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Commercio - page 8

Vendite a domicilio, in sei mesi fatturati 820 milioni di euro

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Vendite a domicilio, affari in crescita anche nel Bresciano

Il primo semestre 2017 delle imprese associate Univendita si è chiuso con un fatturato di 820 milioni e 998mila euro, con un incremento del 2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Una crescita che si verifica in un contesto economico in cui, pur essendo presenti importanti segnali che vanno nella direzione della ripresa, permangono ancora elementi di incertezza che condizionano il comportamento delle famiglie nei confronti dei consumi, che stentano a decollare.

«Nonostante questo quadro generale ancora pieno di ombre –afferma il presidente di Univendita Ciro Sinatrala vendita a domicilio registra un risultato migliore rispetto al commercio tradizionale. Il motivo di questa performance va ricercato in quello che è da sempre il punto di forza del nostro modello di vendita: il fattore umano, cioè una forza vendita professionale e motivata, che costruisce quotidianamente un rapporto diretto e di fiducia con i consumatori».

Anche i dati occupazionali fanno registrare un segno più: nel primo semestre 2017 il numero degli addetti alla vendita è cresciuto dell’1,5% rispetto allo stesso periodo del 2016, con oltre 138.000 venditori, di cui il 91,3% donne. Un dato positivo che si inserisce nel quadro di un mercato del lavoro in chiaroscuro, specie per quanto riguarda l’occupazione femminile.

Analizzando i risultati di Univendita nel dettaglio, il comparto più dinamico è stato “alimentari e beni di consumo casa” con un incremento del 2,4%, seguito da “cosmesi e cura del corpo” (+2,2%). La categoria “altri beni e servizi” registra un aumento del 2%, mentre i “beni durevoli casa” chiudono il semestre con un +1,8%; quest’ultimo comparto, con una quota di mercato del 58%, si conferma il più importante nell’ambito della vendita a domicilio.

La vendita a domicilio registra un risultato migliore rispetto al commercio tradizionale. Secondo i dati Istat, nel primo semestre del 2017 il valore delle vendite del commercio fisso al dettaglio è cresciuto dello 0,2% rispetto allo stesso periodo del 2016. In dettaglio, le vendite della grande distribuzione sono aumentate dell’1,3%, mentre quelle dei piccoli esercizi commerciali sono diminuite dello 0,6%. Nel secondo trimestre 2017 il PIL è cresciuto dell’1,5% nei confronti del secondo trimestre 2016, in aumento rispetto all’1,2% registrato nel primo trimestre.

I consumi rimangono un elemento problematico della nostra economia. L’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha registrato a giugno un aumento dello 0,6% su base annua, in un contesto in cui, pur essendo presenti elementi che rafforzano la ripresa e le prospettive di crescita, vi sono ancora fattori di incertezza, come ad esempio le preoccupazioni circa la mancata crescita dell’occupazione, che condizionano l’atteggiamento delle famiglie nei confronti del consumo, nonostante i modesti segnali di miglioramento provenienti dal clima di fiducia dei consumatori. La domanda delle famiglie si muove ancora con prudenza, continuando a mostrare elementi di fragilità e discontinuità. «In questo scenario –conclude Ciro Sinatra– la vendita a domicilio riesce a crescere grazie all’offerta di prodotti di qualità proposti da venditori preparati, in grado di intercettare e soddisfare al meglio le esigenze dei consumatori».

 

Gli scambi Brescia-Spagna salgono 866 milioni in sei mesi

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Bandiera spagnola

La Spagna vale 6 miliardi di scambi per la Lombardia in sei mesi e 23 per l’Italia, secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano e della sua azienda speciale Promos per l’internazionalizzazione su dati Istat sui primi sei mesi del 2017. Si tratta di 126 milioni al giorno nel Paese e 33 in regione. Cresce l’export nazionale in un anno del 12% (+8% in Lombardia) e l’import (+12% in Italia, + 5% in Lombardia). In Italia ci sono quasi seicento ditte con titolare nato in Spagna che danno lavoro a 622 addetti, di cui 121 in Lombardia con 136 addetti. Sono 73 le ditte in Lazio e oltre 50 in Emilia Romagna e Piemonte. Le imprese con titolare spagnolo si concentrano a Roma (61), Milano (59), Torino (27) e operano soprattutto in commercio e turismo. Sono circa 4 mila le imprese italiane con spagnoli che ricoprono cariche, di cui mille a Milano e oltre 600 a Roma.

