
Brescia, nel quarto trimestre 2021 prestiti all’industria su del 2,6%

Nel 4° trimestre del 2021, i prestiti destinati alle imprese industriali bresciane ammontano a 11,4 miliardi di euro, con una crescita del 2,6% su dicembre 2020. Il tasso di variazione tendenziale rimane costante rispetto al trimestre precedente, ma in confronto alla prima metà dell’anno si assiste ad un ridimensionamento, seppure si tratti ancora di una crescita. Le motivazioni nella frenata degli impieghi andrebbero ricercate, in particolar modo, nella minore domanda da parte delle aziende, dopo le ingenti richieste di qualche trimestre fa.
A evidenziarlo – secondo quanto riporta il quotidiano on line Brescia news – è la tredicesima edizione del Booklet Economia a cura del Centro Studi, che contiene i principali indicatori economici della provincia di Brescia.
A dicembre 2021, le sofferenze nell’industria a Brescia, pari a 116 milioni di euro, riguardano l’1,0% del totale dei prestiti, contro il 4,1% nei servizi e il 7,3% nelle costruzioni. La velocità di formazione delle nuove sofferenze a Brescia, a dicembre 2021 (1,3%), si accentua rispetto alla rilevazione del periodo precedente: risulta più elevata della media lombarda (0,8%) e di quella italiana (0,9%). La dinamica complessiva trae beneficio dagli strumenti adottati dalle autorità per sostenere l’accesso al credito, oltre a riflettere il fisiologico ritardo degli effetti del peggioramento dell’attività economica sulla qualità del credito.
“I dati del 2021 sono complessivamente positivi, ma le prospettive per il 2022 sono molto prudenti: riscontriamo infatti una forte preoccupazione in merito allo shock derivante dagli esasperati rialzi dei prezzi degli input energetici – commenta Paolo Streparava, Vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Credito, Finanza, Fisco –. Vi è quindi un diffuso timore che gli NPL possano tornare a crescere a un ritmo sostenuto, sulla scia delle sempre più probabili difficoltà che riguarderanno interi segmenti produttivi colpiti dal «caro energia».”
Per quanto riguarda il numero degli sportelli rilevato in provincia di Brescia, il 2021 ha segnato un nuovo calo. Alla tendenza di lungo periodo, associata alla necessità di razionalizzare i costi connessi con l’esercizio dell’attività bancaria e alla dirompente diffusione delle tecnologie digitali, si aggiunge il recente processo di accorpamento di rilevanti realtà bancarie, che ha caratterizzato, in particolare, il territorio bresciano.
A fine 2021, in provincia si contano 683 sportelli, contro i 972 di fine 2008, con un ridimensionamento del 29,7%. Tali movimenti hanno determinato una minore capillarità territoriale del sistema bancario: a fine 2021 si rilevano 54 sportelli ogni cento mila abitanti, contro i 58 di fine 2020 e gli 81 di fine 2008. Si tratta di un processo che ovviamente nasconde dinamiche diverse da istituto a istituto, ma che è destinato a proseguire anche nel prossimo futuro, vista la rivoluzione portata dal fenomeno FINTECH.
Pasqua e Pasquetta all’insegna del turismo

Una Pasqua da vivere viaggiando
La Pasqua di questo 2022 sembra preannunciarsi come un eccellente punto di svolta per il turismo internazionale e nostrano a beneficio del nostro Paese e non solo. Molti italiani hanno difatti scelto di lasciare la propria regione e viaggiare o per l’Italia o verso altri stati in cerca di una pausa dal lavoro e della possibilità di trascorrere al meglio queste vacanze. Scopri i prezzi della nave Barcellona Porto Torres per verificare di persona la possibilità di percorrere un magnifico tratto di mare raggiungendo due delle località più suggestive di Spagna e Sardegna, ambedue tra le mete più agognate di questo ponte pasquale.
L’Italia attira sempre più persone
L’imminente periodo di vacanze pasquali permetterà a numerosi italiani di godersi una sosta dalle attività quotidiane come non avveniva da mesi: pare inoltre che assieme al turismo nostrano quello internazionale sarà in netto aumento. I numeri finora registrati sono molto incoraggianti e ne è stato un esempio Vinitaly, che ha visto la partecipazione di persone provenienti da ben cinquanta paesi, cosa che non avveniva da ben due anni. Le prenotazioni per ristoranti e alberghi sembrano confermare questa tendenza, lasciando pensare che questo ponte si rivelerà particolarmente caratterizzato da un netto aumento di turisti giunti per godersi il nostro Paese! Mete come le isole, le città d’arte e le zone naturali italiane sono difatti tra le più amate dai turisti di tutto il mondo, che giungono da sempre per assaggiare la cucina tipica nelle sue regioni d’origine, passare del tempo a contatto con la natura e vivere la storia, l’arte e le meraviglie dell’Italia.
Le zone calde della Pasqua 2022
Una delle mete più amate per vivere in maniera intensa il periodo della Pasqua è Roma, con le sue numerose iniziative a carattere religioso e la possibilità di visitare Città del Vaticano. La città è un enorme museo a cielo aperto, l’ideale anche per gli amanti della storia e della cultura. Anche Firenze e Napoli risultano essere località estremamente gradite dal turismo nostrano e internazionale, con un aumento delle prenotazioni, dando la possibilità ai turisti di godere di città uniche nel loro genere e circondate da paesaggi naturali ideali per delle gite in mezzo alla natura.
La Puglia è una regione ricca di siti di interesse storico-culturale come ad esempio Castel del Monte fatto costruire da Federico II di Svevia, ad Andria; ma anche ricca di bellezze naturali come le meravigliose Grotte di Castellana.
Anche Sardegna e Sicilia rimangono molto gettonate a livello internazionale. Le due isole offrono difatti dei paesaggi unici, con spiagge meravigliose che si estendono a perdita d’occhio, città turistiche che offrono ogni comfort e soprattutto tradizioni ricche e molto suggestive, con tanto di fiere in cui è possibile gustare i piatti tradizionali.
Le Alpi rimangono tra le mete montane più apprezzate; non solo gli amanti della montagna si dirigeranno lì per festeggiare la Pasqua con amici e famigliari, ma anche tutti coloro che cercano un luogo serafico in cui trascorrere le vacanze, mirando a vasti paesaggi incontaminati e aria pulita.
Che si scelga mare o montagna, città d’arte o manifestazioni religiose, questo ponte Pasquale vedrà indubbiamente un aumento del turismo a favore di numerose località come non accadeva da due anni a questa parte!
