Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Associazioni di categoria - page 56

Confartigianato, assemblea il 3 luglio con Massetti, Bonino e Fumagalli

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Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

Appuntamento il 3 luglio con la 69esima Assemblea Generale di Confartigianato di Brescia (e Lombardia Orientale). L’evento si terrà all’Auditorium di Confartigianato (via Orzinuovi 28, a Brescia), dalle 18, e avrà per titolo: “Sessant’anni di Unione europea. Una scommessa per il futuro”.

Dopo la relazione di Eugenio Massetti, presidente Confartigianato Brescia e Lombardia, porterà i suoi saluti il prefetto Annunziato Vardè, seguito dal sindaco di Brescia Emilio Del Bono e da Emma Bonino (ministro degli Esteri, già Componente Commissione Europea), che verrà intervistata da Nunzia Vallini (direttore del Giornale di Brescia). Le conclusioni saranno invece affidate a Cesare Fumagalli, segretario generale di Confartigianato.

San.Arti: riaperti i termini per iscriversi

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Brescia – Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale informa che sono riaperti i termini per l’iscrizione all’unico fondo italiano di assistenza integrativa che si rivolge ai dipendenti e ai titolari delle aziende artigiane San.Arti. Un fondo di assistenza sanitaria integrativa ideato per tutto il settore dell’artigianato e costituito dai principali sindacati dei lavoratori e dalle associazioni dell’artigianato e attivo dal 2013 per garantire a tutti gli iscritti i servizi sanitari integrativi attraverso il rimborso totale dei ticket ed in percentuale per le visite specialistiche, l’alta diagnostica, gli interventi chirurgici, la prevenzione cardiologica ed oncologica, le prestazioni odontoiatriche e quanto previsto dal nomenclatore sanitario del fondo. L’iscrizione per i dipendenti è gratuita e avviene automaticamente con i versamenti dei contributi a carico delle aziende artigiane come contrattualmente previsto. Titolari, soci e collaboratori delle aziende artigiane, nonché i familiari dei dipendenti e dei titolari, soci e collaboratori, possono invece sottoscrivere l’adesione volontaria a San.Arti. versando una quota annuale. Per poter contare sulle prestazioni del Fondo per l’anno 2018, la sottoscrizione volontaria andrà fatta entro il prossimo 15 dicembre. Informazioni ed approfondimenti sulle opportunità offerte da Sanarti e sui costi per la sottoscrizione, possono essere richieste rivolgendosi ai principali uffici di Confartigianato Brescia. «Il fondo fornisce prestazioni sanitarie “su misura” per la domanda di salute dei titolari e dei dipendenti, con le loro famiglie, delle imprese artigiane – precisa il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti – e rappresenta un welfare integrativo con prestazioni innovative e di alta qualità rispetto ad un’offerta di servizi pubblici generica e spesso carente. Attraverso San.Arti., si conferma il valore della cultura partecipativa e dei principi di sussidiarietà e di mutualismo espressi nelle relazioni sindacali dell’artigianato. Un modello che responsabilizza le parti sociali e che assume straordinaria importanza».

Calano le imprese under 35 a Brescia, in crescita solo tatuatori e broker

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Crisi/Economia/Lavoro/Tendenze by
Un tatuatore all'opera

Dai dati del Registro Imprese elaborati dall’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Brescia sono 11.349 le imprese bresciane guidate da giovani con meno di 35 anni, ovvero il 9,5% delle imprese registrate. Valore questo che colloca Brescia in quarta posizione nella graduatoria regionale, ex equo con Bergamo, per presenza dei giovani nel tessuto imprenditoriale.  Donne e stranieri sono i protagonisti delle giovani imprese bresciane: quasi un’impresa giovanile su tre è guidata da donne, mentre il 24% delle imprese under 35 è condotta da stranieri. Le attività produttive gestite dai giovani bresciani si concentrano prevalentemente nei settori tradizionali quali: il commercio (che assorbe il 21,7% delle imprese giovanili), le costruzioni (il 16,4% con 1.866 imprese), turismo con alloggio e ristorazione (12,2%), servizi alla persona (8,1%) e industria manifatturiera (7,9%).

