Ubi Banca, ecco la lista di Banca Intesa per il consiglio
Ubi Banca – recentemente acquisita da Intesa – comunica che, in data 18 settembre 2020, il socio Intesa Sanpaolo S.p.A., titolare di n. 1.031.958.027 azioni della Banca (pari al 90,18% del capitale sociale) alla data del 16 settembre 2020, ha depositato una lista di quindici candidati per la nomina dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Comitato per il Controllo sulla Gestione per gli esercizi 2020/2021/2022.
In conformità alle disposizioni statutarie della Banca, nella Sezione 1 della lista presentata sono stati indicati dieci candidati alla carica di Consigliere di Amministrazione, nella Sezione 2 cinque candidati alla carica di Consigliere di Amministrazione e componente del Comitato per il Controllo sulla Gestione, tutti ordinati con numerazione progressiva in ciascuna sezione.
Sezione 1 – Componenti Consiglio di Amministrazione
Paolo Maria Vittorio Grandi Presidente
Bruno Picca Vice Presidente
Gaetano Miccichè Consigliere Delegato
Paola Angeletti
Laura Vigano’
Giovanni Boccolini
Giuseppe Attana’
Anna Simioni
Felice Scalvini
Alessandra Vitali Rosati
Sezione 2 – Componenti Consiglio di Amministrazione e del Comitato per il Controllo sulla Gestione
Luigi Arturo Bianchi Presidente del Comitato per il Controllo sulla Gestione
Stefania Mancino
Cristina Flaim
Mario Ciaccia
Marialuisa Cicognani
Si informa che la suddetta
Aib, l’assemblea telematica aggiorna il nome: ora è Confindustria Brescia
Si è svolta oggi, in forma telematica, l’Assemblea Generale sessione Privata e Straordinaria dell’Associazione Industriale Bresciana.
Nel corso dei lavori, l’assemblea ha approvato il bilancio 2019 dell’associazione: l’esercizio chiuso al 31 dicembre scorso evidenzia proventi pari a 10,2 milioni di euro, in rialzo dell’1,9% rispetto all’anno precedente (10,01 mln) e un avanzo di gestione pari a 344mila euro (484mila euro nel 2018).
Le aziende associate si attestano a 1.300 e cresce il numero di addetti, aumentato di 1.496 unità, passando dai 62.282 addetti del 2018 ai 63.778 del 2019. Sono state inoltre approvate alcune modifiche statutarie, insieme alla nuova denominazione di “Confindustria Brescia”.
La denominazione Confindustria Brescia sarà caratterizzata dall’utilizzo di un nuovo logo associativo, in linea con l’immagine coordinata di Confindustria. Il cambiamento – richiesto dalla Confindustria nazionale a tutte le associazioni territoriali – consentirà una maggiore riconoscibilità e unitarietà all’intero sistema, in particolare nelle attività di comunicazione, grafica e di dialogo con gli interlocutori. A livello legale, non sarà comunque eliminata la denominazione Associazione Industriale Bresciana.
“Questo passaggio non intaccherà quelle che sono le origini, la storia e i valori più profondi dell’Associazione Industriale Bresciana, ben saldi e immutati dal lontano 1892, l’anno di fondazione del primo Circolo Commerciale che si fece “interprete dei vitali interessi del commercio dell’industria bresciani – commenta Giuseppe Pasini, Presidente di AIB –”. L’AIB rimane, si rinnova e saprà continuare a ricoprire il suo ruolo con autorevolezza, più che mai nelle incertezze che ci attendono”.
Generatori di vapore e caldaie a vapore: quali sono le differenze?
Al giorno d’oggi sono ancora molte le persone che non conoscono qual è la differenza tra caldaia a vapore e generatore di vapore. In effetti, sono davvero pochi coloro che riescono a comprendere come questi elementi citati siano completamente differenti. Riuscire a comprendere le diversità che ci sono tra caldaia a vapore e generatore di vapore può essere ottimale per capire quale prodotto fa al caso tuo.
A questo proposito quindi, ecco tutto quello che occorre sapere al riguardo, analizzando nei dettagli le specifiche di caldaie a vapore e generatori di vapore industriale ad acqua surriscaldata.
Caldaia a vapore: qual è il suo scopo e come funziona?