Brescia, inflazione di marzo: +1,1% su febbraio, +6,4% sul 2021

Nel mese di MARZO, continua a salire l’inflazione che accelera per il decimo mese consecutivo: la crescita dei prezzi al consumo si attesta a +1,1% a livello congiunturale (rispetto al mese di febbraio) e a +6,4% quella tendenziale (rispetto allo stesso mese dell’anno precedente). A renderlo noto è una nota dell’ufficio statistica del Comune di Brescia, riportata da Brescia News.
A livello di divisione, presentano incrementi congiunturali superiori alla variazione media generale i “Trasporti” (+3,6%, con l’aumento dei Carburanti e lubrificanti per mezzi di trasporto privati), “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (+2,8%, con un elevato incremento dell’Energia elettrica e del Gas). Incrementi sotto la media generale si registrano per le divisioni “Abbigliamento e calzature” (+1,2%, con l’aumento della voce Indumenti), “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+0,6%, in particolare con l’aumento degli Oli e grassi), “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+0,5%, con l’incremento dei Servizi di alloggio) e “Bevande alcoliche e tabacchi” (+0,1%). Diminuiscono le divisioni “Ricreazione, spettacoli e cultura” (-0,6%) e “Comunicazioni” (-0,1%). Nulle le variazioni per “Mobili, articoli e servizi per la casa”, ”Istruzione”, “Altri beni e servizi” e “Servizi sanitari e spese per la salute”.
In termini tendenziali, le divisioni che presentano decisi aumenti sono “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (+28,2%, con alti tassi dell’Energia elettrica e del Gas) e “Trasporti” (+10,1%, con l’accelerazione dei Carburanti). Notevoli aumenti, pur inferiori alla media generale (+6,4%), si sono registrati per i “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+5,5%, con elevati incrementi per la Frutta), “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+5,4% con l’aumento dei Servizi di alloggio e dei Ristoranti, bar e simili), “Mobili, articoli e servizi per la casa” (+3,8%), “Abbigliamento e calzature” (+2,8%, con l’aumento della voce Indumenti), “Altri beni e servizi” (+1,8%), “Servizi sanitari e spese per la salute” (+0,9%), “Ricreazione, spettacoli e cultura” (+0,4%). In discesa, invece, le “Comunicazioni” (-4,2%) e l’“Istruzione” (-0,9%). Analizzando per tipologia di prodotto, a livello congiunturale, si registra un deciso aumento dei “Beni” (+1,7%). Nel dettaglio, sono soprattutto i Beni energetici a subire un deciso incremento (+8,0%) e in particolar modo gli Altri Energetici (+10,2%). I Beni alimentari, sia lavorati e non lavorati, subiscono lievi incrementi (+0,6%). I “Servizi” rimangono piuttosto stabili nel loro complesso (+0,1%), ma presenta un deciso aumento la sottocategoria dei “Servizi relativi ai trasporti” (+0,8%).
Con riferimento alla frequenza di acquisto dei prodotti, presentano decisi aumenti congiunturali e tendenziali le categorie alta e media frequenza: quella alta registra un incremento congiunturale del 1,4% e tendenziale del 6,8%; quella media rispettivamente del 1,1% e del 8,1%. Meno elevati gli incrementi della bassa frequenza d’acquisto (+0,1% e +2,1%). Infine, per la “Core Inflation” 1 , si registrano una lieve variazione congiunturale positiva (+0,3%) e una variazione tendenziale decisamente elevata (+2,0%).
Costituita nella sede di Confindustria Brescia la nuova rete d’impresa IOBO 2.0

È stato sottoscritto ieri – nella sede di Confindustria Brescia, alla presenza del notaio Francesco Trapani – il contratto che sancisce la nascita della rete d’impresa IOBO 2.0.
Alla rete aderiscono quattro imprese associate a Confindustria Brescia – Fasternet (presente l’AD Giancarlo Turati), Gulliver (presente l’AD Giuseppe Capoferri), RJ45 (presente il presidente Daniele Gazzorelli) e Scao (presenti il presidente Andrea Venturini e il direttore generale Nicola Mondinelli) – e due aziende bresciane, la Be2net (presente l’AD Davide Sangiorgi) e la Ipre (presente l’Amministratore Unico, Mauro Nesti).
La Rete nasce con il patrocinio di Innexhub e CSMT, oltre che con il supporto di Confindustria Brescia e di RetImpresa, che hanno seguito le imprese coinvolte nelle fasi relative al progetto di rete e alla predisposizione del contratto. Alla sottoscrizione era presente anche Filippo Schittone, Direttore di Confindustria Brescia.
Con il contratto le imprese aderenti – attive nel ramo della digitalizzazione e dei servizi – si prefiggono una serie di obiettivi strategici e linee d’azione:
· sviluppare servizi, prodotti, soluzioni e tecnologie per accompagnare le imprese in un percorso di digitalizzazione e per attuare le linee guida derivanti dall’adozione di tecnologie e processi 4.0;
· progettare attività di digitalizzazione, informatizzazione, servizi alle imprese e iniziative innovative di formazione;
· condividere le competenze nei singoli ambiti d’esercizio delle aziende aderenti;
· condividere la rete commerciale;
· sviluppare e coordinare progetti comuni, ampliando la capacità di erogazione dei servizi delle singole società aderenti;
· diffondere il marchio di rete come elemento caratterizzante della mission delle società aderenti;
· aumentare la copertura territoriale e i segmenti di mercato;
· esplorare la fattibilità di inserimento delle aziende nei mercati esteri;
· individuare le migliori sinergie possibili con l’obiettivo di ottenere un’ottimizzazione delle risorse e degli skill professionali tra le aziende aderenti.
Iobo 2.0 rappresenta la naturale evoluzione della precedente intesa che ha permesso la realizzazione di importanti progetti di digitalizzazione sul territorio, e da cui sono nati obiettivi ancor più sfidanti ora in capo alla nuova realtà. Alla rete hanno già aderito importanti partner che con le loro competenze ed esperienze consentiranno di raggiungere risultati di rilievo per la rete, le aziende, il territorio.
“Lo strumento delle reti d’impresa ormai è entrato definitivamente nelle modalità aggregative delle aziende italiane, basti pensare che ad oggi le reti d’impresa registrate sono più di 7800 per un totale di oltre 45.000 imprese coinvolte – il commento del presidente di Iobo 2.0, Giancarlo Turati –. IOBO, giunta alla versione 2.0, è una rete d’impresa che prima di tutto aggrega visione e valori d’impresa condivisi e vissuti con intensità dalle aziende che ne fanno parte. Siamo riusciti a costituire un modello di ecosistema che si fonda sul concetto di “dare, ricevere, restituire” graduando la partecipazione alla rete, ovviamente orientata a obiettivi di business concreti e sfidanti, tra aziende “fondatrici” e membri a tutti gli effetti ed una quindicina di imprese “partner” che, pur condividendo e sottoscrivendo il codice etico della rete, preferiscono per ora collaborare esternamente facendo una specie di tirocinio propedeutico all’ingresso in rete. Sono assolutamente convinto che saremo in grado di dare profondo valore alle nostre imprese ed essere un punto di riferimento strutturato nel panorama delle imprese innovative nella sfida digitale.”