Esercitano per la maggior parte l’attività di impresa da titolare, infatti oltre sette imprese giovanili su dieci sono gestite da imprenditori individuali. Più nel dettaglio i giovani titolari gestiscono bar e ristoranti; fanno i barbieri, i parrucchieri e i tatuatori; i muratori ed i tinteggiatori; gli agenti e broker delle assicurazioni; gestiscono imprese di pulizie e manutenzione del paesaggio; conducono aziende agricole associate all’allevamento di animali; vendono autoveicoli ed eseguono riparazioni; svolgono il commercio ambulante.

Nell’ultimo anno la base imprenditoriale giovanile si è ridotta del 4,3% corrispondenti a 505 imprese in meno. Intensa la diminuzione negli ultimi cinque anni: -21%, ovvero 3.006 imprese in meno. Gli effetti della crisi economica sono evidenti, tra il 2011 e il 2016 si è assistito ad un processo di invecchiamento della componente direttiva delle imprese bresciane. Nel 2011 circa 11,7% dei titolari o soci delle imprese era costituito da under 35, nel corso degli anni la componente si è progressivamente ridotta fino ad arrivare al 9,5% del 2016.

L’andamento negativo è determinato dal crollo delle imprese di costruzioni, diminuite in un anno dell’11,5% e del 46,1% in cinque, settore che continua a scontare gravi difficoltà, a cui si aggiunge la flessione dell’industria manifatturiera (-6,6% sul 2015; -32,4% sul 2011); dell’agricoltura (-1,6% sul 2015; -20,2% sul 2011); del commercio (-2,2% sul 2015; -13,7% sul 2011). Più contenuto il calo nel settore della ristorazione (-2,6% sul 2015; -4,3% sul 2011) e nell’aggregato degli altri servizi (-2,8% sul 2011; -15,4% sul 2011). Nonostante la diminuzione generalizzata degli imprenditori under 35, i giovani bresciani creano nuove opportunità imprenditoriali nelle attività finanziarie e assicurative come agenti e broker delle assicurazioni (cresciuti rispetto al 2011 del 19%); sono attivi anche nei servizi di supporto alle imprese, con attività di pulizia di edifici, di cura e manutenzione del paesaggio (inclusi parchi, giardini e aiuole), di servizi di fotocopiatura e disbrigo pratiche.

Anche nei servizi alla persona si rileva una certo dinamismo, in particolare nell’ambito delle attività di cura del benessere fisico con l’apertura di centri di yoga e shiatsu, nonché nelle attività di tatuaggi e piercing.

Astana, anche Confartigianato tra i protagonisti di Expo 2017

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Astana – Kazakistan – «Un importante confronto con realtà internazionali sull’Energia del Futuro vista dalle MPI» così il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti in occasione della missione internazionale conclusa ieri ad Astana, in Kazakistan all’Expo 2017 dedicato proprio al tema dell’energia. La delegazione – guidata dal presidente Massetti con i due vice presidenti di Confartigianato Lombardia Giovanni Barzaghi e Marco Galimberti, insieme al segretario generale Vincenzo Mamoli e alla responsabile delle relazioni Istituzionali Roberta Gagliardi – ha preso parte a una serie di incontri legati alla settimana di protagonismo di Regione Lombardia ed improntati al tema “Future Energy”, filo conduttore dell’esposizione internazionale che chiuderà il 10 settembre.

Dando continuità alla partecipazione attiva a Expo Milano 2015, Confartigianato ha portato nel confronto ad Astana la visione delle MPI in tema di risparmio energetico, energie rinnovabili e green economy, presentando le proprie iniziative e i propri strumenti a supporto delle imprese.

