Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

Iseo, torna la scuola dei premi Nobel dell’Economia

in Economia/Formazione by

Iseo torna ad ospitare i grandi nomi dell’economia internazionale, e lo fa dando il via alla 21° edizione della I.S.E.O. Summer School in Economics.

In programma dal 16 giugno fino a sabato 21 giugno nelle sale dell’Iseolago hotel di Iseo, la prestigiosa scuola estiva riunisce sul Sebino 60 fra i migliori giovani economisti provenienti da tutto il mondo.

Nello specifico, i partecipanti – tutti dottorandi di ricerca, assistenti universitari o studenti master – sono arrivati ad Iseo da 27 Paesi e 41 università sparse per il pianeta.

A fare da docenti, come da tradizione, alcuni fra i massimi esperti del settore.

A partire da Robert Merton, premio Nobel per l’Economia 1997, reduce da un periodo trascorso come visiting professor all’Università degli Studi di Brescia grazie alla temporary chair in Economics Sciences “Franco Modigliani – Robert Solow – I.S.E.O.“. Ai partecipanti alla Summer School Merton, docente al Mit di Boston, terrà una lezione sull’innovazione finanziaria intitolata “On the Role of Financial Innovation and Finance Science in Economic Growth, Development and Stability – History into the Future”.

Oltre a Merton, insegnerà alla scuola estiva promossa dalla Fondazione I.S.E.O. anche Bernard Hoekman, professore della European University Institute di Firenze, grande esperto di commercio internazionale e già direttore del dipartimento “International Trade” della Banca mondiale: il suo intervento sarà focalizzato, appunto, sul commercio internazionale.

Al loro fianco anche Christoph Trebesch, docente del Kiel Institute for the World Economy, con una lezione tutta centrata sulla geoconomia, così come Robert Wescott, già capoeconomista della Casa Bianca durante l’amministrazione Clinton, attuale consulente di Governi e aziende di tutto il mondo: a Wescott toccherà intervenire sul tema caldo delle attuali sanzioni imposte dagli Stati Uniti al resto del mondo.

Fra i relatori anche Christopher Rauh, professore dell’Università di Cambridge e della Barcelona School of Economics: Rauh, docente di Economics & Data Science, illustrerà alcuni strumenti e modelli creati ad hoc con l’intelligenza artificiale per prevenire e anticipare conflitti armati e, in genere, terremoti politici. Toccherà poi a Carolyn Fischer e Elena Verdolini approfondire il tema dell’economia ambientale. Fischer, attuale economista della Banca mondiale e professoressa di Environmental Economics alla Vrije Universiteit di Amsterdam, terrà una lezione intitolata “The Future of climate policy” mentre Elena Verdolini, professoressa dell’ Università degli Studi di Brescia e senior scientist allo European Institute on Economics and the Environment parlerà di transizione digitale e energetica con una lezione intitolata “The economics of the (just) twin transitions”.

Durante la settimana ci sarà spazio anche per l’attesissima poster session: i partecipanti alla scuola avranno l’occasione di aderire ad una iniziativa molto nota in ambito accademico, ossia una sessione durante la quale – attraverso l’utilizzo di un maxi poster – i giovani economisti potranno mostrare all’intero gruppo, così come ai relatori della scuola, la propria ricerca.

“Quest’anno la nostra segreteria ha ricevuto ben 210 iscrizioni alla Summer School in Economia – spiega il presidente della Fondazione I.S.E.O. Riccardo Venchiarutti -: un record assoluto che, da solo, dà ben conto di come la scuola estiva si sia ritagliata uno spazio di grande notorietà in ambito accademico internazionale. A renderci particolarmente orgogliosi è l’assoluta internazionalità della platea: le candidature al nostro corso arrivano davvero da tutto il mondo, segno che la nostra scuola

si è ormai affermata su scala mondiale”.

I partecipanti dell’edizione 2025 provengono da Arabia Saudita, Australia, Canada, Cina, Corea del Sud, Filippine, Francia, Germania, India, Italia, Libano, Messico, Moldavia, Nuova Zelanda, Pakistan, Perù, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Russia, Spagna, Stati Uniti, Sud Africa, Svizzera, Turchia, Ungheria e Uzbekistan.

Complessivamente, dal 2004 (anno della prima edizione) al 2025, hanno preso parte alla I.S.E.O. Summer School 1339 partecipanti da 108 Paesi e 440 Università.

E anche quest’anno il programma della I.S.E.O. Summer School alterna momenti di grande spessore accademico a numerose occasioni di intrattenimento da vivere in compagnia dei relatori, prime fra tutti le attività alla scoperta del territorio e delle sue eccellenze.

E a proposito di territorio, quest’anno i partecipanti alla Summer School visiteranno Monte Isola, faranno un tour del lago d’Iseo in kayak e si recheranno in Franciacorta per ricevere i diplomi

durante la consueta cena di gala ospitata, come da tradizione, dalla cantina Guido Berlucchi di Corte Franca. Confermata anche la visita guidata in città, a Brescia, grazie alla collaborazione con Visit Brescia.

