
Industria e artigianato manifatturiero, rallenta la crescita della produzione
Nel secondo trimestre del 2018 – rileva una nota dell’Ufficio Studi e Ricerche AIB – l’attività produttiva delle imprese manifatturiere bresciane si caratterizza per un nuovo incremento, sebbene di entità relativamente meno intensa rispetto a quanto registrato nei periodi immediatamente precedenti. Prosegue, tuttavia, senza soluzione di continuità il movimento di risalita del made in Brescia, in atto dal primo trimestre del 2015; ciò appare tutto sommato coerente con il contesto nazionale, dove gli indicatori congiunturali quantitativi e qualitativi sono tutti concordi nel segnalare un lieve rallentamento della fase espansiva dell’attività.
Nel dettaglio, la produzione industriale in provincia di Brescia registra un incremento congiunturale dell’1,2%; il tasso tendenziale (ossia la variazione dell’indice nei confronti dello stesso periodo dell’anno scorso) risulta non negativo per la diciannovesima rilevazione consecutiva (+3,0%). Il tasso acquisito, ovvero la variazione media annua che si avrebbe se l’indice della produzione non subisse variazioni fino alla fine del 2018, è pari a +3,9%. Il recupero dai minimi registrati nel terzo trimestre 2013 si attesterebbe così al 17% circa, mentre la distanza dal picco di attività pre-crisi (primo trimestre 2008) sarebbe di poco inferiore al 20%.
L’artigianato manifatturiero bresciano – secondo il Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia – chiude il secondo trimestre dell’anno con risultati nel complesso positivi, anche se meno intensi rispetto a quelli di inizio d’anno, che, comunque, non interrompono il percorso positivo intrapreso dal 2016. Tra aprile e giugno di quest’anno la produzione è cresciuta, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, del 3,3% (è stata il 3,7% nel 1° trimestre), il fatturato è aumentato, su base annua, del 5,2% (contro il 6,7% del 1° trimestre) e gli ordini del 3,4%. Le dinamiche sono confermate anche dal punto di vista congiunturale. Al netto degli effetti stagionali la produzione è aumentata, rispetto al trimestre scorso, dello 0,7%; il fatturato dello 0,9% e gli ordini dell’1,0%. Positivo anche il risultato dell’occupazione con un incremento dell’1,2%.
Il confronto territoriale evidenzia che l’artigianato bresciano ha conseguito risultati nel complesso migliori della media lombarda.
La dinamica produttiva è evidente dall’andamento dell’indice della produzione manifatturiera artigiana che consolida il ciclo positivo avviato dopo avere raggiunto il punto di minimo alla fine del 2012.
I principali indicatori dell’industria:
§ Con riferimento ai settori, l’attività produttiva è aumentata significativamente nei comparti: metallurgico e siderurgico (+2,5%), agroalimentare e caseario (+2,9%), materiali da costruzione ed estrattive (+2,3%), maglie e calze (+2,0%) e tessile (+1,4%); è cresciuta con minore intensità nel calzaturiero (+1,0%), nella meccanica tradizionale e costruzione di mezzi di trasporto (+1,0%), nel legno e mobili in legno (+1,0%), nell’abbigliamento (+1,0%), nella meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche (+0,6%), nel chimico, gomma, plastica (+0,4%). È invece diminuita nel carta e stampa (-1,2%).
§ Le vendite sul mercato italiano sono aumentate per il 23% delle imprese, diminuite per il 25% e rimaste invariate per il 52%. Le vendite verso i Paesi comunitari sono incrementate per il 22% degli operatori, scese per l’11% e rimaste stabili per il 67%; quelle verso i Paesi extra UE sono cresciute per il 26%, calate per il 25% e rimaste invariate per il 49% del campione.
§ I costi di acquisto delle materie prime sono saliti per il 26% delle imprese, con un incremento medio dello 0,8%. I prezzi di vendita dei prodotti finiti sono stati rivisti al rialzo dall’11% degli operatori, per una variazione media dello 0,2%.
§ Le aspettative a breve termine appaiono coerenti con la prosecuzione della fase di moderata espansione del manifatturiero provinciale. La produzione è prevista in aumento da 25 imprese su 100, stabile dal 59% e in flessione dal rimanente 16%.
