Servizi di pulizie professionali che fanno la differenza
Una corretta e costante pulizia, che sia quella della propria abitazione piuttosto che quella di un ufficio o di una azienda, è una qualità a cui, al giorno d’oggi, nessuno può o deve rinunciare.
Mantenere un aspetto sempre il più possibile impeccabile è una caratteristica a cui, ai giorni nostri, nessun posto deve rinunciare. Spesso però la scelta giusta , per non angustiarsi e non perdere tempo in procedure o con metodi inefficienti, è quella di affidarsi a una apposita impresa di pulizie a Milano.
Ci sono alcuni fattori che possono essere utili nel trovare quella giusta e che è sempre bene considerare.
L’importanza di una ditta affidabile e competente
Il primo requisito da verificare, nello scegliere a chi affidare le pulizie del proprio bene, è assicurarsi che la ditta sia affidabile ed abbia maturato la giusta esperienza, mantenendosi all’avanguardia nelle metodologie e nella scelta di macchinari e prodotti utilizzati.
Una realtà consolidata è generalmente più adatta sia a rispondere ad esigenze diversificate, che a contribuire non solo alla pulizia, ma anche al mantenimento di uno stabile nelle sue condizioni ottimali.
Superfici diverse richiedono trattamenti diversi
Nel caso di un palazzo, ma anche di una casa, spesso si trovano presenti diversi tipi di pavimentazioni.
Un delicato parquet o un marmo pregiato avranno differenti necessità.
Il parquet ha, per esempio, bisogni di trattamenti conservativi e di cere apposite, mentre il marmo deve essere pulito e trattato con spazzole, detergenti e protettivi appositi.
Una buona regola nella scelta della impresa di pulizie a Milano è verificare che sia pronta a soddisfare anche eventuali interventi di restauro e manutenzione dei materiali, così da non dover far intervenire ulteriori specialisti, ma essere sempre pronti a porre rimedio a qualsiasi tipo di evenienza.
La possibilità che sorgano esigenze che richiedono una rapida soluzione comporta che sia preferibile rivolgersi a realtà che possano offrire un servizio di assistenza 24/24, ogni giorno dell’anno.
Il preventivo
Quando contattata, una ditta seria non si sbilancia in preventivi al buio, ma si preoccupa di mandare un tecnico che capisca quali sono le reali esigenze sia di tempo che di risorse, al fine di stilare un preventivo più veritiero ed accurato possibile.
Diffidate da hi vi offre pacchetti standard senza fare una visita di controllo e pianificazione prima di stilare il preventivo.
Polivalenza
Una impresa di pulizie a Milano che offra diversi tipi di servizio è sicuramente una scelta interessante.
Potrebbe essere necessario per la nostra casa, palestra, condominio o ufficio che sia, avere non solo bisogno delle opportune manutenzioni e pulizie.
Un servizio di portierato professionale darà un tocco di classe in più sia ad una ditta che ad un palazzo, così come quello di facchinaggio. Se si dispone di uno spazio verde, una appropriata manutenzione è necessaria per evitare di dare una impressione di sciatteria e scarsa cura che nessuno vorrebbe sentirsi attribuire.
Tutti queste funzioni sono ovviamente gestibili al meglio se affidate alla stessa ditta.
Igienizzare
Soprattutto in questo periodo di pandemia, quello della sanificazione è diventato un procedimento non solo, in alcuni casi, obbligatorio, ma in generale raccomandato.
Non solo centri estetici, poli sanitari e palestre devono essere regolarmente sanificati, ma anche le abitazioni private o gli spazi comuni. Le pulizie devono svolgersi seguendo protocolli precisi di igiene, utilizzando prodotti disinfettanti adatti alla location (negozi, uffici, centri benessere..) e che siano i migliori per ogni tipo di superficie (vetrate, tastiere dei pc, bagni..), e il personale deve essere continuamente aggiornato e preparato.
Una giusta procedura, e la sensazione di essere sempre in un ambiente curato anche sotto il punto di vista dell’igiene, darà fiducia a dipendenti, clienti e colleghi in questo periodo difficile per tutti.
