
Fuorisalone, sono 23mila le imprese coinvolte nella sola Milano

Fuorisalone, a Milano città coinvolge circa 23 mila imprese, 154 mila addetti, 19 miliardi di fatturato annuale, circa 350 milioni a settimana, secondo i dati della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi tra ristoranti e bar, alberghi, negozi e locali e assistenza turistica e di lavoro. Metà in alloggio e ristorazione, un quarto nello shopping e un quarto nei servizi collegati. Nello shopping l’abbigliamento pesa la metà e gli alimentari il 20%. Nei servizi oltre il 70% sono trasporti. Sono settori che crescono dell’1% in un anno e del 7% in cinque anni a Milano.
I DATI DELL’INDOTTO
Milano pesa il 16% in Italia per business legato ai saloni. Milano città pesa il 6% nazionale per addetti con 154 mila su 2,6 milioni nel Paese ma il 16% per giro d’affari annuale con circa 19 miliardi di euro su oltre cento miliardi.
Boom di sharing mobility, catering, bed & breakfast, booking. A Milano boom di catering (104 imprese, +11% in un anno e + 71% in cinque anni), di bed & breakfast (382 attività, +14% e +93%), di affitto vetture con la nuova mobilità in sharing (163 imprese, +12% e +37%), di servizi di prenotazione (158, +11% e + 61%), di ristoranti (5669, +4% e + 27%).
Alloggio e ristorazione valgono metà delle imprese dell’indotto della città (12 mila). Sono oltre mille gli alberghi e gli alloggi coinvolti in città, quasi 6 mila i ristoranti e 5 mila bar (circa metà ciascuno sul settore ospitalità).
Lo shopping col 24% delle imprese dell’indotto cittadino (circa 5 mila). Primi settori abbigliamento con quasi la metà, tra vestiti e calzature (1850 imprese e 409, rispettivamente il 34% e il 7,5% di tutte le imprese dello shopping). Poi gli alimentari (1.064 imprese, il 20% circa), di cui oltre 300 pasticcerie. Ma anche i tabacchi (622, oltre 10%), le edicole (487, circa 10%), i negozi di articoli farmaceutici e di bellezza e le profumerie (insieme 679 imprese, il 12% dell’indotto commerciale).
I servizi con oltre 5 mila imprese (24% del totale indotto cittadino). I servizi collegati sono 5.340 imprese, 4 mila imprese tra taxi (oltre 2 mila) e trasporto merci (quasi 2 mila), insieme rappresentano oltre il 70% dell’indotto nei servizi. Poi ci sono 695 fotografi (13% dell’indotto nei servizi) e gli interpreti (174, 3%), oltre a 134 servizi di prenotazione, quasi il 3%.
Arredamento senza crisi, per Brescia export a + 6,7 per cento

Design italiano nel mondo? Arredo domestico ed esterno negli USA (+14,5% e +22,4%), cucine in Corea (+292,6%), sedie in Grecia (+25,5%), mobili per ufficio in Russia (+98,2%), divani in Cina (+18,1%), gioielli in Canada (+70%), apparecchiature per l’illuminazione in Australia (+31%), prodotti in vetro nei Paesi Bassi (+28,4%), porcellane nel Regno Unito (+57,1%) e in India (+25,4%). Per sapere dove va, quali sono i maggiori mercati, quali gli emergenti e quante imprese operano nel settore ecco la mappa: “Il design italiano nel mondo – Italian design in the world”, realizzata dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e Promos Italia.