§ Gli ordini provenienti dal mercato interno sono in aumento per il 23% degli operatori, stabili per il 68% e in calo per il 9%; quelli dai Paesi UE sono in crescita per il 13% degli operatori del campione, invariati per l’80% e in flessione per il 7%; quelli provenienti dai mercati extracomunitari sono in incremento per il 15% delle imprese, stabili per il 79% e in diminuzione per il 6%.
I principali indicatori dell’artigianato:
▪ Il fatturato del comparto artigianato chiude il trimestre con risultati positivi sebbene in leggera decelerazione rispetto a inizio anno. In termini tendenziali il fatturato è aumentato del 5,2%, mentre congiunturalmente è cresciuto dello 0,9%, sostenuto anche dalla dinamica dei prezzi. Le performance dell’indice destagionalizzato del fatturato totale sono simili a quelle viste per la produzione industriale ma con un recupero più robusto. I livelli di fatturato hanno, infatti, superato quelli del 2010, anche i livelli del periodo pre-crisi restano ancora lontani.
▪ La dinamica degli ordini si mantiene positiva nel complesso, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, per effetto sia degli ordini interni, che sono cresciuti del 2,9%, sia di quelli esteri dove si registra una crescita sostenuta (+8,4%). Va sottolineato però che il peso del fatturato riconducibile al mercato estero rappresenta per le imprese artigiane una quota limitata (9,6%).
▪ La crescita occupazionale, nel secondo trimestre, non rallenta: il saldo tra tasso di ingresso e di uscita si è chiuso ancora in positivo (1,2%). La quota di imprese che ha fatto ricorso alla Cassa integrazione guadagni raggiunge un nuovo minimo pari all’1,6%, così come la quota sul monte ore lavorate complessivo pari allo 0,2%.
▪ Le aspettative degli imprenditori evidenziano nel complesso un peggioramento del clima di fiducia che, tuttavia, potrebbe essere spiegato da fattori stagionali (il terzo trimestre, infatti, comprende il periodo delle vacanze estive). Per quanto riguarda la produzione il saldo tra ipotesi di aumento e diminuzione vede prevalere i secondi (-9,2%), così come per il fatturato (-7,7%) e per la domanda interna (-7,1%). Sul fronte della domanda estera e dell’occupazione le attese sono moderatamente ottimistiche anche se resta molto alta la quota di imprenditori che prevedono una sostanziale stabilità.
L’Indagine AIB viene effettuata trimestralmente su un panel di 250 imprese associate appartenenti al settore manifatturiero. L’indagine sull’artigianato della Camera di Commercio, la cui fonte è l’indagine congiunturale Unioncamere Lombardia, ha coinvolto 184 imprese della provincia, pari a una copertura campionaria del 100%.
Creme solari e per la pelle, a Brescia un business per 400 attività

Sfiora i 900 milioni di euro l’export italiano di prodotti per la cura e conservazione della pelle inclusi prodotti per l’abbronzatura e antisolari nel 2017, registrando una crescita del 9,5% in un anno, circa 80 milioni di euro di esportazioni in più, secondo l’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati Istat. Sono circa 22 mila le imprese in Italia legate al settore cosmetico, tra produzione, commercio all’ingrosso e dettaglio, di cui 3.251 in Lombardia, +0,3% nel 2018 a fronte di un rallentamento del settore a livello nazionale, secondo i dati elaborati dalla Camera di commercio sul registro delle imprese. A Milano sono 1.418 (+1,6% in un anno), a Brescia quasi 400 (+2,9%) e a Bergamo circa 300. Prime in Italia per numero di imprese sono Roma con 1.809 e Napoli con 1.729, seguite da Milano, Torino (801 imprese) e Bari (662).
Prodotti solari all’estero, i principali Paesi. È l’Unione Europea il principale mercato dei prodotti made in Italy, assorbendo da sola il 51,% del totale delle esportazioni, mentre è l’Asia orientale il mercato che cresce di più, oltre 40 milioni di euro di export in più (+16%) tra 2016 e 2017. I prodotti italiani si sono diretti soprattutto ad Hong Kong (99 milioni di euro nel 2017, 9,5% del totale), seguita da Francia (96 milioni), Germania (88 milioni) e Stati Uniti (82 milioni) con i primi due Paesi che registrano un’impennata dell’export, rispettivamente +27% e + 28%. Tra i mercati che crescono di più anche Cina (+62%), Arabia Saudita (+55%), Repubblica Ceca (+54%) e Polonia (+48%).
