Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Associazioni di categoria - page 19

Camera di commercio di Brescia, ecco i nuovi eventi

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Città e Hinterland/Economia/Zone by

Pubblichiamo di seguito, come di consueto, gli eventi settimanali promossi dalla Camera di commercio di Brescia e provincia.

18/22 – INCONTRI INFORMATIVI CON L’UTENZA DEL REGISTRO DELLE IMPRESE, 24 FEBBRAIO 2022

Giovedì 24 febbraio alle ore 14.30 si terrà il primo degli incontri informativi dedicati all’utenza del Registro Imprese programmati per l’anno 2022, nel corso del quale la Dirigente dell’Area Anagrafica illustrerà, tra l’altro, i seguenti argomenti all’ordine del giorno: strumenti per l’utenza, domicilio digitale e cassetto digitale, Runts (avvio), composizione negoziata della crisi d’impresa (impatti sul registro delle imprese). La partecipazione è libera e gratuita e sarà gestita da remoto, tramite piattaforma ZOOM.

Maggiori informazioni sul sito www.bs.camcom.it

19/22 – GIORNATA FOCUS PAESE OPPORTUNITA’ COMMERCIALI IN MESSICO, 25 FEBBRAIO 2022


Pro Brixia, Azienda speciale della Camera di Commercio di Brescia, in collaborazione con la Camera di Commercio di Brescia, organizza una giornata Paese con focus Messico, che si terrà venerdì 25 febbraio 2022 dalle ore 9.30 alle ore 11.30. All’incontro sarà presente l’ambasciatore del Messico Sig. Carlos Eugenio Garcia de Alba Zepeda, per illustrare le attuali opportunità commerciali ed economiche del Messico.

Maggiori informazioni alla pagina “Formazione per l’estero” sul sito www.bs.camcom.it

Indagine Confartigianato: un’azienda su quattro produce in perdita per i rincari

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Energia by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

Più di una Mpi bresciana su quattro (il 27,6%) sta producendo in perdita a causa del balzo dei prezzi delle commodities energetiche. È una delle tante evidenze significative che emerge dalla 7a edizione della Survey “Effetti del Coronavirus sulle Mpi lombarde” realizzata dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia alla quale hanno partecipato 380 micro e piccole imprese e imprese artigiane bresciane su un totale di 1.880 lombarde ascoltate.

«Sembra la tempesta perfetta: il costo delle materie prime è schizzato, la loro reperibilità è complessa, la bolletta ci propone cifre fuori controllo e gli imprenditori si trovano nella difficoltà di aggiornare i listini senza perdere ordini. Più in generale, guardando i dati che emergono, e considerando l’attuale situazione, notiamo un preoccupante raffreddamento del clima di fiducia in particolare per l’artigianato manifatturiero, con un aumento delle preoccupazioni e dei malumori che gli artigiani associati ci manifestano». Spiega il presidente di Confartigianato Brescia Lombardia Eugenio Massetti che prosegue: «Tra i dati che questa survey ci restituisce ce n’è uno positivo che ancora una volta conferma come le nostre imprese mettono coraggio e dedizione nella loro attività: a seguito dello scoppio della crisi il 62,2% delle Mpi bresciane (al di sopra del 55% a livello lombardo) ha messo campo azioni di sviluppo. È tipico dell’imprenditore: davanti alle difficoltà si rimbocca le maniche, cerca nuove strade, non si siede, risponde alle esigenze nuove del mercato affrontando il cambiamento».

Il 2021 ha fatto segnare un incremento importante della domanda rispetto all’anno precedente e le aziende hanno risposto assumendo nuovo personale e innovando processi, prodotti e modalità di approccio al mercato. Ciò che temono le imprese è l’incertezza, provvedimenti a corto raggio che frenano la propensione agli investimenti manifestata dal 64,7% circa degli imprenditori bresciani intervistati (dato al di sopra del 62,9% lombardo). Dati che, in generale, tra le imprese bresciane intervistate, sono più positivi rispetto al dato lombardo, ma negativi e peggiori nelle problematiche: caro energia, caro materie prime e difficoltà reperimento personale pesano di più che nelle altre province.

Nella survey emerge che il fatturato delle Mpi bresciane nel 2021, rispetto all’anno pre crisi 2019, segna un calo del -7% (contro l’8,8% a livello lombardo). Un’impresa bresciana su due (50,2%) nel 2021 segnala un recupero o il superamento dei livelli pre pandemia. Tra i settori in recupero figurano: edilizia, installatori di impianti e servizi di pulizia; mentre ancora in forte difficoltà le imprese dei settori moda, comunicazione con grafici e fotografi, lavanderia e pulitura di articoli tessili e pelliccia, taxi, Ncc e noleggio autobus con conducente.

