
Cgil, aumentano le adesioni al sindacato di polizia

Si è tenuto presso la Scuola Pol.G.A.I. di Brescia il consiglio direttivo del SILP CGIL provinciale, il sindacato di Polizia appartenente alla CGIL, che ha registrato un notevole aumento delle adesioni.
Alla riunione erano presenti il Segretario Generale della Camera del lavoro di Brescia, Francesco BERTOLI, e il Segretario del Sunia CGIL, Angelo Andreoli, che hanno dato il via ai lavori. La presidenza dell’assemblea è stata affidata a Maurizio Cesaretti, segretario nazionale del SILP CGIL, mentre Daniele Bena, segretario generale regionale della Lombardia SILP CGIL, ha sostenuto l’iniziativa.
“Siamo lieti di condividere che il serio e costante lavoro svolto dal SILP CGIL sta portando i suoi frutti”, ha dichiarato Gianluca Cioè, segretario generale provinciale del sindacato bresciano. “I valori di democrazia, condivisione del lavoro e trasparenza che ci hanno sempre contraddistinto hanno fatto sì che negli ultimi anni molti colleghi abbiano deciso di unirsi a noi e sostenerci”.
Durante il consiglio direttivo, è stata approvata la nomina di Giovanni Lorefice come Segretario Generale con funzioni vicarie, insieme a Virgilio Corsa. Le nomine di questi due dirigenti sindacali di affermata esperienza provenienti da altra sigla si aggiungono a un considerevole numero di nuovi iscritti che li hanno seguiti e che ora arricchiscono la squadra del SILP CGIL.
“Continuiamo, avendo unito le forze, con più determinazione e fermezza, a tutelare i diritti dei poliziotti”, ha proseguito Cioè. “Siamo senza contratto da quasi due anni e i nostri stipendi sono bloccati da allora!”
Il SILP CGIL di Brescia si impegna pertanto a lavorare instancabilmente per garantire una giusta tutela e rappresentanza alle forze dell’ordine, rivendicando condizioni di lavoro dignitose e retribuzioni adeguate.
Perché scegliere un calorifero svedese? I benefici che se ne possono ricavare

La scelta di un sistema di riscaldamento per la propria casa va ben oltre la semplice necessità di mantenere una temperatura confortevole. Ogni volta che si decide di installare o aggiornare un sistema di riscaldamento, si aprono nuove opportunità per migliorare l’efficienza energetica, ridurre l’impatto ambientale e ottenere una soluzione di riscaldamento che si integri perfettamente con l’estetica della casa. Uno dei dispositivi che sta rapidamente guadagnando popolarità per i suoi vantaggi è il calorifero svedese. Si tratta di una scelta così interessante per chi ha una casa moderna e vuole puntare a dispositivi smart e all’avanguardia, oltre che esteticamente avanzati.
Che cos’è il Calorifero Svedese
Il calorifero svedese è un sistema di riscaldamento innovativo progettato per fornire comfort termico ed efficienza energetica. La sua struttura e funzionamento sono stati sviluppati in Svezia, un paese che deve affrontare rigide condizioni climatiche durante l’inverno e anche in altre stagioni dell’anno. Questo ha spinto gli ingegneri svedesi a creare un sistema di riscaldamento che fosse altamente efficiente e sostenibile.
Il design di questa tipologia di calorifero è notevole per la sua semplicità ed eleganza. Questi caloriferi sono sottili e dall’aspetto minimale, progettati per adattarsi a qualsiasi stile d’arredamento. Sono realizzati con materiali di alta qualità, spesso in acciaio inossidabile, e dispongono di un sistema di distribuzione del calore altamente efficiente.
Il funzionamento del calorifero svedese si basa su un principio di convezione termica. L’aria fredda viene aspirata nella parte inferiore del radiatore, dove viene riscaldata da un elemento riscaldante interno. L’aria calda sale naturalmente verso l’alto, creando una corrente d’aria che distribuisce il calore in modo uniforme nell’ambiente circostante. Questo meccanismo garantisce una distribuzione uniforme del calore in tutta la stanza, evitando così che ci siano zone troppo fredde o troppo calde.
Vantaggi principali del Calorifero Svedese
Rispetto ad un radiatore tradizionale, il calorifero svedese offre diversi vantaggi che possono migliorare lo stile di vita nella propria abitazione.
Efficienza Energetica: uno dei vantaggi più evidenti del radiatore svedese è la sua elevata efficienza energetica. Grazie al sistema di convezione termica e all’ottimizzazione del riscaldamento, questi caloriferi richiedono meno energia per mantenere una temperatura confortevole in casa. Questo si traduce in una significativa riduzione dei costi energetici.
Distribuzione Uniforme del Calore: nessuno vuole sentire freddo in particolari zone della propria casa. Il calorifero svedese offre una distribuzione uniforme del calore, garantendo che ogni parte della stanza sia riscaldata in modo equo. Questo non solo aumenta il comfort, ma consente anche di ridurre la temperatura desiderata, risparmiando ulteriormente energia.
Design Elegante: i caloriferi svedesi sono noti per il loro design minimale e moderno. La loro sottigliezza e versatilità li rendono un complemento d’arredo ideale per qualsiasi tipo di abitazione. Gli acquirenti possono scegliere tra una varietà di finiture e stili per abbinare il radiatore all’estetica della propria casa. Non c’è bisogno di scegliere tra funzionalità ed estetica, perché questo prodotto offre entrambe le cose.