Start up ma non solo alla quarta edizione di Isup |INNOVATION CLUB
Tutto pronto per la quarta edizione di Isup – Italian Start Up Master – il progetto promosso dal Gruppo Giovani Imprenditori dell’Associazione Industriale Bresciana insieme a Isfor – Formazione e Ricerca e UBI Banca per favorire lo sviluppo di idee imprenditoriali innovative, attraverso un esclusivo e articolato percorso formativo.
Cotonella, Maurizio Zannier passa il timone al figlio Marco

Cambio ai vertici per la società Cotonella, storica azienda dell’underwear con sede a Sonico in provincia di Brescia. Il Presidente e fondatore dell’azienda Maurizio Zannier ha ceduto la Presidenza del Consiglio di Amministrazione della Società al figlio Marco Zannier, 37 anni.
Marco, sposato e padre di due figli, lavora nell’azienda di famiglia da più di 15 anni, dove ha ricoperto diversi ruoli chiave nei settori acquisti, commerciale e sviluppo retail, oggi eredita il timone dell’azienda fondata dal padre in Valle Camonica nel 1972.
La nomina della nuova governance mira a favorire il passaggio generazionale e a rafforzare la strategia di sviluppo dell’azienda nel pieno rispetto della tradizione familiare.
Cotonella S.p.A. è un’azienda con più di 45 anni di storia tutt’oggi controllata interamente dalla famiglia Zannier: nel CDA sono presenti oltre a Marco e a Maurizio Zannier anche Donatella Colombi e Silvia Zannier rispettivamente moglie e figlia del fondatore.
Edilizia, timidi segnali di ripresa, ma in dieci anni hanno chiuso 2.360 imprese
Qualche timido segnale, ma l’unico settore in calo dal 2014 e che potrebbe riprendere il trend interrotto prima della crisi solo a partire dalla fine dell’anno, è ancora una volta quello delle costruzioni. Un settore che più di tutti è rappresentato dalla maggior percentuale di imprese artigiane e che nell’ultimo anno ha perso altre 220 imprese e visto calare gli occupati di altre 3mila unità nella sola provincia di Brescia.
«Recupero? Per ora solo una prospettiva» commenta il presidente di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Eugenio Massetti che prosegue l’analisi dei recenti dati diffusi dall’Osservatorio di Confartigianato: «Dati che confermano il ritardo della ripresa delle Costruzioni anche sul nostro territorio, nonostante alcuni indicatori anticipatori mettano in evidenza una qualche prospettiva di recupero. In particolare, dall’analisi della produzione del settore edilizio evidenzia per l’Italia un più basso profilo rispetto al più robusto ritmo di crescita registrato nei 19 Paesi dell’Eurozona. Nel dettaglio si osserva che nel 2017 la produzione, al netto degli effetti di calendario, in Italia sale di un limitato 0,8% a fronte del +2,5% registrato nell’Eurozona. Nei primi tre mesi del 2018 l’Eurozona conferma il ritmo di crescita (+2,5%), mentre in Italia la produzione ristagna; lo spunto positivo nel dato provvisorio di aprile 2018 riporta l’Italia una leggera crescita (+0,6%) della produzione nei primi quattro mesi del 2018. Il perché della mancanza di ripresa è fondamentalmente legato al fattore credito, ancora in calo e alla mancanza di un rilancio degli investimenti pubblici. Il comparto delle costruzioni – prosegue il presidente Massetti – è da sempre un settore economicamente di prioritaria importanza per il territorio della provincia di Brescia, sia per le eccellenze che esprime in termine di know how e organizzazione d’impresa, sia per il radicamento che ha nella società, in questi anni però è stato uno dei settori più colpiti dalla crisi».
In provincia di Brescia al I trimestre dell’anno in corso si contano 18.165 imprese del settore delle Costruzioni. Il 71,8%, pari a 13.037 unità, appartengono al comparto artigiano. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente le imprese totali del settore mostrano un calo registrando una variazione tendenziale pari al -1,2%, mentre quelle artigiane registrano un calo poco più elevato del -1,7% (>al -1,3% regionale) perdendo 220 imprese in un anno. Nel 2017 gli occupati bresciani nel settore sono 40 mila, 3 mila in meno di un anno fa, pari ad un calo del 7% (in contrapposizione al +0,7% regionale). Rispetto al periodo pre-crisi (2008) nel settore sono 8 mila in meno gli occupati, pari ad un calo del -16,9% (< al -22,5% regionale).