Tenere conto di tutti questi fattori, e prestare un occhio anche, ovviamente, al rapporto qualità prezzo, vi aiuterà sicuramente a scegliere quella che, per voi, rappresenta la miglior impresa di pulizie a Milano.
Per maggiori informazioni, potete cliccare su questo link.
Regione, altri 10 milioni di euro per le imprese
La Giunta regionale, su proposta dell’assessore allo Sviluppo economico Guido Guidesi, ha approvato la ‘Manifestazione di interesse per lo sviluppo e il consolidamento delle filiere produttive e dei servizi ed ecosistemi industriali produttivi ed economici in Lombardia’; un’iniziativa sviluppata in collaborazione con Unioncamere Lombardia.
IMPEGNO PER SOSTEGNO A IMPRESE – Con questo provvedimento, Regione intensifica il suo impegno nel sostegno alle imprese in una fase decisiva della ripresa economica che ha visto inizialmente un’accelerazione importante, con dati assolutamente incoraggianti, seguita poi da un rallentamento dovuto, essenzialmente, a fattori esterni come il caro energia e l’aumento del costo delle materie prime. In quest’ottica la volontà dell’assessorato allo Sviluppo economico, guidato da Guido Guidesi, è quella da un lato di continuare a investire risorse economiche significative e dall’altro introdurre una nuova strategia per le imprese che si contraddistingue nella valorizzazione e nel consolidamento delle filiere produttive, prevedendo strumenti e percorsi specifici con relative risorse economiche che incentivino la collaborazione tra le aziende.
ULTERIORI FONDI PER LA MISURA ‘AL VIA’ – Inoltre, la Giunta lombarda, su proposta dell’assessore, ha stanziato ulteriori 10,3 milioni di euro, sulla misura ‘Al Via’, dedicata alla valorizzazione degli investimenti aziendali, per finanziare tutti i progetti presentati dalle imprese. A seguito del provvedimento, la dotazione finanziaria complessiva della misura ammonta a 143.852.680 euro.
“Supportiamo ulteriormente gli investimenti delle aziende lombarde e apriamo una nuova fase strategica rispetto alle filiere e agli ecosistemi lombardi connettendo i Know-how di cui già disponiamo e guardando al futuro facendo sistema”, ha spiegato l’assessore Guidesi.(
Imprese, “nel Bresciano le imprese che vanno meglio sono quelle che danno lavoro ai giovani”
La centralità dei giovani in azienda rappresenta un elemento sempre più importante nelle imprese di successo del Made in Brescia. Accanto ad esso, gli ulteriori fattori in grado di proiettare le realtà manifatturiere della provincia oltre la pandemia sono rappresentati, in particolare, da flessibilità, efficienza, 4.0 e internazionalizzazione.
A evidenziarlo è un’analisi delle performance economiche delle aziende bresciane nel 2020, lette alla luce del loro posizionamento strategico rilevato nel periodo immediatamente precedente alla pandemia. L’iniziativa è stata condotta dal Centro Studi di Confindustria Brescia e dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, facendo seguito alla ricerca congiunta “Indagine sul manifatturiero bresciano”, presentata nell’ottobre 2019.
In particolare, lo studio ha preso in considerazione le stesse realtà aziendali coinvolte nel 2019: complessivamente gli operatori esaminati sono 196, che danno lavoro a circa 14 mila addetti e hanno fatturato nel 2020 4,4 miliardi di euro. Il campione risulta fortemente orientato sulle imprese di piccole dimensioni, che costituiscono il 67% del totale. La composizione settoriale vede la prevalenza dei comparti metalmeccanici che, in termini occupazionali, incidono per i due terzi del panel, in coerenza con la specializzazione produttiva dell’industria locale.
