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In Lombardia aumentano le imprese femminili: + 0,5% in un anno

in Economia/Tendenze by
Donne e lavoro, foto generica da Pixabay

Crescono le donne imprenditrici in Lombardia, 713 imprese in più in un anno, + 0,5% e 5200 in più in cinque anni, +3,4%. Con 158 mila imprese, la regione Lombardia vede cresce le imprese. La regione si conferma anche culla delle eccellenze femminili, con il 26% delle imprese ad alta e medio alta tecnologia guidate da donne, trainata da Milano che si posiziona prima in Italia con 653 imprese e 5.433 addetti. Al secondo posto Torino con 348 imprese, seguita da Roma e Brescia. Ottimo posizionamento anche per Monza Brianza, al 14esimo posto con 178 imprese. E’ quanto emerge dai dati elaborati dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi sulla base dei dati del registro imprese e della classificazione OCSE dei settori ad alta e medio alta tecnologia.

Più in generale, considerando tutti i settori, in Lombardia il numero di imprese a guida femminile aumenta dello 0,5% in un anno sfiorando quota 160 mila.

Imprese femminili ad alta e medio alta tecnologia – Tra i settori ad alta e medio alta tecnologia individuati in base alla classificazione OCSE (telecomunicazioni, veicoli spaziali, apparecchi ottici, sistemi informatici, prodotti farmaceutici e chimici, fibre, veicoli elettrici e imbarcazioni…) l’Italia conta 7.215 imprese guidate da donne, 1.876 delle quali si concentra in Lombardia, che rappresenta quindi il 26% del totale nazionale.  Milano è prima in Italia con 653 imprenditrici alla guida di imprese avanzate, 115 ad alta tecnologia e 538 a medio alta tecnologia, con complessivamente 5.443 addetti. Al secondo posto Torino con 348 imprese di cui 72 ad alta tecnologia e 276 a medio alta tecnologia, seguita da Roma e Brescia con rispettivamente (rispettivamente 262 e 257). Nella top 20 anche Monza Brianza che si posizione al 14 posto con 178 imprese femminili ad alta (26) e medio alta (152) tecnologia e 4.605 addetti. Lodi registra 37 imprese e 184 addetti. In Regione complessivamente  sono 1.876  le imprese ad alta e medio alta tecnologia guidate da donne, con 16.668 addetti (solo quelle ad alta tecnologia sono 278 e 2.542 addetti).

Imprese femminili in tutti i settori – Sono 1.164.324 le imprese guidate da donne in Italia. Rappresentano il 22,7% del totale (nel 2018 erano il 22,6%). Danno lavoro a 2.550.751 addetti, numero in aumento dello 0,6% rispetto al 2018 e di oltre il 10% negli ultimi 5 anni. In Lombardia sono quasi 160 mila, in aumento dello 0,5% rispetto al 2018, e del 3,4% negli ultimi 5 anni. Milano è seconda in Italia sia per numero di imprese, 54.491, sia per numero di addetti, 150.568. Sono i numeri elaborati dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro imprese al 4° trimestre 2019.

Il primo settore è il commercio, seguito dall’agricoltura, altre attività di servizi e alloggio e ristorazione. Prima città in Italia per numero di imprese e addetti è Roma con rispettivamente 80.283 imprese a guida femminile e 186.721 addetti, seguita da Milano (54.491 imprese e 150.568 addetti), Napoli (51.995 imprese e 101.863 addetti) e Torino (43.580 imprese e 93.637 addetti).

I dati in Lombardia – Sono quasi 158 mila le imprese a guida femminile in Lombardia, il 13,6% rispetto al dato nazionale, in aumento, in valori assoluti, dello 0,5% rispetto al 2018 e del 3,4% negli ultimi 5 anni. Il 34,5% di queste imprese si concentra a Milano, 54.491, seconda in Italia anche per numero di addetti (150.568). Un aumento significativo del numero di imprese guidate da donne si registra a Monza e Brianza (11.838 imprese, + 2,1%), dove il numero di addetti cresce dell’1,5%, raggiungendo quota 28.655. In aumento anche i numeri di Lodi (2.826 imprese, +0,9%,), dove si registra una significativa crescita del numero di addetti (6.776, +3,2%).

