Paolo Vismara è il nuovo presidente di Unionchimica Confapi Brescia
Paolo Vismara, ceo di VPM Group Srl di Alfianello, è il nuovo presidente di Unionchimica Confapi Brescia, l’Unione della piccola e media industria chimica, conciaria, materie plastiche, gomma, vetro, ceramica, abrasivi e prodotti affini.
Già presidente dal 2017 del Gruppo Giovani Imprenditori di Apindustria Brescia, classe 1980, Vismara è stato eletto in occasione dell’assemblea svoltasi ieri nella sede dell’Associazione in via Lippi e succede a Mirco Ambrosini, socio amministratore di Ambro-Sol Srl di Cigole. Resterà in carica per il triennio 2018/2021. VPM Group Srl, giovane e dinamica azienda, si occupa della produzione, confezionamento e distribuzione di prodotti chimici, lubrificanti e additivi legati ai più svariati settori della filiera.
A fianco del presidente sono stati eletti in qualità di consiglieri Laura Micheletti (Acca Spa), Delio Dalola (Dispari Società Cooperativa Sociale Onlus), Marta Benussi (Sara Ing. Sandro Benussi Srl), Daniele Denti (Chemiricerche Srl) e Paola Scamperle (Plasticwork Srl).
«Il nuovo triennio sarà una sfida sempre in salita, il focus sarà creare una rete sempre più collaborativa tra le aziende facenti parte alla categoria e cercheremo di dare ulteriore supporto alle aziende bresciane in tema di comunicazione e assistenza in merito agli aspetti normativi, giuridico-interpretativi, previdenziali e di formazione, avvalendoci dei mezzi che il nostro sistema Confapi ci mette a disposizione – afferma Vismara -. Il punto di forza sarà l’appoggio dell’efficientissima struttura di Apindustria Brescia, che con il suo organico è sempre più in prima linea al servizio delle PMI Bresciane, mettendo a disposizione il meglio che il sistema offre».
Unionchimica, costituitasi nel 1989 a livello sia nazionale sia territoriale, rappresenta 3.150 imprese (32.500 dipendenti) in Italia, 80 nel bresciano (con 1.500 dipendenti).
Lavoro, contratti in crescita del 19 per cento
“Gli ultimi dati del nostro Osservatorio realizzato in collaborazione con le Agenzie per il Lavoro confermano la tendenza positiva per la domanda di lavoratori in somministrazione in atto ormai da oltre un anno in molti comparti produttivi della nostra provincia. Una tendenza positiva che negli ultimi due trimestri ha fatto registrare un incremento ancor più deciso”, a dirlo è Roberto Zini, vice presidente di AIB con delega a Lavoro, Relazioni Industriali e Welfare.
“Di particolare interesse – spiega – la crescita del 64% delle richieste di conduttori d’impianti, dato che può essere interpretato come un primo segnale di attenzione, anche sul versante della somministrazione, verso profili professionali a maggiore specializzazione, storicamente non intercettati dalle forme contrattuali della somministrazione. Questa dinamica segue il ritorno degli investimenti da parte delle imprese in beni strumentali, anche in chiave 4.0.
Va infine ricordato – continua – che le dinamiche rilevate nell’ambito della somministrazione spesso anticipano tendenze che poi vanno a consolidarsi anche sul mercato del lavoro “tradizionale”, ovvero il mercato dei contratti “standard” di assunzione alle dipendenze. E infatti, con riferimento al comparto industriale in senso stretto, registriamo anche una ripresa delle assunzioni con contratti alle dipendenze (tempo indeterminato, determinato e apprendistato), cresciute complessivamente del 19,3% nei primi nove mesi del 2017, rispetto all’analogo periodo del 2016” “.
Potresti essere interessato a
Azienda sicura day, 200 i partecipanti all’iniziativa di Desenzano
Oltre duecento partecipanti sono convenuti oggi nel Centro Congressi dell’hotel Acquaviva di Desenzano per la sesta edizione del convegno Azienda
Valsabbina, assemblea degli azionisti delusi a Gavardo
Acciaio, ad Aso un prestito da 16 milioni per esportare di più
UniCredit, BNL Gruppo BNP Paribas e SACE, che insieme a SIMEST costituisce il Polo dell’export e dell’internazionalizzazione del Gruppo CDP, hanno perfezionato un’operazione di finanziamento da 16 milioni di euro per sostenere l’export di ASO Group.
La linea di credito, erogata dalle due banche e garantita da SACE, è finalizzata all’acquisto di un’innovativa linea di forgiatura per la produzione di barre in acciaio tonde che saranno destinate a diversi mercati internazionali come USA, Messico, Cina, India, Sud Africa e Unione Europea.
