Comunicazione, a Brescia sei incontri gratuiti per imprese e professionisti
Nasce COMUNICAAA, un innovativo ciclo di 6 eventi gratuiti a Brescia, pensato per condurre le aziende e i professionisti verso una nuova consapevolezza ed efficacia della comunicazione. Primo incontro il 29 novembre.
COMUNICAAA è un percorso che fornisce ai partecipanti gli strumenti per approfondire e auto-valutare la comunicazione aziendale in tutti i suoi aspetti più cruciali e spesso meno noti. Il primo degli incontri – previsti fino a luglio 2020 – sarà “Gli eventi aziendali: show, don’t tell” e si terrà venerdì 29 novembre presso la sala consiliare della Camera di Commercio di Brescia in Via Luigi Einaudi, 23. La registrazione dei partecipanti avverrà alle 16.30, l’evento avrà inizio alle ore 17.00 e si concluderà alle 19.00 con un aperitivo riservato ai partecipanti.
L’evento sarà l’occasione per confrontarsi su: event marketing e trend più recenti nel settore, strumenti di comunicazione a supporto, strategie per rendere ogni evento aziendale memorabile, tecniche di follow-up.
COMUNICAAA nasce dalla collaborazione di due attori della comunicazione bresciana: Skills Empowerment e Bquadro Agency. Sono 6 gli eventi in calendario e i temi toccati sono trasversali e di grande attualità: Gli eventi aziendali: show, don’t tell (29/11/19), I Trend della comunicazione 2020 (17/01/20), Marketing, privacy e GDPR (28/02/20), Finanza aevolata e comunicazione (17/04/20), Comunicazione green (29/05/20), Influencer e testimonial (03/07/20).
Partecipare agli eventi COMUNICAAA permette alle aziende di aumentare il grado di efficacia e di qualità della propria comunicazione, e di raggiungere così un rating da promozione tripla A come ricordato nel nome dell’iniziativa stessa.
L’innovativo metodo COMUNICAAA consiste in: Eventi interattivi, basati sulla partecipazione e Test di auto-analisi, per aiutare i partecipanti a valutare in autonomia tutti gli aspetti della comunicazione aziendale, relativi ai temi di ciascun evento.
Per avere maggiori informazioni, consultare il calendario di tutti gli eventi e prenotazioni, invitiamo a visitare la pagina https://www.comunicaaa.it o scrivere a hello@comunicaaa.it
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Neosperience vince il concorso di idee per la nuova Villa Reale di Monza
Neosperience S.p.A., uno dei principali player nel settore della Digital Customer Experience, quotata su AIM Italia dal 20 febbraio 2019 (“NSP.MI”), è risultata vincitrice del concorso d’idee per la rigenerazione della Villa Reale di Monza promosso da Triennale Milano, con il contributo di Camera di Commercio Milano Monza Brianza Lodi.
In occasione dell’evento “Villa Reale di Monza: dal rilancio di uno spazio pubblico a una nuova idea di turismo”, le cinque idee selezionate, fra cui la proposta di Neosperience, sono state presentate a Dario Allevi, Sindaco di Monza, Carlo Sangalli, Presidente della Camera di Commercio Milano Monza Brianza Lodi, Christian Malangone, Direttore Generale del Comune di Milano, Andrea dell’Orto, Vice Presidente di Assolombarda, Stefano Bruno Galli, Assessore all’Autonomia e Cultura della Regione Lombardia, Luca Rinaldi, Soprintendente Archeologia Belle Arti Paesaggio Lombardia Occidentale.
Il progetti sono stati introdotti dall’architetto di fama internazionale Stefano Boeri, che ha sottolineato gli aspetti più interessanti delle proposte. Neosperience si è distinta con il progetto “Realdreams”, basato su Neosperience Cloud, che è stato scelto per gli aspetti distintivi legati all’uso del digitale, e in particolare della realtà aumentata, nella valorizzazione dei beni culturali. La giuria ha poi apprezzato la coerenza dell’idea e la capacità di riunire all’interno di un unico progetto diversi temi cardine, come la costruzione di community, la visitor experience e la personalizzazione one-to-one della comunicazione.