Problemi di umidità? Ecco perché scegliere le pitture antimuffa

in Economia/Edilizia by

Toglierla è inutile, perché lei continua a ritornare? Ebbene sì, la muffa sulle pareti di casa è un avversario ostico da sconfiggere, ecco perché occorre armarsi di tanta pazienza e di buoni prodotti antimuffa.

La formazione di macchie di muffa in determinate stanze della casa è un fenomeno molto diffuso, ma è anche il sintomo evidente di un problema ben più ampio legato alla presenza di infiltrazioni d’acqua, scarsa ventilazione, o, scarsa impermeabilizzazione delle pareti.

La muffa, infatti, è un fungo che cresce e prolifera in ambienti umidi, quindi, l’unico modo per risolvere il problema è agire alla radice ed eliminare eventuali infiltrazioni e/o migliorare l’isolamento delle pareti. Una volta eliminata la causa, si può procedere con la rimozione dei sintomi, ovvero, con l’eliminazione della muffa formatasi sulle pareti e il trattamento di queste ultime con prodotti antimuffa per prevenirne la formazione futura.

Cosa sono le pitture antimuffa?

Le pitture antimuffa sono prodotti con elevate proprietà traspiranti, addizionate con sostanze capaci di contrastare i microrganismi e i batteri presenti nelle muffe, bloccando la proliferazione. Grazie alla loro azione traspirante, queste vernici impediscono la formazione di condensa sulle pareti e allo stesso tempo svolgono un’azione igienizzante e antibatterica, evitando che le spore trasportate dall’aria attecchiscano sulle pareti.

Sono completamente innocue per le persone (sono regolamentate dalla norma UE 528/2012) e una volta applicate sulle pareti il risultato finale è lo stesso delle vernici tradizionali.

Qualche consiglio per eliminare la muffa dalle pareti

Prima di procedere con l’applicazione di questa particolare tipologia di pitture, è necessario rimuovere dalle pareti tutta la muffa presenti. Ecco, allora, qualche consiglio per eliminare la muffa dalle pareti in due semplici step:

  1. Rimozione manuale delle macchie con delle soluzioni igienizzanti;
  2. Trattamento delle pareti con prodotti e pitture antimuffa.

La prima cosa da fare, quindi, è eliminare manualmente la muffa dalle pareti. Procuratevi una soluzione igienizzante e antibatterica specifica per muffe e applicatela sulle zone interessate. Lasciate agire per circa 20 minuti e poi strofinate le macchie con una spugna bagnata. Strofinate fino a quando tutti i residui di muffa non saranno stati eliminati. Arieggiate la stanza per far asciugare le pareti.

Quando le pareti saranno completamente asciutte, potete passare alla fase successiva, ovvero, il trattamento antimuffa, dipingendo le pareti con una vernice antimuffa che – come abbiamo visto – è appositamente studiata per scongiurare la futura formazione di questo fungo. Prima di applicare la vernice pittura sulla parete si consiglia sempre di leggere le indicazioni presenti sulla confezione, dal momento che alcune pitture necessitano di condizioni particolari circa la temperatura dell’ambiente, o, i procedimenti per la diluizione.

La presenza di muffa sulle pareti non è solo un problema estetico, ma è anche un rischio per la salute delle persone che vivono in ambienti contaminati. Le spore infatti, crescono e si riproducono all’infinito, andando ad interessare anche le fondamenta e le strutture portanti degli edifici. Le spore che si liberano nell’aria, inoltre, possono scatenare reazioni allergiche e affezioni respiratorie. Ecco perché è importante intervenire subito con prodotti antimuffa, poiché le ife spore germinano e si riproducono con grande velocità e facilità.

 

Pulizia nelle scuole, i sindacati: situazione a rischio per 219 lavoratrici

in Cgil/Cisl/Economia/Formazione/Sindacati/Uil by

“La vicenda dell’internalizzazione dei servizi di pulizia delle scuole statali si avvia a conclusione e il Governo e il Miur non hanno risolto i problemi che un provvedimento da lungo atteso dalle OO.SS. e dalle lavoratrici, ma decisamente raffazzonato sta determinando”. A dirlo è una nota congiunta di Filcams Cgil Brescia, FP Cgil Brescia, Flc Cgil Brescia.