LE IMPRESE ADERENTI
FASTERNET
Progetta e realizza soluzioni in ambito Cybersecurity, Infrastructure, Networking e Collaboration. Indirizza la Digital Trasformation dei propri clienti, avendo come focus prioritario la sicurezza dei dati, la continuità operativa e la consapevolezza dei collaboratori secondo l’approccio olistico D-ARCH.
GULLIVER
Azienda nata nel 2000, con sede in via Orzinuovi a Brescia, con un organico di giovanissimi realizza App e progetti innovativi ad alto contenuto tecnologico per le aziende e il mercato consumer. Lavora a livello nazionale ed ora ha sede anche in Europa.
SCAO
Digital Company specializzata nella digitalizzazione del settore manifatturiero, che sviluppa soluzioni innovative per la Smart Factory, Industry 4.0 ed Erp gestionali per le PMI di tutta Italia.
IPRE
Azienda attiva nel settore della consulenza su progetti di big-data, mobilità, intelligenza artificiale a supporto delle aziende nelle complesse strategie di mercato e nella creazione di nuovi prodotti innovativi.
BE2NET
Startup innovativa nata dalla precedente esperienza di rete IOBO con l’obiettivo di sviluppare e commercializzare prodotti digitali ad alto contenuto tecnologico.
RJ45
Impresa sociale che facilita lo sviluppo di reti tra mondo profit e non profit con il fine principale di offrire alle aziende servizi utili alla loro crescita aumentando le opportunità lavorative per persone con disabilità.
Btl, bilancio 2021: utile +3,12 milioni

Un altro anno positivo quello che il Consiglio di Amministrazione di BTL Banca del Territorio Lombardo – presieduto da Ubaldo Casalini – porterà all’approvazione nel corso della prossima assemblea dei Soci della banca bresciana. A dirlo è una nota dell’istituto di credito riportata da Brescia news.
BTL chiude infatti l’esercizio 2021 con un utile di 3,12 milioni di Euro, soprattutto forte di una crescita armonica di tutti i principali indicatori di bilancio e della masse intermediate, e di un deciso incremento della clientela e della base sociale, segno di un sempre maggiore consolidamento del proprio ruolo di banca del territorio.
Grazie alle campagne attivate nel corso dell’anno, il 2021 ha visto infatti crescere la propria presenza sul territorio bresciano e lombardo grazie all’apertura di oltre 7.500 nuovi conti correnti con crescite a doppia cifra anche per quanto riguarda tutti i servizi collegati (Internet banking, carte di credito e debito). In deciso incremento anche la base sociale che a fine anno ha superato la soglia delle 8.000 unità grazie all’entrata di 619 nuovi soci. Una compagine sociale sempre più giovane (+ 286 giovani soci under 35) e a tinte rosa (con l’entrata di quasi duecento nuove socie nel 2021, la presenza delle donne all’interno della famiglia dei soci BTL raggiunge quota 1.815).
Non solo numeri infine. La banca con sede a Brescia conferma attraverso iniziative e partnership “qualificate”, la volontà di essere in sintonia e ascolto del proprio territorio – anche in un contesto di perdurante difficoltà a seguito dell’emergenza sanitaria – con particolare attenzione alle famiglie e al mondo delle imprese.
Il commento del Presidente del Consiglio di Amministrazione, Ubaldo Casalini
“Siamo orgogliosi di presentare i numeri dell’esercizio 2021 che ci mostrano una banca in ritrovata salute e sempre più punto di riferimento per la comunità bresciana, sia dal punto di vista economico che di presenza commerciale e sociale.
Questi risultati sono infatti il frutto di un percorso avviato nel 2018 dall’attuale Consiglio di Amministrazione e che, anno dopo anno, grazie alla determinazione e impegno dei colleghi amministratori e del Collegio Sindacale, ha portato a intervenire sui fondamentali della banca e a consolidare il ruolo del nostro istituto sia dal punto di vista economico, che commerciale e di attenzione alla base sociale.
Un traguardo che si è potuto raggiungere grazie alla convinta e decisiva adesione della struttura organizzativa della banca, dalla Direzione a tutti i collaboratori, a cui va il nostro ringraziamento.
In questi anni siamo cresciuti non solo dal punto degli indicatori di bilancio, ma anche nella quantità e qualità delle relazioni sul territorio, capaci di rispondere alle più moderne esigenze di servizio della clientela grazie al supporto del Gruppo Cassa Centrale, sempre presenti grazie anche alle fortunate partnership con alcune delle eccellenze del territorio bresciano. Siamo e vogliamo essere sempre di più “banca del territorio”, al servizio dei tanti clienti e soci che ogni giorno ci confermano la loro fiducia”.
I numeri del bilancio 2021
Un bilancio positivo quello che la banca con sede a Brescia e appartenente al Gruppo Cassa Centrale Banca di Trento si appresta ad archiviare, che si chiude con un utile di 3,12 milioni di Euro, pur nel contesto di un anno ancora caratterizzato dagli effetti della pandemia da Covid-19 sul territorio lombardo e bresciano.
Per quanto attiene i principali aggregati di bilancio, l’istituto di credito cooperativo vede in crescita il dato delle masse amministrate per conto della clientela, – costituite dalla raccolta diretta, amministrata e dal risparmio gestito – che superano i 3 miliardi di euro (3.089 milioni di Euro) con un aumento del 6,88 %: la raccolta diretta da clientela ammonta a 2.100 milioni di Euro (in aumento del 2,93 sul 2020), mentre prosegue la crescita della raccolta indiretta che sfiora il miliardo di Euro, attestandosi a 989 milioni di euro con una crescita del 16,39 % rispetto all’esercizio scorso.
In aumento anche il dato degli impieghi. I crediti verso clientela, al netto dei dubbi esiti e degli accantonamenti, ammontano a 1.776 milioni di Euro in aumento del 3,77 % (pari a 64,5 milioni di Euro). Crescono i mutui in aumento del 9,81%, in un contesto di sostegno del credito durante il periodo della pandemia Covid-19 ma anche grazie ad iniziative dedicate alle famiglie con l’offerta di mutui “Casa”.
Sul fronte della gestione dei crediti deteriorati, l’azione di BTL è stata indirizzata nell’ottica di accelerare la diminuzione degli NPL; l’incidenza dei crediti deteriorati lordi sul totale dei crediti si attesta al 5,33 % in diminuzione rispetto all’8,71 % di dicembre 2020 (meno 43,74 %), al di sotto della media delle banche aderenti al Gruppo CCB.