“Il design si conferma un settore trainante per il made in Italy nel mondo – commenta Alessandro Gelli, Direttore di Promos Italia – Un comparto che grazie alla sua variegata gamma di prodotti è radicato su tutto il territorio nazionale, significativo il fatto che le prime tre province per volumi di export siano realtà distanti e molto diverse tra loro come Treviso, Alessandria e Arezzo. I mercati di riferimento per l’export del settore restano Francia, Stati Uniti, Svizzera e Germania – prosegue Gelli – ma sono in costante ascesa anche Cina, Canada, Australia e Giappone, mentre si è registrato un rallentamento da parte di Emirati Arabi e Turchia”
Un export da quasi 22 miliardi in un anno. È il valore raggiunto dall’Italia nel 2018 tra arredamento, illuminazione, articoli in porcellana e ceramica, gioielleria, +0,6%. In particolare sono aumentate le esportazioni di prodotti in ceramica (+6,4%), mobili per cucina (+5,9%), arredo esterno (+4,4%), parti e accessori di mobili (+3,7%). I 3 maggiori partner italiani sono: Francia (14% del totale, +0,5% rispetto al 2016), Stati Uniti (10,1%, +6,3%), Svizzera e Germania (9,2%). In ascesa anche: Cina 9° (+4,7%), Canada 14° (+14,4%), Australia 18° (+6,6%) e Giappone 19° (+5,5%). Tra le prime 20 destinazioni compaiono poi: Regno Unito, Emirati Arabi, Hong Kong e Spagna. Emerge da elaborazioni della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e Promos Italia su dati Istat anni 2018 e 2017. E se la Francia è il principale partner per quasi tutti i prodotti, i mobili per ufficio, per cucina, le sedie e l’arredo domestico vanno anche negli USA, la Germania è prima per apparecchiature per l’illuminazione e per prodotti in porcellana e ceramica, il Regno Unito per parti e accessori di mobili e la Svizzera per gioielleria e pietre preziose.
I maggiori esportatori italiani di design sono Treviso, Alessandria e Arezzo. Monza Brianza seconda per mobili, Milano prima per prodotti per l’illuminazione e in vetro. Le crescite maggiori a Como (+9,3%), Venezia (+8,5%), e Brescia (+6,7%). Nel settore dei mobili prime Treviso (18,1% del totale), Monza Brianza (8,7%), Pordenone (8,1%) e Como (7,3%, +8,5%). Quinta Milano in crescita: +7,3%.
La Lombardia con oltre 5 miliardi rappresenta un quarto del totale nazionale, +3,6%. Milano con 1,8 miliardi (di cui 501 milioni in mobili), Monza Brianza con 1 miliardo (di cui 855 milioni solo di mobili) sono leader del settore regionale. Seguono Como con 775 milioni, Brescia con 471 e Bergamo con 366. A Mantova +26,9%, Lecco +23,8%, Cremona +16,5% e Lodi +15,3% i maggiori aumenti in un anno.
Design, le imprese della Lombardia sono 28mila: 3mila a Brescia

Design, sono 9 mila a Milano su 28 mila lombarde le imprese dei settori interessati tra design, tessile, vetro, luci, legno, tessile, su 164 mila attive in Italia. Danno lavoro a 54 mila addetti su 167 mila lombardi e 797 mila nel Paese, secondo l’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro delle imprese al 2018 per quanto riguarda le imprese attive. Un settore che vale 14 miliardi all’anno a Milano, tocca i 17 miliardi insieme a Monza e Lodi, su 31 miliardi di business lombardo e 113 miliardi di fatturato nazionali. Il settore è giovane, con l’8% delle imprese giovanili under 35 a Milano, in linea con il dato nazionale.
Sono 2 mila i designer imprenditori milanesi, crescono del 4% in un anno e del 43% in nove anni, su 4 mila in Lombardia e 14 mila in Italia.
“Il settore del design – ha dichiarato Marco Dettori, membro di giunta della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi– vede concentrare tra Milano e il suo hinterland insieme a Monza e alla Brianza e con il contributo di Lodi, in un unico territorio una autentica capitale internazionale. Qui tradizione e innovazione, qualità e produttività si traducono in straordinarie eccellenze dell’arredo. Il Salone del Mobile e il Fuorisalone sono un significativo riconoscimento a imprese, piccole e grandi, sinonimo di un made in Italy stimato in tutto il mondo”.
Milano è prima in Italia sia per imprese con 9 mila attive, che per addetti, 54 mila. La seguono per numero di imprese Firenze (9 mila con 47 mila addetti), Napoli (8 mila imprese e 28 mila addetti), Prato (7 mila imprese con 39 mila addetti), Roma (7 mila imprese con 10 mila addetti), Torino (5 mila imprese con 14 mila addetti), Bari (4 mila imprese e 21 mila addetti).
In Lombardia. Dopo Milano con 9 mila imprese attive e 54 mila addetti, ci sono Brescia e Bergamo con circa 3 mila imprese e quasi 20 mila addetti.