“In provincia di Brescia – si legge – sono 93 le lavoratrici che dal 1 di marzo verranno assunte, quasi tutte full time. Finalmente, dopo anni di precariato, queste lavoratrici avranno una collocazione lavorativa stabile. Diversa la situazione per le circa 130 dipendenti delle 6 cooperative sociali della zona: Andropolis, Coop. Soc. Pallazzolese, Dispari, il Girasole, Loggetta Insieme, Sentieri e Verbena Solidali che non hanno potuto presentare domanda di partecipazione al concorso. Le cooperative sociali hanno assicurato che proporranno nuove collocazioni lavorative alle proprie dipendenti che non passeranno alla scuola, ma con riduzioni orarie. Così, purtroppo, non sarà per coloro che insieme a loro garantivano i servizi di pulizia nelle scuole. Un’ottantina di loro, le dipendenti di Rekeep, andranno ad allungare la lista dei disoccupati. Rekeep non ha ancora ufficialmente inviato le lettere di licenziamento, ma aveva già comunicato il 20 febbraio che non sarebbero più state retribuite dopo il 29 febbraio”.

  Lavoratrici

attualmente impiegate

(tutte part time)

Lavoratrici assunte dal

1 marzo 2020

Lavoratrici licenziate

o con riduzione oraria

  127 Rekeep 44 Rekeep  
  185 coop. soc. 49 coop.  
Tot. 312 93 219

 

“Il risultato di un provvedimento raffazzonato – continua la nota – sarà che avremo a Brescia, come in tutt’Italia, più disoccupati e lavoratrici part time con orari ancora più bassi. Sarebbe bastato che il MIUR e il Governo ascoltassero le richieste sindacali per evitare il licenziamento di migliaia di persone in tutt’Italia. La scelta del MIUR di vincolare la partecipazione al concorso per collaboratore scolastico (ex bidelli) ad aver effettuato 10 anni di servizio, mentre nello stesso decreto scuola si prevedono 3 anni di lavoro per la partecipazione al concorso per l’immissione in ruolo del personale docente ha determinato una situazione particolarmente assurda nel bresciano. I 70 posti full time accantonati per la provincia di Brescia verranno coperti da personale precario. Questa volta i licenziamenti non avverranno per scelte di multinazionali (vedi Auchan, Ancelor-Mittal, Whirpool, ecc.), ma per una precisa scelta del Governo”.

 

Lgh si allarga e compra l’impianto di generazione a biomasse di Agritre

in Economia/Energia/Evidenza/Lgh/Partecipate e controllate by

Linea Group Holding Spa ha sottoscritto oggi l’accordo per l’acquisizione dell’impianto di generazione alimentato a biomassa Agritre. La realtà – i cui cedenti sono Tozzi Green, uno dei principali gruppi italiani nel settore delle energie rinnovabili, e 3New, operatore di energia da fonti rinnovabili controllata da Ardian, società d’investimento privata leader a livello mondiale – si trova a Sant’Agata di Puglia (Foggia).

L’impianto, che ha una capacità installata di 25.2 MW, configurandosi così come uno dei più rilevanti esempi di centrale energetica a biomasse del Paese, è alimentato esclusivamente da biomassa solida di origine vegetale vergine rappresentata prevalentemente da paglia di cereali, principale sottoprodotto agricolo disponibile in provincia di Foggia, oltre che da potature arboree e altri residui agroforestali di quel territorio.

“E’ con particolare soddisfazione che annunciamo questa nuova operazione nel segno dell’economia circolare – sottolinea l’Amministratore Delegato di LGH Claudio Sanna – un’iniziativa che risponde pienamente agli obbiettivi sui quali LGH è impegnata: caratterizzarsi sempre più come player del comparto bioenergy, cogliendo con una visione orientata al futuro le opportunità che vengono dalle filiere economiche e produttive dei territori”.

In un approccio coerente con i principi dell’economia circolare – e con un contributo concreto alla filiera per la raccolta, distribuzione e valorizzazione delle biomasse agricole, ampiamente presenti nel territorio pugliese, in particolare della provincia di Foggia – l’impianto è in grado di colmare il fabbisogno energetico di oltre 46.000 famiglie, inducendo benefici all’ambiente e all’economia locale. A 184.000 MWh annui si colloca infine la produzione di energia elettrica.

L’acquisizione, oltre che ampliare il portafoglio impiantistico di LGH, si inserisce nel più complessivo impegno nel settore dell’energia green. Biomasse, idroelettrico, biogas, fotovoltaico sono i capitoli di una strategia coerente verso una leadership territoriale e per comparto che LGH intende perseguire anche col piano industriale 2020-2024 in via di approvazione.