Buyers spagnoli sono attesi a Milano per incontrare un centinaio di imprese italiane il 13 e 14 novembre in occasione dell’iniziativa organizzata da Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano per l’internazionalizzazione e Assocamerestero, inserita nel quadro del progetto promosso e finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico “The Extraordinary Italian Taste”, che prevede incontri b2b in Camera di commercio tra operatori internazionali e imprese italiane del settore food&beverage.

Primi settori i macchinari nell’export e l’alimentare per l’import. Primo lexport di macchinari (1,6 miliardi in Italia e 467 milioni in Lombardia), poi mezzi di trasporto (1,6 miliardi in Italia e 330 milioni in Lombardia), metalli (1,3 miliardi in Italia e 462 milioni in Lombardia), moda (1,2 miliardi in Italia e 304 in Lombardia). L’import prevalente è di alimentari (2 miliardi in Italia e 425 milioni in Lombardia).

In Italia per regione. Dopo la Lombardia, per scambi con la Spagna, ci sono Veneto ed Emilia Romagna con circa 3 miliardi, Piemonte, Toscana e Lazio  con circa 2 miliardi. Crescono per export Sicilia (+62%), Campania (+43%). Per import Friuli (+ 68%), Umbria (+54%), Puglia (+53,5%).

In Lombardia, prima Milano con 2,1 miliardi di scambi (+6% l’export, +5% l’import), Brescia con 686 milioni (+14% l’export, + 11% l’import), Lodi con 619 milioni (+4% l’export), Bergamo con 580 milioni (entrambi +4%), Varese con 400 milioni (+16% l’export, +8% l’import), Mantova con oltre 300 milioni (+12% l’export) e Monza con oltre 300 milioni (+4% l’export). Crescono per export Cremona (+24%) e Sondrio (+19%). Per import crescono Pavia (+28%) e Cremona (+22%).

I DATI COMPLETI SUGLI SCAMBI BRESCIA-LOMBARDIA-SPAGNA LI TROVI SU BSNEWS.IT

 

Inbound marketing, farsi trovare… con valore | INNOVATION CLUB

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Il termine Inbound marketing indica una modalità di marketing centrata sull’essere trovati da potenziali clienti (outside-in) in contrasto alla modalità tradizionale, detta anche outbound marketing (inside-out) che è imperniata su un messaggio direzionato unicamente verso il cliente. I vantaggi dell’inbound marketing possono essere estesi a qualsiasi organizzazione o tipo di azienda, che sia a scopo di lucro o meno, che utilizzi il “canale” (sito web in primis) come mezzo di comunicazione con clienti esistenti e potenziali.

LA TECNOLOGIA A SUPPORTO DELL’INBOUND MARKETING

Quando si affronta il tema “Farsi trovare dai propri clienti sulla rete”  ci si limita spesso ad ottimizzare il proprio sito attraverso le classiche attività di SEO/SEM sui motori di ricerca in particolar modo usando gli strumenti forniti da Google. Oggi esistono strumenti molto più evoluti in grado di realizzare questi processi:

