
Brescia, venerdì 14 i revisori legali a congresso

Venerdì 14 ottobre, dalle 9 alle 18, il centro congressi della Camera di commercio di Brescia ospiterà il secondo congresso italo-europeo dell’Istituto Nazionale Revisori Legali (Inrl). Tema della giornata – promossa da Virgilio Baresi e patrocinata dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea – sarà “Il revisore legale oggi”, alla luce degli importanti cambiamenti normativi intervenuti di recente. A presentare l’iniziativa è stato questa mattina Baresi, durante una conferenza stampa a cui erano presenti anche l’ex deputato Luigi Maninetti (consigliere nazionale dell’Istituto) e Diletta Scaglia (delegato provinciale).
L’apertura dei lavori è prevista per le 9, con gli interventi di Gianni Pittella (“presidente in pectore del Parlamento europeo”) e le relazioni tecnico professionali di Caterina Garufi, Michele Dipace e Anna Maria Ruggieri. A seguire, dalle 12.30, la sottoscrizione del primo contratto collettivo di lavoro italo-europeo Inrl-Cisal, l’approvazione di una mozione. La sessione riprenderà dalle 15.15 per chiudersi alle 18.
Tra gli altri interverranno Francesco Alfonso (capo segreteria del ministro dell’Economia), Mario Baccini (presidente del Microcredito italo-europeo), Alain Deckers (capo unità Commissione Ue per i servizi finanziari, in videocollegamento), Francesco Cavallaro (segretario generale Cisal), Guido D’Amico (presidente Confimprese Italia), Angelo Deiana (presidente Confassociazioni), Michele Dipace (avvocato generale dello Stato emerito), Maria Cosimo (sottosegretario alla Giustizia), Caterina Garufi (consigliere Ufficio legislativo ministro Giustizia), Eleonora Marziani (presidente Fondazione Oreste Bertucci) e Gaetano Stella (presidente Conprofessioni Italia).
“In questa occasione”, ha commentato Baresi durante la conferenza, “presenteremo anche le novità legislative che riguardano i circa 160mila revisori legali d’Italia, di cui oltre un migliaio nel Bresciano. La riforma della nostra professione”, ha spiegato, “affonda le radici nel decreto legislativo 39/2010 che fu approvato grazie anche all’interessamento dell’allora sottosegretario bresciano Daniele Molgora. E oggi sono arrivate novità importanti. Innanzitutto la separazione del revisore rispetto alla figura del commercialista, visto che dal primo gennaio i nuovi commercialisti dovranno sostenere un esame di Stato aggiuntivo e fare un praticantato di 36 mesi per iscriversi all’albo dei revisori. In secondo luogo il fatto che i revisori risponderanno in proprio – civilmente e penalmente – del danno eventualmente creato alle realtà pubbliche, diventando in questo modo sempre più figure indipendenti che tutelano i cittadini. La firma del revisore”, ha concluso Baresi, “dal punto di vista della responsabilità sarà pari a quella del notaio”.
Export verso la Germania, Brescia regina nel settore delle auto
Lombardia e Germania, import – export da 38 miliardi in un anno, di cui quasi 5 negli autoveicoli. Un settore che cresce: +17% l’import e +15,4% l’export. Tra le province Mantova eccelle nell’export di autoveicoli (oltre 200 milioni di euro nel 2015), Brescia nelle carrozzerie per auto, rimorchi e semirimorchi (26 milioni di euro) e Bergamo nelle parti e accessori per veicoli e loro motori (280 milioni di euro). Nell’import prime Milano per autoveicoli (1,8 miliardi di euro) e parti, accessori e motori (251 milioni di euro) e Mantova per carrozzerie e rimorchi (37 milioni di euro). Emerge da un’elaborazione del servizio Studi e Statistica della Camera di commercio di Milano su dati Istat, anni 2015 e 2014.
Per quanto riguarda il dettaglio della Leonessa emerge in particolare il dato dell’export di parti e accessori per auto: ben 228 milioni contro i 52,5 di import. Ma anche il dato delle auto (136 milioni di export e 36,6 di import) e quello delle carrozzerie per auto e tir (26 milioni contro 3).