CEnPi – Consorzio energia per le imprese, Settimana per l’Energia e azioni di promozione di network di imprese a sostegno delle opportunità di business, sono stati gli argomenti al centro dell’intervento del presidente Massetti, anche in qualità di delegato nazionale di Confartigianato Energia e Multi Utilities, al seminario internazionale “Lombardy way to Green Future”. Ad arricchire la missione ad Expo Astana 2017 gli incontri con rappresentanze istituzionali ed imprenditoriali del Kazakistan, Cina e Russia. «Essere chiamati a dare una testimonianza del lavoro di

Confartigianato sul tema dell’energia del futuro è stato per noi un privilegio – conclude il presidente Massetti – e da questa missione torniamo con ulteriori stimoli e idee nate dal confronto con altre realtà internazionali. Auspico che la nostra proposta di creare sinergie progettuali per le MPI con Expo Astana 2017, già a partire dalla prossima edizione della Settimana per l’Energia, possa trovare l’interesse delle Istituzioni e delle organizzazioni imprenditoriali».

Export lombardo verso l’Ue vale 61,9 miliardi

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L’Unione Europea, secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat per l’anno 2016, vale per la Lombardia 138 miliardi di scambi nel 2016 (61,9 miliardi l’export e 76,3 miliardi l’import), in crescita (+1,5%) rispetto all’anno precedente. In dieci anni restano abbastanza stabili i rapporti economici con i paesi dell’Europa, circa 140 miliardi (da 136 a 138 miliardi, + 1,3%), ma accelera il business extra europeo (da 76 miliardi a 89 miliardi, +16,8%).

La dipendenza dai Paesi dell’Unione cala così nel decennio di tre punti percentuali, dal 64% degli scambi al 61%. Di opportunità economiche nei Paesi dell’Unione Europea, in particolare nel settore degli appalti pubblici, si è parlato oggi in un convegno in Camera di commercio di Milano. Unione Europea, per scambi la Lombardia pesa il 30,4% sul totale italiano, che ammonta a 454 miliardi (+2,5%). Milano prima tra le province lombarde con uno scambio di 57 miliardi (+1,8%): 41 miliardi (+0,4%) l’import e 15 miliardi (+5,7%) l’export, rispettivamente il 54% e il 25% del totale lombardo. Seguono Bergamo (+2,8%) e Brescia (-0,2%) con quasi 15 miliardi, Varese con 9 miliardi (-2,9%), Pavia con 7 miliardi (+1,2%) e Mantova con 6 miliardi (+2,1%).

Importa soprattutto prodotti manifatturieri per un valore di 73 miliardi, in crescita del 1,3% rispetto al 2015. Bene anche l’import di prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e della pesca con 1,6 miliardi, +5,7%. In calo, invece, l’import di prodotti dell’attività di trattamento dei rifiuti: passa da 1,4 miliardi nel 2015 a 1,1 miliardi nel 2016 (-15,3%). Anche nell’export lombardo prevalgono i prodotti manifatturieri per un valore di 61 miliardi (+2,2%): Milano resiste al primo posto tra le province con 15 miliardi (+6,5%), seguita da Brescia con 9,2 miliardi (+0,5%) e Bergamo con 8,8 miliardi (+1,7%). Nello specifico tra i prodotti manifatturieri, la Lombardia importa sostanze e prodotti chimici (12 miliardi, -3,4%), computer e apparecchi elettronici (9,6 miliardi, -2,8%) e macchinari (7,9 miliardi, +9,3%). Mentre esporta soprattutto prodotti in metallo per un valore di 11 miliardi (+3,5%), macchinari per 10 miliardi (+1,6%), sostanze e prodotti chimici per 7 miliardi (+4,4%) e abbigliamento (+1,8%) e mezzi di trasporto (-2,1%) per oltre 5 miliardi.

