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Aib - page 5

Elezioni regionali, ecco le proposte unitarie delle associazioni di categoria bresciane

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Come già avvenuto per le elezioni politiche dello scorso settembre, le 14 Associazioni di categoria bresciane – che contano oltre 40.360 imprese associate e un totale di 240.500 collaboratori – hanno presentato un manifesto unitario con le proposte per i candidati alle imminenti elezioni regionali lombarde, in programma il prossimo 12 e 13 febbraio.

A firmare il documento sono: Ance Brescia, Associazione Artigiani di Brescia e provincia, Assopadana, Agricoltori Italiani, CNA Brescia, Coldiretti Brescia, Confagricoltura Brescia, Confapi Brescia, Confartigianato Brescia e Lombardia Orientale, Confcommercio Brescia, Confcooperative Brescia, Confesercenti della Lombardia Orientale, Confindustria Brescia e FAI Brescia.

In particolare, il manifesto traccia le 10 traiettorie evolutive ritenuta imprescindibili per la prossima legislatura di Regione Lombardia.

Spiccano in particolare, tra i punti affrontati:

·        La necessità di limitare il numero delle deleghe assessorili per garantire efficacia e controllo del piano di azione regionale, assicurando in questo modo un confronto costante e preventivo con il mondo dell’impresa per affrontare insieme i dossier progettuali.

·        L’importanza di una Regione Lombardia che sia protagonista a Bruxelles, diventando ambasciatrice delle sfide che riguardano le imprese lombarde, dal Fit for 55 alla Politica di Coesione al FESR e FES.

·        Uno sviluppo armonico e sostenibile del territorio lombardo, in cui Brescia – seconda provincia della Regione per rilevanza economica, sociale e demografica e tra le principali forze motrici del Paese – possa assolvere al ruolo di “cerniera” per avvicinare le molte realtà lombarde, fortemente eterogenee per dinamiche economiche e sociali.

·        L’attenzione a progetti seri e concreti per vincere le sfide del PNRR, e la volontà di dare corpo a un nuovo hub per l’innovazione sostenibile.

·        La valorizzazione del capitale umano come fattore imprescindibile di successo per il sistema imprenditoriale lombardo grazie a un sistema formativo che, fondato su solide competenze locali, sarà rafforzato anche da 6 nuovi percorsi ITS, in grado di attrarre talenti.

·        La necessità di una Regione che sostenga in modo deciso e concreto opere essenziali per la mobilità di persone e merci, concentrandosi su dossier quali AV del Garda, Aeroporto di Montichiari, Piccolo Scalo Merci e Raccordo autostradale della Valtrompia.

·        Un approccio non ideologico al tema dell’autonomia differenziata, nella fiducia di un’Italia unita, ma allo stesso tempo nella consapevolezza che la Regione – se beneficiasse di una più ampia autonomia amministrativa e organizzativa – potrebbe essere ancora più competitiva, semplificando alcuni processi.

“Come già avvenuto nelle elezioni politiche, l’obiettivo delle Associazioni è stato di proporre, con un’unica voce ed un approccio di corretta equidistanza rispetto ai vari candidati, un pensiero unitario – il commento dei Presidenti delle 14 Associazioni coinvolte –, che va aldilà delle singole sigle di rappresentanza, sui principali fattori da attenzionare nella prossima Legislatura di Regione Lombardia. Siamo consapevoli che nel quinquennio in arrivo ci attendono sfide fondamentali per il futuro del nostro territorio, e Brescia può e deve, in questo senso, far sentire la sua voce e la sua importanza.”

Salute sui luoghi di lavoro, 96 le aziende bresciane aderenti a Whp

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Si chiude con 96 aziende aderenti l’annualità 2022 di WHP – Workplace Health Promotion, programma coordinato da ATS Brescia e Confindustria Brescia con l’obiettivo di promuovere la salute nei luoghi di lavoro attraverso azioni mirate.

L’evento di chiusura dell’annualità si è tenuto stamattina nella sede di ATS Brescia, in via Duca degli Abruzzi, e ha visto la partecipazione – tra gli altri – di Claudio Sileo, Direttore Generale di ATS Brescia, e Fabio Astori, Vice Presidente di Confindustria Brescia con delega a Transizione Ecologica e Sicurezza.

WHP rappresenta un programma ad adesione volontaria per le aziende e per i lavoratori, gestito autonomamente dalle stesse imprese, che si impegnano a mettere in atto buone pratiche in alcune aree tematiche specifiche legate alla promozione della salute in azienda.

Alle aziende aderenti alla rete è stata consegnata una nuova pubblicazione, realizzata da ATS Brescia, intitolata “Manuale delle procedure per l’attivazione delle buone prassi”, per mettere a disposizione di tutti una descrizione di una serie di buone prassi per la promozione della salute, con dettagli operativi e organizzativi che le singole aziende hanno sperimentato nel corso degli ultimi anni.

Incentivare lo sviluppo del Welfare presso le aziende è un importante obiettivo per ATS Brescia – commenta Claudio Sileo, Direttore Generale di ATS Brescia. Nel corso del 2022 abbiamo realizzato due percorsi formativi per supportare i referenti WHPuno sulle strategie di comunicazione efficace per sostenere il cambiamento degli stili di vita dei lavoratori (marketing sociale) e uno sui processi di inclusione delle molteplici differenze presenti nel contesto di vita e di lavoro (diversity management)”.

