
Olio industriale, nel 2018 a Brescia recuperate 5mila tonnellate

L’economia del riciclo non si alimenta solo di buone intenzioni o dichiarazioni, ma si costruisce su esperienze concrete, efficienti e altamente profittevoli per la salvaguardia dell’ambiente. Un esempio su tutti è quello rappresentato dall’ olio lubrificante usato; catalogato come rifiuto speciale pericoloso sia per l’ecosistema che per la salute dei cittadini, può diventare una preziosa materia di riciclo se raccolto, conferito e rigenerato in maniera corretta.
Nel distretto di Brescia la produzione di olio usato delle industrie è concentrata per l’82% in 49 aziende; nel 2018 sono state raccolte oltre 5.000 tonnellate di olio usato industriale tutte avviate al riciclo tramite rigenerazione. Ciò ha comportato un significativo risparmio sulle importazioni di petrolio del Paese e sulle emissioni di CO2.
L’area industriale Bresciana si colloca, peraltro, all’avanguardia, producendo un quantitativo di olio lubrificante usato pari all’8% dell’equivalente nazionale.
Sono questi i dati diffusi oggi durante la tappa bresciana di CircOILeconomy, il roadshow sulla corretta gestione dell’olio lubrificante usato nelle imprese, realizzato dal Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati (CONOU) in collaborazione con Confindustria. CircOILeconomy mira a fornire agli imprenditori il maggior numero di indicazioni e supporti utili per un corretto stoccaggio del rifiuto olio, così aiutando i produttori da un lato, e rendendo più performante il processo di rigenerazione, dall’altro, incrementando anche la resa di produzione di olio base rigenerato.
Negli ultimi anni, rispetto ai quantitativi di olio lubrificante usato immessi al consumo in Italia, il peso del settore industriale ha assunto un’importanza crescente. Per questo motivo il CONOU ha dato vita a una campagna itinerante che sta attraversando l’Italia per incontrare le imprese proponendosi come loro interlocutore privilegiato per il migliore adempimento degli obblighi di legge relativi alla gestione di questo rifiuto pericoloso.
Dopo Brescia il viaggio proseguirà per tutto il 2019 secondo un programma di incontri che sarà presto disponibile on line nella sezione dedicata consultabile tramite il sito del Consorzio www.conou.it che raccoglierà anche tutti i materiali delle giornate di lavoro.
[amazon_link asins=’B00COGQ88G,B003U7Q96Y,B012VCBWKQ,B002SPH7BK,B00HQ5LKHE,B00O4361UW,B008EYT2LM,B011KRAGH8,B002SR76R8′ template=’ProductCarousel’ store=’vendit-21′ marketplace=’IT’ link_id=’90bf9ad6-d991-426a-8dce-ae7d7c1bcef4′]
ENRICO FRIGERIO, VICE PRESIDENTE AIB CON DELEGA ALL’ENERGIA, ALL’AMBIENTE E ALLA SICUREZZA
“Per le aziende del territorio Bresciano, sempre più attente alle tematiche ambientali, parlare di Economia Circolare equivale a parlare un linguaggio comune, legato all’economia del riuso e alla sostenibilità. L’iniziativa CircOILeconomy non poteva quindi non toccare Brescia, terra ricca di imprese del settore meccanico in cui l’utilizzo degli oli rappresenta un elemento costante dell’attività quotidiana, e la cui corretta attività di raccolta e recupero deve avvenire nel pieno rispetto dell’ambiente che ci circonda. Ritengo perciò che questa interessante campagna di sensibilizzazione in materia di corretta gestione degli oli esausti rappresenti un esempio di incontro tra le esigenze economiche – e di sviluppo industriale – delle imprese, e quelle della tutela dell’ambiente, in quanto, oltre a generare un beneficio per l’intera collettività, favorisce l’ulteriore sviluppo dell’economia circolare”.
RICCARDO PIUNTI, VICE PRESIDENTE CONOU
“Attraverso questa iniziativa abbiamo inteso aprire un canale di confronto e supporto diretto con gli imprenditori, quotidianamente alle prese con la gestione di un rifiuto complesso come l’olio industriale e con un altrettanto complesso sistema di norme, leggi e sanzioni. Ogni incontro farà il punto sugli adempimenti di legge, sulle norme di sicurezza e sulle procedure da seguire per il corretto stoccaggio. Peraltro crediamo così anche di riuscire a migliorare la qualità degli oli raccolti, favorendo il processo di rigenerazione in un sistema virtuoso di economia circolare”.
Il CONOU
Il CONOU, che raggruppa 72 imprese di raccolta e 3 impianti di rigenerazione, dal 1984 a oggi ha raccolto 5,7 milioni di tonnellate di olio lubrificante usato, ne ha avviato a rigenerazione 5,1 milioni consentendo un risparmio sulle importazioni di petrolio di circa 3 miliardi di euro.
Sotto la guida del Presidente Tomasi dal 2003, ha continuato la sua progressione d’eccellenza diventando un esempio virtuoso di economia circolare non solo a livello nazionale. Solo nel 2018 sono state raccolte oltre 189mila tonnellate di lubrificante usato, ancora una volta in crescita rispetto all’anno precedente. Numeri che, in questo ambito, collocano l’Italia ai massimi livelli europei e internazionali.
