Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

Camera di commercio, ecco gli eventi settimanali

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia by

Di seguito, come di consueto, pubblichiamo gli eventi settimanali della Camera di Commercio di Brescia.

16/23 – RASSEGNA “IMPRESE E SOSTENIBILITA'”

La Camera di Commercio di Brescia, in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Intesa Sanpaolo Innovation Center, nell’ambito delle attività proposte dal “Laboratorio ESG – Environmental Social Governance”, presenta la rassegna “Imprese e Sostenibilità: nuovi valori e opportunità”, il ciclo di incontri gratuiti dedicato ad informare, formare e diffondere presso le Imprese la cultura e l’attenzione alla sostenibilità, supportandole nel loro percorso di crescita verso nuovi modelli di business che riescano a garantirne il solido posizionamento sui mercati in conformità alla rapida evoluzione del sistema economico e produttivo.
Incontri previsti:

● 28 Marzo: CE Lab – Waste Management

● 26 Aprile: Nativa – Supply Chain Evolution

● 26 Giugno: CE Lab – Chemicals & Materials

● 11 Settembre: Nativa – Diversity & Inclusion


Maggiori informazioni al sito
https://bs.camcom.it/

17/23 – WEBINAR “IL MARKETING INTERNAZIONALE”

Martedì 14 marzo 2023 dalle ore 9,30 alle ore 12,30 si terrà il webinar “Il marketing internazionale” rivolto a imprese, neo-imprese e aspiranti imprenditori interessati ai processi di internazionalizzazione e di export digitale. Obiettivo dell’incontro: individuare e capire gli strumenti di marketing a disposizione delle imprese per poter accedere in modo corretto ai mercati internazionali, riducendo i rischi e massimizzando i risultati.

Il webinar  è gratuito, è possibile partecipare previa iscrizione. Maggiori informazioni al sito https://bs.camcom.it/

8 marzo, il business delle mimose vale 12 milioni di euro

in Agricoltura e allevamento/Economia by

La mimosa è la pianta simbolo della Festa della donna e l’8 marzo, da solo, vale l’85% degli acquisti di stagione. Cia-Agricoltori Italiani stima un giro d’affari di 12mln di euro, con 10 milioni di mazzetti pronti a essere regalati ad amiche, fidanzate, mogli e colleghe. Tuttavia, Cia segnala scarsità di prodotto (-40%) dovuto a fioriture anticipate in gennaio per effetto di temperature ben al di sopra della media e un impatto negativo della siccità, soprattutto in Liguria da dove arriva il 90% della produzione nazionale. Se i produttori floricoli sono, comunque, riusciti a mantenere prezzi stabili rispetto allo scorso anno, si segnala un +20% del costo al dettaglio sulla parte commerciale. I prezzi dei “mazzetti” partono dai 6 euro fino ad arrivare a 10-12 euro mentre le piante, il cui prezzo va in base alla grandezza del vaso, variano dagli 11 fino a 50 euro. Per far fronte agli effetti del climate change, il vivaismo nazionale sta ora studiando varianti tardive di mimosa che possano soddisfare la grande richiesta in occasione della festività dell’8 marzo.

Nella situazione complessivamente difficile per l’agricoltura a causa di siccità e aumento costi delle materie prime, l’associazione dei Florovivaisti Italiani di Cia segnala un buon livello di export. A causa degli eccessivi costi di trasporto si è, infatti, ridotta l’importazione in Europa di fiori dal Sud America e dall’Africa. La concorrenza di quei Paesi -dove spesso non vengono rispettati i diritti dei lavoratori e si produce con pesticidi vietati nell’Ue- è uno dei gravi problemi della floricoltura italiana. Significativo il caso delle rose vendute nelle catene della grande distribuzione che arrivano per la quasi totalità dal Kenya o delle orchidee, provenienti al 90% da Taiwan.

Cia ricorda, infine, come le vendite di mimosa abbiano tradizionalmente un effetto trainante per la commercializzazione di altre specie di fiori primaverili come anemoni, ranuncoli e margherite, con la possibilità di compensare la riduzione del 25% degli acquisti prodotti floricoli da parte dei consumatori, causata da un’inflazione che da mesi viaggia a doppia cifra.

Imprese artigiane, il 2022 si chiude in positivo… ma con molte incertezze

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Partner/Tendenze by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

Si chiude un anno in crescita per le MPI manifatturiere lombarde, ma crescono le incertezze sul prossimo trimestre per l’artigianato.