La ricerca ha dapprima individuato quattro profilli aziendali, identificati attraverso il confronto tra la performance di ogni singola impresa in termini di variazione del fatturato (2020 vs 2019) e livello di marginalità (EBITDA margin 2020) rispetto all’evoluzione a livello nazionale del settore e della classe dimensionale di appartenenza. I quattro cluster possono essere così definiti:
- Resilienti: imprese con una dinamica dei ricavi e un livello di marginalità entrambi superiori al dato nazionale;
- Dinamiche: imprese con una dinamica dei ricavi superiore al dato nazionale e, allo stesso tempo, con un livello di marginalità inferiore;
- Profittevoli: imprese con un livello di marginalità superiore al dato nazionale e, allo stesso tempo, con una dinamica dei ricavi inferiore;
- In Ritardo: imprese con una dinamica dei ricavi e un livello di marginalità entrambi inferiori al dato nazionale.
Tra i principali risultati emersi dallo studio, i vantaggi competitivi rilevati nel 2019 che meglio giustificherebbero la migliore performance delle imprese Resilienti da quelle In Ritardo sarebbero da ricercare nella flessibilità, nell’efficienza e nell’innovazione organizzativa. Per contro, il fattore prezzo sarebbe individuato come leva competitiva per le imprese In Ritardo. Sempre in tale contesto, le aziende Profittevoli risulterebbero più innovative ed efficienti rispetto alle Dinamiche, che invece si caratterizzerebbero per una maggiore flessibilità, unita a una strategia volta al contenimento dei prezzi di vendita.
Le imprese Resilienti emergono poi come le più orientate a una personalizzazione dei prodotti rispetto agli altri profili presi in considerazione, seguite, a breve distanza, dalle Profittevoli. Tali cluster si caratterizzano inoltre per una più intensa presenza al proprio interno di realtà con una gamma di prodotti personalizzati che supera il 70% dell’offerta complessiva.
Il canale estero si conferma particolarmente premiante: la cosiddetta “export propensity” (quota delle esportazioni sul totale del fatturato) nelle aziende Resilienti si attesta al 58%, contro il 39% di quelle In Ritardo. Va poi sottolineato come la presenza sui mercati esteri risulti premiante se esercitata in modo intenso: ciò garantirebbe un maggiore presidio e una più elevata diversificazione degli sbocchi commerciali.
L’indagine ha inoltre certificato l’importante ruolo dei giovani nelle realtà più performanti: le imprese Resilienti si connotano per un’alta quota di forza lavoro giovane rispetto a quelle In Ritardo (62% contro il 45%). La relazione alla base di tale evidenza può essere letta da due prospettive fra loro complementari: da un lato, i giovani possono essere considerati una forza propulsiva per la crescita aziendale, dall’altro, le imprese più virtuose tendono necessariamente ad assumere forza lavoro giovane, in grado di garantire loro dinamicità e competitività. Emerge poi che le Resilienti siano maggiormente guidate da amministratori giovani (19%) rispetto a quelle In Ritardo (16%). Tutto ciò si riverbera nel passaggio generazionale: le imprese Resilienti sembrerebbero meno coinvolte in questo momento tipicamente molto delicato nella vita dell’azienda; il 55% non dovrà infatti affrontare nel quinquennio in corso questa transizione, contro il 41% degli operatori In Ritardo.
Da ultimo, la ricerca ha evidenziato come la diffusione delle tecnologie 4.0 sia più elevata nelle imprese Profittevoli (60%), rispetto alle Resilienti (51%), a quelle In Ritardo (47%) e alle Dinamiche (32%): tale risultato suggerisce che gli investimenti nel 4.0, almeno nei primi anni di adozione, favorirebbero maggiormente la marginalità aziendale piuttosto che le vendite, grazie all’efficientamento dei processi e all’innalzamento della produttività.
Treni a idrogeno sulla Brescia-Iseo-Edolo: si parte nel 2023?
Si è svolto nel tardo pomeriggio di mercoledì un incontro tra la Provincia di Brescia e FERROVIENORD sul tema dei treni alimentati a idrogeno previsti sulla tratta Brescia-Iseo-Edolo. Durante l’incontro, al quale hanno partecipato il Vice Presidente della Provincia di Brescia, Guido Galperti, il Capo di Gabinetto, Andrea Ratti, i direttori dell’Area del Territorio della Provincia, Riccardo Davini e Giovanmaria Tognazzi e il General Manager di FERROVIENORD, Enrico Bellavita, sono stati analizzati gli aspetti tecnici relativi al progetto che già dal 2023 potrebbe prendere vita.