Come prima cosa, occorre comprendere cosa si intende con caldaia a vapore. Questo strumento è molto comune in tutte le abitazioni ed in alcune grandi aziende dal momento che serve per generare energia attraverso acqua calda. In generale, è possibile affermare che una caldaia riesce a produrre energia dal vapore e trasmettere quest’energia a tutta l’abitazione. Chi vuole godersi le comodità e l’efficienza di un buon sistema idraulico deve assolutamente puntare su una buona caldaia a vapore. Si tratta di un dispositivo indispensabile.
Ma come funziona la caldaia a vapore? Ebbene, per approfondire quest’argomento occorre considerare il fatto che attualmente ci sono ben 2 tipologie differenti di caldaie a vapore. Queste tipologie si differenziano per il loro funzionamento che è diverso a seconda della struttura. In primo luogo, è bene analizzare il funzionamento di una caldaia a vapore a tubi incandescenti. Tale macchinario è composto da un grande recipiente d’acqua che viene attraversato da molteplici tubi. All’esterno della caldaia si trova invece un bruciatore che grazie ad un combustibile, che può essere di vario genere, riesce a riscaldare i tubi e di conseguenza aumentare la temperatura dell’acqua facendola poi evaporare. Dal vapore poi si innesca una sorta di sistema circolare che permette di produrre energia. Il vapore va in alto per poi raffreddarsi, ritornare acqua e trasformarsi nuovamente in vapore. Tale ciclo continua in perpetuo così da produrre una giusta quantità di energia.
Tuttavia, ci sono alcuni aspetti da prendere in considerazione in merito al funzionamento di questa caldaia con tubi incandescenti. Alla lunga infatti, si potrebbe accumulare calcare nelle tubature e negli elementi del dispositivo. Per questa ragione, è sempre bene riuscire ad effettuare una manutenzione costante della caldaia ed eliminare eventuali problemi. Inoltre, tale strumento presenta problemi di tempo, in quanto l’acqua deve essere riscaldata in continuazione. Ad ogni modo, tale tipologia viene scelta non solo per abitazioni o immobili ma anche per aziende che hanno bisogno di una grande quantità di energia.
La seconda tipologia di caldaia presente sul mercato invece è quella a tubi d’acqua. Si tratta di una caldaia che funziona in modo completamente opposto a quella appena illustrata. In una caldaia a tubi d’acqua la posizione del vapore e dell’acqua è stravolta con uno al posto dell’altra. Inoltre, in una caldaia di questo genere l’acqua deve essere rimessa in circolo necessariamente attraverso l’utilizzo di un serbatoio esterno. Se caldaia e serbatoio funzionano in modo complementare allora si potrà ottenere una produzione continua di energia.
Quali sono le differenze tra le due caldaie?
Dopo aver compreso quello che è il funzionamento tra le due caldaie, è bene capire qual è la differenza tra i due dispositivi. Difatti, ci sono delle diversità che occorre evidenziare e far presente tra i due modelli più gettonati sul mercato, vale a dire tra caldaia e generatore di vapori. Nella summenzionata caldaia a tubi incandescenti, il numero di tubi è superiore all’altro modello. Questo perché tali strumenti permettono di far funzionare totalmente la caldaia e sono indispensabili per la produzione di energia. Il generatore di vapore invece ha solo un grande tubo che si dirama in ogni direzione grazie ai propri riccioli. Si tratta comunque di un sistema efficace che quando attivo dona ottimi risultati.
Oltre a questa differenza, è opportuno menzionare anche una similitudine in realtà. Entrambi i dispositivi infatti, necessitano di un serbatoio esterno per funzionare nel migliore dei modi. Questo serbatoio ha il delicato compito di fornire acqua di riserva nella giusta quantità. In questo modo, la produzione di energia viene sempre garantita anche quando il vapore è nella maggiore quantità. Inoltre, il serbatoio esterno è necessario perché a volte è semplicemente impossibile garantire un collegamento diretto con la rete idrica. In quest’ultimo caso infatti, potrebbero poi nascere diversi problemi nel caso un elemento dovesse surriscaldarsi o non funzionare nel modo adeguato.
