Aree vaste, Massetti: servono efficienza, efficacia e identità
“Come associazione di rappresentanza imprenditoriale, ci sentiamo coinvolti in prima linea e con responsabilità nel dibattito sulla riforma delle autonomie locali. L’efficienza e l’efficacia di un assetto istituzionale sono un elemento di competitività fondamentale per l’intero sistema socio-economico-territoriale, oltre che una delle principali espressioni dell’identità di un territorio. Proprio intorno a questi tre concetti, efficienza, efficacia e identità, crediamo dovranno essere costruite le nuove Aree vaste in Lombardia, con l’obiettivo di creare un sistema che funzioni, al servizio di imprese e cittadini”. Lo ha affermato Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Lombardia, intervenuto al convegno “Aree vaste in Lombardia. Una riforma per la competitività delle imprese e dei territori”, che si tenuto a Como, presso Villa Olmo.
“Con questo incontro abbiamo voluto portare anche il punto di vista delle imprese nel dibattito sulle autonomie locali, mettendolo a confronto con quello degli esperti e dei rappresentanti istituzionali intervenuti, con il comune obiettivo di individuare la struttura organizzativa più efficiente e funzionale per mantenere e supportare la competitività della nostra Regione”.
Dopo l’apertura dei lavori da parte del presidente di Confartigianato Imprese Como, Marco Galimberti, e il contributo del presidente di Confartigianato Lombardia Eugenio Massetti, sono intervenuti il Prof. Roberto Zucchetti del Gruppo Clas, che ha descritto alcuni criteri guida proposti per la riforma delle autonomie locali, e il Prof. Giovanni Valotti, Ordinario di Economia delle aziende e delle P.A. all’Università Bocconi, che ha approfondito i cambiamenti organizzativi delle amministrazioni locali nel nuovo assetto istituzionale.
Ferruccio de Bortoli ha introdotto il confronto tra alcuni rappresentanti istituzionali: il presidente della Provincia di Como Rita Livio, il presidente di ANCI Lombardia Roberto Scanagatti e il Sottosegretario alle riforme istituzionali, enti locali Lombardia Daniele Nava.
“La Lombardia ha lavorato concretamente sulla proposta di una nuova configurazione dell’assetto delle Autonomie locali e a breve saremo in grado di proporre al Governo un Testo di riforma che nasce proprio dal confronto e dal dibattito sul e con il territorio, per gestire e non subire il processo di “cancellazione” delle Province cominciato con la Legge Delrio. Abbiamo voluto anticipare i tempi perché crediamo che il nostro Sistema Lombardia possa essere un vero modello. – ha sottolineato Daniele Nava – Mi preme congratularvi con Confartigianato Lombardia per lo sforzo fatto e per l’impegno che la categoria che rappresenta ha riversato nel contributo presentato oggi, ricco di spunti di riflessione, di valutazione e di elementi comuni”, ha concluso.
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Da Beretta un vino per i cento anni dell’isola di San Paolo
In occasione dei primi cento anni dal giorno in cui la famiglia Beretta è diventata proprietaria dell’isola di San Paolo sul Lago d’Iseo, perno attorno a cui ha ruotato “The floating piers” di Christo, l’artista bulgaro naturalizzato statunitense, le Agricole Gussalli Beretta hanno creato per l’anniversario una bottiglia speciale a produzione limitata.
È un Franciacorta Satèn, prodotto dalle cantine dello Sparviere con sole uve Chardonnay provenienti dai vigneti di Monticelli Brusati i cui terreni marnosi e calcarei della zona Nord Est della Franciacorta conferiscono al vino freschezza e mineralità.
Accompagnata da una copia anastatica dell’atto firmato il 10 luglio 1916, presso il notato Basilio Antonioli, tra Bruno Cittadini e Pietro Beretta, la famiglia Beretta ha contestualmente realizzato un’agile monografia, con un inedito corredo iconografico, sulla storia dell’Isola di San Paolo che inizia a comparire nei manoscritti dell’anno Mille quando due famiglie, una longobarda ed una franca, la donarono ai monaci cluniacensi.