“L’incontro odierno conferma la sinergia tra le Istituzioni coinvolte nella definizione di un progetto innovativo che si concretizzerà con la realizzazione della prima Hydrogen Valley d’Italia – dichiara Guido Galperti. I treni alimentati a idrogeno permetteranno di iniziare la conversione energetica della Valle Camonica a partire dal trasporto pubblico. La Provincia si impegnerà per agevolare il più possibile il cammino di questo grande progetto ambientale”.
Medicale, Doctolib Italia acquisisce la bresciana Appocrate
Doctolib Italia, la tech company italo-francese che opera nel settore salute, prosegue il proprio piano di sviluppo nel mercato italiano con l’acquisizione di Appocrate, azienda – con sede a Brescia, in via Fratelli Bandera – guidata da Michele Maltese che progetta e realizza soluzioni digitali nell’ambito del rapporto tra il cittadino e le strutture sanitarie.
Appocrate – si legge in una nota – è nata nel 2013 con l’obiettivo di ridurre la distanza tra i cittadini e il mondo della salute, migliorando l’efficienza dei servizi sanitari grazie ai vantaggi offerti dalla tecnologia. L’azienda ha infatti ideato nel 2015 Prenoting™, per cui ha anche vinto il Premio Innovazione Digitale in Sanità, che oltre alla prenotazione diretta della prestazione, comprende anche l’accettazione, il pagamento online, la possibilità di scaricare i referti in modo digitale e numerosi altri importanti servizi. Appocrate ha anche sviluppato delle soluzioni a supporto dell’emergenza COVID in uso, tra gli altri, presso l’ASST degli Spedali Civili di Brescia. Questa piattaforma è in grado di interfacciarsi direttamente con i sistemi gestionali di ogni struttura sanitaria, esponendo al pubblico disponibilità e prezzi degli esami, in regime SSN, privato, agevolato o assicurato via web, app e totem. Un progetto multiservizio, oggi in uso presso alcune rinomate aziende ospedaliere (come la Fondazione Poliambulanza di Brescia, il Policlinico Gemelli, il Fatebenefratelli Isola Tiberina di Roma, il Centro Diagnostico Italiano di Milano e l’Ospedale Generale Regionale F. Miulli di Acquaviva delle Fonti in provincia di Bari), volto a migliorare i processi organizzativi e le procedure di prenotazione.
In ottica di business continuity Appocrate conserverà la propria sede e il proprio team di risorse e grazie all’organizzazione di Doctolib potrà accelerare la diffusione del prodotto Prenoting™ su tutti i potenziali utenti, offrendo ai cittadini un ulteriore canale di accesso per poter fruire dei servizi messi a disposizione dalle strutture sanitarie.
Camera di commercio di Brescia, ecco i prossimi eventi
Come di consueto pubblichiamo di seguito gli eventi promossi dalla Camera di Commercio di Brescia.
9/22 – OPEN DAY DIGITALE DEL PROGETTO A.G.I.Re, 27 GENNAIO 2022
Il progetto A.G.I.R.e. “Avvio e gestione di impresa responsabile” apre le porte e si presenta agli aspiranti imprenditori e alle aziende del territorio bresciano: il 27 gennaio 2022, dalle ore 10:00, verrà proposta un’agenda ricca di eventi e di consulenze individuali completamente gratuiti dedicata ad aspiranti imprenditori e imprese. Gli eventi tratteranno i temi del Fondo Impresa Donna, del PNNR , dei Fondi per le start up innovative, ma anche di come aprire una partita IVA, della fatturazione elettronica per forfettari, del diritto digitale. Dettagli e iscrizioni sul sito www.bs.camcom.it Per informazioni Punto Nuova Impresa, mail pni@bs.camcom.it, tel 030.3725298 / 264
10/22 – WEBINAR GRATUITI PER IMPRESE E PROFESSIONISTI: WEBINAR DIRE, 10 FEBBRAIO 2022
Prosegue il ciclo di incontri rivolto a imprese e professionisti che offre la possibilità di conoscere e approfondire i nuovi strumenti/software a disposizione degli utenti relativamente alla compilazione dei modelli base e degli adempimenti della piattaforma DIRE. Gli incontri saranno gestiti in diretta sulla piattaforma ZOOM. Le iscrizioni al prossimo webinar che si terrà giovedì 10 febbraio 2022 sono aperte. Programma completo e modalità di partecipazione sono disponibili sul sito www.bs.camcom.it
Fanghi e gessi agricoli, Rolfi contro Roma: propongano normativa adeguata
Il ministero della Transizione ecologica ha inviato i rilevi al Dipartimento degli Affari Regionali sulla ‘Seconda legge di revisione normativa ordinamentale 2021’, contenente le norme riguardanti il controllo e il monitoraggio dei gessi di defecazione da fanghi utilizzati in agricoltura.