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Brescia, le imprese che fanno rete sono (quasi) 400
Vantaggi reciproci, è la motivazione alla base della scelta di oltre 2.500 imprese lombarde che hanno scelto di “mettersi in Rete” e unire le proprie forze in vari ambiti operativi. Dall’innovazione all’internazionalizzazione agli acquisti: sono vari gli ambiti in cui decidono di cooperare. In due anni, da maggio 2014 a maggio 2016, sono 735 in più, +41%. Crescono quindi i contratti di Rete che passano da 493 a 742 in due anni, +249 contratti, +51%. E la Lombardia èregione leader in Italia con oltre un quarto del totale dei contratti di Rete conclusi e il 18% delle imprese nazionali coinvolte. Prima Milano con 421 contratti di Rete (15% italiano) e 874 imprese (6,1% del totale italiano), seguono Brescia (160 contratti e 396 imprese) e Bergamo (142 contratti e 306 imprese). Per numero di imprese vengono poi Monza e Brianza con 158 imprese coinvolte, Varese con 145 e Lecco con 122. In due anni crescita record a Lodi (+111,8% le imprese e +66,7% i contratti) e Mantova (+78,8% le imprese e +67,7% i contratti).
Industria, servizi professionali, costruzioni e commercio i settori lombardi più attivi nel fare Rete: rappresentano rispettivamente il 28,2%, il 14,6%, il 10,5% e il 10,4% del totale delle imprese coinvolte. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Unioncamere Lombardia-Infocamere, a maggio 2016 e 2014.
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Il retificio di Provaglio d’Iseo , in Franciacorta, compie 70 anni

Cuore, tradizione, passione, lavoro. Sono questi gli ingredienti che hanno animato dal 1946 la FAR, Fabbrica Artigianale Reti, retificio di Provaglio d’Iseo (BS), in Franciacorta, specializzato nella produzione di reti in fibre sintetiche per lo sport, l’industria, l’antinfortunistica, il tempo libero, l’agricoltura e la pesca.
Nato con Stefano Ribola nel 1940 a Monte Isola, come piccolo laboratorio di produzione di reti per i pescatori del Lago d’Iseo, il retificio è stato registrato da Battista Ribola (figlio di Stefano) all’Ufficio Provinciale del Commercio e dell’Industria di Brescia il 9 luglio 1946 con la tessera d’iscrizione n. 73567 alla voce “Comm. Reti da pesca e loro attrezzi”.
«In tutti questi anni con grossi sacrifici e tanto lavoro, io e i miei fratelli Luigi, Giuseppina e Franca abbiamo seguito i passi del papà Battista – racconta Mario Ribola, amministratore di FAR – puntando all’innovazione continua dei macchinari e delle materie prime per soddisfare un mercato attento alla qualità, alla sicurezza e alla molteplicità delle applicazioni che possono avere le reti».
L’azienda, prima in Italia tra i produttori di reti e tra i leader in Europa e nel mondo, ha chiuso il bilancio al 31 dicembre 2015 con un fatturato di 6 milioni di euro, in costante crescita. Il 33% è rappresentato dall’export. Nell’ultimo anno il retificio, certificato UNI EN ISO 9001, ha venduto 500.000 kg di reti in 50 paesi del mondo. Il tutto partendo dall’area produttiva di 8.500 mq (altri 2.500 mq sono dedicati al magazzino), che conta 13 telai, 3 orditoi e altri macchinari tessili all’avanguardia in cui lavorano 37 persone tra soci, operai e tecnici specializzati a cui si aggiungono le decine di collaboratori esterni.
Punti di forza l’altissima specializzazione, la diversificazione di prodotto e la produzione, da sempre Made in Italy.
Il nome FAR non appare tra i fornitori, perché il retificio si affida a rivenditori, ma sono sue le reti di protezione delle piste utilizzate ai mondiali di sci 2015 (e in molti circuiti FIS), quelle di protezione utilizzate durante i lavori di ristrutturazione della Tour Eiffel, quelle che Lega Volley e Federazione Italiana e Internazionale di Pallavolo montano per i loro campionati o quelle da calcio usate sui campi della serie A. E ancora quelle di Disneyland Parigi, di Gardaland, quelle usate per l’anima delle Lamborghini o le reti anticaduta uomo utilizzate per la sicurezza dei lavoratori nei cantieri di tutta Europa e nel mondo.
«Consideriamo questo anniversario come una tappa del viaggio intrapreso, Abbiamo la tenacia, la passione e lo spirito che ha animato i nostri genitori, tanti progetti nel cassetto ai quali dobbiamo ancora dare luce e vogliamo che la tradizione di macchine e uomini continui. Dunque il nostro è un successo che ci rende orgogliosi e che merita di essere condiviso con i tanti i clienti, i collaboratori, i fornitori e gli amici che sono entrati a far parte del mondo FAR portandoci ad essere l’azienda leader nel nostro settore» – spiega Massimiliano Stefini, uno dei soci junior di FAR insieme a Marilde Colosio, Antonello Stefini e Isabella Ribola.
