Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

CDP e UBI Banca: finanziamento da 500 milioni di euro per le PMI del Mezzogiorno

in Banche/Economia/UBi by

È stato sottoscritto oggi il Protocollo d’Intesa tra Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e UBI Banca (UBI) che sancisce l’avvio di una collaborazione volta a promuovere iniziative congiunte finalizzate al sostegno delle imprese italiane.

Come prima declinazione operativa del Protocollo, CDP ha concesso a UBI un finanziamento da 500 milioni di euro, tramite sottoscrizione di un prestito obbligazionario senior unsecured, che sarà integralmente impiegato in nuovi finanziamenti alle PMI operanti nelle otto Regioni del Mezzogiorno. Tali finanziamenti potranno avere un importo massimo di 15 milioni di euro e scadenza non inferiore a 36 mesi, così da supportare la realizzazione di investimenti di medio-lungo termine.

L’iniziativa si inquadra nelle linee strategiche del Piano industriale 2019-2021 di CDP che prevede, in piena sinergia e complementarietà con il sistema bancario, specifiche azioni di supporto delle imprese del Mezzogiorno, promuovendo un allungamento delle scadenze dei finanziamenti.

Oltre alla concessione di liquidità, da parte di CDP a UBI, per supportare i finanziamenti a favore delle imprese, la collaborazione riguarda anche altri ambiti operativi. Tra questi: l’attivazione di strumenti di garanzia, anche con il coinvolgimento dei Confidi o mediante l’utilizzo di “sezioni speciali” del Fondo di Garanzia per le PMI, costituite da CDP, che possano migliorare le possibilità e le condizioni di accesso al credito bancario.

La partnership intende inoltre sviluppare strumenti di finanza alternativa quali i cosiddetti “basket bond”, operazioni di cartolarizzazione di mini-bond appositamente emessi da imprese PMI e Mid-Cap, in relazione ai quali CDP e UBI agirebbero in qualità di investitori principali, attraendo così ulteriori capitali privati; nonché operazioni dirette in co-finanziamento a sostegno di progetti di crescita e innovazione di medie imprese italiane.

“L’intesa sottoscritta oggi con UBI rappresenta un importante pilastro della strategia di CDP per sostenere e innovare l’accesso al credito delle imprese italiane, attraverso la collaborazione con le principali istituzioni finanziarie nazionali”, ha dichiarato Nunzio Tartaglia, Responsabile CDP Imprese. “L’operazione appena perfezionata, di importo pari a 500 milioni di Euro e indirizzata alle PMI del Mezzogiorno consentirà di fare affluire ingenti risorse a medio-lungo termine in quelle aree del Paese che più necessitano di un sostegno finanziario per attivare un processo virtuoso di sviluppo e crescita, in linea con gli obiettivi del nostro Piano Industriale.”
“Con la sottoscrizione del prestito obbligazionario di UBI da parte di Cassa Depositi e Prestiti si rafforza ulteriormente la nostra partnership”, afferma Frederik Geertman, Chief Commercial Officer e Vice Direttore Generale di UBI Banca. “Questa operazione consente un incremento del sostegno alle imprese del Mezzogiorno, in una corretta logica di mercato. Oggi, inoltre, sottoscriviamo un accordo di collaborazione più esteso con CDP in base al quale metteremo in campo  strumenti finanziari innovativi ed efficaci, per accompagnare lo sviluppo delle imprese italiane e supportare i loro piani di investimento. Ci fa davvero piacere riscontrare questa sinergia tra le nostre due istituzioni, ambedue impegnate a rafforzare la crescita del sistema economico nazionale”.

