
Fonderia 4.0, 12 fonderie scelgono Metal One, la soluzione che integra Ar e Iot

METAL One é la soluzione per Fonderie di metalli ferrosi e non, con tecnologia a gravità, bassa pressione e pressofusione. Basata su SAP Business One, è una soluzione aziendale pienamente integrata, caratterizzata da un ottimo rapporto costo-prestazioni, e concepita appositamente per le piccole e medie imprese.
Efficienza, Controllo e Profittabilità
Le Fonderie sono in un processo evolutivo che le vede trasformarsi da produttori di fusioni grezze a partner tecnologici di prodotti finiti; sono parte attiva nella progettazione e prototipazione, la filiera di produzione si è allungata inglobando sempre più lavorazioni. Nel costante miglioramento qualitativo il ruolo di capo commessa della Fonderia impone un controllo ed una tracciabilità in tutto il processo produttivo. METAL One permette di gestire l’intero flusso di processo delle Fonderie dalla prototipazione e preventivazione, ai dati tecnici qualitativi e di processo delle Fusioni, al ciclo attivo e passivo, alla pianificazione della produzione, al conto lavoro, alla logistica, al controllo qualità, all’amministrazione e controllo di gestione.
L’ ERP per le PMI
Per affermarsi, le piccole e medie imprese devono disporre di una soluzione aziendale caratterizzata da piena integrazione e costi contenuti. Un unico sistema che automatizzi i processi di business e fornisca un accesso semplice e immediato a informazioni costantemente aggiornate. I sistemi “tradizionali” di gestione aziendale, che frequentemente sono solo una serie di programmi applicativi obsoleti e scarsamente integrati, non sono in grado di soddisfare le esigenze attuali. Informazioni insufficienti, interruzioni nel flusso che collega i processi di business nonché dati obsoleti e non aggiornati costituiscono gli ostacoli principali che impediscono un controllo efficace ed efficiente delle operazioni aziendali. Grazie a METAL One e SAP Business One l’impresa può essere gestita con un netto incremento di profittabilità e un controllo rigoroso di ogni singolo processo.
Realtà aumentata (AR) in fonderia
Un’applicazione per Smart Glasses permette agli operatori di essere formati nei processi produttivi e logistici.
Internet of Things (IoT) per i processi fusori
Metal One si integra con i sensori di prossimità ce monitorano i processi fusori. La gestione delle tecnologia IoT nel processo di fusione sono articolate. Gran parte delle conoscenze ingegneristiche vengono richiamate: fluidodinamica (riempimento), trasferimento di calore e cambi di fase (solidificazione), metallurgia (microstruttura e difettologie) e molto altro si potrebbe menzionare. I parametri da gestire ed analizzare sono numerosi e le interazioni fra di essi estremamente complesse. L’acquisizione di questi dati è ad oggi possibile, ma raramente è possibile realizzare analisi incrociate in modo veramente semplice ed intuitivo per identificare, ad esempio, le cause di scarto più comuni di un determinato lotto di produzione. Ancor più difficile, se non impossibile, è il confronto fra dati di processo e conseguenze, in termini di efficienza di produzione, resi, extracosti. Ciò che manca è un’infrastruttura che permetta la rilevazione automatica dei dati di processi, la loro elaborazione ed una consultazione chiara e veloce, in modo da permettere una integrazione fattuale fra uomini, macchine e strumenti, ma anche fra operatori, controllori e manager. Questa infrastruttura è finalmente realizzabile, estendendo le capacità degli attuali ERP che ad oggi costituiscono la spina dorsale aziendale. Occorre dotare questi strumenti di occhi, orecchie, mani e memoria per completare il sistema nervoso aziendale. L’ambizione è ottenere un “corpo” armonico, efficiente e reattivo.
Welfare, due bresciani su tre andrebbero all’estero dopo la pensione

Dopo la pensione? La valigia. Perché di fronte alla prospettiva di assegni sempre più bassi, quasi due bresciani su tre (62%) si dicono disposti addirittura a trasferirsi all’estero per poter mantenere uno stile di vita simile a quello attuale e trovare un ambiente e servizi più adatti alla terza età, senza trascurare la possibilità di fare nuove, piacevoli esperienze.
È il quadro che emerge dall’Osservatorio di Reale Mutua dedicato al welfare1.
Più della metà dei bresciani (66%), infatti, teme che la propria pensione non sarà sufficiente a mantenere un tenore di vita adeguato una volta usciti dal mondo del lavoro, e un ulteriore 24% vede molta incertezza all’orizzonte.