Il team di Neosperience, composto da Simonetta de Brumatti, Chiara Palmas, Angela Barahona, Nicolò Righetti, Vittorio Scalet e Giancarlo Pace, si è distinto per la freschezza dell’approccio e per la capacità di fondere ambiti disciplinari diversi, con l’obiettivo di democratizzare l’accesso ai beni culturali attraverso il digitale.
Il successo di “Realdreams” rappresenta per Neosperience un ulteriore passo nel percorso verso l’innovazione dirompente nei settori della cultura e del turismo.
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Neosperience S.p.A.
Neosperience è una PMI innovativa italiana che opera come “software vendor”. Fondata a Brescia nel 2006 da Dario Melpignano e Luigi Linotto, rispettivamente Presidente e Vice Presidente Esecutivo, la società è attiva nel settore della Digital Customer Experience con Neosperience Cloud: la piattaforma software che grazie all’Intelligenza Artificiale permette alle aziende di offrire ai propri clienti un’esperienza digitale personalizzata ed empatica, per conoscerli, coinvolgerli e fidelizzarli. Tra le aziende clienti di Neosperience figurano società leader nel settore della moda, del retail e dei servizi finanziari.
Inflazione a Brescia, a ottobre i prezzi calano dello 0,4 per cento
Nel mese di ottobre, l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività ha registrato una forte diminuzione congiunturale pari a -0,4%, con una variazione tendenziale del +0,1% continuando così a confermare un trend in calo da aprile 2019 e tornando ai livelli registrati nel novembre 2016, al termine dell’ultima fase deflattiva che ha interessato il 2014-2015.
Analizzando per tipologia di prodotto, in questo mese, si evidenziano una sostenuta diminuzione dei “Servizi” (-0,8%), principalmente dovuta ad una consistente flessione dei “Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona” (-1,8%), e alla stabilità dei “Beni” (0,0%), in presenza però di una flessione sia dei “Beni alimentari” (-0,4%), lavorati e non lavorati, e di una forte crescita dei “Beni energetici” (1,7%) e degli “Energetici regolamentati” (3,1%).
Le divisioni che invece registrano le diminuzioni più consistenti sono Mobili, articoli e servizi per la casa (-0,1%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (-0,3%), Altri beni e servizi (-0,3%, in calo i prodotti di gioielleria), Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,5%, con diminuzioni di prezzo per i giochi e le apparecchiature digitali), Bevande alcoliche e tabacchi (-0,8%), Comunicazioni (-1,3%), Servizi ricettivi e di ristorazione (-2,5%, con i cali stagionali dei servizi di alloggio).
A livello di divisione, quelle che registrano gli aumenti maggiori in termini congiunturali sono Abitazione, acqua, elettricità, e combustibili (1,2%, soprattutto per l’aumento del gas), Istruzione (0,7%, aumenti dei costi universitari), Abbigliamento e calzature (0,2%).
Stabili invece Servizi sanitari e spese per la salute, Trasporti.
Con riferimento alla frequenza di acquisto dei prodotti, tutte le tipologie presentano un andamento deflativo, dai prodotti a “Bassa frequenza d’acquisto” (-0,3%), ai prodotti “Media frequenza d’acquisto” (variazione congiunturale pari a -0,7%) e ad “Alta frequenza d’acquisto” (variazione congiunturale pari a -0,1%).
Infine, la “Core Inflation”, che indica l’andamento della componente di fondo della dinamica dei prezzi, cioè l’inflazione al netto della componente volatile (beni energetici e alimentari non lavorati), registra una variazione congiunturale negativa (-0,6%) a fronte di un tasso tendenziale pari a 0,7%, in calo rispetto ai mesi scorsi.
Value China guida le imprese italiane a comprendere e sviluppare strategie per vendere in Cina
Luca Qiu, 30 anni è nato a Bologna da genitori cinesi imprenditori che hanno operato nell’ambito del commercio, della ristorazione e dell’immobiliare.
Quali sono le indicazioni che Luca Qiu può dare ad un’ impresa italiana che vuole approcciarsi al mercato cinese che con 1,402 Miliardi di potenziali clienti è il primo mercato al mondo per numero di transazioni?