«La crescita registrata nel 2022 si sta raffreddando a causa del perpetuarsi del clima di incertezza che scaturisce da diversi fattori di criticità. Se è vero che si iniziano a registrare segnali di miglioramento come il ridursi dell’inflazione, in generale, e del prezzo del gas e dell’energia, nello specifico, tali aspetti non sono ancora sufficienti. Naturalmente ci si augura che questi trend di contrazione prezzi continuino nei prossimi mesi, riportando livelli ragionevoli per imprese e famiglie. Una preoccupazione su tutte, che spinge a leggere gli ultimi dati con estrema cautela riguarda l’inasprimento delle condizioni di politica monetaria, condizione che determina un rialzo del costo del credito con ricadute negative sulla finanza delle imprese. Tale scenario allarma in particolare le piccole realtà produttive che sostengono, da sempre, costi del credito più elevati. Stando ai rialzi già effettuati dalla BCE, le MPI lombarde hanno pagato tra luglio 2022 e febbraio 2023 un extra-costo 726 milioni di euro».

Così il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti commenta gli ultimi dati congiunturali lombardi, presentati insieme a Unioncamere Lombardia nel corso del consueto appuntamento trimestrale che fotografa lo stato di salute della manifattura lombarda. Il presidente di Confartigianato Lombardia ha rappresentato le organizzazioni dell’artigianato lombardo, commentando le evidenze del comparto affiancando il presidente di Unioncamere Lombardia, Gian Domenico Auricchio e la prof.ssa Maria Garbelli del Dipartimento di Economia dell’Università Milano Bicocca.

I DATI DELL’ANALISI CONGIUNTURALE SULL’ARTIGIANATO MANIFATTURIERO

L’analisi prende in considerazione le MPI dell’artigianato manifatturiero lombardo. Stiamo parlando di 48.178 Imprese artigiane manifatturiere lombarde e dei loro 173.108 addetti: MPI artigiane che hanno chiuso positivamente il 2022. Risultati col segno più in tutte le dinamiche tendenziali in crescita: la variazione della produzione annua registra +6,9%, il fatturato +8,9%, gli ordini interni +4,9% stessa crescita per quelli esteri. Tra i settori con le migliori performance pelli e calzature (+17,5%), lavorazione di minerali non metallici (+9,1%), abbigliamento (+8,9%), legno e mobilio (+7,7%), carta e stampa (+7,2%), meccanica (+6,6%). Trend sostenuti dalla tenuta della domanda domestica, principale traino della produzione artigiana. Inoltre, questa decisa spinta positiva porta l’indice di produzione oltre il valore soglia (100), valore che negli anni precedenti è sempre sembrato un lontano traguardo.

È negativo il saldo delle aspettative per il campione del mondo dell’artigianato considerato dal rapporto: se per l’industria si vede in negativo solo la domanda interna, per le MPI artigiane lombarde del comparto manifatturiero, il saldo nelle aspettative per il prossimo trimestre (II del 2023) peggiora nella produzione, nella domanda interna e in quella estera.

Portano inoltre a riflettere e a porsi domande, in merito agli sviluppi futuri del comparto dell’artigianato manifatturiero, i dati riferiti alle giacenze e alla produzione assicurata. Le prime si riducono in modo sostenuto, sia quelle di prodotti finiti
(-10,2%) che quelle di materie prime (-11,4%), mentre la produzione assicurata sale sostenuta da una domanda ancora ‘vivace’ (dalle 49,4 giornate del III trimestre alle 53,4 giornate del IV trimestre 2022); situazione questa che implica che l’artigianato coprirà l’attività futura accingendo da un magazzino sempre meno fornito.

«Per quanto riguarda il mondo dell’artigianato, finalmente registriamo dati positivi sia quanto a produzione che fatturato, ordini interni ed esterni. I risultati di fine anno ci rincuorano, ma non possiamo gioirne a pieno, perché intravediamo all’orizzonte nubi che si addensano e invitano alla cautela. Nonostante queste criticità, la domanda di lavoro tiene nei primi mesi di questo 2023, ma a tale trend positivo si affianca la crescente difficoltà nel reperire le figure professionali necessarie al ‘fare impresa’. Problematica più sentita dalle imprese artigiane lombarde per le quali la quota di “introvabili” sale al 52,8%, dato superiore (+12,8%) rispetto a quello rilevato per le imprese non-artigiane (40%) e di 8,9 punti sopra rispetto a un anno fa. In questo scenario, torniamo a chiedere sostegno all’artigianato con politiche per le aziende a partire dalla loro dimensione e dalle loro caratteristiche precise, come sempre abbiamo sostenuto “No alla taglia unica”. Altro aspetto centrale è quello di istituire misure stabili, che permettano alle imprese una pianificazione a medio termine, con un orizzonte abbastanza ampio per investimenti di autentica crescita, con innovazioni di processo e adeguamento di prodotto e servizio alle esigenze di mercato» conclude il presidente Massetti.

