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Ambiente - page 3

Rifiuti, a Brescia raccolta differenziata al 77,2%

in Ambiente/Economia by

L’andamento della produzione totale dei rifiuti urbani a livello provinciale segue quello regionale, evidenziando una flessione, visibile in particolare nella provincia di Milano (-6,4%), legata con molta probabilità alle misure di contrasto al Covid-19. Un dato in diminuzione anche nelle province di Sondrio (-1,9%), Como (-1,8%), Varese ( -1,2%), Lecco (-0,6%), Brescia (-0,5%) e Bergamo -0,3%. Mentre, a parte il lieve scostamento di Monza Brianza (+0,8%), l’incremento della produzione dei rifiuti urbani è stato registrato nelle province della bassa pianura: Lodi (+2,5%), Pavia+2,2%, Mantova (+2,1%) e Cremona +1,3%.

RACCOLTA DIFFERENZIATA – Anche nel 2020, sono 10 le province che si attestano oltre il 65% di raccolta differenziata. La provincia più virtuosa è ancora Mantova con 87,10% (+0,3% rispetto al 2019), seguita da Monza e Brianza con 79,19% (+1,5%), Cremona con 78,58% (+0,2%), Varese con 78,17% (+1,1%), Bergamo 77,42% (+1,7%), Brescia 77,27% (+0,6%), Lodi 75,16% (+0,1%), Lecco 71,67% (+0,8%), Como 70,02% (+2,2%), Milano 68,91% (+2,2%), Sondrio 57,24% (+1,8%). Chiude la classifica Pavia, che tuttavia, con 159.816 t, vede la percentuale di raccolta differenziata salire al 58,07% con un aumento del +6,0% rispetto al 2019.

RIFIUTI SPECIALI – Nel 2019 sono ancora le province di Bergamo, Brescia e Milano a produrre più della metà dei rifiuti speciali (56,4%) della Lombardia. Rispetto al 2018, i dati – legati a indici economici e alla presenza di industrie – evidenziano un incremento della produzione in particolare nelle province di Pavia (+ 6,1%) e Cremona (+4,6%), seguite da Como (+1,8%), Brescia (+1,2%), Bergamo (+1%), Monza e Brianza (+0,9%), Lodi (+0,4%). Le province in cui si registra un calo più importante sono quelle di Lecco (-8.9%) e Mantova (-4,4%), seguite da Milano (-2.3%), Sondrio e Varese (-1,4%).

Marcello Gabana Holding: più utili e più sostenibilità

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Ambiente/Aziende/Bilanci/Economia/Gabeca/Gabeca by

CALCINATO (BS) – Il gruppo Marcello Gabana Holding (Mgh), guidato da Daniela Grandi, archivia l’anno con una crescita significativa nei fatturati, negli utili e negli investimenti. E, nell’ottica di “guardare lontano”, vara il primo report di sostenibilità: uno strumento ambizioso, che ancora pochissime aziende bresciane – anche tra quelle di dimensioni ben maggiori – utilizzano.

I NUMERI IN SINTESI

I numeri del rendiconto 2020 (dati aggregati) – che si confermano anche per l’anno in corso – parlano di una significativa crescita del valore della produzione: 50,1 milioni di euro (+12%), contro i 44,5 del 2019 e i 35,1 del 2018. In forte crescita (+ 21%) anche l’Ebitda (10,7 milioni, mentre erano 6,1 nel 2019, 4,3 nel 2018). Ma significativo è stato anche l’aumento contestuale degli investimenti, passati da 4,3 milioni (2018), a 6,6 (2019) e 7 milioni (2020), risorse in buona parte destinate allo sviluppo tecnologico di Grandi Riso.

GRANDI RISO PRIMA AZIENDA DEL GRUPPO

La società principale del gruppo di Calcinato (ex Gabeca) si conferma Grandi Riso, quarto produttore italiano di riso con sede operativa a Codigoro (Fe). Nel 2020, il valore della produzione è salito a 24,1 milioni di euro con un balzo in avanti di 3,5 rispetto all’anno precedente (il settore Agroalimentare vale per Mgh 24,5 milioni, includendo anche le rendite delle tenute Grandi & Gabana, 0,4 milioni). Ma soprattutto, nel 2020, Grandi Riso è tornata all’utile (+24mila euro) dopo la difficile annata 2019 (-816mila euro). Una crescita dovuta alle dinamiche di acquisto della materia prima, ma anche al crescente interesse estero (i principali mercati di esportazione sono Stati uniti, Slovenia, Brasile, Germania e Spagna, che ha registrato un balzo in avanti del 42%).

