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Cembre, nel 2022 ricavi aumentati del 27%

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Cembre

Il Consiglio di Amministrazione di Cembre S.p.A., riunitosi oggi a Brescia sotto la guida del Presidente e A.D. Giovanni Rosani, ha approvato i risultati del primo trimestre 2022.

I ricavi delle vendite consolidati sono aumentati del 27,1% rispetto al primo trimestre 2021, passando da 38,3 milioni di euro a 48,6 milioni di euro. Le vendite in Italia nei primi tre mesi del 2022, pari a 21,4 milioni di euro, sono aumentate del 36,5%, mentre quelle estere, pari a 27,2 milioni di euro, sono cresciute del 20,6%.

Nel primo trimestre 2022 i ricavi delle vendite sono stati realizzati per il 44,1% in Italia, per il 45,7% nella restante parte d’Europa e per il 10,2% nel resto del mondo.

Il risultato operativo lordo consolidato (EBITDA) nel primo trimestre è aumentato del 35,9%, passando da 10,2 milioni di euro, pari al 26,6% dei ricavi delle vendite del primo trimestre 2021, a 13,8 milioni di euro, pari al 28,4% dei ricavi delle vendite del primo trimestre 2022. In aumento, nel periodo l’incidenza del costo del venduto e del costo per servizi, mentre è in calo l’incidenza del costo del personale, nonostante il valore sia cresciuto in termini assoluti per effetto dell’incremento del numero medio dei dipendenti del Gruppo nel periodo, passato da 763 a 810 unità.

Il risultato operativo consolidato (EBIT) del primo trimestre 2022, pari a 10,9 milioni di euro, corrispondente ad un margine del 22,5% sui ricavi delle vendite, è cresciuto del 48,5%, rispetto ai 7,4 milioni di euro dei primi tre mesi dello scorso esercizio, corrispondenti al 19,3% dei ricavi delle vendite.

L’utile ante imposte consolidato dei primi tre mesi 2022, pari a 11,0 milioni di euro, che corrisponde al 22,6% delle vendite, è salito del 46,6% rispetto a quello dei primi tre mesi del 2021, pari a 7,5 milioni di euro, corrispondenti al 19,6% delle vendite.

L’utile netto consolidato del primo trimestre 2022 è pari a 8,2 milioni di euro, corrispondenti al 16,9% delle vendite; tale risultato è aumentato del 46,2 per cento rispetto al 2021, quando nello stesso periodo il risultato fu di 5,6 milioni di euro, pari al 14,7% delle vendite.

La posizione finanziaria netta consolidata, è aumentata, passando da un saldo positivo di 9,6 milioni di euro al 31 marzo 2021, ad un saldo positivo di 16,6 milioni di euro al 31 marzo 2022. Al 31 dicembre 2021 la posizione finanziaria netta era positiva per 20,6 milioni di euro. Tra i debiti finanziari a breve termine non sono stati considerati i debiti verso azionisti per dividendi 2021, pari a 20,1 milioni di euro (analogamente a quanto fatto lo scorso anno per 15,1 milioni di euro) pagabili dall’11 maggio 2022, deliberati dall’assemblea degli azionisti in data 27 aprile 2022.

Gli investimenti effettuati dal Gruppo nel primo trimestre del 2022 ammontano a 2,5 milioni di euro, in diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2021, quando ammontavano a 3,5 milioni di euro.

“I ricavi progressivi dei primi 4 mesi segnano una crescita del 26,3% rispetto ai primi 4 mesi del 2021, tuttavia si segnala che il fatturato del mese di maggio 2021 era stato particolarmente elevato (pari a 18,3 milioni di euro), quindi si prevede che la crescita delle vendite progressive del 2022 segnerà un incremento meno marcato a partire dal mese di maggio 2022. Risulta estremamente complicato fare delle previsioni attendibili, in ogni caso si stima nel 2022 una crescita del fatturato consolidato del Gruppo Cembre ed un positivo risultato economico consolidato”ha commentato il Presidente Giovanni Rosani.