Linea Group Holding (LGH) Sorta nel 2006 per volontà delle storiche utility del territorio, opera nei settori energy, ambiente, reti. Serve un bacino di oltre 1 milione di abitanti in circa 200 comuni nelle province del sud est della Lombardia (Cremona, Brescia, Lodi e Pavia). www.lgh.it

Coronavirus, Massetti (Confartigianato): pesa sull’economia, ma sapremo reagire

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Salute by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

«C’è preoccupazione ma forte voglia di superare questo difficile momento, con prudenza senza cedere al panico. Dobbiamo agire con consapevolezza e razionalità ma non essere autolesionisti». Questo è il sentimento delle Pmi e dell’artigianato lombardo espresso dal presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti intervenuto agli “Stati Generali” convocati dal Presidente della Regione Fontana, per discutere dei provvedimenti adottati per l’emergenza Coronavirus e sulle ripercussioni sul sistema economico produttivo lombardo. Nell’esprime apprezzamento per l’approccio e le azioni intraprese da Regione Lombardia a tutela della salute dei cittadini, il presidente Massetti ha evidenziato il punto di vista delle imprese, e in particolare delle Pmi e dell’artigianato, per l’impatto dell’emergenza Coronavirus sull’intero territorio lombardo.

«La situazione non è facile ma dobbiamo mettere in campo contemporaneamente responsabilità personali e misure a sostegno delle imprese e dei lavoratori. Il contesto economico è chiaro a tutti ma questa situazione derivante dal Coronavirus sul nostro territorio accentua le difficoltà delle imprese. Esiste evidentemente un tema generale per individuare le misure a sostegno delle imprese e dei lavoratori, sollecitate da tutte le organizzazioni datoriali e sindacali – proroghe scadenze fiscali, contributive, amministrative e dei finanziamenti, sostegno al reddito, Fondi di Garanzia e riconoscimento danni da fermo azienda – che a livello di Governo sono già state enunciate e che devono essere indirizzate a sostenere la competitività dell’intero territorio lombardo, durante e dopo l’emergenza. Abbiano chiesto inoltre a Regione di individuare quei provvedimenti e le relative misure integrative per le specificità territoriali che potrebbero non essere presenti nelle disposizioni governative» ha dichiarato Massetti.

«Evidenziamo un tema che ci è stato sottoposto dalle imprese, ed in particolare da quelle lodigiane e non solo, e che potrebbe ispirare riflessioni e la comprensione dell’esatta dimensione dell’emergenza e delle relative misure da adottare. Infatti alle imprese della zona rossa è già stato riconosciuto uno status eccezionale, e lo dimostra il recente DM del MEF di proroga termini dei versamenti e adempimenti tributari; cosa ad oggi non scontata per le imprese della “zona gialla”, cioè dell’intera Regione. Esiste infatti un problema legato a quest’ultime che stanno già accusando un calo del business: pensiamo alle situazioni più eclatanti della riduzione di affluenza buyers durante la Fashion week, al posticipo del Salone del Mobile, ma anche a quelle dell’impresa diffusa sul territorio. In questo contesto un esempio tangibile lo vediamo già nei Comuni del Lodigiano fuori dalla “zona rossa”, le cui imprese ci segnalano ad oggi una diminuzione di oltre il 50% del fatturato del periodo. È quindi necessario che anche queste, e proporzionalmente tutte quelle della “zona gialla”, possano beneficiare delle misure che il Governo sta per adottare” ha continuato il presidente Massetti.

«Crediamo quindi che l’esatta definizione del “cratere” sia determinante per la tutela e il futuro dell’intero sistema economico Lombardo, e in questo momento in particolare per il Lodigiano, ragionando anche sulla proporzionalità delle misure a sostegno di imprese e lavoratori così come appare per le prescrizioni previste dalle Ordinanze regionali per le diverse zone. Auspichiamo che il MISE possa recepire tutte le nostre richieste» ha concluso il presidente Massetti.

Nuovi investitori istituzionali nel capitale della bresciana Neosperience

in Economia/Evidenza/Innovazione by

La PMI innovativa Neosperience S.p.A. (ISIN IT0005351496), quotata sul mercato AIM Italia e attiva come software vendor nel settore della Digital Customer Experience, comunica che in data odierna sono state compravendute ai blocchi n. 116.750 azioni Neosperience, cedute da Vetrya S.p.A. ad un ristretto gruppo di investitori istituzionali.