Si ipotizza che nel 1091 il lago fosse più basso di circa tre metri rispetto ad oggi e che quindi l’isola presentasse una superficie più grande di quella attuale e fosse talvolta raggiungibile a piedi da Montisola, ipotesi confortata dal fatto che verso levante il fondale corre per un lungo tratto profondo non più di due metri.
Sull’isola venne realizzato dai monaci di Cluny un monastero, ma le ristrettezze economiche di quegli anni costrinsero i religiosi ad affittare l’isola ai pescatori locali, che la utilizzarono fino al 1400 quando la famiglia Fenaroli, sostituitasi agli Oldofredi nel controllo del lago, ne fece base delle truppe lacuali, essendo sull’asse Lovere – Iseo ed a metà tra Pilzone e Tavernola.
Con la presenza della repubblica di Venezia nel Bresciano, l’isola venne ceduta dai Fenaroli ai Francescani che ne stimolarono la ripresa, trasformarono il monastero in un convento ed eressero il muro di cinta, facendola così diventare approdo sicuro.
Il periodo Napoleonico ha fatto vivere all’Isola stagioni alterne e difficili fino al 1900 quando ritornò in mani private: nel 1900 i fratelli Galbiati smantellarono il convento, a beni presto dovettero anch’essi vendere area e immobile per ragioni economiche; la nuova proprietà passò così a Bruno Cittadini che nel 1916 la vendette alla famiglia Beretta. Il resto è storia d’oggi.
Impianti di condizionamento, a Brescia 1.749 imprese
Sfiorano quota 14.000 le imprese lombarde attive nel settore degli impianti di condizionamento. Si occupano in primo luogo dell’installazione (12.776 sedi d’impresa attive), poi del commercio all’ingrosso (649) e della fabbricazione dei condizionatori d’aria (399), rappresentando circa il 20% del totale nazionale. Milano è capofila della classifica nazionale del settore con circa 4 mila imprese, poi Roma (3.833) e Torino (3.293). Tra i primi dieci territori in Italia, tre sono lombardi: dopo Milano che è prima, vengono infatti Bergamo, quarta con 1.847 imprese, e Brescia sesta con 1.749. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati del registro imprese al I trim. 2015 e 2016.
Brescia, turisti cresciuti del 24 per cento grazie ad Expo
“Il turismo lombardo nel 2015 è cresciuto più che nel resto d’Italia, arrivi e presenze hanno fatto registrare un aumento complessivo dell’11% in tutta la regione (15.639.134 e 37.857.140); la Lombardia è oggi più attraente e piace sempre più ai viaggiatori stranieri, che sono ormai più del 50% del nostro mercato”. È quanto ha dichiarato Mauro Parolini, assessore regionale allo Sviluppo economico, presentando il report sul Turismo in Lombardia – Anno 2015 diffuso da Eupolislombardia, l’Istituto superiore per la ricerca, la statistica e la formazione di Regione Lombardia.
NUOVA EXPLORA – “Expo ha rappresentato sicuramente il calcio d’inizio di una partita ben più complessa che Regione Lombardia ha voluto giocare in prima persona. E i primi risultati positivi stanno arrivando. Con il Presidente Maroni – ha spiegato Parolini – abbiamo infatti impresso una forte accelerazione al turismo durante questa legislatura: c’è una nuova legge, un impegno economico molto significativo per valorizzarlo, un nuovo modo di gestirlo e soprattutto una più moderna ed organica strategia di promozione della destinazione Lombardia grazie ad Explora, che è diventata a pieno titolo la nostra Destination Management Organization, dimostrandosi sempre più come quel soggetto operativo che mancava e che agisce con criteri federativi e sussidiari”.
ANNO DEL TURISMO LOMBARDO – “Quest’anno abbiamo lanciato l’Anno del Turismo lombardo – iniziato lo scorso 29 maggio, festa della Lombardia – come la celebrazione di questa nuova fase, l’inizio di un percorso che desideriamo compiere insieme ai protagonisti del settore per fare del turismo uno degli asset primari di sviluppo economico, di lavoro e di benessere. Un’iniziativa – ha sottolineato l’assessore – che si sta rivelando anche un’occasione per costruire una rinnovata consapevolezza delle nostre enormi potenzialità turistiche e per riaccendere l’orgoglio della bellezza che caratterizza le aree turistiche, quelle già affermate e quelle nascoste nei diamanti grezzi sparsi sul territorio regionale”.
