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Associazioni di categoria - page 43

Brescia, Aib: in cinquant’anni over 65 raddoppiati rispetto ai lavoratori

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In provincia di Brescia il tasso medio annuo di crescita della popolazione residente è sensibilmente diminuito tra il 2012 e il 2018: +0,3%, mentre era pari a +0,8% nel decennio del baby boom (1962-1971), in diminuzione nei due decenni successivi (+0,6% e +0,3%) e in crescita dopo il 1992 e fino al 2011 (+0,6% e +1,1%), trainato soprattutto dall’aumento dalla componente straniera. A evidenziarlo è una nota dell’Ufficio Studi e Ricerche di AIB sui dati diffusi dall’Istat nello scorso mese di luglio e relativi all’anno 2018.


Il rallentamento è dovuto alla riduzione sia del saldo naturale (differenza tra nascite e decessi) che di quello migratorio (differenza tra immigrati ed emigrati): quest’ultimo rappresenta negli ultimi anni circa un decimo (5.751 unità) di quanto fosse nel periodo 2003-2006 (55.897 unità). Del saldo migratorio totale è soprattutto quello con l’estero che è diminuito in modo considerevole, passando da quasi 10.300 unità nel 2008 a neanche 4.700 unità nel 2018. In conseguenza di ciò, prosegue l’aumento dell’indice di vecchiaia della popolazione, cioè il rapporto tra il numero degli over 65 e degli under 15: nel 2018 sono in media 151 gli ultra sessantacinquenni ogni 100 giovani (tra 0 e 14 anni), contro gli appena 38 del 1971. Le punte più elevate sono rappresentate soprattutto da comuni montani: Magasa, Valvestino, Lozio, Saviore dell’Adamello e Capovalle.

Anche l’indice di dipendenza anziani, cioè il rapporto tra la popolazione oltre 65 anni e quella in età lavorativa (15-64 anni), è continuato a crescere nel tempo passando da 15 nel 1971 a 34 nel 2018. Quest’ultimo indice esprime il livello di sostenibilità della spesa pensionistica: tanto più aumenta, più cresce la spesa previdenziale.

Per quanto riguarda gli stranieri, quelli residenti in provincia sono cresciuti sensibilmente dall’inizio del secolo: erano quasi 50.000 nel 2001 (il 4,4% della popolazione) e sono diventati oltre 155.000 nel 2011 (il 12,5% del totale dei residenti), ma negli ultimi anni la loro crescita si è arrestata. Alla fine del 2018, rappresentano il 12,4% della popolazione residente e sono aumentati di sole 2.148 unità rispetto al 2011. In Italia costituiscono l’8,7% della popolazione residente, in Lombardia l’11,7%.

La diffusione degli stranieri sul territorio provinciale non è omogenea: alcuni comuni (Castelcovati, Rovato, Brescia, Tremosine sul Garda, Remedello) presentano un’incidenza di stranieri anche di molto superiore a quella media provinciale (12,4%), mentre per altri (Saviore dell’Adamello, Irma, Valvestino, Capovalle, Magasa) il fenomeno è quasi del tutto trascurabile. È vero tuttavia che la maggior parte dei comuni che registrano una quota di stranieri molto bassa sono anche quelli che hanno un numero di abitanti molto ridotto.

Tra gli stranieri residenti nella provincia di Brescia, il gruppo prevalente è quello proveniente dalla Romania (16,2% del totale): seguono gli albanesi (11,6%), gli indiani (8,8%) e i marocchini (8,7%). Tra gli altri stranieri, si segnalano quelli provenienti dal Pakistan (8,0%), dall’Ucraina (5,0%), dal Senegal (4,4%) e dalla Moldova (3,6%).

Camera di Commercio di Brescia, ecco i nuovi consiglieri

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Con l’elezione della Giunta, avvenuta nella seduta odierna del Consiglio della Camera di Commercio di Brescia, è stata completata la procedura di rinnovo degli organi dell’Ente camerale di via Einaudi che rimarranno in carica per il quinquennio 2019/2024.