I finanziamenti concessi alle imprese delle Costruzioni di Brescia, che ammontano a marzo 2018 a 3,6 miliardi di euro, rappresentano il 13,5% del credito erogato alle imprese del territorio e registrano rispetto allo stesso periodo dello scorso anno una riduzione del -5,4% (< al -10,9% regionale). Le sofferenze delle imprese del settore pesano sugli impieghi concessi a queste per il 26,8% (> al 25,7% regionale) e a marzo 2017 registrano un calo dell’1,3% (< al calo del -2,8% regionale). Dinamica delle compravendite di immobili residenziali e non a Brescia: se quelle residenziali nel 2013 erano 8.434, nel 2016 salite a 11.908 nel 2017 a 12.880 con una variazione positiva dell’8,2%. Mentre per le compravendite non residenziali, il numero delle transizioni cala leggermente: dalle 4.711 del 2016 (erano 3.601 nel 2013) alle 4.617 del 2017 (in variazione negativa del 2,1%).
Investimenti che non hanno recuperato i livelli pre crisi: complessivamente diminuiscono del 13,4% rispetto al 2007 con il settore pubblico che mostra una diminuzione due volte e mezza quella del settore privato (-28% contro il -11,1%). «Nonostante il cambio di rotta, la produzione delle Costruzioni in Italia è caduta del 28,6% rispetto al calo contenuto del 2,1% registrato nell’Eurozona. Pensare che, sempre secondo un calcolo di Confartigianato, con una maggiore percentuale di investimenti pubblici in Costruzioni pari alla media del quinquiennio precedente, nel 2017 avremmo registrato 120.000 occupati in più nel settore dell’edilizia e installazione impianti. Spetta dunque alle Istituzioni fornire risposte concrete e unitarie a diversi settori di intervento che finora sono stati trattati in maniera separata tra loro: il rischio sismico, il dissesto idrogeologico, la messa in sicurezza di edifici pubblici e il tema della rigenerazione urbana. In quest’ottica la messa in sicurezza del Paese può costituire un volano straordinario per l’economia nazionale e il rilancio della filiera delle costruzioni. Il sistema delle imprese artigiane, che costituiscono la parte più rilevante del settore dell’edilizia, può contribuirvi in maniera decisiva» conclude il presidente Massetti.
Decreto dignità, se ne parla il 24 nella sede di Atena

Il cosiddetto Decreto dignità, recentemente approvato dal governo, prevede numerose novità di rilievo in materia di lavoro. Per questo AtenaLab – brand nato da Atena Spa, società bresciana riconosciuta nel settore della formazione e della consulenza – ha deciso di proporre un incontro di approfondimento sul tema invitando a Brescia uno dei massimi esperti italiani della materia.
L’appuntamento è fissato per martedì 24 luglio, dalle 16.30 alle 18.30, nella sede di Atena in via Codignole 52.
Nell’occasione interverrà Eufranio Massi, autore di significative pubblicazioni nel campo del Diritto del lavoro, docente in numerosi corsi di formazione e responsabile del sito Dottrinalavoro.it. Massi esporrà ai presenti le principali novità inserite nel decreto licenziato dall’esecutivo il 2 luglio 2018, occupandosi in particolare della disciplina dei contratti a tempo determinato, della somministrazione e dell’indennità risarcitoria in materia di licenziamenti illegittimi.
L’evento è gratuito fino all’esaurimento posti: al termine, sarà offerto agli ospiti un aperitivo. Per prenotare la partecipazione è necessario mandare una mail a progettispeciali@atenateam.it oppure telefonare allo 030224070.
Grandi riso (gruppo Marcello Gabana) entra nei negozi Eataly

Nuovo, importante, successo per Grandi Riso, quarto produttore italiano del settore ed unica riseria scelta per essere presente a Fico Bologna, il più grande parco agroalimentare del mondo. Da venerdì 20 luglio, infatti, l’azienda del gruppo Marcello Gabana Holding (ex Gabeca) di Calcinato (guidato da Daniela Grandi e Fabrizio Scuri) entrerà ufficialmente nei primi punti vendita di Eataly (Milano Smeraldo, Roma e Torino Lingotto).
