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Arcelor Mittal dà l’addio a Ilva, Aib: una sconfitta per l’intero Paese

in Acciaio/Economia/Giuseppe Pasini/Opinioni/Personaggi by

L’Associazione Industriale Bresciana esprime il suo forte disappunto per la notizia, diffusa oggi pomeriggio, della decisione di Arcelor Mittal – multinazionale dell’acciaio – di rescindere il contratto di acquisto dell’impianto Ilva di Taranto.

“Una certa politica voleva la chiusura dello stabilimento ed ha raggiunto il suo obiettivo. L’addio di Arcelor Mittal è un fallimento per l’intero Paese, la seconda manifattura d’Europa, che ha lasciato scappare un investitore mondiale, a testimonianza dell’assenza in Italia di una vera politica industriale – commenta Giuseppe Pasini, Presidente di AIB –. Quale altra realtà imprenditoriale, oggi, può pensare di rilevare l’impianto? Le ripercussioni saranno enormi. Aumenteranno le tonnellate di acciaio importato dall’estero, e tutta la filiera ne subirà le conseguenze, che saranno importanti anche per una realtà come Brescia. L’impatto occupazionale, poi, sarà tremendo: parliamo di quasi 11mila dipendenti, se consideriamo solo quelli diretti. Non è certamente ipotizzabile sostituire un’area industriale del genere con un parco giochi”.

Secondo stime elaborate da SVIMEZ, dal sequestro dello stabilimento (luglio 2012) a oggi sarebbero andati perduti 23 miliardi di euro (3-4 miliardi all’anno), circa due decimi di punto della ricchezza nazionale. Complessivamente si tratta dell’1,4% circa di PIL cumulato. Di tali 23 miliardi complessivamente erosi, 7,3 ricadrebbero sul cosiddetto “nord industriale” (Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emila Romagna). La crisi dell’ILVA ha poi determinato, fra il 2013 e il 2019, minor export italiano per 10,4 miliardi e minori consumi delle famiglie per 3,5 miliardi.

Centropadane: vola l’utile, in arrivo 30 milioni per i soci

in Centro Padane/Economia/Fabrizio Scuri/Partecipate e controllate/Personaggi by
Fabrizio Scuri

Ben 43 milioni di utile nell’arco del triennio 2015-2017, di cui 22,9 milioni soltanto nello scorso anno: il migliore risultato di sempre per la società. E’ da questo dato che Centro Padane – dopo aver consegnato al gruppo Gavio la concessione dell’autostrada Brescia Cremona – riparte per guardare al futuro e alla nuova sfida che la vedrà impegnata in supporto agli enti locali per la gestione delle strade e delle infrastrutture di pubblica utilità.

Il consiglio di amministrazione guidato da Fabrizio Scuri ha approvato giovedì il bilancio. I conti del 2017, ultimo anno pieno della concessione, si sono chiusi con 22 milioni e 928mila euro di utile (di cui 1,1 destinati al fondo di riserva legale), con un incremento del 115 per cento rispetto al già ottimo risultato del 2016. Nel 2017 i ricavi sono stati 73,3 milioni, con una crescita del 3,5 per cento degli introiti da pedaggio. Mentre il Margine Operativo Lordo è rimasto in linea con gli anni precedenti, a quota 31,69 milioni di euro, nonostante le accresciute spese per le opere di mantenimento dell’autostrada (più 2,2 milioni).

Stabile il costo del personale (meno 0,1 per cento), mentre l’incremento degli oneri diversi di gestione (389.672 euro) deriva quasi esclusivamente dal maggior importo dei canoni di concessione derivanti dall’incremento del pedaggio. In questo quadro, il risultato operativo è cresciuto del 3,4 per cento rispetto al 2016, ma il dato sul quadriennio è positivo per il 15,5 per cento. Mentre gli oneri finanziari si sono ridotti del 4 per cento rispetto all’anno precedente.

Il risultato prima delle imposte del 2017 è stato di 32,89 milioni, con un’utile complessivo (ante imposte) del triennio attorno ai 65 milioni di euro. Un rendiconto influenzato positivamente, in termini economici, dal fatto che il passaggio della concessione ha portato nelle casse di Centro Padane 272 milioni tra valore di subentro, indennizzi, interessi e differenze nel valore delle manutenzioni.