Operaio forestale morto, i sindacati: tragedie come questa non devono più accadere

in Cgil/Cisl/Economia/Lavoro/Sindacati/Uil by

Pubblichiamo di seguito il comunicato congiunto di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil sul caso dell’incidente costato al vita a un operaio festale (Martino Andrea Febbrari) schiacciato da alcuni massi mentre era al lavoro nei boschi della Valcamonica.

IL COMUNICATO

Quanto accaduto ci colpisce profondamente, siamo senza parole ed esprimiamo, a nome di tutti i componenti delle Organizzazioni firmatarie di questo comunicato, cordoglio e vicinanza alla famiglia di Martino, stringendoci a loro in questo momento di dolore e sconcerto.
Episodi come questo ci mettono nuovamente di fronte alla consapevolezza del fatto che le lavoratrici e i lavoratori con cui ci relazioniamo quotidianamente non sono numeri, bensì persone con un proprio vissuto e una storia da raccontare; storia che purtroppo, come accaduto per Martino oggi, può trovare una brusca e scioccante interruzione, alla quale non è possibile trovare senso alcuno. Quello che possiamo fare, come sindacati, è non stancarci mai di sensibilizzare e tenere alta la soglia dell’attenzione in merito a una materia così complessa e quantomai urgente come quella della Sicurezza sui luoghi di lavoro.
Perché se da una parte non possiamo purtroppo debellare completamente il fenomeno, è nostra ferma intenzione e preciso dovere morale fare in modo che non si parli mai di “morti bianche”, contrastare con ogni azione di tutela e di  prevenzione possibile il manifestarsi di decessi e di infortuni connessi all’attività lavorativa e far sì che ciascuno di noi assuma una sempre maggiore cognizione e contezza della gravità del problema, affinché episodi simili, al netto della componente sfuggente della fatalità, non abbiano più a verificarsi.

Banca Valsabbina, vola l’utile: +41 milioni

in Banche/Bilanci/Economia/Valsabbina by

Il Consiglio di Amministrazione di Banca Valsabbina, nel corso della seduta dell’1 Marzo, ha approvato il Progetto di Bilancio al 31 Dicembre 2022, che evidenzia un Utile ante imposte di € 57,8 milioni (+16%) ed un Utile netto di € 41,4 milioni. Il risultato netto – secondo quanto riporta una nota rilanciata da Brescia news – supera del 6% l’utile record realizzato nello scorso esercizio (€ 39,2 milioni, che beneficiava però della plusvalenza netta straordinaria di € 7,5 milioni derivante dalla cessione della partecipazione in “Cedacri”), evidenziando quindi la migliore performance mai realizzata dalla Banca. L’indicatore di redditività (“ROE”), pari al 10,5%, attesta i positivi risultati conseguiti.

All’Assemblea dei Soci verrà proposta la distribuzione di un Dividendo unitario in denaro di € 0,50 per azione, in linea con l’erogazione dello scorso esercizio. Il rendimento (rapporto tra il dividendo in proposta ed il valore medio del prezzo dell’Azione per il 2022) è pari quindi al 9% e dà conto di un pay-out (rapporto dividendi pagati/utile netto) superiore al 40%.

L’Istituto prosegue in un percorso di solida crescita, seppur in un contesto che permane complesso, volatile e influenzato da variabili esogene. Il modello di business adottato e le scelte strategiche pianificate negli scorsi esercizi si confermano efficaci, permettendo alla Banca di continuare ad affermarsi quale intermediario indipendente di riferimento per il territorio, in grado di affrontare la complessità del quadro macroeconomico e di continuare a generare stabilmente valore per gli stakeholder, ha preliminarmente dichiarato Renato Barbieri, Presidente di Banca Valsabbina.

I dati confermano la dinamicità dell’Istituto, il consolidamento delle masse amministrate ed apprezzabili risultati economico-reddituali, nell’ambito di un costante presidio dei rischi. Archiviamo quindi con soddisfazione anche il 125° anno di attività, traguardando importanti obiettivi”, ha aggiunto Barbieri.

Nella tabella che segue sono quindi esposti i principali Aggregati Patrimoniali, raffrontati con l’esercizio precedente.