Rispetto a come evolverà la situazione e a cosa si aspettano le imprese si rileva, rispetto ai risultati delle precedenti survey (l’ultima di settembre 2021), un incremento della quota di Mpi incerte rispetto all’andamento futuro del mercato (57,9% > 39,7% quota rilevata a settembre 2021). Le Mpi bresciane si attendono per i primi sei mesi dell’anno 2022 un trend del fatturato, rispetto ai primi sei mesi del 2021, in discesa del 2,6%. Previsione decisamente peggiore si rileva per le imprese dei servizi (-5,5%). Negativa ma superiore alla media invece la previsione effettuata dalle Mpi del manifatturiero (-1,9%) e in lieve crescita quella delle costruzioni (+0,9%).

Il 54,9% delle Mpi bresciane con dipendenti hanno registrato un incremento dell’attività nel 2021 rispetto all’anno precedente (2020) caratterizzato da lockdown e da limitazioni più stringenti. Quota che si alza al 64,9% per le costruzioni e al 60,5% per il manifatturiero, mentre scende al 47,7% per i servizi. La maggior parte di queste imprese per far fronte all’incremento di domanda ha assunto nuovo personale (45,1%), ha ricorso agli straordinari (37,9%) e ha utilizzato gli strumenti contrattuali di flessibilità (es. banca ore, flessibilità orario di lavoro, ecc.) nel 22,5% dei casi.

Come già più volte evidenziato le Mpi bresciane che hanno registrato migliori performance sono quelle delle costruzioni. Il buon andamento del settore è certamente trainato dai bonus edilizi, tra cui è compreso il superbonus 110%. Nello specifico, del 65% di piccole imprese del settore che lavorano con gli incentivi, il 42,9% lavora prevalentemente con le detrazioni ordinarie (bonus facciate, ristrutturazioni etc.), il 21% con le detrazioni ordinarie e il superbonus e solo l’1,6% in prevalenza unicamente con il superbonus 110%.

Per restare competitive sul mercato il 62,2% delle Mpi bresciane ha adottato, o intende adottare, una o più azioni di sviluppo che determinano metamorfosi più o meno rilevanti nel modo di fare impresa. Tra quelli maggiormente adottati: cambiamento dell’organizzazione interna (smart working, diversificazione turni/orari) nel 21,5% dei casi, miglioramento della qualità del personale nel 21,4% dei casi, diversificazione della produzione (20,1%), ampliamento del numero di committenti (19,1%) e attivazione nuovi canali di vendita (17,2%).

La quota di Mpi che si dice propensa a voler effettuare almeno un investimento nel 2022 si attesta al 64,7%. Queste imprese sono particolarmente orientate a puntare su capitale umano e formazione (68,1%), sostenibilità ambientale e risparmio energetico (53,3%) e capitale fisico (macchinari, capannoni, ecc.) nel 48,3% dei casi. Nei primi sei mesi dell’anno le Mpi che prevedono di introdurre nuovo personale sono il 33,9%.

Sono diverse le difficoltà che mettono a rischio la ripresa, quelle maggiormente subite dalle Mpi bresciane sono: l’elevato prezzo componenti energetiche (elettricità, petrolio, gas, ecc.) indicato come elemento che determina maggiore difficoltà dal 65,8% delle imprese bresciane (al di sopra della media lombarda al 60,2% dei rispondenti) e l’elevato prezzo materie prime (57,6%). Segnalate tra le criticità, da quote inferiori di imprese, anche la difficoltà nel reperire personale e nel trovare le competenze necessarie (32,6%).

Nello specifico, il balzo dei prezzi delle commodities energetiche sta portando la maggior parte delle Mpi bresciane (57,8%) ad assorbire i maggiori costi per lo più riducendo i margini e scaricando, una parte sul cliente finale, aumentando spesso solo parzialmente i listini. Nel 27,6% dei casi lavorano in perdita e nel 6% dei casi scelgono di non adempiere a contratti in essere.

Per il 38,7% delle Mpi bresciane nel 2021 è aumentato il fabbisogno di credito rispetto all’anno precedente. Il 40% dei casi le imprese hanno avanzato almeno una richiesta di credito alle banche nel corso del 2021: nel 44% dei casi per sostenere investimenti, nel 31,9% dei casi per ristrutturare il debito e nel 24,1% dei casi per finanziare il capitale circolante. Queste imprese che si sono rivolte alle banche nel 76,8% dei casi hanno ottenuto le concessioni richieste per lo più a condizioni pari o migliori rispetto al passato, come indicato dal 84,8% degli imprenditori.

SINTESI DATI CHIAVE BRESCIA

Dinamica fatturato Mpi 2019-2021: -7%
Quota Mpi che nel 2021 hanno raggiunto e/o superato i livelli di fatturato pre crisi Covid-9: 50,2%
Quota Mpi incerte rispetto andamento futuro del mercato: 57,9% (quota > al 39,7% settembre 2021)
Previsione trend fatturato nei primi sei mesi 2022 rispetto stesso periodo 2021: -2,6%
Mpi che hanno registrato incremento di domanda nel 2021 rispetto al 2020: 54,9%
Quota Mpi che hanno adottato azioni di sviluppo a seguito dello scoppio della crisi: 62,2%
Mpi propense ad investire nel 2022: 64,7%
Mpi più colpite da caro-commodities NO energy: 57,6%
Mpi più colpite da caro-commodities energy: 65,8%
Mpi più colpite da difficoltà reperimento personale: 32,6%
Balzo dei prezzi delle commodities energetiche determina che le Mpi bresciane nel 27,6% dei casi lavorano in perdita, nel 21,4% dei casi riducono o modificano l’orario di lavoro e nel 6% dei casi scelgono di non adempiere a contratti in essere.
Mpi con fabbisogno di credito in crescita nel 2021 rispetto al 2020: 38,7%