Sostenibilità: in un’epoca come quella che stiamo vivendo, in cui la sostenibilità è ormai una priorità, il calorifero svedese si distingue per il suo contributo alla riduzione dell’impatto ambientale. Grazie alla minore quantità di energia richiesta per riscaldare una stanza e alla possibilità di utilizzare fonti di energia rinnovabile, questo sistema di riscaldamento aiuta a preservare l’ambiente.
Facilità di Installazione e Manutenzione: l’installazione di un calorifero svedese è relativamente semplice e intuitiva. In molti casi, non è necessario alcun lavoro strutturale significativo. Inoltre, questi caloriferi richiedono meno manutenzione rispetto a sistemi di riscaldamento tradizionali che sono più complessi, riducendo i costi a lungo termine.
Conclusioni
Acquistare un calorifero svedese è una scelta intelligente per chiunque cerchi un sistema di riscaldamento efficiente ed ecologicamente sostenibile. La combinazione di un design elegante, una distribuzione uniforme del calore, l’efficienza energetica e la sostenibilità lo rende una soluzione ideale per le case più moderne. I vantaggi offerti da questo innovativo sistema di riscaldamento non solo migliorano il comfort in casa, ma contribuiscono anche a ridurre l’impatto ambientale e i costi energetici. Chiunque debba cambiare il suo sistema di riscaldamento o ha bisogno di installarne uno nuovo dovrebbe considerare questa soluzione, che oltre a rendere più bella la casa permette di risparmiare sulle bollette.
Confartigianato, lunedì 23 arrivano da Parigi gli acconciatori campioni del mondo

Da Parigi a Brescia gli acconciatori campioni del mondo AMI ospiti lunedì 23 ottobre dalle ore 14:30 nell’appuntamento che si terrà presso l’auditorium della sede di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale di Brescia, di via Orzinuovi 28. Sarà l’occasione per gli addetti ai lavori per scoprire gli stili delle acconciature della prossima collezione primavera-estate 2024.
Durante l’evento, organizzato da Calcagni Diffusion e Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale, gli stilisti AMI – Acconciatori Moda Italiana – si esibiranno nelle acconciature maschili e femminili presentate recentemente a Parigi. AMI è riconosciuta da INAI (Istituto Nazionale Acconciatori Italiani) e da OMC (Organizzazione Mondiale della Coiffeur) per poter organizzare e far partecipare i suoi membri alle competizioni nazionali e internazionali della categoria, simbolo di qualità e professionalità nel mondo dell’hairdressing.
Un’occasione per rinnovare il valore tecnico – artistico e arricchire il bagaglio professionale delle nostre imprese. L’ingresso è gratuito: per info e contatti ai numeri 030 3745.284-324 oppure scrivendo a: area.categorie@confartigianato.bs.it
Allergie alimentari nei cani: cosa è bene sapere

Le allergie alimentari nei cani sono un problema comune che può causare disagi e inconvenienti: è molto importante intervenire e chiedere anche un consulto al proprio veterinario per fare in modo di offrire solo il meglio al proprio peloso.
C’è anche da dire che le allergie alimentari possono manifestarsi in diverse forme, come prurito, eruzioni cutanee, vomito o diarrea. Ecco perché può essere utile intervenire con cibo ipoallergenico per cani.
Allergie alimentari nei cani: come si manifestano? I sintomi
I sintomi delle allergie alimentari nei cani possono variare da lievi a gravi. Alcuni possono manifestare prurito e arrossamento della pelle, o soffrire di problemi digestivi come vomito o diarrea. Non è poi così inusuale che i pelosi possano sviluppare un’eruzione cutanea o manifestare cambiamenti comportamentali come irritabilità, ansia o apatia.
Identificare un’allergia alimentare può richiedere del tempo, ma è importante per il benessere del proprio amico a quattro zampe. Allo stesso tempo, ricordiamo che le allergie possono essere causate da una varietà di fattori, tra cui ingredienti specifici nel cibo, sensibilità a determinati nutrienti o additivi, oppure come reazione a una dieta troppo povera di nutrienti.
Cosa fare, in questi casi? È importante consultare un veterinario per una corretta diagnosi e per determinare il miglior approccio per gestire l’allergia alimentare: solamente così potremo dare il meglio al nostro peloso.
Come avviene la diagnosi?
Non è un processo facile o veloce, in quanto il veterinario inizia indubbiamente con una completa anamnesi del cane, raccogliendo informazioni sulle sue abitudini alimentari, i sintomi che ha manifestato. In ogni caso è essenziale monitorare il cane dopo aver cambiato la sua dieta o eliminato determinati alimenti. Questi test possono richiedere tempo e pazienza, ma sono fondamentali per determinare l’allergene specifico e per adattare la dieta del cane di conseguenza.
Come gestire le allergie alimentari nei cani?
La prima cosa da fare è non scoraggiarsi: il modo migliore per gestire questa problematica è offrire al cane una dieta appositamente formulata, con cibo ipoallergenico.
Grazie alla sua formulazione specifica, il cibo ipoallergenico può contribuire a migliorare la salute generale del cane fornendo un’adeguata assunzione di nutrienti e prevenendo potenziali problemi di salute. Questo tipo di cibo è realizzato con ingredienti selezionati e di alta qualità, poiché esclude gli allergeni alimentari comuni che possono causare reazioni allergiche nei cani sensibili.
Gli allergeni alimentari più comuni per i cani sono il pollo, il manzo, il grano, il mais e i latticini. Ecco, il cibo ipoallergenico utilizza alternative più sicure e facilmente digeribili per fornire una dieta ugualmente nutriente. È bene sapere, in ogni caso, che prima di introdurre una nuova alimentazione nel cane si deve sempre sentire il parere di un veterinario.