1. Conoscere le regole del gioco
2. Investire nella comunicazione del proprio prodotto
3. Utilizzare strumenti di comunicazione chinese friendly
4. Promuoversi sui “nuovi” motori di ricerca ed i social network cinesi
5. Vendere online
Discariche, Girelli: bene che Aib abbia ritirato il ricorso sul fattore di pressione
“E’ un bene che sia stato ritirato il ricorso al Tar sul fattore di pressione, la collaborazione tra mondo dell’impresa e istituzione è fondamentale per sostenere le aziende che mettono la sostenibilità al primo posto”.
Il consigliere regionale del PD Gian Antonio Girelli accoglie positivamente la notizia del ritiro, da parte dell’Associazione Industriale Bresciana (Aib) del ricorso al Tar sul fattore di pressione, la misura regionale che impedisce l’apertura di discariche o l’ampliamento di quelle esistenti in zone già vulnerabili. “Una misura che come gruppo abbiamo sempre difeso e sostenuto anche nella scorsa legislatura” conclude Girelli.
Manifatturiero, i migliori 90 gruppi bresciani nel 2018 hanno fatturato 16,2 miliardi di euro (+9%)
È stata presentata nella sede di AIB a Brescia, l’edizione 2019 del rapporto “Le dinamiche economico-finanziarie dei gruppi industriali bresciani”, a cura dell’Ufficio Studi e Ricerche di AIB.
Lo studio – che analizza un campione di 90 gruppi industriali bresciani a vocazione manifatturiera, con 687 imprese incluse nell’area di consolidamento e oltre 48mila addetti – evidenzia per queste realtà un’ulteriore crescita sul fronte dei ricavi e della redditività: nonostante la frenata riscontrata a livello globale, il fatturato complessivo si è attestato a 16,2 miliardi di euro, contro i 14,9 mld del 2017 (+9,2%); a dare impulso ai ricavi è, in modo per certi versi sorprendente, la dinamica rilevata sul mercato domestico (+11%). Sale anche il margine operativo lordo (MOL) a 1,9 miliardi di euro rispetto agli 1,7 mld dello scorso anno (+10,7%). Cresce infine il reddito netto, da 735 a 815 milioni di euro (+10,9%).
“I primi 90 gruppi bresciani contribuiscono in modo decisivo allo sviluppo economico del territorio, garantendo occupazione a 48mila persone, sostenendo costi del lavoro per 2,3 miliardi di euro e investendo 940 milioni – commenta Giuseppe Pasini, Presidente di AIB –. Il Sistema Brescia ha dimostrato di saper superare senza grossi problemi un anno turbolento come il 2018: merito della sua solidità patrimoniale, della capacità di innovare e dell’importante quota di export che da sempre caratterizza la nostra provincia. A livello di prospettive, considerando l’andamento del 2019, non sarà però facile replicare i risultati registrati nell’ultimo anno: rispetto al resto del Paese, la nostra provincia e il nord Italia sono fortemente esposti all’andamento delle esportazioni, e risentono in particolare del nodo tedesco, ma anche di incertezze di lungo corso come il tema dei dazi tra Stati Uniti e Cina e la questione Brexit”.
Dall’analisi dei bilanci 2018, si conferma la forte propensione all’internazionalizzazione delle aziende bresciane considerate: le vendite all’estero intercettano quasi il 60% del fatturato, con un grado di apertura ai mercati stranieri che nel quasi 20% dei gruppi mappati supera addirittura l’80%.
Sul fronte della patrimonializzazione i gruppi bresciani mantengono livelli di indebitamento molto bassi: l’indice di indipendenza finanziaria (rapporto tra mezzi propri e capitale investito) è salito al 46,2% (+0,7% sul 2017); a conferma di ciò la ricchezza prodotta dai 90 gruppi appare più che sufficiente a rimborsare l’indebitamento finanziario netto: il rapporto tra la posizione finanziaria netta e il MOL si attesta infatti a 1,6 (abbondantemente al di sotto la soglia di allarme pari a 5).
La crescita delle vendite va di pari passo con quella del valore aggiunto, pari a 4,2 miliardi di euro (erano 3,9 mld nel 2017, +8,2%), grazie a un’evoluzione dei costi esterni nel complesso bilanciata; il valore aggiunto rapportato ai ricavi si mantiene costante, confermando la consistenza industriale della manifattura bresciana.
