Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

Welfare, cresce il privato. A Brescia le imprese sono 1.300

in Economia/Solidarietà/Tendenze by

Cresce il welfare privato in Lombardia: sono 11 mila le imprese del settore e crescono del + 4% in un anno e di +14,4% in cinque, secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese 2016, 2015 e 2011. Ancora più forte la crescita degli addetti: +8% dal 2015 e + 28% dal 2011. Oggi sono 180 mila impegnati nel settore, 13 mila in più in un anno e 40 mila in più nel quinquennio. Più ampio il settore dell’istruzione con quasi 5 mila imprese, poi l’assistenza sanitaria e quella sociale con 3 mila ciascuno, le organizzazioni associative, circa 600. La Lombardia concentra una impresa italiana su cinque del settore e un addetto su quattro.

A Milano il settore cresce in un anno del + 4% per imprese e del + 6% per addetti. Sono quasi 5 mila le imprese e 67 mila gli addetti. Lo sprint milanese supera la crescita nazionale in cinque anni per addetti (+43% rispetto a + 25%) ed è alla pari per la crescita di imprese (+ 16%). Milano in un anno ha 4 mila addetti in più e 20 mila in più in cinque anni.

In Lombardia prime Milano, Brescia, Varese, Bergamo e Monza. A Milano ci sono quasi 5 mila imprese e 67 mila addetti, a Brescia, Varese, Bergamo e Monza circa mille imprese, a Como quasi settecento. Oltre 20 mila gli addetti a Bergamo e Brescia, oltre 10 mila a Varese e Monza.

In Italia prime Roma, Milano e Napoli. Il settore concentra 65 mila imprese (+4% in un  anno e + 16% in cinque) e quasi 800 mila addetti (+9% e + 25%).Sono 60 mila gli addetti in più in un anno e oltre 150 mila nel quinquennio. Prima Roma con quasi 6 mila imprese sociali e 79 mila addetti. A Milano quasi 5 mila le imprese e 67 mila gli addetti. A Napoli 4 mila imprese e 29 mila addetti. Poi ci sono per imprese Torino, Palermo, Bari, Catania e per addetti Torino, Bergamo e Brescia.

 

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Credito alle aziende bresciane in calo del 5,9%. Massetti: invertire la rotta

in Associazioni di categoria/Banche/Confartigianato/Economia/Eugenio Massetti/Personaggi by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

Erogazione di credito bancario ancora in calo nel 2016 per le piccole imprese della provincia di Brescia, come per quelle del resto della Lombardia. E a risentirne di più sono soprattutto i “piccoli” dell’artigianato. Più facile ottenerlo per le grandi imprese, sempre meno per le piccole. Così nel 2016 i soldi prestati alle imprese artigiane della provincia di Brescia sono diminuiti ulteriormente del 5,9% rispetto all’anno precedente. A livello regionale il dato si attesta a -4,9% e va peggio di Brescia solo a Como (-6,4%) e a Pavia (-6%). Lo rileva uno studio realizzato dall’Osservatorio di Confartigianato nel quale si evidenzia come a Brescia, ma non solo, il credito sia in continua diminuzione ormai dal 2014 con la punta negativa proprio nel settembre 2016.

«In provincia di Brescia le imprese artigiane sono oltre 35mila e costituiscono il vero tessuto produttivo del nostro territorio, eppure il denaro per i piccoli imprenditori continua ad essere scarso e costoso. Si bloccano così sviluppo e investimenti, rallentando ulteriormente un sistema produttivo già segnato dalla crisi e che fatica a recuperare il terreno perduto» commenta il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti. E non solo alle piccole imprese arrivano meno prestiti, ma anche a costi superiori: in Lombardia il tasso medio per le grandi aziende è del 4,11%, mentre per le attività artigiane è del 7,4%. in ogni caso a fine settembre lo stock di credito dedicato agli artigiani di Brescia ammontava a 1.851 milioni di euro (ovvero il 5,8% del totale del credito erogato sul totale delle imprese), in calo di 116 milioni di euro (-5,9% in un anno) e assorbendo a livello territoriale, questo sì dato d’orgoglio, ben il 19,6% dei prestiti totali dell’artigianato lombardo. A livello nazionale, a novembre 2016, i prestiti alle imprese medio-grandi risultavano in aumento del 0,4% mentre i prestiti alle imprese con meno di 20 dipendenti in flessione del 2% e per quelle fino a 5 addetti in calo dell’1%. In Italia, negli ultimi 5 anni (settembre 2011-settembre 2016) i prestiti all’artigianato si sono ridotti complessivamente di un quarto (-24,8%), pari a 14,1 miliardi di euro in meno, calo quasi doppio rispetto a quello del totale delle imprese (-13,9%).