GRANDE SUCCESSO PER BRESCIA – “I dati confermano una crescita impressionante del dato sulla provincia di Brescia, che – ha spiegato Parolini – si conferma la seconda area turistica della regione: arrivi e presenze crescono rispettivamente del15,9% e del 24,5%, con oltre 411mila pernottamenti in più rispetto al 2014”.
IL DOPO FLOATING PIERS – “Il clamoroso successo che ha ottenuto l’istallazione di Christo sul Lago d’Iseo – ha annunciato infine Parolini – ci ha spinto a muoverci con largo anticipo non solo nell’organizzazione dell’evento in sinergia con tutti i soggetti territoriali coinvolti, ma anche nel mettere subito in campo un piano d’azione di promozione di quest’area turistica, proiettata in tutto il mondo grazie al Floating Piers, proprio con l’obiettivo di consolidare gli effetti positivi ottenuti e di aprire un’altra finestra su tutta l’offerta turistica lombarda e in particolare sul Lago d’Iseo, la Franciacorta, la Valcamonica e le valli bergamasche”.
VARIAZIONE PERCENTUALE PER PROVINCIA – “Da regione notoriamente conosciuta in Italia e all’estero per il ruolo di leadership economica svolto nei settori della moda, del design, della metalmeccanica, dell’agroalimentare, negli anni della crisi la Lombardia – si legge nel report di Eupolislombardia – ha sempre più rivelato anche una vocazione turistica, forte della sua capacità di attrarre oltre il 15% del turismo straniero che arriva in Italia. Di seguito le variazioni percentuali 2014 – 2015 di arrivi e presenze suddivise per provincia: Bergamo + 6,8%, + 5,4%; Brescia + 15,9%, + 24,5%; Como 6,8%, 7,3%; Cremona + 1,3%, +0,9%; Lecco + 1,4%, + 1,4%; Lodi + 1,0%, + 0,5%; Mantova + 1,6%, + 1,4%; Milano + 47,3%, + 41,9%; Monza e Brianza + 3,6%, + 2,6%; Pavia + 1,7%, + 1,5%; Sondrio + 4,7%, + 6,8%; Varese + 4,7%, + 6,8%”.
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Lobbismo, approvato in Regione l’emendamento del Pd. Girelli: più trasparenza
Soddisfazione è stata espressa dal consigliere Pd Gianantonio Girelli per l’approvazione, oggi in commissione Affari istituzionali della Regione, del provvedimento sulla disciplina della trasparenza dell’attività di rappresentanza di interessi nei processi decisionali pubblici presso il Consiglio regionale, la cosiddetta legge sul lobbismo. Girelli era il primo firmatario del primo progetto di legge in materia depositato in Regione un anno fa dal Partito Democratico. “La nostra proposta originaria era più ambiziosa ma accogliamo con favore questa legge, frutto di un confronto con le altre forze politiche e di un lungo lavoro con gli uffici del Consiglio regionale che pone una prima forma di regolamentazione dell’attività dei rappresentanti d’interesse. Non si vuole in alcun modo impedire la legittima rappresentanza di interessi – precisa Girelli – ma rendere trasparente e verificabile gli interventi sul processo decisionale”.
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Christo all’assemblea del Gruppo Giovani Aib il 13 luglio
Christo sarà l’ospite d’onore dell’assemblea 2016 del Gruppo Giovani Imprenditori di Associazione Industriale Bresciana. L’artista, dopo l’esperienza straordinaria di “The Floating Piers” capace di richiamare sulle acque del lago d’Iseo un milione e 200mila visitatori da ogni parte del mondo, sarà ancora a Brescia dove chiuderà con un suo intervento l’assise annuale degli imprenditori “under 40” di AIB, guidati da Alberto Faganelli.
L’assemblea, dal titolo “#Artività”, si terrà mercoledì 13 luglio alle 16 nell’auditorium Santa Giulia (via Piamarta, 4 – Brescia) e si aprirà con i saluti del presidente del Gruppo Giovani AIB, Alberto Faganelli, e del presidente di AIB, Marco Bonometti. A seguire, spazio alla tavola rotonda durante la quale i protagonisti discuteranno di come sia possibile instaurare una relazione virtuosa tra mondo dell’impresa, arte e cultura con ricadute positive per il territorio, generando ricchezza e occupazione. Interverranno l’imprenditrice Umberta Gnutti Gussalli Beretta, il presidente della Fabbrica d’Armi Pietro Beretta, Franco Gussalli Beretta, il direttore di Fondazione Brescia Musei, Luigi Maria Di Corato, e il direttore del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, Giovanni Crupi.