Massetti (Confartigianato) critica la legge di bilancio: timida e poco espansiva

in Artigianato/Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

«Timida contro la grande evasione, ‘svuotata’ di 3,5 miliardi in tre anni destinati a ridurre la pressione fiscale sulle piccole imprese: la manovra economica del Governo, condizionata dalla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia, è poco espansiva e necessita di essere corretta». Questo il giudizio espresso dal presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti sul disegno di legge di Bilancio per il 2020 ora in Commissione e che si appresta ad approdare in Parlamento per vagliare i numerosi emendamenti di modifica proposti. Sul fronte fiscale, Confartigianato boccia l’abrogazione delle disposizioni che prevedono la tassazione ad imposta sostitutiva del 20% per soggetti con ricavi o compensi compresi tra 65.000 e 100.000 euro che avrebbe dovuto entrare in vigore dal 1° gennaio 2020. «La stretta fiscale su auto aziendali, plastic tax e sugar tax sono purtroppo la conferma di negativa di un mancato confronto e di una mancata valutazione d’impatto. Sono dunque scelte che ci auguriamo vengano riconsiderate. Sempre in materia fiscale, manca una necessaria semplificazione degli adempimenti, tanto più necessaria in considerazione degli obblighi di fatturazione elettronica e della trasmissione telematica dei corrispettivi e, più in generale, del crescente utilizzo delle tecnologie digitali e del processo di comunicazione telematica dei dati nei confronti del fisco che complicano ulteriormente la vita delle imprese» continua Massetti, più positivo in tema di incentivi «apprezziamo la proroga per il 2020 delle agevolazioni fiscali per il ‘sistema casa’. Ma riteniamo indispensabile renderli strutturali e stabili almeno per tre anni, per consentire a imprese e cittadini la corretta pianificazione degli investimenti. Riteniamo necessario prevedere un sostegno dedicato alla formazione nel settore delle tecnologie abilitanti del Piano Nazionale Impresa 4.0 per gli imprenditori secondo il modello della deducibilità delle spese di formazione e formazione permanente. Positivo anche la proroga dell’iper ammortamento per i beni materiali tecnologici e del super ammortamento. Ma anche a questo proposito, c’è la necessità di garantire un respiro pluriennale alle disposizioni, funzionale ad una consapevole programmazione degli investimenti da parte di micro e piccole imprese. Sarà difficile allontanarsi dalla crescita ‘zerovirgola’ puntando soltanto sulla lotta all’evasione, grande e condivisibile battaglia che appare però molto circoscritta e mirata a senso unico nei confronti, ancora una volta, delle piccole imprese» conclude Massetti.

 

Allarme di Aib e Confindustra: attenzione a contraffazione e italian sounding

in Aib/Alimentare/Associazioni di categoria/Economia by

Associazione Industriale Bresciana e Confindustria hanno organizzato oggi a Brescia una giornata sul tema della contraffazione e dell’Italian Sounding – l’imitazione di prodotti o marchi certificati italiani –, lanciando un allarme condiviso sull’attuale situazione.

Nel corso della mattinata è andato in scena al Teatro Sant’Afra lo spettacolo teatrale “Tutto quello che sto per dirvi è falso”, di Tiziana Di Masi, davanti a un pubblico di 260 alunni delle scuole secondarie di primo e secondo grado bresciane. All’incontro hanno preso anche Paolo Bastianello, Presidente del gruppo tecnico Confindustria “Made in”, Alberta Marniga, delegata di AIB alla Legalità, il Colonnello Salvatore Russo, Comandante provinciale della Guardia di Finanza, e Giuseppe Pasini, Presidente di AIB.

Nel pomeriggio la sede di AIB ha quindi ospitato la riunione del gruppo tecnico “Made In” con la partecipazione delle aziende associate.

“Questo momento di confronto serve per coinvolgere e far riflettere i nostri giovani a 360° sul business della contraffazione – spiega Paolo Bastianello, Presidente del gruppo tecnico Confindustria “Made in” –. Allo stesso tempo, l’incontro pomeridiano in AIB ha acceso i riflettori sui due principali dossier aperti in questo momento: moda e agroalimentare. È fondamentale l’impegno nostro e di tutte le aziende associate per tenere alta la guardia su un argomento imprescindibile per il sistema economico nazionale: l’Italia è il Paese europeo che che paga il prezzo più alto, e il fatturato illecito si aggira intorno ai 7 miliardi di euro”.