«Bisogna credere di più nell’artigianato e nel valore che genera. Invertire la rotta e farlo con i fatti. Sappiamo che il credito è il carburante indispensabile per un’impresa e per questo motivo, grazie alla nostra cooperativa artigiana di Garanzia e al consorzio regionale Confidi Systema ci poniamo come autorevoli mediatori fra gli imprenditori e le banche facilitando l’accesso al credito e ottenendo tassi e condizioni vantaggiose per i nostri associati. Anche le banche diano più attenzione alle piccole imprese artigiane, per le quali le sofferenze sono calate e che nel lungo periodo danno un ritorno superiore» conclude il presidente Massetti.

Aumenti positivi per fatturato e ordini, Api Brescia conferma i dati Istat

in Api/Associazioni di categoria/Douglas Sivieri/Economia/Evidenza/Personaggi/Tendenze by

Secondo quanto spiega oggi l’Istat in una nota «a dicembre, rispetto al mese precedente, nell’industria si rileva un aumento significativo sia del fatturato (+2,6%), sia degli ordinativi (+2,8%). Per entrambi gli indicatori questo rappresenta il terzo incremento mensile consecutivo, il quale porta la crescita congiunturale del quarto trimestre all’1,7% per ambedue le variabili». L’incremento del fatturato, sottolinea l’Istat, è molto più ampio sul mercato estero rispetto a quanto rilevato sul mercato interno.

«I dati diffusi – scrive in una nota Apindusria – rispecchiano le ultime rilevazioni fatte dal Centro Studi Apindustria, secondo le quali l’analisi congiunturale dell’ultimo trimestre dell’anno evidenzia un fatturato in crescita per sei imprese bresciane su dieci, per un quarto delle quali in modo decisamente significativo, e degli ordinativi per oltre la metà dei rispondenti al campione. In linea con quanto osservato dall’Istat anche l’ottimismo che si registra nel settore metalmeccanico. «Le nostre imprese bresciane – spiega il Centro studi Apindustria – vivono nell’ultimo trimestre dell’anno una fase sicuramente positiva, con dati in crescita nel fatturato (72% dei rispondenti) e negli ordini (61%)».

«I dati positivi diffusi dall’Istat e confermati dall’analisi del nostro Centro Studi erano attesi ma non bisogna abbassare la guardia – afferma il presidente di Apindustria Brescia Douglas Sivieri -, come rilevato peraltro dalla fotografia semestrale fatta nei giorni scorsi dalla Commissione europea, secondo la quale in Italia i livelli di innovazione continuano a essere sotto la media europea, così come continuano a mancare adeguate professionalità e permane una pubblica amministrazione inefficiente. In questo senso, lo stesso positivo Piano Industria 4.0 voluto dal Governo rischia di produrre risultati deludenti se non accompagnato da riforme strutturali in tutti gli ambiti».

Economia circolare, una grande opportunità

in Api/Associazioni di categoria/Economia/Eventi by
Il tavolo dei relatori al convegno di Apindustria - www.brescia2.it

Un terzo delle piccole e medie imprese italiane già oggi si sta muovendo in alcuni ambiti dell’economia circolare. Numeri significativi, che danno l’idea di un processo di profonda trasformazione in atto, come è stato ricordato oggi nel convegno «L’economia circolare: nuova frontiera per le PMI» promosso da Apindustria nella sede di via Lippi 30.