Chiuderà il pomeriggio di lavori l’intervento di Christo.
La partecipazione all’evento è libera previa iscrizione (www.aib.bs.it)
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Fondi Pac, premi accoppiati. Fava: approccio positivo del ministero
“Trovo positivo l’approccio del ministero delle Politiche agricole a un problema che solleviamo da tempo e che riguarda l’adeguatezza degli strumenti del premio accoppiato relativo al Primo pilastro della Politica agricola comune. Si tratta di leve che, per definizione, dovrebbero servire a intervenire in quei comparti che la legislazione comunitaria definisce a rischio declino”. Cosi’ afferma l’assessore all’Agricoltura Gianni Fava, condividendo buona parte delle proposte avanzate dal Mipaaf in vista dell’incontro con le Regioni.
MERCATI IN EVOLUZIONE – “E’ evidente che in questi due anni il mondo sia cambiato e che l’evoluzione dei mercati ci costringa a una revisione sostanziale delle azioni e delle strategie, volte
proprio a scongiurare fenomeni di declino – dichiara l’assessore lombardo -. Il tempo non gioca a nostro favore, in quanto si e’ arrivati alla definizione di una proposta a tre settimane dalla scadenza del termine e questo certo non aiuta. Ciononostante, condivido l’impostazione generale che ha ispirato la proposta ministeriale, pur avendo qualche riserva sulle modalita’ tecniche utilizzate”.
PREMIO PER CAPO IN CALO – Tuttavia, l’allargamento della platea dei soggetti beneficiari dei contributi, a fronte di un plafond invariato, fa notare Fava, “inevitabilmente portera’ a una forte contrazione del premio per capo allevato, che quest’anno con riferimento alle vacche da latte mediamente e’ stato di 87 euro”. “A spanne – prosegue – stimiamo che con le nuove modalita’ questo
possa attestarsi al di sotto dei 60 euro, con una differenza sostanziale proprio in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo nel comparto del latte”. Tale diminuzione non puo’ che essere compensata da altri interventi strutturali. “Per questo motivo – spiega l’assessore – ho reiterato al ministro Maurizio Martina la richiesta di ripensare la norma sui super-prelievi e di rinunciare definitivamente alla riscossione del fondo. Si tratta infatti di 70 milioni di quanto meno dubbia riscossione; se rimanessero nelle casse degli allevatori, potrebbero per molti di loro controbilanciare gli effetti di un minor introito frutto di un contributo inferiore”.
OBBLIGHI E RAPPORTI CON UE – Non ci sarebbero conseguenze alcune nei rapporti con l’Unione europea. “L’obiettivo di incasso riguardo alle sanzioni e’ stato raggiunto – sottolinea Fava – e quindi siamo gia’ nelle condizioni di poter ottemperare agli obblighi comunitari, senza dover ulteriormente gravare sulle tasche dei produttori, con un balzello iniquo che rischia di mettere in crisi molte aziende, le quali gia’ oggi non hanno bilanci propriamente floridi”. Restano in ogni caso un paio di criticita’ da valutare su altri due versanti, a giudizio dell’assessore all’Agricoltura della Lombardia. Il primo e’ relativo al contributo alle carni da macello. “Anche in questo caso servirebbe un aumento del plafond, per evitare un’eccessiva discriminazione fra comparti”, osserva.
SUINICOLTURA, SERVE CORAGGIO – L’altro aspetto e’ legato al tema dei vitelli a carne bianca. “Saluto con favore il fatto che la nostra richiesta, pendente da anni, sia stata accolta e che anche questa categoria possa essere finalmente ammessa a beneficio – afferma -. Resta pero’ l’amaro in bocca nel constatare che complessivamente il beneficio per capo ammonta solo a 6,50 euro: una cifra evidentemente non congrua nell’ottica appunto della tutela del comparto”. Resta poi per ultimo aperta la questione suinicoltura, che ancora oggi non trova spazio nella proposta presentata e per la quale credo servirebbe un po’ di coraggio.