Il Consiglio di Amministrazione delibera l’avvio del programma di acquisto di azioni proprie

Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato l’avvio di un programma di acquisto di azioni proprie a seguito dell’autorizzazione all’acquisto e alla disposizione di azioni proprie deliberata dall’Assemblea in data 27 aprile 2022 e alla conclusione del programma di acquisto avviato in data 27 aprile 2021.

Nocivelli Abp, ordini per 600 milioni di euro fino al 2031

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Nocivelli Abp Spa – azienda di Castegnato specializzata nella realizzazione di impianti tecnologici e leader nazionale nelle operazioni per la realizzazione di strutture sanitarie e ospedaliere – comunica con una nota riportata da BsNews.it / Brescia news di aver aggiornato il documento sui progetti in corso, che  raggiungono i 600 milioni di euro a dieci anni.

“Compongono il portafoglio – specifica la società – ordini contratti di lunga durata, quali Concessioni, anche derivanti da operazioni di PPP (Partenariato Pubblico Privato), che garantiscono la generazione di valore da parte della Società anche in presenza di fattori esterni economici e geopolitici incerti”.

Nicola Turra, Amministratore Delegato della Società, ha dichiarato“Poter comunicare oggi un backlog di questa rilevanza e significato è per tutta Nocivelli una grande soddisfazione. Il nostro business model ed il posizionamento strategico ci permettono di avere una profittabilità certa per i prossimi 10 anni e grande visibilità e stabilità del business su un orizzonte temporale particolarmente esteso, grazie ai contratti di lunga durata, quali Concessioni pubbliche che ci consentono di raggiungere un flusso di entrate costante, con una solida redditività e generazione di cassa”.  

Il backlog – pari a circa 245 milioni di euro a fine dicembre 2021 – include contratti e gare che la società ha già vinto. Nel nuovo backlog viene considerato un arco temporale maggiore – dieci anni e non più tre – determinato dalla durata stessa degli attuali contratti.

Assemblea Soci Garda Uno: risultati di bilancio e nuovo Cda

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L’assemblea dei Soci di Garda Uno ha approvato all’unanimità dei voti il bilancio 2021 e votato con identica maggioranza il rinnovo del Consiglio di Amministrazione che ha visto la riconferma del presidente uscente Mario Bocchio, ex sindaco di Lonato.

Commentando la composizione del nuovo consiglio di amministrazione – in cui sono entrati Cristina Tedaldi, Sindaco di Leno e Riccardo Podavini, vicesindaco di Manerba – il presidente di Garda Uno, dopo aver ringraziato i consiglieri uscenti Lavo e Bertagna per il loro lavoro, ha definito la squadra in carica fino all’approvazione del bilancio 2021 sintesi di “un maggiore equilibrio di riferimento territoriale”. Rieletto anche il presidente del Comitato di coordinamento – il sindaco di Desenzano Guido Malinverno – nomina che è stata espressione positiva del lavoro svolto.

Il bilancio approvato, che ha avuto il consenso del Presidente della Provincia di Brescia Alghisi che nella sua dichiarazione di voto ha ringraziato il management per il lavoro svolto, è il risultato di un ormai consolidato equilibrio economico finanziario che, nel corso dell’anno, ha visto i ricavi attestarsi a 31,7 milioni, il patrimonio salire da 25,5 a 26,5 milioni con un utile di esercizio di 947.354 euro, interamente accantonato a riserva.

9 milioni il costo del personale che, sui ricavi totali, ha un’incidenza del 28%, 1,8 milioni il costo degli acquisti di materiali e 17,5 milioni quello dei servizi.

Lo scorso anno Garda Uno – che serve un bacino di 37 Enti Soci con oltre 212.000 abitanti nel Garda e nella Bassa Bresciana – ha raccolto circa 100.000 ton di rifiuti di cui il 76 % (76.000 Ton.) avviate ai circuiti della raccolta differenziata. Mentre il restante 24 % (24.000 ton.) avviate al recupero energetico.