«Un’opportunità formativa che abbiamo offerto alle imprese, associate o meno – ha affermato il presidente Douglas Sivieri -, convinti dell’importanza dell’argomento e del fatto che l’economia circolare presuppone un cambio culturale nel modo di fare impresa e possa offrire anche un’opportunità di crescita». «L’economia circolare è qualcosa di diverso rispetto a quanto fatto finora – ha spiegato Marco Frey, direttore dell’Istituto di Management della Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna di Pisa -. Se fino a ieri eravamo in una situazione del tipo “materia prima-produzione-scarto”, nell’economia circolare si deve chiudere il cerchio». La logica di fondo è quindi trovare il modo per riutilizzare le risorse e i materiali. Questo non significa che ogni singola impresa debba essere a «ciclo chiuso» ma – e questo vale soprattutto per le PMI – è importante ragionare in ottica di sistema. Molti lo stanno già facendo: secondo il rapporto Green Italy di Symbola e una ricerca per conto del Conai sono oltre un terzo le piccole e medie imprese «che si stanno muovendo in alcuni ambiti dell’economia circolare». «E non casualmente – ha sottolineato il docente – sono anche le imprese che hanno le migliori performance, migliore capacità innovativa e maggiore vocazione all’export».

Intrecci tra economia circolare e «Industry 4.0», altro grande tema che attraversa le profonde trasformazioni produttive in atto? «Sicuramente – ha osservato Frey -: di sicuro di legami ve ne sono parecchi nel rispondere alla grande questione del miglioramento dell’efficienza produttiva, ma se ne trovano anche in molti ambiti specifici, come possono essere quelli delle stampanti 3D». Settori di nicchia magari, ma nei quali il piglio italiano ha una lunga storia.

«In tema di economia circolare l’amministrazione comunale sta applicando in modo puntuale i principi dettati dalle direttive europee – ha affermato l’assessore all’Ambiente del Comune di Brescia Gianluigi Fondra, intervenuto illustrando in modo dettagliato il nuovo sistema di raccolta differenziata, i dati aggiornati legati al servizio e la collaborazione in atto con imprese e cittadini con l’obiettivo di arrivare al 50% di riciclo –. La città si sta impegnando per essere considerata a pieno titolo in linea con l’Europa».

Infine due testimonianze di economia circolare in chiave bresciana: il ciclo dei rifiuti, spiegato dal responsabile Impianti di A2A Lorenzo Zaniboni, e «le opportunità della gestione ambientale d’impresa» descritte da Massimo Bani di Nord Zinc, società con sede a San Gervasio Bresciano.

 

Massetti: «Anche per questa volta abbiamo messo una pezza»

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Eugenio Massetti/Evidenza/Personaggi by

«Anche per questa volta abbiamo messo una pezza». Così Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia, dopo l’incontro che ha stemperato, almeno momentaneamente, la protesta dei tassisti contro l’emendamento contenuto nel Milleproroghe che rimanda al 31 dicembre 2017 il termine entro il quale il ministero dei Trasporti deve emanare i decreti legislativi previsti da una norma dello scorso anno contro l’esercizio abusivo del servizio taxi e Ncc.

Ora c’è un mese di tempo. Sarà avviato un tavolo di lavoro per la stesura di uno schema di decreto per misure tese a impedire pratiche di esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio noleggio con conducente e di riordino della legge quadro 21/92 al fine di migliorare il sistema di programmazione e organizzazione su base territoriale, regolare e salvaguardare il servizio pubblico, lotta all’abusivismo, migliorando l’incontro tra domanda e offerta.

«Il governo era presente in toto vista la gravità della situazione con il Ministro Sottosegretario e Viceministro. Rispetto alle richieste della totalità dei presenti e del mandato ricevuto dal direttivo di Confartigianato Taxi abbiamo ottenuto le due cose più importanti ovvero l’impegno di fare a breve i decreti attuativi dell’art. 29 1-quater e l’impegno a riscrivere la parte che ci riguarda nel DDL concorrenza. Ricordo che in questo ultimo provvedimento, se non si interviene è prevista la norma pro multinazionali e la prevedibile nascita del terzo settore non professionale visto che si parla, nell’esercizio della intermediazione tecnologica, di conducenti e non di vettori» prosegue Massetti.

Quindi già la prossima settimana, visto che al senato la votazione si chiude il 2 marzo, si potrà valutare la tenuta dell’accordo con la concreta possibilità che ricomincino le proteste.

Dopo tale data non vi sarà il tempo e la possibilità di modifiche al testo oggi in trattazione, ma da riscrivere grazie all’accordo, visto che il governo porrà la fiducia alla camera sul testo, frutto dell’accordo, che uscirà dal Senato il 2 marzo.