Dati in € migliaiaDicembre2022Dicembre2021Variaz. %
Raccolta diretta4.905.5414.833.9991,48%
Raccolta indiretta2.745.2272.645.2693,78%
   di cui gestita1.870.0531.893.152-1,22%
Raccolta complessiva7.650.7687.479.2682,29%
Impieghi alla clientela3.893.5223.720.8104,64%
  di cui in bonis3.791.6023.619.7874,75%
  di cui deteriorati101.920101.0230,89%
Crediti deteriorati netti su impieghi netti2,62%2,72%
  di cui sofferenze nette su impieghi netti1,20%1,50% 
Crediti deteriorati lordi su impieghi lordi4,64%5,19%
Fondi Propri phased-in426.311421.6921,10%
CET 1 Ratio phased-in14,03%15,32%
TIER TOTAL Ratio phased-in15,33%16,64%
Patrimonio netto388.107401.338-3,30%
Utile lordo ante imposte57.80849.97215,68%
Utile netto41.42139.1865,70%

A fine esercizio la Raccolta Diretta si è attestata ad € 4.906 milioni (+1,5%). Tale andamento, positivo rispetto a quanto riscontrato nel sistema bancario nel suo complesso, conferma l’efficacia delle politiche commerciali attuate e la capacità di rispondere alle esigenze della clientela, interessata anche a soluzioni di “deposito a scadenza” della liquidità.

La Raccolta Indiretta si è attestata ad € 2.745 milioni, in aumento di € 100 milioni, segnando una crescita del 3,8% in uno scenario caratterizzato invece da trend negativi, principalmente penalizzati dall’andamento e dalla volatilità dei mercati. Il risparmio “gestito” (fondi comuni e polizze) ammonta ad € 1.870 milioni, anche grazie al supporto della rete di Private Banker.

La Raccolta Complessiva si attesta pertanto ad € 7.650 milioni (+2,3%), confermando la capacità della Banca di consolidare le proprie masse nelle aree storiche di insediamento e di proporsi efficacemente sulle nuove piazze.

Gli Impieghi a clientela sono pari ad € 3.894 milioni (+5%), di questi, gli Impieghi a clientela in bonis sono pari ad € 3.792 milioni (+5%). L’attenzione e il sostegno al territorio sono confermati dalle nuove erogazioni a medio termine, con circa 4.500 finanziamenti concessi per € 714 milioni. La Banca, a supporto degli “impieghi”, ha proposto servizi specialistici dedicati, rafforzando le strutture ed implementando ulteriormente la propria offerta. Il sostegno alle famiglie per l’acquisto della casa si è invece concretizzato attraverso la concessione di mutui ipotecari per circa € 230 milioni, anche a valere sul relativo “Fondo di Garanzia”.

Lo stock di Crediti deteriorati lordi (“Non performing loans” oNPL) è stato ridotto ulteriormente passando da € 200 milioni ad € 186 milioni, con un “NPL Ratio Lordo” che si attesta al 4,6%, in miglioramento rispetto al 5,2% del 2021 (7,3% nel 2020). La “copertura” media dei NPL è pari al 45,2%, anche per effetto della cessione di portafogli di sofferenze, maggiormente svalutate. Il totale dei Crediti deteriorati netti è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al 2021, attestandosi ad € 102 milioni, con un NPL Ratio Netto pari al 2,6% (in lieve miglioramento). Si conferma quindi l’attenzione posta sulla “qualità del credito” dalla Banca, che può contare su un indicatore “Texas Ratio” (che sintetizza la “capacità di assorbimento patrimoniale degli NPL”) più che adeguato e pari al 27%.

I Fondi Propri, base di calcolo per i requisiti di Vigilanza, ammontano ad € 426 milioni (ex € 422 milioni). Relativamente ai Coefficienti Patrimoniali di Vigilanza (c.d. phased in), gli stessi comprovano la solidità patrimoniale dell’Istituto, rappresentata da un Cet 1 Ratio al 14% e da un Tier Total Ratio al 15,3%. Il Patrimonio Netto è pari a € 388 milioni, comprendendo l’intero utile netto del 2022 di € 41,4 milioni, la destinazione del quale sarà deliberata dall’Assemblea dei Soci.

Il numero di coloro che detengono azioni della Banca – Soci ed Azionisti – supera quota 42.000 (40.200 circa i “Soci”), in linea con il dato dello scorso anno. In costante crescita inoltre il numero dei conti correnti, aperti anche con il contributo delle filiali di nuovo insediamento, che raggiungono quasi n. 102.000 (+3,5%).