Ad ogni modo, nel generatore di calore è importante ricordare come il calore riscaldi l’acqua e quando quest’ultima viene trasformata in vapore viene assorbita direttamente da un tubo in cima alla struttura che permette di far iniziare il processo di produzione di energia. Cosa dire invece per quanto riguarda i gas che vengono formati all’interno del macchinario? Ebbene, questi ultimi vengono espulsi attraverso determinati tubi di scarico. Quest’azione, oltre a garantire il corretto funzionamento del dispositivo, aumenta di gran lunga la sicurezza del generatore. Senza tubi di scarico infatti, i gas potrebbero accumularsi ed alla lunga potrebbero causare una dannosa esplosione. I generatori di vapore comunque sono estremamente sicuri e la protezione è garantita quando si usufruisce di strumenti del genere.
Quali sono i vantaggi che un generatore può dare rispetto ad una caldaia?
Ad oggi, sono davvero tanti coloro che scelgono di puntare su una caldaia a vapore. Questi ultimi si considerano tradizionalisti per così dire e preferiscono i metodi tradizionali a quelli innovativi. Tuttavia, è bene riconsiderare l’efficienza di entrambi i dispositivi e capire quelli che possono essere i vantaggi che un generatore di vapore è in grado di donare rispetto ad una classica caldaia.
Come prima cosa, i generatori di vapore, specialmente quelli utilizzati in ambito industriale sono davvero molto semplici da utilizzare. Non creano mai problemi, anzi sono capaci di lavorare per lunghi periodi di tempo riuscendo a mantenere un ritmo di produzione incessante. Rispetto ad una caldaia a vapore infatti, il processo di produzione energetica è semplificato al massimo e ciò aumenta la quantità di energia prodotta.
Inoltre, un altro fattore da considerare è quello delle dimensioni di un generatore. Una caldaia a vapore è spesso molto grande, quasi ingombrante. Al contrario, il generatore di vapore può avere dimensioni diverse che possono cambiare a seconda delle proprie esigenze. In questo modo, è possibile personalizzare il dispositivo e renderlo adatto alle proprie circostanze.
Infine, occorre considerare come i generatori di vapore riescano a produrre energia in un tempo minore, riuscendo anche a consumare una minore quantità di acqua ogni volta. Si può anche prendere in seria considerazione l’idea di usare un piccolo generatore di vapore come riserva per la propria caldaia.
Ora si conoscono tutte le informazioni in merito a caldaie oppure generatori di vapore. A questo punto, non bisogna fare altro che considerare lo strumento più adatto alle proprie esigenze, sceglierlo e metterlo subito a lavoro per produrre energia.
Assolombarda: in Lombardia, con il Covid-19, persi 110.000 posti di lavoro
Dopo i mesi di massima emergenza sanitaria, il periodo estivo ha concesso all’economia italiana un graduale recupero, registrando una diminuzione della produzione industriale del -8% a luglio, in miglioramento rispetto al -14% a giugno e al -21% a maggio. È quanto emerso dal Booklet Economia di Assolombarda, pubblicato su “Genio & Impresa” (genioeimpresa.it), il web magazine dell’associazione delle imprese che operano nelle province di Milano, Lodi, Monza e Brianza e Pavia. Resta critica, però, la connessione ai mercati internazionali che nei primi sei mesi del 2020 in Lombardia ha registrato una diminuzione delle esportazioni del 15,3%, l’equivalente a una perdita di fatturato pari a 9,7 miliardi di euro. Preoccupa anche il mercato del lavoro che tra aprile e maggio 2020 in Lombardia ha subito un calo di 110mila unità, il saldo trimestrale più negativo dal terzo trimestre del 2009, facendo aumentare il ricorso alla cassa integrazione. Rispetto al periodo pre-Covid, il recupero risulta essere ancora incompleto e disomogeneo tra i settori, evidenziato dal segno meno davanti a tutti gli indicatori di attività, ma è evidente che a partire da maggio le imprese si sono rimesse in moto e la contrazione nelle serie mensili delle diverse variabili economiche si è ridotta di intensità. In Lombardia gli indicatori convergono nel delineare, rispetto alla media nazionale, sia una caduta economica più consistente nel periodo di lockdown, sia soprattutto un recupero più lento e graduale da maggio ad oggi: rispetto alla stesso periodo del 2019, l’attività produttiva delle imprese lombarde ha registrato una diminuzione pari a -35% a marzo, -45% ad aprile, -22% a maggio e un netto miglioramento a giugno con un -15%.