Brexit, tra Lombardia e Regno Unito un business da 9 miliardi di euro

Tra Lombardia e Regno Unito: affari per 9 miliardi nel 2018, il 26% del totale italiano, di cui 5 miliardi di export e 3,8 di import. Milano con 3,4 miliardi di scambi guida la classifica regionale, seguita da Bergamo, Brescia e Varese con oltre 900 milioni. Le crescite più consistenti a Sondrio (+14,4%) e Lodi (+9,4%). Macchinari e mezzi di trasporto i prodotti più esportati, nell’import spiccano invece i prodotti farmaceutici e chimici. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia su dati Istat.
L’interscambio italiano con il Regno Unito è di 35 miliardi di euro circa, 23 miliardi di export e 11 di import. Lombardia prima regione con il 26% degli scambi nazionali, seguita da Emilia Romagna e (5,6 miliardi, 16,2%) e Veneto (4,4 miliardi, 12,7%). Tra le province prima Milano con un decimo dell’interscambio italiano, seguita da Roma (1,5 miliardi, 4,3%) e Torino (1,4 miliardi, 4,2%). Superano il miliardo anche Bologna, Vicenza, Modena, Livorno e Treviso. Seguono Bergamo e Brescia. Tra le prime dieci crescono di più Bologna (+18,6%), Modena (+9,4%) e Brescia (+8,4%).
Per le imprese attive all’estero le conseguenze ci saranno per quasi la metà ma saranno ridotte. Le conseguenze, secondo le circa 500 imprese che operano con l’estero sentite da Promos Italia non saranno rilevanti per la maggioranza degli operatori. C’è però il 40% di chi ha risposto al questionario che si aspetta un calo comunque contenuto e in genere inferiore al 10% del proprio business estero, come conseguenza dei diversi rapporti con le imprese britanniche.
“Il Regno Unito è un mercato importante per l’export delle nostre imprese – commenta Giovanni Da Pozzo, Presidente di Promos Italia – Secondo le aziende che hanno risposto al nostro questionario, gli ultimi sviluppi sulla Brexit non impatteranno significativamente sul loro business internazionale, anche se delle conseguenze sono attese. Siamo in una fase di incertezza – prosegue Da Pozzo – e molti degli sviluppi futuri nei rapporti economici con i Paesi europei potranno dipendere dalle scelte del governo britannico”.
Per A2A un utile netto da record: 344 milioni di euro

Si è riunito oggi il Consiglio di Amministrazione di A2A S.p.A. che, sotto la Presidenza del Prof. Giovanni Valotti, ha approvato i progetti del Bilancio separato e della Relazione finanziaria annuale consolidata al 31 dicembre 2018.
Gruppo A2A – Risultati consolidati al 31 Dicembre 2018
Nel corso dell’esercizio 2018 il Gruppo A2A ha portato a termine il processo di aggregazione territoriale delle utilities di Como, Monza, Lecco, Sondrio e Varese, tramite un percorso di partnership societaria e industriale, finalizzato alla nascita della “Multiutility del Nord” e ha consolidato la sua presenza nel settore fotovoltaico grazie all’acquisizione nell’anno di ulteriori impianti fotovoltaici.
Nel 2018, i Ricavi del Gruppo A2A, sono risultati pari a 6.494 milioni di euro, in aumento del 12% rispetto all’anno precedente. L’aumento dei ricavi è prevalentemente riconducibile ai ricavi di vendita di energia elettrica e gas a seguito dei maggiori volumi venduti sui mercati all’ingrosso, all’incremento dei prezzi, alle maggiori vendite su mercato libero, in particolare grandi clienti, nonché ai maggiori ricavi relativi ai certificati verdi. Il consolidamento integrale del nuovo gruppo ACSM-AGAM ha contribuito per 187 milioni di euro ai ricavi del Gruppo del secondo semestre dell’anno.
Il Margine operativo lordo si è attestato a 1.231 milioni di euro, in aumento di 32 milioni di euro rispetto al 2017 (+2,7%). Il contributo derivante dal consolidamento del gruppo ACSM-AGAM, a partire dal primo luglio 2018, è stato pari a 32 milioni di euro.
Al netto delle partite non ricorrenti (64 milioni di euro nel 2017; 39 milioni di euro nel 2018) e delle variazioni di perimetro riferite principalmente all’operazione ACSM-AGAM, il Margine operativo lordo è cresciuto di 33 milioni di euro (+3%).
