Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

Category archive

Associazioni di categoria - page 56

Aib lancia il nuovo servizio alle imprese Welfare con noi

in Aib/Associazioni di categoria/Economia by

Si chiama “Welfare con noi” il nuovo servizio proposto da Associazione Industriale Bresciana alle imprese per supportarle nella progettazione, nella realizzazione e nella gestione amministrativa dei piani di welfare aziendale. Per presentare il servizio, Aib organizza un incontro, in programma venerdì 21 aprile alle 9.00 in sala Beretta (via Cefalonia, 62 – Brescia), che sarà anche un’occasione di approfondimento e confronto insieme a esperti e rappresentanti delle parti sociali sulle opportunità per potenziare e migliorare in azienda l’offerta di servizi formativi, ricreativi, di assistenza sociale e sanitaria a beneficio dei lavoratori.

“Molti contratti di categoria siglati di recente considerano il welfare aziendale un pilastro fondamentale per nuovi modelli di relazioni industriali, fondati sul coinvolgimento e la valorizzazione dei lavoratori. Con “Welfare con noi”, AIB inizia un percorso con l’obiettivo di fornire alle aziende associate un supporto organico e completo, dalla progettazione alla gestione amministrativa di un piano di welfare, anche attraverso una piattaforma informatica dedicata, a supporto delle grandi, ma soprattutto delle piccole imprese. Competenze che solo un’Associazione come la nostra è in grado di offrire”, osserva il presidente di AIB, Marco Bonometti, che aprirà l’incontro del 21 aprile.

La mattinata di lavori proseguirà con la tavola rotonda dal titolo “Welfare: parti sociali motore del cambiamento”. La discussione, animata da Erminio Bissolotti (Giornale di Brescia), vedrà protagonisti Fabio Astori (vice presidente AIB per le Relazioni Industriali e vice presidente di Federmeccanica con delega alla Cultura d’impresa), Serena Bontempelli (Uil Lombardia) e Federico Razetti (Laboratorio di ricerca ”Percorsi di secondo welfare”).
Tullio Fontanella (settore Relazioni Industriali AIB) e Giuseppina Lapenna (area Fiscale AIB) presenteranno quindi il nuovo servizio “Welfare con noi”, focalizzando l’attenzione su come progettare un piano di welfare in azienda e sui vantaggi dei flexible benefit per imprese e lavoratori.
L’incontro si chiuderà con l’intervento di Luca Pesenti (Università Cattolica del Sacro Cuore) e le conclusioni affidate a Giuseppe Pasini (vice presidente AIB per Ambiente, Sicurezza e Responsabilità sociale).

Apindustria plaude al piano Industria 4.0 del Governo

in Api/Associazioni di categoria/Economia by

“Il piano Industria 4.0 del Governo è ricco di opportunità e, per la prima volta dopo tanta inerzia, indica una strada per la politica industriale di questo Paese”. A dirlo è il presidente di Apindustria Brescia Douglas Sivieri. “Cullarsi o pensare solo agli incentivi che ne potrebbero derivare nel breve e nel medio periodo rischierebbe però di dimenticare i numerosi problemi che l’Italia deve affrontare. Tra questi vi è senz’altro quello dell’occupazione, giovanile ma non solo”.

“Giusto per restare a Brescia – continua Sivieri -, l’Istat ci ha recentemente ricordato che il tasso di disoccupazione è all’8,6%, in lieve calo rispetto al 2015 ma comunque quasi tre volte superiore rispetto ai valori pre crisi. Ancora peggio va per i giovani tra i 15 e i 24 anni, fascia di età nella quale un giovane su tre che cerca lavoro non lo trova. L’economia ha movimenti minimi verso l’alto, sappiamo che la domanda interna stenta in modo particolare, ma questo non si traduce automaticamente nel fatto che manchi lavoro per tutti. Da tempo, anche nel nostro piccolo osservatorio, notiamo una crescente distanza tra domanda e offerta di lavoro. Servono tecnici specializzati ma la scuola non ne produce, almeno non a sufficienza.