“La realizzazione di un’apposita pubblicazione testimonia l’ampia diffusione che il Programma WHP ha ormai raggiunto sul nostro territorio ed è stata possibile grazie al prezioso lavoro di ATS Brescia e alla disponibilità delle aziende bresciane, che hanno condiviso le loro azioni di promozione della salute – commenta Fabio Astori, Vice Presidente di Confindustria Brescia con delega a Transizione Ecologica e Sicurezza –. Il risultato è un importante patrimonio di esperienze che potrà aiutare altre aziende ad intraprendere questo percorso, e che continueremo a sostenere come Associazione. Sul tema mi piace ricordare come segno tangibile, inoltre, la partecipazione di Confindustria Brescia alla prossima Brescia Art Marathon del 12 marzo, con obiettivi di promozione della salute, ma anche solidali.”

Manifatturiero, “Brescia è più forte rispetto al pre pandemia”

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L’industria bresciana regge bene l’urto della crisi generato dalla pandemia e nel 2021 cresce e si rafforza, superando i già ottimi livelli del 2019.

A confermarlo è l’ultimo aggiornamento di ISM – Indice Sintetico Manifatturiero, nato dalla collaborazione tra il Centro Studi di Confindustria Brescia e OpTer (Osservatorio per il territorio: impresa, formazione, internazionalizzazione) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore: uno strumento che restituisce in un unico valore lo stato di salute delle società di capitali attive nell’industria.

In questa edizione sono analizzate – per il triennio 2019/2021 – 2.642 società di capitali manifatturiere del territorio con oltre 38 miliardi di fatturato aggregato (dati 2021). Un campione di aziende particolarmente significativo che dimostra come, non solo le aziende più grandi e patrimonializzate, ma l’intero “Made in Brescia” abbia tenuto nel 2020 e si sia ulteriormente rafforzato nel 2021 rispetto ai livelli pre-crisi.

Dopo la sostanziale tenuta evidenziata nel 2020 – pur in un generale contesto di indebolimento – ISM ha analizzato in questa edizione i bilanci dello stesso campione anche per il 2021, rilevando come il “Made in Brescia” abbia non soltanto recuperato i livelli precrisi, ma li abbia superati abbondantemente. In altre parole, l’industria bresciana è più robusta rispetto a prima della pandemia. Rispetto al 2019 la quota di aziende più virtuose (classe A) passa da essere il 28,9% del campione al 31,3%, e la classe B cresce di un punto percentuale. Al contrario, la classe C si riduce di quasi 4 punti alla fine del triennio, mentre la quota delle aziende più in difficoltà (classe D) ritorna intorno ai numeri del 2019.

La segmentazione al 2021 di ISM per classe dimensionale conferma alcune evidenze già emerse in precedenti lavori, ovvero come lo stato di salute delle imprese vada a migliorare, a livello aggregato, con l’aumentare della dimensione aziendale. Se si prende in considerazione la quota delle realtà che si posizionano nell’aggregato che accorpa le imprese nelle classi A e B, essa è pari a circa l’87% nelle grandi imprese (quelle con un fatturato superiore ai 100 milioni di euro), scende al 76% nelle medie, al 72% nelle piccole, 65% nelle micro e si riduce al 60% nelle nano (quelle con ricavi al di sotto dei 2 milioni). La correlazione tra dimensione e solidità economica è quindi piuttosto evidente, sebbene i numeri anche per le realtà meno strutturate appaiano nel complesso positivi.

ISM è stato poi implementato per attività merceologica. Emerge che i macrosettori con la quota più alta di imprese che si collocano nel blocco di merito più virtuoso (A+B) risultano essere il “Chimico gomma plastica” (circa 77%) e il “Metallurgico” (circa 75%). Tale quota risulta invece più bassa nei macrosettori del “Legno e metalli non metalliferi” e dell’“Alimentare”. Tuttavia, anche tramite questa chiave di lettura i numeri forniscono un quadro generale del Sistema Brescia particolarmente rassicurante. 

“ISM è uno strumento che mira a portare ancora più in profondità l’analisi dei bilanci del Made in Brescia. Il lavoro sviluppato con l’Università Cattolica ci consente di inquadrare il contesto da cui muove il nostro sistema produttivo, pur nella consapevolezza che le dinamiche geopolitiche ed economiche corrono oggi in modo più veloce di quanto avveniva in passato – commenta Franco Gussalli Beretta, Presidente di Confindustria Brescia –. Le indicazioni generali provenienti dalla manifattura bresciana nel 2021 sono decisamente incoraggianti: un aspetto fondamentale, anche in considerazione delle già citate grandi incognite che caratterizzano l’economia mondiale nel breve e medio periodo, quali il rincaro dei costi dell’energia, le difficoltà di reperimento delle materie prime e le incertezze sul futuro dell’automotive. Per una valutazione complessiva dell’impatto di tali circostanze, che hanno caratterizzato tutto il 2022, dovremo aspettare le prossime rilevazioni, ma certamente il Made in Brescia le sta affrontando da un punto di partenza decisamente solido.”