Fra i principali timori, quello di non poter sostenere le spese mediche di cui si potrebbe aver bisogno andando in là con gli anni (52%), non riuscire a dare sostegno economico a figli e nipoti (30%), dover gravare economicamente sulla famiglia anche per le necessità quotidiane (30%), o persino cadere in povertà assoluta (28%).
Non si tratta solo di pessimismo. A gettare ombre sul futuro pensionistico degli abitanti di Brescia sono anche le difficoltà del presente, a partire dal timore di imprevisti e spese straordinarie, che costringano a metter mano al portafoglio anzitempo (60%) o una generale difficoltà a risparmiare per la vecchiaia (40%). Preoccupano anche la precarietà del lavoro (28%) e l’instabilità dello scenario economico (38%) e normativo (22%) del momento.
Ma quali sono le misure di welfare a cui guardano i bresciani per integrare la pensione e prepararsi agli anni della vecchiaia? Più della metà degli abitanti di Brescia (64%) punterebbe sulla previdenza complementare: di questi, il 59% con un fondo pensione, il 31% con un piano individuale di risparmio e il restante 9% stipulerebbe una polizza assicurativa. Ciò che conta, dicono gli abitanti di Brescia, è pensarci per tempo, fin da giovani (26%) o da quando si inizia la propria carriera lavorativa (50%).
Se un bresciano su tre (34%) investirebbe nel mattone, per il 26% la soluzione è tenere i soldi sul proprio conto corrente, mentre per un ulteriore 10% la soluzione è investire i propri risparmi sul mercato finanziario.
Ma a chi si rivolgono gli abitanti di Brescia per farsi consigliare? %). Il 46% si affiderebbe a un consulente, mentre il 30% si muoverebbe in maniera autonoma, cercando informazioni sul web (12%) o decidendo da sé (18%). Un ulteriore 24% si rivolgerebbe all’agente assicurativo, il 22% alla propria banca, mentre per il 18% le figure di riferimento sono familiari, colleghi o amici.
Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora per Reale Mutua. su un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età, sesso ed area geografica.
Box auto, a Brescia compravendite in crescita e prezzi in calo

Nel corso del 2016, in Italia, si sono comprati e venduti 307.640 box e posti auto. Il dato relativo al primo trimestre del 2017 mostra transazioni in aumento: +8,7% le compravendite complessive di box e posti auto rispetto al I trimestre 2016, per un numero pari a 71.605. A dirlo è una nota del centro studi di Tecnocasa.
Nel secondo semestre del 2016, però nelle grandi città i prezzi dei box sono diminuiti dello 0,8%, quelli dei posti auto dell’1,6%. A Brescia si è verificato uno dei cali più significativi della Lombardia: meno 3,4 per cento per i box e meno 4 per cento per i posti auto scoperti (a fronte di un valore bergamasco sostanzialmente stabile).
Continua quindi il ribasso dei valori di queste tipologie che hanno visto ridimensionarsi la domanda in seguito alla crisi immobiliare. Ancora una volta la diminuzione più importante si registra a Genova, proprio una delle grandi città il cui mercato immobiliare è ancora in sofferenza.
I valori più alti si registrano sempre nelle zone centrali dove comunque l’offerta di box non è elevata, ci sono difficoltà di parcheggio e, spesso, immobili storici privi o con pochi box.
Aib, Pasini incontra i sindacati: nuovo paradigma per le relazioni industriali
Si è tenuto ieri in Associazione Industriale Bresciana il primo incontro fra i nuovi vertici dell’Associazione e le tre sigle sindacali. Presenti per AIB il Presidente Giuseppe Pasini e il Vice Presidente con delega al Lavoro, alle Relazioni Industriali ed al Welfare Roberto Zini; per i tre sindacati, il Segretario della CGIL di Brescia Damiano Galletti; il Segretario della CISL di Brescia Francesco Diomaiuta e il Segretario della UIL di Brescia Mario Bailo.
L’incontro ha avuto come tema portante il futuro dell’impresa a Brescia, sempre più da intendere come realtà organizzata che si apre e interagisce da protagonista con l’ecosistema in cui opera.
Ecosistema in grande evoluzione, che chiede grande capacità di metabolizzazione rapida e di apertura verso il cambiamento: con l’avvento dell’industria 4.0, stiamo vivendo la quarta rivoluzione industriale, una rivoluzione che segue un ritmo e una velocità elevatissima e che coinvolge tutti i temi occupazionali in senso ampio, obbligando le parti sociali ad impegnarsi per valorizzare il capitale umano rivedendo i modelli formativi, investendo sulla formazione continua, adeguandone le competenze di processo e di sistema.
