione nel primo quadrimestre di quest’anno (+2,3%); il Giappone (secondo produttore mondiale) l’ha ridotta del 2,3% e la Corea del Sud del 2,4%. La produzione ha registrato una riduzione più marcata nell’Unione Europea (-6,5%), mentre è tornata a crescere nella Confederazione di Stati Indipendenti (+0,4%) e in Turchia (+2,8%). Nell’Unione Europea, la diminuzione della produzione siderurgica ha interessato in misura diversa i principali paesi produttori: Germania (-2,3%), Spagna (-8,3%), Francia (-11,1%), Regno Unito (-37,4%).

La siderurgia italiana

La produzione italiana si è attestata nei primi quattro mesi di quest’anno a 7,9 milioni di tonnellate, con un incremento dell’1,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, dovuto alla forte crescita del mese di aprile (+14,5%). Con riferimento al processo produttivo, nel primo quadrimestre di quest’anno l’aumento della produzione ha riguardato principalmente il ciclo da altoforno, mentre quello da forno elettrico ha ridotto l’output complessivo. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva complessiva si è attestato intorno al 55%, 15 punti in meno rispetto a quello mondiale.

La produzione di laminati piani a caldo è stata pari a 3,8 milioni di tonnellate, con un aumento del 6,9% rispetto al primo quadrimestre del 2015. La produzione di laminati lunghi si è attestata a 3,9 milioni di tonnellate, con un calo del 4,8%.

Le esportazioni

Nei primi tre mesi del 2016 (ultimo dato disponibile), le vendite all’estero di prodotti siderurgici sono ammontate a 4,2 milioni di tonnellate, con un aumento dello 0,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le esportazioni nei paesi dell’UE, pari al 73% del totale, sono aumentate del 10,7%, mentre quelle verso i paesi extra UE sono diminuite del 24,7%. Le vendite all’estero di laminati piani sono aumentate di circa il 15%, mentre quelle di laminati lunghi sono diminuite del 7,5%. Le esportazioni di semilavorati (lingotti, billette e bramme) sono diminuite dell’1,1%, mentre quelle di tubi hanno registrato un calo del 5%, imputabile ai tubi senza saldatura che hanno risentito della diminuzione degli investimenti nell’oil & gas.

Le importazioni

Nei primi tre mesi del 2016 le importazioni di prodotti siderurgici si sono attestate a 6,4 milioni di tonnellate, con un incremento di circa il 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, dovuto soprattutto agli acquisti da paesi terzi, che sono aumentati del 12,1%, contro il 7,2% di quelli dai paesi comunitari. L’incremento più consistente è stato registrato dai laminati piani (+11,8%), in particolare dai paesi extra UE (+18,5%). Le importazioni di laminati lunghi sono rimaste sostanzialmente invariate rispetto allo stesso periodo del 2015. Le importazioni di tubi sono diminuite del 7%; il calo è dovuto soprattutto ai tubi senza saldatura. Infine, gli acquisti all’estero di semilavorati sono cresciuti di circa il 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Le previsioni a breve termine

Le previsioni per i prossimi mesi sono leggermente più positive rispetto a quelle del secondo trimestre: il consumo reale di acciaio nell’UE dovrebbe passare da un tasso di crescita dell’1,2% all’1,5%, ma il consumo apparente continuerà a manifestare segni meno: rispetto ad una diminuzione dello 0,2%, nel secondo trimestre si passerebbe infatti ad una diminuizione dello 0,4% nel terzo trimestre. Ciò sta a significare che, ancora per qualche mese, la ripresa della domanda reale di acciaio verrà soddisfatta con la diminuzione delle scorte.

Per quanto riguarda le esportazioni, il rallentamento della crescita economica nei principali paesi emergenti avrà un effetto depressivo sulla domanda di acciaio mondiale, quindi sulle esportazioni da parte dei paesi sviluppati. Al contrario, l’eccesso di capacità produttiva in alcuni paesi emergenti, soprattutto la Cina, manterrà elevato il livello delle esportazioni di acciaio verso i paesi sviluppati, con un effetto di compressione sui margini delle imprese siderurgiche di questi paesi.