La Regione cerca export manager con un bando
Regione Lombardia alla ricerca di specialisti dell’export da affiancare alle imprese lombarde. Al via il 18 luglio prossimo il bando di selezione degli ‘Export Business Manager’, “una rete di servizi offerti da societa’, consorzi, studi e professionisti associati con comprovata esperienza professionale e Aziende Speciali delle Camere di Commercio e che – ha annunciato stamane l’assessore regionale allo Sviluppo economico Mauro Parolini – saranno inserite in un apposito elenco”.
4 MILIONI PER PROMOZIONE EXPORT – Entra cosi’ nel vivo la misura ‘Progetti di promozione dell’export delle imprese – export business manager’ sostenuta da 4 milioni di euro e voluta dall’assessore Parolini per “accompagnare in maniera innovativa ed efficace le imprese nell’intero percorso di avvio o di consolidamento dell’export, che di fronte alla persistente contrazione della domanda interna rappresenta oggi per molte realta’ produttive uno dei principali driver di sviluppo”.
SERVIZI PIU’ MIRATI ED EFFICACI – “La novita’ di questo intervento integrato – ha spiegato Parolini – e’ che ai contributi previsti per finanziare l’acquisto di servizi per la promozione dell’export e dell’impresa sui mercati esteri, nonche’ la partecipazione a fiere virtuali e a fiere internazionali in Italia o all’estero, viene introdotta l’opportunita’ supplementare di ricevere 8.000 euro da impiegare peracquistare, dagli ‘Export Business Manager’ selezionati, un serie di servizi ancora piu’ mirati ed efficaci”.
CHI PUO’ PARTECIPARE – Possono partecipare alla selezione soggetti che abbiano realizzato, con buon esito, almeno 10 progetti a supporto della promozione dell’export delle imprese, della durata minima di 3 mesi ciascuno, svolti nell’ultimo triennio, o – in alternativa – dispongano in qualita’ di soci, dipendenti o collaboratori, ai fini dell’esecuzione del servizio, di almeno 5 figure professionali, con esperienza di almeno 5 anni, in materia di servizi a supporto dell’approccio commerciale verso mercati esteri comprovata dal curriculum vitae.
I TEMPI – Le domande possono essere presentate esclusivamente tramite l’applicativo web SiAge – Sistema Agevolazioni – www.siage.regione.lombardia.it – dalle 12 di lunedi’ 18 luglio fino alle 12 di lunedi’ 12 dicembre 2016.
I SERVIZI EROGABILI – Attivita’ di ricerca partner; studi di fattibilita’; predisposizione e organizzazione di incontri B2B; contrattualistica e certificazioni/servizi legali e fiscali (contrattualistica internazionale, consulenza in materia doganale, certificazioni estere di prodotto).
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Fiere Lombardia, bando a fondo perduto per 1,4 milioni di euro
Un bando da oltre 1,4 milioni di euro per sostenere e accompagnare il rilancio delle fiere in Lombardia. E contributi a fondo
Federico Ghidini
Federico Ghidini (Manerbio, 12 agosto 1979) è un imprenditore italiano; dal 2011 al 2015 è stato Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Brescia e Vicepresidente dell’ Associazione Industriale Bresciana (AIB). Da settembre 2015 è Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Lombardia.
Biografia
Nel 1997 suo padre viene improvvisamente a mancare, sceglie di seguire in prima persona a soli diciotto anni, l’azienda metalmeccanica di famiglia “Elettrofiamma”, marchio storico di Lumezzane (BS) che produce pentole e stoviglie in acciaio inox.
Impegnato nel sostenere l’imprenditoria giovanile, nel 2012 fonda “IClub”, venture capital costituito da giovani imprenditori che investe in start up tecnologiche finanziando una serie di startup fra cui “Tip.ventures” il primo portale di “equity crowdfunding europeo”.
Durante la sua presidenza dei giovani imprenditori di Brescia, crea il programma di formazione “ISUP” (Italian Start Up) progetto che nasce per favorire il concreto sviluppo di idee imprenditoriali di giovani talenti. Con il suo incarico diffonde in Italia la cultura dell’innovazione collegata al tessuto industriale e ai suoi giovani.