Complessivamente gli automezzi in modalità car sharing e car pooling hanno percorso complessivamente circa 177.000 km/anno.

La produzione energetica da fonti rinnovabili è stata di 1,6 milioni di kwh, mentre la riqualificazione dei punti luce gestiti ha evitato l’emissione in ambiente di 517 tonnellate di Co2.

Il presidente Mario Bocchio, aprendo i lavori, ha voluto ricordare ancora una volta l’elevata difficolta ed i rischi relativi alla gestione integrata dei rifiuti, che nel periodo estivo in cui gli ingenti flussi turistici e la complementare presenza di seconde case mette duramente alla prova l’equilibrio di gestione. Il tutto reso ancora più problematico dal traffico automobilistico mai come in questi ultimi due anni così impattante.

Contestualmente il Presidente ha voluto anche ricordare e ringraziare tutti i dipendenti quando nel primo periodo “Covid”, nonostante le paure e le preoccupazioni erano “palpabili” non si sono mai sottratti al loro lavoro portando sempre a compimento tutti i servizi assegnati.

È stato confermato l’impegno della società per la realizzazione della nuova sede a Calvagese “struttura in cui – ha ripetuto il Presidente – non sarà movimentato neppure un chilogrammo di alcun tipo di rifiuti, ma che sarà destinata unicamente ad ospitare solo la rimessa di una parte degli automezzi (circa il 50 % della flotta attuale), l’officina e gli uffici tecnici/amministrativi/direzionali”.

Brescia, nel quarto trimestre 2021 prestiti all’industria su del 2,6%

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accordo prestiti

Nel 4° trimestre del 2021, i prestiti destinati alle imprese industriali bresciane ammontano a 11,4 miliardi di euro, con una crescita del 2,6% su dicembre 2020. Il tasso di variazione tendenziale rimane costante rispetto al trimestre precedente, ma in confronto alla prima metà dell’anno si assiste ad un ridimensionamento, seppure si tratti ancora di una crescita. Le motivazioni nella frenata degli impieghi andrebbero ricercate, in particolar modo, nella minore domanda da parte delle aziende, dopo le ingenti richieste di qualche trimestre fa.

A evidenziarlo – secondo quanto riporta il quotidiano on line Brescia news – è la tredicesima edizione del Booklet Economia a cura del Centro Studi, che contiene i principali indicatori economici della provincia di Brescia.

A dicembre 2021, le sofferenze nell’industria a Brescia, pari a 116 milioni di euro, riguardano l’1,0% del totale dei prestiti, contro il 4,1% nei servizi e il 7,3% nelle costruzioni. La velocità di formazione delle nuove sofferenze a Brescia, a dicembre 2021 (1,3%), si accentua rispetto alla rilevazione del periodo precedente: risulta più elevata della media lombarda (0,8%) e di quella italiana (0,9%). La dinamica complessiva trae beneficio dagli strumenti adottati dalle autorità per sostenere l’accesso al credito, oltre a riflettere il fisiologico ritardo degli effetti del peggioramento dell’attività economica sulla qualità del credito.

“I dati del 2021 sono complessivamente positivi, ma le prospettive per il 2022 sono molto prudenti: riscontriamo infatti una forte preoccupazione in merito allo shock derivante dagli esasperati rialzi dei prezzi degli input energetici – commenta Paolo Streparava, Vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Credito, Finanza, Fisco –. Vi è quindi un diffuso timore che gli NPL possano tornare a crescere a un ritmo sostenuto, sulla scia delle sempre più probabili difficoltà che riguarderanno interi segmenti produttivi colpiti dal «caro energia».”