Le parti hanno convenuto sulla necessità di uscire dai vecchi paradigmi per proiettare il territorio in una visione attuale e moderna dove le relazioni industriali sono intese prima di tutto come relazioni sociali, che vadano oltre il rigido schema dei rapporti tra datore di lavoro e rappresentanti dei lavoratori.
Il tema più scottante è, ovviamente, la disoccupazione. Inutile negare come dal 2007 il tessuto economico e sociale italiano sia stato messo a dura prova dalla più grave crisi economica del secondo dopoguerra; i dati ufficiali sulla disoccupazione in provincia di Brescia nell’anno 2016, parlano di 49.000 persone in cerca di occupazione, pari all’8,6% della popolazione attiva, contro l’11,7% nazionale.
La disoccupazione giovanile (15/24 anni), registra a Brescia un tasso del 32,9% ovvero 12.000 giovani che cercano lavoro invano, mentre in Italia, nello stesso segmento, raggiungiamo il 37,8%.
Sul versante di ‘genere’, il 2016 ha visto concretizzarsi un aumento delle donne in cerca di lavoro – 27.000 in provincia di BS – e del relativo tasso di disoccupazione 10,8% (contro il 12,8% nazionale). C’è ancora molta differenza tra i termini che sottendono l’occupazione femminile e quella maschile, problema che richiede una particolare attenzione.
I Sindacati e AIB hanno anche discusso delle opportunità, ma anche delle difficoltà, legate ai massicci fenomeni migratori, di fronte ai quali le parti sociali devono lavorare insieme per un reale processo di integrazione equilibrato nel quale l’impresa può giocare un ruolo positivo.
Conclude Giuseppe Pasini: “Dobbiamo rimboccarci le maniche e riuscire a ricreare quel circolo virtuoso che permetterà la vera ripresa di questo Paese: aiutare i lavoratori e le imprese, costruire quel cambiamento tanto auspicato dai cittadini stimolando iniziativa e indipendenza; cittadini e imprese capaci di assumersi le proprie responsabilità, senza mai perdere la fiducia.
Dall’incontro di oggi (ieri, ndr) è scaturito un confronto costruttivo per ambo le parti e auspico che sia il primo di una serie di tavoli di discussione e di confronto aperto e consapevole delle innumerevoli sfide che ci troveremo ad affrontare”.
Lombardia-Libano, scambi in crescita. Brescia esporta 7 milioni di metalli
Nel primo trimestre del 2017 l’interscambio lombardo con il Libano è cresciuto del 25% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: 64 milioni gli scambi (di cui 5 milioni l’import e 59 milioni l’export), ovvero il 18% del totale italiano che ammonta a 356 milioni (+20%). Milano da sola con 28 milioni (+7,7%) copre il 44% degli scambi lombardi facendo registrare una forte crescita nell’import (+309%), raggiungendo così quota 2,8 milioni, mentre resta stabile l’export con 25,5 milioni. È Brescia, tuttavia, la provincia che registra la maggior crescita: il suo intercambio passa da 4,1 milioni nel primo trimestre del 2016 a 10,6 milioni nel primo trimestre del 2017 (+156,9%), quasi tutto export (10,5 milioni, +154%). Bene anche gli scambi del Libano con Bergamo e Monza e Brianza, rispettivamente 7 milioni (+57,7%) e 4,4 milioni (+10,6%) di interscambio, di cui l’export è 5,9 milioni (+44,8%) e 4,4 milioni (+14,2%).
La Lombardia esporta principalmente prodotti delle attività manifatturiero per 58,5 milioni (+19%), mentre importa soprattutto prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti per un valore di 4 milioni. In particolare, la Lombardia nel settore manifatturiero esporta prodotti in metallo per un valore di 12,4 milioni (in forte crescita del 196,5%), moda per 12,1 milioni (+5%) e sostanze chimiche per 6,2 milioni (+1,9%).
Tra le provincie Milano è quella che esporta di più nel settore manifatturiero con 25,3 milioni (+0,3%). Secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat del primo trimestre del 2017, Milano esporta, nel settore, soprattutto moda per un valore di 8,7 milioni, sostanze chimiche per 3,5 milioni e 2,4 milioni di macchinari ed apparecchi. Superano oltre un milione e mezzo anche l’export di apparecchi elettrici, articoli in gomma e prodotti metallici. Tuttavia spetta a Brescia il record dell’export di prodotti metallici con oltre 7 milioni. Bene anche Bergamo, il cui export di prodotti metallici supera 1,6 milioni. Oltre il milione anche l’export di moda di Varese.