“Anche Brescia è tra le province colpite dal fenomeno della contraffazione: basti pensare a comparti come quelli delle rubinetterie, della maniglieria e dei casalinghi – aggiunge Giuseppe Pasini, Presidente AIB –. In tale contesto diventa quindi fondamentale dialogare con i giovani e fargli capire che la curiosità per la provenienza di un prodotto è fondamentale, ogni volta che effettuano un acquisto”

Cdc, seminario gratuito il 29 novembre “Per qualche follower in più”

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia/Formazione/Innovazione by

Prosegue nella Camera di Commercio di Brescia la rassegna “Eccellenze in digitale” con il seminario gratuito “Per qualche follower in più”, che si terrà il 29 novembre 2019. Nell’occasione si discuterà, con la presenza di esperti, di trend, strategie, contenuti per l’uso dei social media, ovviamente con una particolare attenzione all’ambito professionale e aziendale.

I posti sono limitati, per l’iscrizione si rimanda al sito www.bs.camcom.it

Lombardia, via libera alle nuove regole per la rete di impianti Gpl e Metano

in Economia/Istituzioni/Regione by
Benzinaio, foto generica da Pixabay

Il Consiglio regionale, presieduto da Alessandro Fermi, ieri pomeriggio ha approvato all’unanimità il nuovo programma di qualificazione e ammodernamento della rete di distribuzione dei carburanti (relatrice Claudia Carzeri, Forza Italia).

L’obiettivo è quello di assicurare un’adeguata ed equilibrata copertura del prodotto Gpl stabilendo la presenza sulle strade ordinarie di almeno un impianto Gpl ogni 16.800 abitanti e 1ogni 45.000 per quelli di distribuzione di metano per autotrazione.
Le nuove norme intendono aumentare gli standard di sicurezza e qualità urbanistica degli impianti, consentendo anche al gestore di integrare la sua attività con servizi “collaterali” a quello di rifornimento di carburante. Il provvedimento approvato oggi introduce inoltre agevolazioni per chi aprirà distributori nelle zone più carenti (aree di montagna e piccoli Comuni) e prevede incentivi finalizzati alla modernizzazione degli impianti.

Forte attenzione – ha detto la relatrice Carzeri – è stata data negli ultimi anni all’ambiente. In 10 anni l’erogato della benzina è stato visibilmente ridotto mentre il gasolio è cresciuto e il GPL sta sempre più prendendo piede. Questo atto regionale non può che migliorare questa situazione garantendo efficienza dei servizi, diffusione e sostenibilità ambientale. Con questo provvedimento di revisione e aggiornamento viene data una svolta ancora più innovativa al settore lombardo”.

In sede di discussione generale è intervento il Consigliere del Movimento Cinque Stelle Raffaele Erba, che ha sottolineato il contributo del suo gruppo al provvedimento in relazione all’attenzione che Regione Lombardia deve prestare alla mobilità elettrica e alla diffusione delle colonnine di ricarica dei veicoli e il Sottosegretario con delega ai rapporti con il Consiglio Regionale Fabrizio Turba (Lega), che ha portato i ringraziamenti dell’Assessore allo Sviluppo Economico Alessandro Mattinzoli, per un provvedimento, ha detto, “che è basato su un’analisi approfondita della rete distributiva e delle principali tendenze in corso, che è stato oggetto di confronto e condivisione sia con gli stakeholder di riferimento nell’ambito della consulta regionale carburanti sia con la quarta commissione che l’ha approvato all’unanimità”.

🔴 Manifatturiero, a Brescia produzione in calo per la prima volta dal 2013

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

Nel periodo tra luglio e settembre 2019, la produzione industriale delle imprese manifatturiere bresciane segna un calo pari al -4,5% sul trimestre precedente (congiunturale); è negativa anche la variazione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, pari al -0,9% (tendenziale).