Milano esporta in Unione Europea soprattutto macchinari e sostanze e prodotti chimici per oltre 2 miliardi. Bene anche l’export di abbigliamento e prodotti in metallo, rispettivamente 1,6 miliardi e 1,9 miliardi. Tra le altre province Brescia esporta prodotti in metallo per un valore di 3 miliardi e macchinari per 2 miliardi; Bergamo esporta macchinari e sostanze chimiche per quasi 2 miliardi; Lecco e Monza e Brianza esportano soprattutto prodotti in metallo per oltre un miliardo; Lodi, infine, esporta un miliardo di apparecchi elettronici.

Antiriciclaggio, sportello di Confesercenti per aiutare le imprese

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ANAMA (Associazione Nazionale Agenti Mediatori d’Affari) Confesercenti della Lombardia Orientale ha attivato presso la sede di Via Salgari 2/6 a Brescia un nuovo sportello di consulenza, finalizzato a fornire alle imprese le necessarie informazioni e chiarimenti sugli adempimenti dettati dalla normativa antiriciclaggio. L’attivazione del servizio cade in un momento di particolare attenzione per la materia: è del 24/05/2017, infatti, la notizia che il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni e del Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, ha approvato un decreto legislativo che detta disposizioni più severe in materia di antiriciclaggio e di contrasto al finanziamento delle attività terroristiche. In questo contesto la normativa, (che risale alla fine 2007 con il recepimento della III direttiva europea nel DLgs 231/2007) vede un’ampia platea di soggetti obbligati ai relativi adempimenti ma, in considerazione dell’importanza e delicatezza attribuita dal legislatore all’ambito delle transazioni nel settore immobiliare, investe in modo particolarmente gravoso le Agenzie Immobiliari come soggetti obbligati all’identificazione e adeguata verifica della clientela e approccio basato sul profilo di rischio.

Presso l’Associazione via Salgari, ogni primo mercoledì del mese, a partire dal prossimo 14 giugno, previo appuntamento, le imprese avranno a disposizione un consulente che farà loro un “checkup” per mostrare rispetto ai singoli casi concreti i passi che l’imprenditore deve muovere per restare in regola con la normativa e i suoi prossimi aggiornamenti.

Per maggiori informazioni e per appuntamenti sono disponibili gli uffici   Confesercenti Lombardia Orientale tel. 030-2421697;   e-mail: info@comservizi.it

Allevatori, Pé: tutti in campo per salvare i servizi alle aziende

in Agricoltura e allevamento/Associazioni di categoria/Economia by

Un piano di intervento regionale per salvare le Associazioni degli allevatori che garantiscono servizi alle aziende e sicurezza ai consumatori. E’ questa la proposta lanciata da Germano Pé, presidente dell’Associazione Interprovinciale Allevatori di Brescia e Bergamo e presidente dell’Aral (l’associazione regionale degli allevatori lombardi) dopo gli ultimi tagli dei fondi nazionali per i servizi agli allevamenti. “La situazione poco rosea è sotto gli occhi di tutti e dalla Conferenza fra Stato e Regioni non sono emerse soluzioni rispetto alla diminuzione delle risorse – spiega Pé –. Penso che remando tutti nella stessa direzione, svolgendo ognuno il proprio compito, senza divisioni o polemiche inutili, possiamo trovare una strada da percorrere che porti a una riorganizzazione condivisa ed equilibrata delle Apa. Certo non possiamo aspettarci miracoli, soprattutto quando i tagli sono a livello nazionale, ma conosciamo tutti l’impegno dell’assessore Fava per gli allevatori e le nostre produzioni”.