“Questa operazione, quale investimento strategico – ha dichiarato Paola Artioli, Amministratore Delegato di ASO Holding – rafforzerà la presenza delle nostre aziende sui mercati internazionali. Concepito in ottica 4.0 a completamento della gamma di offerta del nostro prodotto di più elevata qualità, consentirà di ottimizzare la performance complessiva e di aumentare il turnover degli esercizi futuri”.
“Supportando un’azienda come ASO confermiamo il nostro impegno nei confronti di un territorio che da sempre esprime un tessuto industriale dinamico e votato ai mercati internazionali. Questa operazione conferma che innovazione tecnologica e internazionalizzazione sono in binomio imprescindibile per competere e vincere le sfide dei mercati esteri – ha dichiarato Simonetta Acri, Chief Sales Officer di SACE (Gruppo CDP) -. Solo in Lombardia, con i nostri uffici di Brescia e Milano, il Polo dell’export e dell’internazionalizzazione serve più di 5 mila aziende e, solo nel primo semestre del 2017, ha mobilitato risorse a sostegno dello sviluppo internazionale delle imprese lombarde per oltre 6 miliardi di euro”.
ASO, fondata a Ospitaletto (BS) nel 1971, è una multinazionale “tascabile” che produce acciai speciali e innovativi, con proprietà fisiche e chimiche specifiche, per il mercato della forgiatura.
Imprese green, a Brescia sono oltre mille
L’attenzione per l’ambiente è sentito sempre più come un fattore di competitività dalle imprese: negli ultimi dieci anni sono quasi 20 mila i certificati ambientali ISO 14001 rilasciati in Italia e uno su cinque ad aziende lombarde (3.698 tra sedi, filiali e stabilimenti). Di questi 2 mila i rilasci nel 2017 fatti in Italia e 366 in Lombardia con un incremento in valore assoluto rispetto all’anno precedente rispettivamente di +173 e +8. Milano prima in Italia e in Lombardia per imprese certificate: 1.353 in dieci anni rispetto alle 1.026 di Roma, alle 905 di Torino, alle 580 di Napoli e alle 533 di Bologna. In Lombardia si distinguono anche Brescia con 470 certificazioni in dieci anni, Bergamo con 462, Monza e Brianza con 261, Varese con 248. Quasi 200 anche a Mantova e Como. In crescita i certificati rilasciati in un anno a Bergamo (+14), a Mantova (+7) e a Varese (+6). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi su dati Accredia, Ente Italiano di Accreditamento.
Cresce l’economia green in Italia. Secondo un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi su dati registro imprese, nel 2017 tocca le 53 mila imprese, +4% in un anno, +33% in cinque anni con 436 mila addetti. Un settore trainato dalla crescita delle grandi città: Milano con 4 mila imprese, Roma con 3 mila, Torino con 2 mila. È Bolzano a segnare la maggiore crescita in cinque anni, col raddoppio delle imprese, oggi a quota 1.848. In Lombardia in un anno il green aumenta del +3%, per un totale di 10 mila imprese e circa 80 mila addetti. In cinque anni il settore ha un incremento regionale del +28%. Imprese più diffuse a Milano (4 mila), Brescia e Bergamo (oltre mille), Varese e Monza con oltre seicento. Tra le province lombarde, il settore cresce maggiormente a Lecco e Monza (+6%).
La sicurezza sul lavoro a Brescia dà lavoro a 400 persone
Sicurezza sul lavoro, + 38% le imprese del settore a Milano in cinque anni, secondo i dati della Camera di commercio, tra consulenza e fabbricazione di attrezzature. I due gravi incidenti mentre si rafforzano gli investimenti delle imprese a Milano e in Lombardia.
In Lombardia si concentrano le imprese del settore a livello nazionale. Cresce in regione il settore del 7% in un anno e del 34% in cinque anni, di più rispetto al dato nazionale di +6% e +32%. Tra consulenza e fabbricazione di attrezzature, il settore sicurezza vede circa mille imprese attive, 978, concentrate in Lombardia su un totale in Italia di 3.948. Oltre 3 mila gli addetti che operano nel settore regione sui 13 mila nazionali. Un settore che in regione fattura 355 milioni all’anno, metà per la fabbricazione di attrezzature e metà per la consulenza, su un totale nazionale di quasi un miliardo.
Milano conta 364 imprese, che crescono di + 11% in un anno e di +38% in cinque, in quanto erano 328 e 263. Nel capoluogo lombardo il settore dà lavoro a oltre mille addetti e fattura circa 100 milioni.
Imprese attive per la sicurezza sul lavoro per territorio in regione. Dopo Milano con 364 imprese, che crescono di + 11% in un anno e di +38% in cinque e mille addetti, c’è Brescia con 156 e circa 400 addetti (+6,8% e +45,8%), Bergamo (97 e circa 700 addetti, +6,6%, +33%), Monza (86 e 133 addetti, +6%, +54%), Varese (61 e 108 addetti, +9%), Pavia (47 imprese e 74 addetti), Como (40 e 122), Cremona, Mantova e Lecco con circa 30 imprese (237, 132 e 85 addetti), Lodi con 19 e Sondrio con 13 imprese (37 e 70 addetti).