L’allarme di Confartigianato: caro carburanti devastante per l’autostrasporto

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia by
Benzinaio, foto generica da Pixabay

Materia prime, beni energetici e pure i carburanti. In particolare, quest’ultimo pesa sulle imprese di trasporto, riducendone i margini. Ed ora si richiedono ristori. Se durante i periodi neri del lockdown più duro, l’autotrasporto è stato motivo di pubblico interesse e d’attenzione mediatica poiché un inceppamento delle operazioni avrebbe avuto come conseguenza scaffali vuoti nei supermercati e difficoltà di approvvigionamenti ora, quel settore, attraversa un momento particolarmente complesso perché gli aumenti vertiginosi delle materie prime, di luce e gas, riguardano anche il gasolio per autotrazione, che è ancora largamente il carburante più diffuso che fa muovere il trasporto merci in Italia. Il prezzo del diesel alla pompa, infatti, è salito in un anno del + 22,3% e il costo del pieno per un mezzo pesante è conseguentemente cresciuto di 150 euro. Prendendo come riferimento la percorrenza media di un mezzo pesante, il risultato è un aggravio di migliaia di euro l’anno per ogni automezzo.

«A tutela di migliaia di piccole e medie realtà attive in questo settore, chiediamo che si mettano in campo provvedimenti immediati per alleggerire la pressione sulle imprese – spiega il presidente di Confartigianato Lombardia, Eugenio Massetti – È il tempo di restituire parte di quel “tesoretto”, quantificato in un 1 miliardo di euro, incassato dal Fisco a titolo di extragettito derivante dalle accise sul prezzo alla pompa dei carburanti».«La situazione è allarmante perché si sta facendo strada l’ipotesi di spegnere i motori anziché rischiare di viaggiare in perdita – aggiunge il presidente del comparto Trasporto di Confartigianato Brescia, Tiziano Frisoni che prosegue – è importante prevedere crediti d’imposta sia per l’additivo Adblue per i mezzi diesel più moderni che per il gas naturale liquefatto LNG per controbilanciare gli effetti degli aumenti e dare ossigeno agli autotrasportatori, per i quali la voce carburante grava per il 30% dei costi aziendali. Bisogna intervenire subito: se pensiamo come l’aumento del prezzo del gasolio, solo pochi giorni fa sia andato oltre i 1700 euro per mille litri, ossia più del 13 per centro più della settimana precedente, possiamo immaginare dove e come questo extracosto andrà a scaricarsi: prima sulle imprese di trasporto, poi sulle aziende di trasformazione e infine sui consumatori e, quindi, sull’economia».

Camera di commercio di Brescia, ecco gli eventi settimanali

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia/Eventi by

Di seguito pubblichiamo, come di consueto, gli eventi settimanali della Camera di Commercio di Brescia e provincia.

13/22 – WEBINAR GRATUITI PER IMPRESE E PROFESSIONISTI: WEBINAR DIRE, 10 FEBBRAIO 2022

Prosegue il ciclo di incontri rivolto a imprese e professionisti che offre la possibilità di conoscere e approfondire i nuovi strumenti/software a disposizione degli utenti relativamente alla compilazione dei modelli base e degli adempimenti della piattaforma DIRE.

Gli incontri saranno gestiti in diretta sulla piattaforma ZOOM.

Le iscrizioni al prossimo webinar che si terrà giovedì 10 febbraio 2022 sono aperte.

Programma completo e modalità di partecipazione sono disponibili sul sito www.bs.camcom.it

14/22 – INCONTRI INFORMATIVI CON L’UTENZA DEL REGISTRO DELLE IMPRESE, 24 FEBBRAIO 2022

Giovedì 24 febbraio alle ore 14.30 si terrà il primo degli incontri informativi dedicati all’utenza del Registro Imprese programmati per l’anno 2022, nel corso del quale la Dirigente dell’Area Anagrafica illustrerà, tra l’altro, i seguenti argomenti all’ordine del giorno: strumenti per l’utenza, domicilio digitale e cassetto digitale, Runts (avvio), composizione negoziata della crisi d’impresa (impatti sul registro delle imprese).

La partecipazione è libera e gratuita e sarà gestita da remoto, tramite piattaforma ZOOM.

Maggiori informazioni sul sito www.bs.camcom.it

15/22 – GIORNATA FOCUS PAESE OPPORTUNITA’ COMMERCIALI IN MESSICO, 25 FEBBRAIO 2022

Pro Brixia, Azienda speciale della Camera di Commercio di Brescia, in collaborazione con la Camera di Commercio di Brescia, organizza una giornata Paese con focus Messico, che si terrà venerdì 25 febbraio 2022 dalle ore 9.30 alle ore 11.30.