Servono competenze specifiche, capacità di adattamento, ma sempre meno si trovano ragazzi con tali profili. Una recente indagine realizzata da Astraricerche per conto di Manageritalia ha evidenziato che tanti giovani, ancora oggi, in tale contesto critico e in profonda mutazione, scelgono percorsi di studi più in base alle proprie preferenze e passioni che non valutando i possibili sbocchi professionali. Coltivare le proprie passioni è senz’altro positivo, ma cercare di fare in modo che queste si concilino anche con le esigenze del mercato del lavoro sarebbe saggio – dice ancora il presidente di Apindutria -. Senza peraltro dimenticare il fatto che quella dello statistico e del data scientist è considerata una delle professioni più sexy del XXI secolo (cit. Hal Varian, Chief Economist di Google).

Un recente report diffuso in occasione dell’ultimo World Economic Forum ha destato scalpore: in base a tale studio due bambini su tre che iniziano oggi a studiare da grandi faranno un lavoro che oggi non esiste. Magari non sarà proprio così, ma il report indica una tendenza con la quale tutti, imprenditori e lavoratori (attuali e futuri) dobbiamo fare i conti. Usare lo smartphone o il tablet non è sufficiente per il mondo che verrà. Tutti – imprese, lavoratori, mondo della scuola – dobbiamo rinnovarci rapidamente se vogliamo evitare di declinare in un mondo che corre sempre più rapidamente.

È in tale contesto che il dibattito sui voucher o i mini jobs, e ancor prima quello sul Jobs Act, rischia di continuare a guardare il dito, tralasciando la luna e lo sguardo d’insieme. Non rientro tra i pessimisti, convinti che di lavoro ce n’è sempre meno e altro ne verrà bruciato dalla quarta rivoluzione industriale, ritengo però che per crescere insieme serva una sforzo comune. Questo significa ragionare dei fondamentali investimenti produttivi oggi ancora insufficienti o della sempre più necessaria maggiore capacità di adattamento e di formazione continua per i lavoratori, smettendo di pensare che “una volta è per sempre”.

È in tale contesto di profonda mutazione che servono politiche attive mirate, più attente alla formazione e riqualificazione di chi oggi lavora. Allo stesso modo, per chi è in età di studio, è molto importante saper cogliere il giusto punto di equilibrio tra passioni e sbocchi lavorativi. L’industria 4.0 non è la bacchetta magica che ci farà uscire dalla crisi, è una necessità e un’opportunità che deve essere compresa. Dalle imprese, dai lavoratori e dai sindacati, dalle famiglie e dai figli che oggi devono decidere cosa studiare. Da chi oggi governa e deve introdurre con vigore le necessarie misure di accompagnamento di tale processo”.

Addio studi di settore, Massetti: vittoria di Confartigianato

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Eugenio Massetti/Personaggi by

Non più spauracchio per imprese e professionisti ma sistema che premia i contribuenti per i comportamenti fiscali corretti. Da quest’anno infatti è iniziato il progressivo pensionamento degli attuali studi di settore e il loro superamento con un indice sintetico di affidabilità fiscale del contribuente. Una sorta di pagella per professionisti e piccole e medie imprese. È quanto si promette l’Agenzia delle Entrate con l’arrivo degli Isa, gli Indici sintetici di affidabilità fiscale che dal prossimo anno prenderanno il posto degli studi di settore, fino ad oggi, assillo per le imprese. Un incentivo ad essere in linea non per evitare le sanzioni, ma per ottenere dei vantaggi, a partire dall’esclusione o dalla riduzione dei termini per gli accertamenti. Il nuovo indice di affidabilità, che assumerà valore da 1 a 10 sarà costruito partendo da una serie di indicatori elementari che dovrebbero permettere al singolo contribuente di conoscere il suo posizionamento nei rapporti con il Fisco e, conseguentemente, potrebbe far indurre l’assunzione di comportamenti maggiormente virtuosi.

Tutto chiaro allora? Non ancora. Di certo, un passaggio importante, che Confartigianato guarda con positività, ma anche con molta attenzione. Perché lo strumento che per molti è stato utilizzato per verificare l’attendibilità dei ricavi/compensi dichiarati da imprese e professionisti è destinato a lasciare spazio ad un nuovo prodotto finalizzato, esclusivamente, ad incrementare il livello dell’adempimento spontaneo.