Quest’ultimo dato risulta negativo per la prima volta dal terzo trimestre del 2013, dopo 23 rilevazioni consecutive positive. Risente del progressivo rallentamento della congiuntura nazionale e internazionale dovuto a molteplici fattori di incertezza: dalla guerra dei dazi, alle tensioni geopolitiche, al tormentato iter della Brexit.

È quanto emerge dalle indagini congiunturali dell’Ufficio Studi e Ricerche AIB e del Servizio Studi della Camera di Commercio con i risultati al terzo trimestre 2019.

I risultati del trimestre estivo confermano le sensazioni negative sull’andamento dell’economia bresciana e, purtroppo, certificano la situazione di crisi e di fragilità dell’intero Sistema Paese – commenta Giuseppe Pasini, Presidente di AIB -. Rispetto al resto dell’Italia, tuttavia, il nord è fortemente esposto all’andamento delle esportazioni, e risente di quanto sta avvenendo a livello globale. Non solo il nodo tedesco, ma anche incertezze di lungo corso come il tema dei dazi tra Stati Uniti e Cina e la questione Brexit. E province come Brescia – che rappresenta il secondo cluster dell’automotive in Italia, dopo Torino – ne risentono maggiormente. In prospettiva sembra difficile ipotizzare un’inversione rapida di questa tendenza”

Le previsioni a breve termine sono leggermente negative: in particolare, risultano parzialmente condizionate dalla debolezza degli ordini interni, mentre gli ordini dall’estero mostrano segnali di maggiore vivacità.

Per l’artigianato manifatturiero – secondo il Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia – il terzo trimestre si chiude con un risultato positivo della produzione (+0,6%) che inverte la rotta rispetto al rallentamento dello scorso trimestre. Questo aumento congiunturale non è, tuttavia, accompagnato da variazioni dello stesso segno del fatturato e degli ordini che chiudono, invece, con riduzioni rispettivamente dello 0,7% e del 3,1%.

I dati tendenziali, ovvero il raffronto con lo stesso trimestre dello scorso anno, confermano i risultati congiunturali: la produzione segna un incremento dell’1,4%, il fatturato chiude con un calo del 2,1% e gli ordini registrano una flessione del 4,9%.

I risultati dei primi tre trimestri permettono di tracciare un quadro, seppur parziale, dell’andamento del comparto nel 2019. Nella media dei primi tre trimestri la produzione è cresciuta dello 0,4%, il fatturato è diminuito dello 0,8% e gli ordini hanno segnato un calo del 2,5%. Se confrontati con i corrispondenti valori del 2018 (media primi tre trimestri del 2018: produzione +2,5%; fatturato +4,4%; ordini +2,4%) si evidenzia un sensibile rallentamento del comparto manifatturiero artigiano.

I principali indicatori dell’industria:

  • Con riferimento ai settori, l’attività produttiva è diminuita significativamente nei comparti: metallurgico e siderurgico (-6,7%), meccanica tradizionale e costruzione di mezzi di trasporto (-5,9%), meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche (-4,9%), legno e mobili in legno (-4,7%). È diminuita con minore intensità nel tessile (-4,0%), carta e stampa (-4,0%), calzaturiero (-2,2%), agroalimentare e caseario (-1,8%), chimico, gomma, plastica (-1,4%), maglie e calze (-1,4%), abbigliamento (-0,6%). È aumentata solo nel comparto dei materiali da costruzione ed estrattive (+3,2%).
  • Le vendite sul mercato italiano sono diminuite per il 61% delle imprese, aumentate per il 4% e rimaste invariate per il 35%. Le vendite verso i Paesi comunitari sono calate per il 44% degli operatori, cresciute per il 6% e rimaste stabili per il 50%; quelle verso i Paesi extra UE sono diminuite per il 37%, aumentate per l’8% e rimaste invariate per il 55% del campione.
  • I costi di acquisto delle materie prime sono diminuiti per l’11% delle imprese, con un decremento medio dello 0,1%. I prezzi di vendita dei prodotti finiti sono calati per il 9% degli operatori, per una variazione media pari a -0,1%.
  • Le aspettative a breve termine appaiono leggermente negative. La produzione è prevista in diminuzione da 20 imprese su 100, stabile dal 62% e in crescita dal rimanente 18%.
  • Gli ordini provenienti dal mercato interno sono in aumento per il 22% degli operatori, stabili per il 55% e in calo per il 23%; quelli dai Paesi UE sono in crescita per il 20% degli operatori del campione, invariati per il 64% e in flessione per il 16%; quelli provenienti dai mercati extracomunitari sono in aumento per il 20% delle imprese, stabili per il 66% e in diminuzione per il 14%.