Per quanto riguarda il numero degli sportelli rilevato in provincia di Brescia, il 2021 ha segnato un nuovo calo. Alla tendenza di lungo periodo, associata alla necessità di razionalizzare i costi connessi con l’esercizio dell’attività bancaria e alla dirompente diffusione delle tecnologie digitali, si aggiunge il recente processo di accorpamento di rilevanti realtà bancarie, che ha caratterizzato, in particolare, il territorio bresciano.

A fine 2021, in provincia si contano 683 sportelli, contro i 972 di fine 2008, con un ridimensionamento del 29,7%. Tali movimenti hanno determinato una minore capillarità territoriale del sistema bancario: a fine 2021 si rilevano 54 sportelli ogni cento mila abitanti, contro i 58 di fine 2020 e gli 81 di fine 2008. Si tratta di un processo che ovviamente nasconde dinamiche diverse da istituto a istituto, ma che è destinato a proseguire anche nel prossimo futuro, vista la rivoluzione portata dal fenomeno FINTECH.

Brescia, produzione industriale a +14,8%: recuperati i livelli pre-Covid

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze/Uncategorized by

Il 2021 si chiude per il Made in Brescia con una crescita media annua della produzione pari al 14,8%, dopo la pesante caduta del 2020 (-16,2%). La dinamica rilevata nello scorso anno è la più intensa da quando è disponibile la serie storica ed è giustificata dalla vivacità dell’industria locale, che ha saputo velocemente interamente recuperare quanto perduto durante il lockdown nella primavera 2020.

A evidenziarlo è l’indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Brescia sui dati relativi al 4° trimestre 2021.

Con riferimento al solo periodo tra ottobre e dicembre, l’attività produttiva ha registrato una variazione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (tendenziale) ancora in significativo incremento (+13,0%), che tuttavia è frutto principalmente dei recuperi sperimentati nei primi mesi dell’anno. Nella seconda metà del 2021, il sistema produttivo bresciano è stato protagonista di un movimento più contenuto, giustificato da un fisiologico rallentamento e dall’emergere di alcuni fattori che hanno limitato la produzione, quali la scarsità delle più rilevanti materie prime e semilavorati, nonché gli ingenti rincari del costo dell’energia, che hanno impattato significativamente sui comparti più energivori.

Nel dettaglio, la produzione industriale evidenzia un aumento sul trimestre precedente (congiunturale) di +4,1%, in parte influenzato dalla ripresa dell’attività, dopo la pausa nel mese di agosto. La crescita media annua rilevata nel 2021 è frutto di quanto ereditato dal 2020 (+4,9%) e di una componente propria pari a +9,4%. La variazione trasmessa al 2022 è positiva (+3,2%): ciò sta a indicare che la crescita nell’anno in corso troverà beneficio, dal punto di vista algebrico, dalla dinamica rilevata nel 2021.

“Il recupero nel 2021 dei volumi persi a causa della pandemia è un dato di partenza incoraggiante e le prospettive per il Made in Brescia dal lato della domanda sono positive, aspetto che contribuirà a dare sostegno ai livelli produttivi – commenta Franco Gussalli Beretta, Presidente di Confindustria Brescia –. Tuttavia, i recenti e ingenti rincari degli input energetici rischiano di compromettere questa situazione, determinando una serie di incognite sulla competitività delle nostre imprese per i mesi a venire e incidendo in modo importante sulle marginalità. In questo senso ci stiamo muovendo come associazione per cercare una soluzione comune al problema, pur nella consapevolezza di come la dinamica sia legata a fattori mondiali.”

Le prospettive a breve termine rimangono positive, nonostante le molteplici nubi recentemente addensatesi sullo scenario previsivo: le aziende che stimano un miglioramento della situazione nei prossimi tre mesi sono il 45%. Quelle che prevedono di mantenere i livelli attuali sono il 44%, mentre l’11% stima un calo dell’attività. In tale contesto, i maggiori elementi di incertezza riguardano, tra l’altro, la nuova ondata pandemica (che frena i consumi nei servizi) e la persistente scarsità di commodity industriali e i prezzi abnormi dell’energia (che minano i margini aziendali). È opportuno inoltre ricordare come importanti segmenti dell’industria locale siano a rischio di dover sospendere l’attività per eccesso di costi che vanno a erodere la marginalità, nonostante la forte domanda proveniente dalla clientela. Infine, non vanno dimenticate le inedite pressioni inflattive (che limitano il potere d’acquisto delle famiglie) e le crescenti tensioni geopolitiche nell’ex Unione Sovietica.