Bene anche il settore Ecologia di Mgh, che vale complessivamente 22,7 milioni con ricavi in aumento in tutte le società (utile +30%). Mentre il settore Immobiliare ha fatturato 2,8 milioni.

LE PROSPETTIVE

“Continuiamo a crescere nonostante le difficoltà del contesto nazionale e internazionale”, spiega Daniela Grandi, “non possiamo fermarci e riteniamo di dover guardare al futuro con strumenti adeguati ai tempi: sotto il profilo della pianificazione, del controllo di gestione, della sostenibilità e degli investimenti. Stiamo lavorando da tempo per disegnare le prospettive del gruppo in modo che rimanga florido per i prossimi decenni, perché un’azienda davvero sostenibile è quella che dura nel tempo e che produce valore, oltre che per gli azionisti, per i territori in cui opera”.

“Il punto di partenza del nostro futuro – continua Grandi – rimane Grandi Riso, su cui vogliamo continuare ad investire per accrescere i margini e il legame con il territorio, che (insieme alla qualità del prodotto) è già il nostro valore aggiunto. Per quanto riguarda l’Ecologia”, ha aggiunto, “l’impianto di smaltimento di Calcinato va verso la naturale chiusura e la nostra prospettiva è quella di rimanere nel settore, mettendo ancora sul piatto importanti investimenti per sostituire il business dello smaltimento con quello del recupero e del miglioramento delle prestazioni ambientali: un percorso che abbiamo già da tempo avviato con Ecoplant (piattaforma di recupero con sede a Cremona, ndr), Gelab (società di analisi) e Gedit, con interventi complessivi per 10 milioni di euro. Nel 2020 – tra biogas e fotovoltaico – la sola Gedit ha immesso in rete un quantitativo di energia pari quasi a quello dell’intero consumo residenziale annuo di un Comune come Calcinato. Per il futuro”, ha concluso Daniela Grandi, “stiamo già lavorando nuove – e innovative – tipologie di impianti, che possano garantire il massimo recupero dei rifiuti nell’ottica di una transizione ambientale che porterà a una riduzione significativa dei consumi di materie prime, privilegiando la rigenerazione e la valorizzazione di tutti quegli scarti fino ad oggi destinati a discarica”.

FOCUS SULLA SOSTENIBILITA’

Il 2020, come detto, è stato per il gruppo Mgh l’anno del primo report di sostenibilità: uno strumento per ragionare sul presente e il futuro nell’ottica della responsabilità sociale. Anche nei mesi del lockdown, va sottolineato, tutte le aziende del gruppo hanno continuato a operare, garantendo pagamenti puntuali ai fornitori, ai dipendenti (64) e ai collaboratori stagionali (un centinaio, quasi tutti legati a Grandi Riso), che sono rimasti stabili nel numero.

Per quanto riguarda i consumi energetici è da segnalare il forte aumento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili. In particolare, Gedit autoproduce 10.219 MWh, di cui 274 MWh tramite pannelli fotovoltaici e la restante parte tramite co-generazione, alimentata dal biogas da smaltimento dei rifiuti: energia che viene venduta alla rete, contribuendo direttamente alla riduzione del mix energetico italiano. Inoltre Ecoplant, con il suo impianto fotovoltaico, consente al gruppo Mgh di evitare ogni anno l’emissione in atmosfera di 5,1 tonnellate di anidride carbonica (il corrispettivo di 30.241 chilometri percorsi con un’autovettura a diesel di medie dimensioni).

Importanti poi sono le ricadute dirette dell’attività delle società del gruppo sui territori in cui operano. I fornitori sono 1.091: il 99 per cento sono italiani e oltre la meta ha sede in Lombardia ed Emilia-Romagna.

Il gruppo Mgh, infine, è attivo sul fronte sociale, con il fondo Marcello Gabana, operativo da anni all’interno della Fondazione della Comunità Bresciana. Ma significativo è anche il contributo diretto alla cultura, con il sostegno al progetto Camp Now della Fondazione Soldano di Brescia e, in particolare, al festival le X Giornate di Brescia.

Settore Cave, la Regione approva nuove regole

in Ambiente/Cave e discariche/Economia/Istituzioni/Regione by

Via libera in Consiglio regionale con 41 voti a favore, 16 contrari e 9 astenuti alle nuove regole per le attività estrattive e di cava con l’obiettivo di favorire il risparmio di materia prima e l’utilizzo di materiali riciclati e al tempo stesso di incentivare la semplificazione delle procedure. Si sono espressi a favore i gruppi di maggioranza, astenuti il Movimento 5 Stelle e Monica Forte, contrari Partito Democratico, +Europa e Nicolò Carretta.