Quali sono i vantaggi del cibo ipoallergenico per cani?
Prima di tutto, lo abbiamo già anticipato: è formulato per ridurre le reazioni allergiche nei cani, perché esclude gli allergeni principali e può aiutare a prevenire sintomi come prurito, irritazione della pelle e problemi digestivi. Allo stesso tempo, fornisce una dieta nutriente e bilanciata che può contribuire a migliorare la salute del pelo del cane.
Rappresenta, inoltre, un vero e proprio supporto per l’apparato digestivo, in quanto pensato per essere facilmente digeribile. Da non sottovalutare, poi, che le allergie alimentari possono causare ulteriori problemi alla salute del cagnolino: con un cibo pensato per le sue esigenze, lo aiutiamo a mantenersi in salute e prevenire eventuali disturbi.
Come scegliere il cibo giusto?
Ci sono alcuni fattori da considerare in fase di scelta? Il primo lo abbiamo già detto: consultare il veterinario è sempre il passo giusto da fare, anche per ottenere la diagnosi e per comprendere lo stato di salute del proprio peloso.
Il secondo passo è quello di fare un acquisto sicuro; dunque, di fermarsi sempre a leggere attentamente le etichette degli ingredienti per assicurarsi che non contenga gli allergeni alimentari comuni.
Ovviamente, troviamo in commercio sia le crocchette che il cibo umido: in tal caso dobbiamo considerare le preferenze alimentari del nostro cane e scegliere il cibo che meglio si adatta alle sue esigenze. I cani amano le crocchette, ma ovviamente non possiamo esagerare con le dosi. È infine importante che il cambio nell’alimentazione avvenga in modo graduale per evitare problemi digestivi.
“Made in Brescia”: 144 le imprese a partecipazione estera; generano un fatturato di 4,3 miliardi

Le imprese manifatturiere bresciane a partecipazione estera ammontano a 144 unità: nel 2021 (ultimo anno disponibile) hanno realizzato un fatturato pari a 4.321 milioni di euro, un valore aggiunto di 1.104 milioni e hanno dato lavoro a oltre 11.300 addetti, a testimonianza del loro peso sul territorio.
A evidenziarlo è l’edizione 2023 della ricerca “Multinazionale Brescia”, realizzata dal Centro Studi di Confindustria Brescia e riportata da Brescia news: lo studio offre un approfondito censimento delle aziende locali partecipate da operatori stranieri (investimenti inward) e delle iniziative all’estero da parte delle realtà bresciane (investimenti outward). Il report ha riguardato, per entrambi i fronti, esclusivamente le realtà manifatturiere, con forma giuridica “società di capitali”, caratterizzate da un volume d’affari superiore a 1 milione di euro.
Sulla base di quanto emerso dallo studio, le imprese manifatturiere a partecipazione estera rappresentano il 4,6% della popolazione di riferimento, ma incidono per il 10,3% dei ricavi complessivamente generati dell’industria bresciana, per il 10,8% del valore aggiunto e per il 10,3% dell’occupazione.
Dal punto di vista delle aree geografiche di provenienza del soggetto investitore, l’Unione Europea guida la classifica delle multinazionali attive sul territorio: ben 80, per un totale di quasi 5.700 dipendenti. Al secondo posto si colloca, a distanza, il Nord America, con 30 partecipazioni e oltre 2.700 addetti. Seguono, entrambe con 15 imprese detenute, l’Asia e l’Europa non UE. Più nel dettaglio, per quanto riguarda i Paesi di provenienza, al primo posto si posiziona la Germania, che vanta 35 imprese bresciane partecipate, con oltre 2.600 addetti; seguono gli Stati Uniti (27 imprese, con più di 2.500 addetti) e la Francia (19 aziende, con oltre 800 dipendenti), in una classifica che vede la presenza, sul territorio bresciano, di investitori originari di 24 Paesi esteri.
“Il censimento realizzato dal Centro Studi permette di scattare una fotografia più ampia sul fenomeno dell’internazionalizzazione delle aziende bresciane, andando a integrare le informazioni sui flussi import/export rilevati periodicamente dall’ISTAT, con dettagli sulle multinazionali attive nel territorio – commenta Mario Gnutti, vice presidente di Confindustria Brescia delegato all’Internazionalizzazione –. In questo modo abbiamo ottenuto una rappresentazione per certi versi più completa dei reali rapporti con l’estero da parte del sistema produttivo bresciano, che i soli dati sulle importazioni ed esportazioni tendono necessariamente a sottostimare. I risultati testimoniano, una volta di più, l’integrazione del Made in Brescia nel contesto globale, oltre alla sua capacità di contaminare e, allo stesso tempo, di ricevere stimoli dall’estero. In tale contesto, va sottolineato come risultino ancora minoritarie le iniziative realizzate da realtà provenienti da aree a più recente industrializzazione: a riguardo, vanno segnalate, tra l’altro, le cinque imprese partecipate da operatori cinesi, le due indiane, le due brasiliane e l’unica turca. Si tratta comunque di una tendenza piuttosto recente e in crescita, avviata intorno alla metà del primo decennio di questo secolo, che – come Associazione – siamo chiamati a monitorare, valutando la possibilità di aprire un dialogo costruttivo e costante con tutte le realtà multinazionali, affinché la loro crescita vada di pari passo allo sviluppo sociale ed economico del territorio bresciano, in cui sono inserite”.