I principali indicatori dell’artigianato:

▪   Il fatturato del comparto artigiano segna un nuovo e più intenso risultato tendenziale negativo (-2,1%) che consolida il percorso discendente iniziato a fine 2018. Dinamiche che appaiono ancora più evidenti dall’andamento dell’indice del fatturato che si colloca a 106,8 è cioè a notevole distanza dai livelli pre–crisi.

  • Gli ordini chiudono il trimestre con una dinamica tendenziale sensibilmente negativa per effetto del calo degli ordini interni (-5,1%) che rappresentano la componente più consistente. In calo anche gli ordini esteri (-3,2%).
  • I livelli di occupazione, al netto degli effetti stagionali, si mantengono in crescita (+0,8%) per il terzo trimestre consecutivo. Il ricorso alla Cassa integrazione guadagni è in aumento (4,2% la quota di imprese che ne ha fatto ricorso nel trimestre) rispetto al risultato del trimestre scorso (3,3%).
  • Le attese degli imprenditori per la fine dell’anno confermano il peggioramento del clima di fiducia con riferimento in particolare alla domanda interna, al fatturato e alla produzione. Pessimistiche restano anche le aspettative per la domanda estera, mentre sul fronte dell’occupazione prevale la quota di imprenditori che prevedono una sostanziale stabilità.

L’Indagine AIB viene effettuata trimestralmente su un panel di 250 imprese associate appartenenti al settore manifatturiero. L’indagine sull’artigianato della Camera di Commercio, la cui fonte è l’indagine congiunturale Unioncamere Lombardia, ha coinvolto 191 imprese della provincia, pari a una copertura campionaria del 100%.

Dati manifatturiero Brescia

La bresciana Neosperience costituisce la start up innovativa Value China

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Neosperience, uno dei principali player nel settore della Digital Customer Experience, ha costituito oggi la start up innovativa Value China insieme a 4 imprenditori, di origine cinese, ma da tempo residenti in Italia e attivi nel settore dei progetti di digital marketing dedicati ad utenti cinesi. La costituzione di Value China rappresenta il primo passo di un ambizioso disegno di sviluppo, in cui sono previste acquisizioni e partnership in Asia; in questa settimana il Presidente di Neosperience Dario Melpignano ha in programma in Cina una fitta agenda di incontri one-to-one con investitori finanziari, clienti, fornitori e partner locali.

Questi incontri hanno l’obiettivo di individuare dei partner, sia sul fronte finanziario, sia su quello industriale, per costituire una società operativa locale in grado di supportare lo sviluppo di Neosperience sul mercato asiatico e, in particolare, in Cina. La finalità ultima è posizionare Neosperience come la società di riferimento nel raccordo fra le piattaforme digital europee ed asiatiche.

I 4 imprenditori, soci con Neosperience in Value China, insieme ad alcuni collaboratori, apportano un vasto bagaglio di esperienze nel mondo asiatico, avendo realizzato negli anni alcuni prodotti significativi nel settore del digital marketing, in linea con gli obiettivi di sviluppo di Neosperience nel mercato cinese.

L’operazione prevede che Neosperience sottoscriva in fase di costituzione il 40% della società, con un sovrapprezzo pari ad Euro 190.000, per tener conto degli apporti in termini di know-how e di avviamento commerciale da parte dei soci cinesi; è già contrattualmente prevista per Neosperience la possibilità di raggiungere il 51% entro il 2020, e poi salire fino all’80%, a prezzi e condizioni predeterminate e comunque legate ai risultati ottenuti.