La nuova legge – informa una nota – valorizza il ruolo del Consiglio regionale a cui spetterà ora l’approvazione dell’atto di indirizzo che incide in modo sostanziale sulle modalità con cui le Province devono poi elaborare i piani; viene inoltre semplificato il procedimento di approvazione dei PAE (i piani dell’attività estrattiva), in particolare evitando la duplicazione della procedura VAS (prima in Provincia e poi in Regione) e mantenendo per la Regione la possibilità di esprimere parere condizionato a prescrizioni vincolanti.

Da sottolineare il superamento del concetto di ambito territoriale estrattivo (ATE) a favore dell’individuazione della cosiddetta “area idonea”.
La finalità -spiega il relatore Riccardo Paseè quella di superare le criticità degli ATE evidenziate dalla normativa vigente come i frequenti contenziosi sui piani da parte degli operatori esclusi, l’eccessiva rigidità degli ATE, il doppio passaggio tra approvazione progetto ATE e autorizzazione e le difficoltà di approvazione del progetto di ATE se non si trova accordo tra i diversi operatori coinvolti”.
Il testo contiene criteri oggettivi per la scelta fra diverse domande se complessivamente superano il volume previsto dal PAE per l’area idonea, dando priorità agli imprenditori che concordano una proposta di accordo preventivo con le amministrazioni locali (avente ad oggetto esclusivamente il progetto di recupero, le compensazioni, le mitigazioni e gli altri contenuti progettuali di interesse dell’ente locale per gli impatti sul proprio territorio) o, in subordine, che garantiscono compensazioni di importo economico più elevato in proporzione al volume di materiale scavato. Sarà infine possibile procedere all’attività estrattiva per lotti.

La validità della autorizzazione avrà una durata massima di 20 anni per pietre ornamentali e materiali per l’industria, 10 anni per gli altri settori, prorogabili al massimo per cinque anni, più ulteriori due come premialità per l’utilizzo di materiali riciclati. E’ prevista la possibilità di revisione del PAE in caso di necessità e comunque da avviare quando è stato estratto almeno il 75% del materiale previsto (di fatto si premia con una durata maggiore chi risparmia materia prima).
Il progetto delle opere deve comprendere un piano di reperimento dei materiali occorrenti, considerando in via prioritaria i materiali inerti provenienti dal riutilizzo, dal riciclaggio e dal recupero di rifiuti o da altre fonti alternative. E’ ammessa la progettazione di cave di riserva, privilegiando la localizzazione ove possibile nelle adiacenze dell’infrastruttura per limitare gli impatti ambientali.

Demolizioni industriali, A2A acquista il 30% di F.lli Omini Spa

in A2A/Ambiente/Economia/Partecipate e controllate by

A2A – tramite la controllata A2A Ambiente – ha siglato l’accordo per l’acquisizione di una partecipazione del 30% di F.lli Omini SpA, società specializzata in demolizioni,  finalizzata alla creazione di una collaborazione per le attività di decommissioning degli impianti industriali.

In linea con il piano strategico di A2A, la gestione della fase finale del ciclo di vita degli asset  industriali è, infatti, un’attività ispirata ai principi di economia circolare, al recupero di materia e alla  valorizzazione delle risorse. La partnership consentirà un’efficace dismissione degli impianti  industriali a beneficio dei territori, e contribuirà ad eliminare gli impatti negativi sull’ambiente.

F.lli Omini – secondo quanto riferisce il giornale di Brescia online BsNews – è azienda leader nella demolizione di siti civili ed industriali (in ambito chimico,  petrolchimico, energetico e nucleare). Con un fatturato di circa 20 milioni di euro l’anno, dotata di  un’ampia gamma di certificazioni, la società è qualificata alla partecipazione di importanti gare nei  comparti ad alta tecnologia. Di particolare importanza sono due progetti eseguiti negli ultimi anni  da F.lli Omini: la demolizione del relitto Concordia e, in qualità di capofila di un pool di aziende  altamente specializzate, la progettazione e demolizione del Ponte Morandi – attività che, per tempi ed esecuzione, resterà un punto di riferimento a livello internazionale per tutto il settore.

“Con questa operazione A2A amplia ulteriormente il raggio d’azione delle attività legate all’economia  circolare. L’ingresso in questo nuovo settore consente di aggiungere un passaggio fondamentale ai  nostri business consolidati: la gestione ottimale del fine vita degli impianti. Un ambito rilevante che  richiede competenze adeguate e tecnologie avanzate per garantire processi sicuri, efficienti e orientati  ai principi della sostenibilità ambientale” – ha commentato Renato Mazzoncini, Amministratore  Delegato di A2A – “Questa partnership rappresenta un’ulteriore conferma dell’attenzione del Gruppo ai territori e il continuo impegno a fornire un contributo concreto alla transizione ecologica del Paese”.