Per quanto riguarda i settori coinvolti, al primo posto si posizionano gli operatori dei macchinari ed apparecchiature (39 imprese partecipate, con oltre 2.100 addetti), seguiti dai prodotti in metallo (27 realtà produttive con quasi 1.900 addetti). Le multinazionali estere risultano quindi particolarmente attive nei settori tradizionalmente di punta del Made in Brescia, ovvero la filiera metalmeccanica; tuttavia, la loro presenza appare non trascurabile anche in comparti forse meno significativi dal punto di vista dell’occupazione e del fatturato prodotto, ma comunque rinomati per eccellenze e specializzazioni. È il caso dei settori alimentare e chimico, gomma e plastica, ambiti in cui il ruolo ricoperto dalle multinazionali estere nel territorio bresciano è tutt’altro che secondario.
L’analisi condotta dal Centro Studi di Confindustria Brescia – che, secondo una tassonomia proposta anni fa da Banca d’Italia, rientra nell’alveo delle cosiddette “statistiche non istituzionali e armonizzate” – si è inoltre focalizzata sulle iniziative all’estero da parte delle imprese manifatturiere locali. Da tale prospettiva, si contano 265 aziende che hanno avviato investimenti, di natura produttiva e/o commerciale, fuori dai confini nazionali: queste realtà rappresentano l’8,3% della popolazione di riferimento. L’impegno sui mercati esteri da parte di queste aziende è quanto mai vario: si passa da una sola partecipazione (che riguarda oltre la metà delle imprese censite), a casi di veri e propri “gruppi multinazionali”, caratterizzati da investimenti in oltre 20 realtà straniere. Le suddette iniziative si concretizzano in 797 aziende estere, partecipate, a vario titolo, da operatori industriali bresciani. Analogamente a quanto rilevato per gli investimenti inward, anche nel caso degli outward l’Unione Europea primeggia come la principale destinazione (308 partecipate) degli investimenti da parte della manifattura locale.
L’analisi dettagliata per Paese ospitante vede primeggiare gli Stati Uniti (con 110 realtà partecipate, fra produttive e commerciali). Le altre destinazioni più seguite dal Made in Brescia sono: Germania (60), Cina (55), Francia (54), Spagna (43), India (39) e Brasile (33), in una classifica che vede ben 72 Paesi esteri coinvolti, con diversa intensità, in tale fenomeno. A riguardo va poi sottolineato che le iniziative avviate con finalità di pura delocalizzazione della produzione in aree geografiche caratterizzate da un minor costo dei fattori produttivi (in particolare il lavoro) sono oramai divenute fortemente minoritarie (se non addirittura marginali) e appartengono, dal punto di vista della data di avvio dell’operazione, perlopiù alla prima fase del processo di internazionalizzazione dell’industria bresciana, collocabile, a grandi linee, negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso. La delocalizzazione è stata quindi soppiantata da strategie di più ampio respiro, in cui gli investimenti all’estero hanno l’obiettivo di servire direttamente mercati divenuti strategici.
La ricerca ha inoltre permesso di segmentare le aziende multinazionali locali per settore di attività. Il comparto dei macchinari ed apparecchiature si conferma come il più presente sui mercati esteri, sia in termini di realtà investitrici (69), sia per le società partecipate (228); al secondo posto il settore prodotti in metallo (53 iniziative per 153 presenze in Paesi esteri). Anche in questo caso non mancano le rappresentanze di comparti non metalmeccanici, come alimentare e chimico, gomma e plastica, ma con una rilevanza inferiore di quanto registrato sul versante inward.
Inflazione in calo a settembre nel Bresciano

Nel mese di SETTEMBRE, si registra un calo dell’inflazione sia a livello congiunturale (-0,7%), sia a livello tendenziale (l’inflazione passa da +5,2% di agosto a +4,3%). A dirlo – secondo quanto riporta Brescia news, il giornale online di Brescia e provincia – sono i dati diffusi oggi dall’Ufficio Statistica del Comune di Brescia.
Rispetto al mese precedente, in questo mese si registra un deciso aumento nei prezzi solo nelle divisioni “Istruzione” (+1,9%), seguito da lievi incrementi delle divisioni “Comunicazioni” (+0,3%), “Servizi sanitari e spese per la salute” (+0,1%) e “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (+0,1%). Presentano invece delle diminuzioni le divisioni “Servizi ricettivi e di ristorazione” (-3,9%) e “Ricreazione, spettacoli e cultura” (-0,9%), “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (-0,4%), “Bevande alcoliche e tabacchi” (-0,4%) e “Abbigliamento e calzature” (-0,1%). Stabili le divisioni “Mobili, articoli e servizi per la casa”, “Altri beni e servizi” e “Trasporti”.
Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (graf. 2) le divisioni che presentano elevati aumenti sono “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+5,3%), “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+5,1%), “Ricreazione, spettacoli e cultura” (+5,0%), “Trasporti” (+4,9%). Aumenti inferiori all’indice generale (+4,3%) si sono registrati per le divisioni “Mobili, articoli e servizi per la casa” (+3,8%), “Altri beni e servizi” (+3,4%), “Abbigliamento e calzature” (+3,2%), “Bevande alcoliche e tabacchi (+2,9%), “Istruzione” (+1,8%), “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (+1,2%), “Servizi sanitari e spese per la salute” (+1,1%) e “Comunicazioni” (+0,4%).
Analizzando per tipologia di prodotto (tab. 3), i “Beni” presentano un lieve incremento congiunturale (+0,2%), imputabile principalmente all’incremento dei Beni energetici (+1,9%), parzialmente controbilanciato dalla diminuzione dei Beni alimentari (-0,4%). In particolare, crescono sia i Beni energetici regolamentati (+3,0%), sia quelli non regolamentati (Altri energetici +1,8%).