Già provati dalla crisi che ha ridotto il lavoro anche a Brescia, i tassisti rivendicando il rispetto della legge 21 del 1992 che stabilisce la cosiddetta “territorialità”, il principio secondo il quale la partenza di ogni corsa deve avvenire nel comune di appartenenza e che le multinazionali in gara per risucchiare il mercato italiano vorrebbero eludere.

Conclude il presidente Massetti dopo l’incontro in Confartigianato con il presidente della categoria Antonio Amodio per fare il punto della situazione: «Auspico che ci sia unità tra le sigle sindacali che rappresentano gli interessi dei tassisti convocate per la prossima settimana e che si arrivi con una proposta condivisa altrimenti avremo perso e qualcun altro farà la legge al posto nostro con tutti i rischi di un altro possibile sciopero a quel punto difficilmente giustificabile».

A Brescia il numero dei taxi operativi è di 103, comprendendo la provincia si arriva a 146. Oltre la metà di questi sono iscritti a Confartigianato, la maggiore associazione di riferimento per la categoria guidata da Antonio Amodio.

Parolini: Lombardia si conferma locomotiva d’Italia

in Bilanci/Economia/Export/Istituzioni/Regione by

“Con quasi un terzo del export nazionale made in Lombardia la nostra regione si conferma locomotiva del Paese anche in questo settore. Una dimostrazione di grande capacità di reazione e di dinamismo delle nostre imprese, che di fronte alla crisi della domanda interna hanno saputo penetrare con successo i mercati stranieri”. Commenta così Mauro Parolini, assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia, l’ultimo studio di Lombardia Speciale (lombardiaspeciale.regione.lombardia.it) elaborato su dati del Rapporto Ice, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.

ECCELLENZA DA SOSTENERE – “Questa caratteristica propria del tessuto produttivo lombardo è per noi un’eccellenza da valorizzare e sostenere in modo sussidiario. Per questo – ha dichiarato Parolini – abbiamo introdotto durante la legislatura una serie misure per accompagnare in maniera innovativa ed efficace le imprese nell’intero percorso di avvio o di consolidamento dell’export, che prevedono interventi come il supporto economico per finanziare l’acquisto di servizi e la partecipazione a fiere fisiche o virtuali”.

EXPORT BUSINESS MANAGER – “Abbiamo poi introdotto una grande novità nei nostri interventi, che – ha spiegato Parolini – è l’opportunità supplementare di ricevere un contributo da impiegare per acquistare da ‘Export Business Manager’ selezionati e accreditati un serie di servizi mirati, in modo da qualificare maggiormente l’accompagnamento alle aziende”.

NUOVO BANDO IN PRIMAVERA – “Infine entro la prossima primavera – ha annunciato l’assessore – aprirà un altro nuovo bando da 5 milioni di euro per favorire in particolare l’accesso delle imprese ai canali e-commerce come ulteriore opportunità di vendita verso mercati esteri e facilitando la ricerca degli strumenti finanziari e assicurativi più efficaci per sostenere il proprio export”.

 

 

 

 

 

Aib, Pasini in campo per dare continuità al lavoro di Bonometti

in Acciaio/Aib/Associazioni di categoria/Aziende/Economia/Evidenza/Garda/Nomine/Zone by

“Marco Bonometti si è sacrificato molto e ha fatto tanto per l’Aib: ha dato una direzione generale all’associazione creando le condizioni per svolgere un ottimo lavoro a servizio degli associati, anche supportandoli nell’affrontare al meglio il percorso per l’internazionalizzazione. In generale Bonometti è un patrimonio che Brescia dovrebbe far fruttare al meglio”.

Con queste parole – in un’intervista rilasciata a Bresciaoggi – Giuseppe Pasini, patron del gruppo Feralpi e aspirante numero uno di Aib, si è espresso sui rapporti con il presidente in carica: una presa di posizione chiara che sottolinea la continuità con quanto fatto dal proprietario di Omr fino a oggi (“La chiamata – si legge ancora – è stata fatta da imprenditori che fanno riferimento all’attuale leader, Bonometti, capace nel suo mandato di far crescere l’associazione non solo in ter- mini di iscritti, ma anche in autorevolezza. Il presidente ha il merito di aver messo al centro dell’attenzione tante questioni in un confronto continuo con tutto il territorio: se ha fatto tanto bene, non vedo perchè si debba di- sfare quanto realizzato”).