Giochi Preziosi entra nella bresciana Promotica

in Bilanci/Economia/Garda/Uncategorized/Zone by

Secondo quanto riporta Brescia news, Promotica S.p.A. (EGM: PMT) – agenzia loyalty specializzata nella realizzazione di soluzioni marketing atte ad aumentare le vendite, la fidelizzazione e la brand advocacy quotata su Euronext Growth Milan – comunica che Giochi Preziosi S.p.A. e Dieci.Sette S.r.l. si sono accordate affinché quest’ultima, proprietaria alla data odierna di n. 13.600.000 azioni ordinarie, pari al 84,63% del capitale sociale di Promotica S.p.A., ceda entro il 15 gennaio 2022 n. 500.000 azioni Ordinarie Promotica a Giochi Preziosi S.p.A., rappresentative di circa il 3,11% del capitale sociale di Promotica, ad un prezzo di € 3,00 cadauna per un controvalore complessivo di € 1.500.000,00.

Tale transazione fa seguito all’acquisto da parte di Promotica dell’80% detenuto da Giochi Preziosi di Grani & Partners S.p.A., player internazionale che opera nel mercato promozionale per prodotti dedicati al mondo del bambino, avvenuta in data 30 novembre 2021 (cfr comunicato stampa in pari data) e rafforza il progetto di crescita posto in essere dalla società.

Si precisa che, per dare esecuzione all’operazione in oggetto, Integrae SIM S.p.A., Euronext Growth Advisor di Promotica S.p.A., ha autorizzato lo svincolo parziale dell’impegno di inalienabilità assunto in data 30 marzo 2021 da Dieci.Sette S.r.l. nei confronti dell’Euronext Growth Advisor, limitatamente alle 500.000 azioni ordinarie Promotica oggetto di cessione, a fronte del subentro in tale accordo da parte di Giochi Preziosi S.p.A. per n. 500.000 azioni ordinarie Promotica (pari a circa il 3,11% del capitale sociale di Promotica) con durata sino al 24° mese successivo alla data di acquisto delle azioni.

Diego Toscani, Amministratore Delegato di Promotica, ha così commentato: “La decisione di Giochi Preziosi di investire in Promotica e di condividere il nostro progetto di crescita, ci rende orgogliosi e fiduciosi sulla bontà dell’acquisizione di Grani&Partners e sulle sue prospettive di sviluppo. L’ acquisizione, ricordo, ci permette di diversificare la nostra presenza geografica e per Industry, sviluppando la nostra offerta loyalty nei settori Kids Promotion, Automotive ed Industry e consolidando la nostra presenza a livello internazionale, in particolare nel mercato asiatico. “

Enrico Preziosi, Presidente di Giochi Preziosi S.p.A., ha dichiarato “Abbiamo grande fiducia nel futuro di Promotica e per questa ragione abbiamo deciso di investire i proventi della cessione di Grani&Partners in acquisto di azioni Promotica con l’ambizione di diventarne un partner di riferimento. Stiamo da subito disponibili a valutare tutte le possibili iniziative commerciali riguardanti i Brands del nostro gruppo che possano supportarne il processo di sviluppo in Italia e all’estero”.

Ebike, cosa sono e come funzionano

in Economia/Trasporti/Uncategorized by

Sempre di più si va alla ricerca di un mezzo di trasporto alternativo ecologico ma che, allo stesso tempo, abbia gli stessi vantaggi di quelli comuni.