Tra gli alimentari, invece, si presenta una decisa diminuzione di quelli lavorati (-0,9%) e un incremento degli Alimentari non lavorati (+0,6%). Complessivamente, diminuiscono le variazioni congiunturali dei “Servizi” (-1,4%). Tra questi, le voci che presentano le maggiori diminuzioni sono quelle dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-3,2%) e dei Servizi relativi ai trasporti (-1,7%). In termini tendenziali, i “Beni” aumentano del +4,9%, mentre per i “Servizi” le variazioni tendenziali sono meno marcate (+3,4%). Con riferimento alla frequenza di acquisto, presentano un leggero aumento le variazioni congiunturali dei prodotti a Alta e Bassa frequenza (rispettivamente +0,2% e +0,1%). I prodotti a media frequenza di acquisto invece presentano una decisa diminuzione rispetto al mese precedente (-1,9%). Rimangono piuttosto elevate, ma in diminuzione rispetto a agosto, le rispettive variazioni tendenziali (+4,8%, +4,6% e 3,0%).
Complessivamente, i “Beni alimentari, per la cura della casa e della persona”, definiti come il Carrello della spesa delle famiglie, diminuiscono dell’0,5% su base mensile e aumentano del 5,0% su base annuale. Infine, per la componente di fondo della dinamica dei prezzi “Core Inflation” (al netto della componente volatile dei Beni energetici e Alimentari non lavorati), si registra una variazione congiunturale negativa (-0,9%), mentre quella tendenziale passa dal +4,7% di agosto al +3,9% di settembre.
In un confronto con l’andamento dei prezzi complessivo nazionale, si evidenzia che in questo mese a Brescia i prezzi sono diminuiti rispetto al dato di agosto, mentre a livello nazionale si è assistito a un lieve incremento congiunturale (+0,2%, dato provvisorio). Le differenze possono essere analizzate anche per divisione.
Trasporti eccezionali, Bracchi investe 2,2 milioni di euro

I trasporti eccezionali hanno registrato una crescita negli ultimi mesi, anche grazie ai primi effetti del Pnrr e ai cantieri collegati alle opere pubbliche. Bobine enormi e gruppi industriali di cavi dell’alta tensione, ma anche macchinari particolari e speciali container. Queste le merci più trasportate assieme ad enormi macchinari per la movimentazione della terra e trattori da cantiere. Senza dimenticare le strutture per le scuole, come le enormi caldaie o gli impianti di ventilazione, o anche alcuni apparecchi elettromeccanici di grandi dimensioni. Un altro trasporto sempre più richiesto è quello degli enormi data center che le aziende produttrici, alcune presenti anche in Italia, distribuiscono e vendono in tutto il mondo.
Per questo Bracchi (650 dipendenti, 189 milioni di euro di fatturato e 12 poli logistici, headquarter a Fara Gera d’Adda) ha deciso di investire circa 2,2 milioni di euro nel corso di quest’anno per incrementare la propria flotta dedicata ai trasporti oversize. Gli investimenti sono legati all’ammodernamento e all’ampliamento del parco mezzi in ottica di decarbonizzazione.
Per quanto riguarda i nuovi mezzi speciali, sono stati pensati dai tecnici di Bracchi in collaborazione con i progettisti delle aziende partner, che li hanno poi sviluppati. Si tratta di mezzi ingegnerizzati per trasportare carichi enormi e fuori misura, che hanno bisogno di un lavoro sartoriale a livello progettuale e di realizzazione.
Infatti, ogni trasporto eccezionale è un modello unico che va studiato in ogni minimo dettaglio. Sono stati coinvolti carpentieri specializzati, capaci di operare sui carichi e sui mezzi come fossero dei tetris enormi; professionisti capaci di sagomare e trovare spazi dove non è possibile vederne. Si tratta di realizzare progetti che vanno definiti studiando le leggi della fisica e cercando di tenere in equilibrio carichi enormi. Alla Bracchi, quando si fanno questi viaggi, più che caricare camion, si progettano “missioni speciali”.
“Gestiamo i trasporti e la logistica per l’80% dei produttori mondiali di macchinari agricoli, servendoci di equipaggiamenti specifici per ogni situazione”, spiega Umberto Ferretti, amministratore delegato di Bracchi. “Ci rivolgiamo a settori strategici come quello industriale, elettromeccanico e oil & gas, fornendo elevate performance grazie a rimorchi speciali e su misura. Mettiamo a disposizione del cliente una grande varietà di veicoli adibiti al trasporto pesante: le classiche motrici con pianale, semirimorchi di tipo ribassato, in grado di poter viaggiare con il carico a un’altezza di soli 25 centimetri da terra. Ma disponiamo anche di motrici con gru, autogru girevoli e semoventi elettriche e diesel, cestelli per posizionamento e montaggio macchinari. Il tutto ovviamente va integrato nella logistica portuale, il Gruppo Bracchi opera su La Spezia, Genova e dai principali porti del Nord Europa”.
A livello operativo, a Fara gera d’Adda, in provincia di Bergamo, a Sorbolo, in provincia di Parma, e a Lublin, in Polonia, hanno sede i Regional Offices di Bracchi specializzati nei trasporti oversize fino a 100 tonnellate. Da qui vengono organizzati i viaggi extra-ordinari di Bracchi, affidati ad un plotone di oltre 50 autisti specializzati nel condurre carichi fuori sagoma e fuori peso.