All’incontro sarà presente l’ambasciatore del Messico Sig. Carlos Eugenio Garcia de Alba Zepeda, per illustrare le attuali opportunità commerciali ed economiche del Messico.

Maggiori informazioni alla pagina “Formazione per l’estero” sul sito www.bs.camcom.it

Brescia, produzione industriale a +14,8%: recuperati i livelli pre-Covid

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze/Uncategorized by

Il 2021 si chiude per il Made in Brescia con una crescita media annua della produzione pari al 14,8%, dopo la pesante caduta del 2020 (-16,2%). La dinamica rilevata nello scorso anno è la più intensa da quando è disponibile la serie storica ed è giustificata dalla vivacità dell’industria locale, che ha saputo velocemente interamente recuperare quanto perduto durante il lockdown nella primavera 2020.

A evidenziarlo è l’indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Brescia sui dati relativi al 4° trimestre 2021.

Con riferimento al solo periodo tra ottobre e dicembre, l’attività produttiva ha registrato una variazione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (tendenziale) ancora in significativo incremento (+13,0%), che tuttavia è frutto principalmente dei recuperi sperimentati nei primi mesi dell’anno. Nella seconda metà del 2021, il sistema produttivo bresciano è stato protagonista di un movimento più contenuto, giustificato da un fisiologico rallentamento e dall’emergere di alcuni fattori che hanno limitato la produzione, quali la scarsità delle più rilevanti materie prime e semilavorati, nonché gli ingenti rincari del costo dell’energia, che hanno impattato significativamente sui comparti più energivori.

Nel dettaglio, la produzione industriale evidenzia un aumento sul trimestre precedente (congiunturale) di +4,1%, in parte influenzato dalla ripresa dell’attività, dopo la pausa nel mese di agosto. La crescita media annua rilevata nel 2021 è frutto di quanto ereditato dal 2020 (+4,9%) e di una componente propria pari a +9,4%. La variazione trasmessa al 2022 è positiva (+3,2%): ciò sta a indicare che la crescita nell’anno in corso troverà beneficio, dal punto di vista algebrico, dalla dinamica rilevata nel 2021.

“Il recupero nel 2021 dei volumi persi a causa della pandemia è un dato di partenza incoraggiante e le prospettive per il Made in Brescia dal lato della domanda sono positive, aspetto che contribuirà a dare sostegno ai livelli produttivi – commenta Franco Gussalli Beretta, Presidente di Confindustria Brescia –. Tuttavia, i recenti e ingenti rincari degli input energetici rischiano di compromettere questa situazione, determinando una serie di incognite sulla competitività delle nostre imprese per i mesi a venire e incidendo in modo importante sulle marginalità. In questo senso ci stiamo muovendo come associazione per cercare una soluzione comune al problema, pur nella consapevolezza di come la dinamica sia legata a fattori mondiali.”

Le prospettive a breve termine rimangono positive, nonostante le molteplici nubi recentemente addensatesi sullo scenario previsivo: le aziende che stimano un miglioramento della situazione nei prossimi tre mesi sono il 45%. Quelle che prevedono di mantenere i livelli attuali sono il 44%, mentre l’11% stima un calo dell’attività. In tale contesto, i maggiori elementi di incertezza riguardano, tra l’altro, la nuova ondata pandemica (che frena i consumi nei servizi) e la persistente scarsità di commodity industriali e i prezzi abnormi dell’energia (che minano i margini aziendali). È opportuno inoltre ricordare come importanti segmenti dell’industria locale siano a rischio di dover sospendere l’attività per eccesso di costi che vanno a erodere la marginalità, nonostante la forte domanda proveniente dalla clientela. Infine, non vanno dimenticate le inedite pressioni inflattive (che limitano il potere d’acquisto delle famiglie) e le crescenti tensioni geopolitiche nell’ex Unione Sovietica.

Imprese, “nel Bresciano le imprese che vanno meglio sono quelle che danno lavoro ai giovani”

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

La centralità dei giovani in azienda rappresenta un elemento sempre più importante nelle imprese di successo del Made in Brescia. Accanto ad esso, gli ulteriori fattori in grado di proiettare le realtà manifatturiere della provincia oltre la pandemia sono rappresentati, in particolare, da flessibilità, efficienza, 4.0 e internazionalizzazione.

A evidenziarlo è un’analisi delle performance economiche delle aziende bresciane nel 2020, lette alla luce del loro posizionamento strategico rilevato nel periodo immediatamente precedente alla pandemia. L’iniziativa è stata condotta dal Centro Studi di Confindustria Brescia e dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, facendo seguito alla ricerca congiunta “Indagine sul manifatturiero bresciano”, presentata nell’ottobre 2019.