“L’Indice Sintetico Manifatturiero, un modello costruito ad hoc sulle imprese manifatturiere bresciane e frutto della consolidata collaborazione tra OpTer – Università Cattolica e il Centro Studi Confindustria Brescia – aggiunge Giovanni Marseguerra, Pro-Rettore dell’Università Cattolica e Direttore di OpTer – consente di realizzare un monitoraggio puntuale sull’evoluzione del sistema produttivo e dunque di fornire un efficace supporto al sistema imprenditoriale del nostro territorio. Le imprese bresciane, come dimostra l’analisi presentata oggi, stanno reggendo molto bene l’onda d’urto della crisi generata dalla pandemia. In prospettiva, Università Cattolica e Confindustria Brescia intendono ampliare il campo di azione di ISM legandolo ad altre iniziative congiunte, quale ad esempio l’Osservatorio sulla sostenibilità, i cui primi risultati sono stati presentati lo scorso aprile.”

Brescia, nel terzo trimestre esportazioni per 5.234 milioni

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Nel 3° trimestre 2022, l’export bresciano, pari a 5.234 milioni di euro, evidenzia una crescita del 14,3% sullo stesso periodo del 2021 (tendenziale): si tratta del miglior 3° trimestre, in termini monetari, da quando è disponibile la serie storica. Una dinamica nel complesso analoga ha riguardato l’import (pari a 3.380 milioni), aumentato del 16,4% sul 2021. A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia, di cui dà conto il quotidiano Brescia news.

Nei primi nove mesi dell’anno, le vendite all’estero, complici i livelli elevati dei prezzi delle materie prime industriali e la buona performance del commercio internazionale, si sono attestate a 16.872 milioni, il valore più alto di sempre, segnando un +21,1% sul periodo gennaio-settembre 2021. Il saldo commerciale è pari a 5.764 milioni, cresce solamente del 2,0% nei confronti dell’anno scorso.

“La dinamica record registrata da Brescia nel 3° trimestre 2022 è, almeno in parte, ascrivibile alle quotazioni elevate in prospettiva storica da parte delle principali materie prime industriali utilizzate dall’industria bresciana – commenta Mario Gnutti, Vice presidente di Confindustria Brescia con delega all’Internazionalizzazione –: ciò implica un aumento inflattivo del valore delle merci, sia in acquisto sia in vendita, a parità di quantitativi. Si tratta di un andamento che sta diventando una costante nelle ultime rilevazioni, ma che non deve farci dimenticare, in ogni caso, l’elevata propensione verso l’estero della nostra provincia, insieme a un’attenzione da sempre marcata per i nostri riferimenti commerciali fuori confine, che nelle imprese bresciane trovano partner affidabili e dal notevole know-how.”

La dinamica degli scambi con l’estero ha mostrato quindi un nuovo incremento, nonostante il protrarsi del conflitto bellico tra Russia e Ucraina, le problematiche legate al costo degli input energetici e l’inflazione galoppante, che impatta sulla fiducia degli operatori economici e sul loro potere d’acquisto. L’evoluzione delle esportazioni bresciane si inserisce, come precedentemente accennato, in un contesto di crescita del commercio internazionale, a cui si affianca il movimento di indebolimento dell’euro (-4,9% il cambio effettivo nominale), che ha favorito le vendite al di fuori dell’Europa.

La crescita delle esportazioni bresciane nel periodo luglio-settembre (+14,3%) risulta più bassa di quanto rilevato in Lombardia (+18,5%) e in Italia (+20,6%), una tendenza coerente con il rallentamento sperimentato dall’industria locale in quel periodo.

Tra i beni esportati, i più dinamici nei primi nove mesi dell’anno risultano essere: prodotti della metallurgia (+34,1%), prodotti alimentari e bevande (+23,0%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+22,7%),

Tra i mercati di destinazione, la crescita delle esportazioni è generalizzata: le dinamiche più intense riguardano i flussi verso Germania (+27,0%), Stati Uniti (+29,9%), Brasile (+38,4%) e India (+66,6%). In controtendenza le vendite verso Russia (-9,6%) e Cina (-18,1%).

Per quanto riguarda le importazioni, sono in forte crescita i prodotti della metallurgia (+39,7%), prodotti chimici e farmaceutici (+40,1%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+47,5%).

Dal punto di vista dei principali mercati di origine, solo la Russia si caratterizza per una dinamica negativa (-38,4%), mentre le variazioni più elevate vengono sperimentate da Cina (+67,3%), India (+58,7%), Brasile (+63,5%) e Turchia (+41,0%).

Nel 3° trimestre 2022, l’export bresciano, pari a 5.234 milioni di euro, evidenzia una crescita del 14,3% sullo stesso periodo del 2021 (tendenziale): si tratta del miglior 3° trimestre, in termini monetari, da quando è disponibile la serie storica. Una dinamica nel complesso analoga ha riguardato l’import (pari a 3.380 milioni), aumentato del 16,4% sul 2021. A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

Nei primi nove mesi dell’anno, le vendite all’estero, complici i livelli elevati dei prezzi delle materie prime industriali e la buona performance del commercio internazionale, si sono attestate a 16.872 milioni, il valore più alto di sempre, segnando un +21,1% sul periodo gennaio-settembre 2021. Il saldo commerciale è pari a 5.764 milioni, cresce solamente del 2,0% nei confronti dell’anno scorso.