Il 2025 si è rivelato un anno di grande soddisfazione per la Fondazione I.S.E.O.: l’ente ha promosso nella prima settimana di giugno la II edizione della cattedra “Franco Modigliani – Robert Solow – I.S.E.O.” Temporary Chair in Economic Sciences all’Università degli Studi di Brescia con il professor Robert Merton e, lo scorso 6 giugno al Mo.Ca di Brescia, il convegno pubblico internazionale “Futura Colloquia” con Robert Merton (Premio Nobel per l’Economia 1997), Elena Verdolini (Università degli Studi di Brescia), Mario Del Pero (Sciences Po) e Daniel Gros (Università Bocconi).

Inoltre, dal settembre, dal 26 settembre al 3 ottobre 2025 al Campeggio del Sole di Iseo l’Istituto I.S.E.O. promuoverà la II edizione della nuova Summer School in Fisica e Chimica ribattezzata Nanochemistry Camp, in collaborazione con l’Università degli Studi di Brescia e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia. Il corpo docenti della scuola sarà composto, ancora una volta, da premi Nobel (già annunciata la presenza di Morten Meldal, premio Nobel per la Chimica 2022) oltre ad importanti accademici, fisici e chimici, noti a livello internazionale.

Imprese, Star Brixia si cambia d’abito e guarda al futuro

in Economia/Finanza/Tendenze by

Quella di Star Brixia S.r.l. è, nel mondo finanziario, una storia iniziata quasi vent’anni fa, ma soprattutto è una storia che continua. Una precisazione importante, come ha sottolineato Daniele Cirimbelli, Amministratore Unico della società, presentando il nuovo viaggio intrapreso, e smentendo così le voci circolate nell’ultimo periodo che davano l’azienda come chiusa.

«Sono stati 18 anni meravigliosi e intensi. Sono partito a piedi scalzi in un mondo che non conoscevo – racconta Daniele Cirimbelli ricordando il suo viaggio nel mondo della finanza – e piano piano sono cresciuto fino a diventare l’azienda che siamo. Per rimanere sé stessi e confermare l’identità della nostra azienda a volte bisogna cambiare».

E dopo 18 anni di esperienze, fatiche, giochi di squadra, grandi successi e disponibilità dei collaboratori anche nei momenti più difficili, tra cui quello della pandemia, il momento di cambiare è arrivato davvero. Star Brixia ha deciso di intraprendere nuove sfide e nuovi progetti che nelle prossime settimane verranno presentati sui social.

_«Siamo felici di comunicare ai clienti e a tutta la popolazione – queste le prime parole di Daniele Cirimbelli presentando la nuova missione – che Star Brixia Srl, della quale ho l’onore di essere Amministratore Unico, è presente in tutti i suoi 15 uffici regolarmente iscritti all’albo OAM A196 ».

Con i suoi circa 60 dipendenti su tutto il nord Italia ed un fatturato in constante crescita, la PMI con sede legale a Castegnato in via Giovanni Guido Mangano, e presente nelle province di Brescia, Bergamo, Cremona, Lodi, Monza e Brianza, Milano, Piacenza e Novara, è stata recentemente citata anche dal Giornale di Brescia, nella classifica tra le 100 aziende con una maggiore crescita del fatturato.

«I nostri uffici – prosegue Cirimbelli – sono operativi e a disposizione di tutti coloro i quali avranno esigenze per rivolgersi a noi. Siamo aperti, siamo sempre più aperti ad ascoltare e ad accogliere con la consueta gentilezza e cortesia, anzi con una enorme e rinnovata energia».

Un viaggio che continua ancora da oggi , con i clienti abituali che hanno avuto modo di scoprire da vicino e conoscere i nuovi servizi.
«Sarò riconoscente per sempre – conclude Daniele Cirimbelli iniziando la lunga lista di ringraziamenti – a chi mi ha dato modo di crescere e di diventare distintivo nel mio territorio. Grazie a tutti quelli che mi hanno dato qualcosa; io sono certo di avere dato tutto. E anche di più».

E l’ultimo pensiero è stato per chi quei 15 uffici li fa vivere tutti i giorni. «E grazie sempre – le ultime parole di prima che la commozione prendesse il sopravvento – a tutti i miei magici e straordinari collaboratori».

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Brescia, dati Confapi: l’export bresciano continua a soffrire

in Api/Associazioni di categoria/Economia/Evidenza/Export by

Continuano a soffrire le esportazioni bresciane. I dati Istat diffusi oggi e rielaborati dal Centro Studi di Confapi Brescia rilevano che, nel primo trimestre 2025, l’export bresciano si attesta a 5,077 miliardi di euro circa, in lieve contrazione, ma sostanzialmente stabile, rispetto ai 5,089 miliardi di euro del primo trimestre 2024 (-0,25%) e in calo anche rispetto all’ultimo trimestre 2024 (5,092 miliardi).