Diritto Camera di commercio, attenti ai bollettini ingannevoli

La Camera di Commercio informa con una nota che si stanno verificando casi di invii alle imprese di bollettini di pagamento ingannevoli, con diciture tali da indurre a credere che siano stati inviati dalla Camera di Commercio.
Il diritto annuale è un tributo che le imprese iscritte al Registro delle Imprese della Camera di Commercio di Brescia pagano annualmente, versandolo esclusivamente tramite modello F24 per il pagamento delle imposte, e in nessun caso con bonifico bancario o bollettino postale.
Per maggiori informazioni sulla corretta modalità di versamento del diritto annuo è possibile consultare il sito internet www.bs.camcom.it alla pagina Registro Imprese/Diritto annuale.
Associazione Artigiani: consultazione online per gli Intermediari

Indici sintetici di affidabilità fiscale: l’Associazione Artigiani di Brescia gioca di anticipo e spinge per la consultazione online da parte degli Intermediari. Proposta anche per l’allungamento della delega sul Cassetto Fiscale. Con la “manovra correttiva” convertita con la Legge 96/2017 si dirà addio agli studi di settore, sostituiti dagli Indici sintetici di affidabilità (Isa). Grazie ad essi il rapporto tra fisco e contribuente dovrebbe modificarsi, anche attraverso significativi benefici premiali, quale l’esclusione da accertamenti fiscali per quei contribuenti che attraverso i nuovi indicatori risulteranno affidabili. “A seguito dell’analisi approfondita del nostro “Centro Studi di Documentazione e Ricerca Lino Angelo Poisa” sugli Isa, abbiamo voluto rivolgerci a tutti i parlamentari bresciani – spiega il Presidente dell’Associazione Artigiani Bortolo Agliardi -, presentando loro una proposta sul tema con l’auspicio di un confronto”.
La questione si inserisce nel più ampio panorama della fiscalità online: attualmente le Organizzazioni di Categoria, in qualità di Intermediari, effettuano la spedizione telematica delle dichiarazioni dei redditi per conto dei loro associati tramite il Servizio Entratel. Con il medesimo servizio, l’Intermediario ha accesso alle comunicazioni relative agli avvisi di regolarità/irregolarità delle dichiarazioni spedite. Abbiamo chiesto che sia possibile anche per gli Isa, altrimenti consultabili dal contribuente con accesso al proprio Cassetto Fiscale. Attualmente però solo il 2-3% dei contribuenti che si rivolgono alle Organizzazioni di Categoria hanno attivato il Cassetto Fiscale, delegando quindi lo stesso Intermediario a provvedere all’accesso.
Lo scopo della proposta avanzata dall’Associazione Artigiani è quello di consentire all’Intermediario la possibilità di verifica diretta sulla pagina Entratel dell’Indice di affidabilità dell’assistito, prevedendo un’apposita opzione all’interno della Dichiarazione dei Redditi. Ciò eviterebbe il farraginoso meccanismo che prevede la richiesta di delega del contribuente all’Agenzia delle Entrate, la quale rilascerà allo stesso Intermediario solo parte del codice di accesso mentre il resto del codice verrà spedito al contribuente a mezzo posta. Quanto all’accesso al Cassetto Fiscale invece, la proposta è di eliminare il limite temporale di 4 anni della delega all’Intermediario rendendo la stessa valida sino a revoca da parte del concedente.
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I migliori posti in cui lavorare? C’è anche la desenzanese Cameo

Cameo ha ottenuto il riconoscimento come Eccellenza dell’Anno – Top Place to Work – Alimentare «per la forte valorizzazione delle risorse umane che porta ad un alto tasso di fidelizzazione di dipendenti e dirigenti», grazie anche al nuovo Campus cameo «i cui spazi agevolano tutte le necessità lavorative in maniera sostenibile e interattiva, ponendo la persona al centro».
cameo, azienda alimentare specializzata nella produzione e commercializzazione di torte, pizze e dessert, è stata premiata in occasione dell’Ottava Edizione de Le Fonti Awards® (Premio Le Fonti), la manifestazione che ogni anno riconosce l’eccellenza italiana in campo imprenditoriale, finanziario, assicurativo e legale, svoltasi a Milano, il 29 giugno 2017 a Palazzo Mezzanotte.