In particolare, i risultati ottenuti nel campo della rigenerazione assegnano al nostro Paese la leadership del processo di ri-raffinazione di oli usati anche in virtù della presenza di alcune importanti realtà industriali tecnologicamente all’avanguardia nel settore.
Tutti questi traguardi, sono stati raggiunti anche grazie a una continua e capillare attività di formazione e informazione svolta sul territorio. In 35 anni di attività, infatti, il Consorzio ha sempre investito energie e risorse nella formazione di tutti gli attori coinvolti con lo scopo di sensibilizzare e sostenere ogni anello della catena in grado di contribuire al successo della filiera.
[amazon_link asins=’8873858937,8827556710,8867771493,887565252X,8848814700,B01DAK3BD4,886391219X,B07BL4S74W’ template=’ProductCarousel’ store=’vendit-21′ marketplace=’IT’ link_id=’1bf0a827-6724-40ce-8406-b518977f4c99′]
L’export vola: la mappa di dove vanno le merci lombade nel mondo
Macchinari, metalli, chimica e moda: sono i prodotti che trainano il manifatturiero lombardo nel mondo. Un business che nei primi nove mesi del 2018 ha raggiunto i 91 miliardi di euro (4 miliardi di prodotti manifatturieri in più rispetto allo stesso periodo del 2017), +4,5%, rappresenta il 28% del totale italiano. Germania (+6,3%), Francia (+4,8%) e Stati Uniti (+2%) sono le maggiori destinazioni delle esportazioni. Primi paesi per crescita percentuale in un anno: Cina e India (+21%), Polonia (+18,6%) e Svizzera (+14,6%). Tra questi principali 20 partner, superiori al +10% di crescita anche Corea del Sud e Austria. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e della sua azienda speciale Promos per le attività internazionali, sugli ultimi dati Istat a settembre 2018. Ma per sapere dove va l’export lombardo per settore, quali sono i maggiori mercati, quali gli emergenti ecco la mappa: “L’export manifatturiero lombardo nel mondo – Manufacturing, from Lombardy to the world”, realizzata dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi in collaborazione con Promos, la sua azienda speciale per le attività internazionali. La mappa, disponibile in italiano e inglese, è scaricabile al link https://www.promos-milano.it/informazione/note-settoriali/il-settore-manifatturiero-lombardo-nel-mondo.kl

L’export manifatturiero lombardo è trainato da macchinari, metalli, chimica e moda. I macchinari superano i 18 miliardi e riprendono a crescere (+2,5%). Seguono i prodotti in metallo (quasi 15 miliardi, +7,5%), i prodotti chimici (10 miliardi, +5,1%), la moda (quasi 10 miliardi, +3,6%), gli articoli in gomma (5,5 miliardi, +5,5%) e gli alimentari (quasi 5 miliardi, +1,9%). Sempre più alimentari lombardi arrivano in Corea del Sud (+153,2%), tessili in Austria (+21,9%) ma anche negli Emirati Arabi Uniti (+16,7%) e Giappone (+14,1%), legno in Australia (+26,4%), prodotti chimici in Cina (+30,4%) e Indi (+29,8%), farmaceutici in Cina (+161,5%) e Canada (+51,2%), petroliferi raffinati in India e Israele, gomma nel Regno Unito (+21,1%), metalli in Austria (+21,6%), computer nelle Filippine (+34,7%), apparecchi elettrici in Portogallo (+55,1%), macchinari in Polonia (+28,4%) e India (+23,9%), mezzi di trasporto in Polonia (+122,7%), prodotti delle altre attività manifatturiere a Hong Kong (+17,3%) e, in particolare, i mobili raggiungono sempre di più Qatar (+37,2%) e Australia (+25,1%), i gioielli la Cina (+62,9%) e il Qatar (+56,4%).
L’export manifatturiero italiano raggiunge i 328 miliardi, +3%. Milano è prima con 30,8 miliardi circa (9,4%, +4,8%), seguita da Torino (14 miliardi), Vicenza (13 miliardi, +1,4%), Brescia e Bergamo con 12 miliardi circa (rispettivamente +7,8% e +4,2%). Tra le altre lombarde Varese si piazza al 12° posto con quasi 8 miliardi (+9,1%) Monza Brianza al 13° posto con oltre 7 miliardi, Mantova al 18° con 5 miliardi (+1,1%).
Rifiuti elettrici ed elettronici riciclati, Brescia è terza in Lombardia
Brescia al terzo posto dopo Milano e Como per quantità di Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, trattate da Ecodom, il principale Consorzio italiano per la gestione dei RAEE con 2.850 tonnellate che hanno evitato l’emissione in atmosfera di circa 23,3 mila tonnellate di CO2. In dettaglio, dai RAEE gestiti da Ecodom nella provincia di Brescia: sono state ricavate 1.716 tonnellate di ferro, pari a 3 Frecciarossa 1000; 296 tonnellate di plastica, pari a circa 118 mila sedie da giardino; 57 tonnellate di rame pari a 63 km di cavi e 55 tonnellate di alluminio, pari a 3,4 milioni di lattine.
Per il secondo anno di seguito la Lombardia è al primo posto con 20.346 tonnellate raccolte nel 2018, pari al peso di 56 airbus A380, tra i più grandi aerei di linea al mondo.