In crescita, invece, l’import (+6,6%) che passa dai 2,97 miliardi del primo trimestre 2024 ai 3,17 miliardi di euro del primo trimestre 2025. Il saldo commerciale resta ampiamente positivo (1,9 miliardi), seppur in contrazione (nel primo trimestre 2024 era 2,11 miliardi di euro). In calo, nel confronto con il primo trimestre 2024, sono le esportazioni verso tutti i principali partner commerciali: l’export verso la Germania cala da 913 a 908 milioni di euro, quello verso la Francia scende da 565 a 551 milioni e quello verso gli Stati Uniti si contrae da 385 a 363 milioni circa. L’export bresciano verso l’Unione Europea (che da sola rappresenta quasi il 65% sul totale) resta comunque stabile (da 3,25 a 3,27 miliardi di euro).

L’interscambio da e verso l’Asia è invece in crescita significativa: le esportazioni del primo trimestre salgono da 496 a 559 milioni di euro circa (+12,7%), mentre le importazioni passano da 362,5 a oltre 473 milioni di euro (+30%). Incrementate significativamente le vendite verso l’India (da 48 a 72 milioni di euro), mentre per le importazioni si registra una forte accelerazione di beni e servizi provenienti dalla Cina (da 223 a oltre 331 milioni di euro, +48%). L’export verso l’America Latina scende da 129 a 114 milioni di euro e quello verso l’Africa sale da 144 a 152 milioni circa.

«Con la Germania in difficoltà e, a cascata, l’intera Unione Europea, era inevitabile che anche l’export bresciano continuasse a soffrire. I continui mutamenti nella politica commerciale statunitense e le forti tensioni geopolitiche mantengono un clima d’incertezza che non aiuta le imprese a programmare con fiducia». Lo dichiara Pierluigi Corduapresidente di Confapi Brescia, commentando i più recenti dati sull’andamento dell’export. «Secondo gli osservatori, anche nei prossimi mesi la crescita del PIL italiano sarà contenuta – ricorda Cordua -. Per le piccole e medie imprese si tratta di un contesto sfidante, che richiede il coraggio di uscire dalla comfort zone rappresentata dai mercati UE e di avvicinare nuovi sbocchi commerciali. Come Associazione, abbiamo il dovere di leggere per tempo trend e criticità e tradurli in strumenti concreti: servizi aggiornati, supporto nei processi di internazionalizzazione, rappresentanza efficace ai tavoli istituzionali. In tema di semplificazione normativa, burocrazia e costi dell’energia c’è, infatti, ancora molto che si può fare per sostenere le PMI, la principale ossatura del sistema produttivo italiano». Il presidente Cordua invita, infine, a guardare anche con attenzione i primi segni di ripresa: «Ci sono alcuni timidi segnali di miglioramento nel settore industriale, soprattutto sul fronte degli ordinativi – sottolinea -. Sono dati da usare con prudenza: è, infatti, presto per dire che si tratti di un’inversione di tendenza, ma rappresentano comunque un segnale da cogliere con attenzione che consente di guardare al prossimo futuro con maggior fiducia». 

I prossimi eventi per le imprese della Cdc Brescia

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia by

Pubblichiamo, come di consueto, la nota ufficiale con i prossimi eventi programmati dalla Camera di Commercio di Brescia e provincia per le aziende del territorio.

> CONSULTA GLI EVENTI BRESCIANI DI BSNEWS  – >SEGNALACI UN EVENTO BRESCIANO

I PROSSIMI EVENTI A BRESCIA PER LE AZIENDE

64/25 – GREEN ENERGY INSTRUMENTS 2025

Il Punto Sviluppo Sostenibile della Camera di Commercio di Brescia organizza la rassegna “Green Energy Instruments”, ciclo di incontri per approfondire le Comunità Energetiche Rinnovabili, con l’obiettivo di analizzare i benefici ambientali, economici e sociali di tale modello di condivisione dell’energia elettrica, promuovendo l’autoconsumo prodotto dalle fonti rinnovabili e la transizione energetica delle imprese. Prossimo appuntamento:
5 Giugno 2025 – CER: il quadro giuridico
12 Giugno 2025 – CER: analisi socio-economica

Maggiori informazioni alla pagina Economia circolare e responsabilità sociale del sito camerale www.bs.camcom.it

65/25 – CORSO RESPONSABILE QUESTIONI DOGANALI AI FINI DELL’AEO

Il sistema camerale lombardo organizza un corso di 200 ore in materia doganale riconosciuto dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli come idoneo alla qualifica professionale “Responsabile delle Questioni Doganali” ai fini A.E.O.

Prossimo appuntamento: giovedì 12/6 a partire dalle ore 9.30.

Maggiori informazioni sui moduli e sulle modalità di partecipazione alla pagina News dall’ufficio internazionalizzazione del sito camerale www.bs.camcom.it

66/25 – EMPOWERMENT FEMMINILE E ACCESSO AL CREDITO: SUPERARE IL GENDER GAP

Unioncamere Lombardia, in collaborazione con i Comitati per l’Imprenditoria Femminile (CIF) della Lombardia e con la rete Enterprise Europe Network (EEN), organizza il seguente webinar gratuito:

17 giugno 2025 | 10:00 – 12:30 Empowerment femminile e accesso al credito: superare il gender gap.