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Christo sarà l’ospite d’onore dell’assemblea 2016 del Gruppo Giovani Imprenditori di Associazione Industriale Bresciana. L’artista, dopo l’esperienza straordinaria di “The
Sono 230mila i lombardi all’estero per lavoro

All’estero per cambiare vita? Alla ricerca di realizzazione professionale o di stabilità economica, l’estero rappresenta ancora un’occasione per circa 230mila lombardi: il 5% delle famiglie lombarde e bresciane dichiara, infatti, di avere un proprio componente impegnato all’estero in esperienze di studio o lavoro. Nello specifico, per il 46% la scelta è dettata da esigenze professionali, per svolgere un’attività lavorativa specifica che in Italia non si riusciva a trovare, il 28% ha lasciato l’Italia per svolgere un corso universitario o un master di specializzazione, il 18% per migliorare la conoscenza delle lingue straniere, anche attraverso programmi di vacanza studio, e il 13% per lavoro, tra chi è in cerca di occupazione e chi svolge un’attività che non avrebbe scelto di fare in Italia.
A Milano città nel 2015 sono stati 4.128 a richiedere il trasferimento di residenza fuori dai confini nazionali: si tratta principalmente di giovani e laureati, infatti, il 39,3% ha un diploma di laurea e il 40,4% ha tra i 18 e i 35 anni. A fronte dell’esodo dei milanesi, sono quasi 13mila i trasferimenti di residenza in città da parte di stranieri, per lo più giovani under 35 (oltre il 70%). È quanto emerge da elaborazioni dell’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Comune di Milano e da una stima su dati Istat e indagine “Famiglie e consumi. Monza e Brianza e Lombardia” realizzata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, in collaborazione con DigiCamere.
Tre studenti alla Scuola di pressocolata grazie alle borse di studio di Apindustria

Tre borse di studio per altrettanti studenti alla Scuola di pressocolata organizzata da AQM E CSMT: a finanziarle Apindustria Brescia con l’obiettivo di facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. «In questo modo permettiamo alle nostre aziende associate di assumere figure professionali già formate – afferma Marco Mariotti, vice presidente vicario di Apindustria Brescia, nella sede di AQM a Provaglio d’Iseo dove oggi c’è stata la seconda lezione -: noi, come associazione, facilitiamo l’incontro mettendo a disposizione tre borse di studio, rivolte espressamente a studenti e non a personale già operativo in azienda». Il settore della pressofusione di alluminio è settore in forte trasformazione e necessita di figure sempre più specializzate e preparate per rispondere alle esigenze di un mercato, nell’automotive ma non solo, sempre più esigente. «Borse di studio per studenti – sottolinea Mariotti – significa quindi andare incontro alle esigenze delle aziende, permettere agli studenti di acquisire una forte specializzazione e aumentare il bacino di persone in grado di confrontarsi in modo adeguato in questo settore».
Oltre 400 ore di lezioni teoriche e pratiche a cadenza settimanale, insegnamento effettuato da professionisti con lunga esperienza operativa nel settore della Pressocolata, metallurgisti e specialisti di AQM e docenti dell’Università di Brescia, al termine del corso gli studenti diventeranno – a seconda del percorso scelto – tecnologo di industrializzazione del processo, tecnologo di industrializzazione del prodotto o responsabile della produzione di un’azienda di pressocolata. «È il secondo anno che sosteniamo in modo attivo il corso attraverso borse di studio – ricorda Mariotti -, forti dei risultati ottenuti e del gradimento di tale percorso da parte delle nostre aziende associate».
«Anche per questa edizione il settore ha risposto alla chiamata formativa – spiega il Direttore di AQM e CSMT Gabriele Ceselin -, i nuovi discenti godranno delle migliorie introdotte grazie all’esperienza del primo corso, sia a livello organizzativo sia sul piano didattico in particolare con l’introduzione di 40 ore circa di addestramento pratico in fonderia, 16 ore di visite aziendali e un project work finale che porterà gli studenti a progettare e lavorare su un caso pratico».
«L’adesione alla seconda edizione dell’HPDC School conferma la necessità dell’industria di professionisti con un bagaglio d’eccellenza che AQM e CSMT possono adeguatamente formare sia dal punto di vista tecnico che manageriale» ha dichiarato l’Ing. Riccardo Trichilo, Presidente di entrambe le strutture.
Tutti i dettagli sulla Scuola di pressocolata: www.scuoladipressocolata.it
Valsabbina, le azioni scendono a quota 4,60 euro
Dopo una settimana di stallo una timida ripresa del mercato dei titoli azionari di Banca Valsabbina che, da alcuni mesi, desta preoccupazione fra i soci che negli anni avevano scelto il titolo azionario come investimento patrimoniale.
