Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

Berzo Demo tra i 94 Comuni gestiti da Acque Bresciane

in Acque bresciane/Economia/Partecipate e controllate/Servizi by

Dalla gestione in economia all’affidamento ad Acque Bresciane: da oggi, 1° settembre, Berzo Demo entra a far parte dei 94 Comuni gestiti dalla società. Salgono così a 560.000 gli utenti del Servizio idrico integrato, che nel caso di Berzo comprende il ciclo completo, acquedotto, fognatura e depurazione.

Paolo Saurgnani, direttore generale di Acque Bresciane, spiega: “Fare rete consente di gestire il servizio idrico, e quindi una risorsa importante come l’acqua, potendo contare su innovazione tecnologica, qualità, investimenti e attenzione alla sostenibilità. Alla Valle Camonica in particolare dedichiamo una squadra di tecnici e operai, con base a Sonico, in grado di intervenire in tempi rapidi”.

Per gli utenti nessun adempimento burocratico, il passaggio al nuovo gestore avverrà automaticamente. Da oggi però cambiano i riferimenti telefonici, con due numeri diversi a disposizione: per le pratiche (allacciamenti, informazioni su consumi, bollette e pagamenti…) è l’800 017 476, mentre per emergenze e guasti occorre chiamare l’800 556 595.

L’ingresso di Berzo Demo rafforza la presenza nel territorio camuno: diventano dieci, infatti, i centri serviti da Acque Bresciane, tutti per l’intero ciclo del servizio idrico, per quasi 24 mila abitanti. Angolo Terme, Cedegolo, Edolo, Lozio, Malonno, Paisco Laveno, Pisogne, Sellero e Sonico quelli già in gestione.

Gli investimenti dedicati alla Valle Camonica prevedono per acquedotti, fognature e depurazione investimenti per oltre 70 milioni di Euro. Il prossimo intervento riguarda l’apertura del cantiere per la realizzazione del collettore fognario a servizio di Sellero, Cedegolo e Berzo Demo, per un importo di 4,2 milioni di Euro.

 Coronavirus, in Lombardia bruciati oltre 22 miliardi di consumi

in Commercio/Economia/Tendenze by

“La Lombardia, regione produttiva per eccellenza e traino dell’economia nazionale, sta pagando un prezzo tra i più alti all’emergenza sanitaria e al conseguente lockdown; in più, settembre e l’autunno si preannunciano molto difficili: per questo bisogna agire subito con misure concrete per aiutare il sistema economico”.

Così Confcommercio Lombardia a commento dei dati dell’Ufficio studi Confcommercio che evidenziano una perdita di 22,6 miliardi di consumi nella regione per il 2020. Si tratta del dato più alto, in valori assoluti, a livello nazionale.

Il mese di agosto ha visto solo un parziale recupero, e soltanto nelle località di villeggiatura, in particolare su laghi e montagne. Assolutamente insufficiente per parlare di ripresa, sottolinea Confcommercio Lombardia, perché si tratta a tutti gli effetti di una “fiammata” agostana, e perché, al contrario, i centri storici delle grandi città, delle città d’arte e dei capoluoghi, a cominciare da Milano, hanno visto la quasi totale mancanza di turisti stranieri, scontando crolli di attività e consumi mai registrati prima. Il settore alberghiero nelle città non ha praticamente avviato la stagione, registrando cali di fatturato dell’80%, e anche le prospettive per settembre, con prenotazioni intorno al 10%, sono molto preoccupanti.

“Accanto alla mancanza dei turisti” aggiunge Confcommercio Lombardia “saranno ancora l’assenza dei lavoratori e il perdurare dello smart working nelle imprese a infliggere un altro durissimo colpo a molti operatori già in grave difficoltà”.

Per questo – rileva Carlo Massoletti, vicepresidente di Confcommercio Lombardiasono più che mai urgenti misure per scongiurare un autunno nero sul fronte delle imprese e della perdita di posti di lavoro: a cominciare da fondi a sostegno di turismo e commercio, più contributi a fondo perduto, sgravi fiscali e contributivi a livello locale e nazionale e provvedimenti per una politica di forte rilancio dei consumi“.

Marcello Gabana Holding: volano i fatturati (+26,8%)

in Aziende/Bilanci/Economia/Gabeca by

Investimenti per 6 milioni, pagamenti puntuali ai fornitori e niente cassa integrazione per il gruppo guidato da Daniela Grandi, che anche nel 2020 è cresciuto in maniera significativa nonostante il lockdown

CALCINATO (BS) – Volano i conti del gruppo Marcello Gabana Golding: nel 2019, infatti, i fatturati sono cresciuti del 26,8 per cento rispetto alla precedente. E nel 2020, dati semestrali alla mano, la situazione si annuncia ancora migliore nonostante le difficoltà del sistema-Italia legate alle conseguenze del Coronavirus.