“Sui gessi – spiegano gli assessori all’Agricoltura, Fabio Rolfi, e all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo – Regione Lombardia aveva colmato un vuoto legislativo nazionale”. “Il Ministero della transizione ecologica invece – proseguono i due assessori – anziché preoccuparsi di fare rapidamente una norma ad hoc che preveda il tracciamento dei fanghi, propone di impugnare nuovamente davanti alla Corte costituzionale anche la nuova versione già modificata della legge della Lombardia. Ci aspetteremmo che, contrariamente a questi atti, ci sia al più presto una norma nazionale, in linea con quanto previsto dalla norma regionale”.
I gessi di defecazione da fanghi sono stati inseriti per legge nell’elenco dei fertilizzanti e, anche se prodotti a partire da rifiuti, escono dai controlli e dalle tutele ambientali previste dalla regolamentazione dei rifiuti.
“Regione Lombardia – dicono Rolfi e Cattaneo – è intervenuta con una legge proprio per sopperire a una grave lacuna circa il fatto che per tali materiali, pur sapendo chi li produce, non è previsto un tracciamento dell’uso finale che pertanto espone a possibili comportamenti impropri, che si sono anche riscontrati più volte”.
“È stato lo stesso ministro Cingolani – concludono – ad annunciare recentemente la necessità di una norma nazionale in tempi rapidi. È questa che ci saremmo aspettati. Non la proposta di una nuova impugnativa
Promotica, l’accordo con Selex vale 7,5 milioni di euro
Promotica S.p.A. (EGM: PMT) – agenzia loyalty specializzata nella realizzazione di soluzioni marketing atte ad aumentare le vendite, la fidelizzazione e la brand advocacy quotata su Euronext Growth Milan – inaugura la collaborazione con Selex Gruppo Commerciale grazie all’aggiudicazione del ruolo di General Contractor unico per l’ideazione e gestione del catalogo premi nazionale 2022.
La commessa di Selex Gruppo Commerciale – il secondo attore in Italia nel settore GDO, con una quota di mercato del 14,5% – ha un valore di oltre 7,5 milioni di euro e rappresenta per Promotica la prima collaborazione con Selex su scala nazionale, dopo aver gestito in passato diverse campagne promozionali per le insegne del Gruppo. La campagna, che partirà nel mese di marzo e proseguirà fino a febbraio 2023, coinvolge 6 Imprese Associate a Selex Gruppo Commerciale, per un totale di oltre 600 punti vendita. Il catalogo è caratterizzato dalla presenza di numerosi prodotti Made in Italy realizzati dalle migliori aziende manifatturiere del Paese.
Diego Toscani, Amministratore Delegato di Promotica, ha commentato: “Il 2022 si apre con un’operazione di assoluto rilievo, la fiducia accordataci da Selex per la realizzazione del catalogo nazionale, che per la prima volta verrà interamente gestito da noi, ci rende orgogliosi e siamo certi ci porterà nuova visibilità e autorevolezza nel panorama della loyalty. Questa campagna e le altre operazioni a carattere nazionale che abbiamo in programma per i prossimi mesi ci confermano come partner principale per la gestione delle attività di fidelizzazione dei grandi nomi della GDO”.