Membro della Commissione esaminatrice del programma StartUp di Unicredit è da tempo impegnato in prima persona anche nel “Musil” – Museo dell’Industria e del Lavoro come Consigliere della Fondazione.
Dal 2013 siede attivamente nel Consiglio Generale di Confindustria. Dal 2015 è Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Lombardia.
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Il 4° trimestre del 2016 chiude un anno di crescita lenta ma costante per il sistema industriale lombardo. In particolare
Emilio Gnutti
Emilio Gnutti (Brescia, 6 agosto 1947) è un imprenditore e dirigente d’azienda italiano.
È tra i finanzieri più conosciuti d’Italia, essendo stato uno dei protagonisti di varie operazioni importanti dell’economia italiana.
È stato presente nella lista degli uomini più ricchi d’Italia, stilata dal giornale finanziario americano “Forbes”, con un patrimonio stimato di circa 1 miliardo di dollari[1].
La carriera professionale
Diploma di Perito Industriale e Laureato in Lettere e Filosofia, inizia la sua carriera imprenditoriale nel 1969 fondando la GI-EM, società di motori elettrici, che porterà a posizioni di leadership europea, attraverso operazioni di fusioni e acquisizioni con altre realtà (Siber, Vemer, Molveno, Dreefs) dello stesso segmento.
La crescita imprenditoriale di Gnutti passa attraverso FinecoBank, società da lui costituita nel 1979, che diviene in un decennio un gruppo leader italiano nel leasing e nel factoring, nel 1990 viene acquisita dalla Banca Popolare di Brescia.
Nel 1989 Gnutti esce da Fineco e con la liquidazione ricevuta e l’esperienza acquisita nel mondo parabancario costituisce nel 1995 G.P. Partecipazioni S.p.A. divenuta nel 1997 Hopa S.p.A.
Hopa diventa nel giro di pochi anni la cosiddetta bicamerale della finanza poiché Gnutti riesce ad unire come soci Unipol e Banca Monte dei Paschi di Siena da una parte e la Fininvest di Berlusconi dall’altra.[2] Emilio Gnutti conosce, nel consiglio di Banca Agricola Mantovana, Roberto Colaninno ed insieme rafforzano il sodalizio in Hopa dove raccolgono l’adesione di centinaia di imprenditori italiani, che verranno definiti giornalisticamente la “razza padana”. Gnutti e Colaninno acquistano la società Olivetti e attraverso questa società compiono la “madre di tutte le scalate”[3] lanciando la famosa opa ostile su Telecom Italia, conquistandola.[4][5].
Colaninno e Gnutti verranno definiti da Massimo d’Alema, allora Presidente del Consiglio, “capitani coraggiosi”[6].
Un’altra importante operazione orchestrata da Gnutti è la vendita del Gruppo Colmark alla Rinascente della Famiglia Agnelli[7].
Nel 2001 la Hopa dello scalatore[8] Gnutti vende la partecipazione di Telecom Italia alla Olimpia di Tronchetti Provera,ma pochi giorni dopo l’accordo il crollo delle torri gemelle cambia le carte in tavola e il contratto da poco firmato viene modificato sostanzialmente con un importante sconto a favore di Tronchetti[9]. Hopa quindi, in forza dai nuovi accordi, deve reinvestire buona parte delle plusvalenze derivanti dalla vendita della partecipazione in Telecom, nella cassaforte Olimpia che a sua volta possiede Telecom. Da allora Hopa rimane quindi ancora azionista (con circa il 3,4%) di Telecom ancorché la partecipazione diventerà poi diretta dopo l’uscita da Olimpia.
Nel 2005 Gnutti si dimette dal consiglio Hopa e da quasi tutte le cariche ricoperte nelle società fino ad allora gestite poiché decide di ritirarsi dal mondo finanziario a seguito dei procedimenti giudiziari che lo hanno reso protagonista.[10].
Le inchieste della magistratura
Lo stesso argomento in dettaglio: Bancopoli. |
[11].
Depauperamento del capitale sociale fino alla bancarotta. Questa l’accusa rivolta dai pm a 10 persone, rinviate a giudizio per la vicenda che ha portato al fallimento della SHS multimedia, software house bresciana.