Anche alla luce di queste entrate straordinarie, il 29 giugno l’assemblea dei soci darà il via libera alla distribuzione di un dividendo straordinario da 30 milioni di euro, prelevati dalle riserve. Nel frattempo, con delle delibere di indirizzo dei Consigli Provinciali di Brescia e di Cremona (a cui seguiranno quelli di altri enti territoriali) è iniziato il percorso per la costituzione della newco che sarà interamente controllata dal pubblico e si occuperà di gestione e pianificazione di opere stradali, gestione e pianificazione di edilizia pubblica, manutenzione straordinaria delle strade e progetti di smart road. La realizzazione di Stradivaria (di cui Centropadane detiene il 59,2 per cento) potrà costituire poi un’ulteriore opportunità di sviluppo.

Report Api: avvio di 2018 positivo, ma un’azienda su cinque è in difficoltà

in Api/Associazioni di categoria/Douglas Sivieri/Economia/Personaggi by
Douglas Sivieri

In crescita il fatturato, trainato dal mercato domestico. È questo il dato più significativo che emerge dall’analisi congiunturale sul primo trimestre 2018 realizzata dal Centro Studi Apindustria su un campione di 100 imprese associate. Col segno positivo – in linea con i dati dei precedenti trimestri – risultano anche ordinativi e produzione. Segnali di preoccupazione arrivano però anche da un nucleo di imprese, poco meno di una su cinque, in continua difficoltà.

La fotografia complessiva che ne risulta è composta da un folto gruppo di imprese che ha ripreso a correre, le cosiddette lepri, che distanzia sempre più altre imprese che per il momento non sono state in grado di riscattarsi. Entrando più nel dettaglio, il fatturato risulta in netta crescita per il 60% dei rispondenti, in buona parte dovuto al mercato domestico tornato finalmente a dare qualche segno di vivacità. Poco meno di un terzo del campione (il 29%) dichiara che proprio in Italia si assiste ad un incremento marcato del fatturato e un altro 26% riscontra un incremento, seppur contenuto. Più stabili le tendenze, positive, sui mercati esteri. La produzione cresce (57%) in modo quasi proporzionale al fatturato, così come i costi di produzione (64% dei rispondenti). Gli investimenti sono prevalentemente stabili (68% dei casi contro il 62% del trimestre precedente) o in aumento (29% dei rispondenti, contro il 38% del trimestre precedente). Per quanto riguarda l’occupazione, dopo un 2017 finalmente positivo sotto questo profilo, anche il primo trimestre 2018 registra crescita della forza lavoro (26% ha assunto personale, il 66% è rimasto stabile). La prudenza, sul piano occupazionale, sembra comunque ancora essere sovrana per la gran parte delle imprese. La capacità produttiva – misurata dal livello di saturazione degli impianti – si presenta stabile nel 56% dei casi, in crescita nel 25% delle imprese. Riparte tuttavia un trend negativo di importante sotto utilizzo degli impianti: nel primo trimestre 2018, le imprese che lavorano con impianti al di sotto del 70% della loro capacità sono il 38% (in linea con i dati sul quarto trimestre 2018). Di queste, l’11% con impianti gravemente sotto utilizzati (meno del 50%).
«Positiva la ripresa, seppur parziale, del mercato interno – afferma Douglas Sivieri, presidente di Apindustria Brescia -. L’occupazione cresce ma si conferma la grande prudenza in questa fase da parte delle imprese. Preoccupa, ovviamente, quel 20% di imprese che continua a fare fatica. Un segnale chiaro, l’ennesimo, che il mondo delle PMI ha tutt’altro che concluso la lunga traversata nel deserto. Molto è stato fatto, tante imprese hanno ricominciato a correre e ad essere da traino, altre annaspano. Probabilmente lo farebbero di meno se si fosse data risposta ad almeno alcune delle domande che da tempo poniamo, dalla semplificazione amministrativa al fisco solo per citarne alcune».

Sabato 14 aprile a Confartigianato arriva l’open day per gli imprenditori

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Eugenio Massetti/Eventi/Personaggi by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

Dedicare e condividere il tempo di una colazione insieme per dare una svolta alla propria impresa. Questo il senso dell’open day di Confartigianato Brescia, chiamato “Conf@day”, in calendario sabato 14 aprile, a partire dalle ore 9,30 e aperto a tutti, che si terrà presso la sede centrale di via Orzinuovi 28 a Brescia. Confartigianato apre le porte a tutti gli imprenditori per un’occasione informale dove poter conoscere la realtà da sempre vicina al mondo dell’impresa e dell’artigianato bresciano.