Per quanto attiene il risultato economico, il margine di intermediazione si attesta a 76,525 milioni di Euro. Rispetto ad un margine di interesse in marginale decremento, crescono in modo significativo le commissioni nette che ammontano a 29,484 milioni di euro, in aumento rispetto al 2020 principalmente grazie all’apporto delle attività di collocamento, gestione, intermediazione e consulenza di prodotti finanziari di terzi.
L’utile netto di esercizio, come detto, si attesta a 3,122 milioni di Euro.
A fine 2021 i fondi propri della Banca, ai fini prudenziali, ammontano a 190.9 milioni di Euro, in crescita per effetto dell’utile di esercizio 2021, costituiti da 156.3 milioni di Euro di capitale di classe 1 (Tier 1-T1) e 34.5 milioni di Euro di capitale di classe 2 (Tier 2 – T2).
In termini percentuali, in rapporto alle attività di rischio ponderate, il CET 1 (Cet 1 Capital Ratio) della Banca risulta essere al 13,26%, mentre il TCR (Total Capital ratio) al 16,20 %, entrambi in aumento rispetto all’esercizio precedente.
Partnership e iniziative sul territorio.
Una banca sempre più aperta a collaborazioni e partnership “qualificate”. Il 2021 ha visto proseguire il percorso di radicamento della banca nella comunità bresciana grazie alle collaborazioni attivate con alcune realtà d’eccellenza del proprio territorio.
Vari i fronti di impegno attivi tra cui quello dedicato alla prevenzione e salute per i Soci grazie all’accordo con Fondazione Poliambulanza, con A2A Energia per l’offerta a condizioni agevolate di servizi su luce e gas, sul fronte della cultura e della promozione del patrimonio culturale con Fondazione Brescia Musei, di cui BTL è Educational Activity partner, e con Fondazione Castello di Padernello, e la fortunata collaborazione con Pallacanestro Brescia per la stagione di Lega Basket 2021-2022 con iniziative dedicate anche ai settori giovanili.
È invece recente la collaborazione attivata con FEduf, la fondazione per l’educazione finanziaria, che ha consentito negli scorsi mesi alla banca di attivare un percorso dedicato a circa mille studenti dei centri professionali di Brescia nell’ambito del progetto di educazione finanziaria. All’orizzonte, grazie al recente accordo con Fondazione Cogeme, altre iniziative dedicate al tema della sostenibilità nel segno del dialogo tra istituzioni che hanno in comune il servizio al territorio.
Ultimo in termini temporali, ma che ha già visto alcune iniziative dedicate al mondo dell’impresa, il progetto “PNRR e Imprese” che mira a fornire strumenti di formazione e consulenza rispetto ad un tema che si ritiene decisivo nei prossimi 2/3 anni. Anche questa iniziativa viene ritenuta strategica nell’ottica di una attenzione e vicinanza al proprio territorio.
Husqvarna di Lonato: scongiurati i licenziamenti

“Soddisfazione e amarezza convivono in queste ore alla Husqvarna di Lonato. Soddisfazione perché l’accordo raggiunto dalla Fim Cisl con l’azienda scongiura il licenziamento immediato dei 24 lavoratori della fabbrica. Amarezza perché ha termine un’esperienza industriale”. A dirlo è una nota della Cgil di Brescia.
Dopo diverse settimane di confronto con i rappresentanti della multinazionale, i metalmeccanici della Cisl hanno ottenuto la cancellazione della procedura di licenziamento collettivo e l’avvio di un percorso di 12 mesi di cassa integrazione straordinaria, di politiche attive per la rioccupazione, di integrazioni salariali. “Husqvarna chiude, ma non in maniera traumatica – dichiara Stefano Olivari, segretario generale della Fim Cisl – garantendo una fase importante di ammortizzatori sociali in cui si innesteranno azioni di riqualificazione e ricollocazione della forza lavoro”.
L’intesa è stata formalizzata insieme alle Rsu, con il mandato di tutti i lavoratori, in un incontro con i procuratori legali della multinazionale.
“Oggi i lavoratori possono guardare ai prossimi mesi con un atteggiamento diverso rispetto all’assoluta mancanza di prospettive della prima decisione aziendale – aggiunge Alberto Pluda, segretario provinciale della Cisl che fin dal primo momento è scesa a fianco dei lavoratori e a sostegno dei Federazione dei metalmeccanici – ma è evidente che la vicenda ripropone in maniera urgente la necessità di un sistema di contrasto alle delocalizzazioni delle multinazionali, che hanno tutto il diritto di farlo ma rispettando criteri e impegni. Un insieme di regole che possono essere definite e fatte osservare attraverso un sistema di relazioni industriali più efficiente e più partecipativo. Abbiamo bisogno di più concertazione sociale entro cui collocare a livello territoriale un vero e proprio patto sociale”.
“L’accordo sottoscritto- conclude la Segreteria Fim Cisl Brescia- è stato il migliore possibile alle condizioni date per contrastare la scelta di una multinazionale che, nel mese di febbraio, aveva scelto di cessare l’attività con il licenziamento di tutti i dipendenti”.
Vino, boom di vendite per il Lugana: +34%

La spinta all’autosufficienza alimentare si allarga anche alle vigne e gli italiani riscoprono i vini autoctoni che occupano tutti i primi dieci posti delle bottiglie che hanno fatto registrare il maggior incremento dei consumi in volume, con il Lugana gardesano che – secondo quanto riferisce una nota pubblicata da Brescia news – guida la classifica con un aumento delle vendite del 34% nell’ultimo anno, davanti all’Amarone (+32%) e al Valpolicella Ripasso (+26%) entrambi veneti. E’ quanto afferma la Coldiretti Lombardia in base all’analisi Coldiretti su dati Infoscan Census relativi all’anno terminante a gennaio 2022, diffusa in occasione dell’apertura del Vinitaly a Verona, con le bottiglie che hanno messo a segno le migliori performance in mostra a Casa Coldiretti di fronte all’ingresso della struttura fieristica (Ingresso Cangrande).
La speciale top ten evidenzia risultati sorprendenti con un profondo cambiamento nelle abitudini di consumo degli italiani che in tempo di pandemia e tensioni internazionali – sottolinea la Coldiretti – premiano anche negli acquisti di vino le produzioni legate al territorio, da quelle più blasonate a quelle che negli ultimi anni hanno saputo conquistarsi un fiorente mercato. Nella classifica dei primi dieci vini che nel periodo considerato in Italia hanno fatto registrare il maggior incremento delle vendite, infatti, nessuno è internazionale: al quarto e quinto posto ci sono il Nebbiolo piemontese (+22%) e il Vermentino della Sardegna (+22%), davanti alla Ribolla del Friuli Venezia Giulia (+19%), al Sagrantino dell’Umbria (+16%), alla Passerina marchigiana (+14%), con Brunello di Montalcino della Toscana e Grillo di Sicilia a chiudere la top ten entrambi con una crescita del 13%.