I fatti si svolsero tra il 2000 e 2003, quando la SHS passò da Srl a Spa accogliendo nuovi soci investitori che, in seguito a una crisi di governance, secondo l’accusa decisero di far fallire l’azienda svuotandola del patrimonio sociale.
I 10 imputati sono i soci Emilio Gnutti, Andrea Guerini, Ettore Lonati, Romano Marniga, Osvaldo Savoldi, Giancarlo Turati, Bruno Roma, il componente del collegio sindacale Matteo Bonalumi, il consulente dei nuovi soci Paolo Vavassori e quello dei vecchi soci Arrigo Bandera. Saranno davanti al giudice della seconda sezione penale del tribunale di Brescia il 22 marzo 2011.
L’intera vicenda si innesta in quella più ampia e con numerosi intrecci e connivenze economiche e politiche, vicenda che tenne a lungo tempo le prime pagine dei giornali. Riguarda la scalata alla Banca Antonveneta da parte della banca Popolare di Lodi (allora Presieduta da Gianpiero Fiorani), sostenuto dall’allora Governatore della Banca d’Italia, alcuni immobiliaristi (Ricucci, Coppola) ed il finanziere bresciano Emilio Gnutti (già alleato di Consorte nella vicenda Telecom). L’insieme dei personaggi è stato consegnato alle cronache con la definizione emblematica dei furbetti del quartierino.
Le dimissioni di Giovanni Consorte sono state causate dalle accuse di aggiotaggio, associazione a delinquere e appropriazione indebita a lui rivolte in occasione dello scandalo finanziario relativo alla scalata della Banca popolare di Lodi, oggi Banca Popolare Italiana, alla Banca Antonveneta. L’aggiotaggio si concentra su 50 milioni di Euro ricevuti (insieme al proprio vice Ivano Sacchetti) dal finanziere Gnutti, per «consulenze» in proprio fatte a favore della Hopa di Gnutti. «Consulenze», però, pagate non con fatture ma dietro lo schermo di plusvalenze artificialmente create con operazioni borsistiche «blindate».
Questa è la versione che Consorte ha offerto agli inquirenti per giustificare questa consistente somma. Flussi creati con un particolare meccanismo, secondo quanto già rilevato dalle indagini e spiegato da Gnutti: Consorte e Sacchetti, attraverso intermediari spesso del gruppo del banchiere Gianpiero Fiorani, investivano su titoli o prodotti derivati ritenuti «promettenti» dal punto di vista del margine di incremento prevedibile, e subito li rivendevano a Gnutti a prezzi sensibilmente più alti, ricavandone quindi immediate plusvalenze a colpo sicuro, di dimensione pari all’apparente generosità di Gnutti.
In data 25 ottobre 2006, Consorte, Ivano Sacchetti (ex presidente Unipol Banca e vicepresidente di Unipol) e il finanziere Emilio Gnutti sono stati condannati a 6 mesi di reclusione dal giudice di Milano Elisabetta Meyer con l’accusa di insider trading su titoli Unipol, stabilendo in 92.500 euro i danni patrimoniali e non patrimoniali che andranno risarciti dai tre condannati, in solido tra loro, alla Consob, parte civile nel processo. “Amareggiati e increduli” per l’esito della sentenza del Tribunale di Milano, Consorte e Sacchetti hanno sottolineato il fatto che si tratta comunque “solo del primo grado di giudizio”.
Il 21 gennaio 2009 le condanne per Consorte, Sacchetti e gli altri dirigenti Unipol per insider trading vengono annullate senza rinvio dalla quinta sezione penale della Cassazione per incompetenza territoriale della procura di Milano. Gli atti vengono trasmessi a Bologna[12].
Nel mese di aprile del 2011 il Pubblico Ministero Luigi Orsi e Gaetano Ruta hanno chiesto l’assoluzione per Emilio Gnutti nell’ambito del processo della scalata Bnl-Unipol[13].
Incarichi rilevanti
Nel 1969 è tra i soci fondatori della società Gi-Em S.r.l., società che produce piccoli motori elettrici, portando l’azienda ad una posizione di leader a livello europeo. Nel 1979 fonda la Fin-Eco e ne assume la carica di Amministratore Delegato. Fin-Eco è un gruppo polifunzionale nell’ambito del parabancario e di servizi finanziari.
