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Salute - page 3

Confartigianato, Massetti: «Vacciniamoci. Più siamo, prima vinciamo»

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Dopo il vaccino di stamane a Iseo – il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti che risiede in uno dei Comuni inclusi nella “cintura sanitaria” tra le province di Bergamo e Brescia, l’appello: «Un anno fa è iniziata la nostra battaglia contro il Covid-19 e non è ancora finita, ma oggi possiamo iniziare a difenderci con il vaccino. Vaccinarci tutti ci permetterà di riprenderci la nostra quotidianità. Potremo tornare a stare in famiglia e nelle nostre comunità con più serenità, a fare impresa e lavorare con meno preoccupazioni sanitarie. Vacciniamoci. Più siamo, prima vinciamo. La vaccinazione è sicura – ma soprattutto l’unica arma per uscire dalla pandemia. Ora è necessaria una accelerazione per la vaccinazione di massa che comprenda anche agli addetti e i lavoratori delle nostre imprese: come Confartigianato abbiamo offerto al Governo la disponibilità della nostra organizzazione per contribuire alla diffusione della campagna vaccinale anche tra i lavoratori e gli imprenditori delle micro e piccole imprese utilizzando in particolare la rete della bilateralità artigiana».

Brescia arancione, Confartigianato: bene, ma non dimentichiamo le imprese

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All’annuncio della firma di un’ordinanza regionale per l’istituzione di una zona arancio rafforzata nella provincia di Brescia e in altri comuni lombardi dove l’incidenza dei casi di Covid-19 è in aumento, il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti commenta: «L’accelerazione dei contagi in queste zone preoccupa tutti, i cittadini come gli imprenditori, e siamo convinti che azioni mirate e tempestive siano la migliore arma per prevenire conseguenze peggiori, anche legate alla grande incidenza delle varianti sul totale dei casi. Ci auguriamo che, a fronte di un ulteriore sforzo richiesto a chi vive e lavora in queste zone, le Istituzioni riescano a garantire un altrettanto tempestivo intervento per supportare imprese e famiglie in questa ennesima prova contro il virus. Sosteniamo la proposta di accelerare la campagna vaccinale in queste aree, per non appesantire ulteriormente un sistema sanitario sotto stress. Ma riteniamo necessarie anche misure di indennizzo tempestive alle imprese che hanno sede in questi Comuni e vedranno scendere ancora il loro fatturato in un momento già difficilissimo: il rischio è che l’emergenza sanitaria diventi anche una sempre più grave emergenza economica».

E’ ufficiale: Brescia in zona arancione “rafforzata”: attività aperte, scuole chiuse

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Spostamenti limitati al Comune di residenza o domicilio. Scuole di ogni ordine e grado chiuse e attività commerciali aperte, anche se limitate ai residenti del Comune, fatte salve le eccezioni già note per le attività essenziali non presenti nel paese, per la spesa nel supermercato preferito nelle vicinanze e via dicendo.

A comunicarlo – secondo quanto riporta Brescia news (vi rimandiamo al sito per gli aggiornamenti e i dettagli) – è stata poco fa la vicepresidente della Regione Letizia Moratti. La nuova ordinanza regionale verrà firmata nelle prossime ore ed entrerà in vigore dalle 18. Per gli spostamenti fuori dai confini comunali – che dovranno essere giustificati da motivi di lavoro, necessità e urgenza – sarà necessaria nuovamente l’autocertificazione (qui trovate il modulo).

Vuoi imparare le basi della difesa personale? Leggi questo articolo per conoscere le basi ed iniziare oggi stesso questo percorso.

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La nostra società corre velocemente e ogni persona si districa sempre tra mille impegni differenti, ecco perché molto spesso si cerca di conciliare tutto nel più breve tempo possibile cercando di apprendere sempre più nozioni. Uno degli argomenti che ultimamente sta a cuore a molti è la difesa personale, sono centinaia le persone che hanno sentito l’esigenza, e sentono l’esigenza, di avvicinarsi a questo mondo per potersi sentire anche più tranquilli nella vita di ogni giorno. La difesa personale è però un cammino che si apprende nel tempo e che può essere fatto sia concentrandosi sullo sviluppo delle proprie capacità fisiche che sull’acquisto e l’utilizzo di strumentazione adeguata come lo sfollagente di Hesago tutto dipende da noi e da quello che vogliamo imparare e apprendere. Sicuramente la scelta dipende anche da quanto vogliamo sentirci sicuri, ma andiamo a scoprire come possiamo apprendere la difesa personale.