Maggiori informazioni sulle modalità di partecipazione al sito camerale www.bs.camcom.it

Dall’eyeliner grafico allo smokey: le tendenze makeup occhi

in Economia/Salute by

Lo sguardo è protagonista, e la palpebra… la sua tela.
Nel mondo del makeup, gli occhi tornano sempre protagonisti, oggi con più carattere che mai: tratti netti, sfumature audaci, geometrie che sembrano arte contemporanea. Dal ritorno dello smokey eye rivisitato con nuance inaspettate, fino all’ascesa dell’eyeliner grafico, il trucco occhi si reinventa stagione dopo stagione, trasformando ogni battito di ciglia in un modo per comunicare se stessi.

Esploriamo le tendenze makeup occhi più attuali, tra forme sperimentali, texture luminose e ispirazioni da passerelle e social.

Eyeliner grafico: linee che scolpiscono lo sguardo

L’eyeliner grafico è senza dubbio la tendenza più audace del momento. Caratterizzato da linee nette, angoli marcati e tratti geometrici, questo stile prende ispirazione dal mondo della moda e dell’arte visiva, portando il trucco occhi oltre i confini del tradizionale. Non si parla più solo di winged liner: oggi l’eyeliner disegna strutture, taglia la palpebra con tratti floating o si sdoppia per creare effetti tridimensionali.

Un esempio perfetto? Il look sfoggiato da Florence Pugh all’anteprima di Thunderbolts: un eyeliner arancione acceso, posizionato in modo grafico e fluttuante sopra la piega palpebrale, ha acceso il suo sguardo con un mix di modernità e originalità. Per chi vuole replicare questo look, il consiglio è usare eyeliner liquidi ad alta precisione o pennarelli ultra pigmentati. Se vuoi provare anche tu un tratto d’effetto, clicca qui! per scoprire gli eyeliner più performanti e creativi del momento.

Smokey eyes rivisitato: meno nero, più colore e sfumature soft

Lo smokey eyes non passa mai di moda, ma oggi si rinnova con nuove tonalità e approcci più leggeri. Il nero profondo lascia spazio a tonalità prugna, blu notte, marroni caldi e grigi metallizzati, perfetti per creare profondità senza appesantire lo sguardo. Le tecniche di sfumatura si evolvono verso il soft-blending, con bordi diffusi e una transizione cromatica perfettamente bilanciata.

La chiave del nuovo smokey sta nel contrasto tra intensità e leggerezza: si costruisce a strati, si lavora con pennelli morbidi e si completa con una passata di mascara volumizzante che apre lo sguardo senza creare effetto panda. Le texture ideali sono gli ombretti in crema a lunga tenuta o le polveri burrose facilmente stratificabili.

Colori in tendenza: tra pop e sofisticazione

I colori di tendenza per il trucco occhi parlano chiaro: voglia di osare, ma con eleganza. Oltre ai classici toni nude e dorati, spiccano le nuance rame, malva, arancio bruciato, verde oliva e blu elettrico. L’uso del colore non è più relegato solo alla rima inferiore o all’angolo interno dell’occhio: si porta sulla palpebra mobile, sulla linea grafica dell’eyeliner o come accent point nei look monocromatici.

Chi ama un trucco più neutro può sperimentare l’accent color su uno sguardo classico, per esempio aggiungendo una linea sottile di eyeliner viola su una base taupe, oppure un tocco dorato nell’angolo interno per illuminare.

Adattare le tendenze alla propria forma dell’occhio

Ogni forma d’occhio può valorizzare le tendenze del momento, basta adattare le tecniche. Gli occhi a mandorla si prestano bene all’eyeliner grafico, che può seguire la linea naturale o creare un doppio taglio fluttuante. Gli occhi piccoli beneficiano di tonalità luminose al centro della palpebra e sfumature più scure solo ai lati per dare profondità. Gli occhi infossati richiedono sfumature ampie e ben bilanciate sopra la piega, mentre gli occhi tondi possono essere allungati otticamente con sfumature diagonali o eyeliner allungati verso le tempie.

Il segreto è sempre ascoltare la forma naturale dell’occhio e giocare in modo strategico con luci, ombre e punti di focus, senza forzature.

Dalle linee taglienti dell’eyeliner grafico allo charme sofisticato del nuovo smokey eyes, il makeup occhi vive oggi un momento d’oro. Le palette si arricchiscono di colori inediti, le texture si fanno sempre più versatili e performanti, e lo sguardo diventa la tela dove esprimere creatività, carattere e libertà. Che tu sia una minimalista del nude o una visionaria del colore, le tendenze attuali ti invitano a giocare, sperimentare e trovare la tua firma visiva, ogni giorno.

Perché la provincia di Brescia è la principale realtà industriale d’Italia

in Economia/Tendenze by

Nel cuore della Lombardia, la provincia di Brescia si distingue come una delle principali locomotive economiche e industriali d’Italia. Con oltre 1.200.000 abitanti e un tessuto produttivo tra i più dinamici del Paese, questo territorio ha saputo coniugare tradizione manifatturiera e innovazione tecnologica, divenendo un modello di sviluppo riconosciuto anche a livello internazionale. Ma cosa rende Brescia un unicum nel panorama industriale italiano?