Se i numeri legati alla produzione industriale fanno tirare un sospiro di sollievo, risultano ancora critici i dati sulle esportazioni: nel secondo trimestre 2020 la contrazione delle esportazioni lombarde è stata estremamente ampia e diffusa in tutti i settori e province, seppur con intensità diverse. Secondo i dati del Centro Studi Assolombarda, al calo di marzo (-13,1% rispetto all’anno prima), è seguita la pesante contrazione di aprile (-40,8%), poi più contenuta a maggio (-29,8%) e a giugno (-10,1%). Le contrazioni più ridotte si sono verificate nel settore alimentare (-3,5%) e farmaceutico (-12,8%), mentre i settori più colpiti sono stati moda (-42%), automotive (-41,3%), meccanica (-29%) e metalli (-30,1%). Nel complesso, nei primi sei mesi del 2020 le esportazioni in Lombardia sono diminuite del 15,3% su base annua, che equivale a una perdita di fatturato pari a 9,7 miliardi di euro, di cui nello specifico 3,2 miliardi a Milano, 634 milioni a Monza e Brianza, 236 milioni a Pavia e 121 milioni a Lodi. Non va meglio per il mercato del lavoro, dove le ripercussioni indotte dall’emergenza sanitaria hanno provocato un drastico calo dell’occupazione in Lombardia di 110mila unità, di cui 23mila occupati indipendenti e 87mila dipendenti. Scende sia il tasso di occupazione (66,5%) sia il tasso di disoccupazione (4,0%), riflesso del considerevole aumento di persone che hanno rinunciato alla ricerca di un impiego.
Da questa analisi, risulta essere prevedibile l’elevato ricorso alla cassa integrazione: tra aprile e luglio sono state autorizzate 454 milioni di ore in Lombardia, dato che equivale al 45% in più rispetto al record registrato nell’intero 2010. A livello di territori, in soli quattro mesi sia Lodi (con 8,8 milioni di ore di CIG) sia soprattutto Milano e Monza e Brianza (con 182,9 milioni di ore) raddoppiano le ore richieste rispetto ai picchi annuali del 2014 e del 2010 rispettivamente; Pavia (con 13,4 milioni di ore) supera leggermente il record dell’anno 2009. Per quanto riguarda gli indicatori soft, viene riconfermata la ripresa in atto, ancora lenta in Lombardia rispetto al resto d’Italia. Il traffico dei veicoli pesanti sulle tangenziali milanese, indicativo dell’intensità di scambi economici sul territorio, si attesta a inizio settembre sui livelli di luglio, ancora inferiori del 5% circa rispetto al 2019. Gli spostamenti per motivi di lavoro rilevati da Google Maps nei primi giorni di settembre in Lombardia continuano ad essere ridotti del 34% rispetto al periodo pre-pandemia.
Api, il nuovo presidente è Pierluigi Cordua
Si è svolta ieri pomeriggio l’Assemblea Ordinaria elettiva, per il rinnovo delle cariche, di Apindustria Brescia. Il Presidente uscente Douglas Sivieri, dopo un energico discorso è stato salutato con riconoscenza dai molti imprenditori presenti in sala. «Quelli alla guida dell’Associazione sono stati anni straordinari – dichiara il Presidente uscente Douglas Sivieri -. L’augurio è che anche il prossimo Presidente possa vivere con eguale intensità questa esperienza. Sappiamo che ci sarà molto da fare, sappiamo che per le Pmi il periodo è difficile ma sappiamo anche che l’Associazione c’è e può svolgere un ottimo lavoro di rappresentanza, oggi sempre più necessario».
Il nuovo Presidente di Apindustria Brescia, eletto dal neo Consiglio Direttivo a fine Assemblea, è Pierluigi Cordua, nato a Brescia il 18/04/1970 sposato da 14 anni con tre figlie. Il Dott. Cordua è Amministratore delegato dell’azienda di famiglia ISVE Srl, che si occupa della produzione e commercializzazione di impianti per il riciclaggio di prodotti non ferrosi e di impianti per il trattamento del legno. Ha avuto un’esperienza all’estero ormai conclusa, vicino a Shangai, dove nel 2008 ha fondato un’azienda in Joint Venture che si occupa della produzione di impianti sempre per il riciclaggio.
In Apindustria Pierluigi Cordua ha ricoperto diverse cariche, tra le quali:
- Consigliere Gruppo Giovani;
- Consigliere Senior e Consigliere Apiservizi durante il mandato Casasco;
- Consigliere durante i mandati Sivieri, recentemente con delega allo sviluppo associativo;
- Consigliere Unionmeccanica;
- A livello Nazionale ha la carica di Consigliere di Confapi Servizi.