Tre sono le referenze che, nella prima fase, compariranno sugli scaffali della celebre catena fondata da Oscar Farinetti: “I Grandi Puri IGP Arborio in purezza”, “I Grandi Puri Igp Carnaroli in purezza” e “L’integrale Felix”.
Diversi i fattori, anzi i “valori”, che hanno portato Eataly ad accogliere i prodotti Grandi Riso, preferendoli a quelli di concorrenti dai brand più noti. E non si tratta solo del rapporto qualità/prezzo.
Felix – come dimostrato anche da recenti studi universitari – presenta caratteristiche organolettiche uniche, che coniugano qualità e tradizione con le nuove richieste del mercato (non a caso è stato ribattezzato “riso benessere”). Inoltre, quello a marchio Igp Grandi Riso è stato riconosciuto da diverse fonti come uno dei pochissimi Arborio davvero puri venduti oggi in Italia e nel mondo.
Infine, l’ingresso nella rete distributiva Eataly premia il rapporto che da sempre l’azienda guidata da Alessandro Grandi (con sede a Codigoro, Ferrara) ha con il territorio del Delta del Po, area di cui rappresenta il principale marchio distributivo e di cui sostiene la crescita anche attraverso contratti di filiera che prevedono la compartecipazione alle perdite degli agricoltori nei periodi in cui i prezzi di mercato sono troppo bassi.
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Daniela Grandi confermata alla Presidenza del Settore Industrie estrattive Aib
Daniela Grandi (Gabeca) è stata confermata Presidente del Settore Industrie estrattive, Materiali da costruzione, Legno di Associazione Industriale Bresciana per
Nel Bresciano la musica dà lavoro a 170 imprese

È la Lombardia la regione regina della musica italiana con il 20,2% delle imprese attive (oltre due mila su circa 10 mila in Italia) e il 19,2% degli addetti del settore musicale (circa 10.200 su 53 mila) secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati del registro imprese al primo trimestre 2018. Un comparto composto da 448 imprese del settore manifatturiero (su 1.519 a livello nazionale, il 29,5%) tra fabbricazione di strumenti musicali e supporti musicali, 406 imprese del commercio (su 2.341, il 17,3%) e 1.150 imprese dei servizi (su 6.047, il 19%). Spiccano in particolare le attività di registrazione (475 su 1.848), i corsi di danza specializzati (160 su 701, il 22,8%) e le discoteche e sale da ballo (416 su 2.775, 19%). Milano è prima in regione e seconda nel Paese con 948 imprese specializzate in musica (9,6% nazionale), in crescita del 2,7% in un anno e oltre 7 mila addetti (13,2%). La seguono Cremona con 214 imprese e circa 500 addetti, Brescia con 170 imprese e Bergamo con 141 imprese. Oltre 100 le imprese nel settore a Monza Brianza e Varese.
Il settore musicale in Italia. Sono quasi 10 mila le imprese attive nel settore e oltre 53 mila gli addetti. Roma e Milano sono prime con quasi mille imprese ciascuna, vengono poi Napoli con circa 500, Torino con quasi 400, Bologna e Cremona con oltre 200. Per numero di addetti prima è Roma (16 mila) seguita da Milano (7 mila). Superano i mille addetti anche Firenze, Ravenna, Ascoli Piceno, Bologna e Bari.
Unicredit, Alberta Marniga nominata nel board lombardo

Si è insediato il nuovo Advisory Board Lombardia di UniCredit, l’organismo consultivo della Banca nato con l’obiettivo di rafforzare la conoscenza dei singoli territori, dei settori rilevanti e delle tematiche sociali locali fornendo un contributo positivo allo sviluppo del business nelle aree del Centro Italia.
Gli Advisory Board Territoriali sono in totale 7 in Italia corrispondenti alle 7 macroaree di riferimento della Banca.
Il nuovo Advisory Board Lombardia sarà presieduto da Costantino Vaia, Direttore Generale Consorzio Casalasco del Pomodoro e rappresenterà uno strumento di confronto sulle dinamiche della Lombardia, un laboratorio nel quale sperimentare progettualità condivise tra la Banca e i rappresentanti del Territorio, contribuirà inoltre allo sviluppo sostenibile del business e del Territorio stesso offrendo infine supporto alla definizione dei piani di sviluppo territoriale della Banca.