Imprese giovanili, nel Bresciano sono 10.002
Dopo il forte rallentamento dell’iniziativa imprenditoriale generato dalla crisi pandemica, nel 2021 torna la voglia di fare impresa dei giovani bresciani. Sono10.002 le imprese giovanili iscritte al Registro Imprese di Brescia a fine settembre quasi 200 in più rispetto allo stesso periodo del 2020.
Tra gennaio e settembre 2021, le iscrizioni di nuove imprese under 35 hanno rappresentato il 30% di tutte le iscrizioni di nuove imprese ai registri camerali.
Nell’ultimo anno i giovani bresciani, hanno trovato nuove opportunità imprenditoriali nel settore delle costruzioni, stimolati dalle misure legate al Superbonus, dove le imprese under 35 sono cresciute del 3,9%.
L’impulso maggiore arriva dal web. Nell’ultimo anno sono nate 91 imprese giovanili, pari a un incremento del 42,0%, che hanno fatto del commercio al dettaglio attraverso Internet il proprio “core-bussines”. Crescono anche le attività professionali (+9,1%) dove i giovani operano nell’ambito delle ricerche di mercato e nella consulenza tecnica. Degna di nota è la crescita del 2,0% delle imprese gestite da under 35 in agricoltura.
“Il dato che evidenzia l’incremento del numero delle imprese giovanili iscritte al RI rispetto allo scorso anno è confortante ed è un ulteriore segnale del consolidamento della ripresa economica in atto ma soprattutto – commenta il Presidente della Camera di Commercio, Ing. Roberto Saccone – è testimonianza che anche tra le giovani generazioni è sempre vivo lo spirito imprenditoriale che, tradizionalmente, caratterizza il sistema economico bresciano. E’ in ogni caso sempre più necessario mettere in campo politiche per l’ulteriore incentivazione all’autoimprenditorialità giovanile, soprattutto negli ambiti più innovativi e ad alto contenuto tecnologico”
La fotografia scattata dal Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia mostra che a fine settembre, più di 6 giovani su 10 nel mettersi in proprio, hanno puntato su settori tradizionali, primo fra tutti il Commercio, dove si contano 2.207 imprese di under 35 (22,1% del totale), le Costruzioni (1.373 imprese pari al 13,7%), il Turismo (1.089, pari al 10,9%) e gli altri Servizi (801, pari all’8,0% del totale). Nell’industria manifatturiera operano 753 imprese giovanili (il 7,5% del totale), nell’Agricoltura si contano 718 giovani imprese (7,2%).
Un altro 15% dei giovani imprenditori bresciani fa impresa nei settori più innovativi e ad elevato utilizzo di tecnologie, quali i Servizi di informazione e comunicazione, le Attività professionali, scientifiche e tecniche e i Servizi alle imprese.
Nel complesso, più di 8 imprese su 100 sono gestite da giovani under 35, ma se si guarda all’ultimo decennio emerge che rispetto al 2011 quando l’incidenza era dell’11,6% il peso dei giovani sul tessuto imprenditoriale ha perso più di 3 punti percentuali.
In dieci anni le imprese giovanili sono diminuite del 30% (corrispondenti a 4.200 imprese in meno) a fronte del calo del 3% che ha interessato l’imprenditoria bresciana nel suo complesso.
A contribuire alla perdita di oltre 4mila imprese giovanili hanno contribuito i settori più tradizionali delle costruzioni, del commercio e dell’industria manifatturiera.
Il settore delle costruzioni ha visto in dieci anni diminuire di oltre il 60% lo stock di imprese under 35 esistenti passate da 3.456 a settembre del 2011 a 1.373 nel 2021. Con la conseguenza che l’età media del settore si è innalzata, nel 2011 quasi 17 imprese su 100 operanti nelle costruzioni era gestito da under 35 nel 2021 la quota è calata al 7,5%.
Nel commercio, il numero delle imprese giovanili è calato del 22% (620 esercizi in meno) e nelle attività di alloggio e ristorazione del 23% (322 imprese in meno).