Nel frattempo, a livello lombardo, le Apa hanno già avviato ognuna per la parte di propria competenza, una riorganizzazione che coinvolge servizi e personale, snellendo procedure e burocrazia e stringendo ancora di più i controlli sui costi. La situazione è comunque complicata. Ad esempio l’ultimo bilancio dell’Aipa di Brescia e Bergamo ha chiuso in rosso di due milioni a causa della riduzione delle risorse pubbliche. “Ma la nostra è una realtà economicamente solida – conclude il presidente Germano Pè – Abbiamo riserve superiori a 6,2 milioni di euro, stanziate nel corso degli anni per far fronte a rischi ed iniziative varie: tuttavia la riduzione dei finanziamenti pubblici ci deve portare a ragionare sempre più con una visione regionale. Dobbiamo rendere sempre più efficiente il nostro sistema in modo da gestire al meglio le risorse disponibili”.

A Brescia l’8 agosto è il tax free day: ogni cento euro 60 vanno in tasse

in Associazioni di categoria/Cna/Economia/Tasse by
Tasse

Le piccole e medie imprese bresciane dovranno lavorare fino al prossimo 8 agosto per pagare le tasse. Soltanto dal giorno successivo cominceranno a guadagnare per se stesse. Martedì 8 agosto 2017 sarà infatti il “tax free day”, che quest’anno arriverà prima di quello del 2015 (9 agosto) ma dopo quello del 2016 (7 agosto). Una situazione di sostanziale stabilità, che colloca Brescia al 71esimo posto nella classifica nazionale, in discesa di 6 posizioni rispetto al 2016, quando era 65esima. Il tax free day arriverà in media in Italia il 10 agosto.

A svelarlo è il rapporto 2017 Comune che vai, fisco che trovi dell’Osservatorio permanente della tassazione sulla piccola impresa in Italia di CNA, curato dal Centro Studi CNA e dal Dipartimento politiche fiscali, presentato oggi a Roma nell’auditorium CNA. È un’analisi dettagliata del peso fiscale che le pmi portano sulle proprie spalle in 135 comuni italiani e in 6 capitali europee (Londra, Madrid, Varsavia, Berlino, Parigi e Roma).

Sempre il rapporto svela che, quest’anno, il fisco si prenderà il 60,5% del reddito d’impresa delle pmi artigiane di Brescia. È questo il “total tax rate” calcolato dall’Osservatorio, in crescita dello 0,3% rispetto al 2016 (60,2%), dello 0,5% rispetto al 2015 (60%) e del 3,1% rispetto al 2011 (57,4%). Una percentuale che scende, però, al 57,9% nel caso delle imprese che potranno optare per l’IRI, introdotta con la Legge di Bilancio 2017. Il total tax rate medio italiano è del 61,2% (del 58,1% con l’IRI).

Al netto della tassazione, all’impresa tipo analizzata dal rapporto (431mila euro di ricavi, 50mila euro di reddito d’impresa, un’area di circa 500 mq, 5 dipendenti) resterà un reddito disponibile di 19.770 euro (21mila nel caso dell’applicazione dell’IRI). Si tratta di un calo di 126 euro rispetto al 2016 e di ben 1522 euro rispetto al 2011.

«Nonostante tutti gli sforzi fatti da CNA per tentare di allentare la presa del fisco comunale, regionale e nazionale sulle casse delle imprese artigiane, quest’anno si è fatto un piccolo passo indietro – dichiara Eleonora Rigotti, da pochi giorni riconfermata alla presidenza di CNA Brescia -. Abbiamo accolto positivamente l’introduzione dell’IRI, che va incontro alla nostra richiesta di equità del prelievo fiscale, segnando un cambiamento strutturale della tassazione. Ma non basta». Da un lato perché può beneficiarne, per il momento, solamente una parte di imprese individuali e società di persone. Dall’altro perché, ai costi diretti dell’imposizione fiscale, va sommata la burocrazia. Come evidenziato in una recente audizione alla Commissione Parlamentare della Camera per la semplificazione di Rete Imprese Italia, servono 240 ore l’anno per pagare le tasse in Italia, 85 ore in più rispetto alla media dei paesi dell’Area euro. «Si tratta di tempo che le imprese sottraggono alla propria attività. Doppiamente penalizzate sono, ancora una volta – sottolinea la presidente Rigotti – le micro e piccole imprese, meno strutturate e con meno risorse a disposizione».