“L’entrata di A2A nel 30% del nostro capitale sociale e la partnership commerciale finalizzata all’attività di decommissioning di impianti industriali – ha commentato Emilio Omini, AD e fondatore  della F.lli Omini S.p.A. – rappresentano un ulteriore tangibile apprezzamento da parte del mercato della  nostra azienda, che in questi ultimi 10 anni ha dimostrato grandi capacità di affidabilità tecniche e  gestionali. Sono certo che questo sarà un punto di partenza cruciale per lo sviluppo di importanti  sinergie che consentiranno un ulteriore miglioramento del nostro posizionamento su un mercato in  grande evoluzione, come quello delle demolizioni”.

Il perfezionamento dell’operazione è previsto entro la fine del 2021. L’accordo prevede un’opzione  di acquisto in favore di A2A sull’intero capitale sociale di F.lli Omini.

Sostenibilità in siderurgia, premiata la bresciana Feralpi

in Acciaio/Ambiente/Economia by

Feralpi, una nuova conferma sul fronte dello sviluppo sostenibile. Il Gruppo, tra i principali produttori siderurgici in Europa (1,24 mld € di fatturato, oltre 1700 dipendenti diretti), si aggiudica il riconoscimento “Innovazione e sostenibilità in siderurgia” conferito dall’Associazione Economica Italo tedesca Mercurio che verrà consegnato domani in occasione della cerimonia presso l’Ambasciata d’Italia a Berlino.

Feralpi ha ricevuto il riconoscimento per l’impegno volto alla circolarità dei processi produttivi in Europa e nel mondo, un lungo percorso che ha unito virtuosamente Germania e Italia, i due Paesi in cui il Gruppo ha i suoi più importanti stabilimenti produttivi.

Il riconoscimento attesta anche il forte legame storico che esiste tra le economie italiana e tedesca e viene conferito dall’Associazione Economica Italo-Tedesca Mercurio, con sede a Düsseldorf, da oltre venti anni.

La cerimonia avrà luogo all’Ambasciata d’Italia a Berlino in presenza di S.E. l’Ambasciatore d’Italia Armando Varricchio. A ritirare il riconoscimento saranno Giuseppe Pasini, presidente del Gruppo Feralpi, e Uwe Reinecke, direttore di stabilimento di ESF Elbe-Stahlwerke Feralpi GMBH.

«Spero che questo importante riconoscimento – commenta Giuseppe Pasini, presidente del Gruppo Feralpi – possa essere un invito ai nostri giovani affinché mettano le loro energie e le loro visioni in un settore come quello dell’acciaio che ha secoli di vita, ma che ha ancora un grande futuro davanti a sé. L’industria manifatturiera, che vede Italia e Germania leader in Europa, deve contribuire attivamente al contrasto ai cambiamenti climatici, decarbonizzando le produzioni e investendo nella trasformazione energetica. Questo è il nostro impegno che passa attraverso investimenti e competenze».
«In Germania così come in Italia – sottolinea Uwe Reinecke, direttore di stabilimento di ESF Elbe-Stahlwerke Feralpi GMBH (capogruppo della sub-holding Feralpi Stahl) – la siderurgia è al centro delle filiere industriali strategiche. Per questo siamo chiamati non solo a produrre i migliori acciai, ma a farlo con la minore impronta ambientale possibile. È quindi strategico investire nelle tecnologie di ultima generazione, portando la trasformazione digitale e l’intelligenza artificiale dentro i processi. Il prossimo anno festeggeremo i 30 anni di Feralpi Stahl. Questo riconoscimento premia anche questo forte binomio industriale tra Italia e Germania».

L’impegno del Gruppo Feralpi – anche attraverso il riconoscimento Mercurio – trova riscontro concreto nelle performance ESG (Environmental, Social, Governance) che, con trasparenza e completezza, sono disponibili nella rendicontazione sociale. La società lo redige volontariamente dal 2004 (col primo Bilancio di Sostenibilità) e, nel 2019, pubblica la propria Dichiarazione Volontaria Consolidata di carattere Non Finanziario (DNF).