Lo scambio azionario sul mercato HI-MTF di questa mattina ha permesso di chiudere tutti gli ordini di acquisto, erano 107 per complessive 73 mila azioni, al prezzo di 4,60 euro per azione. La riduzione dall’inizio dell’anno ha raggiunto quota 80%.
Le offerte di vendita erano invece relative a 457 mila azioni di cui una buona parte presentate senza limite di ribasso. Per 380 mila offerte di vendita una nuova opportunità venerdì prossimo quando il prezzo potrà scendere. La prospettiva, molto probabile secondo alcuni, è quota 4,14 euro.
Import, a Brescia in sei mesi vale oltre 4 miliardi di euro
La Lombardia importa merci dal mondo per un valore che supera i 58 miliardi di euro nei primi sei mesi del 2016, circa un terzo del totale italiano (32%): si tratta soprattutto di sostanze e prodotti chimici (14,4% dell’import), di computer ed elettronica (12,8%), di metalli e prodotti a base di metalli (11,3%). E se i principali Paesi fornitori europei di questi prodotti sono Germania e Francia per la chimica e Paesi Bassi per l’elettronica, la Cina è il secondo fornitore sia per computer ed elettronica, che per metalli. In crescita le importazioni di prodotti chimici dal Belgio, di apparecchi elettronici dal Vietnam e di metalli da Corea del Sud e Congo. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat, primi sei mesi del 2016 e del 2015.
Dove arriva l’import in Lombardia? Oltre la metà a Milano, per un valore di 31 miliardi e mezzo. Seguono Bergamo e Brescia che superano i 4 miliardi, Pavia (3,6 miliardi), Monza e Brianza e Varese (3 miliardi). In crescita Lodi (+3,2%), Mantova (+2,7%) e Bergamo (+2,4%). E che cosa si importa di più? A Varese e Como prodotti chimici ma anche tessili, a Sondrio alimentari, a Milano computer e apparecchi elettronici, a Bergamo sostanze chimiche e macchinari, a Brescia metalli e macchinari, a Pavia idrocarburi, a Cremona e Mantova prodotti in metallo e chimici, a Lecco metalli e macchinari, a Lodi elettronica e alimentari, a Monza chimici e metalli.
“Un giorno in dono” di UBI Banca ottiene il Premio Banca e Territorio per il sociale

AIFIn assegna a UBI Banca per il 2016 il riconoscimento come miglior istituto nella categoria “Iniziative di carattere sociale”, premiandola per “Un giorno in dono”, l’iniziativa di volontariato aziendale che quest’anno ha coinvolto 1.245 dipendenti del gruppo, che per un giorno hanno prestato la loro opera come volontari presso 70 onlus tra aprile e giugno 2016.
L’iniziativa premiata oggi è giunta nel 2016 alla sua terza edizione: dopo un test del 2014 limitato all’area milanese, è stata estesa all’intero territorio nazionale nel 2015 e nel 2016, totalizzando 2.845 giornate di volontariato erogate nel triennio, corrispondenti a circa 20.000 ore di lavoro svolto presso le ONP partecipanti. Partecipando come volontario al progetto, ogni dipendente aderente ha donato un proprio giorno di ferie, trascorrendolo presso un’associazione e impegnandosi in una tra le 150 attività di volontariato proposte.
In funzione del numero di partecipanti la somma che il Gruppo UBI Banca ha riconosciuto per il triennio alle diverse ONP è di complessivi € 284.500 (pari a 100 € per ogni giornata di volontariato erogata).
Il premio AIFIn “Banca e Territorio” è un osservatorio e un riconoscimento annuale che ha lo scopo di promuovere il tema della Responsabilità Sociale d’Impresa nel settore bancario dando notorietà alle iniziative realizzate dalle banche e/o dalle relative fondazioni bancarie in ambito sociale, economico e culturale per creare valore per gli stakeholder e per il territorio di riferimento.
Nell’assegnare il primo premio a UBI Banca per il 2016 per la categoria “Iniziative di carattere sociale” la giuria, composta dai rappresentanti degli organizzatori e dai componenti di un comitato scientifico indipendente, ha riconosciuto a “Un giorno in Dono” il primato di categoria in base ai criteri “Concept e innovatività del progetto”, “Coinvolgimento degli stakeholder” e “Impatti in termini di Responsabilità Sociale d’Impresa”.