Una cultura del lavoro radicata

Alla base del successo industriale bresciano c’è una profonda cultura del lavoro, che affonda le radici nell’artigianato e nella piccola impresa di tradizione familiare. Fin dal secondo dopoguerra, infatti, le valli e le pianure bresciane hanno visto nascere un’impressionante rete di imprese a conduzione familiare, molte delle quali cresciute fino a diventare leader di settore. La propensione al fare, al produrre, al cercare soluzioni concrete è un tratto distintivo del territorio, sostenuto da una forte etica del lavoro e da un’attenzione quasi artigianale alla qualità.

Diversificazione e specializzazione

Uno dei grandi punti di forza della provincia è la sua capacità di diversificare la produzione, pur mantenendo una specializzazione elevata. I settori trainanti sono numerosi: metallurgia e siderurgia, meccanica, rubinetteria, valvolame, automotive, agroalimentare, tessile, edilizia e chimica. Basti pensare al distretto dell’acciaio di Valle Camonica e Valtrompia, o alla rubinetteria della Valsabbia, per comprendere quanto il territorio sia capace di generare poli produttivi riconosciuti in tutto il mondo.

Brescia è infatti uno dei più importanti produttori europei di acciaio e il secondo polo siderurgico italiano dopo Taranto, con grandi gruppi industriali come Feralpi, Ori Martin, Alfa Acciai e Duferco che rappresentano l’eccellenza dell’imprenditoria bresciana.

Piccole e medie imprese ad alto rendimento

La provincia conta oltre 100.000 imprese attive, di cui una buona parte nel settore manifatturiero. Queste aziende sono caratterizzate da una dimensione medio-piccola ma con un altissimo grado di efficienza, flessibilità e capacità di innovazione. La filiera è spesso integrata localmente: chi produce semilavorati, chi componenti, chi assemblaggi, in un ecosistema dove la collaborazione tra imprese è fondamentale per garantire velocità e qualità.

Il cosiddetto “modello Brescia” è proprio questo: un tessuto produttivo diffuso, competitivo e interconnesso, capace di affrontare anche le sfide della globalizzazione con una sorprendente resilienza.

Innovazione e internazionalizzazione

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’industria bresciana non è rimasta ancorata al passato. Negli ultimi decenni ha saputo investire massicciamente in ricerca e sviluppo, digitalizzazione dei processi produttivi e sostenibilità ambientale. L’adozione delle tecnologie 4.0, l’automazione, l’uso dell’intelligenza artificiale e l’efficienza energetica sono ormai realtà consolidate in molte aziende della provincia.

Anche l’internazionalizzazione è un elemento chiave: oltre il 50% del fatturato industriale bresciano proviene dall’export, con Germania, Francia, Stati Uniti e Cina tra i principali partner commerciali. I prodotti made in Brescia sono apprezzati per l’alta qualità, l’affidabilità e la capacità di personalizzazione, caratteristiche che rendono le imprese locali competitive sui mercati globali.

Formazione e capitale umano

Un’altra leva fondamentale del successo industriale bresciano è l’attenzione alla formazione. Il territorio vanta una rete di istituti tecnici, ITS e università (come l’Università degli Studi di Brescia) che lavorano in stretta sinergia con le imprese, per formare le competenze richieste dal mercato. Il capitale umano è dunque preparato, specializzato e fortemente orientato alla pratica e all’innovazione.

Infrastrutture e collegamenti

Infine, non va sottovalutato il ruolo delle infrastrutture: Brescia è ben collegata grazie a un efficiente sistema autostradale (A4, A21), ferroviario (alta velocità e trasporto merci) e alla vicinanza con aeroporti internazionali come Orio al Serio, Verona e Linate. Questo facilita la logistica, il commercio e gli scambi internazionali, potenziando ulteriormente l’attrattività del territorio.


Conclusione

La provincia di Brescia non è solo un gigante industriale per numeri e fatturato, ma un esempio concreto di come tradizione e innovazione possano convivere armoniosamente. Il suo modello produttivo, fondato su competenza, resilienza, collaborazione e visione internazionale, rappresenta un punto di riferimento per tutta l’economia italiana. Un territorio che lavora, innova e cresce, facendo dell’industria non solo un motore economico, ma anche una vera e propria identità culturale.

Cameo, ricavi stabili, utile in crescita

in Alimentare/Aziende/Bilanci/Cameo/Economia by

Il Gruppo Cameo (composto dalla capogruppo cameo s.p.a. e dalla Rebecchi Food Systems S.p.A.) annuncia i risultati consolidati 2024 e mostra performance in linea con il precedente esercizio.

I ricavi, pari a 201 milioni di euro, “restano allineati ai risultati conseguiti nell’esercizio 2023” (l’azienda, allora, aveva chiuso a 249 milioni, ma l’aggiornamento del principio contabile OIC 34 ha comportato delle modifiche nei criteri di calcolo). Cresce l’Ebitda, che segna un +22% rispetto al 2023, superando così i 30 milioni di euro. Ottimo l’andamento della redditività operativa, con un utile netto di 16,8 milioni di euro.

L’ampliamento dell’assortimento è stato guidato dall’ascolto attivo del mercato e delle esigenze dei consumatori, con l’introduzione di prodotti da preparare con modalità di cottura innovative come la friggitrice ad aria in seguito al lancio strategico e di successo del Lievito a fine 2023.