Dopo l’elezione di Roberto Saccone a Presidente della Camera di Commercio, con votazione dello scorso 28 novembre, questi i nominativi espressi dal Consiglio camerale, anche oggi con voto palese favorevole ed unanime, per la composizione della Giunta, a conferma dell’unitarietà di intenti con la quale le associazioni di categoria bresciane intendono affrontare le principali questioni di interesse del mondo imprenditoriale:

– Roberto De Miranda (A.I.B.);
– Elisa Torchiani (A.I.B.);
– Flavio Bocchio (Assoartigiani);
– Giovanna Prandini (Coldiretti);
– Massetti Eugenio (Confartigianato);
– Porteri Francesca (Confcommercio);
– Barbara Quaresmini (Confesercenti).

Tre le conferme (Saccone, Massetti e Prandini) e ben cinque le novità nella Giunta appena eletta che sarà chiamata, a breve, a confrontarsi sulle principali tematiche che riguardano l’economia provinciale. Come previsto dallo Statuto della Camera di Commercio, la Giunta procederà poi ad eleggere, tra i propri componenti, il Vice Presidente.

Lavoratori in somministrazione: nel Bresciano -7% rispetto al 2018

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Secondo quanto dichiarato dalle Agenzie per il Lavoro, nel 3° trimestre del 2019 le richieste di lavoratori in somministrazione in provincia di Brescia hanno subito un calo del 7% rispetto all’analogo periodo del 2018. Tale flessione è di fatto imputabile a una categoria professionale (personale non qualificato, -46%), su cui graverebbe il raffreddamento della congiuntura nell’industria bresciana, non controbilanciato dal forte incremento di un’altra categoria (conduttori d’impianti, +37%).

A evidenziarlo è l’Osservatorio AIB – Agenzie per il lavoro, a cura dell’Ufficio Studi e Ricerche di AIB, con riferimento al III trimestre 2019. Il documento rappresenta la prima verifica, a parità di normativa, sull’evoluzione di questo segmento del mercato del lavoro, dopo l’introduzione nell’agosto 2018 del decreto 87/2018, meglio noto come “Decreto Dignità”.

 “Il suddetto decreto ha profondamente ridisegnato il mercato dei lavoratori in somministrazione a tempo determinato, con impatti sia di natura qualitativa, sia quantitativa – commenta Roberto Zini, Vice Presidente di AIB delegato a Lavoro, Relazioni Industriali e Welfare –. Le Agenzie per il Lavoro partner dell’Osservatorio sono concordi sul fatto che è quanto mai opportuno leggere il fenomeno in questione nella sua interezza, prendendo in considerazione alcune “dinamiche collaterali”, quali un minore turnover, con conseguente allungamento della durata media delle missioni, e un notevole incremento della trasformazione di rapporti dal tempo determinato al tempo indeterminato.”

In provincia, in particolare, si è ridotta fortemente la componente del personale non qualificato, la cui incidenza è passata dal 38% al 23%, e, in misura minore, è diminuita la quota degli addetti al commercio (dal 23% al 20%). Per contro, si evidenzia una forte crescita dei conduttori d’impianti (dal 19% al 31%) e incrementi più modesti da parte degli operai specializzati (dal 12% al 14%), degli impiegati esecutivi (dal 4% al 6%) e dei tecnici (dal 4% al 5%).

Con riferimento alle difficoltà di reperimento dei lavoratori in somministrazione, non si segnalano tensioni particolari, a eccezione di alcuni profili appartenenti ai tecnici (tecnici informatici, tecnici della produzione, tecnici della gestione dei processi produttivi, tecnici dei servizi ricreativi, tecnici della distribuzione commerciale) e agli operai specializzati (fonditori, saldatori).

Bonometti e i presidenti del Nord: il decreto fiscale mette a rischio imprese e investimenti

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Marco Bonometti, Enrico Carraro, Pietro Ferrari e Fabio Ravanelli, rispettivamente Presidenti delle Confindustrie Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte – con una nota inviata oggi ai media – sentono la necessità di esprimere la forte preoccupazione di tutti gli imprenditori delle quattro regioni sul decreto legge fiscale collegato alla manovra di bilancio.

ECCO IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO

Come richiamato dal Presidente della Repubblica, sono per noi punti irrinunciabili il contrasto all’evasione fiscale e la salvaguardia delle imprese sane che tutti i giorni si confrontano sui mercati nel rispetto delle norme.