Nell’intervista Pasini definisce Franco Gussalli Beretta – suo rivale nella corsa per la poltrona di presidente – “un’ottima persona”, ma sottolinea che “c’è il rischio che si possa arrivare a una spaccatura e questo va evitato”.

A Villa Fenaroli il Big Breakfast di Business Network International

in Economia/Eventi by
Villa Fenaroli a Rezzato

Venerdì 3 marzo a Villa Fenaroli a Rezzato l’atteso Big Breakfast, evento di networking, organizzato da Bni (Business Network International) Region Brescia. Bni è presente sul territorio bresciano con 6 Capitoli (gruppi) attivi e 7 gruppi in formazione con più di 250 iscritti tra imprenditori e liberi professionisti che condividono la filosofia.

Big Breakfast è l’appuntamento che riunisce tutti i membri dei capitoli bresciani aperto agli ospiti che desiderano conoscere la filosofia, il metodo e stringere nuove relazioni. Una mattina dedicata al business e al piacere di fare networking con persone sensibili alla collaborazione e al Givers Gain (reciprocità, donare e ricevere). L’ ospite speciale di questa edizione, Paolo Mariola, Direttore Nazionale di Bni Italia, sarà a disposizione dei presenti per una specifica sessione “Ask the Founder”.

Sarà l’occasione per scambiare molti biglietti da visita, approfondire le conoscenze con appuntamenti one to one direttamente presso la location a fine evento. La crescita di Bni è rappresentata dal successo ottenuto dagli imprenditori bresciani che hanno compreso che il mercato è cambiato e reagiscono unendosi in gruppi per cambiare il modo di fare affari.

Brescia, ancora una volta, è protagonista con i suoi professionisti ed imprenditori di valore che si distinguono per energia, entusiasmo e reattività portando affari concreti ogni settimana nelle riunioni di Capitolo.

L’OPINIONE. Industria 4.0, serve un percorso partecipato e non calato dall’alto

in Cgil/Economia/Evidenza/Opinioni/Sindacati by
Damiano Galletti (Cgil) - Brescia

di Damiano Galletti – La grande trasformazione produttiva in atto, comunemente chiamata «Industria 4.0», molto sta facendo discutere, non solo a Brescia. Merito anche del Governo che, seppure in maniera tardiva, ha finalmente spostato l’asse su una politica industriale degna di questo nome,  ha presentato un progetto articolato di investimenti e incentivi fiscali e ha costituito una cabina di regia aperta a imprese, centri di ricerca e parti sociali. Una buona notizia, appunto, soprattutto per un Paese come il nostro, che da troppo tempo soffre di bassa produttività e mancati investimenti pubblici e privati.

Il fatto che la cabina di regia nazionale sia aperta anche alle parti sociali non è casuale e tiene conto del fatto che non stiamo parlando solo di macchinari ma di processi che avranno in pochi anni enormi
ripercussioni anche sul fronte del lavoro. Quanto ce ne sarà, come sarà svolto, come cambierà l’identità stessa del lavoratore, quali effetti avrà sulle politiche di welfare. Non sono questioni secondarie, per dare l’idea della dimensione del problema basti citare le considerazioni a riguardo di Bill Gates, che non più tardi di qualche giorno fa ha proposto «una tassa sui robot che ci ruberanno il lavoro».

Di tali questioni la Cgil si sta occupando da tempo, con diverse giornate di approfondimento seminariale a livello nazionale (Torino, Ancona, Firenze solo per citare alcuni degli apuntamenti principali) che presto verranno declinate anche a livello territoriale, e nella convinzione che in sintesi, vicino ad Industria 4.0, vada progettato anche il Lavoro 4.0. E, aggiungo, il welfare 4.0, un processo che deve
essere governato e partecipato il più possibile a tutti i livelli se vogliamo che produttività, partecipazione e qualità del lavoro non risultino parole vuote. Positiva è stata in questo senso la cabina di
regia che, inizialmente su impulso di Apindustria, si è costituita in Camera di Commercio e che vede numerosi attori coinvolti nel «Comitato 4.0», tra cui anche le rappresentanze dei lavoratori. Ci è sembrato un buon modo di procedere, un segno di consapevolezza della dimensione del
tema, che vuole valorizzare le opportunità senza eludere gli elementi critici.