Il rallentamento mondiale non ha intaccato nemmeno la fiducia nel futuro: gli investimenti in immobilizzazioni materiali sono pari a 940 milioni di euro, intercettando in media il 22,3% del valore aggiunto complessivamente prodotto.
La composizione per settore dei gruppi analizzati vede la prevalenza dei comparti metalmeccanici (73 gruppi), in coerenza con la specializzazione produttiva dell’industria locale; i restanti 17 si dividono tra Alimentare (6), Chimico, gomma e plastica (4), Sistema Moda (4) e Carta e stampa (3).
Aziende in missione a Dubai: l’export bresciano vale 51 milioni in sei mesi
Missione imprenditoriale e istituzionale a Dubai per 20 aziende lombarde delle province di Milano, Como, Bergamo, Cremona, MonzaBrianza, Sondrio e Varese. Le imprese partecipanti incontreranno 120 controparti emiratine per un programma totale di circa 180 incontri b2b.
L’iniziativa, in programma dal 18 al 20 novembre, si inserisce nel quadro della 2° edizione del Programma “Percorsi di accompagnamento in mercati strategici per il sistema economico lombardo” promossa da Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia con il supporto di Promos Italia (la struttura del sistema camerale a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese). Il progetto nel corso del 2019 ha dato modo a 644 imprese di tutte le province lombarde di partecipare ad attività formative e di accompagnamento in Israele, Giappone, USA e Cina.
Dati. È di 646 milioni in sei mesi l’interscambio lombardo con gli Emirati Arabi Uniti, di cui oltre 600 milioni solo di export. Lombardia prima regione italiana nei rapporti commerciali con gli Emirati con un quinto del totale italiano che è di 2,6 miliardi. È seguita dalla Toscana con 484 milioni e dal Veneto con 358 milioni. Ben cinque lombarde si piazzano tra le prime venti province: Milano, al secondo posto dopo Arezzo, con 332 milioni e una crescita dell’1,3% (+2,6% l’export), Bergamo ottava con 67 milioni, Varese nona con quasi 60 milioni (+6,8%), Monza Brianza dodicesima con 53 milioni e Brescia tredicesima con 51 milioni. La Lombardia esporta negli Emirati soprattutto macchinari (20% del totale) e abbigliamento (15,6%) e importa prodotti in metallo (39,6%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia, la struttura del sistema camerale a supporto dell’internazionalizzazione.
Libri ed editoria, l’export bresciano vale 10 milioni di euro
Libri ed editoria sono tra i prodotti culturali italiani più esportati all’estero, per un valore di mezzo miliardo circa in sei mesi, Milano con 81,5 milioni rappresenta un sesto di questo giro d’affari e cresce del 5,5% a fronte di una contrazione del dato nazionale. Dalla musica al cinema, dalla creatività all’intrattenimento, dalla fotografia allo sport, tutti i prodotti culturali “made in Italy” rappresentano un business da 1,4 miliardi nei primi sei mesi del 2019. Le principali destinazioni sono Francia (20,5% del totale, +10,8%), Stati Uniti (15%, +10,8%) e Germania (8,8%). Cina in forte crescita: +44,4%, seguita da Austria (+20,8%) e Paesi Bassi (+11,9%).
Milano con 192 milioni di euro complessivi in sei mesi (+12,4%), guida la classifica italiana degli esportatori e rappresenta un settimo del totale nazionale. È seguita da Forlì-Cesena, Treviso (+12,6%), Piacenza (+33,1%) e Bergamo (+19,7%). Ma per sapere dove va e da dove parte l’export, quali sono i maggiori mercati di sbocco e i prodotti più apprezzati arriva la mappa: “Cultura e tempo libero: i prodotti italiani nel mondo”, realizzata dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e da Promos Italia, la struttura del sistema camerale a supporto dell’internazionalizzazione.