Nel 2015 ha anche ricoperto la carica di Presidente nel Rotary Valle Sabbia.
“C’è la consapevolezza del ruolo di responsabilità di cui sono stato insignito e che accolgo con piacere ed entusiasmo – ha detto il nuovo Presidente di Apindustria Brescia Piergluigi Cordua -, soprattutto in un momento in cui l’Associazione si è radicata con solidità sul territorio e resta importante anche la disponibilità all’apertura verso le istituzioni che continueremo a portare avanti. Apindustria rappresenta le Piccole industrie private bresciane più di ogni altra Associazione sul territorio, Apindustria è il faro delle Pmi bresciane e della difesa dei loro interessi”. La scelta di fare l’Assemblea in presenza è stata dettata dal desiderio di dare un segno di vicinanza agli imprenditori Associati Apindustria.
I risultati per la votazione dei 15 membri del nuovo Consiglio Direttivo sono i seguenti, in ordine alfabetico:
- Bonomi Amedeo, OMAL SPA – Rodengo Saiano
- Cordua Pierluigi, I.S.V.E SRL – Borgo Poncarale
- Dalola Delio, DISPARI SOC. COOP. SOC. ONLUS – Corte Franca
- Ferraboli Monica, MECCANICA PONTE CHIESE SRL – Prevalle
- Guerini Davide, C.D.S. DIAGNOSTICA STRUMENTALE SRL – Brescia
- Mariotti Marco, SIDERMARIOTTI SRL – Pontevico
- Mezzini Giuseppe, DOBLONE SRL – Brescia
- Orizio Alessandro, O.M.M. TECHNOLOGIES SRL – Maclodio
- Pastore Chiara, VETRODOMUS SPA – Brescia
- Raineri Giuseppe, A. F. G. P. ASSOCIAZIONE FORMAZIONE G. PIAMARTA – Brescia
- Salvini Williams, O.P.S. OFFICINA PRESS. SCOTTI SRL – Monticelli Brusati
- Vertua Daniele, FACCHINI FRANCESCO SPA – Castrezzato
- Vinati Matteo, VINATI SRL – Nave
- Vismara Paolo, VPM GROUP SRL – Alfianello
- Vivante Nadia, TOOLS FOR SMART MIND SRL – Castel Mella
Altresì dalle votazioni sono stati eletti all’unanimità i componenti effettivi ed i supplenti del Collegio dei Probiviri dell’Associazione:
Effettivi
AVV. VITTORINI PIERGIORGIO Presidente
DOTT. GHETTI MASSIMO
ING. PATERLINI FERDINANDO
Supplenti
AVV. DUSI ALESSANDRO
RAG. MELELEO LUIGI
ING. TORTELLA STEFANO
Votati all’unanimità anche i componenti, effettivi e supplenti, del Collegio dei Sindaci dell’Associazione:
Effettivi
DOTT. PERNIGOTTO ENRICO Presidente
DOTT. RANZINI FAUSTO
DOTT.SSA FEDERICI TERESA
Supplenti
DOTT. SGORBATI SIMONE
DOTT. BAREZZANI ENRICO
Aib, Giovanni Marinoni Martin nuovo presidente del settore Metalli
Sono proseguite nella giornata di ieri – in forma telematica – le assemblee per il rinnovo dei consigli e dei presidenti degli 8 settori merceologici dell’Associazione Industriale Bresciana, relativi al quadriennio 2020-2024.
A seguito degli scrutini, Giovanni Marinoni Martin (O.R.I. Martin Spa) è stato nominato presidente del Settore Metallurgia, Siderurgia e Mineraria, sostituendo Loretta Forelli (presidente dallo scorso mese di giugno della Fondazione AIB). Nel ruolo di vicepresidente sono stati nominati Giacomo Coglio (Forelli Pietro Spa) e Silvia Mangiavini (Raffineria Metalli Guizzi Spa). Completano il consiglio direttivo Roberto Bersi (Bicomet Spa), Michele Bortolami (Raffmetal Spa), Nicola Cantele (S.A. Eredi Gnutti Metalli Spa), Giuseppe Cavalli (Alfa Acciai Spa), Mauro Cibaldi (Deral Spa), Giorgio Cortesi (Almag Spa) e Giovanni Pasini (Acciaierie di Calvisano Spa).