Sarà composto in totale da 15 membri scelti fra imprenditori di riferimento del mercato locale ed esponenti di realtà socioeconomiche di rilevante interesse, soggetti che coniugano radicamento territoriale e propensione internazionale; rappresentanti qualificati delle associazioni imprenditoriali e di categoria; rappresentanti delle Autonomie Funzionali, esponenti dell’associazionismo e del volontariato nonché opinion leader ed esponenti del mondo della cultura.
Ecco i membri dell’Advisory Board Lombardia di UniCredit:
Marco Taisch, Professore Ordinario Politecnico Milano Ingegneria Gestionale che avrà il ruolo di Vice Presidente; Stefano Allegri, Panificio Cremona; Giandomenico Auricchio, Presidente UnionCamere Lombardia di Cremona; Antonio Calabrò, Fondazione Pirelli Triennale Milano; Andrea Camesasca, Vice Presidente Ass. Albergatori provincia di Como; Pier Luigi Ceccardi, Presidente Raccorderie Metalliche di Mantova; Riccardo Comerio, Managing Director Comerio Ercole SpA di Verona; Luciano Gualzetti, Presidente Fondazione San Bernardino Onlus di Milano; Alberta Marniga, Presidente del CDA Euracciai SpA di Brescia; Giulia Molteni, Responsabile Marketing and Communication Molteni&C Dada di Monza e Brianza; Marco Fabio Nannini, Amministratore Delegato Impact Hub di Milano; Silvia Pagan, Segretario Generale Confindustria Lombardia di Milano; Cecilia Perego, CFO Peg Perego SpA di Monza e Brianza; Agostino Piccinali, CFO e Consigliere Scame Parre SpA di Bergamo.
Alle riunioni dell’Advisory Board Territoriale partecipa anche il Regional Manager Lombardia di UniCredit, Giovanni Solaroli.
La Blockchain per ripensare i processi delle aziende e la supply chain | INNOVATION CLUB

La Blockchain, in italiano “catena di blocchi”, può essere semplificata come un processo in cui un insieme di soggetti condivide risorse informatiche (memoria, CPU, banda) per rendere disponibile alla comunità di utenti un database virtuale generalmente di tipo pubblico (ma esistono anche esempi di implementazioni private) e in cui ogni partecipante ha una copia dei dati.
L’utilizzo di un protocollo di aggiornamento ritenuto sicuro dalla comunità degli utenti e di tecniche di validazione crittografiche genera la reciproca fiducia dei partecipanti nei dati conservati dalla blockchain, che la rende una tecnologia sostitutiva rispetto ai “registri” gestiti in maniera accentrata da autorità riconosciute e regolamentate (banche, assicurazioni ecc.).
I blocchi non possono essere eliminati né alterati: per apportare delle modifiche è necessario prima creare una copia identica del blocco precedente e dunque generarne la nuova.
Il vero punto di forza della blockchain sta nella sua struttura decentralizzata: nessuno la possiede realmente perché si trova su tanti dispositivi e server sparsi nel mondo. In questo modo si ha la sicurezza totale di quelle transazioni che a loro volta sono crittografate, autorizzate e verificate da utenti multipli e tracciate temporalmente. L’elemento che caratterizza la blockchain è quindi la fiducia: fiducia che i dati in essa contenuti vengano condivisi senza poter essere modificati, corrotti, trasformati.
La Blockchain permette di ripensare i processi di ogni azienda e di realizzare nuove forme di servizio per clienti e fornitori.
Questa tecnologia si integra bene con soluzioni che compongono il sistema gestionale di un’impresa che generano una grande quantità di dati relativi alla produzione, alle transazioni nella supply chain. Quando questi dati (relativi a un ordine, a una fattura, a una bolla di spedizione) vengono criptati e trasformati in blocchi abbiamo la certezza che l’origine dell’informazione sia attendibile.
La tecnologia blockchain può essere inserita dove il dato si crea e può essere cosi garantito. Ecco descritti alcuni ambiti applicativi:
Smart Manufacturing
La Blockchain trova molti spazi di applicazione nel settore manifatturiero. Per esempio, nei processi logistici, per realizzare maggiore trasparenza e maggiore accuratezza nello scambio di dati tra tutte le parti coinvolte nella filiera di produzione, migliorando le prestazioni aziendali, riducendo gli errori nella trasmissione degli ordini, rendendo efficiente la gestione degli inventari.