Imprese metalmeccaniche: Omr, Gnutti, Donati e Cromodora nella top 30

in Aziende/Economia/Manifatturiero/Meccanica/Omr/Partner/Tendenze by
Dall’analisi dei bilanci degli anni che vanno dal 2012 a quelli appena depositati del 2018, il Centro Studi di ItalyPost ha elaborato una classifica che ha permesso di individuare le trenta migliori Pmi tra i 20 e i 500 milioni di fatturato della metalmeccanica italiana.
La ricerca, anticipata oggi da L’Economia del Corriere della Sera e realizzata grazie al contributo del Gruppo Crédit Agricole e di auxiell su dati Aida-BVD, rivela alcuni elementi di grande interesse sia sul piano dei numeri che sulla distribuzione territoriale di queste aziende top performer.
Si tratta di imprese tra i 20 e i 500 milioni di fatturato che appartengono a un comparto che dà quasi il 50% della ricchezza prodotta dall’intera industria manifatturiera. Su tutta l’economia nazionale questo «peso» arriva all’8%, e con un fortissimo contributo alla nostra bilancia commerciale: il 47,7% dell’export viene dal comparto, e ci porta un saldo attivo di 60 miliardi.
Secondo i dati di bilancio estratti dal Centro Studi di ItalyPost le imprese top sono cresciute in media, tra il 2012 e il 2018, del 10,42% l’anno, mentre il comparto non è andato oltre il 2% e, negli ultimi tre esercizi, hanno realizzato utili industriali pari al 15,6% dei ricavi, cioè più del doppio del 7,6% medio del settore.
Interessante anche il dato della distribuzione territoriale di queste imprese. A dominare la classifica a livello provinciale sono infatti due realtà lombarde come Bergamo e Brescia, con 5 imprese ciascuna, e una emiliana, Reggio, con tre imprese. A livello regionale, spicca invece il fatto che, dopo la Lombardia che si piazza al primo posto con 13 imprese, l’Emilia Romagna è presente nella classifica con 8 imprese “Top” mentre l’intero Veneto, a sorpresa, è presente con sole tre imprese, lo stesso numero che in Emilia ha appunto la sola provincia di Reggio.
La ricerca sarà presentata giovedì prossimo a Milano nel corso di un seminario promosso da ItalyPost con L’Economia del Corriere della Sera in collaborazione con l’Universita Bocconi, nel corso del quale interverranno alcuni degli imprenditori protagonisti: Enrico Aureli, amministratore delegato Aetna Group Holding Spa, Flavia Bandini, vicepresidente Sag Group Spa, Giovanni Fassi, presidente Gestioni Spa (Gruppo Fassi Gru), Carlo Ilotte, amministratore unico 2 A Spa , Antonello Marcucci, presidente Umbragroup Spa, Mario Nardi, amministratore delegato Pietro Fiorentini Spa, e Stefano Scaglia, amministratore delegato S.I.T. Spa (Gruppo Scaglia). A chiudere l’incontro è stato chiamato il Presidente di una Impresa leader a livello globale, Alberto Bombassei, presidente di Brembo.
Nelle prossime tre settimane il Centro Studi di ItalyPost comunicherà le top 30 Pmi di altri tre settori chiave del Made in Italy: chimica-farmaceutica, tessile-abbigliamento e agroalimentare. Per ciascuna ricerca sono previsti, sempre in Bocconi, i relativi incontri di presentazione.
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NOTA METODOLOGICA
L’indagine sulle 30 migliori PMI nazionali di settore rappresenta l’anteprima verticale, con i risultati dei bilanci 2018, di CHAMPIONS 2020, il progetto di ricerca giunto alle quarta edizione che individua ed analizza le imprese con fatturato compreso fra i 20 e i 500 mln di euro che hanno registrato negli ultimi sei esercizi risultati superiori sia alle medie di settore che all’insieme delle imprese che rappresentano l’universo di riferimento, in termini di crescita, redditività, patrimonializzazione e indipendenza finanziaria. All’interno di ciascun settore questi parametri sono stati ulteriormente differenziatii sui valori mediani dei singoli comparti specifici.