Si tratta della conferma – sottolinea la Coldiretti – dell’alta qualità offerta lungo tutta la Penisola grazie alla biodiversità e alla tradizione millenaria della viticoltura tricolore. In Lombardia, in particolare, il 90% del vino prodotto è a Denominazione di qualità, grazie a 5 DOCG, 21 DOC e 15 IGT. Anche per questo – precisa la Coldiretti regionale – i vini lombardi hanno sempre più successo anche all’estero. Nel 2021, sotto la spinta delle riaperture della ristorazione a livello internazionale, le esportazioni hanno raggiunto il valore di 285 milioni di euro con un +11.8% sul 2020 in base agli ultimi dati Istat.
Confartigianato, sabato la conferenza organizzativa e il rinnovo dei vertici

“Un’identità d’insieme. Per arrivare lontano” è questo il titolo dell’11esima Conferenza Organizzativa di Confartigianato Imprese Lombardia, che si svolgerà sabato 9 aprile alle 10 al Gran Visconti Palace a Milano. L’appuntamento offrirà l’occasione di illustrare il Documento di analisi e indirizzo e aprire un dibattito e un confronto sulle linee programmatiche e strategiche della Federazione per il quadriennio 2022-2026. Ma uno dei momenti più attesi – secondo quanto sottolinea Brescia news – dalle 16.30, sarà la riunione del Consiglio direttivo per il rinnovo del presidente (l’uscente è il bresciano Eugenio Massetti) e della giunta.
“La Conferenza – sottolinea una nota – offre l’occasione di una riflessione a tutto tondo sul cambiamento della Media e Piccola Impresa e, dunque, sull’evoluzione del compito e del concetto stesso della sua rappresentanza, per dar voce ai bisogni e alle richieste del mondo economico che la Federazione accompagna nelle sfide di oggi e di domani. In Lombardia sono 794 mila le MPI e imprese artigiane che dànno occupazione a 2 milioni e 150 mila addetti, il 51,3% del totale. L’artigianato, da solo, rappresenta un’impresa ogni quattro di quelle che creano opportunità di lavoro nella nostra regione. Il valore aggiunto prodotto dalle MPI, incluse le imprese a carattere artigiano, raggiunge i 119 miliardi di euro, pari al 55,4% di quello realizzato dall’intero sistema produttivo lombardo”.
“In questo momento storico drammatico, che porta ancora con sé gli strascichi della crisi 2008/2011 – conclude il comunicato – affrontando le conseguenze della pandemia e i tragici effetti della guerra in Ucraina, si sente la necessità di una Federazione coesa, forte, identitaria, europeista e affidabile per gli imprenditori. Principi che rappresentano valori irrinunciabili per l’intera società, nell’equilibrio degli interessi generali e per il conseguimento del bene comune”.
Export, Lombardia locomotiva d’Italia: vale il 26% del totale

La Regione Lombardia è la locomotiva dell’export italiano con 135 miliardi di esportazioni pari al 26% del totale nazionale. Importanti anche le performance del 2020/21 che hanno fatto segnare un +6,6% rispetto al 2019/20 periodo precovid, simile al dato nazionale che ha raggiunto, a livello nazionale, 516 miliardi di euro un +7.5% rispetto al precovid.
Questi i dati emersi nel corso degli Stati generali dell’Export in Lombardia, organizzati da ICE, Italian Trade Agency e Ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale, in corso di svolgimento a Palazzo Lombardia, cui hanno partecipato il presidente Attilio Fontana e l’assessore alle Sviluppo economico, Guido Guidesi.
PRESIDENTE FONTANA: PREOCCUPANO PREZZI MEDI MATERIE PRIME – “La Cabina di regia nazionale per l’internazionalizzazione e il Patto per l’export – ha spiegato Fontana – sono le sedi in cui tracciare le direttrici per la ripresa di competitività e per far fronte alla crisi energetica. La straordinaria vitalità del tessuto imprenditoriale lombardo e i dati incoraggianti dell’export 2021 non possono da soli frenare gli impatti su energia, mercati finanziari, commercio internazionale e logistica”.
Il governatore ha quindi elencato gli effetti della crisi russo-ucraina: “Risultano pesantemente compromessi gli scambi commerciali con i Paesi interessati – ha detto – ma è ancor più preoccupante il nuovo shock sui prezzi medi delle materie prime energetiche e non, l’impatto sulle forniture, in termini di disponibilità e tempi di approvvigionamenti, le conseguenze finanziarie sul sistema internazionale dovute al crollo del rublo e alla crisi delle banche russe”.
“L’export totale annuo della Lombardia – ha proseguito – che si concentra in primis nei comparti meccanica, moda, chimica, vale l’1,6% verso la Russia e lo 0,4% verso l’Ucraina. Tuttavia, quando si parla di crisi energetica, è necessario considerare gli effetti che ne deriverebbero sull’intero sistema imprenditoriale e, purtroppo, anche sulla coesione sociale e politica delle nostre società”.
Concludendo il presidente Fontana ha sottolineato la necessità di “considerare tutti questi fattori per porsi di fronte a quella che potrebbe definirsi come una nuova geografia dei flussi commerciali e di investimenti che andrà affrontata in maniera compatta ed unita, a livello nazionale ed europeo”.
ASSESSORE GUIDESI: COINVOLGERE PIÙ IMPRESE – “La Lombardia ha dimostrato anche nell’ultimo trimestre dello scorso anno – ha continuato Guidesi – di essere la locomotiva d’Italia e tra le regioni leader in Europa; un dato particolarmente significativo è stato quello del fatturato record sulle esportazioni. Non vogliamo fermarci, sembra paradossale visti i numeri, ma la nostra intenzione, condivisa da tutto il sistema lombardo, è quella di mettere più imprese possibili nelle migliori condizioni per poter ulteriormente contribuire al valore delle esportazioni. Dobbiamo proseguire con il continuo confronto con le imprese lombarde e con le associazioni di categoria così da poter mettere in campo strumenti e misure flessibili e concrete nella piena collaborazione tra istituzioni pubbliche che si integrano e non si sovrappongono nella messa in campo di strumenti a supporto. il protocollo firmato con ICE va proprio in questa direzione”.