Durante il 2024, nella sede di Desenzano del Garda, è stata completata l’installazione del terzo impianto fotovoltaico che consente all’azienda di autoprodurre il 25% dell’energia necessaria per le attività.

Sul piano sociale, è proseguito il sodalizio tra cameo e SOS Villaggi dei Bambini con il supporto a oltre 90 ragazzi nell’ambito del progetto “Giovani verso l’AutonoMIA” e oltre 100 tra educatori e volontari. Nel 2024, inoltre, cameo ha supportato l’iniziativa solidale SpesaSospesa.org attraverso la campagna “Trova il Cuore di Pizza”, che ha permesso la distribuzione di oltre 100.00 pasti equivalenti, destinati a sostenere persone e famiglie in situazioni di fragilità economica e sociale.

“Nel 2025 – sottolinea una nota – si prevede una moderata crescita dei vari segmenti del mercato alimentare e una domanda piuttosto stabile da parte dei consumatori che l’azienda intende continuare a stimolare con innovazioni di prodotto, tra cui i nuovi preparati per dolci al cucchiaio Greek Caramel, Kefir Cake e Skyramisù in risposta al trend del consumo di alternative allo yogurt”.

Banca Santa Giulia, dividendo da 1,8 milioni per i soci

in Banche/Economia by
Marco Bonometti

Banca Santa Giulia Spa, guidata dall’imprenditore bresciano Marco Bonometti, ha approvato ieri i risultati al 31 dicembre 2024. E ancora una volta i numeri sono decisamente in positivo (non a caso l’istituto ha ricevuto recentemente il premio BancaFinanza 2025 per le Banche Minori).

Il risultato di esercizio, al lordo delle imposte Ires e Irap, registra un utile di 8,145 milioni (8,64 milioni al 31-12-2023). Mentre l’’utile netto 2024 si attesta a 5,43 milioni (5,829 nel 2023). Il Roe (utile di esercizio sul patrimonio netto) è al 9,26% (10,76% nel 2023).

Sotto il profilo patrimoniale gli indici confermano la solidità della Banca, espressa da un Total Capital ratio pari al 39,36% che si posiziona su livelli più che adeguati, sia rispetto ai requisiti richiesti dalle disposizioni di vigilanza prudenziale sia in relazione alle complessive attività di
rischio. Il patrimonio netto della Banca ammonta a 58.7 milioni (54.1 nel 2023).

L’esercizio 2024 – sottolinea una nota dell’istituto – è contraddistinto dalle seguenti dinamiche: margine di intermediazione pari a 11,9 milioni (11.7 nel 2023); raccolta diretta pari a euro 387,2 milioni (+10,45%); impieghi verso la clientela a 206,4 milioni al netto dei fondi svalutazione per euro 2,145 milioni; incidenza delle sofferenze nette sui crediti netti verso la clientela è contenuta e pari allo 0,18%; nel complesso i crediti deteriorati lordi sono pari ad euro 4.076 mila (euro 2.473 nel 2023) e con una incidenza sul totale degli impieghi lordi del 1,95%, contro il 1,31% del 2023; i costi operativi ammontano complessivamente ad euro 3.232 mila (euro 3.164 mila nel 2023), con una incidenza sul margine di intermediazione (cost income ratio) del 29,15% (28,90% nel 2023).

L’assemblea ordinaria dei soci ha approvato la distribuzione di un dividendo di 1,8 milioni (6% del capitale sociale versato pari ad euro 30 Mln).

Oltre all’approvazione del bilancio di esercizio 2024, l’assemblea è stata chiamata a deliberare il rinnovo degli Organi sociali confermando la quasi totalità degli esponenti uscenti. Del consiglio fanno parte il Presidente Marco Bonometti, la vicepresidente Daniela Grandi, Maria Chiara Franceschetti, Anna Pensante, Stefano Allocchio, Massimiliano Bontempi, Paolo Raffaele Streparava, Giuseppe Masserdotti, e – rafforzando la rappresentanza di genere – il notaio Alessandra Ambrosetti. Per il Collegio sindacale sono stati riconfermati il Presidente Raffaele Moschen e i sindaci Roberta Pirola e Riccardo Alloisio.

Brescia, la Camera di Commercio chiude il 2024 con 3,4 milioni di utile

in Associazioni di categoria/Bilanci/Camera di commercio/Economia by

Il Consiglio della Camera di Commercio di Brescia, nella riunione di martedì 20 maggio 2025, ha approvato il Bilancio d’esercizio per l’anno 2024, che registra, come risultato economico, un saldo positivo di € 3.449.472. Un notevole impegno finanziario si è registrato sul fronte della promozione economica delle imprese e del territorio, con interventi per complessivi 12,7 mil./€.