Dopo una  colazione offerta – secondo quanto riportato da Brescia news – seguiranno i saluti del presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti e la visita alla sede dove saranno presentati i servizi e i vantaggi che Confartigianato offre all’imprenditoria in un confronto aperto con i vari funzionari responsabili dei diversi settori. Tutto questo in un’ottica di condivisione e confronto per  trasmettere alle imprese il valore e l’importanza di partecipare alla vita associativa. Ambiente, formazione, credito, sicurezza, contabilità, consulenze. E poi energia, bandi, welfare aziendale, assistenza legale: i funzionari di Confartigianato saranno disponibili ad affrontare problematiche specifiche che le singole imprese vorranno affrontare.

La partecipazione è gratuita, ma è comunque preferibile dare conferma della propria presenza entro mercoledì 11 aprile inviando la scheda di iscrizione presente sul sito www.confartigianato.bs.it oppure scrivendo a area.categorie@confartigianato.bs.it o, ancora, chiamando i numeri 030/3745.283-284.

Bollette energia, Massetti: no a Pmi come strumenti per far cassa

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Energia/Eugenio Massetti/Partner/Personaggi by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

Se all’inizio era confusione (QE 20/2) ora si può parlare di vero e proprio caos. La vicenda della socializzazione in bolletta degli oneri non pagati dai clienti morosi ha scatenato una reazione collettiva, in parte alimentata da notizie imprecise o false. È il caso della campagna partita l’altro ieri sui social network e su whatsapp, che annuncia un addebito di 35 euro sulla bolletta elettrica di aprile legato proprio al nodo morosità. Cifra campata in aria, ma non priva di fondamento. Visto che proprio l’altro ieri l’Autorità per l’Energia ha stimato un impatto sui clienti domestici di circa 2 € annui (seppure in relazione al solo debito accumulato dai distributori nei confronti dei venditori, QE 22/2). Peraltro con tempistiche più a lungo termine e sulla base di un meccanismo “graduale”.

La stessa Codacons è intervenuta ieri per precisare che “si tratta di una bufala a tutti gli effetti”. Ma non per questo l’associazione dei consumatori attenua la propria contestazione contro i provvedimenti dell’Autorità annunciando anzi di avere in preparazione un ricorso al Tar Lombardia contro la delibera 50/2018, quella che appunto tende a spalmare in bolletta il debito dei distributori. E si è mossa anche Confartigianato, che però si concentra più sul dco 52/2018 relativo ai rimborsi ai venditori. «L’Autorità per l’Energia ci ripensi. È inaccettabile la decisione di far pagare ai consumatori in regola gli oneri di sistema non riscossi dai clienti morosi. Si tratta di una scelta iniqua, che deresponsabilizza l’intera filiera energetica e danneggia le dinamiche concorrenziali del mercato» precisa Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia e delegato di Confartigianato nazionale all’Energia che prosegue: «I clienti che rispettano i propri obblighi contrattuali dovrebbero accollarsi gli oneri di sistema di chi non paga? Se le società di vendita di energia falliscono non vi è forse anche una responsabilità di chi doveva vigilare? E se le imprese non sono in grado di valutare efficacemente la serietà dei propri clienti perché i costi di queste manchevolezze devono essere pagati da chi non ne è responsabile?».

Massetti giudica «incomprensibili le ragioni dell’Autorità, alla quale chiediamo di ritirare la consultazione sul meccanismo di riconoscimento degli oneri non riscossi ai venditori e di convocare al più presto tutti gli operatori del mercato dell’energia. Dopo le agevolazioni agli energivori, non sono accettabili ulteriori balzelli che trasformano le bollette delle piccole imprese in strumenti per “fare cassa” e compensare inefficienze in attività di legislazione, regolazione e controllo».

Torna il bando regionale Impresa Sicura

in Bandi/Economia/Mauro Parolini/Personaggi/Zone by
Nella foto: Mauro Parolini, Assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia​​, Elena Vasco, Segretario Generale della Camera di commercio di Milano - www.bsnews.it

“Riaprirà il 14 novembre prossimo le terza edizione di ‘Impresa Sicura’, il bando regionale rivolto a commercianti e artigiani che permette di ricevere fino a 5000 euro di contributo a fondo perduto per sostenere l’acquisto e l’istallazione di sistemi innovativi di sicurezza nelle loro attività”. È quanto ha annunciato stamane in una nota l’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia Mauro Parolini.