Le misure del decreto rischiano di mettere fortemente a repentaglio l’esercizio dell’attività di impresa, generano forte incertezza nell’attività d’azienda sotto il profilo giuridico e allontanano qualsiasi nuovo investimento nel Paese.

L’introduzione dell’ipotesi di confisca allargata − strumento pensato per combattere la criminalità organizzata, applicabile anche nel caso di un ordinario controllo fiscale − porterebbe, senza alcuna sentenza neppure di primo grado, al blocco dei conti correnti aziendali e dunque al blocco sine die delle attività ordinarie delle imprese, dal pagamento degli stipendi ai fornitori.

Nei principali provvedimenti approvati dall’inizio della legislatura − dal decreto dignità alle norme sulle crisi d’impresa e alle ultime leggi finanziarie, sino al decreto fiscale in discussione in questi giorni − emerge un approccio che alimenta le divisioni tra componenti della società civile, come se tra cittadini ed imprese vi fosse una separazione ideologica nei comportamenti e nei valori.

Il clima di criminalizzazione delle imprese, come sottolineato più volte dal Presidente di Confindustria Boccia, non è utile al contrasto dell’evasione e rischia solo di avere effetti negativi sulle attività economiche e sul lavoro.

Infatti, se si collega questa ipotesi legislativa con l’entrata in vigore al 1° gennaio 2020 delle nuove norme già approvate sulla prescrizione, emerge il rischio che le attività produttive restino sospese per tempi lunghissimi, a causa dei ben noti tempi della giustizia, con danni irreparabili anche nei casi in cui venga accertata la non colpevolezza.

Da questo quadro complessivo emerge un approccio anti impresa, fondato sulla presunzione di colpevolezza e con un anticipo delle misure sanzionatorie che appaiono in evidente contrasto con la presunzione di innocenza, con i tempi ragionevoli del processo e con la libertà di impresa.

Siamo convinti che la crescita economica, la piena occupazione, il benessere delle persone e il sistema di welfare siano valori comuni e centrali per una società moderna di un Paese industriale fondatore dell’Unione europea.

Abbiamo bisogno di una vera unità di intenti tra mondo dell’impresa, mondo del lavoro e Istituzioni per perseguire insieme l’idea di un Paese migliore, sostenibile e più giusto.

 

Ecobonus, sconto in fattura cancellato: soddisfazione di Massetti (Confartigianato)

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Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

Ieri sera (martedì, ndr) la Commissione Bilancio del Senato ha abrogato i commi dell’articolo 10 del Decreto Crescita che prevedono lo sconto immediato in fattura per gli interventi relativi a ecobonus e sismabonus. «Una grande vittoria per la battaglia che Confartigianato conduce da mesi chiedendo l’eliminazione di una misura che avrebbe provocato gravi effetti distorsivi della concorrenza e penalizzanti soprattutto le piccole imprese del “sistema casa”. La norma penalizzava, escludendo dal mercato tutte le Pmi del “sistema casa” che solo per scarsa liquidità finanziaria e insufficiente capienza fiscale per compensare il credito d’imposta, non erano in grado di praticare lo sconto. Gli artigiani e le pmi in genere non possono e non devono essere considerate un bancomat» ha commentato il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti. La cancellazione viene disposta da un emendamento alla manovra di Forza Italia, prima firmataria la Sen. Roberta Toffanin, riformulato e approvato dalla commissione Bilancio del Senato.

La modifica ha effetto sui saldi della manovra: il Fondo per far fronte ad esigenze indifferibili del Mef viene definanziato per 1,5 milioni di euro per il 2022, di 2,6 milioni di euro per il 2025 e 700mila euro per il 2026, mentre viene incrementato di 2,2 milioni di euro per il 2020, di 700mila euro per il 2021 e di 1,9 milioni di euro per il 2027. L’emendamento abroga anche il comma 3-bis dell’articolo 10 del decreto Crescita, che disponeva per gli interventi relativi alla realizzazione di opere finalizzate al conseguimento di risparmi energetici con particolare riguardo all’installazione di impianti basati sull’impiego di fonti rinnovabili di energia la possibilità, per i soggetti beneficiari della detrazione di optare per la cessione del corrispondente credito in favore dei fornitori dei beni e servizi necessari alla realizzazione degli interventi.