A2A, ecco tutti i numeri del bilancio di sostenibilità

in A2A/Ambiente/Economia/Energia/Partecipate e controllate by

· 449 milioni di euro il valore economico distribuito sul territorio nel 2020
· 157 milioni di euro investiti per il mantenimento e lo sviluppo degli impianti
· 225 milioni di euro di ordinato ai fornitori locali
· 150 assunzioni nelle sedi bresciane, il 45% under 30
· Migliora ancora la raccolta differenziata, con una media complessiva del 76% tra città
e provincia
· Avviati due nuovi depuratori per 14mila abitanti equivalenti
· 69% dell’energia termica prodotta da valorizzazione dei rifiuti
· 2,3 milioni di chilometri percorsi a emissioni zero grazie alle colonnine di A2A
· 44.220 punti luce LED gestiti

E’ stata presentata ieri dal Presidente Marco Patuano e dall’Amministratore Delegato di A2A Renato Mazzoncini, alla presenza del Sindaco Emilio Del Bono, la settima edizione del Bilancio di Sostenibilità Territoriale di Brescia che rendiconta le prestazioni ambientali, economiche e sociali del Gruppo sul territorio bresciano nel 2020, nonché i suoi piani di attività per la transizione ecologica dei prossimi anni.

“L’anno appena trascorso, pur con le sue grandi difficoltà – sottolinea  in una nota l’Amministratore Delegato Renato Mazzoncini – non ha impedito ad A2A di rafforzare ulteriormente la propria capacità di generare e distribuire valore sul territorio bresciano, in particolare attraverso gli investimenti, che nel 2020 hanno raggiunto la cifra record di 157 milioni di euro (la più alta dalla nascita di A2A), nonché negli ordini ai fornitori locali (225 milioni di euro), in aumento rispetto al 2019. Accanto a ciò prosegue, con grande determinazione, il percorso nella transizione ecologica, partendo dai punti di forza storici – recupero al 100% dei rifiuti urbani raccolti, 70% delle volumetrie della città teleriscaldate – per arrivare ai numerosi progetti che consentiranno un’accelerazione di tale percorso: dai nuovi depuratori nella Bassa bresciana a quello della Valtrompia, al completamento del piano di decarbonizzazione del ‘sistema ambiente energia’ con largo anticipo rispetto alle prescrizioni nazionali, l’estensione delle rete di ricarica dei veicoli elettrici, lo sviluppo delle tecnologie smart anche in agricoltura. Sino ai progetti più avveniristici, come quello della Valcamonica, che diventerà la prima Hydrogen Valley italiana. Tra tradizione – erede di una nobile storia ultracentenaria – e innovazione, il Gruppo A2A è così oggi in prima fila per dare il proprio fondamentale contributo al rilancio sostenibile del nostro Paese”.

RACCOLTA DIFFERENZIATA AL OLTRE IL 72% IN CITTA’

Nella provincia di Brescia, A2A si occupa di gestione dei rifiuti e del sistema idrico integrato, della produzione, distribuzione e vendita di energia e gas, rete di teleriscaldamento, mobilità elettrica e illuminazione pubblica. La raccolta differenziata nella città e nella provincia di Brescia nel 2020 ha superato il 72%, raggiungendo 72,4% in città e 77,6% in media nella provincia. Sul totale delle quasi 330mila tonnellate di rifiuti urbani raccolti nel territorio, il 76% è stato destinato al recupero di materia e il 24% è stato inviato ai termovalorizzatori: nessun rifiuto urbano è andato in discarica. Grazie ai rifiuti, sono stati prodotti oltre 560 GWh di energia elettrica – pari al consumo di 210.000 famiglie – e oltre 870 GWh di energia termica – pari al fabbisogno di riscaldamento e acqua calda di 57.000 famiglie. È previsto un progetto di miglioramento dell’impianto di depurazione dei fumi del termoutilizzatore, che permetterà di recuperare ulteriore calore e ridurre le emissioni di ossidi di azoto.

LA GESTIONE DELL’ACQUA

Nel 2020, A2A ha trattato 52 milioni di m3 di acqua, ne ha erogati 54 milioni e ha gestito 79 Case dell’Acqua. Sono stati avviati due nuovi depuratori a San Paolo e Offlaga che serviranno un totale di 14mila abitanti equivalenti. Sono iniziati i lavori per la realizzazione del Depuratore della Valtrompia, con una capacità pari a 85mila abitanti equivalenti, mentre sono al 70% i lavori per la realizzazione del collettore fognario. Nell’ambito del progetto Aquarius, sono stati installati 180 sensori per la rilevazione delle perdite d’acqua, con tecnologia “no dig”, che minimizza gli scavi.

VIA AL CARBONE NELLA CENTRALE DI LAMARMORA

Nel 2020, inoltre, è stato abbandonato con largo anticipo l’utilizzo del carbone nella Centrale di Lamarmora, previsto per il 2022. Il percorso di decarbonizzazione del sistema Ambiente Energia prevede un piano di investimenti pluriennale di circa 105 milioni di euro e permetterà di evitare 105 mila tonnellate di CO2 e circa 15 mila TEP all’anno.