Colpisce invece il titolo del convegno promosso lunedì da AIB, dal titolo «Industria 4.0. La trasformazione da affrontare insieme», nel quale spiccavano soprattutto le assenze. Non solo di carattere sindacale. La sala era molto piena, segno di un interesse genuino, speriamo non semplicemente legato alle agevolazioni fiscali in materia previste dall’ultima manovra di stabilità del Governo. L’industria 4.0, le trasformazioni che questa comporterà per le nostre vite (anche di quella dei sindacalisti: dobbiamo riconvertire anche noi le nostre competenze contrattuali, le conoscenze di processo e di prodotto, le dinamiche globali dei sistemi interconnessi) non possono essere ridotte a incentivi fiscali e controllo dall’alto, senza pensare che il dialogo tra tutte le parti sociali, alla ricerca di una nuova mediazione tra capitale e lavoro, sia quanto mai necessario. A meno che non si pensi che nell’Industria 4.0 i temi del lavoro di cittadinanza, del salario sociale, della divisione del lavoro, della flessibilità e della gestione degli orari  possano essere gestiti in ottica 1.0.

* segretario generale Cgil Camera del Lavoro di Brescia

Ubi, completato con largo anticipo il progetto Banca Unica

in Banche/Economia/UBi by

UBI Banca S.p.A. informa che, a seguito della stipula dei relativi atti di fusione in data 2 febbraio 2017 e delle avvenute iscrizioni degli atti stessi presso i competenti registri delle imprese, con decorrenza degli effetti verso i terzi dalla data odierna, sono state perfezionate le operazioni di fusione nella capogruppo UBI Banca S.p.A. di Banca Popolare di Bergamo S.p.A. (“BPB”), Banca Popolare di Ancona S.p.A. (“BPA”), Banca Carime S.p.A. (“Carime”), Banco di Brescia San Paolo CAB S.p.A. (“BBS”) e Banca di Valle Camonica S.p.A. (“BVC”). La decorrenza degli effetti contabili e degli effetti fiscali è invece posizionata al 1° gennaio 2017.

  1. Capitale

Per effetto dell’emissione di nuove azioni di UBI Banca al servizio del concambio delle azioni di BPA, Carime e BVC (tutte le azioni di BPB e BBS sono state invece annullate senza concambio in quanto detenute dall’incorporante UBI Banca), il capitale sociale di UBI Banca è aumentato a Euro 2.443.092.155,00 (suddiviso in n. 977.236.862 azioni prive del valore nominale), fatti salvi il maggior importo del capitale sociale e il maggior numero di azioni  – peraltro di entità non significativa – che saranno individuati, alla conclusione delle operazioni di concambio, in dipendenza  dell’applicazione dello specifico  meccanismo di arrotondamento previsto nel progetto di fusione ex art. 2501 ter cod. civ..

A decorrere dalla data odierna è stato conseguentemente modificato l’art. 5.1 dello statuto sociale, al fine di recepire il nuovo importo del capitale sociale e il nuovo numero delle azioni.

  1. Migrazioni

Dal punto di vista operativo, si sono concluse con successo le migrazioni di tutte e cinque le Banche Rete (BPB, Carime, BPA, BBS e BVC) sul sistema informativo di UBI Banca, ed è stata garantita sin dal primo giorno di attività la piena operatività di tutte le filiali migrate.

Le migrazioni hanno riguardato un totale di circa 1.150 filiali e punti operativi, 8.300.000 anagrafiche di clientela, 2.450.000 conti correnti, 1.470.000 depositi titoli e hanno coinvolto circa 6.000 dipendenti nella fase preparatoria e post migrazione.

Con la fusione e la migrazione in data odierna delle 5 banche rete, che seguono l’avvenuta integrazione a novembre 2016 di BPCI e BRE (vedasi comunicato datato 22 novembre 2016), si è sostanzialmente completata l’esecuzione del progetto di “Banca Unica”, in significativo anticipo di circa 4 mesi rispetto alle previsioni di Piano Industriale.

 

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