«Nei mesi scorsi, contro lo sconto in fattura e dalla parte di Confartigianato si è pronunciata, con due interventi, l’Autorità Antitrust, e pochi giorni fa la Commissione Industria del Senato ha approvato una risoluzione che impegna il Governo a individuare adeguati meccanismi di protezione per le piccole e medie imprese. Con l’applicazione dello sconto in fattura in 5 anni le piccole imprese del ‘sistema casa’ (costruzioni, installazione impianti, serramenti) avrebbero rischiato davvero grosso, con riduzioni dal 37% al 58% del fatturato sul segmento interessato dalle detrazioni fiscali per riqualificazione energetica. Un bel risultato di squadra contro un provvedimento ingiusto» conclude Massetti.

 

Bando regionale per le attività storiche, Confcommercio organizza un incontro

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Regione Lombardia sta emanando il Bando “Imprese Storiche verso il futuro. Contributi per l’innovazione e la valorizzazione delle attività storiche e di tradizione ”, riservato esclusivamente alle aziende che hanno ricevuto il riconoscimento come attività storica o di tradizione.

Il Bando prevede la possibilità di accedere a contributi a fondo perduto pari al 50% per il rinnovamento della propria attività: dal ricamb io generazionale e la trasmissione di impresa fino ai progetti legati all’innovazione, passando per la riqualificazione dell’unità locale e dal restauro e dalla conservazione sia delle strutture che di arredi o attrezzi.

Per la presenta zione de l Bando Con fcommercio Brescia organizza un incontro per lunedì 16 dicembre alle 10 nella sala riunioni della sede centrale
Via Giuseppe Bertolotti, 1 Brescia.

Interverranno il presidente di Confcommercio Brescia Carlo Massoletti e d il dott.Paolo La Torre di Financial Consulting Lab .

Brescia, studenti in visita nella sede di Apindustria

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Studenti in visita nella sede di Apindustria, foto da ufficio stampa

Apindustria Brescia ha accolto venerdì scorso una delegazione di studenti diplomati che stanno frequentando un master nel settore metalmeccanico presso la scuola Elis, con sede a Roma. Un momento di crescita personale e professionale quello trascorso in Associazione, dove i ragazzi hanno potuto anche incontrare il Presidente di Apindustria Brescia Douglas Sivieri che li ha accolti dando loro dei consigli preziosi per il loro futuro lavorativo: “Dovete essere una risorsa per il mondo dell’impresa che vi accoglierà”.

Plastic Tax, Cascasco (Confapi): anche dimezzata resta inutile e dannosa

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Alla luce dell’emendamento governativo presentato ieri, Confapi – la Confederazione della piccola media industria privata – ribadisce la sua contrarietà a una misura che rischia di colpire, in un momento già difficile, un’intera filiera rappresentata dalle tante Pmi che operano sul territorio nazionale.

Pur apprezzando l’apertura di un tavolo al Mef, non possiamo nasconderci – sottolinea il Presidente (bresciano) Maurizio Casasco – che resta pur sempre un cinquanta per cento di una tassa e non un cinquanta di sconto che va ad incidere nel corpo vivo di un sistema produttivo, rischiando di metterne a rischio la sopravvivenza e numerosi posti di lavoro. Per di più il provvedimento non può nemmeno essere considerato come tappa necessaria per costruire un cammino verso un’economia sostenibile, traguardo quest’ultimo che i nostri imprenditori vogliono raggiungere poiché rappresenta un doveroso lascito alle generazioni future, oltre che un’opportunità di crescita per l’economia del Paese”.