Prezzi: inversione di tendenza nella seconda metà di maggio

A maggio, i prezzi dell’acciaio in Italia cambiano direzione. Il recupero delle quotazioni, in atto da inizio febbraio, si è infatti interrotto a partire dalla parte conclusiva del mese scorso, quando il mercato ha invertito la rotta. Lo si può notare dalla curva descritta dal grafico del Siderindex (ovvero l’indice che misura il prezzo medio alla tonnellata dell’acciaio al carbonio sul mercato italiano) che è tornato a puntare verso il basso.

Entrando maggiormente nel dettaglio, a maggio il valore del Siderindex si è attestato a 340,55 euro la tonnellata, con un forte incremento rispetto al livello di aprile (+21,6%), tornando su livelli che non si vedevano da settembre 2014. Nell’ultima rilevazione di maggio, però, l’indice è sceso a 339,49 euro la tonnellata rispetto ai 345,57 euro la tonnellata della rilevazione precedente, confermando il calo anche nella prima rilevazione di giugno (331,31 euro la tonnellata). Dal picco massimo del 18 maggio, la riduzione dei prezzi è del 4,1%, mentre l’indice all’8 giugno rimane del 43,1% superiore al livello di inizio 2016.

A maggio, per quanto concerne i prodotti piani, le quotazioni medie mensili dei coils sono cresciute di circa 60 euro la tonnellata rispetto alla media del mese precedente, mentre le lamiere da treno sono rincarate di circa 75 euro la tonnellata. Nei lunghi il tondo e la vergella da trafila recuperano circa 75 euro la tonnellata, mentre travi e laminati limitano il guadagno a 45 euro la tonnellata.

Infine, il rottame si posiziona su livelli più elevati rispetto ad aprile: il mese scorso il valore medio registrato per la materia prima delle categorie 01-E3, 33-E40, 50-E8, 41-E5M (le quattro principali qualità di rottame vendute sul mercato nazionale) è stato di 220,4 euro la tonnellata, contro i 192,5 euro la tonnellata di aprile, per un incremento del 14,5%.