ASSUNTE 150 PERSONE (LA META’ UNDER 30)

Nell’anno sono state assunte 150 nuove risorse, quasi la metà sotto i 30 anni. Nel 2020, sono state erogate 33.712 ore di formazione complessiva, di cui 14.527 sulla salute e sicurezza, in modalità agile e da remoto e, relativamente al tema del lavoro agile, è stata effettuata un’indagine sullo smart working, in collaborazione con il Politecnico di Milano.

449 MILIONI DISTRIBUITI SUL TERRITORIO

Nel 2020 A2A ha sostenuto lo sviluppo socio economico del territorio distribuendo circa 449 milioni di euro, sotto forma di dividendi, imposte locali, ordini a fornitori, canoni e concessioni, sponsorizzazioni e liberalità e remunerazione dei dipendenti. In particolare, A2A ha donato 800 mila euro al Fondo per le famiglie istituito dal Comune di Brescia “SOStieni Brescia – Aiuta le famiglie in difficoltà” e 10 mila euro sono stati donati alla Fondazione Spedali Civili di Brescia da ASVT. Sono stati poi investiti quasi 158 milioni di euro in attività di manutenzione degli impianti e in investimenti infrastrutturali. Sono stati attivati 734 fornitori locali per un importo degli ordini pari a 225 milioni di euro: 81 milioni di euro sono stati fatturati a micro o piccole imprese con meno di 50 dipendenti e 14 milioni di euro a 35 cooperative sociali ed onlus. A supporto delle start up, è stato approvato un nuovo processo snello e 100% digitale oltre ad un vero e proprio “start – up kit” dedicato e diventato ormai punto di riferimento in Italia.

LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Anche a Brescia A2A si impegna in attività che incentivano lo sviluppo sostenibile e la digitalizzazione: sono presenti 74 punti di ricarica di veicoli elettrici e, nel 2020, sono state effettuate oltre 21 mila ricariche, che hanno permesso di percorrere 2,3 milioni di km risparmiando 244 tonnellate di CO2. Sono stati poi siglati accordi con 5 nuovi Comuni. Inoltre, in 65 Comuni della Provincia sono stati sviluppati servizi e tecnologie IoT (Internet of Things) come 645 telecamere, 15 sensori smart bin, 606 antenne Wi-Fi, 600 sensori antincendio e 2.247 sensori antintrusione.

Nel 2020 sono stati installati 43 mila contatori smart meter 2G, che permettono maggiore efficienza nel monitoraggio dei consumi, dei 118 mila contatori smart previsti entro la fine del 2021. Inoltre, per il 2022 è previsto il completamento dell’installazione dei contatori smart in 45 Comuni della Provincia. Nel 2020, inoltre, sono stati venduti 577 GWh di energia verde (+37% rispetto al 2019).

Una criptovaluta per salvare il pianeta: il progetto di Free Seas SB

in Ambiente/Economia/Finanza by
Ecologia e ambiente, foto generica da Pixabay

Una criptovaluta per salvare il pianeta. Niente Ethereum e Bitcoin, ma CfER, acronimo di Coin for Enviromental Regeneration: una nuova moneta elettronica che servirà a finanziare progetti di rigenerazione ambientale, recuperando aree ed ecosistemi danneggiati da materiali e sostanze inquinanti. Sarà – secondo quanto informa BsNews / Brescia news – la prima piattaforma italiana per progettare, sostenere e, appunto, finanziare progetti di questo tipo: l’idea è targata Free Seas srl Società Benefit, start-up innovativa con sede a Trento ma che parla anche bresciano, nata nel giugno del 2019 ad opera di un gruppo di imprenditori e professionisti, che condividono la necessità di dare una risposta concreta a problemi ambientali, che devono essere affrontati in tempi brevi. La società ha ottenuto la configurazione di Società Benefit nel luglio di un anno fa, a conferma del suo costante impegno per il miglioramento dell’ambiente.Un organo importante, di cui Free Seas SB intende dotarsi, disciplinato all’interno dello statuto e da uno specifico regolamento, è un Comitato Scientifico che sovrintende alla qualità e congruità dei progetti avviati con la missione aziendale.