 

Decreto fiscale e ritenute negli appalti, le perplessità di Cna Brescia

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Mentre si avvicina l’entrata in vigore del decreto fiscale collegato alla manovra di bilancio (in calendario l’1 gennaio 2020), crescono le perplessità rispetto ad alcune norme che complicherebbero ulteriormente la sopravvivenza delle imprese, in particolare di quelle più piccole e delle artigiane. L’articolo 4 del decreto fiscale pone in capo al committente un ulteriore adempimento: versare le ritenute da lavoro dipendente applicate ai lavoratori impiegati sia da appaltatori sia da subappaltatori, previo calcolo e versamento delle risorse da parte degli stessi appaltatori (per tutti gli appalti, anche quelli di un giorno solo). Appaltatore e subappaltatori restano sì responsabili della determinazione delle ritenute, ma al versamento dovrà provvedere il committente, tramite un modello F24 per ogni impresa (e senza prevedere la compensazione dei crediti).

Per le piccole realtà si tratta di un forte contraccolpo sulla gestione amministrativa, perché dovranno effettuare calcoli e controlli al posto dell’Amministrazione finanziaria, in particolare per il coordinamento fra più soggetti, e il ritardo di uno solo potrà impattare sull’intera procedura. Problemi potrebbero nascere anche nella gestione dei crediti fiscali in busta paga dei singoli lavoratori, come gli 80 euro e i rimborsi da assistenza fiscale.

L’applicazione della norma non si limita ai contratti d’appalto, ma comprende anche quelli non nominati o misti, di subfornitura, logistica, spedizione, trasporto e pulizie, nei quali oggetto del contratto è l’assunzione di un obbligo di fare da parte dell’impresa appaltatrice. Le misure sul versamento delle ritenute si abbatteranno, quindi, ben oltre i casi di illecita somministrazione di manodopera (per i quali esistono severe misure per evitare frodi sull’Iva).

“Nelle pieghe della Manovra scopriamo nuove complicazioni per il mondo degli artigiani – dichiara Eleonora Rigotti, presidente di Cna Brescia –. Non contestiamo il fatto che si prendano misure severe per contrastare l’illecita somministrazione di manodopera e le frodi sull’Iva, sia chiaro, ma che questo fenomeno venga affrontato caricando sulle spalle di tutti drastiche complicazioni in grado di generare, tanto lato committente quanto lato appaltatore e subappaltatore, un allarme generalizzato. Inoltre questo adempimento si somma e sovrappone all’obbligo di presentare il Durc, che già permette il controllo della regolarità contributiva aziendale”.

Potranno ancora utilizzare la procedura ordinaria gli appaltatori e subappaltatori che hanno un’attività da almeno cinque anni o hanno versato negli ultimi due anni un importo di ritenute superiore a 2 milioni, non soggetti a cartelle di pagamento oltre 50 mila euro.

Paolo Vismara rieletto presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Apindustria

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Giovani imprenditori di Apindustria Brescia

Paolo Vismara, titolare di VPM Group Srl di Alfianello, classe 1980, è stato rieletto ieri pomeriggio Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Apindustria Brescia per il triennio 2019/22 in occasione dell’Assemblea generale. Presidente anche di Unionchimica Apindustria Confapi Brescia dal 2018, Vismara è stato così confermato alla guida del Gruppo. La sua azienda, la VPM Group istituita nel 2010, si dedica alla produzione e distribuzione sul territorio italiano ed estero di prodotti chimici in genere, lubrificanti e additivi legati al settore Car Wash & Car Care, Ho.Re.Ca & Facilities, Automotive, Truck, Nautica, Industria e Agricoltura.

Al suo fianco, Monica Ferraboli (Meccanica Ponte Chiese Srl) come Vice Presidente vicario, Riccardo Costa (Elettronica Costa Srl) come Vice Presidente, e come consiglieri: Alessandro Stabile (IP Technology Srl), Daniele Vertua (Facchini Francesco Spa), Delia Costa (Elettronica Costa Srl), Marta Benussi (S.A.R.A Ing. Sandro Benussi Srl), Pietro Bresciani (Salumificio di Franciacorta Srl), Andrea Bellardi (Pieffe Oil Sas), Elia Mondini (Zima Srl), Federico Nicolini (Olimaint Sas).

«Quello che mi spinge a proseguire – spiega Vismara – è un senso di responsabilità nei confronti di un Gruppo al quale mi sento legato, con l’obiettivo di continuare a coltivare ed accrescere i buoni rapporti che si sono creati. Il programma che andremo a sviluppare avrà come punto focale la “Consapevolezza imprenditoriale”».

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