“Nel contesto di uno scenario economico quanto mai complesso – commenta il Presidente della Camera di Commercio di Brescia, Ing. Roberto Saccone – caratterizzato, in primo luogo, dall’instabilità del quadro internazionale, il Bilancio di Esercizio 2024 conferma l’importante impegno nel supporto alle imprese bresciane, con significative risorse destinate a rafforzarne la competitività. L’attenzione si è concentrata sugli asset strategici dell’innovazione, dalla sostenibilità, della formazione professionale e dell’internazionalizzazione. Di particolare importanza i fondi stanziati per facilitare l’accesso al credito, un ambito che continua a rappresentare un punto dolente per molte PMI. Molto importante, per quanto riguarda la promozione del territorio, il contributo camerale per iniziative e progetti mirati a esaltarne l’immagine e a favorire lo sviluppo turistico”.

Le iniziative camerali di supporto all’economia locale si sono principalmente rivolte alla promozione del territorio per 3,6 mil./€, all’innovazione per 2,5 mil./€, all’internazionalizzazione delle imprese per 2,1 mil./€, al sostegno al credito per 2,4 mil./€ ed alla formazione professionale per 1,2 mil./€.

Da evidenziare che, tramite i bandi camerali, nel corso del 2024, sono stati erogati € 6.8 mln/€ (contro i 5,3 mln/€ del 2023), dei quali hanno beneficiato 1.856 imprese bresciane (contro 1.728 del 2023), con un importo medio ad impresa di 3.666 €.

Sostanzialmente in pareggio il rapporto tra importo medio versato dalle imprese per il diritto annuale, pari ad € 114, e valore medio per impresa per interventi promozionali ed investimenti, pari ad € 113, confermando la tendenza dell’ente camerale bresciano a restituire alle imprese in termini di azioni di promozione quanto incassato come tributo annuo.

Dall’analisi del bilancio si evidenzia, con riferimento alle entrate, quella derivante dal diritto annuale, principale fonte di finanziamento, che ammonta a 13,5 mil./€, mentre i diritti di segreteria, che costituiscono la seconda voce di finanziamento camerale, sono stati pari a 7,6 mil./€.

Riguardo alle spese di funzionamento si evidenziano costi per circa 0,9 mil./€, mentre quelli sostenuti per il personale ammontano a 6,6 mil./€. La Camera di Commercio di Brescia ha infine versato, nel 2024, per imposte e tasse, oltre 0,8 mil./€, mentre al sistema camerale nazionale e regionale sono stati invece erogati altri 1,2 mil./€.

Il risultato positivo particolarmente rilevante ha consentito di riallocare nel Bilancio Preventivo 2025 0,6 mil./€ da destinare ad interventi ed iniziative per la promozione economica a favore delle imprese e 2,8  mil./€ da destinare a patrimonio.

“Il risultato finale è frutto anche del rinnovato impegno della Camera di Commercio nella gestione organizzativa e nel contenimento dei costi di struttura e di funzionamento commenta il Segretario Generale, Massimo Ziletti – L’avanzo registrato consente, tra l’altro, di rafforzare patrimonialmente l’Ente, anche al fine di accantonare risorse per progetti strutturali di sistema”.

Brescia, manifatturiero già in calo da mesi

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Nei primi tre mesi del 2025, l’attività produttiva nel settore manifatturiero bresciano ha registrato una nuova flessione nel confronto con lo stesso periodo del 2024 (-2,3%). Si tratta dell’ottavo trimestre consecutivo di dinamica negativa per quanto riguarda l’industria locale: l’ultimo periodo con il segno “più” risale infatti ai primi tre mesi del 2023.

A evidenziarlo è l’indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Brescia sui dati relativi al periodo gennaio-marzo 2025

Continua quindi la fase di debolezza per le realtà manifatturiere del territorio, che risultano penalizzate dalla fragile congiuntura internazionale (con l’indice PMI manifatturiero globale è rimasto intorno alla soglia dei 50 punti, segnalando una crescita nel complesso stagnante), in particolare dalla limitata domanda proveniente dalla Germania (primo mercato estero di sbocco per le nostre imprese), la cui economia ha mostrato segnali di stabilità, all’interno di uno scenario che rimane tutt’altro che esaltante. A tali fattori si aggiungono poi le incertezze provocate dalla politica protezionistica annunciata dagli Stati Uniti, che rischia di compromettere fortemente la competitività delle imprese bresciane nei confronti del terzo Paese di destinazione del nostro export.

Con riferimento al solo 1° trimestre del 2025, la produzione mostra invece un lieve incremento, segnando una variazione grezza positiva (+1,5%) rispetto al trimestre precedente (congiunturale). Si tratta di un segnale piuttosto incoraggiante, perché indicherebbe una capacità di reazione da parte del made in Brescia, che offre elementi di cauto ottimismo per i mesi a venire. A seguito delle evoluzioni sopra indicate, il tasso acquisito, ovvero la variazione media annua che si avrebbe se l’indice della produzione non subisse variazioni fino alla fine del 2025, è pari a -0,5%.