«Per rendere operativa la riforma degli studi di settore che sta muovendo i primi passi è necessario procedere per fasi successive ma accelerando i tempi. E senza ulteriori complicazioni. Si conosce ancora abbastanza poco e ci auguriamo che si vada incontro ad una autentica riduzione dei dati richiesti alle imprese» ha commentato il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti.

Intanto l’Agenzia delle Entrate ha reso disponibile il software Gerico 2017 per la compilazione degli studi di settore; contestualmente a Gerico, è disponibile anche Parametri 2017. Gerico 2017 tiene conto dei correttivi “crisi”, approvati dalla Commissione degli esperti e interessa i 193 studi di settore applicabili per il periodo d’imposta 2016.

«Di certo questo cambio di rotta è frutto dell’intensa azione di lobby portata avanti da Confartigianato. Tra queste la cancellazione degli studi di settore e una maggiore compliance con la pubblica amministrazione, per premiare la fedeltà fiscale, ridurre la pressione sugli imprenditori e migliorare la loro capacità produttiva» conclude Massetti.

Aib, il Consiglio generale indica Pasini per la presidenza

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Feralpi/Nomine by

Pasini sarà il prossimo presidente di Aib, salvo soprese. Secondo quanto si legge in una nota, infatti, “nella riunione di oggi, il Consiglio generale dell’Associazione Industriale Bresciana ha preso atto della relazione della Commissione di Designazione, composta da Angelo Baronchelli, Francesco Franceschetti e Pier Luigi Streparava che, previa una ampia consultazione della base associativa, si è espressa in merito alla candidatura alla Presidenza di AIB per gli anni 2017-2021”.

“Il Consiglio Generale – continua il comunicato – ha votato la designazione a Presidente di Giuseppe Pasini, attuale Vice Presidente con delega ad Ambiente, Sicurezza e Responsabilità sociale di AIB, da proporre all’Assemblea Generale, convocata per il prossimo 31 maggio”.

Startup innovative, a Brescia sono 122

in Artigianato/Associazione Artigiani/Associazioni di categoria/Economia/Startup by
La Lombardia si conferma il territorio più favorevole per l’innovazione con 1574 aziende attive su 6800 a livello nazionale: il 23,1% del totale, 1 su 5 in Italia.
Al secondo posto c’è l’Emilia Romagna con 759 (11,2%), al terzo il Veneto con 585 (8,6%), mentre agli ultimi posti ci sono la Valle D’Aosta con 17 start up (0.2% del totale italiano) e il Molise con 30 (0.4%), secondo una analisi della Camera di Commercio di Monza e Brianza su dati Registro imprese aggiornati a marzo 2017 e diffusi da Regione Lombardia.
Le start up innovative lombarde sono guidate per il 20,8 per cento da giovani, per l’11,1 per cento da donne e per il 3 per cento da stranieri.

I settori in cui si sviluppano maggiormente le aziende lombarde sono quello dei servizi di informazione e comunicazione, con 753 imprese (47,8% del totale regionale) e le attività professionali, scientifiche e tecniche con 362 aziende (23%), ma anche commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli con 80 imprese (5,1%) e noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese con 51 imprese, pari al 3,2 per cento.  Le start up del settore dell’industria sono 241 (15,3% del totale), di cui 216 nelle attività manifatturiere, mentre nel settore agricolo lombardo le start up innovative lombarde sono poco più di una decina (0,8%).

A livello provinciale, in Lombardia è Milano a fare la parte del leone con il 69,3 per cento delle imprese innovative lombarde (1.091 aziende)seguono Brescia e Bergamo, rispettivamente con 122 e 110 imprese, Monza e Brianza con 49 start up innovative, Pavia con 41 e Como con 31 attività.

“Questi dati – commenta il segretario generale dell’Unione Artigiani di Milano, Marco Accornero –  testimoniano quanto sia vitale la vocazione imprenditoriale lombarda e, nello specifico, milanese. In un panorama come questo, appare incomprensibile come non si riesca ad agire con urgenza per risolvere alcuni nodi che attanagliano quotidianamente l’imprenditoria, dalla semplificazione burocratica al taglio di imposte e tasse su aziende e lavoro, dando un impulso decisivo alla ripresa delle attività produttive e alla crescita economica. Un contesto che ancor meglio si presterebbe ad accogliere a Milano le sedi di prestigiose imprese ed agenzie internazionali.”