1. Google e gli altri motori di ricerca cambiano il proprio algoritmo di ottimizzazione ogni due giorni ed un lavoro di ottimizzazione SEO/SEM risulta poco efficace se non è supportato da un sistema automatico di ottimizzazione  di ogni singolo articolo e contenuto. E’ necessario che il proprio CMS sia quindi supportato da un processo di costante ottimizzazione per poter essere trovato con più facilità dai propri clienti potenziali.
2. Tracciare in modo personalizzato gli utenti anche se “non iscritti” comprendendo chi sta leggendo il nostro sito o il nostro blog. Attraverso un sistema di analisi dei DNS è possibile risalire facilmente al nome dell’azienda di cui fa parte il generico visitatore del vostro sito. Questo crea, soprattutto nei processi B2B, una premessa per un contatto intelligente segnalando all’azienda in questione gli articoli o i contenuti visitati già letti o un aggiornamento di questi.
3. Automatizzare la relazione con la comunità di clienti/utenti del proprio portale realizzando una comunicazione one-2-one. Dopo che la relazione con il cliente è diventata personale è possibile tracciare in modo completo che cosa il singolo utente consulta e condividere con lui “messaggi profilati” di approfondimento ed analisi sulle tematiche dove  è più sensibile.
4. Monitorare in tempo reale i propri concorrenti o del proprio settore in modo da comprendere velocemente quali argomenti suscitano maggiore interesse nel proprio contesto. Con semplici strumenti oggi è possibile realizzare un verso sistema di Competitive Intelligence.
5. Sviluppare contenuti in modo semplice e con grafica ed immagini accattivanti attraverso un CMS veloce e ricco integrato con le “funzioni evolute” sopra descritte.
6. Integrare la presenza digitale al proprio sistema CRM in modo da tenere traccia non solo delle attività commerciali svolte su un cliente o cliente potenziale ma integrare anche informazioni di inbound marketing relative ad esso (cosa il cliente o gli utenti di un’azienda cliente hanno letto). Questo significa dare in mando alla propria rete commerciale vero uno strumento di marketing digitale.
Tutti questi “superpoteri” oggi sono a disposizione di ogni impresa a fronte di contenuti investimenti economici utilizzando una tecnologia di Customer Experience facilmente gestibile anche da una persona non tecnica.

USARE LO STORYTELLING COME STRUMENTO DI RELAZIONE CON I CLIENTI

Quando si vuole creare una conversazione nel mondo digitale è necessario trasformare prodotti in servizi in storie da raccontare per aumentare la memorabilità dei propri contenuti. Lo storytelling è una metodologia che usa la narrazione come mezzo creato dalla mente per inquadrare gli eventi della realtà e spiegarli secondo una logica di senso. L’atto del narrare, nello storytelling, si ritrova nell’esperienza umana e si può rappresentare in varie forme (individuali o collettive) che connettono pensiero e cultura. Soprattutto le emozioni dell’uomo – attraverso la narrazione – trovano il mezzo più efficace di espressione. Il pensiero narrativo possiede una molteplicità di significati, ma questi necessitano di essere tradotti, affinché si possano costruire una o più forma di comunicazione che siano rielaborate dai soggetti secondo i termini della narrazione. Il discorso narrativo permette di rendere comprensibile, comunicabile e ricordabile il vissuto. Quindi, il pensiero narrativo organizza l’esperienza soggettiva e interpersonale; mentre il discorso narrativo rende possibile la riflessione. Si tratta di un “processo interattivo” dal momento che il discorso narrativo rende possibili interpretazioni molteplici per tutti i soggetti che entrano in contatto con una certa storia.

QUALI SONO GLI INVESTIMENTI DI INBOUND MARKETING PER UN’AZIENDA ?

Se i contenuti vetrina della vostra azienda devono essere resi “liquidi” nel web prima di tutto bisogna dotarsi di uno strumento tecnologico. Esistono diverse piattaforme internazionali che integrano tutte le funzioni evolute di cui abbiamo parlato e che. per questo, facilitano l’operatività di un marketer. Tali piattaforme sono utilizzate spesso da realtà con processi di comunicazione strutturati ed internazionali.
Oggi sono anche messi a disposizione anche una serie di strumenti “Inbound” con investimenti più contenuti adatti a risolvere una singola esigenza di visibilità o gestire una particolare campagna di comunicazione.
Un aspetto molto importante è la capacità di generare contenuti validi per il proprio contesto. Se pur dotati della migliore tecnologia sul mercato senza un contenuto valido per il proprio interlocutore la strategia di Inbound Marketing non porterà risultati. Per questo è fondamentale che all’interno della propria realtà ci sia una persona esperta nella vostra materia che si dedica a questo processo che sappia ideare e sviluppare in modo costante argomenti a valore.
Contatta Innovation Club per realizzare la tua strategia di Inbound Marketing (www.innovationclub.it)