In Italia le prime per imprese sono: Milano con 364 (+11% in un anno e +38% in cinque), Roma (347, +9%, +54%), Torino (201, +5%, +19,6%), Brescia (156, + 6,8%, + 45,8%), Napoli (101, +16,1%, +62,9%), Bari (98, +6,5%, +27,3%) e Bergamo con 97 (+6,6%, +33%). Tra le prime italiane anche Monza con 86 (+6% e + 54%).
Valsabbina, doppie dimissioni in Cda e soci ribelli sul piede di guerra
Acque sempre più agitate in Banca Valsabbina. Domani, infatti – secondo quanto informa BsNews.it – si terrà una conferenza stampa del Comitato dei cosiddetti soci ribelli, che annuncia un’assemblea a Gavardo e sottolinea di aver preso contatti con Consob e Banca d’Italia.
E’ di oggi, invece, la notizia di doppie dimissioni nel consiglio di amministrazione di Banca Valsabbina. Una nota dell’istituto di credito, infatti, informa che hanno lasciato l’organismo Giuseppe Cassetti e Mario Rubelli. Una decisione “a titolo personale” (così si legge nella comunicazione), che presa a pochi mesi da un’assemblea dei soci che si annuncia più calda dell’ultima dal punto di vista del dibattito e delle contestazioni.
Massetti (Confartigianato): voucher digitalizzazione, opportunità per le Pmi
Gli investimenti digitali sono una tendenza ormai consolidata nelle scelte degli imprenditori. Secondo le ultime rilevazioni dell’Osservatorio di Confartigianato Lombardia tra il 2014 e il 2016, il 45% delle imprese con almeno 10 addetti ha investito in tecnologie per la sicurezza informatica, il 28% ha puntato su beni e servizi legati a applicazioni web e app. Il 18,4% hanno riguardato investimenti in social media, il 16,1% per il cloud computing, l’11,4% per le vendite online e il 10% nell’area internet delle cose. Più selettivi gli investimenti in tecnologie relative ai big data (4,9%), robotica (3,5%), stampa 3D (2,7%) e realtà aumentata e realtà virtuale (1,3%). Ma, soprattutto, dallo studio condotto da Confartigianato emerge in maniera netta che per il 46% dei piccoli imprenditori la molla per investire nella digitalizzazione è rappresentata dagli incentivi e dalle agevolazioni fiscali. «Il Governo ha recepito le sollecitazioni di Confartigianato su questo fronte, confermando misure particolarmente gradite ai piccoli imprenditori. Iper ammortamento, super ammortamento, “Nuova Sabatini” sono strumenti utili per rilanciare gli investimenti e innovare la produzione delle piccole imprese. In particolare, proprio la “Nuova Sabatini”, che finanzia a tassi agevolati gli acquisti delle piccole imprese in macchinari, impianti e attrezzature, dedica un particolare capitolo per le spese in tecnologie digitali» spiega il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti.
Un invito, quello di Confartigianato alle imprese bresciane, ad utilizzare proprio l’opportunità dei voucher digitalizzazione delle Pmi: contributi a fondo perduto, erogati sotto forma di voucher alle imprese messi a disposizione dal Ministero dello Sviluppo economico. Una misura di sostegno e incentivo che prevede una dotazione di 100 milioni di euro per coprire fino al 50% degli inveestimenti fatti in azienda. Il termine della presentazione delle domande, che devono essere presentate direttamente sul sito del MiSe è il 9 febbraio prossimo. Ogni imprese potrà presentare una sola domanda e dovrà indicare il luogo dove verrà implementato il progetto di digitalizzazione e ammodernamento tecnologico dell’azienda che comprende l’acquisto di software, hardware e servizi per lo sviluppo tecnologico e la trasformazione digitale dei processi produttivi e degli strumenti dell’azienda. «L’invito è di sfruttare l’opportunità offerta dai voucher digitalizzazione per investire nello sviluppo digitale dell’imprese, nella dotazione tecnologica, efficienza e organizzazione del lavoro, oltre che per lo sviluppo delle attività web, compreso l’e-commerce. Possiamo facilmente riconoscere in questi tutti gli elementi chiave su cui si discute in questi tempi. Il valore artigiano è una combinazione tra saper fare, funzionalità, personalizzazione e bellezza che distingue e premia la nostra produzione nel mondo. Grazie alle tecnologie digitali, le straordinarie competenze, la flessibilità e la creatività degli imprenditori si possono creare nuovi prodotti, conquistare nuovi mercati prima preclusi se accompagnati proprio dagli investimenti tecnologici» conclude il presidente Massetti.