I 4 settori analizzati sono: METALMECCANICA, CHIMICA e FARMACEUTICA, SISTEMA MODA, ALIMENTARE e BEVANDE.
La ricerca è stata svolta, per conto del Centro Studi Italypost, da un team interdisciplinare composto da analisti finanziari e da esperti in Corporate Finance della società di advisory finanziaria indipendente Special Affairs, su database forniti da AIDA-BVD e da Infocamere 
L’ANALISI : CRITERI DI SELEZIONE e METODOLOGIA 
L’indagine è stata realizzata partendo da un database di 1.177.503 imprese (società di capitali attive in Italia alla data del 17/12/2018), analizzando i bilanci di 13.633 imprese (società con fatturato compreso fra i 20 e i 500 mln di euro) e individuato fra queste 1.200 imprese che rientrano nel range più elevato di una serie di parametri che misurano crescita, redditività, equilibrio patrimoniale-finanziario e che rispondono a criteri societari che escludono società a partecipazione pubblica, società cooperative, società controllate da un soggetto estero, da fondi di private equity, società appartenenti a gruppi il cui fatturato complessivo superi i 500 mln.
L’estrazione delle TOP PMI di settore è stata effettuata in due step successivi.
Sulla base dei dati di bilancio 2011-2017 si sono selezionati due cluster di imprese:
●Imprese con fatturato compreso fra 20 e 120 mln di euro:
Tasso di crescita (CAGR) degli ultimi 6 esercizi : uguale o superiore al 3 %Redditività (Ebitda/ Fatturato) degli ultimi 3 esercizi: uguale o superiore al 8 %Solidità finanziaria (Ebitda/PFN) : inferiore a 2,5Rating More: AAA-AA-A-BBB –BB (Ottimo)
●Imprese con fatturato compreso fra 120 e 500 mln di euro:
Tasso di crescita (CAGR) degli ultimi 6 esercizi: uguale o superiore al 3 %Redditività (Ebitda/ Fatturato) degli ultimi 3 esercizi: uguale o superiore a 5 %Solidità finanziaria (Ebitda/PFN) : inferiore a 3,85Rating More: AAA-AA-A-BBB-BB (Ottimo)
Nello step successivo le imprese così individuate sono state classificate per settore, sulla base dei raggruppamenti di codici Ateco riportati successivamente e sulla verifica successiva della coerenza del codice attribuito rispetto all’attività effettivamente svolta dall’impresa (non sempre la classificazione Ateco rispecchia settore e comparto in cui opera l’’impresa).
In caso di discrepanza si è assegnato il settore sulla base dell’attività svolta e non del codice Ateco.
All’interno di ciascun settore sono stati individuati i comparti merceologici di maggior rilevanza e per ognuno sono state selezionate le prime 50 imprese per fatturato. Per queste imprese sono stati estratti ed analizzati i bilanci 2018, avvalendosi del database di AIDA Bureau Van Dijk, integrato per i dati mancanti dai bilanci originali estratti da Infocamere o dai bilanci forniti direttamente dalle imprese.
I criteri sopra descritti sono stati quindi riapplicati su questi 4 cluster, e rivalutata la corretta inclusione o l’esclusione (per conferma o eventuale perdita dei requisiti) delle imprese facenti parte del cluster.
Sono state infine selezionate le prime 30 aziende (sulla base del fatturato 2018) appartenenti a ciascun settore, pesando per ciascun comparto il numero di imprese in relazione all’importanza del comparto stesso.