Cultura e tempo libero italiani nel mondo: le principali destinazioni per prodotto. Oltre alla Francia, prima per prodotti editoriali (+15,5%), fotografia (+28,4%) e articoli sportivi (+2,7%), si distinguono: il Regno Unito per attività cinematografiche, video e televisive (+23,5%), gli Stati Uniti primi per prodotti delle attività creative e di intrattenimento (+26,9%) e di biblioteche, musei e archivi (+46,8%), la Germania per strumenti musicali (+21,7%), la Spagna per giochi per computer e software (+156,6%), la Serbia per editoria musicale (+11,4%). Emerge dalla mappa realizzata dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e Promos Italia, la struttura del sistema camerale a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese, su dati Istat 2019 e 2018 al secondo trimestre.
I prodotti culturali e del tempo libero “made in Italy” più esportati. Articoli sportivi e libri, periodici e prodotti editoriali per mezzo miliardo circa di euro ciascuno, attività creative per 172 milioni, prodotti cinematografici, video e televisivi per 75 milioni, strumenti musicali per 65 milioni. In crescita cinema, video e tv (+27,7%), editoria musicale (+24,7%), attività fotografiche(+22,6%) e culturali (+34,3%), giochi per computer e software (+15,2%) e articoli sportivi (+7,9%).
I maggiori esportatori italiani per prodotto. Milano per libri ed editoria, per attività creative e di intrattenimento e di biblioteche, archivi e musei, Treviso per giochi per computer e software, Piacenza per cinema, video e tv, Monza Brianza per fotografia, Asti per editoria musicale, Macerata per strumenti musicali e Forlì-Cesena per articoli sportivi
Lombardia con 337 milioni di export culturale in sei mesi (+3%) rappresenta un quarto del totale italiano. Dopo Milano con 192 milioni e Bergamo con 57, vengono Monza e Brianza con 29 milioni, Mantova e Varese con 13 milioni e Brescia con circa 10. In crescita oltre a Milano, Mantova (+25,7%), Bergamo (+19,7%), Sondrio (+19,1%) e Brescia (+13,6%). Sono i libri e i prodotti dell’editoria a valere di più in Lombardia: rappresentano il 48% dell’export culturale, seguono le attività di intrattenimento e gli articoli sportivi (18%).
Terziario, nel terzo trimestre risale la fiducia delle imprese bresciane
Nel terzo trimestre del 2019 l’indice di fiducia delle imprese bresciane attive nel settore terziario ha evidenziato un incremento rispetto a quanto registrato nel periodo precedente. Nel dettaglio, l’indice si è attestato a 113,3, quasi dieci punti al di sopra della rilevazione fra aprile e giugno (103,7), su valori di fatto allineati a quelli riscontrati nello stesso trimestre del 2018 (112,3).
A evidenziarlo sono i risultati della tradizionale Indagine congiunturale condotta dall’Ufficio Studi e Ricerche al secondo trimestre 2019.
L’evoluzione del clima di fiducia delle imprese bresciane nell’ambito dei servizi appare nel complesso coerente con il quadro nazionale, dove l’Indice PMI riferito al settore si è mantenuto, nel periodo luglio-settembre, sistematicamente al di sopra della soglia che delimita l’espansione dalla contrazione, su livelli (di poco) superiori rispetto a quelli sperimentati nei primi tre mesi del 2019, ma significativamente più bassi di quanto evidenziato fra la fine del 2017 e la prima metà del 2018.
“La probabile conferma anche per il 2020 degli strumenti agevolativi legati all’innovazione ed in particolare ai temi di Industria 4.0, dagli investimenti in tecnologia alla formazione, ha iniettato fiducia negli operatori del settore terziario – spiega Paolo Chiari, Presidente del Settore Terziario di AIB –. È auspicabile che tali strumenti diventino strutturali con una programmazione pluriennale.”
Nel dettaglio, per quanto riguarda i giudizi espressi dalle imprese sui tre mesi precedenti:
il fatturato è cresciuto per il 28% delle imprese, con un saldo positivo del 3% fra coloro che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione;
gli ordini e l’occupazione evidenziano anch’essi incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +12% e a +25%);
i prezzi dei servizi offerti continuano a caratterizzarsi per un’evoluzione tutto sommato piatta (saldo netto di poco negativo, -3%), a conferma dell’assenza di rilevanti pressioni inflattive.