Contestualmente all’acquisto delle azioni Vetrya, ciascuno degli investitori ha assunto un vincolo di lock-up per la durata residua dell’impegno assunto da Vetrya nel patto parasociale previamente stipulato in data 6 febbraio 2019, come da ultimo modificato in data 27 settembre 2019 (il “Patto Parasociale”); pertanto le 116.750 azioni compravendute, pari a circa l’1,61% del capitale sociale di Neosperience, rimarranno ancora soggette a lock-up fino al prossimo 31 agosto 2020.

Inoltre, con la cessione delle azioni, il Patto Parasociale si è sciolto e, avendo Vetrya rinunciato, a far data dalla cessione, a tutti gli eventuali restanti propri diritti di governance (ivi incluso, in particolare, il diritto di nomina di un amministratore), il consigliere non esecutivo di Neosperience Matteo Montanari ha rassegnato le proprie dimissioni. Il consigliere Matteo Montanari detiene attualmente azioni Neosperience per una quota pari allo 0,0207 % del capitale della Società.

Dario Melpignano, Presidente e CEO di Neosperience ha dichiarato: “Prosegue l’azione di stabilizzazione dell’azionariato di Neosperience che vede oggi l’ingresso di altri investitori istituzionali che condividono il nostro percorso di crescita, in Italia e all’estero. Un ringraziamento a Vetrya, e in particolare all’ing. Tomassini e ai suoi collaboratori, che ci hanno accompagnato sin dalla quotazione, e che oggi escono realizzando un giusto profitto dal loro investimento. Contiamo che, nonostante l’uscita dal nostro azionariato, prosegua la collaborazione che abbiamo avviato tra le due società e che si possano sviluppare insieme sempre più proficue relazioni commerciali.”

 

Aso Siderurgica, nuova holding e nuovo nome: ora è Asonext

in Acciaio/Economia by

Alla fine di dicembre 2019, il Gruppo ASO è stato interessato da un’operazione straordinaria di scissione a seguito della quale la ASO Siderurgica e la ASO Forge, aziende già attive nella produzione di lingotti e barre fucinate di acciaio speciale legato e inossidabile, sono confluite al 100% sotto il controllo della Advanced Steel Solutions, la nuova holding interamente posseduta da Paola Artioli. Per affermare la vocazione internazionale del nuovo gruppo, unita ai progetti di sviluppo futuro, la ASO Siderurgica Spa ha assunto il nome Asonext e un nuovo marchio.

Nella continuità della proprietà e della presidenza di Paola Artioli e dell’incarico dell’AD Giuseppe Mercurelli, la riorganizzazione societaria vede la nascita di un gruppo nuovo, focalizzato sullo sviluppo degli acciai di alta qualità, specialty di cui gli utilizzatori finali sono i settori power-gen, oil&gas, automotive, meccanica, navale, aerospaziale.

Il nuovo gruppo si muove nella continuità della storia di questa impresa che risale al lontano 1971, quando Aldo Artioli fondò, con un progetto greenfield, la Acciai Speciali Ospitaletto S.a.s., un’acciaieria che fin dal principio si è interamente dedicata a questa tipologia di prodotti siderurgici.

“Oggi non si tratta soltanto del cambio della governance del gruppo ma anche di una riorganizzazione del management e di un profondo ripensamento della strategia, in un nuovo percorso che comprende l’ampliamento della già vasta gamma di acciai di altissima qualità per un marcato posizionamento nei settori tecnologici di punta” sottolinea la presidente Paola Artioli.

Nei consigli di amministrazione di ASONEXT e ASOFORGE siede, oltre alla presidente Paola Artioli e all’amministratore delegato Giuseppe Mercurelli, l’amministratore indipendente prof. Flavio Gnecchi, dottore commercialista e docente all’Università Bicocca di Milano.

 

Francesco Bertoli eletto nuovo segretario generale della Camera del Lavoro di Brescia

in Cgil/Economia/Evidenza/Sindacati by

Al termine della fase di consultazione avviata nelle scorse settimane, oggi Francesco Bertoli è stato eletto nuovo segretario generale della Camera del Lavoro di Brescia (78 voti favorevoli, 20 contrari, 1 astenuto, 1 scheda bianca e 1 nulla). Bertoli succede a Silvia Spera, chiamata recentemente a ricoprire un nuovo incarico alla Cgil nazionale nel settore della contrattazione.