Di seguito sono riportate le principali risultanze del Conto Economico al 31 Dicembre 2022.

Dati in € migliaiaDicembre 2022Dicembre 2021Variaz. %
Margine d’interesse141.845100.46041,20%
Commissioni nette55.05745.44721,15%
Margine di intermediazione212.675178.70319,01%
Rettifiche nette di valore per rischio di credito su A.F.-31.936-22.05444,81%
Risultato netto della gestione finanziaria180.636156.58215,36%
Costi operativi-122.886-106.18615,73%
Utile ante imposte57.80849.97215,68%
Utile netto41.42139.1865,70%

Il Margine d’interesse raggiunge € 141,8 milioni, in aumento del 41%, risultato particolarmente brillante anche rispetto ai dati di sistema. L’incremento dell’aggregato è da ricondursi al maggior contributo dell’operatività della gestione caratteristica verso la clientela (anche in considerazione dell’aumento dei tassi di riferimento) ed agli interessi su titoli di stato indicizzati all’inflazione e su strumenti finanziari “ABS” rivenienti da operazioni di “finanza strutturata”.

Le Commissioni nette evidenziano anch’esse una significativa crescita (+ € 9,6 milioni) raggiungendo € 55,1 milioni, segnando un incremento del 21%. In tale ambito rilevano in particolare le commissioni relative alla distribuzione di servizi di terzi nonchè al collocamento di titoli, anche a valere su servizi di consulenza finanziaria ed assicurativa sempre più performanti.

Il Margine di intermediazione risulta pari ad € 212,7 milioni, in incremento del 19% (+ € 34 milioni), comprovando la crescita reddituale della Banca. Concorrono positivamente al margine d’intermediazione anche i risultati consuntivati dall’attività di negoziazione, soprattutto con riferimento alla compravendita dei crediti di imposta. La messa a regime di iniziative pianificate a supporto dello sviluppo del business ha pertanto permesso di contenere le performance negative del portafoglio titoli, che ha risentito fisiologicamente della volatilità dei mercati e dell’aumento dei tassi.

Le Rettifiche di valore su attività finanziarie, al netto delle riprese, ammontano ad € 31,9 milioni, in aumento rispetto ai € 22,1 milioni del 2021. L’aggregato risente anche dell’evoluzione dei mercati finanziari e delle recenti politiche monetarie, che hanno determinato maggiori accantonamenti sul portafoglio titoli. Il costo del credito (incidenza delle perdite da cessione e delle rettifiche di valore su crediti, rispetto al totale crediti netti) è stato pari a circa lo 0,7% su base annua. Il Risultato netto della gestione finanziaria si attesta pertanto ad € 180,6 milioni (+ 15%).

I Costi operativi ammontano ad € 122,9 milioni (+16%). L’aumento è da ricondurre alla crescita dimensionale ed operativa della Banca, agli oneri a supporto e presidio dei nuovi business, al contributo ai Fondi di risoluzione delle crisi bancarie, nonché al generalizzato aumento dei prezzi. Nonostante l’incremento dei costi operativi, che risente anche della crescita del personale (804 dipendenti a fine 2022, ex 752 del 2021), il Cost Income, indicatore di efficienza aziendale dato dal rapporto tra costi operativi e margine d’intermediazione, si è attestato al 58%.

L’Utile ante imposte ammonta ad € 57,8 milioni (+16%), mentre l’Utile Netto (che peraltro sconta un tax rate più elevato rispetto al 2021) si attesta ad € 41,4 milioni, con un aumento di oltre € 2,2 milioni rispetto al 2021 (+ 6%). Il Rapporto tra l’utile netto ed il patrimonio netto medio (c.d. “ROE” o “Return on equity”), principale indicatore della redditività aziendale, si attesta quindi al 10,5%, superando il 10,1% registrato nello scorso anno e che aveva beneficiato della citata plusvalenza riveniente dalla vendita della partecipazione in Cedacri.

Prosegue il processo di razionalizzazione ed efficientamento della rete di filiali che ha portato la Banca ad estendere la propria presenza nel Nord Italia. Nel 2022 sono state inaugurate la terza filiale di Milano (in zona “Citylife”) e quella di Asti, che ha permesso di consolidare il presidio in Piemonte. La rete territoriale è composta da n. 70 filiali, compresa quella aperta nel gennaio u.s. a Pavia.