CARLO FERRO AGENZIA ICE: 15 MILIONI PER PROMUOVERE PRODOTTI CHE ERANO DESTINATI A RUSSIA – “Le Regioni – ha aggiunto Carlo Ferro, presidente dell’Ice – sono i nostri partner nell’ambito delle collaborazioni del sistema Paese più vicine al territorio, più vicini alle imprese interpreti delle necessità delle imprese. Da qualche tempo abbiamo avviato un dialogo che consente di facilitare i nostri interventi. E il nostro obiettivo con questi Stati Generali è quello di poter raggiungere il più numero più ampio possibile di imprese. E’ stata avviata una collaborazione con le Camere di Commercio e con le Regioni anche grazie al protocollo di intenti firmato proprio con Regione Lombardia lo scorso dicembre. La Lombardia per Ice ha rappresentato nel 2020/21 55 iniziative con 1227 partecipanti e 2101 di operatori esteri. Il 58% dei fondi in Lombardia sono andati a vantaggio di Fiera Milano”.
Ferro ha voluto sottolineare come siano stati messi a disposizione “15 milioni di euro per iniziative di promozione aggiuntive per quei prodotti che erano destinati ai mercati di Russia, Bielorussa e Ucraina che, nel brevissimo termine, devono trovare sbocco su altri mercati”.
Immobiliare: ecco i trend per Brescia e per la Lombardia

In questo inizio di 2022 il mattone in Lombardia registra un andamento positivo, con prezzi in aumento sia nel settore delle compravendite che in quello delle locazioni. Questo è quanto rilevato da Immobiliare.it, portale immobiliare, nell’Osservatorio trimestrale sul settore residenziale curato da Immobiliare Insights. In particolare, se i prezzi di vendita aumentano percentualmente di 2,4 punti percentuali e si attestano a una media di 2.320 euro al metro quadro, quelli di locazione nel confronto con il trimestre precedente crescono dell’1,4% e sono pari a 14,7 euro/mq.
I trend regionali
Nel comparto delle compravendite lo stock di abitazioni invendute nella regione è calato dell’1,7% rispetto al trimestre precedente, in conseguenza di una domanda in crescita di oltre il 14%. Anche il quadro delle locazioni è in ripresa: infatti lo stock di case disponibili in regione segna un -9,7% mentre la richiesta di immobili in affitto si attesta sul +7,3% nello stesso periodo, segno che molte abitazioni sono state locate con successo e il mercato si presenta in fermento.
I trend delle compravendite per città e province
Quando si analizza l’andamento dei prezzi medi richiesti da chi vende casa nei comuni e nelle province della Lombardia si nota come la maggioranza delle province e dei comuni si attestino su una sostanziale stabilità, con l’eccezione di Cremona che perde qualche punto percentuale sia nel comune che nella provincia. Il comune di Milano continua la sua crescita guadagnando un ulteriore 1,7% rispetto al trimestre precedente e fermandosi a poco meno di 5.000 euro/mq, il prezzo più alto in regione. La domanda è in forte crescita in tutti territori considerati, con picchi che superano il +24% nei comuni di Brescia, Lecco e Monza-Brianza, con uno stock di immobili in offerta in calo quasi ovunque. In particolare, sono uscite dal mercato diverse abitazioni situate nel comune di Lodi che segna un -14%.
I trend nel comparto della locazione
I trend rilevati raccontano di un mercato delle locazioni che apre il 2022 in positivo. Partendo dai prezzi, stabili o in aumento in tutta la regione, tranne che nelle città di Cremona e Pavia, che perdono attorno al 2%. La città di Milano sempre da record con una crescita del +4,4% e il canone di locazioni medio che si attesta sui 19,4 euro/mq. Lo stop inferto dal Covid al comparto sembra essere stato superato: lo stock si è infatti fortemente ridotto quasi ovunque (con l’eccezione di Cremona dove invece è aumentato di oltre il 9%), mentre nell’ultimo trimestre la domanda ha subito una forte accelerazione, con il picco registrato nella città di Como che segna un +42% circa. Diminuisce invece l’interesse dei potenziali locatari per il comune di Pavia e la provincia di Lodi, al -8,7% e 6,8% rispettivamente.
Di seguito le variazioni dei prezzi richiesti, dell’offerta e della domanda per la tipologia immobiliare residenziale in vendita in Lombardia:
Capoluoghi di provincia | Media di €/mq | DELTA PREZZO | ||||||||||
3mesi | 6mesi | 9mesi | 12mesi | |||||||||
LOMBARDIA | Bergamo | comune | 2.243 € | -0,1% | 0,9% | 2,4% | 3,7% | |||||
provincia senza capoluogo | 1.303 € | 0,1% | -1,0% | -1,9% | -2,0% | |||||||
Brescia | comune | 1.760 € | 0,5% | 0,2% | 1,1% | 0,2% | ||||||
provincia senza capoluogo | 1.951 € | 0,1% | 0,7% | 3,0% | 4,4% | |||||||
Como | comune | 2.662 € | 1,3% | 3,4% | 4,8% | 7,7% | ||||||
provincia senza capoluogo | 1.827 € | -0,7% | -0,5% | 1,1% | 1,8% | |||||||
Cremona | comune | 1.237 € | -1,3% | -1,1% | -0,6% | 0,2% | ||||||