“La dinamica record registrata da Brescia nel 3° trimestre 2022 è, almeno in parte, ascrivibile alle quotazioni elevate in prospettiva storica da parte delle principali materie prime industriali utilizzate dall’industria bresciana – commenta Mario Gnutti, Vice presidente di Confindustria Brescia con delega all’Internazionalizzazione –: ciò implica un aumento inflattivo del valore delle merci, sia in acquisto sia in vendita, a parità di quantitativi. Si tratta di un andamento che sta diventando una costante nelle ultime rilevazioni, ma che non deve farci dimenticare, in ogni caso, l’elevata propensione verso l’estero della nostra provincia, insieme a un’attenzione da sempre marcata per i nostri riferimenti commerciali fuori confine, che nelle imprese bresciane trovano partner affidabili e dal notevole know-how.”

La dinamica degli scambi con l’estero ha mostrato quindi un nuovo incremento, nonostante il protrarsi del conflitto bellico tra Russia e Ucraina, le problematiche legate al costo degli input energetici e l’inflazione galoppante, che impatta sulla fiducia degli operatori economici e sul loro potere d’acquisto. L’evoluzione delle esportazioni bresciane si inserisce, come precedentemente accennato, in un contesto di crescita del commercio internazionale, a cui si affianca il movimento di indebolimento dell’euro (-4,9% il cambio effettivo nominale), che ha favorito le vendite al di fuori dell’Europa.

La crescita delle esportazioni bresciane nel periodo luglio-settembre (+14,3%) risulta più bassa di quanto rilevato in Lombardia (+18,5%) e in Italia (+20,6%), una tendenza coerente con il rallentamento sperimentato dall’industria locale in quel periodo.

Tra i beni esportati, i più dinamici nei primi nove mesi dell’anno risultano essere: prodotti della metallurgia (+34,1%), prodotti alimentari e bevande (+23,0%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+22,7%),

Tra i mercati di destinazione, la crescita delle esportazioni è generalizzata: le dinamiche più intense riguardano i flussi verso Germania (+27,0%), Stati Uniti (+29,9%), Brasile (+38,4%) e India (+66,6%). In controtendenza le vendite verso Russia (-9,6%) e Cina (-18,1%).

Per quanto riguarda le importazioni, sono in forte crescita i prodotti della metallurgia (+39,7%), prodotti chimici e farmaceutici (+40,1%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+47,5%).

Dal punto di vista dei principali mercati di origine, solo la Russia si caratterizza per una dinamica negativa (-38,4%), mentre le variazioni più elevate vengono sperimentate da Cina (+67,3%), India (+58,7%), Brasile (+63,5%) e Turchia (+41,0%).

Imprese, Assocamuna elegge Giorgio Buzzi alla presidenza

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Nomine by

Il 2 dicembre, nell’inedita cornice dello stabilimento Boario Ferrarelle, Assocamuna ha organizzato “Natale Insieme 2022”, il tradizionale appuntamento che chiude l’anno sociale dell’associazione e che quest’anno ha visto anche l’elezione del nuovo presidente dell’associazione. Una grande serata con 400 invitati. Ospite speciale della serata il Ministro del Turismo Daniela Santanché che ha aperto a sorpresa la serata.

“La Valle Camonica, il suo territorio, le sue tradizioni e la cultura della montagna sono un patrimonio prezioso per il paese.” – ha sottolineato il Ministro – “Per il suo invidiabile sistema economico-produttivo, questa sera qui sapientemente riunito da Assocamuna, per la sua straordinaria storia millenaria, per l’ineguagliabile biodiversità che la caratterizza, per il territorio intriso di arte ed eccellenze enogastronomiche, la Valle Camonica merita un posto di primo piano nella proposta turistica nazionale”.

L’associazione, che da quest’anno può contare su due sedi operative (Cividate Camuno e Edolo) e uno staff di 8 elementi, è cresciuta in numero di associati (ormai oltre 350), in iniziative (più di 50 nel 2022) e in servizi.

Nell’occasione, il sodalizio fondato dal ragionier Luigi Buzzi (proprio nell’anno della sua scomparsa) ha provveduto a rinnovare le proprie cariche sociali, confermando alla direzione generale Diego Zarneri ed eleggendo alla presidenza Giorgio Buzzi, patron di Traflix Industries e figlio del fondatore dell’associazione. Roberto Mazzola, lascia la presidenza ma rimarrà operativo accanto al nuovo presidente.

“E’ stata un’esperienza indimenticabile della mia vita e continuerò ad impegnarmi perché l’Associazione continui a crescere mantenendo quel legame con il territorio che l’ha sempre contraddistinta – ha detto Mazzola – Sono commosso di consegnare proprio a Giorgio Buzzi quello che idealmente io ho ricevuto da suo padre Luigi. Lascio un’Assocamuna molto diversa da quell’associazione che quasi dieci anni fa mi ha eletto presidente”.

“Desidero ringraziare tutte le Imprese che mi hanno voluto alla guida di Assocamuna – ha aggiunto Buzzi – Sono onorato di rappresentare l’associazione che mio padre ha fondato e fortemente voluto per dare una voce unica agli imprenditori della Valle Camonica. Profonderò il massimo impegno perché Assocamuna raggiunga nuovi importanti traguardi nel segno del rinnovamento che le energie di Limes Farm hanno saputo infondere nell’associazione. Una scommessa sulle nuove generazioni, sulla nostra identità e sullo straordinario capitale umano della nostra Valle”.