A riguardo, soprattutto per gli amanti delle due ruote, un consiglio è di acquistare un e-bike, ovvero la bicicletta elettrica a pedalata assistita.

COS’È E COME FUNZIONA

La bicicletta elettrica somiglia, almeno nell’aspetto, ad una normalissima bici ma è in realtà dotata di un piccolo motore che va ad agevolare la pedalata.

Sul manubrio della e-bike è presente un cambio meccanico che va a regolare velocità e sforzo della pedalata (proprio come per una qualsiasi bici) ma, in più, si può scegliere il livello di assistenza elettrica che si desidera e che può variare in base al percorso da fare, alla propria forma fisica e, persino, alla voglia che si ha in quel momento di fare sforzi.

Tutti questi dati si potranno controllare tramite uno schermo posto sempre sul manubrio e abbastanza vicino alla mano da essere raggiunto dal pollice senza dover interrompere la pedalata. In alcuni modelli, anziché lo schermo, è presente un semplice comando.

PECULIARITÀ DEI TIPI DI MOTORE

Nelle e-bike ci sono due tipi di motore: centrale e nel mozzo. Quello centrale è provvisto di tre sensori che vanno a controllarne velocità, cadenza e sforzo. Si può alleviare la fatica della pedalata dal 50% al 300%, utilissimo quindi per i percorsi in salita.

Il motore nel mozzo è un’alternativa più economica e, spesso, è presente un solo sensore, quello di pedalata. Quando si vanno a girare i pedali, automaticamente, viene rilevato il tipo di assistenza elettrica necessaria.

Quali sono quindi, sostanzialmente le differenze tra i due motori? Possiamo dire che il motore centrale presenta una maggiore fluidità oltre che la possibilità di diminuire maggiormente lo sforzo durante la pedalata. Una volta dato il comando, il sensore lo rileva immediatamente, cosa che nel motore nel mozzo non avviene nell’immediato ma solo dopo qualche metro di pedalata. Anche la difficoltà in salita è da tenere in conto. Come abbiamo già detto, con il motore centrale, usando livello di assistenza massimo, le salite sono percorribili agilmente e senza alcuno sforzo, a differenza del motore nel mozzo che sì, può facilitare, ma solo con salite con una pendenza del 10% circa.

Possiamo dire che le e-bike con motore centrale sono più che adatte agli appassionati accaniti mentre quelle con motore nel mozzo, essendo anche più economiche, sono preferibili a chi si sta approcciando al mondo delle bici elettriche o a chi piacciono come un mero passatempo.

VELOCITÀ

La velocità di una e-bike non può andare, per legge, oltre i 25 km/h. Se si supera la velocità limite, molto semplicemente, il motore si disattiva e bisogna passare al manuale.

BATTERIA

Ogni mezzo elettrico si basa sulla sua batteria che ogni tot di tempo d’uso va ricaricata. Non possiamo dire con certezza di quanto è la durata perché ci sono troppe variabili da valutare come, ad esempio, il peso del proprietario, la tipologia di assistenza usata (se di livello basso o alto), il tipo di percorso (se tortuoso, in salita ecc…) o anche da quanto si è spinto sui pedali.

Facendo una stima possiamo dire che l’autonomia di una e-bike usata al massimo è di circa 4 ore per 25 km. Se si usa con assistenza bassa e con percorsi più agevoli e tranquilli la durata della batteria può persino arrivare a 6 ore.