In particolare, lo studio ha preso in considerazione le stesse realtà aziendali coinvolte nel 2019: complessivamente gli operatori esaminati sono 196, che danno lavoro a circa 14 mila addetti e hanno fatturato nel 2020 4,4 miliardi di euro. Il campione risulta fortemente orientato sulle imprese di piccole dimensioni, che costituiscono il 67% del totale. La composizione settoriale vede la prevalenza dei comparti metalmeccanici che, in termini occupazionali, incidono per i due terzi del panel, in coerenza con la specializzazione produttiva dell’industria locale.

La ricerca ha dapprima individuato quattro profilli aziendali, identificati attraverso il confronto tra la performance di ogni singola impresa in termini di variazione del fatturato (2020 vs 2019) e livello di marginalità (EBITDA margin 2020) rispetto all’evoluzione a livello nazionale del settore e della classe dimensionale di appartenenza. I quattro cluster possono essere così definiti:

  • Resilienti: imprese con una dinamica dei ricavi e un livello di marginalità entrambi superiori al dato nazionale;
  • Dinamiche: imprese con una dinamica dei ricavi superiore al dato nazionale e, allo stesso tempo, con un livello di marginalità inferiore;
  • Profittevoli: imprese con un livello di marginalità superiore al dato nazionale e, allo stesso tempo, con una dinamica dei ricavi inferiore;
  • In Ritardo: imprese con una dinamica dei ricavi e un livello di marginalità entrambi inferiori al dato nazionale.

Tra i principali risultati emersi dallo studio, i vantaggi competitivi rilevati nel 2019 che meglio giustificherebbero la migliore performance delle imprese Resilienti da quelle In Ritardo sarebbero da ricercare nella flessibilità, nell’efficienza e nell’innovazione organizzativa.  Per contro, il fattore prezzo sarebbe individuato come leva competitiva per le imprese In Ritardo. Sempre in tale contesto, le aziende Profittevoli risulterebbero più innovative ed efficienti rispetto alle Dinamiche, che invece si caratterizzerebbero per una maggiore flessibilità, unita a una strategia volta al contenimento dei prezzi di vendita.

Le imprese Resilienti emergono poi come le più orientate a una personalizzazione dei prodotti rispetto agli altri profili presi in considerazione, seguite, a breve distanza, dalle Profittevoli. Tali cluster si caratterizzano inoltre per una più intensa presenza al proprio interno di realtà con una gamma di prodotti personalizzati che supera il 70% dell’offerta complessiva.

Il canale estero si conferma particolarmente premiante: la cosiddetta “export propensity” (quota delle esportazioni sul totale del fatturato) nelle aziende Resilienti si attesta al 58%, contro il 39% di quelle In Ritardo. Va poi sottolineato come la presenza sui mercati esteri risulti premiante se esercitata in modo intenso: ciò garantirebbe un maggiore presidio e una più elevata diversificazione degli sbocchi commerciali.

L’indagine ha inoltre certificato l’importante ruolo dei giovani nelle realtà più performanti: le imprese Resilienti si connotano per un’alta quota di forza lavoro giovane rispetto a quelle In Ritardo (62% contro il 45%). La relazione alla base di tale evidenza può essere letta da due prospettive fra loro complementari: da un lato, i giovani possono essere considerati una forza propulsiva per la crescita aziendale, dall’altro, le imprese più virtuose tendono necessariamente ad assumere forza lavoro giovane, in grado di garantire loro dinamicità e competitività. Emerge poi che le Resilienti siano maggiormente guidate da amministratori giovani (19%) rispetto a quelle In Ritardo (16%). Tutto ciò si riverbera nel passaggio generazionale: le imprese Resilienti sembrerebbero meno coinvolte in questo momento tipicamente molto delicato nella vita dell’azienda; il 55% non dovrà infatti affrontare nel quinquennio in corso questa transizione, contro il 41% degli operatori In Ritardo.

Da ultimo, la ricerca ha evidenziato come la diffusione delle tecnologie 4.0 sia più elevata nelle imprese Profittevoli (60%), rispetto alle Resilienti (51%), a quelle In Ritardo (47%) e alle Dinamiche (32%): tale risultato suggerisce che gli investimenti nel 4.0, almeno nei primi anni di adozione, favorirebbero maggiormente la marginalità aziendale piuttosto che le vendite, grazie all’efficientamento dei processi e all’innalzamento della produttività.

Camera di commercio di Brescia, ecco i prossimi eventi

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia/Eventi/Istituzioni by

Come di consueto pubblichiamo di seguito gli eventi promossi dalla Camera di Commercio di Brescia.