Iseo, entra nel vivo la scuola dei Nobel

in Economia/Eventi/Formazione by

E’ entrata nel vivo la 13˚ edizione della I.S.E.O Summer School (11-18 Giugno), il prestigioso corso estivo di Economia promosso dall’Istituto I.S.E.O.
Ad aprire le danze, nelle prime giornate della scuola estiva iseana, tre degli economisti più noti e influenti al mondo: si tratta di Michael Spence e Joseph Stiglitz, entrambi premi Nobel per l’Economia 2001, ma anche di Angus Deaton il premio Nobel “in carica”.
I relatori hanno tenuto lezioni e aperto dibattiti con i 70 partecipanti della I.S.E.O Summer School: si tratta di giovani ricercatori, studenti master e phd, provenienti da 28 Paesi e ben 54 Università sparse in tutto il mondo. Menti brillanti che ogni anno, a fine giugno, vengono sul bresciano per apprendere e discutere con i grandi nomi dell’Economia.
E se il tema della scuola è quest’anno di ampio respiro (“Nuove sfide ed opportunità per l’economia globale” il titolo), i Nobel non si sono tirati indietro dal commentare temi di scottante attualità. A partire delle diseguaglianze globali.
“Stiglitz è uno di quegli economisti che non hanno paura a dire le cose come stanno- spiega Felix Kimm, un partecipante proveniente dalla Germania, dottorando di ricerca all’Università di Monaco- La crescita della diseguaglianza negli ultimi anni è dovuta, principalmente, alla politica e a scelte politiche ben precise. E continuiamo a darla per assodata: la diseguaglianza è un fenomeno che non ci sorprende più nè tantomeno ci scandalizza”.
“E’ anche una questione di educazione, nell’accezione inglese del termine- gli fa eco un’altra partecipante, Laura Rocca, dell’Università di Brescia- Come ci ha spiegato bene Stiglitz nella sua lezione, una possibile riduzione delle diseguaglianze viene dal garantire l’accesso a scuole pubbliche di buon livello a tutta la popolazione. E negli Stati Uniti questa opportunità è solo un miraggio”.
A giudicare invece i Nobel non solo in qualità di accademici ci ha pensato Hana Lipovska, dalla Masaryk University in Repubblica Ceca: “Sono sorpresa nel vedere come questi grandi pensatori siano a completa disposizione degli studenti in qualsiasi momento: si fermano a discutere con noi in ogni occasione, dalla colazione alla cena. Si capisce che il confronto li stimola e per noi è un onore irripetibile”.
Per l’istituto I.S.E.O, oltre alle lezioni in programma fino a fine settimana, c’è un altro importante appuntamento in calendario: venerdì alle 14 l’università degli studi di Brescia ospiterà il 49˚ convegno internazionale dell’Istituto promosso proprio in collaborazione con il dipartimento di Economia dell’ateneo bresciano. Il tema al centro dell’incontro è di grande attualità: la crisi economica del 2008 ha visto una crescita significativa della disoccupazione, spingendo molti Paesi a tagliare la spesa sanitaria pubblica.  Serve investire in “scienza e ricerca”, sviluppando strategie innovative che permettano di rendere finanziariamente sostenibili progetti che spesso sono considerati troppo rischiosi o con orizzonti temporali eccessivamente estesi. Il convegno si concentrerà dunque su alcuni casi specifici, come quello della ricerca medica e biomedica per la cura del cancro e Alzheimer, su cui ricercatori del MIT di Boston hanno di recente proposto alcune forme di “ingegneria finanziaria” raccogliendo grande interesse specie negli Stati Uniti.
Al tavolo dei relatori si alterneranno Roberto Savona (professore dell’Università degli Studi di Brescia), Angus Deaton (premio Nobel per l’Economia 2015), Roger Stein (professore dell’MIT di Boston) e Guido Rasi (Executive Director dell’European Medicines Agency). L’incontro è a partecipazione gratuita, con prenotazione obbligatoria dei posti su www.istiseo.org.

Ponte di Christo, i sindacati: 600 lavoratori pagati con i voucher si poteva far di più?

in Economia/Sindacati/Turismo by

Seicento lavoratori e lavoratrici impegnati dal 18 giugno al 3 luglio sul Ponte di Christo verranno pagati con i voucher. Si poteva fare di più? A domandarlo è una nota congiunta di Damiano Galletti (Segretario Generale CGIL Brescia), Gabriele Calzaferri (Segretario Generale CGIL Vallecamonica  e Sebino), Francesco Diomaiuta (Segretario Generale CISL Brescia) e Mario Bailo (Segretario Generale UIL Brescia).

La notizia – si legge nel comunicato – “ è stata data ieri in Prefettura dagli stessi responsabili della società The Floating Piers nel corso di un incontro con i sindacati. Già operativi, assunti tramite un’agenzia di lavoro interinale, 80 addetti alla sicurezza e, attraverso un’altra società, una trentina di persone a tempo determinato. I 600 assunti con i voucher saranno suddivisi in turni di sei ore e avranno diritto a un giorno di riposo settimanale; 10 minuti di pausa, e pasto pagato al termine del turno. Chi lavorerà di notte avrà un voucher aggiuntivo”.

Secondo quanto dichiarato dagli stessi responsabili della società, a consigliare la strada dei voucher sarebbe stato lo stesso Ispettorato provinciale del Lavoro. Ma i segretari di Cgil, Cisl e Uil ribadiscono nel comunicato “la loro preferenza per un meccanismo di maggiore tutela delle condizioni di lavoro”. «Ribadiamo che non siamo contrari all’evento, grande opportunità per il territorio – affermano in una nota i sindacati -, ma un maggior confronto preventivo avrebbe aiutato ad individuare possibili strumenti contrattuali di maggiore tutela per gli oltre 600 lavoratori e lavoratrici per tutta la durata della manifestazione. La manifestazione era annunciata da tempo ed un maggior coinvolgimento avrebbe aiutato., così come avvenuto con  il personale di terra, che nelle stesse settimane sarà impegnato in negozi, ristoranti e alberghi dove, sindacati e associazioni di categoria sono risuciti a sottoscrivere un accordo per i lavoratori e le lavoratrici. Altre strade, quindi, erano facilmente percorribili”.