A Sorbolo, in provincia di Parma, a disposizione ci sono 1.500 metri quadri di deposito e 11.000 metri quadri di piazzale, in uno spazio recintato, illuminato e custodito da personale e videosorveglianza a circuito chiuso. Sono una quindicina gli autisti dedicati ai trasporti special and heavy solo nella sede emiliana.
Le loro imprese si possono vedere per strada, di notte. Come quando hanno trasportato un macchinario da 6,2 metri di diametro sulla viabilità ordinaria: uno spazio molto maggiore rispetto alle normali carreggiate. È stato necessario smontare paracarri e semafori, cartelli e ogni altro ostacolo che fosse possibile rimuovere come ad esempio i cavi elettrici. In casi come questi, è fondamentale realizzare prima dei sopralluoghi, studiando nel dettaglio i punti di ancoraggio e sollevamento. Nel nord della Finlandia, in Lapponia, sono stati invece trasportati, in pieno inverno a -15°, dei macchinari per sgombrare la neve dagli aeroporti. Nei Monti Cantabrici, nel Nord-Ovest della Spagna, carri di manutenzione per le ferrovie da 74 tonnellate. In Belgio una siviera, ossia quell’enorme “bicchiere” che si usa nelle acciaierie. Anche se il fiore all’occhiello per l’azienda è forse quel trimarano con pezzi lunghi 29 metri trasportato fino alla costa atlantica della Francia, via strade provinciali: in molti, tra i competitor, avevano rifiutato la sfida.
SCHEDA AZIENDALE – BRACCHI
Bracchi viene fondata nel 1928 come azienda di trasporto locale. Negli anni ha ampliato la sua presenza affermandosi come realtà di rilievo prima a livello nazionale e poi, con l’ampliamento del proprio network logistico e i primi investimenti nel trasporto marittimo e aereo, in Europa e nel mondo. L’espansione della propria flotta mezzi ed i progetti di logistica integrata e in outsourcing hanno permesso all’azienda di imporsi in settori di nicchia altamente strategici, in cui è leader europeo da oltre 40 anni. All’headquarter di Fara Gera d’Adda (in provincia di Bergamo), dove vengono coordinate tutte le operazioni a livello nazionale ed europeo, si sono presto aggiunte le filiali estere di Bracchi con sede a Lublin in Polonia, Levice e Kostolné Kračany in Slovacchia, dedicati alla logistica e alla distribuzione di ascensori e consumer goods nell’Est Europa, e di Ettenheim in Germania: un polo logistico di 44.000 metri quadri di superficie coperta, dotato delle tecnologie più avanzate e in una posizione strategica per la gestione del traffico europeo. Il 2018 segna un nuovo importante traguardo: l’acquisizione di Bas Group, realtà storica di Bassano del Grappa, nel Vicentino, formata da quattro aziende di trasporti e logistica specializzate nei più vari settori, dal food al beverage, dal fashion all’e-commerce. Nel 2020 è la volta di Peterlini, azienda con sede in provincia di Parma specializzata nel trasporto tecnico eccezionale fino a 100 tonnellate. Grazie a queste acquisizioni Bracchi consolida la sua leadership ampliando la propria offerta a nuovi business strategici e aree geografiche, operando nei settori industriale, agricolo, ascensoristico, della cosmesi, fashion, food & beverage, e-commerce e retail. Oggi Bracchi lavora su dodici poli logistici e sette filiali regionali per un totale di 350.000 metri quadri di magazzini complessivi, gli occupati sono circa 650 presenti nei diversi stabilimenti, il 35% è donna. Nel 2022 il gruppo ha chiuso con vendite sopra i 189 milioni di euro, in crescita del 19% sul 2021. L’amministratore delegato dal 2020 è Umberto Ferretti. Per ulteriori informazioni: www.bracchi.it.
Montichiari, sabato e domenica in fiera c’è il Festival dei motori

Sabato 14 e domenica 15 ottobre, il Festival dei Motori torna al Centro Fiera di Montichiari (BS) con due giornate di spettacolo e adrenalina per chi ama il mondo dei motori. Un fine settimana ad alto contenuto spettacolare molto atteso da tutti gli appassionati con modelli unici in esposizione ed un programma di esibizioni ed eventi speciali da non perdere. In fiera si respirerà tutta l’energia sprigionata da piloti e stuntmen e i mille dettagli che rendono unica la passione per le due e quattro ruote.
Il Festival Dei Motori offre un’esposizione pensata per il pubblico dei consumatori, con un’ampia area dedicata a prodotti, servizi e merchandising. I visitatori potranno visionare e apprezzare da vicino una selezione di auto, moto e modelli da competizione, veicoli storici e d’epoca, autovetture moderne, accessori per scuderie e soluzioni per officine e carrozzerie.
All’interno del Festival Dei Motori 2023 ritorna il tradizionale appuntamento con la Mostra Mercato e Scambio, l’evento dedicato ad auto, moto, accessori e ricambi d’epoca che richiama un numeroso pubblico di simpatizzanti, cultori e appassionati di motori e non. Nel fine settimana di apertura, i visitatori avranno la possibilità di valutare un assortimento di pezzi di ricambi, pezzi unici e materiali d’epoca in grado, come da tradizione, di soddisfare ogni esigenza, anche quelle degli appassionati di oggettistica e di collezionismo.
Il Festival dei Motori 2023 si conferma, dunque, un’occasione unica per i cultori di auto e moto, grazie anche ad programma di eventi collaterali in grado di catturare tutte le tendenze del settore. Oltre agli appuntamenti che hanno fatto la storia della manifestazione con american cars, motor show e tuning, l’edizione 2023 darà spazio anche alle novità emergenti nel panorama motoristico che stanno conquistando un numero crescente di appassionati come truck e Ape proto.