provincia senza capoluogo | 1.197 € | -0,1% | -1,6% | -1,3% | 0,6% | |||||||
Lecco | comune | 2.084 € | 1,3% | 3,6% | 5,6% | 5,8% | ||||||
provincia senza capoluogo | 1.488 € | 0,1% | 0,8% | 1,0% | 0,5% | |||||||
Lodi | comune | 1.755 € | 1,4% | 1,8% | 3,2% | 4,5% | ||||||
provincia senza capoluogo | 1.210 € | 0,7% | 0,8% | 1,3% | 2,3% | |||||||
Mantova | comune | 1.431 € | -0,1% | 2,6% | 2,5% | 2,9% | ||||||
provincia senza capoluogo | 1.065 € | -0,1% | -0,2% | 0,2% | -0,7% | |||||||
Milano | comune | 4.985 € | 1,7% | 2,2% | 3,2% | 4,9% | ||||||
provincia senza capoluogo | 1.949 € | 1,4% | 2,6% | 3,2% | 4,6% | |||||||
Monza e della Brianza | comune | 2.432 € | 2,3% | 5,2% | 6,5% | 9,5% | ||||||
provincia senza capoluogo | 1.806 € | 1,6% | 2,4% | 3,4% | 4,0% | |||||||
Pavia | comune | 2.170 € | 0,8% | 0,8% | 1,4% | 2,3% | ||||||
provincia senza capoluogo | 1.087 € | 0,1% | 0,2% | 0,5% | -0,3% | |||||||
Sondrio | comune | 1.338 € | -1,1% | -2,9% | 3,9% | 7,5% | ||||||
provincia senza capoluogo | 2.138 € | 3,6% | 7,6% | 8,2% | 7,2% | |||||||
Varese | comune | 1.566 € | 1,9% | 2,0% | 2,9% | 3,1% | ||||||
provincia senza capoluogo | 1.449 € | 0,8% | 1,4% | 3,4% | 4,7% | |||||||
REGIONE | 2.320 € | 2,4% | 2,6% | 3,0% | 4,8% | |||||||
Capoluoghi di provincia | DELTA OFFERTA | |||||
3mesi | 6mesi | 9mesi | 12mesi | |||
LOMBARDIA | Bergamo | comune | -2,6% | -5,8% | -18,6% | -15,5% |
provincia senza capoluogo | -0,5% | -5,2% | -8,2% | -13,6% | ||
Brescia | comune | -1,9% | -1,9% | -11,0% | -19,6% | |
provincia senza capoluogo | -1,5% | -10,3% | -16,2% | -17,6% | ||
Como | comune | -6,0% | -2,5% | -12,1% | -19,9% | |
provincia senza capoluogo | -1,9% | -5,7% | -15,3% | -14,6% | ||
Cremona | comune | -2,6% | -2,0% | -13,1% | -18,8% | |
provincia senza capoluogo | 5,6% | -0,7% | -6,2% | -12,2% | ||
Lecco | comune | -8,3% | -6,3% | -27,1% | -24,2% | |
provincia senza capoluogo | -11,3% | -8,6% | -16,2% | -15,6% | ||
Lodi | comune | -14,0% | -15,6% | -23,6% | -25,8% | |
provincia senza capoluogo | -1,5% | 3,0% | -7,2% | -14,1% | ||
Mantova | comune | 2,7% | 6,6% | -7,9% | -12,4% | |
provincia senza capoluogo | -9,2% | -15,2% | -22,3% | -26,0% | ||
Milano | comune | -3,4% | 11,5% | -16,6% | -12,0% | |
provincia senza capoluogo | -0,8% | 2,2% | -13,8% | -19,5% | ||
Monza e della Brianza | comune | -2,1% | 0,7% | -14,7% | -13,8% | |
provincia senza capoluogo | -0,3% | 5,3% | -12,4% | -20,0% | ||
Pavia | comune | -0,1% | -2,8% | -17,3% | -22,4% | |
provincia senza capoluogo | 4,6% | -5,0% | -14,7% | -14,0% | ||
Sondrio | comune | 1,2% | 0,3% | -9,8% | -20,6% | |
provincia senza capoluogo | -9,8% | -14,0% | -15,8% | -21,4% | ||
Varese | comune | -6,3% | -6,1% | -10,8% | -18,9% | |
provincia senza capoluogo | 3,4% | 3,9% | -6,8% | -13,6% | ||
REGIONE | -1,7% | -0,2% | -13,7% | -16,2% |
Capoluoghi di provincia | DELTA DOMANDA | |||||
3mesi | 6mesi | 9mesi | 12mesi | |||
LOMBARDIA | Bergamo | comune | 15,1% | 18,4% | 17,5% | 1,0% |
provincia senza capoluogo | 12,7% | 14,9% | 1,7% | -5,9% | ||
Brescia | comune | 24,5% | 30,4% | 13,9% | 5,7% | |
provincia senza capoluogo | 19,9% | 17,0% | 5,1% | -1,7% | ||
Como | comune | 14,7% | 16,9% | 5,5% | 0,0% | |
provincia senza capoluogo | 11,8% | 11,4% | -6,2% | -10,2% | ||
Cremona | comune | -0,9% | 9,8% | -3,8% | -16,4% | |
provincia senza capoluogo | 8,4% | -1,6% | -5,8% | -12,6% | ||
Lecco | comune | 24,2% | 32,5% | 10,0% | 1,6% | |
provincia senza capoluogo | 18,3% | 17,8% | 3,3% | -9,0% | ||
Lodi | comune | 5,7% | 15,0% | 3,6% | -2,3% | |
provincia senza capoluogo | 8,1% | 9,9% | -2,4% | -7,8% | ||
Mantova | comune | 0,0% | 7,7% | -5,5% | -11,1% | |
provincia senza capoluogo | 12,7% | 16,8% | 3,1% | 6,5% | ||
Milano | comune | 14,2% | 27,2% | 8,8% | -10,3% | |
provincia senza capoluogo | 14,5% | 22,7% | 3,8% | -5,5% | ||
Monza e della Brianza | comune | 24,9% | 28,3% | 5,3% | -9,1% | |
provincia senza capoluogo | 22,2% | 24,5% | 1,6% | -6,5% | ||
Pavia | comune | 18,6% | 43,3% | 18,6% | -2,8% | |
provincia senza capoluogo | 9,1% | 8,0% | -2,4% | -11,4% | ||
Sondrio | comune | 3,3% | -3,1% | -4,3% | -20,8% | |
provincia senza capoluogo | 7,7% | 2,6% | 6,0% | -19,4% | ||
Varese | comune | 8,9% | 9,3% | -2,5% | -9,7% | |
provincia senza capoluogo | 12,3% | 15,6% | 0,0% | -9,9% | ||
REGIONE | 14,1% | 24,2% | 4,7% | -7,5% |
Di seguito le variazioni dei prezzi richiesti, dell’offerta e della domanda per la tipologia immobiliare residenziale in locazione in Lombardia:
Capoluoghi di provincia | Media di €/mq | DELTA PREZZO | |||||
3mesi | 6mesi | 9mesi | 12mesi | ||||
LOMBARDIA | Bergamo | comune | 10,4 € | 3,6% | 5,0% | 5,3% | 5,5% |
provincia senza capoluogo | 7,8 € | -0,3% | 1,4% | 2,3% | 3,9% | ||
Brescia | comune | 9,3 € | 1,2% | 3,8% | 6,3% | 8,0% | |