Francesco Bertoli, 56 anni, è stato delegato sindacale alla Iveco di Brescia, in rappresentanza della Fiom, dal 1995. Funzionario sindacale dall’agosto 1996 al dicembre 1999. Nel gennaio 2000 è rientrato alla Iveco. Nel 2006 è stato chiamato a ricoprire un incarico nella segreteria della Fiom – pur continuando a lavorare in fabbrica – fino al 2007, da quando è in aspettativa sindacale per seguire a tempo pieno la categoria dei metalmeccanici. Dal marzo 2012 è segretario generale della Fiom Cgil di Brescia, categoria che ha diretto per due mandati.

Public utility, nel Bresciano 600 imprese e 11mila addetti

in Economia/Tendenze by

Produzione e fornitura di energia elettrica, gas, acqua, costruzioni di strade e autostrade, telecomunicazioni, smaltimento rifiuti: sono quasi 5 mila le imprese lombarde attive nei settori della filiera delle public utilities, su 33 mila italiane, una su sette, con 70 mila addetti circa su 363 mila totali. Lombardia prima in Italia seguita da Campania, Lazio e Sicilia con circa 3 mila attività. Il settore cresce in Italia, +8% in cinque anni, è stabile in regione. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro imprese 2019, 2018 e 2014.

Italia. Prime Roma con 2.239 attività e 59 mila addetti (+1% in un anno e +9% in cinque anni) e Milano con 2.050 imprese che danno lavoro a 37 mila addetti (+2,3% in un anno e +7% in cinque anni). Seguono Bolzano con 1.551 imprese 4.984 addetti (+5%; +45%), Napoli con 1.306 e 8.799 addetti (+2%; +14%), Torino con 1.052 e 15 mila addetti (+0,6%; +1,3%) e Bari con 797. Superano le 600 imprese anche Trento, Salerno, Caserta. Tra le prime dieci provincie italiane crescono di più in cinque anni: Bolzano (+45%), Trento (+23%), Salerno (+21%) e Caserta (+19%), Napoli (+14%). Sulle circa 33 mila imprese attive in Italia, 12 mila si occupano di produzione e fornitura di energia e gas, 11 mila di ingegneria civile, 7 mila di rifiuti.

Lombardia. In regione su 4.664 imprese, sono 2 mila le attive nella fornitura di energia elettrica, gas e 1.109 quelle legate ai lavori di ingegneria civile, 1.051 le attività di raccolta dei rifiuti. Oltre a Milano, con 2.050 imprese, tra le lombarde spiccano Brescia e Bergamo ai primi posti in Italia con quasi 600 imprese e rispettivamente 11 mila e 5 mila addetti. Superano le 200 imprese anche Varese, Monza (con 4 mila addetti ciascuna) e sono 194 a Como con oltre mille addetti. Crescono di più in cinque anni Milano (+7%), Mantova (+6%) e Lodi (+4% con 99 imprese e 841 addetti),

Produzione e fornitura di energia elettrica, gas, acqua, costruzioni di strade e autostrade, telecomunicazioni, smaltimento rifiuti: sono quasi 5 mila le imprese lombarde attive nei settori della filiera delle public utilities, su 33 mila italiane, una su sette, con 70 mila addetti circa su 363 mila totali. Lombardia prima in Italia seguita da Campania, Lazio e Sicilia con circa 3 mila attività. Il settore cresce in Italia, +8% in cinque anni, è stabile in regione. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro imprese 2019, 2018 e 2014. 

Italia. Prime Roma con 2.239 attività e 59 mila addetti (+1% in un anno e +9% in cinque anni) e Milano con 2.050 imprese che danno lavoro a 37 mila addetti (+2,3% in un anno e +7% in cinque anni). Seguono Bolzano con 1.551 imprese 4.984 addetti (+5%; +45%), Napoli con 1.306 e 8.799 addetti (+2%; +14%), Torino con 1.052 e 15 mila addetti (+0,6%; +1,3%) e Bari con 797. Superano le 600 imprese anche Trento, Salerno, Caserta. Tra le prime dieci provincie italiane crescono di più in cinque anni: Bolzano (+45%), Trento (+23%), Salerno (+21%) e Caserta (+19%), Napoli (+14%). Sulle circa 33 mila imprese attive in Italia, 12 mila si occupano di produzione e fornitura di energia e gas, 11 mila di ingegneria civile, 7 mila di rifiuti.