“Grazie all’impegno di Regione Lombardia e a quello del Sistema Camerale – ha dichiarato Parolini – le risorse disponibili superano gli 1,5 milioni di euro e vanno a finanziare un’iniziativa molto importante ed attesa, che nelle due precedenti edizioni ha permesso di sostenere quasi 1300 imprese attraverso l’erogazione di contributi che hanno generato quasi 9 milioni di euro di investimenti in sicurezza su tutto il territorio lombardo”. “Il pensiero va in particolare ai negozi di vicinato, che – ha sottolineato l’assessore – sono spesso esposti ad odiosi episodi di microcriminalità. Abbiamo deciso di rilanciare il nostro sostegno al comparto e rimarcare con forza la vicinanza ai titolari di esercizi commerciali e agli artigiani, soprattutto in un momento in cui si intravedono i primi timidi segnali di uscita dalla crisi dei consumi”.

“Questo importate impegno economico per Impresa Sicura – ha concluso Parolini – è inserito in un ampio contesto di iniziative e di incentivi economici che l’assessorato allo Sviluppo economico ha messo in campo per il settore del commercio. E che si uniscono a quelle contro la desertificazione commerciale, il sostegno degli interventi di riqualificazione e sicurezza degli esercizi commerciali e la valorizzazione di quei negozi e reti commerciali che si sono distinti per la capacità di generare attrattività con iniziative di marketing e strategie di vendita innovative”.

Nuovo piano Cave, Grandi (Aib): basta tergiversare

in Ambiente/Daniela Grandi/Economia/Gabeca/Personaggi by

“Non è possibile tergiversare sul nuovo piano cave provinciale: per le aziende è importante pianificare sotto il profilo degli investimenti e lavorare in maniera consapevole in modo da creare piani di sviluppo. La pianificazione  è fondamentale anche per la tutela dell’ambiente”. A dirlo – secondo quanto riportato da Bresciaoggi – è stata la presidente del settore estrattivo di Aib Daniela Grandi, presente alla cava Vezzola di Montichiari per il Cava Day.

Sono circa 550, riferisce BsNews.it, gli studenti delle scuole superiori bresciane che ieri hanno preso parte alla giornata promossa dall’Associazione industriale bresciana. L’iniziativa era finalizzata a promuovere una corretta informazione sulle attività estrattive, troppo spesso demonizzate a prescindere e confuse con le discariche.

L’open day ha riguardato cava Vezzola di Montichiari, Dolomite Franchi di Marone, Fassa Bortolo e Lombarda Marmi di Botticino, Euromas di Nuvolera, Edilquattro di Ghedi, Breccia Aurora di Gavardo e Carpenedolo, Gruppo Gatti di Lograto, Eredi Ventura di Rezzato e Bettoni di Rovato.

 

La scossa delle energie rinnovabili, se ne parla martedì a Confartigianato

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Energia/Eugenio Massetti/Personaggi by

Tutto è pronto per l’avvio della Settimana per l’Energia, manifestazione ideata da Confartigianato Imprese Bergamo e giunta alla sua nona edizione, in programma dal 23 al 28 ottobre, quest’anno con rilevanza regionale, grazie al coinvolgimento dell’intero sistema lombardo di Confartigianato. Sei giornate di appuntamenti, convegni e iniziative culturali, destinati a imprenditori, professionisti, studenti e famiglie per approfondire i temi della sharing economy e dell’economia circolare, due sistemi economici innovativi che propongono cambiamenti e opportunità in ottica di sostenibilità economica, ambientale e sociale. Saranno 16 gli eventi che per sei giorni seguiranno il fil rouge definito dal titolo della manifestazione: “Economia circolare e sharing economy: il Presente per un Futuro sostenibile”. Tematiche di estrema attualità, la sharing economy e l’economia circolare, rappresentano due sistemi economici innovativi che propongono alle imprese, ai professionisti, ma anche ai cittadini e alle istituzioni, dei profondi cambiamenti del proprio modo di essere e di operare e sono portatori di interessanti opportunità di business in un’ottica di sostenibilità ecologica, economica e sociale.