A Brescia i mestieri di una volta vivono grazie agli stranieri

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Mestieri di una volta, secondo i dati della Camera di commercio di Milano al secondo trimestre 2017 sono 826 mila le imprese in Italia e 60 mila in Lombardia. Resiste il settore in Italia, è stabile e scende in un anno del – 1% in Lombardia. Principali settori: agricoltura (723 mila), produzione di pane e dolci (30 mila), commercio tradizionale con tessuti, panifici, latterie (22 mila) e lavanderie (20 mila), sarti (10 mila).  Settori che continuano a dare opportunità di lavoro con circa un milione di addetti nel Paese e 114 mila in Lombardia. Più lavoro a Bari (33 mila), Roma e Bolzano (29 mila).

Un settore che resiste grazie anche agli stranieri, 24 mila nel Paese, il 3%, di cui 3 mila in Lombardia (5%). Crescono del +4% in Italia e in Lombardia. Oltre 2 mila gli stranieri nei mestieri tradizionali in Toscana, Lazio, Sicilia e Veneto. Stranieri che crescono soprattutto in Basilicata (+9,5%) e in Lazio (+7,4%). Record degli stranieri a Milano (1455, il 16% degli imprenditori del settore). Lo stesso numero di Roma (1455, il 7,8% del totale). Stranieri in aumento a Lodi (+22,5%), Matera (+13,3%), Grosseto (+13,2%), Frosinone (+12,9%).  Anche i giovani scelgono i mestieri tradizionali per aprire un’attività: 60 mila in Italia, di cui 7 mila in Sicilia, 6 mila in Campania e Puglia, 4 mila in Lombardia, Sardegna e Lazio.

Prime per attività in Italia: Bari (29 mila imprese e 33 mila addetti), Foggia (26 mila imprese e 19 mila addetti) e Cuneo (21 mila imprese e 27 mila addetti), Roma (19 mila imprese e 29 mila addetti), Salerno (19 mila imprese e addetti), Bolzano (17 mila imprese e 29 mila addetti) e Verona (17 mila imprese e 22 mila addetti), Catania (16 mila imprese e 15 mila addetti), Torino (16 mila imprese e 23 mila addetti) e Treviso (16 mila imprese e 19 mila addetti).

Prime per attività in Lombardia: Brescia (12 mila imprese e 16 mila addetti), Milano (9 mila e 27 mila addetti), Mantova (8 mila e 10 mila addetti), Pavia (7 mila imprese e 8 mila addetti). Cresce Milano (+0,5%) grazie anche agli stranieri (+5,7%), che pesano il 16% dei settori tradizionali.

Mercato dell’usato, Brescia seconda in Lombardia

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Commercio/Economia/Tendenze by

Cresce il settore dell’usato in Italia: +2,1% in un anno. Nel 2016 si contano 3.553 imprese italiane attive nella vendita di merce che il tempo impreziosisce, rende trendy secondo la moda vintage del momento o permette di risparmiare rispetto all’acquisto ex-novo. Quali sono gli articoli che si prestano ad essere rivenduti? Mobili usati e oggetti di antiquariato generano lavoro per 1.720 imprese, 1.289 le attività addette alla vendita di indumenti e altri oggetti usati e 296 quelle che commerciano al dettaglio libri di seconda mano. Roma (10,7%), Milano (7,7%) e Torino (5,8%) sono prime in Italia, contando rispettivamente 379, 275 e 207 attività. Napoli (198) e Firenze (158) ospitano il 5,6% e il 4,4% delle imprese del mercato dell’usato. Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dati del registro delle imprese al quarto trimestre 2016 e 2015.

Cresce il settore dell’usato in Lombardia nel 2016: +3,8%, più della crescita media italiana (2,1%). La Lombardia è sede di 572 imprese del settore che rappresentano il 16,1% del totale nazionale. In un anno si espande del 19,4% il mercato del commercio dei libri usati (da 31 a 37 imprese), del 6,4% la vendita di vestiti usati (da 220 a 234 imprese ) e dello 0,8% l’interesse per i pezzi di antiquariato (da 246 a 248 imprese). I principali centri dell’usato in Lombardia: Milano, Brescia, Bergamo e Varese. Hanno sede a Milano 275 imprese, la metà del settore in regione. A seguire Brescia (69), Bergamo (51) e Varese (45).