Il neoeletto presidente, come da regolamento, diventa membro del Consiglio Generale di AIB per il quadriennio 2020-2024.
Le assemblee per il rinnovo dei settori termineranno – sempre in forma telematica – domani alle ore 17.00, con il rinnovo del consiglio della MECCANICA (attuale presidente Gabriella Pasotti).
Come effettuare il licenziamento per giusta causa
La disciplina del mondo del lavoro è uno di quei settori per i quali le discussioni a livello giurisprudenziale, ma anche nella vita di tutti i giorni, sono sempre molto accese e ricche di sfaccettature, aperte a molteplici tipi di interpretazione semplicemente in base al punto di osservazione dal quale ci si pone per proporre le proprie soluzioni o trarre delle conclusioni. Come in tutti i settori non è mai facile schierarsi in toto a favore di una posizione netta e senza sfumature.
La lunga diatriba sul licenziamento
Nell’ambito di questa diatriba, uno degli argomenti più “caldi” riguarda la possibilità di licenziare un dipendente. Ovviamente dalla parte delle ragioni dei dipendenti e di chi sostiene che la possibilità di licenziare crei una evidente ingiustizia sociale, c’è la motivazione che questo creerebbe una società in cui non esiste stabilità lavorativa, certezza del proprio futuro e quindi conoscenza delle proprie prospettive, rendendo instabile qualsiasi tipologia di attività progettuale del privato, come singolo e come membro di una famiglia e di una collettività. D’altra parte chi ha un’impresa sa benissimo cosa vuol dire assumere una persona, e i costi che questo impegno comporta, anche per la enorme quantità di contributi che nel nostro Paese sono previsti in relazione all’assunzione di dipendenti. Inoltre, essendo il rischio di impresa totalmente in capo all’imprenditore, lui sa che un eventuale calo delle commesse o una sostanziale diminuzione del giro d’affari lo costringerebbe, a parità di personale impiegato nella propria azienda, a sostenere dei costi che potrebbero diventare eccessivi rispetto ai ricavi.
Il licenziamento per giusta causa
Caso a parte, escluso da questa diatriba, è il licenziamento per giusta causa: si tratta di una forma di licenziamento in tronco, senza preavviso, con il quale il datore di lavoro recede unilateralmente dal contratto di lavoro a causa di un comportamento talmente grave da parte del dipendente da far venire meno il rapporto di fiducia che deve intercorrere fra datore di lavoro e lavoratore e senza il quale è impossibile proseguire il rapporto di collaborazione.
La giusta causa può essere quindi riscontrata non solo nelle inadempienze di natura contrattuale ma anche nei comportamenti del dipendente che, seppur estranei alla sfera lavorativa, siano talmente gravi da riflettersi nell’ambito del lavoro e in particolare nel far venire meno la fiducia che ogni datore di lavoro deve riporre nel proprio collaboratore. Per saperne di più sul licenziamento per giusta causa, verifica quali siano i casi in cui si può esercitare e come sia realizzabile senza andare in tribunale.
Inflazione, tasso tendenziale ancora negativo nel Bresciano: -1%
Per il mese di agosto, il tasso congiunturale dei prezzi al consumo per l’intera collettività registra un lieve
aumento (+0,2%), mentre, per il quarto mese consecutivo, il tasso tendenziale presenta un valore decisamente negativo
(-1,0%). A livello di divisione, gli incrementi congiunturali più consistenti si verificano soprattutto per le componenti turistiche e
stagionali, principalmente per i “Trasporti” (+1,7), “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+0,6%) e “Ricreazione, spettacoli e
cultura” (+0,6%). Infine un lieve incremento è presente in “Altri beni e servizi” (+0,3%).
Al contrario, diminuzioni delle variazioni congiunturali si registrano, in ordine decrescente, per le seguenti divisioni
“Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (-1,2%)“, “Comunicazioni” (-0,5%), “Prodotti alimentari e bevande
analcoliche” (-0,3%) e Bevande alcoliche e tabacchi” (-0,2%).
Rimangono nulle le variazioni congiunturali delle restanti divisioni: “Mobili, articoli e servizi per la casa”, “Istruzione”,
“Servizi sanitari e spese per la salute” e “Abbigliamento e calzature”.