Il Risultato Operativo Netto risulta pari a 588 milioni di euro, in diminuzione di 122 milioni di euro rispetto al 2017 (710 milioni di euro nel 2017). La diminuzione è riconducibile:
· alle maggiori svalutazioni di asset e avviamenti operate nell’anno in corso (160 milioni di euro nel 2018; 34 milioni di euro nel 2017);
· all’incremento degli ammortamenti derivante dalle variazioni di perimetro intervenute nei due periodi di confronto e dalla realizzazione di nuovi investimenti;
Le svalutazioni del 2018 si riferiscono per 44 milioni di euro all’avviamento allocato sulla CGU Reti Elettriche (34 milioni nel 2017) e per 116 milioni di euro agli asset della centrale di Monfalcone. L’Utile Netto di pertinenza del Gruppo nel 2018 ha raggiunto 344 milioni di euro (293 milioni di euro nel 2017) in incremento di 51 milioni di euro (+17%).
Nel 2017 l’Utile Netto di pertinenza del Gruppo è stato influenzato dagli effetti conseguenti l’esercizio, in data primo luglio 2017, della PUT Option sull’intera quota del capitale sociale detenuta da A2A S.p.A. nella società montenegrina EPCG: l’esercizio di tale PUT Option ha comportato l’iscrizione di 86 milioni di euro di componenti negative di reddito sull’utile netto del 2017.
Nel corso del 2018, invece:
– è stato rinegoziato nel mese di aprile l’accordo per l’esercizio della PUT, riducendo in numero (da 7 a 4) e accelerando le date di pagamento delle rate previste per la cessione delle quote (rate comprese tra il 1° maggio 2018 e il 31 luglio 2019) determinando, a conto economico, un impatto positivo pari a 21 milioni di euro (5 milioni di euro di effetto attuariale relativo all’esercizio delle prime due rate della sopramenzionata PUT scadute nel corso del 2018 e 16 milioni di euro relativi all’incasso di dividendi dalla società partecipata EPCG);
– è stata ceduta la partecipazione nella miniera di carbone Rudnik Uglija ad Pljevjia, generando una plusvalenza pari a 6 milioni di euro;
– è stato iscritto un badwill per circa 8 milioni di euro a fronte dell’ acquisizione degli impianti operanti in Italia nel settore fotovoltaico, di proprietà di Talesun;
– sono state effettuate – come sopra menzionato – svalutazioni da impairment per 160 milioni di euro; 128 milioni di euro al netto degli effetti fiscali relativi (svalutazioni nette del 2017 pari a 34 milioni di euro nel 2017).
Escludendo i sopramenzionati effetti e le svalutazioni effettuate nei due anni di confronto, l’Utile Netto “Ordinario” di pertinenza del Gruppo nel periodo risulta pari a 438 milioni di euro (413 milioni di euro nel 2017).
La Posizione Finanziaria Netta al 31 dicembre 2018 è pari a 3.022 milioni di euro (3.226 milioni di euro al 31 dicembre 2017). Nel corso dell’anno la generazione di cassa, dopo il pagamento di dividendi per 180 milioni di euro ed investimenti di Gruppo per 500 milioni di euro di euro, è stata pari a 235 milioni, riassorbita per 31 milioni di euro dagli effetti netti derivanti dalle variazioni di perimetro.
Brescia, Openjobmetis apre una nuova filiale sull’assistenza familiare

È stata inaugurata ieri a Brescia (via Creta 74) la nuova filiale di Openjobmetis riservata all’incontro tra domanda e offerta di lavoro nel settore dell’assistenza familiare.
L’agenzia per il lavoro quotata in Borsa a Milano ha inoltre avviato la campagna recruiting per la ricerca e selezione di cento operatori familiari qualificati che verranno assunti con contratto a tempo determinato in somministrazione all’interno di realtà familiari distribuite su tutto il territorio nazionale. Per potersi candidare è necessaria una buona conoscenza della lingua italiana e consigliata un’esperienza precedente nel settore. Per inviare la propria candidatura e avere maggiori informazioni visitare il sito www.familycarebadanti.it.