Nel 1982 assume la carica di Presidente della società Fin-Eco Service S.r.l. divenuta ora Bitech S.p.A., società che opera nel settore dell’information Technology. Dal 1984 al 1992 è di Consigliere e Membro del Comitato Esecutivo della Banca Popolare di Brescia, divenuta oggi Bipop.
Nel 1986 costituisce Fin-Eco Line S.p.A., società che svolge attività di organizzazione e gestione di servizi pubblicitari. Dal 1986 al 2005 è Presidente e Amministratore di G.P. Finanziaria S.p.A. che rappresenta da sempre la cassaforte di famiglia.
Nel 1989 diviene Presidente e Amministratore Delegato di F.Leasing S.p.A. e fino al 2001 è Amministratore di Bresciauno S.p.A. Dal 1993 al 1998 è Amministratore di Molveno Oem S.r.l., ora facente parte di Everel S.p.A., società che produce componenti per elettrodomestici.
Dal 1993 al 2003 è Amministrazione della Siber S.p.A, ora fusa in Everel S.p.A., società leader europeo nella produzione di interruttori per elettrodomestici. Dal 1994 al 1999 è Amministratore di Colmark S.p.A., società operante nel settore della Grande distribuzione (ipermercati, supermercati, cash & carry).
Dal 1995 al 2002 è sindaco effettivo nella società Thassos Insurance Brokers S.r.l. Dal 1996 al 2004 è consigliere di Banca C. Steinhauslin & C. S.p.A. Dal 1996 è Amministratore di Fingruppo S.r.l., fino al 1999 a seguito di fusione per incorporazione nella società Hopa S.p.A..
Dal 1998 al 2001 è consigliere di Olivetti S.p.A., società quotata a Piazza Affari. Dal 1998 al 2001 è consigliere di Telecom Italia S.p.A., società quotata a Piazza Affari. Dal 1999 al 2005 è Amministratore di Hopa S.p.A., Holding di partecipazioni aziendali.
Dal 1999 al 2005 è Amministratore di Fingruppo S.p.A. Dal 1999 al 2004 è consigliere di Snia S.p.A., società quotata a Piazza Affari. Dal 2000 al 2005 è Presidente del Consiglio di Amministrazione di Earchimede S.p.A, società attiva nel private equity. Dal 2000 al 2005 è Presidente di Holinvest S.p.A. Dal 2000 al 2003 è Amministratore di Lloyd Adriatico S.p.A
Nel 2000 assume la carica di Amministratore in Sangemini Holding S.p.A. Nel 2001 assume la carica di Amministratore di Unipol Assicurazioni S.p.A., società quotata a Piazza Affari. Nel 2002 viene nominatore Consigliere di Amministrazione dell’Università degli Studi di Brescia. Nel 2002 viene nominatore Consigliere della finanziaria Finsoe S.p.A.
Dal 2003 al 2005 è Amministratore di ASM Brescia S.p.a., società quotata a Piazza Affari, ora A2A S.p.a. Dal 2003 al 2005 è Vice Presidente della Banca Monte dei Paschi di Siena, società quotata a Piazza Affari. Nel 2003 diviene Vice Presidente della Sorin S.p.A., società quotata a Piazza Affari.
Altri progetti
Emilio Gnutti, conosciuto anche come Chicco, è noto anche per la sua passione per i motori che lo hanno portato negli anni ad entrare nel circus della Formula 1, attraverso la partecipazione azionaria nel Team “Scuderia Italia” poi divenuta Minardi Team, e tra i protagonisti della manifestazione Mille Miglia[14]. Gnutti conserva una delle più belle collezioni di auto d’epoca del mondo.
Emilio Gnutti ha dedicato molte risorse alla causa sociale, lo testimonia il fatto che nel 2000 ha costituito la “Fondazione Italo Gnutti” con scopo benefico dedicandola al padre e dal 2003 al 2005 è stato Consigliere della Fondazione Italiana Cuore e Circolazione Onlus. Molteplici le sue iniziative benefiche[15].
FONTE: WIKIPEDIA LUGLIO 2016