 

Arriva a Brescia Eccellenze in digitale

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia/Evidenza/Web e digitale by

Al via nelle Camere di Commercio di 83 province la nuova edizione di “Eccellenze in Digitale”, il progetto di Unioncamere e Google per la digitalizzazione delle piccole e medie imprese.

Raccontare la cultura dell’innovazione attraverso le novità dell’economia 4.0, aiutare le aziende a sviluppare competenze digitali e avviare un dialogo sulle opportunità economiche della rete. Questi gli obiettivi della nuova edizione di “Eccellenze in digitale”, il progetto promosso da Google in collaborazione con Unioncamere al via oggi in Camera di Commercio di Brescia per l’edizione 2017.

Le piccole e medie imprese bresciane avranno a disposizione tutor digitali, esperti in formazione e supporto alle imprese, scelti e formati da Google e Unioncamere. Attraverso seminari formativi teorici e pratici, le aziende del territorio potranno conoscere le migliori strategie per essere online: al termine di ciascun seminario, i tutor saranno a disposizione degli imprenditori per ulteriori sessioni personalizzate e per avviare un percorso digitale concreto.

Chiara Bressa, social media manager, digital specialist e blogger esperta, dopo aver supportato nella valorizzazione in Rete oltre 70 imprese imprese nell’ambito del progetto “Made in Italy: Eccellenze in Digitale”, è il tutor scelto per favorire la digitalizzazione delle imprese all’interno del territorio della Camera di Commercio di Brescia.

“Internet permette ad aziende di ogni settore e dimensione di far conoscere i propri prodotti oltre i confini nazionali, raggiungendo nuovi mercati e nuovi clienti in tutto il mondo – commenta il Segretario Generale della Camera di Commercio Massimo Ziletti – In particolare, le piccole e medie imprese locali possono trasformarsi, grazie agli strumenti digitali, in aziende globali pur mantenendo il loro carattere tradizionale. Le ricerche su Google legate al Made in Italy crescono a doppia cifra ogni anno, eppure l’Italia utilizza ancora solo il 10% del suo potenziale digitale.

Secondo uno studio di Doxa Digital e Google, al crescere del livello di maturità digitale la percentuale di imprese che fanno export aumenta, con un impatto diretto sulle vendite: il 39% del fatturato da export delle medie imprese attive online è realizzato proprio grazie a Internet.”

Il primo appuntamento del 5 aprile, con il primo laboratorio dedicato a”Le opportunità della rete”, apre un percorso che accompagnerà le imprese bresciane con appuntamenti mensili fino a novembre.

E’ possibile aderire compilando la manifestazione di interesse disponibile sul sito della Camera di Commercio di Brescia. Tutti i seminari e gli approfondimenti sono gratuiti.

Informazioni sul progetto sono disponibili sul sito www.eccellenzedindigitale.it, attraverso il quale le aziende potranno contattare il loro tutor di riferimento.

Per maggiori informazioni è possibile contattare l’Ufficio Competitività delle Imprese della Camera di Commercio di Brescia (tel.  030 3725298 -264-346 e-mail pni@bs.camcom.it)

Servizi e notizie sul telefonino: Confartigianato ha la sua App

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Tech by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

Un’applicazione che permette di essere sempre in contatto con il mondo di Confartigianato, accedere ai servizi ed essere informati su iniziative e normative. Novità legata alla nuova tessera 2017, la prima applicazione per smartphone di Confartigianato dedicata alle imprese associate è scaricabile gratuitamente dalle piattaforme Apple Store e Google Play digitando «Confartigianato» e permetterà di avere sempre in tasca notizie in tempo reale su novità, corsi, iniziative, servizi dedicati e convenzioni. Per accedere, una volta scaricata la App, gli associati dovranno inserire il relativo codice d’accesso che riceveranno con la tessera 2017, sulla quale è anche riportato l’apposito Qr Code. Sottoscrivendo la tessera 2017 è possibile accedere a una serie di servizi e consulenze per la gestione aziendale (contabilità, paghe, sindacale, fiscale, legale, ambientale, innovazione, internazionalizzazione ed energia), partecipare a eventi formativi e seminari gratuiti, essere informati sulle novità normative che riguardano ciascuna categoria, e iscriversi a corsi di formazione e abilitazione. Sempre su ConfApp è disponibile un esclusivo servizio di rassegna stampa quotidiana riservato agli associati. Basta un tap sullo schermo per accedere a una dettagliata selezione delle principali notizie del giorno legate al mondo dell’artigianato e della piccola impresa, realizzata dall’Ufficio stampa di Confartigianato nazionale. Attraverso il monitoraggio di oltre 100 tra quotidiani nazionali e locali, settimanali e mensili di attualità, economia e politica, il servizio offre ogni giorno una fotografia delle principali novità d’interesse per artigiani e piccoli imprenditori. Per informazioni è possibile contattare una delle 15 sedi presenti in tutta la provincia oppure rivolgersi all’ufficio Categorie di Confartigianato Brescia ai numeri 030 3745203-324, oppure scrivere a: area.categorie@confartigianato.bs.it