Tra i RAEE domestici gestiti da Ecodom in Lombardia prevalgono lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, forni e cappe, stufe elettriche, boiler e microonde (Raggruppamento R2) che rappresentano il 69% del totale. Il 28% è rappresentato invece da frigoriferi, congelatori, grandi elettrodomestici per la refrigerazione e il deposito di alimenti (R1), mentre il restante 3% comprende monitor, tv e apparecchiature illuminanti. Il trattamento di questi rifiuti ha permesso di risparmiare in Lombardia 20.036.438 kWh di energia elettrica e di evitare l’immissione in atmosfera di 122.013 tonnellate di anidride carbonica.
“I risultati 2018 di Ecodom confermano che la Lombardia è ancora una volta al primo posto in Italia, con il 20% del totale dei RAEE gestiti da Ecodom; ma più che dei risultati quantitativi, siamo particolarmente orgogliosi delle performances qualitative della nostra attività, sia perché il corretto trattamento dei RAEE attuato dal Consorzio ha consentito di recuperare quasi il 90 % di materie prime seconde, sia perché su un totale di circa 45.000 ritiri dai Centri di Raccolta effettuati nel 2018 nel 99,8% dei casi abbiamo rispettato i tempi concordati tra il Centro di Coordinamento RAEE e ANCI” – afferma Giorgio Arienti, direttore generale di Ecodom – “ L’Europa però impone al nostro Paese traguardi sempre più sfidanti: nel 2019 il target di raccolta sarà pari al 65% dell’immesso sul mercato. È quindi indispensabile che lo Stato italiano intervenga per intercettare i flussi di RAEE gestiti al di fuori del controllo dei Sistemi Collettivi e che introduca sanzioni amministrative e penali commisurate all’entità sia dei profitti illeciti sia dei danni ambientali e sociali provocati.”
Tra le province virtuose, Milano è al primo posto, con 7.883 tonnellate trattate, che hanno evitato l’emissione in atmosfera di quasi 35 mila tonnellate di CO2. In dettaglio, dai RAEE gestiti da Ecodom nella provincia del capoluogo lombardo sono state ricavate: 4.799 tonnellate di ferro, pari a 10 Frecciarossa 1000; 698 tonnellate di plastica, pari a quasi 2 milioni di cestini da ufficio; 141 tonnellate di rame pari a 158 km di cavi e 121 tonnellate di alluminio, pari a 7 milioni e mezzo di lattine. Nella graduatoria lombarda Milano è seguita da Como (3.191 t) e Brescia (2.850 t) mentre Sondrio (171 t) si posiziona in fondo alla classifica, preceduta da Lodi (412 t).
A livello nazionale, anche quest’anno Ecodom ha superato le 100 mila tonnellate trattate, (105.516 t) con un beneficio complessivo di circa 785mila tonnellate di CO2 non immesse in atmosfera e più di 111 milioni di kWh di energia elettrica risparmiati, pari ai consumi elettrici domestici annui di una città di oltre 100.000 abitanti.
Riuscirà il Brescia ad ottenere la promozione in serie A?

Anche quest’anno la serie B si sta confermando uno dei campionati più equilibrati ed avvincenti in assoluto. Le squadre che ad oggi sono in lotta per la promozione in massima serie sono diverse ma quelle che stanno dimostrando di poter avere una marcia in più sono sicuramente Palermo, Pescara, Lecce e Brescia. Mentre le più accreditate della vigilia Benevento e Verona continuano a viaggiare a corrente alternata, il Crotone, data per favorita alla promozione diretta, si trova addirittura all’ultimo posto e, nonostante gli avvicendamenti in panchina di Stroppa ed Oddo, non è ancora riuscito a risollevarsi ed ad allontanarsi dalla zona retrocessione.
La stagione della Leonessa
Con l’arrivo in presidenza di Cellino si era capito sin da subito che l’obiettivo stagionale del Brescia sarebbe stato il ritorno in massima serie. Grazie all’acquisto del bomber Donnarumma, le conferme di Tonali e di Sabelli ed il ritorno di Morosini, la squadra allenata da mister Corini, nonostante un avvio di stagione non proprio esaltante, è riuscita ad ingranare la marcia giusta e ad imporre il proprio gioco su qualsiasi campo. Ad oggi, dando un’occhiata alle quote Betfair, grazie al secondo posto in classifica a soli due punti di distacco dalla capolista Palermo, la Leonessa è una delle favorite assolute per la promozione diretta. La squadra bresciana, infatti, continua a vincere e convincere e, grazie alla recente vittoria esterna per due a zero sul campo del Perugia, è riuscita a conquistare il quinto successo consecutivo e pare lanciatissima per il ritorno in massima serie. I calciatori che in questo inizio di stagione stanno impressionando maggiormente sono sicuramente il bomber Donnarumma, capocannoniere del campionato con 15 reti, ed il centrocampista Tonali che, nonostante la sua giovane età, sta dimostrando di essere già pronto per palcoscenici importanti.
Le favorite per la promozione in serie A
In questo inizio di campionato non sono mancate le sorprese: ci sono diverse squadre che ad oggi stanno rendendo al di sopra delle aspettative di inizio stagione e si trovano a pieno titolo nella lotta per la promozione in serie A. Lecce, Pescara e Salernitana sono probabilmente le squadre che, per la continuità che stanno trovando e per il gioco espresso, si candidano con prepotenza a recitare il ruolo di outsider. Verona e Benevento, nonostante siano in possesso delle rose più forti di tutta la cadetteria, hanno incontrato numerose difficoltà e non sono riuscite a trovare la continuità necessaria per imporsi ai vertici della classifica. Per comprendere la difficoltà di questo campionato e di quanto le motivazioni possano fare la differenza, basti pensare come il Crotone, pur avendo in organico calciatori di primo livello, si trovi all’ultimo posto in classifica e, nonostante l’iniziale esonero di Stroppa, l’arrivo di Oddo ed il ritorno di Stroppa, non è riuscita ancora ad invertire la rotta.