ITALIAN TUNING SHOW 2023: OLTRE 200 AUTO SPETTACOLARI PER GLI APPASSIONATI DI TUNING
Al Festival Dei Motori del 14 e 15 ottobre 2023 torna l’appuntamento con ITS – Italian Tuning Show 2023, la più importante e completa esposizione di personalizzazioni auto e accessori tuning. Saranno oltre 200 le auto che i visitatori potranno ammirare all’interno del padiglione 6. Come da tradizione, spazio alla personalizzazione auto con i migliori accessori per il tuning e tutte le principali novità destinate a fare tendenza. Un appuntamento da non perdere per cultori e appassionati.
TRUCK SHOW: AL FESTIVAL DEI MOTORI 2023 SPAZIO AI “BISONTI DELLA STRADA”
Al Festival dei Motori 2023, in collaborazione con ITS – Italian Tuning Show, arrivano i truck. In area esterna verrà allestita una spettacolare esposizione di “bisonti della strada”. I visitatori avranno la possibilità di ammirare da vicino una selezione di questi veicoli, personalizzati in maniera davvero unica.
AMERICAN REUNION: IN FIERA IL MEGLIO DEI MOTORI A STELLE E STRISCE
Con l’edizione 2023 il Festival dei Motori il Festival dei Motori diventa la meta speciale per tutti appassionati di sport motoristici a stelle e strisce. Sharks Team Italia, realtà che vanta una presenza di lungo corso nel mondo delle auto americane con una particolare attenzione alle supersportive e Muscle Car d’oltreoceano, porta in fiera l’American Reunion, raduno di auto americana con tutti i modelli unici che hanno fatto la storia: Corvette, Mustag, Camaro, Challenger, Bullit, Wagoneer e tanti altri ancora.
DIAVOLI ROSSI: MOTORSPORT E PASSIONE PER LA GUIDA NELLE ESIBIZIONI IN AREA ESTERNA
Al Festival dei Motori 2023 è confermata la presenza dei Diavoli Rossi Motorsport con un’esposizione da non perdere ed esibizioni spettacolari in area esterna. Una garanzia di emozione per i visitatori della manifestazione.
AL FESTIVAL DEI MOTORI IL FASCINO DELLA NASCAR WHELEN EURO SERIES
In occasione del Festival dei Motori 2023, 42 Racing Shadow supportata da Sharks Team Italia porta in fiera il fascino del prestigioso campionato Nascar Whelen Euro Series, una serie ufficiale NASCAR per vetture stock che si disputa su tracciati europei. Le auto sono motorizzate Chevrolet e hanno una cilindrata di 5.700 cc. Il campionato si svolte nei più prestigiosi autodromi Europei.
NATIONAL SERIES: AL FESTIVAL DEI MOTORI IL PRESTIGIOSO APPUNTAMENTO DI ACSI
Il Festival dei Motori 2023 ospita gli eventi speciali promossi da ACSI Motorsport con la quarta tappa del prestigioso Trofeo National Series. Presenti oltre 100 auto con paddock dedicato in coabitazione con Abarth Italia.
FUORISTRADA: UNA PISTA IN AREA ESTERNA PER ESIBIZIONI E TEST DRIVE
Nelle aree esterne del Festival dei Motori spazio alle esibizioni ad alto tasso di adrenalina. Per l’occasione, in collaborazione con il Centro Nazionale Sportivo Libertas, sarà attrezzata anche una pista fuoristrada in cui, durante le giornate di fiera, si alterneranno esibizioni, dimostrazioni e test drive su asfalto e sterrato.
APE PROTO: IN FIERA UNA DELLE PIÙ DIVERTENTI NOVITÀ DEL PANORAMA MOTORISTICO
Ormai la passione per i motori non si limita più alle due o alle quattro ruote, ma anche alle tre! Le gare di Ape Proto, infatti, stanno conquistando l’attenzione di numerosi appassionati in tutta Italia, grazie all’alto contenuto spettacolare e al clima goliardico che circonda il mondo delle tre ruote. Anche il Festival dei Motori darà spazio a questi veicoli gli appassionati danno sfogo anche alla propria creatività personalizzando le cabine con colori sgargianti e decorazioni piene di estro e fantasia.
L’appuntamento con il Festival Dei Motori, dunque, è per sabato 14 e domenica 15 ottobre, dalle 9.00 alle 19.00, al Centro Fiera di Montichiari (BS). Il biglietto è acquistabile al costo di 9 euro anche nel sito www.festivalmotori.it/biglietti-online.
Moda, Cieffe chiude il primo semestre a 26 milioni e fa acquisti

Soncino, – Cieffe, partner strategico dei principali brand mondiali del lusso nella confezione di capi prêt-à-porter di alta gamma, chiude il primo semestre del 2023 con un fatturato di 26 milioni di euro (+ 25% vs H1 2022), che proietta i ricavi alla fine del 2023 a €50 milioni (+ 21% vs 2022) con un EBITDA di oltre il 12%. Una crescita che segue quella del 2022, chiuso con ricavi a €41 milioni e un EBITDA superiore al 10%, fatturato triplicato negli ultimi 10 anni. Indicatori in grande incremento anche rispetto al 2021, chiuso con ricavi della gestione caratteristica a 24 milioni di euro1.