9/22 – OPEN DAY DIGITALE DEL PROGETTO A.G.I.Re, 27 GENNAIO 2022

Il progetto A.G.I.R.e. “Avvio e gestione di impresa responsabile” apre le porte e si presenta agli aspiranti imprenditori e alle aziende del territorio bresciano: il 27 gennaio 2022, dalle ore 10:00, verrà proposta un’agenda ricca di eventi e di consulenze individuali completamente gratuiti dedicata ad aspiranti imprenditori e imprese. Gli eventi tratteranno i temi del Fondo Impresa Donna, del PNNR , dei Fondi per le start up innovative, ma anche di come aprire una partita IVA, della fatturazione elettronica per forfettari, del diritto digitale. Dettagli e iscrizioni sul sito www.bs.camcom.it Per informazioni Punto Nuova Impresa, mail pni@bs.camcom.it, tel 030.3725298 / 264

10/22 – WEBINAR GRATUITI PER IMPRESE E PROFESSIONISTI: WEBINAR DIRE, 10 FEBBRAIO 2022

Prosegue il ciclo di incontri rivolto a imprese e professionisti che offre la possibilità di conoscere e approfondire i nuovi strumenti/software a disposizione degli utenti relativamente alla compilazione dei modelli base e degli adempimenti della piattaforma DIRE. Gli incontri saranno gestiti in diretta sulla piattaforma ZOOM. Le iscrizioni al prossimo webinar che si terrà giovedì 10 febbraio 2022 sono aperte. Programma completo e modalità di partecipazione sono disponibili sul sito www.bs.camcom.it

Imprese giovanili, nel Bresciano sono 10.002

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia/Tendenze by
Giovane al lavoro, foto da Pixabay

Dopo il forte rallentamento dell’iniziativa imprenditoriale generato dalla crisi pandemica, nel 2021 torna la voglia di fare impresa dei giovani bresciani. Sono10.002 le imprese giovanili iscritte al Registro Imprese di Brescia a fine settembre quasi 200 in più rispetto allo stesso periodo del 2020.

Tra gennaio e settembre 2021, le iscrizioni di nuove imprese under 35 hanno rappresentato il 30% di tutte le iscrizioni di nuove imprese ai registri camerali.

Nell’ultimo anno i giovani bresciani, hanno trovato nuove opportunità imprenditoriali nel settore delle costruzioni, stimolati dalle misure legate al Superbonus, dove le imprese under 35 sono cresciute del 3,9%.

L’impulso maggiore arriva dal web. Nell’ultimo anno sono nate 91 imprese giovanili, pari a un incremento del 42,0%, che hanno fatto del commercio al dettaglio attraverso Internet il proprio “core-bussines”. Crescono anche le attività professionali (+9,1%) dove i giovani operano nell’ambito delle ricerche di mercato e nella consulenza tecnica. Degna di nota è la crescita del 2,0% delle imprese gestite da under 35 in agricoltura.

“Il dato che evidenzia l’incremento del numero delle imprese giovanili iscritte al RI rispetto allo scorso anno è confortante ed è un ulteriore segnale del consolidamento della ripresa economica in atto ma soprattutto – commenta il Presidente della Camera di Commercio, Ing. Roberto Saccone – è testimonianza che anche tra le giovani generazioni è sempre vivo lo spirito imprenditoriale che, tradizionalmente, caratterizza il sistema economico bresciano. E’ in ogni caso sempre più necessario mettere in campo politiche per l’ulteriore incentivazione all’autoimprenditorialità giovanile, soprattutto negli ambiti più innovativi e ad alto contenuto tecnologico”

La fotografia scattata dal Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia mostra che a fine settembre, più di 6 giovani su 10 nel mettersi in proprio, hanno puntato su settori tradizionali, primo fra tutti il Commercio, dove si contano 2.207 imprese di under 35 (22,1% del totale), le Costruzioni (1.373 imprese pari al 13,7%), il Turismo (1.089, pari al 10,9%) e gli altri Servizi (801, pari all’8,0% del totale). Nell’industria manifatturiera operano 753 imprese giovanili (il 7,5% del totale), nell’Agricoltura si contano 718 giovani imprese (7,2%).

Un altro 15% dei giovani imprenditori bresciani fa impresa nei settori più innovativi e ad elevato utilizzo di tecnologie, quali i Servizi di informazione e comunicazione, le Attività professionali, scientifiche e tecniche e i Servizi alle imprese.

Nel complesso, più di 8 imprese su 100 sono gestite da giovani under 35, ma se si guarda all’ultimo decennio emerge che rispetto al 2011 quando l’incidenza era dell’11,6% il peso dei giovani sul tessuto imprenditoriale ha perso più di 3 punti percentuali.

In dieci anni le imprese giovanili sono diminuite del 30% (corrispondenti a 4.200 imprese in meno) a fronte del calo del 3% che ha interessato l’imprenditoria bresciana nel suo complesso.

A contribuire alla perdita di oltre 4mila imprese giovanili hanno contribuito i settori più tradizionali delle costruzioni, del commercio e dell’industria manifatturiera.

Il settore delle costruzioni ha visto in dieci anni diminuire di oltre il 60% lo stock di imprese under 35 esistenti passate da 3.456 a settembre del 2011 a 1.373 nel 2021. Con la conseguenza che l’età media del settore si è innalzata, nel 2011 quasi 17 imprese su 100 operanti nelle costruzioni era gestito da under 35 nel 2021 la quota è calata al 7,5%.

Nel commercio, il numero delle imprese giovanili è calato del 22% (620 esercizi in meno) e nelle attività di alloggio e ristorazione del 23% (322 imprese in meno).