Brescia, con Banca Santa Giulia arriva il Nobel Deaton

in Banche/Economia/Formazione by

Continua con un evento di livello internazionale l’impegno di Banca Santa Giulia a sostegno di Università e istituti di ricerca per promuovere la divulgazione di informazioni corrette e accurate sui temi dell’economia e della finanza.

Dopo il partecipato dibattito sul tema “Gestire i rapporti banca-impresa alla luce delle ultime direttive europee (bail in)”, che si è tenuto lo scorso 14 aprile alla biblioteca della Facoltà di Economia di Brescia, infatti, l’istituto guidato da Marco Bonometti e Daniela Grandi ha deciso di dare il proprio contributo anche all’appuntamento del 17 giugno promosso dall’Istituto I.S.E.O. in collaborazione con l’ateneo.

Quel giorno, l’Aula Magna del Dipartimento di Economia e Management di via San Faustino 74/b ospiterà il convegno “Ricerca, economia e finanza” nel quale verranno proposti nuovi percorsi e meccanismi finanziari innovativi per sostenere la crescita e il welfare in Europa, valutando gli strumenti messi in campo in questo settore dagli Stati Uniti e dedicando un’attenzione particolare a forme di finanziamento innovative ideate per sostenere progetti di ricerca sulla cura contro il cancro, l’Alzheimer e le malattie cosiddette orfane.

Il convegno si aprirà alle 14 con i saluti del rettore dell’Università di Brescia Sergio Pecorelli e del vicepresidente dell’istituto I.S.E.O. Riccardo Venchiarutti. Dalle 14.45, quindi, si terranno gli interventi di Roberto Savona (professore Università degli Studi di Brescia), Angus Deaton (professore Princeton University e Premio Nobel per l’Economia 2015), Roger Stein (professore MIT) e Guido Rasi (direttore European Medicines Agency). L’incontro prevede la traduzione simultanea dall’inglese all’italiano. I lavori si chiuderanno alle 17. La partecipazione è gratuita, è tuttavia necessario riservare i posti a sedere registrandosi sul sito www.istiseo.org.

“Con grande piacere”, sottolinea Daniela Grandi, “abbiamo deciso di sostenere anche questo appuntamento, che incrocia i temi dell’economia, della medicina e del benessere collettivo. La ricerca di nuovi percorsi e strategie per promuovere un welfare sostenibile in un momento di crisi economica è questione di scottante attualità. Il nostro istituto è molto attento a questo tema”, chiosa Grandi, “non a caso ad aprile abbiamo commissionato un’indagine a Cessme (centro studi sulla smart economy le cui attività scientifiche sono coordinate da Piera Levi Montalcini) per conoscere qual è il giudizio dei bresciani e quali sono le loro aspettative sul sistema sanitario e assistenziale della provincia. Presenteremo i risultati nelle prossime settimane”, conclude, “e sono certa susciteranno l’attenzione di molti”.

La bresciana Case Bio premiata da Emanuele Filiberto di Savoia

in Economia/Edilizia/Partner by

Si è svolta a Brescia, presso l’Hotel Vittoria, la cerimonia di consegna del certificato “Eccellenza”, di Emanuele Filiberto di Savoia, a *Case Bio*, impresa lombarda che opera da diversi anni nel settore della bioedilizia. Numerosi i media, gli imprenditori e professionisti del settore edilizio, ma non solo, che hanno partecipato all’evento, moderato brillantemente dal giornalista Massimo Lucidi.