Appuntamento bresciano martedì 24 ottobre alle ore 19.00 con la presentazione del libro “Civiltà solare: l’estinzione fossile e la scossa delle energie rinnovabili” organizzato da Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale alla presenza del presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti, dell’autore Gianluca Ruggieri, coordinati da Carlo Piccinato, segretario generale Confartigianato Brescia.
Per il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti: “La nostra società, anche a seguito della crisi che ci ha investito per lunghi anni, si è trovata a dover affrontare un importante cambio di paradigma che sta interessando tutti: il passaggio dall’attuale modello di “economia lineare”, caratterizzata dalla produzione di “scarti” e rifiuti, ad un nuovo modello di “economia circolare”, che prevede il riuso e il riciclo di beni, risorse e avanzi di lavorazione. Un sistema che, oltre ad essere “amico dell’ambiente”, può apportare importanti benefici economici grazie ad un uso più efficiente delle risorse disponibili. Questo nuovo modello ben si coniuga con la sharing economy, la nuova forma di economia collaborativa che sta venendo avanti anche nel nostro Paese e che propone forme di consumo basate sulla condivisione e sull’utilizzo in comune di beni e risorse anziché sulla proprietà. Ne sono un esempio le piattaforme per l’uso temporaneo di beni o servizi. L’obiettivo è come sempre approfondire i temi per promuovere la diffusione della cultura e delle buone prassi e individuare opportunità di incontro e qualificazione professionale per le imprese e per i giovani”.
Una manifestazione che vede il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia e Comune di Bergamo, Confartigianato Imprese Bergamo, ANCE Bergamo, Confcooperative, l’Ordine degli Architetti, l’Ordine degli Ingegneri, Imprese & Territorio, la Camera di Commercio con l’Azienda Speciale Bergamo Sviluppo, l’Ufficio Scolastico Territoriale, l’Università, l’Associazione Cetri Tires ed UBI Banca. La novità di quest’anno è l’allargamento dei confini della Settimana per l’Energia che fa acquisire alla manifestazione una portata regionale: è stata infatti coinvolta anche Confartigianato Lombardia, la federazione regionale di Confartigianato, con sede a Milano, in collaborazione con la quale verrà organizzato l’evento di apertura che si terrà proprio nel capoluogo lombardo. Inoltre l’intero Sistema regionale delle Associazioni aderenti a Confartigianato Lombardia collabora con la Settimana per l’Energia: saranno infatti 7 gli eventi organizzati in altre province grazie all’impegno delle Confartigianato di Milano-Monza, Brescia, Varese, Lodi, Lecco e Como, compreso un evento fuori regione organizzato a Novara da Confartigianato Imprese Piemonte Orientale.
Tutti gli incontri della Settimana per l’Energia sono a ingresso libero e gratuito; sul sito www.settimanaenergia.it, è possibile consultare il programma dettagliato, in continua evoluzione, e la rassegna stampa della Settimana e registrarsi agli eventi d’interesse. È possibile seguire la Settimana per l’Energia anche su Facebook: https://www.facebook.com/ Settimanaenergia/

Cna, detrazioni fiscali edili in credito d’imposta cedibile per tutti

in Associazioni di categoria/Cna/Economia/Edilizia/Eleonora Rigotti/Partner 2/Personaggi by

Cna, detrazioni fiscali edili in credito d’imposta cedibile per tutti. Va estesa a tutti i soggetti la possibilità di trasformare le detrazioni fiscali per i lavori edili in credito d’imposta cedibile alle banche da parte di famiglie e imprese in cambio di liquidità. Già lo scorso anno CNA aveva lavorato perché tale possibilità venisse applicata; la Legge di Bilancio 2017 l’aveva, tuttavia, riservata solamente agli “incapienti”, cioè a coloro che dichiarano redditi entro le soglie della “no tax area”, e solo per i lavori di efficientamento energetico nell’ambito dei condomini. Ora, con l’avvio dell’iter di approvazione della Legge di Bilancio 2018, «a livello nazionale, e locale per quanto nelle nostre forze, CNA sta spingendo per l’ampliamento della platea di soggetti che possono beneficiare della cessione del credito d’imposta per lavori edili – dichiara Eleonora Rigotti, presidente di CNA Brescia -. È la strada maestra per consentire alle famiglie e alle imprese di ottenere liquidità per poter realizzare l’investimento sulla propria abitazione, o sull’immobile aziendale, per il quale si ha diritto all’agevolazione fiscale».

Trasformare le detrazioni in credito d’imposta cedibile avrebbe come risultato, secondo le stime di CNA, la copertura del 42,5% dell’investimento che si intende realizzare per le ristrutturazioni (invece di una detrazione del 50% spalmata su 10 anni) e del 55,2% dell’investimento per le riqualificazioni energetiche (invece di una detrazione del 65% in 10 anni). Un calcolo effettuato considerando un tasso del 3,6% per i mutui offerti dalle banche per questo tipo di spese.