Il campionato di serie B, come spesso accade negli ultimi anni, si sta dimostrando uno dei più equilibrati ed imprevedibili di tutto il calcio italiano. La speranza dei tifosi dei Brescia è che la squadra di mister Corini possa continuare la propria cavalcata trionfale e tornare in massima serie dopo molti anni di assenza.
Auto usate, mercato on line in crescita: a Brescia nel 2018 quasi 70mila passaggi
Milano e Brescia prime province per passaggi di proprietà, ma rispetto alla popolazione residente maggiorenne Brescia la più dinamica. Brescia e Cremona le “più care”, Pavia e Lodi le “più economiche”
Cresce l’interesse dei lombardi per il mercato delle auto usate: dopo aver archiviato il 2017 con un incremento del +4,6%, nel 2018 le vendite di auto di “seconda mano” nella regione sono aumentate di un ulteriore +5,4% rispetto allo scorso anno.
Cosa cercano gli acquirenti? Nell’usato al primo posto in assoluto c’è sempre il diesel (61% delle richieste totali), mentre le auto “green”, nonostante stiano registrando un interesse crescente, al momento rappresentano ancora una quota limitata.
Il prezzo medio delle vetture offerte sul mercato nella regione è pari a € 13.880 – un dato superiore alla media nazionale – mentre l’età media delle auto in vendita è di 7,2 anni.
Tra le auto più richieste vince su tutte la Volkswagen Golf, mentre tra le green ibride ed elettriche spicca la Toyota Auris.
Questo il quadro che emerge dall’Osservatorio di AutoScout24 (www.autoscout24.it), il portale di annunci auto e moto, leader in Europa, sul mercato delle auto usate in Lombardia nel 2018.
Secondo l’elaborazione del Centro Studi di AutoScout24 su base dati ACI, nel 2018, rispetto al 2017, i passaggi di proprietà sono infatti aumentati del +5,4%, raggiungendo 489.787 atti. Un dato che posiziona la regione al 1° posto in Italia, ma se si confrontano i dati con la popolazione residente maggiorenne, con 585,2 passaggi netti ogni 10mila abitanti passa al 16° posto.
I passaggi di proprietà aumentano in tutte le province e ai primi posti per numerosità troviamo Milano con 138.909 (+3,8%), Brescia con 69.438 (+8%) e Bergamo con 55.110 (+5,6%), seguite da Varese con 46.228 (+2,6%), Monza e Brianza con 41.779 (+5,9%), Pavia con 30.346 (+6,7%), Como con 29.331 (+5,4%), Mantova con 22.023 (+7,7%), Cremona con 18.251 (+7,2%), Lecco con 16.870 (+8,1%), Lodi con 11.681 (+5,4%) e Sondrio con 9.821 (+4,1%).
Ma rispetto alla popolazione residente maggiorenne la situazione è ben diversa: sul podio troviamo Brescia con 666,0 passaggi ogni 10mila abitanti, Pavia (653,5) e Sondrio (644,4). Seguono nell’ordine Mantova (636,9), Varese (620,9), Lodi (611), Bergamo (603,4), Cremona (603,1), Lecco (595,9), Como (585,8), Monza e Brianza (577,2). Milano è ultima con 513,6.
Cosa cercano gli acquirenti in Lombardia?
Il diesel resta sempre la prima scelta: secondo i dati interni di AutoScout24, ben il 61% delle richieste totali riguardano vetture diesel, a conferma di come le “limitazioni” alla circolazione per il momento non stiano condizionando gli utenti nella scelta di un’auto usata.
Per quanto riguarda le auto “green”, se da un lato si registra una più alta sensibilità verso i modelli ibridi ed elettrici, dall’altro le richieste rappresentano ancora una quota marginale.
Sul fronte dei modelli più richiesti vince in assoluto la Volkswagen Golf, ma se si prendono in considerazione solo le vetture più ecologiche ibride ed elettriche al primo posto troviamo la Toyota Auris.
Cosa accade sul fronte dei prezzi delle auto in offerta sul mercato in Lombardia? Nel 2018 il prezzo medio di vendita si attesta a circa € 13.880, un dato superiore alla media nazionale (€ 12.280).
Per acquistare una vettura, tra le province “più care” troviamo ai primi posti Brescia, con un prezzo medio di € 17.340, e Cremona con € 16.780. Seguono Monza e Brianza con € 15.410, Bergamo con € 15.180, Mantova con € 15.080, Lecco con € 14.900, Varese e Milano entrambe con € 13.130 e Como con € 12.750. Più “economiche” Pavia (€ 10.840), Lodi (€ 12.140) e Sondrio (€ 12.710).
Qual è l’età media delle vetture proposte nella regione nel 2018?
E’ di 7,2 anni, un dato inferiore rispetto alla media nazionale (8,3 anni) ma che resta comunque un segno evidente che sono tanti i consumatori che pianificano la sostituzione della propria vettura per necessità più che per “sfizio” e voglia di cambiare.