Lombardia. In regione su 4.664 imprese, sono 2 mila le attive nella fornitura di energia elettrica, gas e 1.109 quelle legate ai lavori di ingegneria civile, 1.051 le attività di raccolta dei rifiuti. Oltre a Milano, con 2.050 imprese, tra le lombarde spiccano Brescia e Bergamo ai primi posti in Italia con quasi 600 imprese e rispettivamente 11 mila e 5 mila addetti. Superano le 200 imprese anche Varese, Monza (con 4 mila addetti ciascuna) e sono 194 a Como con oltre mille addetti. Crescono di più in cinque anni Milano (+7%), Mantova (+6%) e Lodi (+4% con 99 imprese e 841 addetti),

Conad-Auchan, Alberti (M5S): ancora incertezza sul futuro dei lavoratori

in Alimentare/Commercio/Economia/Istituzioni/Regione by

“Se è pur vero che qualche nota positiva è emersa dall’audizione di ieri in Regione Lombardia, è anche vero che per molti dei lavoratori che passeranno dal gruppo Auchan a quello Conad, non c’è ancora nulla di definito”. A dirlo è il consigliere regionale Dino Alberti, presente all’audizione.

“A parlare per conto del gruppo Conad erano presenti i rappresentanti della dirigenza della società Margherita, ramo d’azienda della grande distribuzione della meglio conosciuta Auchan. Ciò che hanno descritto è stato uno scenario fatto di luci e ombre per il futuro occupazionale dei lavoratori. A conferma di ciò, il fatto che molti dei pareri positivi illustrati si siano scontrati con il punto di vista dei sindacati che erano di tutt’altro avviso”.

“La nota sicuramente meno positiva di tutta l’audizione è stato il  dichiarare, da parte dei dirigenti di Margherita, che almeno 3000 lavoratori, ossia metà dei 6000 lavoratori dichiarati in esubero all’inizio del passaggio da una società all’altra, hanno ancora un destino non definito”.

“Ai dirigenti del gruppo Margherita – prosegue il consigliere – ho posto alcuni quesiti, iniziando con il chiedere se l’Antitrust è stata sentita rispetto al piano del passaggio dei punti vendita da Auchan a Conad. Mi è stato risposto che Conad ha avviato le operazioni di acquisizione del 60%  delle attività ex-Auchan mentre il restante 40% verrà ceduto a terzi proprio per soddisfare le eventuali osservazioni dell’autorithy che in ogni caso non sarebbero pronte prima di marzo.

“Ho poi chiesto se Auchan, che ancora è presente nel mercsto italiano sotto altri marchi come Leroy Merlin, è stata coinvolta da Conad e Margherita per proseguire eventuali rapporti di tipo commerciale con il nuovo gruppo subentrante e nel caso di farsi carico di alcuni punti vendita e relativa forza lavoro. La replica è stata che Auchan, da subito, non si è prestata ad alcuna collaborazione di tipo economico ma che nulla è precluso”.

“In ultimo, ho domandato quali saranno le condizioni dei lavoratori che passeranno da Auchan al nuovo gruppo, per capire se queste saranno migliorative o peggiorative. La risposta è stata che Conad ha deciso di applicare ai nuovi arrivati i contratti del loro gruppo, ossia quelli di Confcooperative, che non prevedono la contrattazione integrativa. La considerazione d’obbligo su questa dichiarazione – afferma Alberti – è che, almeno inizialmente, si prospetteranno condizioni peggiorative per i lavoratori che effettueranno il passaggio nella nuova società”.

“Concludendo, le risposte date dal portavoce delle società subentranti, hanno confermato che c’è ancora molto da fare per i livelli occupazionali di molti lavoratori. Il tutto all’interno di un settore, quello della grande distribuzione, in continua crisi per motivi di forte concorrenza. Proprio su questa tematica, ad inizio dicembre dello scorso anno ho depositato una proposta di risoluzione volta a contrastare l’inutile proliferazione delle grandi strutture di vendita e a sostenere il commercio di vicinato. E’ da qui che bisognerebbe ripartire per evitare anche le problematiche occupazionali che si stanno verificando nella vicenda Auchan-Conad. La risoluzione – conclude polemicamente Dino Alberti – è però ancora ferma in Commissione nonostante i miei continui solleciti a discuterla”.

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