Cambia la responsabilità solidale negli appalti. La preoccupazione di Cna Costruzioni

in Associazioni di categoria/Cna/Economia/Edilizia by

Una brutta notizia per le imprese di costruzioni e per Cna Costruzioni, che sin da subito aveva espresso la propria contrarietà. Con il decreto legge n. 25 sul lavoro, varato dal Consiglio dei ministri lo scorso venerdì 17 marzo, si è modificata la disciplina della responsabilità solidale negli appalti, cancellando il beneficio della «preventiva escussione» del datore di lavoro.

Con il provvedimento varato dal governo, cioè, il lavoratore cui non sono stati corrisposti stipendio, contributi Inps e premi Inail non ha più l’obbligo di agire prima sull’impresa inadempiente e poi, se necessario, sull’impresa appaltante. Significa che potranno essere chiamati in causa sin da subito non solo il debitore principale, ma anche tutte le imprese della filiera produttiva.

«Deve essere chiaro a tutti – sottolineano da Cna Costruzioni – che la norma modificata dal governo con il decreto 25, la quale obbligava i lavoratori ad agire nei confronti del proprio datore di lavoro prima di rivolgersi alle altre imprese della filiera dell’appalto (il d.lgs. 276/2003), non eliminava né diminuiva la portata e gli effetti della responsabilità solidale nei confronti del lavoratore. Rappresentava invece una tutela per le imprese che operano nel pieno rispetto delle regole e con serietà».

Giovedì 23 marzo ha avuto inizio alla l’iter di conversione del decreto, in Commissione Lavoro alla Camera. «L’impegno di Cna Costruzioni è finalizzato a rimettere in equilibrio gli interessi legittimi dei lavoratori con gli altrettanto legittimi interessi delle imprese e continuerà in maniera incalzante, cercando le opportune e necessarie alleanze, nel periodo dedicato alla conversione in legge del decreto».

I giovani di Confartigianato in visita a Bruxelles

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Evidenza/Export by

Il Gruppo Giovani Imprenditori di Confartigianato Imprese Brescia è in visita studio a Bruxelles, città sede del Parlamento Europeo. Obiettivo di questa iniziativa è visitare gli organismi dell’Unione Europea che si occupano specificatamente delle tematiche delle Piccole e Medie Imprese, meglio norme e regolamenti, incentivare opportunità di lavoro che possano inserirsi nelle politiche dell’UE ed essere un importante fattore per l’economia delle piccole e medie imprese italiane. Una tre giorni ricca di appuntamenti: dopo la visita al Parlamento Europeo guidati dall’On. Patrizia Toia, la visita al Comitato Economico e Sociale Europeo, poi presso l’ufficio di Confartigianato Imprese a Bruxelles e l’incontro con la delegazione di Regione Lombardia e di Unioncamere per conoscerne funzionamento e attività. Un viaggio studio per discutere del sistema di rappresentanza delle imprese in Europa, finanziamenti europei diretti, programma Horizon 2020, sinergie tra Fondi strutturali e altri strumenti per le politiche sull’innovazione dell’Ue. Perché l’UE è impresa: 23 milioni le PMI in Europa, 75 milioni di posti di lavoro, il 99% delle imprese europee, il 58% del fatturato, 2/3 del PIL Europeo.