Oltre al consolidamento del Private Banking e della Banca-Assicurazione, nonchè all’ulteriore strutturazione di settori specialistici (Agricoltura, Estero, Sviluppo Imprese, Crediti Fiscali), che hanno contribuito al conseguimento delle masse sopra descritte, da alcuni anni la Banca ha avviato un processo di rinnovamento delle proprie strategie di sviluppo e di offerta dei servizi, alla continua ricerca di soluzioni complementari rispetto al modello tradizionale, in linea con le evoluzioni del mercato e le esigenze delle PMI.

La Banca prosegue in tale ambito sviluppando progetti innovativi e sinergici, anche contando su accordi strategici o sul contributo delle società nelle quali ha direttamente investito nel corso di questi anni. Si citano a tale riguardo i servizi che la Banca, anche con il supporto della partecipata Integrae Sim, sta fornendo alle PMI che intendono accedere al mercato dei capitali, nonché le ulteriori collaborazioni con realtà che operano in ambito Fintech, permettendo di cogliere le opportunità derivanti del processo di innovazione digitale in corso, anche ricorrendo ad operazioni di finanza strutturata ed integrata.

L’Istituto resta quindi impegnato a monitorare con attenzione l’evoluzione dello scenario, proseguendo in un percorso di diversificazione delle fonti di ricavo al fine di assicurare stabilità dei risultati e prudente presidio dei rischi. In tale ambito la Banca ha inoltre avviato una progettualità funzionale al progressivo allineamento a “standard ESG” e di finanza sostenibile.

La Banca chiude anche l’esercizio 2022 con performance e risultati molto positivi, confermando il percorso di solida crescita ed assicurando importante supporto all’economia del territorio, in linea con la propria mission.

I primi risultati del 2023 confermano il trend positivo, l’Istituto proseguirà sulla strategia delineata, monitorando con attenzione i possibili rischi, con l’obiettivo di continuare a remunerare stabilmente i soci” ha quindi concluso Barbieri.

Formazione continua, nel Bresciano finanziati corsi per 1.400 lavoratori

in Economia/Formazione/Istituzioni/Regione by

“Si conferma l’interesse delle imprese lombarde per garantire la crescita delle competenze del proprio capitale umano. Dei 30 milioni messi a disposizione da Regione Lombardia attraverso i fondi europei destinati a questo ‘capitolo’ con il bando per l’assegnazione di voucher aziendali per interventi di formazione continua, in poco più di due mesi sono già pervenute richieste per oltre 10 milioni di euro. Risorse concrete destinate alla frequenza di corsi di formazione continua di 7.500 lavoratori”. Lo comunica il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, evidenziando come l’attenzione verso questo tipo di proposte sia continua e costante.

Lo stanziamento del bando è valido per il biennio 2023-24 e ogni impresa avrà a disposizione un importo massimo di 50.000 euro spendibili su base annua.

“La misura attivata da Regione Lombardia dimostra una volta di più la nostra massima attenzione per il capitale umano e per il lavoro – commenta l’assessore regionale alla Formazione e Lavoro Melania Rizzoli – e risponde all’esigenza delle imprese di disporre di uno strumento semplice e veloce per l’aggiornamento delle competenze delle persone assunte, oggi più che mai a rischio di una celere obsolescenza”.

“La misura – precisa Rizzoli – è utilizzata soprattutto dalle micro piccole e medie imprese che costituiscono il tessuto imprenditoriale più denso in Lombardia”.

I DATI PER PROVINCIA

Il maggior numero di richieste riguarda la provincia di Milano, con 341 imprese coinvolte e 3.129 lavoratori, pari a oltre 4 milioni di euro di risorse richieste.

Per la provincia di Brescia 233 imprese e oltre 1.400 lavoratori coinvolti, con risorse pari a quasi 2 milioni di euro. Numeri importanti anche per la provincia di Bergamo: 143 imprese e 1 milione di euro per la formazione di 835 lavoratori.

69 imprese della provincia di Monza e Brianza formeranno 598 lavoratori, con interventi pari a 800.000 euro.

La provincia di Como vede 27 imprese e 195 lavoratori da formare, con una richiesta di 252.000 euro, mentre in provincia di Lecco sono stati richiesti 249.000 euro da 19 imprese per interventi formativi a favore di 156 lavoratori.

Dalla provincia di Cremona sono stati richiesti 262.000 euro da 30 imprese per la formazione di 171 lavoratori, mentre la provincia di Mantova vede la richiesta di 327.000 euro per la formazione di 245 lavoratori impiegati in 44 imprese.

Hanno avanzato richiesta anche 15 imprese della provincia di Lodi, con 89 lavoratori coinvolti e uno stanziamento previsto di 133.000 euro.