Provincia | Passaggi netti 2018 | Var. % Passaggi netti 2017 / 2018 | Passaggi proprietà 2018 ogni 10mila residenti (oltre i 18 anni) | Prezzo medio medio auto in vendita 2018 | Età media auto in vendita 2018 |
MILANO | 138.909 | 3,8% | 513,6 | 13.130 € | |
BRESCIA | 69.438 | 8,0% | 666,0 | 17.340 € | |
BERGAMO | 55.110 | 5,6% | 603,4 | 15.180 € | |
VARESE | 46.228 | 2,6% | 620,9 | 13.130 € | |
MONZA – BRIANZA | 41.779 | 5,9% | 577,2 | 15.410 € | |
PAVIA | 30.346 | 6,7% | 653,5 | 10.840 € | |
COMO | 29.331 | 5,4% | 585,8 | 12.750 € | |
MANTOVA | 22.023 | 7,7% | 636,9 | 15.080 € | |
CREMONA | 18.251 | 7,2% | 603,1 | 16.780 € | |
LECCO | 16.870 | 8,1% | 595,9 | 14.900 € | |
LODI | 11.681 | 5,4% | 611,0 | 12.140 € | |
SONDRIO | 9.821 | 4,1% | 644,4 | 12.710 € | |
LOMBARDIA | 489.787 | 5,4% | 585,2 | 13.880 € | 7,2 |
Fonte: elaborazione Centro Studi di AutoScout24 sia sui passaggi di proprietà forniti dall’ACI, sia su dati interni dell’azienda.
Regione | Passaggi netti 2018 | Var. % Passaggi netti 2017 / 2018 | Passaggi proprietà 2018 ogni 10mila residenti (oltre i 18 anni) | Prezzo medio auto in vendita 2018 (€) | Età media auto in vendita 2018 | Alimentazione più richiesta sul totale (%) 2018 |
LOMBARDIA | 489.787 | 5,4% | 585,2 | 13.880 € | 7,2 | Diesel (61%) |
LAZIO | 318.924 | 2,7% | 645,5 | 12.350 € | 7,1 | Diesel (62%) |
CAMPANIA | 283.373 | 4,5% | 594,1 | 10.660 € | 7,2 | Diesel (68%) |
VENETO | 251.598 | 7,6% | 612,9 | 14.590 € | 6,4 | Diesel (68%) |
SICILIA | 249.096 | 4,2% | 597,7 | 10.950 € | 8,6 | Diesel (69%) |
PIEMONTE | 239.589 | 3,2% | 645,5 | 11.530 € | 7.4 | Diesel (65%) |
EMILIA ROMAGNA | 232.024 | 6,7% | 619,5 | 12.750 € | 8,7 | Diesel (63%) |
PUGLIA | 218.096 | 5,1% | 645,1 | 10.690 € | 7,7 | Diesel (74%) |
TOSCANA | 180.600 | 3,8% | 569,5 | 11.350 € | 8 | Diesel (62%) |
CALABRIA | 92.773 | 3,9% | 566,9 | 10.380 € | 9 | Diesel (69%) |
SARDEGNA | 85.641 | 4,0% | 604,1 | 10.890 € | 7,7 | Diesel (63%) |
MARCHE | 73.026 | 4,2% | 564,3 | 11.380 € | 8,7 | Diesel (62%) |
LIGURIA | 70.989 | 3,5% | 528,5 | 10.610 € | 8,8 | Diesel (56%) |
ABRUZZO | 66.625 | 3,4% | 597,6 | 10.810 € | 8,7 | Diesel (66%) |
TRENTINO – ALTO ADIGE | 66.150 | 10,1% | 758,7 | 13.460 € | 7.2 | Diesel (68%) |
FRIULI – VENEZIA GIULIA | 65.023 | 6,5% | 627,7 | 12.740 € | 6,8 | Diesel (67%) |
UMBRIA | 49.775 | 2,0% | 664,0 | 11.970 € | 7,7 | Diesel (67%) |
BASILICATA | 29.294 | 2,8% | 608,1 | 10.540 € | 8,5 | Diesel (76%) |
MOLISE | 17.169 | 3,4% | 648,2 | 10.980 € | 8 | Diesel (75%) |
VALLE D’AOSTA | 7.615 | 5,4% | 719,6 | 10.880 € | 7.6 | Diesel (61%) |
TOTALE ITALIA | 3.090.049 | 4,7% | 609,7 | 12.280 € | 8,3 | Diesel (65%) |
Fonte: elaborazione Centro Studi di AutoScout24 sia sui passaggi di proprietà forniti dall’ACI, sia su dati interni dell’azienda.
Confindustria: va ad Aib il premio Orientagiovani 2018/2019
AIB si è aggiudicata il Premio Orientagiovani 2018/19 di Confindustria nella sezione BAQ (“Bollino per l’Alternanza di Qualità”), prima tra tutte le territoriali italiane.
Il riconoscimento è giunto grazie alla certificazione complessiva di 43 aziende, capaci di distinguersi nella realizzazione di percorsi di alternanza scuola/lavoro di alta qualità e appartenenti a diversi settori merceologici: dalla Metallurgia/Siderurgia al Terziario, passando per l’Agroalimentare e la Meccanica.
Il premio è stato consegnato oggi nell’Auditorium della Tecnica di Roma a Paola Artioli, Vice Presidente di AIB con delega all’Education e al Capitale Umano, per mano di Giovanni Brugnoli, Vice presidente di Confindustria delegato al Capitale Umano, al termine della Giornata Nazionale Orientagiovani.