Il marchio denominato “Eccellenza”, che riporta il simbolo di Casa Savoia e il nodo Savoia,è stato ideato dal Principe Emanuele Filiberto di Savoia con l’intento di valorizzare piccole e medie imprese italiane che si distinguono nel proprio settore. Ciò attraverso un marchio di riconoscimento dei valori di eccellenza a garanzia di un prodotto di grande qualità, “autenticamente”italiano, frutto di creatività,passione, tradizione, ricerca e innovazione, ma anche di grande rispetto per l’ambiente e per l’etica del lavoro. Presenti alla cerimonia, insieme a S.A.S. Emanuele Filiberto di Savoia, il Dr. Roberto Passariello e il Dr. Massimo Dutto – rispettivamente Business Developer e Direttore della Comunicazione Bureau Veritas Italia, l’Arch. Paolo Boni e il Geom. Claudio Novelli- Fondazione F.R.E.E.M.A.N.,il Dr. Gabriele Calabria e il Dr. Marco Botturi – risp. Presidente e Interior Manager Case Bio.

Il riconoscimento è stato ottenuto da Case Bio a seguito di un’accurata attività di audit da parte di Bureau Veritas Italia, leader mondiale nei servizi di controllo, verifica e certificazione per la Qualità, Salute e Sicurezza, Ambiente e Responsabilità Sociale, e partner del progetto di Casa Savoia.

*CASE BIO*

Case Bio, è una realtà bresciana specializzata nella progettazione e costruzione su misura o ristrutturazione di case e ville in bioedilizia, alla ricerca del perfetto equilibrio tra naturalità e innovazione assicurando benessere e massimo comfort abitativo, qualità, risparmio energetico e sicurezza, sempre garantendo il massimo rispetto dell’ambiente. Dal 2015 collabora con la Fondazione F.R.E.E.M.A.N. (Fondazione Ricerca Edilizia Efficiente con Materiale Autoctoni Naturali) allo studio delle nuove opportunità nel campo dell’edilizia ecocompatibile ed ecosostenibile. Case Bio ricerca e studia costantemente nuovi materiali autoctoni naturali, prodotti e sottoprodotti dell’agricoltura, materiali di riciclo e riuso, ponendosi come realtà di promozione innovazione interagendo con organismi Nazionali ed Internazionali. I materiali usati da Case Bio sono tutti certificati ed approvati dagli appositi istituti di certificazione tedeschi ed austriaci.

Sistema allevatori: pronti a nuove azioni per contenere i costi

in Agricoltura e allevamento/Economia by

“Il sistema allevatori è riuscito ad assicurare i servizi di assistenza tecnica agli associati nonostante i pesanti tagli delle contribuzioni pubbliche: ma siamo pronti a mettere in atto nuove strategie di contenimento dei costi per fronteggiare il perdurare di questa situazione di crisi”.

Questo il messaggio lanciato dal presidente Germano Pè ai soci dell’Associazione Interprovinciale Allevatori di Brescia e Bergamo, riuniti nei giorni scorsi in assemblea in entrambe le città per la scelta dei delegati destinati, come da statuto, a partecipare all’assemblea generale dell’organismo in programma entro la fine del mese di giugno. A tener banco in entrambe le sedi quindi è stato ancora una volta il tema delle contribuzioni pubbliche e dei pesanti tagli a sostegno delle attività selettive che hanno investito il mondo allevatoriale negli ultimi anni.

Il sistema allevatori lombardo ha già cominciato a fare la sua parte in termini di razionalizzazione: dopo la fusione tra le Apa di Brescia e Bergamo, si è compiuta anche quella di tra Milano, Como, Varese e Pavia, che con Mantova e Cremona costituiscono le quattro grandi realtà regionali.

“Ma siamo pronti a nuove strategie di contenimento dei costi – ha detto il presidente -. A livello nazionale è iniziata una revisione dell’organizzazione dei controlli con la realizzazione di nuovi sistemi di raccolta dati che vedono l’allevatore coinvolto nell’informatizzazione dei dati e di un nuovo software. Saremo inoltre coinvolti per la realizzazione di quanto previsto dal Piano Operativo Nazionale a salvaguardia della biodiversità nel campo animale”.