Numeri importanti anche per Varese (58 imprese, 424 lavoratori e 597.000 euro da impiegare) e Pavia (46 imprese, 156 lavoratori e risorse pari a 243.000 euro).

Per la provincia di Sondrio, infine, per la formazione di 13 lavoratori sono stati richiesti 18.000 euro da 4 aziende. 

Brescia, ricavi delle imprese cresciuti del 38%

in Bilanci/Economia/Tendenze by

La Lombardia nell’anno post-Covid ha aumentato del 26,3% i ricavi delle società di capitali con sede legale nella regione e fatturati sopra il milione e prodotto circa 1.200 miliardi di euro. Le tre province che si posizionano sul podio per la miglior crescita dei ricavi a livello percentuale sono quelle di Brescia con il 38,9% per 115 miliardi di euro, Mantova con il 34,5% per 38 miliardi e Lecco con il 29,1% per 18 miliardi. Subito dopo si classificano Bergamo con il 28,6% per 84 miliardi, Lodi con il 26,2% per 6 miliardi, Cremona con il 25,3% per 16 miliardi, Milano con il 24,7% traina la regione in valori assoluti per 781 miliardi, Varese con il 23,7% per 34 miliardi, Monza e Brianza con il 21,4% per 61 miliardi, Como con il 21,3% per 23 miliardi, Sondrio con il 20,4% per 5 miliardi e infine Pavia con il 19,2% per 12 miliardi. 

È quanto emerge in anteprima dalla maxi inchiesta sui bilanci realizzata da Industria Felix Magazine, trimestrale di economia e finanza diretto da Michele Montemurro in supplemento con Il Sole 24 Ore, e Cerved, che sarà presentata venerdì mattina 3 marzo a Milano all’Auditorium “Giorgio Squinzi” di Assolombarda in occasione del 46° evento Industria Felix, 7a edizione della Lombardia

Lavoro in somministrazione: +11% nel Bresciano

in Economia/Lavoro/Partner by
Giovane al lavoro, foto da Pixabay

 Secondo i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro, nel complesso del 2022 le richieste di lavoratori in somministrazione registrano una crescita dell’11% sul 2021, mentre il confronto con l’anno 2019, preso a riferimento come “normalità pre-Covid”, segna un valore negativo (-4%), a certificazione di un processo di recupero non ancora del tutto concluso.

A evidenziarlo (secondo quanto riferisce BsNews.it) sono i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro, aderenti all’Osservatorio Confindustria Brescia – Agenzie per il lavoro, curato dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

Per quanto riguarda il solo 4° trimestre 2022, la domanda di lavoratori in somministrazione ha registrato una nuova crescita rispetto allo stesso periodo del 2021 (+8% tendenziale), in lieve accelerazione rispetto alla rilevazione precedente (+4%). La seconda parte dell’anno mostra quindi un’evoluzione positiva, ma relativamente meno pronunciata nei confronti di quanto sperimentato nel primo semestre del 2022.

Tale movimento descriverebbe il processo di assestamento in atto nel settore, dopo i forti incrementi riscontrati nel 2021, in primo luogo imputabili al confronto con il 2020. Allo stesso tempo, la suddetta dinamica rifletterebbe il rallentamento del settore industriale locale rilevato tra luglio e dicembre.

“Il processo di ripresa del lavoro in somministrazione a Brescia è proseguito anche nel 2022, per quanto non possa definirsi ancora concluso – commenta Roberto Zini, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Relazioni Industriali e Welfare –. Se i dati sullo scorso anno sono infatti positivi, il gap con il periodo pre-pandemia non è ancora del tutto colmato. Vorrei però sottolineare che si tratta di dati incoraggianti, a maggior ragione se letti alla luce delle vicissitudini che hanno caratterizzato l’anno da poco concluso, legate in particolare al caro energia e alle conseguenze del conflitto russo-ucraino. Per quanto riguarda le aree professionali maggiormente richieste, la nostra provincia continua a distinguersi per la necessità di trovare conduttori d’impianti e operai specializzati: un altro tema su cui, come Associazione, stiamo lavorando. L’obiettivo resta quello di indirizzare sempre più i nostri giovani verso percorsi professionali in grado di garantirgli un futuro lavorativo solido e riconosciuto”.

Le richieste pervenute alle Agenzie per il Lavoro hanno riguardato, in particolare, il gruppo professionale dei conduttori d’impianti (41,5%), seguiti dal personale non qualificato (16,5%), dagli operai specializzati (13,5%) e dagli addetti al commercio (13,5%).