Per quanto riguarda le prospettive per i mesi a venire:
il fatturato è atteso in crescita dal 45% degli intervistati, con un saldo positivo del 42% a favore degli ottimisti rispetto ai pessimisti;
i saldi riferiti al portafoglio ordini (+28%) e all’occupazione (+25%) evidenziano risultati positivi;
i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano invece per un saldo negativo (-5%), a certificazione della limitata possibilità da parte degli operatori contattati di incrementare le tariffe proposte alla clientela.
Le opinioni delle imprese intervistate in merito alle prospettive sulla tendenza generale dell’economia italiana propendono per la stabilità, e, contrariamente al recente passato, contribuiscono a sostenere l’indice di fiducia complessivo: il 3% si è espresso infatti in modo favorevole, un altro 3% ha una visione pessimistica, mentre il rimanente 94% ha indicato stazionarietà.
Comfort abitativo ecosostenibile: progettare una casa green
L’imprenditore edile sarà il vero protagonista della rigenerazione moderna, verde ed ecosostenibile delle grandi città, dei piccoli borghi e delle strade periferiche dimenticate o abbandonate. La creatività di un imprenditore edile è sollecitata da diversi impulsi:
• sensibilità personali e valoriali che portano a vivere la carriera edilizia come una missione e una responsabilità;
• gli impulsi della società e dell’attualità che rendono tutti sensibili, non solo i professionisti, al tema dei cambiamenti climatici, dell’ecosostenibilità produttiva e ambientale;
• le richieste dei clienti e le tendenze di mercato che, come vedete, ho inserito nel terzo posto perché nel settore edile e nelle aziende di importante spessore spesso esiste una mission e un insieme di principi e valori che guida una produttività fatta non solo di soldi che crescono ma di attenzione sociale e responsabilità;
• infine gli impulsi che arrivano dai team professionali che l’imprenditore edile crea attorno a sé indispensabile nell’edilizia per portare avanti piccoli e grandi progetti di costruzione architettonica e ingegneristica.
Le caratteristiche di una casa ecosostenibile
Chi desidera abitare una casa ecosostenibile e di conseguenza chi le progetta e le sviluppa riesce a coniugare qualità bio-edilizia al concetto di comfort, di conseguenza l’attenzione è concentrata su materiali usati, fabbisogno energetico, consumo idrico e localizzazione geografica che deve tenere conto dell’impatto paesaggistico e lunimoso. Al centro di questi quattro elementi la necessità di non creare eccessi o dispersione nell’uso delle risorse elettriche, calorifere e comunque ambientali, si parla in tal senso di case autonome orientate all’autoproduzione elettrica alla climatizzazione naturale sia in inverno che in estate, al miglior impatto acustico interno ed esterno. La prefabbricazione e moderne tecniche di produzione delle componenti di una casa permettono di ridurre di molto i costi costruttivi senza rinunciare alla qualità tecnica indispensabile nella costruzione di fondamenta sicure e a norma. Accanto a materiali e componenti tradizionali come cemento armato e acciaio si uniscono il legno strutturale, materiale isolante termoriflettente stratificato, cartongesso strutturale, gesso rivestito o laminato.
Progettare una casa green, il sistema costruttivo a secco
Per progettare una casa green dovete scegliere un team di professionisti che ha fatto del costruire ecosostenibile una vera e propria missione, scegliendo tecniche di edilizia all’avanguardia che prevedono uso di materie compatibili con il concetto di ecosostenibilità. Tra le tecniche costruttive importante, diffuse in Europa ma utilizzate anche negli altri continenti esiste il sistema a secco. Si tratta di un assemblaggio di componenti già prodotte e modellate per il tipo di casa, edificio o struttura che si vuole costruire. Le diverse componenti vengono unite con tecniche di giunzione meccanica e solida senza l’utilizzo di collanti o sigillanti che sono sostituiti da elementi di giunzione non solo solidi ma studiati per essere strutturalmente flessibili. La costruzione a secco arriva ad una costruzione a strati, come spiega Vanoncini SPA specializzata in questo metodo costruttivo, si tratta di unire due gusci quello esterno che protegge la casa, quello interno dove vivono le persone e uno spazio tra questi due gusci/strati uniti dallo scheletro/struttura che regge le fondamenta della casa e inserisce in questo spazio materiali solidi e isolanti per un risultato eccellenti in termini di autonomia climatica e acustica della casa.