Analizzando per tipologia di prodotto, i “Beni” e i “Servizi”, presentano andamenti congiunturali differenti: i primi in
lieve diminuzione (-0,1%) e i secondi in deciso aumento (+0,7%). Approfondendo le analisi, si registrano sostenute
deflazioni congiunturali dei beni alimentari, in particolare per gli “Alimentari non lavorati” (-0,7%), cresciuti negli ultimi
mesi, come è anche indicato dalla elevata variazione tendenziale (+2,5%). Tra i “Servizi”, invece, sono in forte aumento
congiunturale i “Servizi relativi ai trasporti” (+3,2%), seguiti dai “Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona”
(+0,7%), tutti elementi legati al turismo e alla stagionalità.
Con riferimento alla frequenza di acquisto dei prodotti, questo mese rispetto al mese precedente sono fortemente in
aumento i prodotti a media frequenza d’acquisto (+0,8%). Al contrario, presentano lievi diminuzioni i prodotti a alta e a
bassa frequenza di acquisto (-0,1%).
Infine, la “Core Inflation”, che indica l’andamento della componente di fondo della dinamica dei prezzi, cioè
l’inflazione al netto della componente volatile (beni energetici e alimentari non lavorati), dopo due mesi di valori negativi,
registra una variazione congiunturale lievemente positiva (+0,4%), con un tasso tendenziale negativo (-0,3%).
Economia, indagine di Associazione Artigiani: oltre la metà dà un giudizio negativo del governo
“Le incognite dell’autunno restano pesanti. C’è un quadro economico generale difficile, le inquietudini post Covid restano e non giovano al quadro generale le notizie che sulla pandemia arrivano d’oltre Oceano, da alcuni Stati europei e dai dati nazionali con l’accendersi, qua e là, di focolai. Restano inquietudine e incertezze. I provvedimenti del Governo sono attesi alla loro messa a terra, ma per ora – questa la valutazione complessiva degli artigiani – il giudizio è negativo”.
La rilevazione è dell’Associazione Artigiani che, grazie al lavoro del centro studi Lino Poisa, ha contattato nella consueta rilevazione semestrale (la prima risale al 2016) 1500 artigiani associati e suddivisi per 12 categorie nelle 14 circoscrizioni in cui è stata sezionata la nostra provincia.
Dal corposo risultato dell’indagine emerge l’accennata ampia riserva sull’attività del Governo. Alla domanda “Come giudica i provvedimenti del Governo” solo il 6% li considera molto positivi, il 19% dice di considerarli abbastanza positivi, quindi c’è un 21% che non si pronuncia mentre il 29% si dichiara poco soddisfatto di quanto fatto e il 25% dà un giudizio nettamente negativo.
La zona dove il giudizio per il Governo è migliore è la città (il 35% si dice molto o abbastanza soddisfatto) mentre è la Valle Sabbia che guida le zone dove la valutazione è più negativa. Fra i settori, l’alimentare (40%) è quello più critico mentre gli artigiani del legno si dicono più positivi. Il quadro complessivo, come detto, resta pesantemente negativo su quanto sin qui fatto. Come commenta Bortolo Agliardi, presidente dell’Associazione Artigiani, “sblocco delle opere pubbliche, formazione e digitalizzazione sono misure che devono essere accompagnate da un aumento della produttività, in particolare della Pubblica Amministrazione chiamata a pianificare e presentare progetti finanziati e garantiti dal bilancio Ue con l’emissione dei recovery bond”.
L’indagine si sofferma poi su altri aspetti. E’ in qualche modo sorprendente quanto emerge relativamente al credito e alla difficoltà di accedervi. Alla domanda se sia o no aumentata la difficoltà ad avere credito, solo il 10% dei 1500 artigiani interpellati risponde affermativamente a fronte di un 21% che dichiara di avere avuto meno problemi che nel passato; il restante 69% dichiara “stabilità”. Il settore elettrico è quello che dichiara il maggiore aumento delle difficoltà (il 17%), Valle Trompia e Valle Sabbia le zone dove questa difficoltà è stata più accentuata, la Pianura Bresciana Orientale la zona dove il credito è stato più facile e infine il settore tessile quello dove il credito stesso è stato più agevole.