Mercatone Uno, si va alla trattativa privata

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Punto vendita Mercatone Uno

Mercatone Uno, si va alla trattativa privata. Alla gara del 16 giugno sono pervenute tre offerte vincolanti, ma nessuna di queste è risultata conforme al disciplinare di gara o in linea con gli obiettivi della procedura. I commissari straordinari Stefano Coen, Ermanno Sgaravato e Vincenzo Tassinari hanno preso atto che non si sono verificate le condizioni per l’aggiudicazione.

Conseguentemente i Commissari sono stati autorizzati dal Ministero dello Sviluppo Economico, con provvedimento dell’11 luglio 2017, ad avviare una procedura di cessione dei complessi aziendali mediante trattativa privata con i soggetti interessati.

La trattativa diretta consentirà ai Commissari una maggiore flessibilità, unitamente ad una più efficace e rapida valutazione economica delle offerte, in funzione della miglior tutela degli interessi dei dipendenti e dei creditori.
A supporto di questa nuova fase, i Commissari Straordinari hanno già sottoposto agli Organi di Vigilanza un nuovo piano economico-finanziario a tutela della continuità aziendale, che verrà presentato alle Organizzazioni Sindacali ed agli Enti Locali nella riunione fissata dal Ministero dello Sviluppo Economico per il 19 luglio.

Scalo, Lonati ci mette altri 10 milioni

in Commercio/Economia/Evidenza by
Lonati e Maffioli, foto www.bsnews.it

Tempo di bilanci per Scalo Milano, lo spazio commerciale dedicato a food, fashion e forniture che – a sei mesi dell’apertura (l’inaugurazione è avvenuta lo scorso 27 ottobre) – ha voluto fare il punto con una conferenza stampa a cui erano presenti i vertici di Promos (Carlo e Filippo Maffioli), responsabile del progetto, e Ettore Lonati, patron dell’omonimo gruppo e principale finanziatore dell’inizativa.

“Fino a oggi abbiamo investito in Scalo circa 200 milioni, di cui 25 in opere infrastrutturali”, ha spiegato Ettore Lonati, “l’obiettivo era creare l’unico e il più grande design district d’Europa. Stiamo già facendo progetti per l’ampliamento della struttura, con altri 4mila metri quadri di superficie portando il totale dei negozi a 150 entro giugno del prossimo anno. Un ulteriore investimento da 10 milioni, ma crediamo in questa iniziativa e i numeri dei primi sei mesi ci confortano”.

Lonati, quindi, ha sottolineato i tre premi ricevuti dal centro nei primi mesi di vita. Mentre Carlo Maffioli ha ricordato i circa mille posti di lavoro creati. “Oggi siamo contenti”, ha aggiunto, “ma la nostra scommessa non è facile. La dimensione nel contesto milanese non è un fattore secondario, e trovo lodevole l’annuncio di Lonati di investire ancora.

SCALO MILANO, I NUMERI

L’obiettivo dichiarato è quello di “raccogliere circa 3 milioni di passaggi” e nei primi cinque mesi si sarebbe già superata quota 1 milione e 200mila. Un valore che – come dichiarato da Riccardo Maffioli – è rinvigorito da “benchmark a oggi ci danno ragione sia come spesa media sia come conversione rispetto alla media dei nostri concorrenti”.

IL TURISMO COMMERCIALE

Nell’occasione, Lonati e i Maffioli hanno sottolineato di voler puntare molto sull’arrivo di potenziali clienti dall’estero. “Stiamo già facendo accordi con alcuni hotel”, hanno detto, “e l’intento è fare in modo che gli stranieri rappresentino circa il 30 per cento dei passaggi:  abbiamo anche preso un manager da una importante catena alberghiera per occuparsi di questa cosa. Oggi”, ha continuato Riccardo Maffioli, “i paesi più rappresentati sono Stati uniti, Cina e Corea del Sud, con un picco di arrivi dall’estero in occasione del Salone del mobile”. Ma per favorire l’afflusso di pubblico (anche dall’Italia) Promos ha programmato un primo calendario di eventi musiciali nel centro: si partirà sabato con i nomi più noti di Radio Deejay, per proseguire il 28 giugno con i Lost frequencies e chiudere il 21 luglio con un’esibizione gratuita del “dj più importante del mondo”.