Il team di Free Seas SB si compone dei trentini Diego e Lavinia Albertini, dei bresciani Pietro Francesco Noci, Paride Gregorini, Marco Bogarelli e Ludovico Seppi.Un sistema digitale per progetti di rigenerazione ambientale

L’iniziativa di Free Seas SB prevede di definire un sistema digitale di emissione crediti (token) per il finanziamento di progetti di rigenerazione ambientale, basato sulla quantificazione di impatto, analisi costi-benefici e tokenizzazione dei costi. Il rilascio di token darà valore ai progetti in modo proporzionale alla rigenerazione attuata su territori, aria, acqua e foreste: l’obiettivo, a lungo termine, è la creazione di un mercato italiano del credito per la rigenerazione ambientale, in cui i token – che attestano la rigenerazione avvenuta – vengano accettati come credito fiscale (o altra forma incentivante) per imprese e privati virtuosi, in quanto concreto investimento a beneficio della collettività.

Come funzionerà il sistema (in blockchain) dei CfER

L’ambiente, in cui si sviluppa questo modello, è l’ormai celebre blockchain. Ovvero: una tecnologia di registro su rete capace di collegare blocchi di dati (blocks) in concatenazione (chain) per mezzo di crittografia avanzata. Ogni nuova trascrizione di informazione sul registro, per essere approvata, deve ricevere la totalità del consenso della rete: ogni trascrizione approvata diventa quindi parte costituente di un blocco, che viene registrato per validazione della rete stessa, risultando quindi immutabile. Attraverso la propria piattaforma, Free Seas SB emetterà 13 miliardi di token: non saranno mai emessi nuovi token, e gli stessi finanzieranno i progetti di rigenerazione di porzioni di ambiente ammalorate da elementi inquinanti. I token CfER potranno essere acquistati sia con valuta corrente che con criptovaluta.

Già avviata la prima raccolta fondi

Free Seas SB propone dunque il primo standard italiano, basato su blockchain, per il miglioramento dell’ambiente, con una criptovaluta “green”: in questi giorni è stata lanciata la prima raccolta fondi – tutte le informazioni su free-seas.it o eppela.com – per finanziare la costruzione della piattaforma basata su blockchain Algorand, per realizzare un progetto pilota di raccolta rifiuti in mare, incentivando, con l’assegnazione di token CfER, la raccolta dei rifiuti (plastica per la maggior parte) da parte dei pescherecci ed il loro successivo conferimento. Buona la prima? Con questa raccolta fondi verrà effettivamente validato lo schema di valutazione dell’impatto generato da un’emergenza ambientale, in modo che sia replicabile, e avviata tecnicamente la piattaforma tecnologica (in blockchain) su cui si basa l’economia di CfER. Il quadro in tal senso è purtroppo chiaro: in tutta la penisola si contano 12.482 siti ambientali a rischio, e di questi 58 sono considerati di “livello nazionale” con “grave rischio sanitario”.

Aeroporto di Orio, via al primo 737 Ryanair green: CO2 -16%, rumore -40%

in Ambiente/Economia/Trasporti by

L’Aeroporto di Milano Bergamo ha registrato sabato “il primo di un numero crescente di movimenti aerei destinati a segnare il futuro dell’aviazione commerciale all’insegna della sostenibilità”.

Il 737-8200 con livrea Ryanair ha compiuto il primo volo da Londra Stansted atterrando alle 9:20 locali all’aeroporto di Milano Bergamo per ripartire alle 9:45 alla volta dello scalo londinese.

L’aeromobile, in configurazione da 197 posti, otto in più della serie 800, si caratterizza per il 16% in meno di emissioni di CO2 e riduzione del 40% dell”impronta acustica.

Questo il commento di Giovanni Sanga, presidente di SACBO: “Il 26 giugno 2021 è una data importante nel nuovo corso del trasporto aereo commerciale. Lo è nella misura in cui si apre il capitolo, lungamente atteso, del rinnovo progressivo della flotta, già di per sé moderna, del più importante vettore sull’Aeroporto di Bergamo. L’inizio delle operazioni del nuovo Boeing 737-8200 avvia un processo che porterà a disporre di aeromobili meno impattanti sotto il profilo delle emissioni acustiche e di CO2. Abbiamo sempre ritenuto la sostenibilità una condizione imprescindibile per gestire al meglio il traffico aereo. Lo è ancora di più nel momento della ripresa delle attività aeronautiche con l’obiettivo di tornare gradualmente ai livelli pre-Covid. Sicurezza e sostenibilità, combinate con l’efficienza e la qualità dei servizi, segneranno presente e futuro dei voli commerciali”.

4 Miti da sfatare sulle case di legno

in Ambiente/Economia/Edilizia by

Se sei qui, sicuramente conoscerai almeno 4 diversi miti da sfatare sulle case di legno ed in questo articolo proveremo a darti una spiegazione sul perché non è così come tutti credono!

Miti da sfatare sulle case di legno

Molte persone pensano che le case abitabili di legno siano poco sicure ed affidabili, ma sappi che non c’è niente di più sbagliato!