L’Aipa di Brescia e Bergamo associa circa 1400 allevamenti da latte (994 a Brescia, 406 a Bergamo), per un totale di oltre 195 mila capi controllati (152 mila nel Bresciano e oltre 42 mila a Bergam), oltre a varie altre realtà nel settore dei bovini da carne, dei caprini da latte, deli ovicaprini, delle bufale, dei suini, degli equini e dei conigli.

“Le associazioni allevatoriali rappresentano un patrimonio comune per la difesa e la tutela della sicurezza alimentare dei cittadini – ha concluso Pè -. Da qui deriva l’impegno a tutto campo per difendere e preservare ciò che i nostri predecessori hanno costruito con tanto sacrificio”.

 

Cominelli (Pd): sostegno totale ai lavoratori Auchan di Mazzano

in Commercio/Economia/Istituzioni/Sindacati by

“Il mio totale sostegno alle forze sindacali di CGIL CISL e UIL oggi in presidio all’Auchan di Mazzano. Si parla di una situazione che presenta diversi punti di criticità e che stando ai sindacati non riguarda solo il rapporto lavorativo tra i dipendenti del bresciano e la multinazionale francese, ma anche le provincie di  Taranto e Torino dove analogamente sono state riscontrate delle evidenti  forzature nell’interpretazione delle norme vigenti.  In più di un caso sono stati eseguiti trasferimenti e sospensioni fortemente dannosi per i lavoratori, sfociati in vertenze e mobilitazioni che si protraggono da più di un anno e mezzo. Va ricordato che i lavoratori di questi centri commerciali sono costretti a turni di lavoro pesanti, spesso senza giorno di pausa settimanale e non congruamente retribuiti.

Il mio auspicio è che quanto prima si metta mano al contratto nazionale, per porre definitivamente la parola fine a questo modo di operare e consegnare ai lavoratori i meritati diritti ”.

E’ la dichiarazione della parlamentare bresciana del PD Miriam Cominelli.

Dalla Regione altri 1,3 milioni di euro per il sociale

in Economia/Istituzioni/Solidarietà by

“L’intervento approvato oggi mette a disposizione 1,3 milioni di euro, che si aggiungono agli 1,8 precedentemente stanziati, per un totale di 3,1 milioni, per finanziare progetti finalizzati al recupero e alla prevenzione di persone a rischio di esclusione sociale con particolare riferimento ai giovani piu’ fragili, anche abusatori di sostanza, o senza fissa dimora”. Lo ha detto l’assessore al Reddito di autonomia e Inclusione sociale di Regione Lombardia Giulio Gallera nel corso della conferenza stampa dopo Giunta, commentando l’approvazione della delibera con la quale vengono stanziati 1,3 milioni di euro dell’Asse II del Programma operativo regionale (Por), cofinanziato dal Fondo sociale europeo(Fse), riguardante inclusione sociale e lotta alla poverta’.

IMPEGNO REGIONE – “Una misura – ha rimarcato l’assessore – che evidenzia l’azione puntuale, precisa, e concreta, di Regione Lombardia nell’inclusione sociale e un’attenzione specifica per le aree urbane che presentano zone a rischio su cui intende agire per migliorarne le condizioni ambientali e di contesto. Un lavoro cominciato alcuni mesi fa che va ora a coprire tutte le aree urbane della nostra regione”.

DESTINATARI – “I destinatari diretti – ha spiegato – , come detto, sono i giovani e le persone a rischio di grave marginalita’, anche abusatori di sostanze, che possono essere causa di conflitti sociali, ma sono anche destinatari indiretti i cittadini dei quartieri o dei territori in cui si realizzeranno i progetti sperimentali”.