Consistenti anche le riduzioni fatte registrare dalle attività manifatturiere (-559 imprese pari a un calo del 42,6%) dove nel 2011 l’imprenditoria giovanile pesava per il 7,6% per passare ad appena il 5,0% nel 2021.

In termini relativi i cali più importanti si registrano nelle attività immobiliari (-38%) e nel comparto degli altri servizi (-24,9%).

Ad espandersi (+166 imprese nell’intero periodo, +30,6% in termini relativi) è stato il settore delle attività professionali scientifiche e tecniche (comparto in cui rientrano le attività di consulenza gestionale e di direzione aziendale; di pubblicità e ricerche di mercato; la consulenza in materia di sicurezza etc.).

Sul fronte organizzativo la tipologia che è stata più interessata dal calo della base imprenditoriale giovanile è stata l’impresa individuale (-3.180 unità, pari al un calo del 30,7%) che, comunque, resta la tipologia preferita dai giovani per fare impresa (71,7% del totale). Nello stesso decennio i giovani nell’aprire una impresa hanno cercato una certa solidità strutturale come è evidente dall’aumento delle società di capitale (+4,5%) che contano il 20,4% delle imprese giovanili contro il 13,7% del 2011.

Sotto il profilo dimensionale, negli ultimi dieci anni è diminuita sensibilmente la numerosità della classe fino a 5 addetti (-30,2%), che è anche la più consistente considerato che concentra il 93% delle imprese under 35 attive in provincia. Ma importante, in termini relativi, è il calo della classe 50-249 addetti (-30,0%).

La forte contrazione del numero delle imprese giovanili registrata negli ultimi dieci anni ha interessato tutto il territorio nazionale. In Italia il numero delle imprese under 35 è diminuito di oltre di 157 unità pari al 23,1%. In Lombardia sono diminuite del 21,8%.

E’ importante osservare che le imprese che escono dallo stock delle imprese giovanili non necessariamente hanno chiuso l’attività, una parte, infatti, esce dalla categoria delle “giovanili” per il superamento del limite di età dei titolari o degli amministratori.

Resta, tuttavia, il fatto nel 2011 le imprese giovanili rappresentavano in provincia l’11,6% dell’intero universo imprenditoriale bresciano, mentre a fine settembre 2021 si attestano all’8,4%.

La componente demografica certamente ha contribuito col calo della natalità: tra il 2021 e il 2011 la popolazione bresciana tra 18-34 anni, ovvero la fascia di età dei potenziali imprenditori, è diminuita del 6,7%. Ne deriva che nel 2011 i giovani tra i 18-34 anni rappresentavano il 19% della popolazione bresciana, nel 2021 la quota è scesa al 17,7%.

Il calo della natalità e dell’iniziativa imprenditoriale ha ridimensionato la partecipazione dei giovani bresciani al sistema produttivo bresciano: nel 2011 si contavano circa 60 under 35 ogni mille giovani tra i 18-34 anni, nel 2021 la quota è calata a 45,4.

Brescia, la Metallurgia supera il Covid “in modo brillante”

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Nel 2020 le imprese bresciane attive nel settore Sistema metallurgia hanno evidenziato risultati economici decisamente confortanti, soprattutto se contestualizzati alla luce della crisi globale generata dalla pandemia da Covid-19.

A evidenziarlo è lo strumento dell’Indice Sintetico Manifatturiero – ISM, frutto della collaborazione tra il Centro Studi di Confindustria Brescia e OpTer (Osservatorio per il territorio: impresa, formazione, internazionalizzazione) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Nel dettaglio, tale indice, applicato ai bilanci 2020 di quasi 200 realtà bresciane attive nel comparto, fornisce una lettura sintetica di come la crisi da Covid-19 abbia impattato sull’economia di tale settore. Nel 2020 la quota di aziende che si posizionano nella classe A (quella che include gli operatori più virtuosi) rimane invariata rispetto all’anno precedente, attestandosi al 30% del totale. Nonostante i peggioramenti registrati nelle altre classi di merito a seguito della crisi pandemica, la tenuta dell’intero comparto non può che ricevere una valutazione nel complesso positiva. Un elemento che conferma con forza questa tesi è che nel 2020 due imprese su tre del settore Metallurgia si posizionano nella parte alta della classifica (A e B). 

L’ISM è stato poi implementato per effettuare un confronto tra gli effetti sui bilanci delle imprese della crisi da Coronavirus, con la “Grande Recessione” del 2009, pur nella consapevolezza della diversa natura dei due fenomeni presi in considerazione. La crisi del 2009 ha avuto effetti devastanti per l’intero settore, una dinamica che nel 2020 non si è manifestata con tale intensità. In termini di Conto Economico tutte le principali voci hanno avuto andamenti di gran lunga migliori rispetto a quelli rilevati un decennio prima. Nel 2020 il fatturato complessivo del comparto, a livello locale, ha subito una contrazione del 13,6%, a fronte di un crollo del 47,8% sperimentato nel 2009, giustificato anche dal significativo sgonfiamento delle quotazioni delle materie prime impiegate nei processi produttivi. Il Margine operativo lordo, indicatore che esprime la redditività lorda industriale, nel 2009 è precipitato del 78,9%, contro il -29,3% nel 2020. La diminuzione del risultato prima delle imposte nel 2009 è stata più di tre volte superiore rispetto a quella registrata nel 2020 (-43,2% nel 2020 contro il -130,1% nel 2020).