La divisione Family Care seleziona e assume con regolare contratto di somministrazione operatori familiari qualificati, comunemente chiamati badanti, per l’assistenza familiare e domiciliare, infermieristica e per altri servizi utili alle famiglie. La divisione è nata nel 2014 per offrire, in particolare ad anziani e diversamente abili, un servizio di assistenza personalizzato, sicuro e idoneo alle correnti esigenze.
Il numero complessivo di lavoratori domestici in Italia è di circa 2 milioni, con una percentuale di lavoratori regolari che raggiunge circa il 40%. Nel 2018 infatti sono stati 865 mila i lavoratori domestici regolarmente assunti dalle famiglie italiane.
Danilo Arcaini, responsabile divisione Family Care Openjobmetis: “Vogliamo contribuire a trasformare oltre un milione di contratti di lavoro irregolari in regolari rapporti di lavoro in somministrazione. Nella nostra esperienza, su dieci famiglie che si rivolgono ai nostri professionisti, sono sette quelle che hanno già lavorato con le badanti, ma con rapporti di lavoro irregolari che spesso coincidono con esperienze negative”.
Gli interessati possono rivolgersi a: Family Care di Brescia, via Creta, 74. Telefono: 030-5051696. E-mail: familycare.brescia@openjob.it
Imprese del settore lusso, in Lombardia sono 28mila

Sono 28 mila in Lombardia le imprese nei settori del lusso, si tratta dei settori a maggior rischio contraffazione nei marchi del design di moda, orologi, gioielli e accessori. Di queste 11 mila sono a Milano su un totale italiano di 212 mila imprese. Si tratta delle attività di design specializzate, della fabbricazione di profumi e cosmetici, di oggetti di gioielleria e oreficeria, del commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento, calzature, articoli in pelle, articoli di profumeria, orologi e gioielleria. Circa 100 mila gli addetti coinvolti in Lombardia su 400 mila in Italia, di cui 60 mila a Milano. Un business da 17 miliardi a Milano su circa 80 miliardi in Italia. Secondo i dati di Infocamere sono 2530 le imprese sequestrate lombarde nel registro delle imprese, il 14% italiano.
Brescia, gli scambi con il Brasile valgono 200 milioni di euro

I rapporti con il Brasile valgono 1,5 miliardi per la Lombardia nel 2018, il 21% del totale italiano che è di 7,2 miliardi. Cresce l’interscambio regionale, +10% in un anno. Si tratta di mezzo miliardo di import (+4,7%) e 1 miliardo di export (+12,5%). La Lombardia è seguita in Italia da Piemonte ed (1,3 miliardi circa) e Veneto (958 milioni). Prime a livello nazionale per scambi Milano (672 milioni, +8,2%), Torino (619 milioni) e Asti (438 milioni, +516%). Intorno ai 400 milioni Vicenza e Taranto. Tra le prime 20 anche le lombarde Brescia (200 milioni circa, +23,7%), Varese (176 milioni, +60%) e Bergamo (170 milioni, +26,6%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia, la struttura del sistema camerale italiano a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese su dati Istat.
Gli scambi lombardi con il Brasile per settori. Nell’import prevalgono: i prodotti alimentari, bevande e tabacco (22,3% del totale, +1,2%), metalli e prodotti in metallo (19,3%) e prodotti dell’agricoltura (12,6%, +56,4%). Nell’export vanno di più i macchinari con 301 milioni (28% del totale, +8,8%), i prodotti chimici con 194 milioni (18,1%) e i farmaceutici con 113 milioni (10,5%).