Continua inoltre il percorso verso la creazione di una piattaforma produttiva integrata con l’acquisizione del 35% dello storico Maglificio Peve che, con sede a Varese, da più di 70 anni è partner dei più importanti brand di moda nella produzione di maglieria calata di qualità. Peve, che si distingue per un’attenzione particolare verso l’artigianalità Made in Italy, l’innovazione e la sostenibilità delle tecniche di produzione e dei materiali, ha chiuso il 2022 con ricavi per €5 milioni con un EBITDA pari al 12%, e con ordini in portafoglio per il 2023 pari a circa €9,5 milioni.
Un’operazione che si inserisce nella strategia di crescita anche per linee esterne di Cieffe, che ha visto la Società acquisire 4 realtà in soli due anni con l’obiettivo di creare un “ecosistema di prossimità” nell’alto artigianato industriale, unendo professionalità trasversali. Cieffe, che oggi è partner di riferimento per le produzioni dei più importanti gruppi mondiali del lusso, ha infatti l’obiettivo di creare una piattaforma integrata, che raggruppi la maggior parte delle fasi della produzione entro 150km, sposando una filosofia in controtendenza rispetto al “fast business”, che faciliti così la logistica, incrementi la sostenibilità e massimizzi il controllo della qualità per i clienti.
Con un approccio industriale di lungo termine, Cieffe intende infatti acquisire piccoli e medi laboratori di produzione, vere eccellenze del territorio e custodi di uno straordinario “saper fare”, integrandoli e valorizzando il loro DNA e il loro ruolo all’interno della piattaforma. Con l’ingresso nell’azionariato del Maglificio Peve, Cieffe oggi controlla anche il 100% di 3 laboratori, FRANC’OBOLLO SRL, NEW MOOD SRL, SILVERMACS SRL. Una strategia che ha generato valore per tutta la filiera, creando sinergie tra aziende, facendo crescere le società target, attraverso progetti di sviluppo ad hoc e aprendole così a nuovi clienti e commesse.
Marco Panzeri, CEO di Cieffe, commenta: “Abbiamo chiuso il primo semestre dell’anno con una crescita importante. L’andamento del 2023 conferma quindi che il percorso di sviluppo avviato è solido e strutturale e ci proietta verso una chiusura dell’anno con un incremento di fatturato a doppia cifra. In questi mesi continueremo a concentrarci sulla nostra strategia di crescita sostenibile anche per linee esterne, aggregando laboratori con le migliori competenze, realizzando così nuovo valore per tutta la filiera, nel rispetto delle persone e dell’ambiente. Tutto questo mantenendo sempre un approccio industriale di lungo termine per custodire, proteggere e far evolvere uno straordinario “saper fare” come quello delle tantissime piccole eccellenze che popolano il nostro territorio”.
Parte integrante della crescita di Cieffe è anche l’attenzione alla sostenibilità e alla ricerca e innovazione. L’azienda ha infatti investito 7 milioni di euro per l’ampliamento dello stabilimento di Soncino e nel biennio 2022-2023 ha stanziato 3 milioni di euro per nuovi investimenti in Ricerca & Sviluppo. Inoltre, ha creato un reparto (D4D – Design for Designers) interamente dedicato allo studio e sviluppo di nuove lavorazioni per i tessuti e di nuove modalità di creazione e progettazione degli abiti con l’obiettivo di diventare un partner sempre più strategico in tutto il processo di ideazione, progettazione e produzione delle collezioni dei suoi clienti. Grazie agli investimenti in innovazione, oggi l’azienda è in grado di realizzare modelli in 3D che le permettono di ridurre al minimo l’impatto della creazione dei prototipi sull’ambiente, riducendo lo scarto di tessuto, eliminando la necessità di spedire fisicamente il prodotto e accorciando sensibilmente i tempi di produzione. Un processo innovativo, in linea con l’attenzione di Cieffe verso la responsabilità sociale, che garantisce minori sprechi e maggiore efficienza.
A2A, Roberto Tasca è il nuovo presidente

Il Consiglio di Amministrazione di A2A – secondo quanto riporta una nota rilanciata da Brescia News – , in sostituzione del Dottor Marco Patuano dimessosi lo scorso 28 luglio, ha provveduto a nominare:
– il Professor Mario Motta quale Consigliere non esecutivo della Società. Il nuovo Consigliere, il cui curriculum vitae è disponibile sul sito www.gruppoa2a.it, rimarrà in carica fino alla prossima Assemblea;
– il Consigliere Professor Roberto Tasca quale Presidente della Società.
Nel corso della medesima riunione, il Consiglio di Amministrazione ha, inoltre valutato, accertandone la sussistenza: (i) i requisiti di indipendenza previsti dall’articolo 148 TUF e dal Codice di Corporate Governance in capo al Consigliere non esecutivo Mario Motta e (ii) l’esecutività in capo al Presidente Roberto Tasca.
Il Consiglio di Amministrazione ha, infine, deliberato la nuova composizione dei seguenti comitati endo-consiliari:
Comitato ESG e Rapporti con i Territori: Roberto Tasca (Presidente), Vincenzo Cariello, Fabio Lavini e Elisabetta Pistis;
Comitato Controllo e Rischi: Alessandro Zunino (Presidente), Elisabetta Bombana, Mario Motta e Maria Grazia Speranza;
Comitato per la Remunerazione e le Nomine: Susanna Dorigoni (Presidente), Giovanni Comboni e Elisabetta Pistis.
La composizione del Comitato Parti Correlate rimane confermata come segue: Vincenzo Cariello (Presidente), Maria Elisa D’Amico e Maria Grazia Speranza.