Il BAQ – Bollino per l’Alternanza di Qualità – si basa sull’attivazione di collaborazioni virtuose tra imprese e scuole secondarie di secondo grado o centri di formazione professionale, con l’obbiettivo di facilitare l’orientamento professionale dei giovani e il loro inserimento in azienda, favorendo l’incontro tra domanda e offerta attraverso percorsi di studio in linea con le esigenze delle imprese, grazie a strumenti quali l’alternanza e l’apprendistato, e puntando su elementi come la formazione continua e la valorizzazione delle filiere educative.
Tra le associate di AIB, quattro realtà hanno inoltre ricevuto il BITS, il Bollino Impresa in ITS, per la promozione degli Istituti Tecnici Superiori.
Paola Artioli, Vice Presidente di Aib con delega all’Education e al Capitale Umano
“Sin dal primo momento in cui l’alternanza scuola/lavoro è diventata obbligatoria, AIB ha promosso sul territorio validi percorsi sul tema, con l’obiettivo di valorizzare il ruolo e l’impegno delle imprese in favore dell’orientamento professionale e del futuro inserimento in azienda. Essere riconosciuti come la prima territoriale in Italia conferma come la direzione presa dalla nostra provincia sia quella giusta. Su questa strada continueremo a lavorare nel prossimo periodo, nonostante le previsioni di riduzione oraria a cui l’alternanza sarà soggetta.”
Economia anti-smog, a Brescia 2mila imprese e 12mila lavoratori

Tra biciclette, pulizia degli edifici e cura del paesaggio ci sono 7 mila imprese a Milano, 17 mila in Lombardia su 79 mila in Italia. Cresce il settore a Milano, +3,2% in un anno e + 23% in cinque, in Lombardia +2,9% e + 20,4% e in Italia con +1,9% e +13,3%. Il 22%, circa una impresa su cinque del settore nel Paese si trova in regione. Sono 74 mila gli addetti milanesi, 129 mila lombardi su un totale nazionale di 517 mila, circa uno su tre si concentra nella regione. Anche il fatturato di 2 miliardi rispetto ai 5 lombardi e i 17 nazionali, è quasi un terzo in regione. Ci sono inoltre quasi 8 mila imprese a Milano legate alla mobilità con auto e al car sharing, tra vendita di veicoli meno inquinanti e noleggio di vetture, un settore che cresce del 4,5% in un anno e del 18,9% in cinque anni. Positivo il dato anche in Lombardia con 15 mila imprese nella nuova mobilità, + 5,5% e + 25%. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi sui dati del registro delle imprese al 2018, 2017 e 2013.
Ha dichiarato Massimo Dal Checco, consigliere della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e amministratore unico di Innovhub Stazioni Sperimentali per l’Industria: “C’è un boom nei settori che favoriscono una mobilità alternativa, in particolare quella elettrica, con effetti positivi per la riduzione dello smog. Milano traina a livello nazionale per le 7 mila imprese coinvolte in questi settori e vede una forte crescita con +22% in cinque anni. La Camera di commercio è impegnata direttamente in questo mercato crescente, con la rilevazione dei prezzi delle colonnine di ricarica elettriche iniziata lo scorso anno”.
Per provincia in Lombardia. A Milano ci sono oltre 7 mila imprese (+23% in cinque anni), a Varese, Monza e Brescia quasi duemila (+13%, +23%, +19%), oltre mille a Bergamo e Como (+24% e +26%). A Milano sono circa 74 mila gli addetti, a Monza 15 mila, a Brescia 12 mila, a Bergamo 9 mila, a Varese 6 mila.
Per provincia in Italia. Prima Milano con 7 mila imprese (+23% in cinque anni), seguita da Roma con 6 mila (+17%), Torino con 4 mila (+9%), Napoli con 3 mila (+25%). Con circa 2 mila sono: Bologna (+10%), Firenze (+15%), Monza (+23%), Genova (+8%), Varese (+13%), Brescia (+19%).
Il governo aumenta le tasse sulle slot machine, i baristi protestano

Nelle redazioni dei giornali stanno arrivando decine di mail di protesta con lo stesso messaggio. Una campagna, evidentemente organizzata e diretta ai parlamentari, in cui i gestori di pubblici esercizi lamentano l’aumento della tassazione sulle slot machine. L’incremento è in apparenza lieve (1,35 per cento), ma – secondo i baristi che aderiscono alla protesta – si aggiunge a contributi già altissimi, che valgono il 75 per cento del residuo incamerato dallo Stato e abbassano i payout per i giocatori.
IL TESTO DELLA PROTESTA
Le vorrei ricordare che dai gestori non arriverà il 20% del PREU sulle slot, infatti ora paghiamo già il PREU ELEVATISSIMO al 21,60% + ADM e rete , con ultimo aumento del 1,35% (legge Stabilità 2019) e al 1° maggio aumenterà di un altro 0,35% (Decreto Dignità), lo sa questo??
Cosa volete aumentarlo ulteriormente, ma quale piccola TASSA ?? Sapete far di conto??
Il comparto del gioco lecito settore AWP/slot è pronto a scendere in piazza contro l’ennesima batosta in finanziaria: tassazione PREU al 20,6% + 0,8% ADM e +1% rete è pari al 75% del residuo che lo Stato incamera e con un ulteriore abbassamento del pay out a sfavore del giocatore.