Il gruppo guidato da Daniela Grandi, ha archiviato l’ultimo bilancio con un fatturato di 44 milioni e 548mila euro: oltre nove in più dell’anno precedente (35 milioni e 142mila). L’Ebitda è stato di 6 milioni e 176mila euro (nel 2018 erano 4,3 milioni), vicino al 14 per cento, con un risultato d’esercizio di oltre 2,5 milioni.

Una crescita trainata soprattutto dal settore Agroalimentare, oggetto di riorganizzazione (con la cessione della controllata Silos e Magazzini del Tirreno) per concentrarsi sul core business: il riso. La sola Grandi Riso (quarto produttore italiano del settore), infatti, ha fatturato 21,6 milioni di euro contro i 18,7 dell’anno precedente (+15,6%) e oggi vale circa il 50 per cento del fatturato dell’intero gruppo. Bene anche l’Ambiente, passato da 13 a 19,7 milioni (+51%), e forte della crescita continua della società Ecoplant, piattaforma che si sta attrezzando per diventare sempre di più un centro d’innovazione ed eccellenza per il recupero dei rifiuti. Mentre l’Immobiliare è sostanzialmente stabile a 3,1 milioni di euro.

In questo quadro non sono poi mancati importanti investimenti: 6,6 milioni di euro di cui 2,2 per la sola Grandi Riso. La controllata di Codigoro (Ferrara), guidata da Alessandro Grandi, ha ampliato la propria capacità di stoccaggio e acquisito una selezionatrice ottica, per efficientare i processi di lavorazione e migliorare ulteriormente la qualità del prodotto.

“Anche nei mesi difficili del lockdown e in quelli seguenti – sottolinea con orgoglio Daniela Grandi – abbiamo lavorato duramente, garantendo pagamenti puntuali ai fornitori e ai dipendenti/collaboratori (circa 130, di cui due terzi nell’agroalimentare, tutti in Italia), che non hanno fatto un’ora di cassa integrazione. Il 2019 è stato molto positivo e mi aspetto un 2020 ancora migliore, soprattutto grazie a Grandi Riso che quest’anno sta iniziando a mettere a frutto gli investimenti fatti e gli importanti accordi stipulati con fornitori e clienti. A fine anno – continua – faremo nuovamente i conti e definiremo il nuovo piano industriale del gruppo, con la voglia e l’ambizione di fare scelte importanti per restare al passo con i tempi”.

Nel frattempo i dati del 2020 sono già incoraggianti: i fatturati del gruppo, a giugno, avevano raggiunto quota 26,1 milioni di euro, con ulteriori crescite significative – rispetto al semestre dell’anno precedente – sia per il Riso (12,6 milioni) sia per il settore ambiente (12 milioni) e un Ebitda “parziale” di 6,4 milioni (24,8%).

Riposiamo anche noi: con gli aggiornamenti ci rivediamo l’1 settembre

in Economia by

Riposiamo anche noi. Per consentire a chi collabora con questo sito di godere di un po’ di meritato riposo, il nostro magazine – che, lo ricordiamo, vive solo grazie all’impegno di pochi e al sostegno di un piccolo editore indipendente – si prende qualche settimana di pausa.

A partire da domani, dunque, sospenderemo gli aggiornamenti quotidiani di Brescia2.it. Le notizie di economia e finanza sulla provincia di Brescia riprenderanno regolarmente a partire dal primo di settembre.

Ci scusiamo per il disagio con i nostri lettori, che sono in numero crescente da mesi. Ma siamo certi comprenderete le ragioni della nostra decisione.

Grazie e… buone vacanze.

Massetti: mancano gli stranieri, bisogna puntare sul turismo di prossimità

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Turismo by

Il 2020 sarà un anno difficile per il turismo della nostra provincia. Un settore che interessa 3.862 imprese artigiane bresciane che intercettano la domanda dei consumi turistici e che deve far a meno, come minimo, della metà dei visitatori stranieri che rappresentavano sino allo scorso anno i tre quarti dell’intero turismo movimentato nella nostra provincia. Le previsioni, raccolte e stimate dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia, indicano a livello nazionale una flessione del 44% di visitatori internazionali e tenendo conto degli arrivi previsti sui due principali aeroporti regionali è previsto su Milano il -58,5% e su Bergamo il -49,6% di arrivi. Stiamo parlando di milioni di arrivi: 9.725.552 il totale presenze per la nostra provincia del 2019. Solo nel periodo estivo (luglio-agosto 2019) 4.927.388.