AZIONE SUSSIDIARIA – “Poiche’ Regione Lombardia opera una politica sussidiaria – ha continuato – i soggetti beneficiari sono i singoli Comuni o Associati, gli enti accreditati per la gestione di Udo (Unita’ d’offerta) socio-sanitarie, quelli accreditati per Udo sociali, le Organizzazioni del III° settore iscritte nei registri regionali o Enti ecclesiastici riconosciuti, le Ats o Asst e altri Enti pubblici che operano a livello territoriale”.

AREE URBANE INTERESSATE E PROGETTI – Sono 10 le Aree urbane interessate dall’intervento approvato oggi – ha concluso l’assessore – che completa quello attivato lo scorso mese di marzo, con il quale erano stati stanziati 1,8 milioni di euro, per finanziare 22 progetti. Si tratta di Milano, Brescia per Valle Camonica, Como, Crema, Lecco, Lissone, Segrate, Varese, Vigevano e Voghera, per un totale di 13 progetti presentati, di cui 4 per Milano e 1 per tutte le altre province.

CONTRIBUTO E AREE URBANE – Il contributo e’ pari all’80% del progetto, fino a un massimo di 100.000 euro.

STRATEGIA POR FSE – “La strategia del Por Fse – ha concluso l’assessore – per rispondere alle nuove forme di marginalita’ e poverta’ e’ orientata a promuovere l’inclusione attiva e a favorire l’accesso a servizi sostenibili e di qualita’, in ambito sociale e sociosanitario, per ridurre i rischi di impoverimento maggiore. Essa, infatti, tiene conto del fatto che la poverta’, da fenomeno circoscritto, e’ diventata negli ultimi anni una minaccia per una parte consistente della popolazione, sia a livello europeo, sia sul territorio nazionale e regionale.

Analisi comparto bresciano casalinghi in acciaio, primo report del Centro Studi Apindustria

in Acciaio/Economia by

«Analisi comparto bresciano casalinghi in acciaio»: è l’approfondita analisi realizzata dal Centro Studi di Apindustria presentata oggi nella sala consiglio dell’associazione, in via Lippi 30 a Brescia. L’indagine traccia l’evoluzione del commercio mondiale di settore dagli anni pre-crisi fino al 2014 per capire, in questo microsettore specifico, quali sono e come sono cambiati i mercati di sbocco e come i principali competitor esteri si sono mossi. «Si tratta del primo studio di questo tipo curato dall’Associazione – spiega il presidente di Apindustria Brescia, Douglas Sivieri – ed è stato pensato proprio con l’intento di fornire al nostro tessuto imprenditoriale indicazioni utili per lo sviluppo internazionale del proprio business. Il livello aggregato delle indagini non entra mai, inevitabilmente, nei dettagli del microsettore. Eppure per le nostre piccole e medie imprese è importante proprio conoscere anche gli aspetti più di dettaglio per orientare le loro scelte». Lo studio si rivolge quindi proprio alle piccole e medie imprese, con l’obiettivo di sostenerle nel processo di internazionalizzazione ritenuto sempre più necessario per lo sviluppo e la crescita delle imprese stesse. In questo senso il report realizzato dal Centro Studi è complementare al rafforzamento dell’Ufficio estero dell’associazione, ai seminari, ai master e agli incontri in tema di internazionalizzazione organizzati nel corso dell’ultimo anno da Apindustria.

UN ESEMPIO DI COSA SI TROVA NELLO STUDIO

Codice 82152010 – Cucchiai, forchette, mestoli, schiumarole, palette da torta, coltelli da pesce o da burro, pinze da zucchero e oggetti simili, di acciaio inossidabile, in assortimento, diversi da quelli della voce 8215.10-100.