Con l’aumento previsto, più quello di di maggio, si arriverà al 22,5%+ 1% rete = 23,5% (arriviamo a una tassazione del 79%) e gli apparecchi AWP con percentuale di vincita al 68% non sono in commercio e quando lo saranno la filiera non avrà marginalità per sostituirli (ricordiamoci che nel 2020 vanno ricambiati per l’introduzione della tessera sanitaria e poi ancora per l’introduzione delle AWP da remoto).
Perchè non li cercate altrove i fondi necessari per coprire le promesse elettorali?”
Mutui casa, il terzo trimestre 2018 è in crescita: ora si attendono gli ultimi dati
Le famiglie italiane hanno ricevuto finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione per 11.806 milioni di euro nel terzo trimestre 2018. Rispetto allo stesso periodo del 2017 si registra una crescita delle erogazioni pari a +10%, per un controvalore di oltre 1 miliardo di euro. È quanto emerge dai dati indicati nel report Banche e istituzioni finanziarie – III trimestre 2018 pubblicato da Banca d’Italia a fine dicembre.
Rilevazione importante quella pubblicata da Banca d’Italia, secondo quanto sottolinea una nota del gruppo Tecnocasa: conferma e consolida un trend di ripresa dei volumi che aveva visto passare in positivo il saldo andamentale rispetto al 2017 nel secondo semestre dell’anno. Da inizio 2018 infatti i volumi si attestano a oltre 36 mld di euro, in crescita del 3,7% rispetto all’anno precedente.
Come in precedenza sottolineato, a differenza della crescita delle erogazioni che ha caratterizzato il periodo 2013- 2016, ci troviamo di fronte ad una crescita incentrata sui finanziamenti legati alle compravendite immobiliari. Queste ultime non solo hanno compensato il crollo delle surroghe registrate nei trimestri scorsi e passate dal 24,8% dei volumi nel 2015 all’11,7% di quest’ultima rilevazione, ma hanno addirittura sospinto il mercato complessivo delle erogazioni portandolo alla crescita già menzionata (+3,7%).
Nuovi segnali di distensione dunque da parte del mercato del credito. Vero è che bisognerà attendere i dati di mercato relativi al quarto trimestre 2018, quello che più di tutti è stato influenzato dall’aumento dello spread e che darà quindi una direzione al mercato del prossimo anno.
Come agevolare un progetto innovativo nel 2019? | INNOVATION CLUB

La digital transformation comporta un cambiamento di leadership, un modo di pensare diverso, nuovi modelli di business ed un maggiore utilizzo della tecnologia per migliorare l’esperienza dei dipendenti, dei clienti, dei fornitori, dei partner e di tutte le parti interessate dell’organizzazione.
Per questo che tu sia l’imprenditore di una piccola, media o grande impresa è importante in qualsiasi caso utilizzare le tecnologie digitali per rimanere competitivi.
Le aziende che non lo faranno potrebbero non essere più in grado di competere con le imprese più innovative.
Seguire la strada tracciata dalla digital transformation deve essere una priorità chiave per qualsiasi azienda che voglia competere in futuro.
Ma come nel 2019 un’azienda può finanziare un vero progetto innovativo che porti ad avere un nuovo posizionamento sul mercato, un nuovo prodotto e una nuova modalità di conversare con il mercato.
Diversifichiamo allora il 2processo di innovazione” in termini di:
> IDEAZIONE: in questa fase dove si ricerca e si individua un nuovo progetto troviamo il credito d’imposta per la ricerca & sviluppo ed il fondo per l’Intelligenza Artificiale, Internet of Things & Blockchain;
> SPERIMENTAZIONE: in questo momento dove il progetto prende forma internamente all’azienda oppure attraverso lo strumento della “startup aziendale” troviamo il voucher digitalizzazione, le agevolazioni per la formazione 4.0 e quelle dedicate alle startup innovative;
> OPERATIVITÀ: quando il progetto diventa operativo la misura principe è il patent box che consente importantissimi benefici.
Analizziamo nel dettaglio i vari strumenti che possono essere utilizzati in modo integrato in modo tale da ottener il massimo beneficio possibile:
IDEAZIONE – CREDITO D’IMPOSTA PER LA RICERCA & SVILUPPO
La disciplina del credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo prevede un incentivo su spese incrementali in ricerca e sviluppo (rispetto al triennio 2012 – 2014).
Per quanto riguarda le agevolazioni 2019/2020, le spese agevolabili e le relative aliquote sono le seguenti:
a) Personale dipendente titolare di un rapporto subordinato (anche a tempo determinato): 50%;
a-bis) Personale titolare di un rapporto di lavoro autonomo (o comunque diverso da lavoro subordinato): 25%;
b) Quote di ammortamento delle spese di acquisizione o utilizzazione di strumenti e attrezzature di laboratorio: 25%;
c) Contratti con università, enti di ricerca ed organismi equiparati, contratti con startup e pmi innovative residenti e non facenti parte del gruppo della committente: 50%;
c-bis) Contratti stipulati con imprese diverse da quelle della precedente lettera c), non facenti parte del gruppo della committente: 25%;
d) Competenze tecniche privative industriali su invenzione industriale o biotecnologica, topografia di prodotto a semiconduttori o nuova varietà vegetale, pure da fonti esterne: 25%;
d-bis) Materiali, forniture e altri prodotti analoghi anche per la realizzazione di prototipi o impianti pilota: 25%.