Aumenta anche la carta, l’allarme di Massetti: penalizzati gli editori

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Nonostante la ripresa in corso, oggi, per tante imprese continuare a produrre sta diventando un percorso ad ostacoli per via dei ritardi dell’approvigionamento e degli aumenti dei costi delle materie prime che ne compromettono seriamente l’operatività. Il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti, che è anche imprenditore del settore preso in considerazione, lancia l’allarme per il comparto e la filiera carta, stampa, tipografia e cartotecnica: «Vi sono grandi difficoltà a reperire le materie prime, come il legno, la cellulosa, la carta riciclata e i prezzi stanno aumentando notevolmente, anche in questo periodo vicino alle festività, che vede una domanda crescente di carta e cartone. Gli aumenti rischiano seriamente di trasferirsi sui consumatori finali» così Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia che prosegue: «Le aziende hanno esaurito le scorte di magazzino. La domanda di prodotti per l’igiene, di imballaggi per il settore farmaceutico, per le consegne a domicilio e per il commercio elettronico ha fatto aumentare la domanda delle materie prime per la produzione di carte ma i fermi macchina pianificati dai produttori di carta e gli aumenti dei costi dell’energia e del gas hanno ridotto le produzioni e dilatato i tempi di consegna anche nei settori collegati della stampa e tipografia». Il presidente Massetti prosegue evidenziando che gli aumenti hanno riguardato tutte le tipologie di costi «Si va dal 10% di aumento dei prodotti generici per la sala stampa a punte del 65% e del 220% di aumento per i prodotti chimici per il lavaggio dei macchinari. Molte imprese, già provate dall’emergenza sanitaria ,non possono produrre perché hanno difficoltà a trovare le materie prime e a causa degli aumenti dei costi subiranno forti perdite di bilancio e questo potrebbe determinarne la chiusura con la conseguente perdita di posti di lavoro». Solo per la cellulosa Confartigianato calcola un picco nell’aumento del costo del 70% rispetto a fine 2020, mettendo in crisi anche gli imballaggi, per la carta da stampa e da pubblicazione che si ritrovano gli editori a sostenere: dipende ovviamente dal tipo di prodotto, ma si va da una media del 6%, mentre per le cosidette “carte bianche” i rincari possono raggiungere anche il 10% sul prodotto finale, rischiando, inevitabilmente, di ripercuotersi sul cliente. Stiamo parlando di 362 Imprese (221 artigiane) nella provincia di Brescia con 3.597 addetti (992 nell’artigianato) e 3.757 imprese lombarde (1.871 artigiane) che occupano 39.640 addetti (6.978 nell’artigianato). «Il prezzo della carta alle stelle mette in crisi il mercato dei libri. A rischio, per operatori addetti e imprese del settore, c’è anche una delle tradizioni più care delle feste: il regalo dei libri» conclude Massetti.

Agricoltura: nel 2021 export bresciano in crescita (+11,5%)

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verdure verdura

In Lombardia e in provincia di Brescia il settore agroalimentare mostra una importante capacità di tenuta nonostante risenta ancora in modo rilevante delle limitazioni determinate dalla pandemia. Dalle stime dell’ultimo studio semestrale sulla congiuntura agricola lombarda, condotto da Unioncamere Lombardia emerge che le restrizioni che hanno interessato durante i primi sei mesi dell’anno i comparti  della ristorazione, il turismo, l’intrattenimento e l’istruzione hanno indirettamente rallentato l’andamento dell’agroalimentare.

“Sia pure in modo meno accentuato rispetto ad altri settori – è il commento del Presidente della Camera di Commercio, Roberto Saccone – anche quello agricolo ha inevitabilmente risentito della crisi indotta dalla pandemia. Confortante per l’agroalimentare bresciano è però  il dato relativo al significativo incremento dell’export nel primo semestre che raggiunge il valore di otre 340.000.000 di euro (+11,5% rispetto allo stesso periodo del 2020), anche se va rilevato che emergono fattori di tensione riguardo all’aumento dei prezzi delle materie prime su scala globale che sta incidendo negativamente sul settore primario”.

Demografia d’impresa – Il numero di imprese attive nell’agricoltura nella provincia di Brescia (pari a 9.635 unità) e in Lombardia (pari a 44.494 unità) continua a diminuire a ritmo costante anche nel primo semestre. Questa dinamica non è collegabile alla pandemia ma al processo di ristrutturazione in corso da molti anni. A livello provinciale, infatti, la variazione tendenziale mostra un andamento decrescente negli ultimi dieci anni. Negli ultimi due trimestri il numero delle imprese agricole bresciane è diminuito, su base tendenziale, rispettivamente dell’1,4% e dello 0,7% mantenendosi poco al di sopra della media regionale (-1,2% e -0,6%).