Nello specifico il progetto è stato premiato per il concetto di dono attraverso cui si origina un effetto leva che genera un contributo alle associazioni.
Riccardo Tramezzani, Responsabile Retail UBI Banca, ritirando il premio ha espresso soddisfazione per il riconoscimento pubblico dell’iniziativa, sottolineando come la stessa “vada compresa nel contesto di UBI Banca, che come scelta strategica ha istituito ‘UBI Comunità’, una divisione specializzata nell’offerta al Non Profit e in cui gli stessi dipendenti dimostrano coi fatti di attribuire un valore alla solidarietà ed alla coesione sociale, cogliendo positivamente l’occasione offerta dall’azienda per operare a favore del territorio e della società civile”.
Mario Napoli, Responsabile Risorse Umane in UBI Banca, dedica il premio “a tutti i colleghi che hanno, in questo triennio, aderito alla proposta, sacrificando un proprio giorno di ferie e collaborando sia alla riuscita dell’iniziativa sia, mediante il conteggio dei giorni donati, all’erogazione di quasi 300.000 € nel triennio, e a tutti gli altri colleghi che, anche se non direttamente coinvolti, consentono con il loro lavoro di fornire alla clientela un servizio di qualità valorizzato da un approccio sensibile alle necessità sociali dei nostri territori”.
Export dei distretti industriali lombardi, luci e ombre per Brescia
Il secondo trimestre 2016 si è chiuso con una situazione di stabilità anche per le esportazioni dei poli tecnologi lombardi, che registrano un -0,1%, a valori correnti, sul corrispondente periodo 2015 (-2,6% nel complesso dei primi sei mesi). Soltanto il polo farmaceutico lombardo si distingue per esportazioni in crescita tra aprile e giugno 2016 (+4,8%, oltre che per una crescita cumulata pari al 7,7%). Si ricorda, ad ogni modo, come i dati di export dei poli tecnologici siano soggetti a maggiore volatilità rispetto a quelli dei distretti tradizionali, per via della elevata stagionalità delle commesse, soprattutto nel settore aeronautico.
I dati di Cassa Integrazione Guadagni relativi ai primi otto mesi del 2016 mettono in luce una nuova contrazione delle ore autorizzate nei distretti tradizionali e nei poli tecnologici della Lombardia (nell’ordine, rispettivamente, del 23,8% e del 25,9%). La tendenza accomuna tutte e tre le tipologie di Cassa (Ordinaria, Straordinaria e in Deroga) ma va letta, in realtà, con cautela. La lettura dei dati CIG in dinamica è infatti divenuta più complicata con l’entrata in vigore del decreto attuativo del Jobs Act avente ad oggetto la nuova disciplina degli strumenti di Cassa (24 settembre 2015). In particolare, si sottolinea l’introduzione di un limite massimo per lo sfruttamento complessivo delle ore di Cassa Ordinaria e Straordinaria considerate in forma congiunta, fissato in 24 mesi in un quinquennio mobile. Si segnalano, ad ogni modo, degli incrementi anomali di ore autorizzate CIGS in corrispondenza dei distretti Abbigliamento-tessile gallaratese, Lavorazione dei metalli Valle dell’Arno, Macchine per la concia della pelle di Vigevano e Calzature di Vigevano, che sottintendono processi di ristrutturazione in atto. Inoltre, i criteri di assegnazione della CIGD sono oggetto di variazioni continue, in vista della totale archiviazione dello strumento a partire dalla fase finale del 2016.
Uno sguardo ai dati bresciani. In accelerazione l’export di calzature e abbigliamento della Bassa Bresciana (+8,2% nel trimestre aprile-giugno), grazie alla spinta dei mercati maturi e non. In calo le vendite di meccanica strumentale del Bresciano (-7,2% nel trimestre aprile-giugno 2016 e -7,4% nel complesso dei primi sei mesi): l’accelerazione delle esportazioni in Turchia non è riuscita a compensare il calo delle esportazioni in altri primari mercati come Usa, Cina, Germania e Francia. Contrazione lieve, nel secondo trimestre, per l’export di metalli di Brescia. Il risultato (-0,9%) sintetizza tuttavia dinamiche contrastanti. Se infatti sono calate le vendite di carpenteria metallica e di lavorazioni di metalli non ferrosi, sono al contempo cresciute quelle di getti di fonderia, lavorazioni di acciaio a freddo, prodotti in metallo, siderurgia.
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Dati Aib: nel terzo trimestre export bresciano in calo dell’1,5 per cento
Nel terzo trimestre del 2016, rispetto ai tre mesi precedenti, le vendite bresciane di beni sui mercati esteri risultano in