Metalleghe, fatturato in crescita del 42 per cento

in Acciaio/Aziende/Bilanci/Commercio/Economia/Metalleghe by
Metalleghe di Flero

Altra annata buona per la Metalleghe di Flero. L’azienda presieduta da Guido Dusi, infatti, ha chiuso i conti del 2017 con un fatturato passato da 158 a 224 milioni di euro: una crescita di ben il 42 per cento, dovuta soprattutto al consolidamento della partecipazione detenuta nella Forsteel srl di Offlaga. Il margine operativo lordo – secondo quanto scritto da Bresciaoggi e riferito da BsNews.it – si attesta su 10,456 milioni di euro (era di 14,203 mln), mentre il reddito operativo a 7,703 mln (10,262 mln in precedenza), i profitti passano da 7,348 mln (6,991 mln di pertinenza) a 1,378 mln, di cui 0,518 mln di competenza. In crescita i dipendenti, passati da 396 a 422.

L’azienda che si occupa di commercializzazione e lavorazione di additivi per acciaieria e fonderia (oltre che nella produzione e vendita di leghe a base silicea e di fusioni di rame per i circuiti di raffreddamento per forni industriali) nel 2016 ha avviato un nuovo impianto per la produzione di silicio metallico in Bosnia e acquisito il 40% del capitale della Az Tech srl di Racconigi (Cuneo).

Grande distribuzione, Rolfi: niente aiuti ai centri commerciali lombardi

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Nell’ambito degli accordi di attrattività previsti dalla Legge sulla Semplificazione di Regione Lombardia è stato approvato un emendamento della Lega Nord sulla grande distribuzione, con primo firmatario Fabio Rolfi, vice capogruppo del Carroccio al Pirellone.

 “Il nuovo strumento di sostegno – spiega Fabio Rolfi – previsto dalla Legge di Semplificazione per finanziare l’insediamento e ampliamento di imprese manifatturiere o di servizi in Lombardia, sarà precluso alla grande distribuzione. Questo è il contenuto di un emendamento della Lega Nord, con il sottoscritto come primo firmatario, che esclude l’ammissibilità delle grandi strutture di vendita ai finanziamenti previsti dai bandi regionali in materia di attrattività.

Abbiamo posto in essere questa modifica – prosegue l’esponente del Carroccio – in perfetta coerenza con la linea portata avanti dal nostro Movimento sin dall’inizio della legislatura. La moratoria sui centri commerciali e successivamente la legge di consumo del suolo, rientrano proprio nell’azione di disincentivo di realizzazione di nuovi centri commerciali su un territorio regionale che è già fin troppo saturo e dove non servono altre superfici per la grande distribuzione.  

Nell’ambito degli accordi per l’attrattività quindi, le grandi strutture di vendita – conclude Fabio Rolfi – non potranno beneficiare degli incentivi legati a questi accordi.”

Consiglio nazionale dei centri commerciali, Moretti confermato

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Massimo Moretti

Si sono appena conclusi i Lavori dell’Assemblea Annuale  dei Soci del CNCC – Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, impegnata sia nell’approvazione del rendiconto economico sia nell’importante compito di eleggere il Consiglio Direttivo per il prossimo triennio 2017-2020.

Massiccia è stata la partecipazione ai Lavori da parte dei Soci aventi diritto di voto, presenti di persona o per delega, che hanno approvato a larghissima maggioranza sia l’ottimo rendiconto economico sia la proposta del Presidente uscente Moretti di eleggere un Consiglio Direttivo nel segno della continuità, compattezza ed armonia associativa, cosi da affrontare coeso i moltissimi impegni futuri.

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