Il beneficio annuale massimo è stato portato da 20 a 10 milioni di Euro, con un limite minimo di spesa confermato in 30.000 Euro.
IDEAZIONE – FONDO PER AI, INTERNET OF THINGS & BLOCKCHAIN
Il Ministero dello sviluppo economico ha istituito un Fondo per interventi volti a favorire lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di intelligenza artificiale, blockchain e internet of things (dotazione di 15 milioni di Euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021), destinato a finanziare:
a)progetti di ricerca e innovazione da realizzare in Italia ad opera di soggetti pubblici e privati, anche esteri, nelle aree strategiche per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, della blockchain e dell’internet of things, funzionali alla competitività del Paese;
b) iniziative competitive per il raggiungimento di specifici obiettivi tecnologici e applicativi;
c) il supporto operativo e amministrativo alla realizzazione di quanto previsto alle lettere a) e b), al fine di valorizzarne i risultati e favorire il loro trasferimento verso il sistema economico produttivo, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese.
SPERIMENTAZIONE – VOUCHER DIGITALIZZAZIONE
Alle micro imprese (meno di 10 occupati e fatturato oppure totale di bilancio non superiori a 2 milioni di Euro) e alle piccole imprese (meno di 50 occupati e fatturato o totale di bilancio non superiori a 10 milioni di Euro), per i 2 periodi d’imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2018, è attribuito un contributo a fondo perduto, nella forma di voucher, per l’acquisto di prestazioni consulenziali di natura specialistica finalizzate a sostenere i processi di trasformazione tecnologica e digitale attraverso le tecnologie abilitanti previste dal Piano nazionale impresa 4.0 e di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali.
Il contributo è riconosciuto in relazione a ciascun periodo d’imposta in misura pari al 50% dei costi sostenuti ed entro il limite massimo di 40.000 Euro.
Alle medie imprese (meno di 250 occupati e fatturato non superiore a 50 milioni di Euro oppure totale di bilancio non superiore a 43 milioni di Euro) il contributo è riconosciuto in relazione a ciascun periodo d’imposta in misura pari al 30% dei costi sostenuti ed entro il limite massimo di 25.000 Euro.
Alle reti di imprese, aventi nel programma comune lo sviluppo di processi innovativi in materia di trasformazione tecnologica e digitale attraverso le tecnologie abilitanti previste dal Piano nazionale impresa 4.0 e di organizzazione, pianificazione e gestione delle attività, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali, è attribuito un contributo in misura pari al 50% dei costi sostenuti ed entro il limite massimo di 80.000 Euro.
SPERIMENTAZIONE – FORMAZIONE 4.0
È stato prorogato per il 2019 il credito d’imposta per le spese di formazione del personale dipendente nel settore delle tecnologie previste dal Piano nazionale industria 4.0, che si applica anche alle spese di formazione sostenute nel periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2018.
L’agevolazione varia in base alle dimensioni aziendali:
> Piccole imprese: 50% (limite massimo di spesa annuale 300.000 Euro);
> Medie imprese: 40% (limite massimo di spesa annuale 300.000 Euro); > Grandi imprese: 30% (limite massimo di spesa annuale 200.000 Euro).
SPERIMENTAZIONE – INVESTIMENTI IN STARTUP INNOVATIVE
Per soggetti IRPEF l’incentivo si concretizza in una detrazione dall’imposta lorda pari al 40% delle somme investite nel capitale sociale. L’investimento massimo detraibile non può eccedere l’importo di 1 milione di Euro.
Per i soggetti IRES l’incentivo si concretizza in una deduzione dal reddito pari al 40% dei conferimenti rilevanti effettuati. L’investimento massimo deducibile non può eccedere, in ciascun periodo d’imposta, l’importo di 1,8 milioni di Euro. La deduzione sale al 50% nei casi di acquisizione dell’intero capitale sociale di startup innovative, a condizione che l’intero capitale sociale sia acquisito e mantenuto per almeno 3 anni.
OPERATIVITÀ – PATENT BOX
Patent Box è il regime fiscale agevolativo, introdotto dalla Legge Stabilità 2015, che consente al soggetto fruitore di detassare, ai fini IRES (o IRPEF) ed IRAP, una parte del proprio reddito derivante dallo sfruttamento economico (utilizzo diretto o indiretto, ovvero concessione in licenza) di uno o più beni immateriali appartenenti alle seguenti categorie:
> SOFTWARE PROTETTO DA COPYRIGHT;
> BREVETTI INDUSTRIALI, anche in corso di concessione, inclusi brevetti per invenzioni, per modello di utilità;
> DISEGNI E MODELLI, giuridicamente tutelabili;
> KNOW-HOW, ovvero processi, formule e informazioni relativi a esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico, giuridicamente tutelabili.
Patent Box è da attuarsi mediante esercizio di un’opzione (in dichiarazione dei redditi) con le seguenti caratteristiche:
> Ha durata pari a 5 anni;
> È irrevocabile e rinnovabile;
> Non riguarda necessariamente tutti i beni immateriali del soggetto interessato.
L’agevolazione finale consiste in una variazione in diminuzione del reddito imponibile, da calcolarsi per ogni anno del quinquennio.
Per maggiori informazioni: info@innovationclub.it