Pmi day, porte delle imprese aperte a 1.500 studenti

in Aib/Associazioni di categoria/Confagricoltura/Economia/Formazione by

Oltre 30 imprese di diversi settori produttivi – in tutta la provincia di Brescia – hanno aperto le loro porte nei giorni scorsi a 1.500 studenti degli istituti scolastici secondari di primo grado bresciani per visite mirate e tour aziendali, nella tredicesima edizione del PMI Day, dedicata alla tematica della bellezza e, in particolare, della bellezza del saper fare italiano.

Il bilancio della manifestazione – promossa dalla Piccola Industria di Confindustria Brescia in collaborazione con Confagricoltura Brescia e Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale – arriva così a contare, tra 2010 e 2022, un totale di quasi 45.000 studenti bresciani coinvolti. Nel dettaglio, l’edizione 2022 si è caratterizzata per il ritorno in presenza, dopo le edizioni in formato digitale del 2020 e 2021, a causa della pandemia.

La seconda parte del progetto si terrà nel corso del 2023, all’interno dell’appuntamento di Bergamo Brescia Capitale della cultura 2023, e sarà dedicata agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, che verranno condotti nelle aziende più affini al loro percorso di studi, con l’obiettivo di trasmettere la cultura di fare impresa che da sempre ha permeato il nostro territorio.

“Riportare i giovani nelle nostre aziende, dopo lo stop causato dalla pandemia, è stato bello e stimolante, e ha rappresentato l’opportunità di avvicinarli a eccellenze mondiali della produzione, che spesso sono però poco conosciute – commenta Marco Capitanio, Presidente della Piccola Industria di Confindustria Brescia –. Gli imprenditori hanno risposto con entusiasmo alla nostra chiamata: ora contiamo sul fatto che, il prossimo anno, ci sia una partecipazione più massiccia delle secondarie di primo grado, su cui dobbiamo continuare a lavorare. Intanto ci concentreremo anche sugli studenti più grandi, delle secondarie di secondo grado, a cui sarà dedicata la seconda parte del PMI Day nel 2023.”

“Un successo il numero di imprese e studenti coinvolti, che non può che spronarci per il futuro a fare ancora di più – la riflessione di Eugenio Massetti, Presidente di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale –. Non possiamo pensare infatti che i nostri ragazzi imparino un mestiere e poi lo facciano con passione senza prima mostrarglielo da vicino. Le porte aperte delle nostre imprese artigiane sono state un’ottima occasione proprio per questo. Come Confartigianato lavoriamo costantemente per avvicinare mondo della scuola e dell’impresa per far scoprire agli studenti il nostro mondo: iniziative come il Pmi Day raggiunge proprio questo scopo e permette loro di orientarsi nelle scelte che si troveranno a fare ampliando il proprio bagaglio di conoscenze ed esperienze”.

“Uno spaccato della vita che aspetta i ragazzi nel futuro: il Pmi Day non è stata solo un’occasione per entrare nelle aziende agricole e conoscerle, ma anche per visitare il territorio, assaggiarne i prodotti, imparare le professionalità che servono, confrontarsi con realtà a volte distanti da quelle che frequentano abitualmente – chiude Giovanni Garbelli, Presidente di Confagricoltura Brescia –. Di conseguenza, per Confagricoltura Brescia e i nostri soci, è stata un’opportunità e crediamo che sia stato così anche per le scuole stesse. Quest’anno abbiamo offerto ai giovani la possibilità di avvicinarsi a realtà diversificate: viticoltura, olivicoltura, florovivaismo, lattiero-caseario e agriturismo, in modo da far loro capire quanto e come è poliedrica l’agricoltura bresciana. Crediamo di aver mostrato loro alcuni strumenti per affrontare con più consapevolezza le scelte che dovranno intraprendere, informandoli delle tante occasioni che il settore primario offre anche nel Bresciano”.

Terziario, a Brescia la fiducia delle imprese torna al 2020

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze/Terziario by
Fiducia al minimo

Nel 3° trimestre del 2022, il clima di fiducia delle imprese bresciane attive nel settore dei servizi segnala un calo rispetto al trimestre precedente, passando da 109 a 102: un livello di fatto che ritorna ad essere quello sperimentato a fine 2020, particolarmente distante dalle soglie raggiunte nello stesso periodo dello scorso anno (146).

A evidenziarlo sono risultati dell’Indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Brescia al 3° trimestre 2022.

Tale evoluzione si inserisce all’interno di un movimento ribassista iniziato nella seconda metà del 2021 e intensificatosi nel corso del 2022. Come emerso anche nelle rilevazioni precedenti, il calo di fiducia sembrerebbe causato non tanto da un ridimensionamento dell’attività da parte delle realtà intervistate, quanto dalle generalizzate preoccupazioni in merito alla capacità dell’intero sistema economico nazionale di fronteggiare con successo le complesse incognite globali. Le principali variabili che pesano sono, in particolare, il protrarsi del conflitto russo-ucraino, l’inflazione quanto mai elevata e il “caro-energia”, che grava sul settore industriale locale, tradizionale cliente del terziario bresciano.

“Con il clima di fiducia si misura la parte più emotiva del sentiment delle imprese del settore riguardo all’andamento attuale e futuro del comparto – commenta Fabrizio Senici, Presidente del settore Terziario di Confindustria Brescia – È questo il momento del realismo e dell’ottimismo: il realismo dei numeri, che ci dicono che il settore naviga in acque serene – più fatturato. più ordini, più occupazione – e l’ottimismo che ogni imprenditore deve mettere in campo proprio quando c’è bisogno di guardare avanti e di non scoraggiarsi per eventi esterni su cui nulla può fare il singolo.”