“Questo importante riconoscimento conferma il valore del nostro impegno nella creazione di un ambiente di lavoro basato sulla centralità delle persone che sono il nostro capitale più importante” hanno dichiarato Alberto de Stasio e Peter Irle, Direttori Generali di cameo, dopo aver ricevuto il premio.
cameo è stata identificata come Eccellenza dell’Anno Top Place to Work nel settore Alimentare, dopo l’attenta valutazione di diversi criteri: risultati di business, leadership all’interno del proprio comparto di riferimento, sviluppo strategico, qualità del servizio, sostenibilità, innovazione di settore e formazione.
Per l’assegnazione del Premio Le Fonti è stato coinvolto un panel di oltre 10.000 manager del mondo delle imprese e delle professioni che, attraverso un questionario, si sono espressi con una survey online su ogni categoria di riferimento. A seguito delle loro segnalazioni, il Centro studi e l’Istituto di scienze e cultura del gruppo editoriale Le Fonti hanno individuato i finalisti e selezionato i vincitori delle diverse categorie in cui si articola il premio.
Regione, mercoledì al via le domande di Al via (in ballo 300 milioni)
“Oggi condividiamo con i protagonisti del tessuto economico ed istituzionale bresciano le nuove iniziative che abbiamo messo in campo, tra cui ‘Al Via’, il bando piu’ importate della legislatura per la crescita delle imprese, una misura straordinaria dal valore di quasi 300 milioni di euro per sostenere investimenti strategici come l’acquisto di macchinari e per la digitalizzazione e lo sviluppo della manifattura 4.0, per interventi su immobili o per finanziare interventi strutturali e di riconversione e rilancio delle aree produttive”. Cosi’ Mauro Parolini, assessore regionale allo Sviluppo economico, nel pomeriggio a Cremona per illustrate agli amministratori locali, alle associazioni e agli operatori del territorio le piu’ recenti opportunita’ di Regione Lombardia a favore del sistema produttivo, a sostegno della ripresa e dell’occupazione.
IMPEGNO REGIONE – “Il nostro obiettivo – ha dichiarato Parolini – e’ rilanciare in modo sussidiario il sistema produttivo ed accrescere fiducia e competitivita’ in un momento in cui si intravedono segnali di crescita, che vogliamo consolidare dentro un piano complessivo di sostegno all’impresa. A questa misura si aggiungono infatti quelle che abbiamo messo in campo per le startup a vocazione sociale e le imprese cooperative, per il sostegno della filiera dell’edilizia, della moda e del design o, ad esempio, quelle dedicate al sostegno al credito, all’export e alla promozione del sistema fieristico”.
MISURA UNICA IN ITALIA – “AL VIA, in particolare, ha caratteristiche uniche, perche’ – ha spiegato l’assessore – non esiste in Italia un intervento simile cosi’ significativo in grado di offrire un mix di finanziamenti agevolati, garanzia gratuita a carico di Regione Lombardia e contributi a fondo perduto a sostegno degli investimenti. Inoltre i contributi derivanti da questa misura possono essere cumulati anche con il superammortamento e l’iperammortamento previsti a livello nazionale per chi investe nell’industria 4.0”.
2017, ANNO FAVOREVOLE PER RILANCIO IMPRESE – “Stiamo infatti seguendo da vicino – ha sottolineato l’assessore -, anche in collaborazione con le associazioni di categoria, lo sviluppo del sistema lombardo su Manifattura 4.0, con l’obiettivo di integrare in modo virtuoso i nostri incentivi con gli aspetti di natura fiscale, che sono leva propria dello Stato. Un impegno a tutto campo che fa del 2017 un anno particolarmente favorevole per il rilancio delle nostre imprese, puntando sull’innovazione con una grande attenzione a creare nuovo posto di lavoro”.
Eredi Gnutti Metalli, aumento di capitale da 8,6 milioni di euro

Aumento di capitale da 8,69 milioni di euro per la Eredi Gnutti Metalli. Un’operazione che – secondo quanto riportato da Bresciaoggi – “contribuisce all’attuazione del piano industriale orientato verso un modello più efficiente, di rilancio commerciale e performante”.
L’azienda che produce barre in ottone e laminati in rame conta 230 dipendenti nella sede di via della Volta, a Brescia. Dopo il sostegno delle banche, tutti i soci hanno deciso di aderire sottoscrivendo l’aumento proposto dalla società guidata da Franco Amigoni, compresa la Fgh Holding (che pure non aveva risparmiato critiche alla gestone dell’azienda): l’azionariato rimane dunque invariato, con la Holind Srl nella posizione di socio di maggioranza.