«Un dato che preoccupa è e sarà la mancanza di turisti stranieri: da sempre percentuale preminente sul totale delle presenze estive di turisti della nostra provincia rappresentando oltre il 75%. Non possiamo che rilanciare e puntare esclusivamente sull’idea di turismo di prossimità interno e locale. Uno scenario in cui il “saper fare” artigiano diventa una componente essenziale del fattore attrattivo del territorio con le diverse specializzazioni che permetteranno di mettere in rete realtà differenti, in una logica di promozione integrata e flessibile, che contempli sia le imprese della ricettività, sia quelle in grado di elevare il livello di attrattività per specificità produttive, come la moda e design, enogastronomiche, dei servizi e culturali» commenta il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti.

Le imprese artigiane che operano in attività economiche a vocazione turistica alla fine del II trimestre 2020 sono in Lombardia 32.388 (erano 31.994 nello stesso periodo di un anno fa), pari al 13,3% dell’artigianato lombardo. A Brescia sono 3.862 (erano 3.966 nello stesso periodo di un’anno fa) le imprese potenzialmente interessate da attività turistiche, l’11,6% sul totale dell’artigianato e che occupa 13.419 addetti. Di queste, 947 attività si occupano di abbigliamento e calzature, 884 manifatturiere e dei servizi (comparto prezioso che comprende attività dell’artigianato nella fotografia, cornici, gioielleria e bigiotteria, ceramica e vetro, lavorazioni artistiche del marmo, del ferro, del rame e dei metalli, cure per animali domestici, centri benessere e palestre). Sono invece 947 quelle si occupano di abbigliamento e calzature, 626 di agroalimentare, 311 di bar, caffè, pasticcerie, 680 ristoranti e pizzerie, 402 di trasporti.

La rilevazione dell’Osservatorio di Confartigianato Lombardia di fine maggio 2020 su oltre 400 imprese bresciane aveva evidenziato nel bimestre aprile-maggio un calo del fatturato più ampio di 8,5 punti (-61,3% vs -52,7%) rispetto alla media per le MPI che intercettano una significativa domanda turistica. I settori con una maggiore presenza di MPI che intercettano a domanda turistica sono trasporto persone (88,5%), Alimentari (47,2%), Comunicazione: grafici e fotografi (41,5%), Rosticcerie/cibi da asporto e ristorazione (40,0%), Lavanderia e pulitura di articoli tessili e pelliccia (35,0%), Moda – tessile, abbigliamento, calzature, occhiali e gioielleria (27,5%) e Legno-arredo (20,0%).

Se a livello provinciale più alte incidenze dell’artigianato nei settori a vocazione turistica sul totale dell’artigianato provinciale si rintracciano per Milano (18,5%) e Mantova (13,8%), Varese (12,3%) è Brescia al primo posto per presenza nel periodo estivo (luglio-agosto 2019) con 4.927.388 turisti, davanti anche a Milano (3.971.811 turisti) ma con una quota di presenze estive di turisti italiani sul totale che si attesta solo al 23,3%.

«Ci auguriamo che, nonostante le evidenti difficoltà, le nostre imprese sapranno mettere a sistema le loro competenze e la loro esperienza per continuare a fare di Brescia e della Lombardia una meta turistica attraente ed attrattiva. Ne va di una fetta importante dell’economia del nostro territorio, di posti di lavoro, di tradizioni e capacità artigiane uniche che rischiano di andare perse» conclude il presidente di Confartigianato Eugenio Massetti.

Vino e ristorazione, dalla Regione 3 milioni di euro per sostenere il settore

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Economia/Istituzioni/Regione by

La Regione Lombardia ha approvato una delibera riguardante le disposizioni per il sostegno del sistema produttivo vinicolo di qualità e per gli operatori della ristorazione in seguito alle difficoltà causate dall’emergenza legata al Covid.

Una misura straordinaria da 3 milioni di euro che consentirà di aiutare due settori che rappresentano due eccellenze per la Lombardia e che affrontano un periodo di difficoltà economica. Questo intervento consentirà anche di rafforzare l’alleanza tra ristoratori e produttori di vino di qualità del territorio.