LE PORPOSTE DI CNA – Qualunque dato si prenda in considerazione, CNA ribadisce che la pressione fiscale in Italia è troppo elevata ed il carico è distribuito in modo iniquo. Per ridurre la pressione, invertire la tendenza del trasferimento alle imprese degli oneri dei controlli, per usare in modo intelligente la leva fiscale per aumentare la domanda interna, CNA propone 8 interventi, tra i quali:

– agevolare il passaggio generazionale delle imprese individuali tramite la completa neutralità fiscale delle cessioni di azienda, al pari di quanto è previsto in caso di conferimenti;

– rendere l’Imu pagata sugli immobili strumentali delle imprese completamente deducibile dal reddito d’impresa;

– evitare di spostare sulle imprese gli oneri dei controlli attraverso un uso intelligente della fatturazione elettronica, eliminando nel più breve tempo possibile tutti i regimi Iva del reverse change previsti attualmente, lo split payment, la ritenuta dell’8% sui bonifici relativi a spese per le quali sono riconosciute detrazioni fiscali.

 

Lavoro, il manifatturiero traina la domanda in Lombardia

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Il 2017 comincia nel segno del manifatturiero. Nel periodo gennaio-marzo 2017, infatti, le richieste raccolte dalle Agenzie per il Lavoro nel territorio della Città Metropolitana di Milano e nelle province di Monza Brianza e Lodi sono cresciute del 5% rispetto allo stesso periodo del 2016 (in linea con il +4% rilevato nell’ultimo trimestre del 2016). Un aumento trainato dalla domanda di figure inserite in processi produttivi manifatturieri: conduttori di impianti (5,8%), operai specializzati (4%), personale non qualificato in aziende industriali, che da solo rappresenta il 20,5% della domanda.

E dopo due trimestri contraddistinti dal segno meno, torna a crescere anche la richiesta di tecnici, che da sola vale quasi il 25% del totale, mentre quella di addetti al commercio (36,4%) registra per la prima volta dal 2014 un calo (-7%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

È quanto emerge dall’ultima indagine dell’Osservatorio Assolombarda, realizzata in collaborazione con le Agenzie per il Lavoro, che monitora con cadenza trimestrale la domanda di lavoratori in somministrazione formulata dalle imprese alle agenzie.

A tre anni dal suo avvio, il primo numero del 2017 registra alcune significative novità. Infatti si allarga a 12 il panel delle Agenzie per il Lavoro, che forniscono le informazioni sulle richieste di lavoratori in somministrazione (Ad Adecco Italia, Gi Group, Manpower, Men At Work, Quanta Italia, Randstad Italia e Umana, si sono aggiunte Etjca, In Job, Lavoropiù, Life In e Synergie). Inoltre, a seguito dell’adozione da parte dell’Associazione Industriale Bresciana (AIB) del modello di rilevazione previsto dall’indagine, l’analisi è stata estesa anche alla provincia di Brescia con il risultato di avere un maggior grado di copertura del mercato della somministrazione e un quadro più completo delle tendenze in atto.

“Il primo trimestre 2017 conferma l’incremento dell’occupazione in somministrazione, in linea con il buon andamento generale del 2016 – ha dichiarato Mauro Chiassarini, Vicepresidente di Assolombarda con delega al Lavoro e all’Occupazione –. Inoltre l’aumento delle richieste di alcune figure specializzate utilizzate nei processi produttivi, conduttori di impianti e operai, dà il segno – anche sotto il profilo qualitativo – di una ritrovata dinamicità del settore manifatturiero. Una tendenza già sottolineata da altre rilevazioni come ad esempio l’indagine Unioncamere-Confindustria Lombardia relativa al primo trimestre 2017. Il fatto poi che

l’indagine evidenzi quanto sia difficile reperire figure legate all’industria 4.0 è la conferma, da un lato, che questa dinamicità è spinta anche dalle nuove tecnologie e, dall’altro, che stiamo seguendo la strada giusta nel voler creare le competenze per affrontare l’evoluzione digitale”.