Le case in legno sono affidabili e, grazie al fatto che sono realizzate con materiali naturali di prima qualità, offrono molteplici benefici per la salute e le tasche (in termini economici) per chiunque ne voglia acquistare una o voglia andarci a vivere dentro.

Per via dei pregiudizi (spesso errati), che pian piano si sono diffusi, sono nati diversi miti sulle case di legno, proviamo a “sfatarli” assieme!

Le case in legno prendono fuoco più facilmente

Niente di più falso, poiché non è la struttura in sé a prendere fuoco, bensì i suppellettili ed i tessuti presenti all’interno della casa che prendono fuoco facilmente.

La struttura delle moderne case abitabili in legno presenta dei pannelli trattati con dell’intonaco apposito, come nelle case di mattoni, per evitare un incendio.

Nel caso si incendiasse una casa in legno, ci sarebbe più tempo per evacuare, rispetto una casa in muratura, poiché l’acciaio si indebolisce molto più velocemente del legno (basti pensare al ferro che ad alte temperature si piega, mentre il legno si incendia bruciando con velocità inferiore).

Costa di più mantenere una casa di legno

Anche questo è falso! Il legno è un ottimo, se non il migliore, isolante naturale, oltre a rappresentare una scelta responsabile ed in grado di ridurre del 40% le emissioni inquinanti.

Il legno, nei mesi freddi, è in grado di trattenere il calore interno e ciò si traduce in un maggior risparmio energetico (basti pensare alle case di montagna, che nella maggior parte dei casi vengono realizzate in legno), mentre nel periodo caldo evita che il calore penetri all’interno dell’edificio.

Inoltre, è anche un ottimo isolante acustico, evitando che i rumori esterni entrino in casa e, viceversa, quelli esterni si sentano all’esterno (si pensi agli studi di registrazione, che vengono realizzati in legno).

Una casa in legno costa di più di una tradizionale

Falso! Il costo di una casa in legno è molto meno inferiore di una casa tradizionale. Oltre alla casa in sé, anche i consumi sono molto più bassi, per via delle vantaggiose proprietà del legno di cui ti abbiamo parlato prima.

Le case in legno di Maestro Case sono accessibili a chiunque, un esempio è il modello “Kare”: si tratta di una struttura di 117 metri quadrati, in cui disporre cinque stanze, al costo di circa 31mila euro. Senza contare che il tempo di costruzione di una casa in legno anziché in calcestruzzo è molto minore.

Le case in legno durano meno rispetto alle case in mattone

Un altro dei tanti miti sulle case di legno infondato! Se ci si prende cura della propria casa di legno e si esegue una manutenzione costante, di qualità ed attenta, la casa potrebbe durare persino di più di una casa in mattoni (e si parla di centinaia di anni).

Chiaramente, affinché una struttura in legno duri a lungo è necessario utilizzare materie prime di alta qualità, un esempio è l’Antico edificio del Governo Neozelandese (sito a Wellington in Nuova Zelanda), completato nel 1876 e realizzato interamente in legno kauri, attualmente in uso e sede della facoltà di Giurisprudenza della Victoria University (si tratta dell’edificio in legno più grande al mondo).

Iseo, Legambiente fa ricorso al Tar contro il supermercato Lidl

in Ambiente/Commercio/Economia by
Lidl apre un nuovo supermercato a Desenzano

Il 28 dicembre scorso in un lungo ricorso la sezione di Legambiente del basso Sebino ha chiesto al Tar di annullare il piano attuativo che autorizza la costruzione di un nuovo supermercato dell’insegna LIDL in via Gorzoni
a Iseo.

Secondo l’associazione Il Comune di Iseo ha autorizzato – in un’area sensibile dal punto di vista ambientale, posta a ridosso di un Sito di
Importanza Comunitaria fondamentale per la tutela della biodiversità –
l’ennesima “media struttura di vendita”: circa 1300 mq di superficie
di vendita e oltre 2000 mq di superficie lorda di pavimento (SLP).

“Le aree – spiega Dario Balotta in una nota – sono però vincolate, poiché si trovano – in una zona di di potenziale interferenza sul Sito di Importanza Comunitaria (SIC) e sulla Zona di Protezione Speciale (ZPS) delle “Torbiere di Iseo”, dal cui perimetro distano poche decine di metri”.

“Il Piano Attuativo autorizza la nascita della nuova struttura in un contesto già fortemente compromesso dalla presenza di diverse strutture commerciali ed insediamenti antropici, e pertanto si configura come variante al PGT”, sottolinea ancora Legambiente nel comunicato, in cui il piano viene definito “illegittimo” per diverse ragioni.

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