VINO E RISTORAZIONE, ZERO BUROCRAZIA – “Procedura semplificata e risorse immediate – ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi Fabio Rolfi – per una misura che i due settori attendevano. Con questo stanziamento mettiamo a disposizione dei ristoratori dei ticket da 250 euro che potranno spendere per acquistare vini di qualità nelle cantine lombarde. Intendiamo così anche creare rapporti territoriali virtuosi e collaborazioni tra produttori di vino e operatori per vedere anche in futuro sempre più vini Lombardi nelle carte dei ristoranti”.

CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE – “L’operazione – ha aggiunto – sarà accompagnata anche da una campagna comunicativa che vedrà pubblicazioni sui siti istituzionali e soprattutto una vetrofania esposta nei ristoranti. La Lombardia è una terra di vini eccezionali. Più del 90% del vino lombardo va nelle produzioni di qualità Doc, Docg e Igt. Dobbiamo trasformare la difficoltà economica in opportunità puntando sulle eccellenze e sulla comunicazione”.

BUDGET – Il budget verrà suddiviso in 12.000 voucher del valore di 250 euro ciascuno per l’acquisto di vino di qualità presso i produttori lombardi. I voucher potranno essere richiesti dagli operatori della ristorazione. I produttori di vino interessati dovranno semplicemente aderire a una manifestazione di interesse che sarà pubblicata da Unioncamere Lombardia entro il 18 settembre 2020. I voucher si potranno richiedere sul bando di Unioncamere scegliendo tra le cantine che hanno aderito. I produttori di vini di qualità in Lombardia potenzialmente interessati sono 700, mentre i ristoratori lombardi sono circa 6.000 (previsti 2 voucher a ristoratore).

LAVORO DI SQUADRA – “Un lavoro di squadra – ha sottolineato Alessandro Mattinzoli, assessore regionale allo Sviluppo economico – che ancora una volta è premiante perché va incontro alle richieste che provengono dalle categorie, cioè da chi ogni giorno lavora e produce. In un momento così difficile aiutare i settori in crisi e promuovere le nostre eccellenze è doveroso ancor più di prima”.

“Un ringraziamento – ha concluso – a Unioncamere Lombardia per la fattiva collaborazione. Siamo certi che anche questa misura rafforzerà il nostro sistema produttivo”.

Due figli a carico e 400mila euro da pagare: il giudice ne cancella 267mila

in Economia by

Ben 267.000 euro. A tanto ammonta il debito residuo che una sfortunata coppia seguita dallo studio legale bresciano Pagano & Partners si vedrà cancellato, se rispetterà quanto disposto dalla procedura, tra quattro anni.

La legge applicata è la 3/2012, conosciuta anche come legge sul Sovraindebitamento o Salvasuicidi: uno strumento normativo di soccorso ai privati in forte esposizione finanziaria, che mai potrebbero accontentare i creditori vista l’entità delle cifre in ballo.

E’ il caso, appunto, della coppia della provincia di Alessandria (un ex rappresentante delle forze dell’ordine in pensione e un’insegnante) “graziata” dai giudici, che negli anni aveva accumulato un debito davvero significativo: ben 400mila euro. A metterli in crisi la difficoltà nel pagare le rate del mutuo per la prima casa (stipulato nel 2009), i successivi prestiti contratti, il mantenimento dei figli (entrambi iscritti all’università) e la conseguente depressione dell’uomo.

“Un incubo che nel 2013 ha rischiato di farli finire in strada – sottolinea l’avvocato Monica Pagano, che ha si è occupata del caso con il collega Matteo Marini – Ma che ora si appresta ad essere cancellato definitivamente grazie a una legge sempre più attuale in un periodo in cui, purtroppo, troppe famiglie sono finite in difficoltà senza colpe. Il piano disposto dai giudici – continua – prevede che la coppia venda la casa (del valore stimato di 90mila euro) e al termine della procedura le due auto, che valgono 5mila euro in tutto. Oltre a versare 800 euro al mese per quattro anni: una cifra calcolata sulla base delle loro entrate, in modo da garantire comunque le spese essenziali e per i figli”.

Alla fine di questo percorso la sfortunata coppia potrà accedere all’esdebitazione e si vedrà cancellati, appunto, i 267mila euro rimanenti. Per sempre.