Occupazione – Sul fronte occupazionale i dati trimestrali di Regione Lombardia, basati sulle comunicazioni obbligatorie relative a rapporti di lavoro dipendente, riportano per la provincia di Brescia un aumento del 4% degli avviamenti sia nel primo che nel secondo trimestre. Le cessazioni sono in calo (-15,4% nel I trimestre e -2,7% nel II secondo) dinamica che potrebbe essere legata al blocco dei licenziamenti in vigore fino al 31 marzo 2021. Secondo gli ultimi dati disponibili, di fonte INPS, il comparto agricolo occupa, in provincia, 11.780 addetti.

Export – Segnali positivi arrivano dalla ripresa delle vendite estere. Le esportazioni dell’agroalimentare della provincia di Brescia nel primo semestre 2021 (ultimi dati disponibili) registrano, infatti, un aumento su base annua del 11,5% pressoché in linea con l’andamento regionale (+12,2%). Il dato disaggregato per categoria merceologica mostra che l’industria alimentare e delle bevande riporta l’incremento più sostenuto (+12,2%); il settore primario risulta in crescita del 4,4% in termini tendenziali. Molto performanti risultano le esportazioni dei prodotti di colture permanenti (+262,2%); di animali vivi e prodotti di origine animale (+84,8%); di carne lavorata e conservata e prodotti a base di carne (+74,8%) e dei prodotti delle industrie lattiero-casearie (+17%).

Export agricolo in provincia di Brescia

EasyJet potenzia l’offerta da Orio: voli per Olbia e Londra

in Economia/Trasporti/Uncategorized by

Novità per l’offerta di voli operati all’aeroporto di Milano Bergamo da easyJet nella stagione invernale. La compagnia aerea, che effettua già i collegamenti con Parigi Charles De Gaulle e Amsterdam, riapre la rotta con Olbia nel periodo natalizio (a partire dal 17 dicembre 2021 e fino al 10 gennaio 2022) con tre frequenze settimanali (lunedí, venerdí e domenica).

Inoltre, easyJet incrementato le frequenze del collegamento tra Milano Bergamo e Amsterdam, che dal 6 dicembre 2021 al 9 gennaio 2022 passano da 4 a 6 settimanali, garantendo il volo tutti i giorni ad eccezione di sabato. easyJet riprenderà a operare sei voli settimanali dal 7 febbraio fino al termine dell’orario invernale.

A partire da domenica 31 ottobre, easyJet introduce anche il collegamento tra Milano Bergamo e Londra Gatwick, che viene operato con tre frequenze settimanali (lunedì. Venerdì e domenica).

voli operati all’aeroporto di Milano Bergamo da easyJet nella stagione invernale. La compagnia aerea, che effettua già i collegamenti con Parigi Charles De Gaulle e Amsterdam, riapre la rotta con Olbia nel periodo natalizio (a partire dal 17 dicembre 2021 e fino al 10 gennaio 2022) con tre frequenze settimanali (lunedí, venerdí e domenica).

Inoltre, easyJet incrementato le frequenze del collegamento tra Milano Bergamo e Amsterdam, che dal 6 dicembre 2021 al 9 gennaio 2022 passano da 4 a 6 settimanali, garantendo il volo tutti i giorni ad eccezione di sabato. easyJet riprenderà a operare sei voli settimanali dal 7 febbraio fino al termine dell’orario invernale.

A partire da domenica 31 ottobre, easyJet introduce anche il collegamento tra Milano Bergamo e Londra Gatwick, che viene operato con tre frequenze settimanali (lunedì. Venerdì e domenica).

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