Consistenti anche le riduzioni fatte registrare dalle attività manifatturiere (-559 imprese pari a un calo del 42,6%) dove nel 2011 l’imprenditoria giovanile pesava per il 7,6% per passare ad appena il 5,0% nel 2021.
In termini relativi i cali più importanti si registrano nelle attività immobiliari (-38%) e nel comparto degli altri servizi (-24,9%).
Ad espandersi (+166 imprese nell’intero periodo, +30,6% in termini relativi) è stato il settore delle attività professionali scientifiche e tecniche (comparto in cui rientrano le attività di consulenza gestionale e di direzione aziendale; di pubblicità e ricerche di mercato; la consulenza in materia di sicurezza etc.).
Sul fronte organizzativo la tipologia che è stata più interessata dal calo della base imprenditoriale giovanile è stata l’impresa individuale (-3.180 unità, pari al un calo del 30,7%) che, comunque, resta la tipologia preferita dai giovani per fare impresa (71,7% del totale). Nello stesso decennio i giovani nell’aprire una impresa hanno cercato una certa solidità strutturale come è evidente dall’aumento delle società di capitale (+4,5%) che contano il 20,4% delle imprese giovanili contro il 13,7% del 2011.
Sotto il profilo dimensionale, negli ultimi dieci anni è diminuita sensibilmente la numerosità della classe fino a 5 addetti (-30,2%), che è anche la più consistente considerato che concentra il 93% delle imprese under 35 attive in provincia. Ma importante, in termini relativi, è il calo della classe 50-249 addetti (-30,0%).
La forte contrazione del numero delle imprese giovanili registrata negli ultimi dieci anni ha interessato tutto il territorio nazionale. In Italia il numero delle imprese under 35 è diminuito di oltre di 157 unità pari al 23,1%. In Lombardia sono diminuite del 21,8%.
E’ importante osservare che le imprese che escono dallo stock delle imprese giovanili non necessariamente hanno chiuso l’attività, una parte, infatti, esce dalla categoria delle “giovanili” per il superamento del limite di età dei titolari o degli amministratori.
Resta, tuttavia, il fatto nel 2011 le imprese giovanili rappresentavano in provincia l’11,6% dell’intero universo imprenditoriale bresciano, mentre a fine settembre 2021 si attestano all’8,4%.
La componente demografica certamente ha contribuito col calo della natalità: tra il 2021 e il 2011 la popolazione bresciana tra 18-34 anni, ovvero la fascia di età dei potenziali imprenditori, è diminuita del 6,7%. Ne deriva che nel 2011 i giovani tra i 18-34 anni rappresentavano il 19% della popolazione bresciana, nel 2021 la quota è scesa al 17,7%.
Il calo della natalità e dell’iniziativa imprenditoriale ha ridimensionato la partecipazione dei giovani bresciani al sistema produttivo bresciano: nel 2011 si contavano circa 60 under 35 ogni mille giovani tra i 18-34 anni, nel 2021 la quota è calata a 45,4.
Brescia, la Metallurgia supera il Covid “in modo brillante”
Nel 2020 le imprese bresciane attive nel settore Sistema metallurgia hanno evidenziato risultati economici decisamente confortanti, soprattutto se contestualizzati alla luce della crisi globale generata dalla pandemia da Covid-19.
A evidenziarlo è lo strumento dell’Indice Sintetico Manifatturiero – ISM, frutto della collaborazione tra il Centro Studi di Confindustria Brescia e OpTer (Osservatorio per il territorio: impresa, formazione, internazionalizzazione) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Nel dettaglio, tale indice, applicato ai bilanci 2020 di quasi 200 realtà bresciane attive nel comparto, fornisce una lettura sintetica di come la crisi da Covid-19 abbia impattato sull’economia di tale settore. Nel 2020 la quota di aziende che si posizionano nella classe A (quella che include gli operatori più virtuosi) rimane invariata rispetto all’anno precedente, attestandosi al 30% del totale. Nonostante i peggioramenti registrati nelle altre classi di merito a seguito della crisi pandemica, la tenuta dell’intero comparto non può che ricevere una valutazione nel complesso positiva. Un elemento che conferma con forza questa tesi è che nel 2020 due imprese su tre del settore Metallurgia si posizionano nella parte alta della classifica (A e B).