 

Mense scolastiche, a Brescia sono le più care della Lombardia

in Alimentare/Economia/Formazione by

95 euro, a tanto ammonta il costo mensile, nell’anno 2019/2020, sostenuto da una famiglia media lombarda con reddito ISEE di 19900 euro e un bimbo alla scuola primaria o dell’infanzia. A livello nazionale la media è di oltre 80 euro. In Lombardia si va dai 67 euro di Milano ai 118 di Brescia.

Il Nord si conferma l’area geografica con le tariffe più elevate, in media 842 euro per nove mesi di mensa nella scuola primaria, e 841 in quella dell’infanzia; segue il Centro, 724 euro nella primaria  e 704 euro nell’infanzia; più contenuti i costi al Sud con 644 euro nella primaria e 632 nell’infanzia.

L’Emilia Romagna è la regione più costosa, con una spesa media mensile di 106€ nella primaria e 105 euro nell’infanzia; la Puglia quella più economica con 65€ sia nella primaria che nell’infanzia. Rispetto all’anno precedente, la variazione è stata del +0,81% a livello nazionale, con l’incremento record del +9,79% in Calabria e una riduzione invece del 6,41% in Sardegna. Tariffa invariata in Basilicata, Umbria e Valle d’Aosta.

Il capoluogo più economico è Barletta (32 euro mensili per la mensa nella scuola dell’infanzia e la primaria), i più costosi Torino per la scuola dell’infanzia (132 euro mensili) e Livorno per la primaria (128 euro).

Questi i dati che emergono dalla IV Indagine di Cittadinanzattiva su tariffe e qualità delle mense scolastiche, che ha preso in esame le tariffe di tutti i 110 capoluoghi di provincia sia per la scuola dell’infanzia che per la primaria. Oltre a ciò, attraverso l’intervista a 342 tra alunni di scuola primaria, docenti accompagnatori, genitori, rappresentanti di Commissioni mensa, addetti al servizio di ristorazione, è stato preso in esame un campione di mense scolastiche di 9 regioni (Piemonte, Liguria, Lombardia, Lazio, Marche, Campania, Molise, Basilicata e Puglia) per evidenziare aspetti relativi alla qualità, sicurezza, igiene, costi, sprechi e rifiuti, per un totale di 230 indicatori.

Costo mense Lombardia e provincia di Brescia, fonte Cittadinanza attiva
Costo mense Lombardia e provincia di Brescia, fonte Cittadinanza attiva

Settore auto, l’export bresciano vale 810 milioni di euro in sei mesi

in Automotive/Economia/Tendenze by

Tre miliardi l’export lombardo in sei mesi. Autoveicoli, carrozzerie, rimorchi, parti e accessori, motori, un export da 3 miliardi nei primi sei mesi del 2019 in Lombardia a fronte di un import da 6,3 miliardi, per 9,4 miliardi di scambi. Crescono gli scambi del 2,6% in un anno grazie alla crescita dell’import, +5%. Prima Milano con 598 milioni di export e 4 miliardi di import, + 2,4% l’export e +13% l’import. Seguono  Brescia con 810 milioni di export e 226 milioni di import, Bergamo con 560 milioni di export e 401 milioni di import. Per scambi segue Mantova con 820 milioni, Cremona con 425 milioni, Varese e Como con circa 200 milioni. A Monza e in Brianza gli scambi valgono 155 milioni, in crescita del 5% grazie all’import che cresce del 15%, di cui 79 milioni di export e 76 milioni di import.  Emerge da una elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia sui dati Istat per i primi sei mesi 2019.

Paesi con cui si scambia nei primi sei mesi del 2019. L’export va in Europa (2,7 miliardi in sei mesi), di cui 198 milioni nei Paesi fuori dall’Unione Europea, in Asia Orientale (67 milioni), America Settentrionale (55 milioni). Nord Africa (53 milioni)  e Asia centrale (27 milioni). L’import arriva dall’Europa con 5,6 miliardi, di cui 212 milioni dai Paesi fuori dall’Unione Europea, seguono Asia Orientale con 602 milioni e centrale con 46 milioni. Cresce l’export in Africa settentrionale, 53 milioni, +75% in un anno, rispetto ai primi sei mesi del 2018. Cresce l’import dall’Asia Orientale, +29% in un anno.

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