Sivieri (Apindustria): ora serve una politica che prenda decisioni

in Api/Associazioni di categoria/Douglas Sivieri/Economia/Personaggi by
Douglas Siveri presidente Apindustria

Una politica ferma che, ancora una volta, non aiuta gli imprenditori. Il presidente di Apindustria Brescia Douglas Sivieri ribadisce l’importanza di prendere decisioni precise in questo momento storico ed economico. “Gli imprenditori, per natura, sono molto ottimisti – commenta in una nota – : se così non fosse tante imprese non sarebbero nemmeno nate. Ottimisti sì, ma non incoscienti, ed è per questo che da tempo ribadiamo l’importanza di decisioni importanti per il sistema Paese. Che purtroppo non arrivano, né per sostanza né tanto meno per la celerità che invece servirebbe”.

“Oggi è una giornata importante – continua Sivieri -: la Gran Bretagna ha infatti dato formalmente il via al processo di separazione dall’Unione Europea. È la prima volta che accade nella non lunga storia dell’Unione e non sappiamo quali saranno le conseguenze e gli esiti di questa decisione. A oggi possiamo solo dire che in Gran Bretagna il disastro annunciato lo scorso anno sul rischio Brexit non c’è ancora stato. Più facile per loro, certo, che hanno la sterlina e non sono dentro l’euro (che, a scanso di equivoci, non è una porta girevole). Resta che il mondo si muove, dentro e fuori (soprattutto) dall’Europa. Eppure sembriamo non accorgercene. Nei giorni scorsi a Roma si sono tenute le celebrazioni per il sessantesimo dei Trattati di Roma: tanta diplomazia, tanti richiami ai valori dell’Europa, un documento che è stato soprattutto una grande prova di equilibrio o, meglio, di equilibrismo.
I nodi sono ancora tutti lì e qui veniamo all’Italia, che oltre ai nodi europei ne ha anche fin troppi di suoi. Il Paese continua ad andare a bassa velocità, al punto da sembrare immobile. Non mi riferisco tanto alle variazioni congiunturali di fatturato e ordinativi delle imprese (in calo a gennaio, secondo le ultime rilevazioni fatte dall’Istat proprio ieri), quanto piuttosto al senso di immobilismo che si continua a percepire. A distanza di quattro mesi dal referendum costituzionale non c’è ancora uno straccio di legge elettorale che ci possa consentire di andare al voto. E, peggio, la politica è impallata, terrorizzata da 3,4 miliardi di manovra correttiva da fare in un contesto nel quale il debito pubblico è superiore al 130% del Pil, intorno ai 2.200 miliardi di euro. Che accadrà fra pochi mesi, quando le manovre sui conti pubblici dovranno essere di ben altra portata?

Abbiamo bisogno di investimenti – ricorda Sivieri -, abbiamo bisogno di sostegno, abbiamo bisogno di un Governo che decida cosa, quanto e dove tagliare e dove, al contempo, investire. Abbiamo bisogno di una politica fiscale diversa, che sia meno soffocante per imprese e lavoratori. Abbiamo bisogno di una politica industriale, che non può limitarsi (con tutti i se e i ma del caso) agli incentivi per l’industria 4.0. Abbiamo bisogno, in una parola, di una visione di insieme. Sarebbe quella che ci permetterebbe di vivere con minor ansia le piccole variazioni col segno meno e di ascoltare con minor invidia il console onorario canadese quando, la scorsa settimana a palazzo Loggia, ci ha spiegato quanto sia facile fare gli imprenditori da quelle parti, dalla burocrazia (cinque giorni per aprire una società) alle tasse.

Ecco, senza sperare di diventare il Canada – fosse anche solo per ragioni climatiche – vorremmo una politica che prenda delle decisioni. Che si sporchi le mani, che non urli solo al disagio ma lo guardi davvero e proponga e realizzi soluzioni. Lo chiediamo noi imprenditori, quelli che vanno bene e ancor più quelli che hanno i conti traballanti, non pochi purtroppo questi ultimi. E, credo, lo chiedono anche i disoccupati bresciani (l’8,6% dicono le ultime statistiche), soprattutto i giovani. Mai come oggi le sorti di imprese e lavoratori sono comuni. Per questo vorremmo una politica più responsabile, più attenta ai bisogni di imprese e lavoratori, meno concentrata su se stessa. Dobbiamo essere ottimisti, ma non vogliamo essere smentiti”.

Go to Top
Vai alla barra degli strumenti