Nello stesso periodo, le figure più ricercate sono state: operatori robot industriali (20,5% della domanda complessiva), non qualificati in imprese industriali (6,1%), addetti macchine lavorazioni metalliche (5,0%), addetti consegna merci (4,7%) e dai non qualificati nei servizi di pulizia (4,7%).

Con riferimento alle difficoltà di reperimento dei lavoratori in somministrazione, non si segnalano tensioni particolari, a eccezione, in particolare, di alcuni profili appartenenti ai tecnici (tecnici in campo ingegneristico, i tecnici della distribuzione commerciale e i tecnici della produzione), agli addetti al commercio (esercenti di ristoranti, fast food, pizzerie e simili), agli operai specializzati (fonditori, saldatori, specializzati meccanica di precisione, montatori, manutentori) e ai conduttori d’impianti (operatori robot industriali e gli addetti macchine lavorazioni metalliche).

Provaglio d’Iseo, Montecolino Spa incorpora Topcolor

in Economia/Meccanica by

Montecolino Spa tramite un contratto di affitto di ramo d’azienda finalizzato all’acquisto, incorpora Topcolor Dream Srl all’interno del proprio business.

Due realtà storiche, nate rispettivamente nel ’71 e nel ’72, uniscono le proprie competenze industriali ed artigianali al servizio dei propri clienti.

Montecolino Spa, con sede a Provaglio d’Iseo (BS), leader nel panorama europeo per la produzione di pavimenti e rivestimenti tessili, offre una collezione di oltre 300 articoli, tra cui: moquette, tappeti, erbe sintetiche, tessuti e rivestimenti si è sempre adoperata per fornire servizi che fossero all’altezza delle attese dei clienti. Grazie ad una struttura di 54.000 m2 su un’area di 120.000 m2, con un potenziale produttivo di oltre 15 milioni di m2 serve 4000 clienti distribuiti in 30 nazioni nel mondo.

Topcolor con sede a Buccinasco (MI), offre servizi di stampa digitale con un flusso di produzione a ciclo completo. Nata come fotolito, ha rifocalizzato il proprio business in base alle evoluzioni del mercato, diventando una delle aziende leader in Italia nella stampa digitale di grande formato e nella stampa Fine Art di qualità. Grazie a questa specializzazione opera a servizio di diverse realtà della GDO e dello shopfitting, del food e del beauty, provvedendo a realizzare per aziende leader di settore menù board retroilluminati, rivestimenti per ascensori, allestimenti, vele, espositori e gadget.

Zini (Confindustria): errore eliminare il bonus benzina ai dipendenti

in Aib/Associazioni di categoria/Economia by
Benzinaio, foto generica da Pixabay

Il bonus benzina del 2023, che le imprese decidano di riconoscere ai propri lavoratori, non potrà contare sull’esenzione contributiva. Un emendamento votato alla Camera dei deputati, durante l’iter di conversione del decreto in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti, mantiene ferma l’esenzione fiscale per le erogazioni fino a 200 euro annue, ma non quella contributiva.

A seguito di tale notizia, riportiamo il commento di Roberto Zini, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Relazioni Industriali e Welfare.

“La modifica della norma, se verrà confermata al Senato, renderà meno conveniente il benefit sia per i datori di lavoro, sia per i lavoratori – riflette Zini –. Entrambi, infatti, dovranno versare sul valore del buono benzina la contribuzione piena, con un aumento di oneri pari a circa il 30% per le aziende e al 9% per i lavoratori.”

“Tutto questo appare in controtendenza con le annunciate intenzioni di riduzione del cuneo fiscale nell’ambito del rapporto di lavoro, per rendere più competitivo il Made in Italy – prosegue il vice presidente di Confindustria Brescia –. Riteniamo perciò che tale indirizzo rappresenti un errore strategico, ma anche un segnale poco positivo rispetto a quello che sarà l’imminente futuro della nostra imprenditoria, in particolare nell’ambito del welfare. Motivo per cui abbiamo anche aperto un confronto sul tema con i deputati bresciani, ai quali abbiamo inviato oggi una lettera.”

“Siamo tutti consapevoli delle numerose difficoltà attraversate nel 2022 appena concluso e del peso che l’aumento dei prezzi energetici ha innescato su imprese e famiglie – chiude Zini –: è perciò fondamentale che il Governo continui a sostenere le aziende nelle azioni di welfare attuabili per i loro collaboratori. Il mondo del lavoro sta cambiando, lo sappiamo, e questo genere di misure è sempre più imprescindibile.”

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