“I dati del primo trimestre 2025 confermano un quadro ancora fragile per la nostra manifattura, che continua a confrontarsi con una domanda debole e un contesto internazionale incerto – commenta Franco Gussalli Beretta, presidente di Confindustria Brescia –. Tuttavia, i segnali positivi emersi – in particolare la lieve ripresa congiunturale della produzione e il miglioramento degli ordini – ci indicano che il sistema industriale bresciano sta dimostrando ancora una volta una buona capacità di tenuta e adattamento. A livello macroeconomico, la stabilizzazione dell’indice PMI manifatturiero globale evidenzia una crescita stagnante: in questo contesto, proprio la reattività mostrata dalle imprese di medie e grandi dimensioni è un segnale importante di tenuta strutturale. A maggior ragione, in tale contesto, è fondamentale continuare a lavorare con determinazione su competitività, innovazione e formazione.”

§  Nei primi tre mesi del 2025 il 42% degli operatori intervistati ha dichiarato una crescita dell’attività rispetto al periodo precedente, a fronte del 35% che si è espresso per il mantenimento dei volumi prodotti e del 23% che invece ha segnalato una flessione degli stessi.

§  La disaggregazione della variazione della produzione per classe dimensionale mostra andamenti particolarmente differenziati: +0,2% per le imprese micro, -1,2% per le piccole, +4,6% per le medie e +4,3% per le grandi.

§  Con riferimento alla dinamica congiunturale per settore, l’attività produttiva ha evidenziato una forte eterogeneità delle dinamiche. Consuntivi positivi provengono dalle realtà dell’alimentare (+6,5%), della metallurgia (+4,7%), del legno e minerali non metalliferi (+2,7%), del chimico, gomma e plastica (+0,9%) e della meccanica (+0,6%). Per contro, le aziende del sistema moda hanno dichiarato una contrazione dei livelli produttivi (-2,6%).

§  Il tasso di utilizzo della capacità produttiva si è attestato al 75%, invariato rispetto alla rilevazione precedente, e in diminuzione del 2% nei confronti di quanto misurato nel primo trimestre del 2024 (77%).

§  Le vendite sul mercato italiano sono aumentate per il 27% delle imprese, rimaste invariate per il 52% e diminuite per il 21%. Le vendite verso i Paesi comunitari sono cresciute per il 29% degli operatori, calate per il 19% e rimaste stabili per il 52%; quelle verso i Paesi extra UE sono aumentate per il 26%, diminuite per il 18% e rimaste invariate per il 56% del campione.

§  I costi di acquisto delle materie prime sono rilevati in crescita dal 43% delle imprese, con un incremento medio pari al 2,2%. I prezzi di vendita dei prodotti finiti sono stati rivisti al rialzo dal 32% degli operatori, per una variazione complessiva pari a +1,2%. Prosegue quindi la fase di assestamento dei prezzi dei beni industriali, dopo le forti tensioni rilevate negli ultimi anni. Va tuttavia rilevato che le attuali quotazioni delle materie prime e dei semilavorati tuttora continuano ad attestarsi su livelli significativamente superiori rispetto alla situazione pre-pandemica.

§  La bassa domanda proveniente dai mercati domestici e internazionali continua a preoccupare le imprese manifatturiere bresciane, che denunciano tale aspetto come il principale fattore che frena la produzione: ciò ha riguardato il 43% delle realtà intervistate, una quota in riduzione rispetto al 49% riscontrato alla fine del 2024, ma più elevata di quanto sperimentato nei primi tre mesi del 2024 (33%). Il secondo elemento maggiormente segnalato dalle aziende (molto distanziato) riguarda la componente geopolitica (11%, la quota più alta da quando si rileva tale informazione), a certificazione di un sistema economico locale particolarmente preoccupato per i numerosi focolai in essere, in un contesto esacerbato dall’incertezza provocata dai dazi annunciati (e poi temporaneamente sospesi) dall’amministrazione Trump. Il 9% delle imprese denuncia invece problematiche nel reperimento di manodopera: si tratta di una difficoltà non nuova per l’industria bresciana, che continua a essere segnalata anche in un momento ciclico non propriamente espansivo, come quello attuale.

§  Le prospettive per i prossimi mesi sono debolmente positive, lasciando presagire un possibile nuovo, ma moderato, rasserenamento delle condizioni operative: infatti, il 27% delle imprese propende per un incremento dell’attività, a fronte del 63% che esprime più cautela e del 10% che invece prevede una flessione della stessa. I settori con le prospettive più positive sarebbero alimentare, chimico, gomma e plastica. Le imprese dei comparti legno e minerali non metalliferi, meccanica e metallurgia esprimono un ottimismo relativamente più contenuto, mentre le realtà del sistema moda non si attendono rilevanti movimenti rispetto all’attuale situazione.

§  La domanda è attesa in ripresa. Gli ordini provenienti dal mercato domestico sono in crescita per il 29% delle aziende, stabili dal 58% e in calo dal 13%. Quelli da parte degli operatori comunitari, sono dichiarati in aumento dal 28% delle imprese, invariati per il 60% e in flessione per il 12%. Quelli in arrivo dai mercati extra UE sono in crescita per il 24%, stabili per il 62% e in contrazione per il 14%.

§  I giorni di produzione assicurata rilevati nel trimestre ammontano mediamente a 70, riflettendo una significativa dispersione fra i settori e le classi dimensionali analizzate. Il dato complessivo appare in miglioramento nei confronti di quanto rilevato nel periodo precedente (66) e di quanto riscontrato nei primi tre mesi del 2024 (59).

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