“Infine l’allargamento del monitoraggio all’ambito territoriale di Brescia, frutto anche dei consolidati rapporti tra le due associazioni – ha concluso Mauro Chiassarini –, consente un prezioso arricchimento dell’analisi considerate le differenze in termini di struttura produttiva tra i territori di Milano e Brescia”.

“Siamo in presenza di segnali senz’altro positivi – commenta Roberto Zini, Vicepresidente per Lavoro, relazioni industriali e welfare di AIB – perché nel I° trimestre del 2017 la domanda di lavoratori in somministrazione in provincia di Brescia è cresciuta del 16% rispetto all’analogo periodo del 2016. Un dato che conferma il particolare dinamismo dell’economia locale, certificato, fra l’altro, dalla crescente domanda di beni strumentali. Le Agenzie per il lavoro sono un osservatorio privilegiato per leggere i mutamenti strutturali in atto, l’impatto delle nuove tecnologie sul mercato del lavoro e sulle competenze richieste dalle imprese. Abbiamo aderito con piacere all’invito dei colleghi di Assolombarda a collaborare con il loro Osservatorio, collaborazione da cui nasce anche il primo rapporto interamente dedicato alla provincia di Brescia, curato dal nostro Centro Studi e destinato a essere aggiornato con periodicità trimestrale”.

Relativamente alla provincia di Brescia, per la prima volta rilevata dall’Osservatorio, si evidenzia una ancor più accentuata richiesta nel settore manifatturiero con il 20,5% di domanda per i conduttori di impianti, il 37% per i non qualificati e il 12,8% per gli operai specializzati (che, complessivamente, pesano un terzo dei lavoratori richiesti dalle imprese bresciane alle Agenzie per il Lavoro). Sulle figure riconducibili alle famiglie professionali di tecnici (5,6%) e impiegati esecutivi (5,1%) si concentra invece quasi l’11% della domanda, mentre gli addetti al commercio ne assorbono quasi il 20%.

APL BS I trimestre 2017 (002)

Giancarlo Turati (Aib) nominato al Tavolo della Protezione Civile

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Personaggi by

Giancarlo Turati, vice presidente della Piccola Industria di Confindustria, già presidente della Piccola di Aib, è stato designato componente del Tavolo di Coordinamento della Protezione Civile in rappresentanza di Confindustria.

La nomina, decisa nei giorni scorsi dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, arriva dopo la sigla nel dicembre scorso del Protocollo d’Intesa tra il Dipartimento della Protezione Civile e Viale dell’Astronomia, che nel 2016 ha varato il Programma di Gestione Emergenze (PGE) in aiuto delle popolazioni e delle imprese colpite dai terremoti in Centro Italia. Insieme a Turati, farà parte del Tavolo di Coordinamento anche Roberto Cardinali, pure lui componente della task force nazionale del PGE.

“Essere coinvolti nel Tavolo di Coordinamento della Protezione Civile testimonia una volta di più la validità di un progetto come il PGE voluto da Confindustria, al quale hanno dato il loro sostegno oltre 250 aziende, offrendo beni e servizi per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro. Un risultato concreto ottenuto da un programma che punta anzitutto sulla prevenzione, sensibilizzando le aziende ad attrezzarsi in caso di calamità naturali con piani di disaster recovery e azioni in grado di portare aiuto alle popolazioni e favorire la ripresa dell’attività produttiva. Per questo sempre più imprese scelgono di sostenere il PGE, che recentemente ha riscosso interesse e apprezzamento anche da parte delle Nazioni Unite”, dichiara il vice presidente Giancarlo Turati.

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