“Il positivo dato del credito – commenta Enrico Mattinzoli, responsabile del Centro studi dell’Associazione – pone Brescia in controtendenza rispetto al dato nazionale: a fronte del 10% delle aziende che dichiarano un aumento delle difficoltà ad avere credito, il dato nazionale segnala il 23%. Sul tema – commenta sempre Mattinzoli – risulta determinante l’azione dei Confidi e degli istituti di credito presenti sul territorio bresciano che sono tempestivamente intervenuti nel supportare le imprese”. Artfidi Lombardia (consorzio fidi presieduto dallo stesso Mattinzoli) che ha un volume delle attività finanziarie al 30/6/2020 pari a oltre 201 milioni di euro registra una flessione, delle garanzie in essere, del 21% ad aprile e maggio rispetto allo stesso periodo 2019, per poi riprendere nel mese di giugno.
“E’ il segno che le aziende vogliono continuare ad investire – conclude la nota – Un piccolo viatico per un autunno che si annuncia, come già detto, difficile”.
Il mercato delle case post lockdown: prezzi in salita o in discesa?
Il periodo di lockdown ha lasciato il segno su moltissime attività imprenditoriali; ha fatto lo stesso anche sul mercato immobiliare, per un’equazione molto semplice da comprendere: molte persone in cassa integrazione, meno lavoro = meno traslochi e meno acquisti di nuove abitazioni. Contemporaneamente però sono anche numerosi coloro che, trovatisi a vivere il periodo di lockdown all’interno di un piccolo bilocale senza giardino, sono alla ricerca di un immobile più spazioso e comodo, nel timore di ulteriori periodi di “reclusione” in casa. Per capire cosa accadrà nei prossimi anni nel mercato immobiliare servirebbe la bacchetta magica, di certo per ora i prezzi sono fortemente calati.
Perché i prezzi delle case calano
Cosa accadrà domani
Come trovare la casa giusta
Basta guardare gli annunci di un’agenzia immobiliare a Brescia e provincia per notare quanto i prezzi delle abitazioni si siano abbassati negli ultimi mesi e così anche le richieste abbiano incominciato a diversificarsi rispetto a quanto accadeva prima della chiusura. Infatti la problematica è correlata direttamente al periodo di lockdown, anche perché per alcuni mesi la legge vietava di cambiare casa, cosa che ha ritardato tutti i traslochi e le vendite già in atto a inizio anno. Stiamo quindi vivendo per certi versi l’onda lunga di quel periodo: sono finalmente però ripresi i traslochi e i trasferimenti. Qualcosa però si sta muovendo; da un lato sempre più persone si stanno spostando dalla città alla prima periferia, sperando in una situazione migliore in caso di ulteriore fermo. Dall’altro lato le nuove normative in fatto di bonus edilizi stanno cominciando a dare i primi frutti in questo settore. Chi deve scegliere la casa oggi deve però affidarsi sicuramente a un professionista, che gli saprà indicare quali caratteristiche considerare.
Gli affitti per studenti e lavoratori
Un’altra problematica che abbassa gli affitti?
Non è sempre vero
Il lockdown ha anche portato alcune ditte a mantenere il regime di smart working per numerosi dipendenti; allo stesso modo ci sono università che hanno già annunciato l’intenzione di rafforzare la didattica a distanza. Nel corso dei mesi quindi alcune zone nei centri cittadini, note per ospitare lavoratori pendolari e studenti, si stanno trovando senza clienti. Ad oggi questo non ha ancora pesato in modo eccessivo, ma di certo porterà a una diminuzione degli affitti uso foresteria: minore richiesta porta necessariamente a maggiore offerta. Non è ovviamente sempre così, alcune zone specifiche mostrano affitti in aumento, forse anche a causa del desiderio di molti di ottenere la remunerazione “mancata” a causa del lockdown dai nuovi inquilini.
Trovare casa oggi
Gli elementi da prediligere
Rinnovare casa
Oggi chi è alla ricerca di una nuova abitazione non può non valutare l’eventualità di un nuovo lockdown. Proprio per questo elementi quali la vicinanza ai servizi e ai negozi, la disponibilità di un terrazzo o di un giardino, la presenza di spazi interni accettabili, sono tutte caratteristiche diventate essenziali per la scelta di una nuova casa. Considerando poi il fatto che per tutto il 2021 sarà possibile migliorare l’efficienza energetica della casa praticamente a costo zero, alcuni immobili hanno decisamente aumentato la propria appetibilità da parte dei futuri acquirenti.