Sebbene i peggioramenti generati dalla crisi da Covid si siano indubbiamente manifestati per questo settore, lo strumento dell’ISM permette di capire chiaramente la differente intensità che ha contraddistinto le due crisi. Nel 2009 l’aggregato che accorpa le imprese nelle classi A e B crolla passando dal 68% al 53% (-15%), nel 2020 la dinamica è molto più morbida (-4%). Il Covid fa crescere di solo due punti percentuali la quota delle aziende verosimilmente più fragili, nel 2009 la quota relativa alla stessa classe era quasi raddoppiata (dal 6% all’11%). Il settore Metallurgia si presenta, alla vigilia di entrambe le crisi, con un posizionamento nelle quattro classi di merito molto simile. Quello che però cambia sono gli effetti: nella Grande Recessione il colpo subito fu particolarmente duro; invece nella crisi da Covid il settore ha retto molto bene. Una dinamica che trova spiegazione soprattutto dal fatto che questo comparto, terminato il lockdown imposto al culmine della crisi pandemica, è riuscito ad intercettare con grande capacità la vigorosa crescita di domanda globale di metalli ferrosi e non. Risultati quindi che danno ancora più fiducia ad un settore strategico e rilevante a livello locale e nazionale come quello metallurgico.

“Il settore della metallurgia, sia ferrosa che non ferrosa, ha dato dimostrazione di essere un comparto sano – commenta Giovanni Marinoni Martin, Presidente del settore Sistema Metallurgia, Siderurgia e Mineraria di Confindustria Brescia –. Aziende sempre più dinamiche e solide che, oltre ad avere investito negli anni in innovazione e ricerca, hanno puntato molto anche nell’internazionalizzazione. La pandemia ha colpito l’economia mondiale nel 2020 ed ha sicuramente bloccato l’economia del nostro paese, che però ha saputo reagire, recuperando velocemente i mesi persi. Oggi le nostre aziende sono molto più moderne, più automatizzate, più sostenibili e molto più rivolte al mercato europeo. La vera sfida che ci troviamo oggi ad affrontare è il costo della bolletta energetica. Sia quella elettrica che quella del gas. Siamo ora di fronte ad una vera rivoluzione, che rischia di mettere l’Europa e l’Italia in un angolo, a causa degli alti costi dei prodotti energetici che rendono le nostre produzioni non più competitive rispetto a quelle di altri paesi, che usano fonti energetiche più inquinanti come il carbone. L’Europa e l’Italia hanno un compito molto importante: da un lato devono facilitare la transizione energetica senza distruggere lungo la strada le economie energivore, dall’altro devono facilitare l’aumento di produzione di fonti energetiche riducendo i vincoli che impediscono la nascita di nuovi impianti di produzione più sostenibili, senza abbandonare il vecchio prima di aver avviato il nuovo.”

Camera di commercio di Brescia, ecco gli eventi della settimana

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Di seguito, come di consueto, riportiamo gli eventi della settimana promossi dalla Camera di commercio di Brescia e provincia.

4/22 – WEBINAR GRATUITO PER IMPRESE E PROFESSIONISTI: PIATTAFORMA DIRE, 13 GENNAIO 2022

Per incentivare gli utenti all’utilizzo dell’applicativo DIRE, ambiente unico di compilazione pratiche, e per accompagnare i diversi rilasci previsti nel corso del 2022, InfoCamere offre una serie di webinar.

Prossimo incontro giovedì 13 gennaio 2022, dalle ore 15:00 alle ore 17:00, tramite piattaforma Zoom.

L’adesione è a titolo gratuito, previa iscrizione.

Programma completo e modalità di partecipazione sul sito www.bs.camcom.it

5/22 – WEBINAR GRATUITO PER IMPRESE E PROFESSIONISTI: LIBRI DIGITALI, 21 GENNAIO 2022

Infocamere promuove una nuova sessione del webinar dedicato al portale delle Camere di commercio per la tenuta digitale dei libri d’impresa.

L’incontro è venerdì 21 gennaio 2022, dalle ore 14:30 alle ore 16:00, tramite piattaforma Zoom.

L’adesione è a titolo gratuito, previa iscrizione.

Programma completo e modalità di partecipazione sul sito www.bs.camcom.it

6/22 – COMPOSIZIONE NEGOZIATA DELLA CRISI D’IMPRESA – AVVIO DELLA PIATTAFORMA TELEMATICA

E’ operativa dal 15 novembre 2021 la composizione negoziata della crisi d’impresa attraverso la piattaforma telematica nazionale delle Camere di Commercio.

Per informazioni sul servizio consultare il sito www.bs.camcom.it

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