Il settore edile è stato, come è noto, tra quelli che più duramente nel Bresciano è stato colpito dalla crisi. Nel 2009 erano attive nelle costruzioni 15.521 imprese artigiane; nel 2016 lo erano 13.393, un crollo del 13,7% (elaborazione Centro Studi CNA su dati Movimprese).
«Quella che stiamo chiedendo è una misura che potrebbe far ripartire gli investimenti sul patrimonio edilizio bresciano da parte di famiglie e imprese, generando opportunità di lavoro per la filiera edile, migliorando la qualità della vita delle persone e la sostenibilità ambientale del nostro patrimonio edilizio – conclude la presidente Rigotti -. È una leva potente per rimettere in moto il mercato, aprendo le porte a lavori che calzano perfettamente alla taglia delle micro e delle piccole imprese».

Dato choc: a Brescia chiuse 500 imprese artigiane all’anno

in Associazioni di categoria/Cna/Economia/Eleonora Rigotti/Personaggi/Tendenze by

La provincia di Brescia ha perso 3.695 imprese artigiane tra il 2009 e il 2016, 500 all’anno. Se nel 2009, infatti, nel Bresciano erano attive 38.557 imprese, nel 2016 lo erano 34.862. Si tratta di una contrazione del 9,6%.

«Sono dati sconfortanti, imputabili alla lunga crisi economica che il sistema paese sta attraversando – spiega la presidente di CNA Brescia, Eleonora Rigotti -. Non va però dimenticato che le imprese artigiane hanno già risposto al colpo, dimostrando capacità di adattamento, di cambiamento del proprio modello di business e di innovazione, instradandosi verso la ripresa».

Quanto riporta la ricerca del Centro Studi CNA “Le imprese artigiane in Italia Province e settori”, frutto dell’elaborazione di dati Movimprese, consente di analizzare l’evoluzione del tessuto produttivo artigiano bresciano.

Da un lato si evidenzia come, a livello settoriale, in alcuni casi la diminuzione della base produttiva artigiana sia stata determinata dalla crisi. È il caso della manifattura: da 11.158 imprese si è passati a 9.561; una contrazione del 14,3%. Nel dettaglio, il calo è stato del 22,2% nella confezione di articoli di abbigliamento (da 1.119 nel 2009 a 871 nel 2016); del 18,3% nella fabbricazione di prodotti in metallo (da 4.273 a 3.493); del 18,6% nella fabbricazione di mobili (da 349 a 284). Situazione analoga si è registrata nelle costruzioni: dal 2009 al 2016 le imprese sono diminuite di 2.128 unità, una variazione percentuale negativa del 13,7% (da 15.521 a 13.393).

In altri casi, analizza lo studio CNA, è il modello artigiano a non avere retto all’impatto della crisi, determinando una diminuzione del numero delle imprese. Nel settore trasporto e magazzinaggio, per esempio, le unità attive sono passate da 2.311 a 1.925, calando del 16,7%. È verosimile che la crisi abbia determinato una riorganizzazione del comparto, favorendo le imprese di dimensioni maggiori.
«Abusivismo ed evasione continuano a pesare sulle imprese oneste. Le imprese, artigiane e di piccole dimensioni– rimarca la presidente Rigotti – hanno la forte necessità di non continuare a subire costi burocratici e pressione fiscale eccessivi, servono semplificazione, certezza delle regole e sgravi fiscali per chi investe e trova nuove soluzioni per rispondere ad un mercato in continua evoluzione».

Ma non tutti i settori hanno sofferto, almeno quanto a numerosità di imprese. Le attività dei servizi alloggio e ristorazione sono cresciute del 10%, passando dalle 934 unità del 2009 alle 1.027 del 2016. In aumento nell’intervallo temporale analizzato anche le imprese dei servizi di informazione e comunicazione (+42,3%, da 227 a 323).

«Dalle dichiarazioni si passi finalmente all’azione e si attuino incentivi per aggregazioni e reti d’imprese, accompagnandole verso la crescita, di dimensioni e di valore aggiunto – invoca la presidente Rigotti -. Contesti nei quali le aziende possano incontrarsi, dialogare e aprirsi al confronto sono oggi molto richiesti, oltre che necessari per la nascita di collaborazioni e lavori condivisi».

 

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