Potresti essere interessato a
Caso Ilva, Massetti (Confartigianato): pesanti ripercussioni anche su Brescia
La crisi dell’ex Ilva che non trova fine ha gravi ripercussioni sulle piccole imprese, e su una ampia filiera di
Massetti (Confartigianato) critica la legge di bilancio: timida e poco espansiva
«Timida contro la grande evasione, ‘svuotata’ di 3,5 miliardi in tre anni destinati a ridurre la pressione fiscale sulle piccole
Editoria, nel Bresciano sono 227 le aziende attive
Artigianato e piccole imprese attive nell’editoria e nella stampa a Brescia. Numeri chiave che forniscono un’immagine di provincia vivace, legata
Startup innovative, Milano è la capitale d’Italia
La società specializzata in sistemi di trattamento delle acque basati sulle nanotecnologie e quella che sviluppa servizi informatici rivolti agli avvocati, la start-up che aiuta altre start-up a recuperare finanziamenti per lo sviluppo e quella che ha sviluppato un robot che analizza dati finanziari ed invia in tempo reale ai clienti suggerimenti di investimenti, il social network per gli amanti del cibo per condividere ricette, lezioni di cucina e biglietti per eventi, la società di creativi specializzati in design di moda maschili e beni di lusso e quella con sede in Italia e in California specializzata in materiali innovativi per occhiali: sono alcune delle 52 start-up innovative straniere presenti a Milano nel 2017 secondo l’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi su dati del registro imprese relativi alle sedi di impresa iscritte come start up innovative a fine dicembre 2017.
Milano è prima in Italia non solo per numero totale di start-up innovative con circa 1.400 su 8.300 (il 16% nazionale) ma il suo primato è ancora più saldo considerando le start-up innovative in cui sono presenti stranieri. Tra presenza forte, maggioritaria ed esclusiva, sono 52 su 224, il 23% italiano.
Le start up innovative straniere in Lombardia: sono 64 su 224 registrate in Italia a fine 2017, il 29% del totale. Milano è prima con 52 imprese, di cui 46 (21% italiano) con sede a Milano città. Seconda è Como con 4 start up innovative straniere (al 13° posto in Italia) seguita da Varese con 3 (al 20° posto). Mentre Brescia non rientra tra le 15 realtà territoriali italiane a maggiore concentrazione.
In Italia dopo Milano vengono Roma e Bologna, per start-up innovative a presenza straniera seguite da Modena, Torino e Vicenza. Le start-up innovative straniere milanesi operano soprattutto nei settori della produzione software (35%), dei servizi di informazione (23%) e della ricerca scientifica e sviluppo (6%) e per l’86% hanno sede a Milano città. In quasi un caso su tre (29%) appartengono a giovani, più della media del 19% per tutte le start-up innovative presenti sul territorio.
Dati imprese Api: positivo anche il quarto trimestre 2017
Il finale del 2017 è positivo, le aspettative per il 2018 altrettanto se non di più. Fa sorridere il report congiunturale sul IV trimestre realizzato dal Centro Studi di Apindustria interrogando un campione di 100 imprese associate. Il fatturato risulta in netta crescita per quattro imprese su cinque, in particolare per l’incidenza del mercato domestico: il 39% dei rispondenti dichiara infatti che proprio in Italia si assiste ad un incremento marcato del fatturato mentre il 25% parla di un incremento «contenuto» ed il 17% subisce un calo. Cresce anche la produzione (per il 62% dei rispondenti); investimenti in aumento (38%) o stabili (62%). Positive anche le note che arrivano dal fronte occupazionale: se l’analisi dei primi tre trimestri del 2017 è stata positiva con alti e bassi, nell’ultimo trimestre dell’anno si riscontra un ampliamento dell’organico per il 32% dei rispondenti, mentre nel solo 5% degli intervistati si è operata una riduzione.
Se il 2017 pare chiudersi positivamente, con incrementi anche significativi, le aspettative per il 2018 sono improntate a un diffuso ottimismo. Il 60% del campione dichiara che l’anno sarà positivo e per un terzo di questi lo sarà «in modo marcato». Meno del 10% del campione teme invece un 2018 negativo. «Chiudiamo il 2017 in modo positivo e registriamo con piacere i segnali che finalmente arrivano anche dal mercato interno – dichiara Douglas Sivieri, presidente di Apindustria Brescia -. I nostri imprenditori si dicono fiduciosi anche per il 2018. Non solo, stando a quanto registrato dallo studio diminuiscono anche le imprese in difficoltà. Serve comunque cautela dal momento che le nostre imprese stanno affrontando da tempo una delicata fase di trasformazione. Speriamo che il quadro politico possa aiutare un clima favorevole e non diventi invece un fattore di squilibrio».