L’ISM è stato poi implementato per effettuare un confronto tra gli effetti sui bilanci delle imprese della crisi da Coronavirus, con la “Grande Recessione” del 2009, pur nella consapevolezza della diversa natura dei due fenomeni presi in considerazione. La crisi del 2009 ha avuto effetti devastanti per l’intero settore, una dinamica che nel 2020 non si è manifestata con tale intensità. In termini di Conto Economico tutte le principali voci hanno avuto andamenti di gran lunga migliori rispetto a quelli rilevati un decennio prima. Nel 2020 il fatturato complessivo del comparto, a livello locale, ha subito una contrazione del 13,6%, a fronte di un crollo del 47,8% sperimentato nel 2009, giustificato anche dal significativo sgonfiamento delle quotazioni delle materie prime impiegate nei processi produttivi. Il Margine operativo lordo, indicatore che esprime la redditività lorda industriale, nel 2009 è precipitato del 78,9%, contro il -29,3% nel 2020. La diminuzione del risultato prima delle imposte nel 2009 è stata più di tre volte superiore rispetto a quella registrata nel 2020 (-43,2% nel 2020 contro il -130,1% nel 2020).
Sebbene i peggioramenti generati dalla crisi da Covid si siano indubbiamente manifestati per questo settore, lo strumento dell’ISM permette di capire chiaramente la differente intensità che ha contraddistinto le due crisi. Nel 2009 l’aggregato che accorpa le imprese nelle classi A e B crolla passando dal 68% al 53% (-15%), nel 2020 la dinamica è molto più morbida (-4%). Il Covid fa crescere di solo due punti percentuali la quota delle aziende verosimilmente più fragili, nel 2009 la quota relativa alla stessa classe era quasi raddoppiata (dal 6% all’11%). Il settore Metallurgia si presenta, alla vigilia di entrambe le crisi, con un posizionamento nelle quattro classi di merito molto simile. Quello che però cambia sono gli effetti: nella Grande Recessione il colpo subito fu particolarmente duro; invece nella crisi da Covid il settore ha retto molto bene. Una dinamica che trova spiegazione soprattutto dal fatto che questo comparto, terminato il lockdown imposto al culmine della crisi pandemica, è riuscito ad intercettare con grande capacità la vigorosa crescita di domanda globale di metalli ferrosi e non. Risultati quindi che danno ancora più fiducia ad un settore strategico e rilevante a livello locale e nazionale come quello metallurgico.
“Il settore della metallurgia, sia ferrosa che non ferrosa, ha dato dimostrazione di essere un comparto sano – commenta Giovanni Marinoni Martin, Presidente del settore Sistema Metallurgia, Siderurgia e Mineraria di Confindustria Brescia –. Aziende sempre più dinamiche e solide che, oltre ad avere investito negli anni in innovazione e ricerca, hanno puntato molto anche nell’internazionalizzazione. La pandemia ha colpito l’economia mondiale nel 2020 ed ha sicuramente bloccato l’economia del nostro paese, che però ha saputo reagire, recuperando velocemente i mesi persi. Oggi le nostre aziende sono molto più moderne, più automatizzate, più sostenibili e molto più rivolte al mercato europeo. La vera sfida che ci troviamo oggi ad affrontare è il costo della bolletta energetica. Sia quella elettrica che quella del gas. Siamo ora di fronte ad una vera rivoluzione, che rischia di mettere l’Europa e l’Italia in un angolo, a causa degli alti costi dei prodotti energetici che rendono le nostre produzioni non più competitive rispetto a quelle di altri paesi, che usano fonti energetiche più inquinanti come il carbone. L’Europa e l’Italia hanno un compito molto importante: da un lato devono facilitare la transizione energetica senza distruggere lungo la strada le economie energivore, dall’altro devono facilitare l’aumento di produzione di fonti energetiche riducendo i vincoli che impediscono la nascita di nuovi impianti di produzione più sostenibili, senza abbandonare il vecchio prima di aver avviato il nuovo.”