provincia senza capoluogo | 9,4 € | 2,6% | 2,8% | 6,3% | 13,5% | ||
Como | comune | 12,1 € | 0,0% | 1,9% | 2,7% | 2,1% | |
provincia senza capoluogo | 8,9 € | -0,1% | -0,9% | -1,2% | -0,6% | ||
Cremona | comune | 6,7 € | -2,0% | -2,1% | 0,0% | 2,8% | |
provincia senza capoluogo | 7,1 € | -1,2% | -2,8% | 2,3% | 4,1% | ||
Lecco | comune | 8,7 € | 0,1% | -1,5% | -0,4% | 0,0% | |
provincia senza capoluogo | 8,0 € | 1,4% | -3,7% | -4,0% | 4,1% | ||
Lodi | comune | 9,1 € | 2,2% | 2,8% | 1,5% | 1,6% | |
provincia senza capoluogo | 7,0 € | 1,0% | 1,9% | 0,7% | 2,8% | ||
Mantova | comune | 7,8 € | 1,2% | 0,8% | 2,5% | 4,6% | |
provincia senza capoluogo | 6,7 € | 2,4% | 4,9% | 5,5% | 6,2% | ||
Milano | comune | 19,4 € | 4,4% | 7,3% | 8,1% | 6,8% | |
provincia senza capoluogo | 10,9 € | 2,5% | 3,0% | 4,1% | 4,9% | ||
Monza e della Brianza | comune | 11,5 € | 2,9% | 3,0% | 3,6% | 5,0% | |
provincia senza capoluogo | 9,5 € | 0,9% | 0,5% | 1,5% | 1,7% | ||
Pavia | comune | 9,0 € | -1,8% | -0,7% | -0,9% | -0,1% | |
provincia senza capoluogo | 6,7 € | 1,1% | 2,3% | 2,4% | 0,1% | ||
Sondrio | comune | 7,5 € | -0,5% | 2,2% | 2,1% | 6,0% | |
provincia senza capoluogo | 9,3 € | 0,4% | -4,3% | 1,7% | 15,4% | ||
Varese | comune | 9,3 € | 1,5% | 2,7% | 4,3% | 5,6% | |
provincia senza capoluogo | 8,5 € | -0,1% | 0,7% | 2,1% | 3,4% | ||
REGIONE | 14,7 € | 1,4% | 2,5% | 4,0% | 4,3% |
Capoluoghi di provincia | DELTA OFFERTA | |||||||||
3mesi | 6mesi | 9mesi | 12mesi | |||||||
LOMBARDIA | Bergamo | comune | -8,2% | -35,7% | -51,2% | -54,0% | ||||
provincia senza capoluogo | -2,6% | -23,2% | -35,4% | -33,8% | ||||||
Brescia | comune | -3,3% | -34,8% | -32,9% | -27,4% | |||||
provincia senza capoluogo | -12,8% | -24,0% | -21,2% | -21,1% | ||||||
Como | comune | -19,7% | -24,6% | -45,6% | -47,9% | |||||
provincia senza capoluogo | -11,0% | -18,9% | -34,6% | -43,7% | ||||||
Cremona | comune | 9,1% | -12,7% | -30,6% | -37,5% | |||||
provincia senza capoluogo | -21,1% | -29,1% | -36,4% | -44,0% | ||||||
Lecco | comune | -13,3% | -27,0% | -39,9% | -38,6% | |||||
provincia senza capoluogo | -21,6% | -31,9% | -38,2% | -39,1% | ||||||
Lodi | comune | -14,5% | -20,7% | -37,8% | -43,5% | |||||
provincia senza capoluogo | -10,4% | -14,7% | -23,5% | -23,8% | ||||||
Mantova | comune | 0,7% | -0,4% | -3,2% | -13,2% | |||||
provincia senza capoluogo | -4,4% | -16,4% | -31,8% | -36,0% | ||||||
Milano | comune | -11,5% | -49,5% | -59,0% | -50,3% | |||||
provincia senza capoluogo | 0,7% | -11,2% | -26,3% | -22,1% | ||||||
Monza e della Brianza | comune | -15,6% | -31,3% | -47,4% | -47,2% | |||||
provincia senza capoluogo | -14,3% | -22,7% | -35,0% | -37,6% | ||||||
Pavia | comune | -2,4% | -64,9% | -63,4% | -67,0% | |||||
provincia senza capoluogo | -6,5% | -19,9% | -43,7% | -35,2% | ||||||
Sondrio | comune | 4,6% | -17,3% | -24,2% | -7,1% | |||||
provincia senza capoluogo | -14,2% | -16,9% | -11,2% | -7,2% | ||||||
Varese | comune | -10,7% | -27,7% | -36,8% | -39,3% | |||||
provincia senza capoluogo | -8,9% | -29,0% | -39,6% | -40,8% | ||||||
REGIONE | -9,7% | -40,7% | -50,9% | -44,6% | ||||||
Capoluoghi di provincia | DELTA DOMANDA | ||||||||||
3mesi | 6mesi | 9mesi | 12mesi | ||||||||
LOMBARDIA | Bergamo | comune | 0,1% | 19,7% | 72,4% | 79,5% | |||||
provincia senza capoluogo | 7,9% | 23,4% | 44,6% | 41,0% | |||||||
Brescia | comune | 15,9% | 54,4% | 67,6% | 48,1% | ||||||
provincia senza capoluogo | 22,5% | 24,2% | 14,5% | 11,8% | |||||||
Como | comune | 41,6% | 28,3% | 77,9% | 71,8% | ||||||
provincia senza capoluogo | 15,9% | 12,9% | 41,5% | 44,7% | |||||||
Cremona | comune | 17,1% | 5,3% | 52,4% | 24,6% | ||||||
provincia senza capoluogo | 21,2% | 34,0% | 53,9% | 22,3% | |||||||
Lecco | comune | 15,7% | 2,3% | 34,1% | 17,2% | ||||||
provincia senza capoluogo | 30,0% | 21,3% | 22,9% | 36,9% | |||||||
Lodi | comune | 11,2% | 30,8% | 77,9% | 76,7% | ||||||
provincia senza capoluogo | -6,8% | 7,0% | 16,9% | 11,9% | |||||||
Mantova | comune | -0,9% | 1,8% | 20,8% | 0,9% | ||||||
provincia senza capoluogo | 10,7% | 1,0% | 4,6% | 15,0% | |||||||
Milano | comune | 1,4% | 12,8% | 80,7% | 70,2% | ||||||
provincia senza capoluogo | 3,4% | 23,2% | 61,4% | 35,9% | |||||||
Monza e della Brianza | comune | 11,6% | 42,5% | 93,8% | 57,7% | ||||||
provincia senza capoluogo | 24,2% | 36,6% | 56,8% | 54,1% | |||||||
Pavia | comune | -8,7% | 55,1% | 183,1% | 188,6% | ||||||
provincia senza capoluogo | 1,7% | 14,1% | 57,6% | 26,2% | |||||||
Sondrio | comune | 2,0% | 24,5% | 10,0% | 20,6% | ||||||
provincia senza capoluogo | -1,0% | 1,5% | 10,0% | -2,2% | |||||||
Varese | comune | 8,5% | 18,7% | 76,6% | 38,1% | ||||||
provincia senza capoluogo | 13,1% | 25,4% | 48,2% | 48,0% | |||||||
REGIONE | 7,3% | 21,1% | 64,7% | 52,9% | |||||||