Superbonus 110% e cessione del credito: giovedì il webinar di Confartigianato

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Formazione by

Nel Decreto Rilancio convertito in legge e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 luglio, è stato rafforzato il cosiddetto superbonus 110% per realizzare interventi di efficienza energetica e misure antisismiche sugli edifici effettuati dal 1° luglio 2020 fino al 31 dicembre 2021. La misura, già prevista per le prime case e in condominio anche per le seconde case, è stata estesa alle seconde case composte da una o più unità immobiliari dello stesso proprietario e può essere applicata anche agli interventi di demolizione e ricostruzione. Confermata altresì la possibilità di cessione del credito alle banche e ad altri istituti di credito.

Per presentare tutte i vantaggi di questo provvedimento Confartigianato ha in programma per giovedì 6 agosto, in diretta streaming, a partire dalle ore 17 l’incontro: “Superbonus 110% e cessione del credito”. Durante il webinar esperti presenteranno nel dettaglio tutte le opportunità che il superbonus offre alle imprese e gli strumenti di partenariato che Confartigianato sta mettendo in campo per consentire agli imprenditori di sfruttare al meglio le opportunità offerte dal superbonus. Per seguire la diretta dell’incontro è necessaria l’iscrizione online. La conclusione dell’incontro, riservato agli associati di Confartigianato, è prevista per le 19.

Per informazioni e chiarimenti contattare l’Area Sviluppo Associativo di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale ai numeri 030.37.45.324/284/283 oppure scrivendo a: area.categorie@confartigianato.bs.it

Quarantena obbligatoria per chi arriva da Est, Confagricoltura: a rischio la vendemmia

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Associazioni di categoria/Confagricoltura/Economia by

“A pochi giorni ormai dall’inizio della vendemmia in Franciacorta, i  viticoltori temono il ripercuotersi dell’ordinanza che impone la quarantena obbligatoria a tutti coloro che arrivano in Italia dalla Romania e dalla Bulgaria: con l’avvio delle operazioni di raccolta delle uve ormai alle porte, è veramente complesso trovare lavoratori locali che possano sostituire quelli provenienti soprattutto dalla Romania, già selezionati e con contratti di lavoro firmati”. Lo afferma Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia in seguito all’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che è prorogata alla luce del preoccupante andamento epidemiologico nell’Europa dell’est e nei Balcani.

“Per non mettere in ulteriore difficoltà imprese che stanno già affrontando una fase di crisi in seguito all’emergenza sanitaria – prosegue Garbelli –, facciamo appello alle istituzioni coinvolte per consentire l’arrivo del personale, subordinato alla rigida applicazione del protocollo lombardo anti Covid previsto per gli operai stagionali”.

Tra le indicazioni del protocollo è prevista, tra l’altro,  l’esecuzione dei tamponi durante la visita pre-assuntiva dei lavoratori stagionali affidata al medico di medicina del lavoro.

“Questa soluzione – prosegue Garbelli – consentirebbe sia di salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori e di tutti coloro che sono operativi nelle aziende in questo periodo, evitando il sorgere di nuovi focolai nel nostro Paese: nello stesso tempo, le imprese possono procedere con la raccolta delle uve, evitando insostenibili ritardi che comprometterebbero il raccolto. Come Confagricoltura –  spiega ancora il presidente – abbiamo proposto anche la cosiddetta quarantena attiva, ossia la possibilità di far svolgere ai lavoratori stranieri l’attività lavorativa durante il periodo di quarantena. In ogni caso – conclude il presidente – riteniamo indispensabile che sia trovata al più presto una soluzione, tenuto conto che sono già un migliaio i rumeni già assunti dalle imprese vitivinicole”.

In ogni caso, Confagricoltura sta mettendo in campo tutte le soluzioni necessarie a garantire alle aziende associate la massima assistenza per  reperire la manodopera necessaria, grazie anche alla piattaforma Agrijob che ha raccolto in questi mesi i contatti di lavoratori interessati ad attività nel settore agricolo. Come estrema ratio, qualora i Consorzi di Tutela bresciani ne ravvedano l’utilità, resta anche l’ipotesi di una deroga per consentire la meccanizzazione della raccolta.