L’evento di TEM Italia il 12 Aprile: “L’export nell’era Digitale” | INNOVATION CLUB

L’Italia ha un’economia fortemente orientata al commercio estero, che è in continuo aumento in quantità e valore da molti anni. Benché l’Italia sia un Paese povero di materie prime, la maggior parte degli scambi non riguarda questi beni: anche considerati il petrolio e il gas naturale, che in valore comportano una quota consistente delle importazioni, la maggior parte del movimento commerciale riguarda manufatti e si svolge con Paesi industrializzati. Principali corrispondenti commerciali dell’Italia sono, ovviamente, i Paesi dell’Unione europea, tanto più dopo gli allargamenti degli anni 2000, seguiti dagli altri Paesi europei (la Svizzera, in primo luogo, poi la Russia). L’aumento recente degli scambi intracomunitari è molto più veloce dell’aumento degli scambi in generale. Nell’insieme, per l’importazione le voci più consistenti sono rappresentate da prodotti metalmeccanici, chimici, mezzi di trasporto e materie prime energetiche e non; per l’esportazione, analogamente, i più rilevanti sono i prodotti metalmeccanici, poi tessili e abbigliamento e altri prodotti di consumo, quindi mezzi di trasporto. Per il decimo anno consecutivo da quando l’International Trade Centre di Ginevra ha cominciato la sua indagine, l’Italia si conferma il secondo Paese più competitivo nel commercio mondiale dopo la Germania: il Trade Performance Index 2016, infatti, sulla base di un confronto tra 189 Paesi e 14 settori, assegna all’Italia due primi posti, cinque secondi posti, un terzo posto e un quinto posto per migliore competitività commerciale in altrettanti settori esaminati
Sebbene negli ultimi anni le esportazioni risultino in crescita e le imprese esportatrici in Italia siano numerose, il confronto con altre realtà europee strutturalmente comparabili al nostro paese (ad esempio la Germania o la Francia) rivela che vi sono ampie potenzialità inespresse, canali non sfruttati e occasioni ancora da cogliere. Tra queste, il commercio elettronico (e-commerce) è una delle principali. TEM Italia, un network di Temporary Export Manager indipendenti e qualificati, ognuno con competenze ed esperienze uniche si popone di agevolare il processo di esportazione delle aziende lombarde ed italiane anche in considerazione delle nuove indispensabili dinamiche digitali.
TEM Italia in collaborazione con Sportello Digitale e Talent Garden ha organizzato l’evento “L’Export nell’era Digitale”. Esportare i propri prodotti e servizi all’estero facilmente e in completa sicurezza, un workshop per conoscere le nuove possibilità di export offerte dal digitale. L’incontro si propone di illustrare i principali strumenti a disposizione delle aziende e come possono essere utilizzati per ottenere risultati concreti anche attraverso la testimonianza di un Export Manager professionista. L’evento è pensato per le piccole e medie imprese e rivolto in particolare a: imprenditori, amministratori, responsabili marketing, direttori commerciali ed export manager.
Quando e dove?
Venerdì 12 Aprile
Registrazione alle 15:30
16:00 inizio lavori
16:00 – 16:30 Il Digitale come strumento per le PMI
16:30 – 17:00 L’Export Digitale del Made in Italy nel Mondo
17:00 – 17:20 L’export come strategia di sviluppo e il metodo del temporary export management
17:20 – 17:50 Caso Concreto di successo, con il supporto del digitale
17:50 – 18:15 Discussione Aperta
18:15 – 18:45 Aperitivo Networking.
Per maggiorin informazioni: www.temitalia.it
Neosperience, ricavi a 8,5 milioni: sono cresciuti del 63,7 per cento

Il Consiglio di Amministrazione di Neosperience S.p.A. (“NEOSPERIENCE” o la “Società”), uno dei principali player italiani nel settore della Digital Customer Experience, quotata su AIM Italia dal 20 febbraio 2019, ha approvato, tra l’altro, il progetto di bilancio d’esercizio e i risultati consolidati annuali al 31 dicembre 2018.
- Valore della produzione consolidato pari a Euro 11,5 milioni (+46,7% rispetto all’esercizio 2017)
- Ricavi consolidati pari a Euro 8,5 milioni (+63,7% rispetto all’esercizio 2017)
- EBITDA consolidato pari a Euro 3,4 milioni (+118,3% rispetto all’esercizio 2017)
- EBITDA margin del 39,3% (29,5% al 31 dicembre 2017)
- Indebitamento finanziario netto pari ad Euro 3,3 milioni (rispetto a Euro 2,3 milioni a fine 2017)
- In corso la valutazione di acquisizioni mirate; deciso l’avvio della filiale US entro luglio 2019
Dario Melpignano, Presidente di Neosperience, ha commentato: “Il 2018 è stato un anno impegnativo, anche per l’iter della quotazione in Borsa. Per questa ragione siamo ancora più soddisfatti dei risultati ottenuti. Siamo molto positivi su quanto saremo in grado di fare nei prossimi mesi, anche grazie alle partnership molto promettenti già definite (in primis, Vetrya) e ad altre che sono in fase di definizione. Confermiamo inoltre la decisione di aprire una prima filiale all’estero negli USA (West Coast) entro luglio 2019.”