Nel dettaglio, per quanto riguarda i giudizi espressi dalle aziende sui tre mesi precedenti:

  • il fatturato è aumentato per il 36% delle imprese intervistate, con un saldo positivo del 25% tra coloro che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione;
  • gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +41% e a +18%);
  • i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione crescente (saldo netto pari a +28%); una tendenza che certifica come l’inedita salita delle quotazioni degli input energetici si stia propagando in altri ambiti dell’economia reale.

Per quanto riguarda le prospettive per i mesi a venire:

  • il fatturato è atteso in crescita dal 45% degli intervistati, con un saldo positivo del 24% a favore degli ottimisti rispetto ai pessimisti;
  • i saldi riferiti al portafoglio ordini (+10%) e all’occupazione (+28%) descrivono uno scenario di possibile consolidamento dell’attività;
  • i prezzi dei servizi offerti manifestano un saldo positivo (+19%), a indicazione che la fase rialzista è verosimilmente destinata a confermarsi anche nel prossimo futuro.

Le opinioni delle imprese in merito alle prospettive generali dell’economia italiana si confermano negative, andando a riflettere, fra l’altro, il crescente deterioramento del potere di acquisto delle famiglie (che si riverbera negativamente sulla loro propensione al consumo), nonché la nuova fase restrittiva della politica della BCE, che andrà a colpire, in particolare, famiglie e PMI.  Nel dettaglio, il 9% degli imprenditori ha espresso un orientamento ottimistico, a fronte del 36% che prevede stazionarietà e del 55% che ha invece una visione negativa.

L’andamento per comparto

Consulenza alle imprese

Il clima di fiducia delle imprese attive nel comparto della consulenza alle imprese, nel 3° trimestre 2022, si attesta a 99, contro 107 del periodo precedente. I giudizi espressi rispetto ai tre mesi precedenti segnalano che: il fatturato è aumentato per il 38% delle imprese, con un saldo positivo del 30% tra risposte in crescita e in diminuzione; gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +34% e a +13%); i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione in rafforzamento (saldo netto pari a +25%). Con riferimento alle prospettive a breve termine: il fatturato è atteso in crescita dal 42% degli intervistati, con un saldo positivo del 25%; i saldi riferiti al portafoglio ordini (+8%) e all’occupazione (+25%) indicano uno scenario di possibile rafforzamento dell’attività; i prezzi dei servizi offerti manifestano un saldo positivo (+21%). Le opinioni delle imprese in merito alla tendenza generale dell’economia italiana risultano negative: il 13% prevede un aumento, a fronte del 29% che propende per la stazionarietà e del rimanente 58% che ha una visione sfavorevole.

ICT & digitale

Il clima di fiducia delle imprese attive nel comparto ICT & digitale, nel 3° trimestre 2022, si attesta a 120, unico settore che registra un incremento rispetto a quanto rilevato fra luglio e settembre (111). In merito ai giudizi espressi sui tre mesi precedenti: il fatturato è aumentato per il 41% delle imprese, con un saldo positivo del 29% tra variazioni in aumento e in diminuzione; gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +71% e a +23%); i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione crescente (saldo netto pari a +24%). Riguardo alle prospettive a breve termine: il fatturato è atteso in crescita dal 65% degli intervistati, con un saldo positivo del 47%; i saldi riferiti al portafoglio ordini e all’occupazione risultano positivi (rispettivamente pari a +23% e a +41%); i prezzi dei servizi offerti registrano un saldo in aumento del 18%. Le opinioni delle imprese in merito alla tendenza generale dell’economia italiana risultano nel complesso sfavorevoli: il 12% degli imprenditori ha un orientamento positivo, il 41% prevede stazionarietà e il rimanente 47% si aspetta una contrazione.

Servizi alle imprese

Il clima di fiducia delle imprese attive nel comparto servizi alle imprese, nel 3° trimestre 2022, si attesta a 89, netta contrazione rispetto al periodo precedente (112). Riguardo ai giudizi espressi a consuntivo: il fatturato è cresciuto per il 33% delle imprese, con un saldo positivo del 16%; gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +25% e a +17%); i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione rialzista (+42%). In merito alle prospettive a breve termine il settore dichiara alcune criticità: il fatturato è atteso in diminuzione per il 25% degli intervistati, con un saldo negativo del -8%; il saldo riferito al portafoglio ordini risulta nullo, quello all’occupazione invece positivo (+17%) descrivono uno scenario con alcune zone d’ombra; i prezzi dei servizi offerti si contraddistinguono per un saldo positivo del 17%. Le opinioni delle imprese in merito alle prospettive dell’economia italiana risultano nettamente negative: nessuno degli imprenditori ha un orientamento ottimistico, a fronte del 42% che prevede stazionarietà e del 58% che invece propende per una flessione.

L’Indagine viene effettuata trimestralmente su un panel di imprese associate appartenenti al settore terziario.

Automotive, Brescia pronta alla sfida, ma pesano i ritardi delle forniture

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Il Sistema Brescia è complessivamente pronto ad affrontare le sfide del futuro per quanto riguarda il settore Automotive, soprattutto con riferimento alle tematiche della transizione ecologica e tecnologica in atto. A testimoniarlo è, in particolar modo, la propensione delle realtà bresciane a investire sul tema innovazione: fatto 100 l’importo complessivo del budget disponibile, le imprese dedicheranno nei prossimi anni circa il 45% dei fondi alla R&S (autonoma o con partner) o a consulenze (di università o di terzi).