La Blockchain può snellire la gestione amministrativa, riducendo il flusso di documentazione cartacea, aumentando la trasparenza nelle operazioni e accorciando le tempistiche al ricevimento dei pagamenti tra produttori, distributori e importatori. Può aiutare a tenere traccia della storia di ciascun prodotto manifatturiero: questo vuol dire avere traccia certa degli eventi che la hanno riguardato nel tempo.
Importante è poi la gestione della manutenzione: un sistema basato su Blockchain può aiutare sia il produttore sia il cliente nel conoscere l’esatta provenienza ad esempio delle parti di ricambio installate. Questo significa una maggiore tutela della reputazione per il produttore e maggiore sicurezza per il cliente.
IoT
La Blockchain ha un ruolo fondamentale di applicazione chiave per l’IoT e in particolare in applicazioni di Industrial IoT. Può essere utilizzata infatti utilizzata per tracciare in modo certificato tutti i dispositivi collegati, consentendo l’elaborazione delle transazioni che questi producono e il coordinamento tra i device fisici. Questo approccio decentralizzato supera i punti critici delle reti tradizionali, facilitando la creazione di un servizio più solido mediante il quale potranno operare i dispositivi collegati. La blockchain servirebbe come una sorta di libro mastro pubblico per la grande quantità di dispositivi e questo permetterebbe di bypassare l’utilizzo di un sistema centralizzato per gestire e mediare la comunicazione tra loro.
Gli algoritmi utilizzati nella Blockchain, infine, permetterebbero di aumentare la tutela dei dati dei clienti privati quando il prodotto o il componente sia veicolato in ottica “business to consumer”.
Supply Chain
Uno degli aspetti più promettenti della tecnologia blockchain è il controllo più sicuro e trasparente delle operazioni. Tutte le catene di approvvigionamento e fornitura in ogni settore sono falla fine una serie di nodi transazionali che permettono di trasferire e spostare i prodotti dalla fabbrica al punto vendita. Grazie alla Blockchain, infatti le transazioni che si realizzano tra i diversi attori di una filiera (dalla produzione alla vendita) potranno essere descritte in un registro decentralizzato riducendo così i costi di trascrizione, i ritardi e i possibili errori del personale.
Le tecnologie Blockchain sono infatti in grado di seguire le quattro fasi della supply chain (identificazione del prodotto, consegna, registrazione del cliente e after sales) e supportano numerose applicazioni che spaziano dalle attività anticontraffazione alla gestione dei passaggi di proprietà fino a quella dei programmi di manutenzione o di riparazione in garanzia.
Alcuni progetti realizzati
Un primo esempio su cui stiamo lavorando riguarda la polizza di carico, il documento che riporta tutte le informazioni sulle merci caricate per esempio su una camion. Questo documento è in quasi tutte le aziende cartaceo ma il processo può essere reso attraverso Blockchain digitale e sicuro. La polizza viene così criptato nel momento in cui viene realizzata e può essere condivisa e tracciata in tutti i passaggi della filiera in modo tale che i dati contenuti in essa non possano venire modificati.
Un secondo esempio riguarda l’ambito caseario. Anche le filiere alimentari sono caratterizzate da una gestione cartacea dove tutti i passaggi sono controllati e registrati con documenti tradizionali. L’approccio Blockchain parte dal lavoro degli operatori che anche attraverso un semplice SMS attivano il percorso della filiera già nel momento in cui si il latte viene consegnato. L’SMS attiva l’identificazione che viene subito trasferito all’industria di trasformazione. Tutte le fasi successive di questo processo vengono a loro volta registrati su una piattaforma comune basata sulla Blockchain dove si possono facilmente allegare documenti come le risonanze magnetiche che garantiscono in modo assoluto l’autenticità di un prodotto.
Il terzo progetto riguarda la manutenzione predittiva in ambito machinery. In questo processo è fondamentale disporre di una tecnologia come la Blockchain in grado di certificare l’identità di ciascun componente di un macchinario. La conoscenza specifica di ciascun componente è un elemento molto importante per determinare i fattori di rischio e per definire le modalità di intervento.