Secondo Andrea Peri, viticoltore bresciano e presidente della Federazione regionale di prodotto vitivinicola di Confagricoltura Lombardia, “la situazione non riguarda solo la Franciacorta ma tutti i territori. Va precisato – spiega Peri – il ricorso alla manodopera dell’est Europa non è una scelta dettata da una mera questione di costi, ma perché è costituita da persone che frequentano da anni i nostri territori, che sono state formate e in cui gli imprenditori hann

E-commerce, dopo il lockdown a Brescia investiti 72,7 milioni nel settore

in Economia/Innovazione/Startup by

È boom per l’e-commerce. La diffusione delle tecnologie digitali, l’incremento delle opportunità di scelta tra beni e servizi per i consumatori, la digitalizzazione dei processi produttivi e degli scambi tra le imprese e, da ultima, la crisi da coronavirus con le conseguenti limitazioni sul lato dell’offerta e della domanda, hanno segnato il costante incremento e un’intensità straordinaria tra lockdown e ripartenza, degli acquisti on line. Incrociando i dati a disposizione l’Osservatorio di Confartigianato Lombardia ha calcolato il flusso delle vendite on line B2C tra il periodo di lockdown e la riapertura a Brescia e Lombardia. Partendo dai dati del 2019, con il 44% degli internauti lombardi che ha ordinato o comprato merci e servizi per uso privato su internet generando una spesa di 8.477 milioni di euro, pari al 25,1% del totale nazionale, la nostra provincia si trova al secondo posto con 933 milioni di euro di valore da e-commerce dietro solo a Milano con 3.871 milioni di euro che detiene il primato nazionale seguita da Roma con 2.872 milioni, Torino con 1.548 e, appunto, Brescia.

Con i dati a disposizione l’Osservatorio di Confartigianato Lombardia ha inoltre stimato le vendite nel trimestre marzo-maggio 2020 salite del 31,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente per un valore assoluto di 1.937 milioni di euro. Sulla base di tali tendenze nei tre mesi in esame, il valore delle vendite attraverso il canale dell’e-commerce generato dagli e-shopper lombardi è incrementato di 485 milioni di euro e per la sola provincia di Brescia di quasi 73 milioni di euro (72,7).

«Tra le conseguenze che la crisi scatenata dall’emergenza da Covid-19 ha portato – commenta il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti – c’è anche qualche aspetto positivo, e l’incremento nell’utilizzo delle tecnologie digitali è uno di questi. Si è trattato di un’accelerazione di un processo già in parte in corso che siamo convinti innescherà un circolo virtuoso, portando crescita nel business delle aziende e quindi nel sistema economico dei nostri territori. Ci auguriamo che questo processo venga sostenuto nel suo ulteriore sviluppo da incentivi dedicati: il momento economico resta per molte aziende difficile, e speriamo che questa spinta positiva non venga frenata dalla mancanza di risorse».

Significativo è come nel corso dell’emergenza sanitaria le micro e piccole imprese artigiane bresciane abbiamo aumentato l’utilizzo del canale digitale per relazionarsi con clienti e fornitori: il 51,2% delle imprese bresciane intervistate dalla recente survey realizzata da Confartigianato hanno risposto di aver implementato l’utilizzo di una o più tecnologie digitali tra le quali: sito web, social network, piattaforme di videoconferenze, formazione on-line ed e-commerce.

Tornando all’e-commerce, tra i prodotti maggiormente acquistati on line dagli acquirenti bresciani ci sono articoli per la casa, complementi d’arredo, mobili e accessori, che registrano una quota di acquirenti pari al 41,6% del totale degli e-shoppers; seguono abiti, articoli sportivi con il 39,1%, pernottamenti per vacanze con il 32,6%, altre spese di viaggio per vacanze con il 30,6%, libri (inclusi e-book) con il 26,0%, biglietti per spettacoli con il 22,8%, attrezzature elettroniche con il 19,8%, prodotti alimentari con il 17,5%, film e musica con il 12,0% e servizi di telecomunicazione con l’11,5%. Confrontando queste quote con quelle rilevate a livello medio nazionale si osserva una propensione maggiore dei navigatori bresciani ad acquistare sul web prodotti alimentari, articoli per la casa, biglietti per spettacoli, altre spese di viaggio per vacanze e pernottamenti per vacanze. L’Osservatorio di Confartigianato Lombardia avanzata un’altra considerazione in merito ai dati raccolti: nella produzione dei due articoli più venduti sul web (articoli per la casa e abbigliamento e ) sono attive proprio quote significative di MPI e imprese artigiane.

«La situazione resta difficile, con tutti gli indicatori economici in discesa, una diffusa mancanza di liquidità e ancora pochi ordini. Confidiamo però nella resilienza che tante volte le nostre imprese a valore artigiano hanno dimostrato e nella voglia di ripresa. In questa fase sarà fondamentale continuare ad accompagnarle con strumenti a misura delle loro esigenze e Confartigianato sarà al loro fianco per supportarli in questo momento particolarmente sfidante» conclude il presidente Massetti.

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