È questa una delle evidenze emerse dall’indagine “La transizione tecnologica nell’Automotive: le sfide da vincere per la filiera bresciana”, condotta dal Centro Studi di Confindustria Brescia e dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, e focalizzata in particolare sulle modalità con cui le imprese si stanno approcciando alla transizione ecologica e tecnologica in atto. È stato coinvolto un campione di 24 imprese bresciane leader del comparto, con un fatturato complessivo di 2,7 miliardi di euro, di cui il 77% riconducibile a ricavi realizzati direttamente nel settore automotive.

Tra i risultati della ricerca, emerge come il 70,8% del campione osservato dichiari di avere al suo interno un ufficio di R&S, percentuale che sale al 77,8% per le grandi imprese; mediamente le aziende investono il 4,3% del loro fatturato in R&S: si tratta dunque di soggetti di dimensioni medio-grandi (almeno in ambito italiano), caratterizzati da una propensione a investire in innovazione medio-alta e certamente superiore alla media del manifatturiero italiano.

Le imprese della filiera auto di questo territorio mostrano poi una buona diversificazione produttiva, riconducibile principalmente a due comparti: “Motore” e “Abitacolo”.La fotografia scattata vede ai primi posti la specializzazione in sistemi motore (42% delle risposte) e parti esterne (33%); seguono appaiati telaio/carrozzeria e sistemi di trasmissione (25%), gestione termica (21%), produzione di parti interne (17%) e componenti di regolazione (13%). Per quanto riguarda la transizione ambientale e tecnologica, le aziende più coinvolte sono, come atteso, quelle specializzate nel “Motore” (93%).

Elementi significativi emergono anche dal punto di vista delle strategie: tenendo in considerazione che l’indagine è stata somministrata prima della decisione del Consiglio europeo di fine giugno 2022 (escludere dal mercato del nuovo tutte le auto con motore endotermico), si delinea già chiara l’urgenza del momento: solo l’11% delle imprese ha, infatti, dichiarato di non avere in agenda nuove strategie industriali per affrontare il complesso scenario competitivo che si profila nella filiera dell’auto. Il Made in Brescia punta soprattutto sulla riconversione della produzione (33%) o su nuove alleanze (33%).

Gli elementi di potenziale ostacolo agli investimenti sono invece costituiti, in primo luogo, dell’incertezza tecnologica (63%), seguita a distanza da quella di mercato (38%). Si presenta poi il tema del capitale umano, a causa del mismatch tra domanda e offerta di lavoro (il 25% segnala la mancanza di competenze). Non emergono invece criticità di carattere finanziario, un elemento che va letto alla luce del buono stato di salute delle aziende intervistate e che riflette anche le condizioni favorevoli di accesso al credito esistenti al momento della rilevazione.

L’indagine si è poi concentrata sull’individuazione dei principali partner nei progetti di innovazione seguiti dalle imprese dell’automotive bresciano. La fotografia scattata, riferita allo scenario attuale, vede ai primi posti i soggetti della filiera: clienti (77% delle risposte), fornitori di materie prime (55%), fornitori di tecnologie (55%) e fornitori di impianti (50%). Un elemento di interesse è quindi rappresentato dalla significativa quota di operatori (50%) che interagisce con il mondo universitario: è un aspetto quanto mai positivo, se si pensa al fatto che il sistema accademico è spesso giudicato in qualche modo distante da quello delle aziende.

La ricerca ha destinato ampio spazio all’analisi dei rapporti che le aziende bresciane dell’Automotive hanno con i propri fornitori e clienti. Si tratta di un osservatorio privilegiato da cui analizzare il livello di collaborazione all’interno della filiera, un elemento considerato strategico e imprescindibile per affrontare con successo le importanti sfide che il sistema delle imprese ha di fronte nei prossimi anni. Per quanto riguarda i fornitori, le risposte hanno raccolto la visione su oltre 900 realtà italiane, spesso costituite da realtà produttive di piccole e medie dimensioni. Da questo punto di vista, i vantaggi competitivi che caratterizzano la fornitura nazionale riguarderebbero aspetti piuttosto tradizionali come quelli della qualità (segnalata dall’82% delle imprese) e della flessibilità (71%): sono peculiarità tipiche della manifattura italiana e bresciana, un “marchio di fabbrica” da sempre riconosciuto a livello mondiale ma verosimilmente non più sufficiente. Infatti, gli elementi riferiti all’innovazione, per questi stessi soggetti, risultano scarsamente considerati (innovazione di prodotto 35%, di processo 29%, organizzativa 6%). Si tratta di un importante segnale di allarme, che denoterebbe una potenziale debolezza della filiera di fronte allo scenario futuro, che vede nell’innovazione un elemento sempre più strategico e imprescindibile.

Pasini entra nel consiglio generale di Confindustria Lecco e Sondrio

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Giuseppe Pasini, presidente di Feralpi Group ed ex presidente di Confindustria Brescia, è stato nominato membro del Consiglio Generale di Confindustria Lecco e Sondrio.

La nomina – secondo quanto riferisce Brescia news – è avvenuta l’altro ieri nella sede dell’associazione industriale come componente proposto dal Presidente Plinio Agostoni e come rappresentante delle società Arlenico e Caleotto, parte di Feralpi Group dal 2015 e rilevate al 100% nel 2020.