L’analisi dei flussi di export a livello comunitario segnala un incremento sensibile delle esportazioni, che dal 2007 al 2014 crescono del 31,35%. Germania (29,61% delle esportazioni europee) e Italia (20,83% del totale) guidano il contesto competitivo dei Paesi europei esportatori. Seguono, ma a distanza, Portogallo, Paesi Bassi e Svezia rispettivamente con 11,98%, 8,3% e 5,74%. Il principale attore europeo, la Germania, cresce in modo leggermente meno che proporzionale rispetto alla media UE. In forte crescita l’export di Portogallo e Paesi Bassi. L’Italia perde terreno rispetto ai concorrenti in Europa (passa infatti dal 28,08% del 2007 al 20,73% del 2014). Nel corso del periodo considerato la Germania intensifica i rapporti commerciali con i Paesi di maggior destinazione, ed in particolar modo su Norvegia e Turchia; così come l’Italia, i cui Paesi destinatari con maggior variazione sono gli Emirati Arabi e la Corea con quote di mercato sul totale italiano poco al di sotto del 10% del totale export, e Turchia e Tunisia, che raggiungono il 5%. Calano invece del 41% circa i flussi verso la Federazione Russa, che mantiene tuttavia un peso di rilievo in Italia riservandosi poco meno del 9% del totale export. Tra gli altri Paesi esportatori, stupiscono i Paesi Bassi – dipendenti all’88% da due Paesi clienti – che fanno del Ghana (verso cui non intrattenevano rapporti commerciali negli anni precedenti) la seconda top destination (con il 40,25% di peso sul totale di Paese); la Svezia avvia rapporti commerciali con la Cina, che diviene suo primo destinatario (vi sono diretti il 59,54% delle intere esportazioni svedesi).

Una gran mole di dati, che fa capire come si muovono i concorrenti, quali siano le opportunità e gli sbocchi possibili, come sia possibile conquistare nuove fette di mercato e come – lo dice anche il calo del peso complessivo dell’Italia rispetto all’Europa – non si possa restare fermi in alcun modo.

IL QUADRO BRESCIANO

Lo studio si completa con un focus del tessuto imprenditoriale bresciano di settore, di cui sono stati esaminati i bilanci, tramite l’analisi delle tendenze locali e l’evoluzione del giro d’affari e dei mercati di sbocco, dal 2007 ad oggi. Nella provincia di Brescia sono state individuate circa 30 aziende che si occupano di lavorazioni direttamente connesse con il settore pentole, padelle e casalinghi, per l’83% in acciaio (il restante antiaderente). Nelle 20 aziende che hanno collaborato alla ricerca, oltre la metà delle quali con un fatturato inferiore ai 5 milioni di euro, trovano in questo momento complessivamente occupazione 609 lavoratori, in calo dal 2007 dell’11% (erano infatti 683 nel 2007, scesi a 536 nel 2010). Il giro d’affari si attesta nel 2014 intorno ai 150 milioni di euro, in recupero rispetto al 2010 ma ancora poco sotto rispetto al 2007. L’analisi delle variazioni nel periodo 2007-2010 evidenzia una riduzione media dell’utile pari al 67%, un calo del 57% nel risultato operativo; nel 2014 si registrano recuperi su entrambi i valori. Il questionario (a cui hanno partecipato in modo completo 16 imprese), con riferimento ai mercati di sbocco, evidenzia che la quota parte di fatturato non realizzato in Italia si colloca prevalentemente nell’Unione Europea nella maggior parte dei casi.

La quota di fatturato proveniente da altre aree rimane particolarmente contenuta nella generalità dei rispondenti, con due situazioni in cui si sono aperte prospettive forti negli Stati Uniti (fonti di fatturato rilevanti) tra il 2010 e il 2014, ed il rafforzamento di alcune posizioni in Asia e Medio Oriente. Particolarmente massiccio, un caso di incremento significativo delle vendite in Paesi extra EU (attorno al 30%) tra il 2010 e il 2014.

Con riferimento ai margini di contribuzione, due terzi delle imprese registrano un calo tra il 2007 e il 2010, contrazione superata tendenzialmente nel periodo successivo. Più di quattro imprese su dieci non hanno però colmato il gap perso dopo la crisi. Tra le motivazioni della contrazione del margine, vi sono crescita nei costi di produzione e nel costo del personale da una parte e riduzione dei prezzi di vendita dall’altra.

1 4 5 6 7 8 13
Go to Top
Vai alla barra degli strumenti