Luigi Linotto, Consigliere Delegato e cofondatore di Neosperience, ringrazia tutti i clienti, i dipendenti e i collaboratori che si sono fortemente impegnati per raggiungere questi obiettivi. Ribadisce inoltre la fiducia da parte di tutto il CdA di raggiungere risultati ancora migliori nell’anno in corso, come previsto dai piani di sviluppo della società, a conferma del percorso di crescita e della determinazione nel garantire agli azionisti ritorni sempre crescenti. Sono in fase di valutazione anche alcune possibili acquisizioni mirate, per accelerare la crescita nei segmenti di mercato più promettenti.
Commento ai principali risultati consolidati al 31 dicembre 2018
Al 31 dicembre 2018 NEOSPERIENCE ha registrato ricavi consolidati pari a Euro 8,5 milioni (+63% rispetto ai 5,2 milioni di Euro al 31 dicembre 2017), grazie a un forte incremento dei ricavi scalabili (licenze della piattaforma Neosperience Cloud e Solutions).
L’EBITDA si è attestato a Euro 3,4 milioni, con una crescita più che raddoppiata (+118%) rispetto agli 1,5 milioni di Euro al 31 dicembre 2017, e un’incidenza del 39% sui ricavi, in decisa crescita rispetto al 29% registrato nell’esercizio 2017; la ragione di questo forte incremento è dovuta al miglioramento dei margini di vendita per il maggior peso nel mix di fatturato dei prodotti ricorrenti a più alto margine e ad un’attenta gestione dei costi di produzione, essenzialmente personale interno e collaborazioni esterne.
L’EBIT si è attestato a Euro 529 migliaia (+13% rispetto al 31 dicembre 2017) con un’incidenza del 6,2% sui ricavi. L’EBIT sconta l’effetto dei maggiori ammortamenti e svalutazioni delle immobilizzazioni relative agli investimenti sostenuti per la realizzazione della piattaforma Neosperience Cloud per complessivi Euro 2.762.609 (+267% rispetto ai valori di ammortamento delle immobilizzazioni che nel 2017 erano state di Euro 1.035.9739). Per effetto di questi ammortamenti, il valore complessivo attuale delle immobilizzazioni immateriali diminuisce complessivamente di Euro 1.124.463, passando da Euro 6.075.491 (valore 2017) a Euro 4.951.028 (valore 2018.)
Di conseguenza anche l’utile netto di gruppo, pari a Euro 421 migliaia, ha risentito dell’impatto dei maggiori ammortamenti e ha quindi registrato un decremento del 35% (Euro 652 migliaia al 31 dicembre 2017).
Il patrimonio netto di gruppo al 31 dicembre 2018 ammonta a Euro 4,4 milioni, rispetto ai 4,0 milioni del 31 dicembre 2017.
L’indebitamento finanziario netto passa da Euro 2.3 milioni al 31 dicembre 2017 a Euro 3.3 milioni al 31 dicembre 2018, principalmente per effetto del forte aumento del fatturato nel corso degli ultimi mesi del 2018 che si è riflesso in un aumento dei crediti commerciali e quindi del capitale circolante a fine esercizio.
Eventi successivi alla fine dell’esercizio
Il 20 febbraio 2019 è avvenuto il collocamento delle azioni Neosperience SpA sull’AIM Italia. Sono state collocate complessivamente 1.206.500 azioni, pari al 18,67% del capitale post IPO, con una raccolta lorda pari a 4.126.230 Euro.
Convocazione dell’Assemblea ordinaria e degli Azionisti
Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di convocare l’Assemblea ordinaria degli Azionisti NEOSPERIENCE presso la sede legale della Società in Via Orzinuovi 20 a Brescia il giorno 29 aprile 2019, alle ore 17.00, in unica convocazione, per discutere e deliberare sui seguenti punti all’ordine del giorno:
- Approvazione del bilancio di esercizio al 31 dicembre 2018 e presentazione del bilancio consolidato al 31 dicembre 2018.
- Allargamento del numero dei componenti del Consiglio di Amministrazione fino a un massimo di 9 membri.
- Delibera in merito al compenso del Consiglio di Amministrazione.
- Varie ed Eventuali.