Arlenico e Caleotto operano nella laminazione di acciai speciali, sono attivi da più di 100 anni nel cuore della città di Lecco, all’interno di uno dei più importanti poli della meccanica. Oggi impiegano oltre 120 persone per una produzione di circa 250 mila tonnellate l’anno.

«Arlenico e Caleotto – spiega Giuseppe Pasini – rappresentano il punto di contatto di Feralpi Group con il mercato della meccanica, un settore che richiede qualità, flessibilità, precisione e velocità. Obiettivi che raggiungiamo con un miglioramento continuo e grazie a forti investimenti. Dall’acquisizione ad oggi abbiamo investito oltre 40 milioni di euro in impianti e tecnologie per continuare una tradizione di eccellenza che vive da ben oltre un secolo nel cuore della trafileria non solo italiana, ma europea. Ringrazio Confindustria Lecco e Sondrio per avermi incluso nel Consiglio Generale come rappresentante di società le cui storie industriali sono legate a Lecco e continueranno ad esserlo».

Inserimento lavorativo dei detenuti, rinnovato il protocollo tra Confindustria e carceri

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È stato siglato oggi – nella sede di Confindustria Brescia – il rinnovo della collaborazione tra l’Associazione di via Cefalonia, gli Istituti di Pena Bresciani, la Garante dei Detenuti e il Tribunale di Sorveglianza di Brescia. Il protocollo, firmato per la prima volta nel febbraio 2019, prevede tra le altre una serie di attività finalizzate a creare percorsi di inserimento lavorativo per i detenuti e avrà durata di un anno.

Alla firma sono intervenuti Franco Gussalli Beretta (Presidente Confindustria Brescia), Silvia Mangiavini (Vice Presidente Confindustria Brescia con delega a Legalità e Bilancio di Sostenibilità), Luisa Ravagnani (Garante dei detenuti), Francesca Paola Lucrezi (Direttrice delle carceri di Brescia) e Monica Cali (Presidente Tribunale di Sorveglianza).

L’accordo sottoscritto nel 2019 ha previsto e finalizzato l’assunzione stabile in azienda – alla fine del tirocinio di reinserimento sociale previsto dal documento stesso – con contratto a tempo pieno e indeterminato, di una persona in esecuzione penale presso la casa di reclusione di Verziano.

“L’attenzione di Confindustria Brescia al tema della legalità è testimoniata dalla scelta di confermare una delega apposita sul tema nella squadra di presidenza – commenta Silvia Mangiavini, Vice Presidente Confindustria Brescia con delega a Legalità e Bilancio di Sostenibilità –.  Il rinnovo della collaborazione con Istituti di Pena Bresciani, Garante dei Detenuti e Tribunale di Sorveglianza di Brescia si inserisce proprio in questo solco, visti anche gli ottimi risultati ottenuti negli scorsi anni, nonostante gli inevitabili rallentamenti legati alla diffusione della pandemia. Come Associazione, in particolare, siamo certi che le strategie di inclusione sociale, sviluppate in una cornice di rispetto delle regole e condivisione dei principi di legalità, contribuiscono a ridurre il rischio di recidiva e ad innalzare i livelli di sicurezza generale del territorio.”

In particolare, Confindustria Brescia si impegna, con la collaborazione e il monitoraggio delle altre parti coinvolte, a:

  • Realizzare un corso di formazione in carcere avvalendosi delle strutture formative di Fondazione AIB. La formazione sarà progettata d’intesa con l’Ufficio del Garante dei detenuti e con la Direzione degli Istituti di pena bresciani, tenendo conto dei bisogni formativi della popolazione carceraria e della domanda del mercato del lavoro del territorio. A conclusione del corso, per la consegna dei diplomi sarà organizzata una tavola rotonda con al centro il tema del lavoro nella prospettiva del tessuto economico e produttivo bresciano.
  • Sensibilizzare i propri iscritti ad ospitare tirocini di orientamento, formazione e inserimento/reinserimento finalizzati all’inclusione sociale e all’autonomia delle persone in esecuzione penale presso la Casa Circondariale Nerio Fischione e la Casa di Reclusione di Verziano, valutate idonee dall’Equipe trattamentale del Carcere e dal Tribunale di Sorveglianza di Brescia. I tirocini si svolgeranno nelle aziende associate che liberamente daranno la propria disponibilità, sotto la diretta responsabilità formativa dei tutor individuati dalle aziende stesse, nel rispetto della L.R. n. 22/2006, della Delibera di Regione Lombardia n.5451/2016 e successive modifiche, e della Normativa penitenziaria pertinente.
  • Con la finalità di sviluppare forme di dialogo tra il carcere e il mondo del lavoro, il gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Brescia porterà all’interno delle carceri di Brescia una riunione del proprio Comitato Direttivo, che verrà aperto alla popolazione carceraria, agli educatori e alle parti sottoscrittrici del presente Accordo. Temi, data e modalità dell’incontro verranno concordati con la Direzione del Carcere e con la Garante dei detenuti. Sensibilizzare le Aziende associate a donare generi di prima necessità a favore dei detenuti degli Istituti di pena bresciani. A tal fine, aderirà alla richiesta di collaborazione del Garante dei detenuti, divulgando alle proprie imprese l’elenco dei generi più necessari.
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