Le basi: un corso di difesa personale

Non possiamo pensare di comprare un’arma metterla in casa e sentirci al sicuro, se non sappiamo come utilizzarla o come difenderci averla non cambierà nulla e noi saremo comunque in pericolo. Ecco perché prima dell’acquisto di un’arma è consigliabile scegliere un corso di autodifesa. Ci sono in Italia tantissimi corsi di autodifesa che ti permettono di apprendere la difesa personale da attuare attraverso il combattimento e l’utilizzo del proprio corpo oppure seguire un corso che ci permette di apprendere un tipo di combattimento o l’utilizzo di un’arma a scopo personale per la propria difesa. La scelta su quale tipo di corso vogliamo seguire sta solo a noi e alle nostre capacità, sicuramente un corso di autodifesa che sia anche di combattimento con un unico mezzo del proprio corpo ci permette di apprendere tecniche che possiamo utilizzare in caso di aggressioni casalinghe ma anche in strada. Al contrario invece i corsi di autodifesa con le armi ci permettono di apprendere la difesa personale solamente in casa, dal momento che le armi che possiamo utilizzare a scopo di difesa personale devono essere tenute nel proprio domicilio e mai fatte uscire.

Come apprendere velocemente l’autodifesa?

Non c’è un modo di velocizzare un percorso di autodifesa perché ci sono numerosi fattori da apprendere ed informazioni da memorizzare. La parte pratica sarà poi quella più difficile perché si tratterà di sviluppare le competenze e la forza necessaria a difendersi. Possiamo però massimizzare i risultati dei nostri apprendimenti prestando attenzione a piccole cose, ecco quali:

  • Non saltare mai le lezioni del corso così da non risultare indietro nel percorso.
  • Prestare la massima attenzione quando si è al corso per apprendere ogni informazione che l’insegnante fornirà.
  • Lasciare pensieri e problemi a casa per concentrarsi realmente.
  • Allenati con chi è più bravo di te, potrà darti consigli utili.
  • Chiedi sempre una nuova spiegazione se non ti è chiaro ciò che ti è stato spiegato.
  • Ripassa ciò che hai appreso a casa.

Quali sono gli strumenti che possono essere detenuti?

Non tutte le armi sono da considerare a scopo di difesa personale, ce ne sono solo alcune e tra queste rientrano: le armi da fuoco, i taser, coltelli, pugnali, bastone telescopico, manganelli e armi bianche in genere. Per i bastoni telescopici non è necessaria alcuna autorizzazione o denuncia e sono liberamente acquistabili con lo scopo di detenerli in casa.

Zona rossa, Confartigianato: ristori per le aziende ingiustamente penalizzate

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Brescia – In merito alla collocazione errata in zona rossa della Lombardia interviene in qualità di Presidente di Confartigianato Lombardia Eugenio Massetti: «Avevano già chiarito, con una trasparente presa di posizione sabato scorso, come Confartigianato Lombardia creda che sia una assoluta priorità tutelare la salute delle persone garantendo loro anche un sistema socio-sanitario capace di rispondere, sempre, alle esigenze emergenziali. Ma avevano anche detto che era fondamentale per tutte le attività produttive e di servizio che le regole applicate fossero trasparenti e comprensibili a tutti. Era chiaro anche ai poco esperti  – e i fatti ci hanno dato ragione – fin da una settimana fa, che fossero state utilizzate formule di calcolo e dati incoerenti con la realtà e per nulla tempestivi, che avevano costretto la Lombardia in una zona rossa che non pareva del tutto giustificata. Gli imprenditori lombardi già si chiedevano perché in una Regione dove i nuovi casi avevano un’incidenza minore alla media nazionale e molto minore che in regioni limitrofe e dove il Sistema sanitario non sembrava essere in preoccupante e irrimediabile affanno, venisse adottato un provvedimento così “draconiano”. Dopo la conferma dei gravi errori che hanno bloccato la Regione Lombardia, locomotiva d’Italia, nella zona rossa, inutilmente e in modo discriminatorio rispetto ad altri territori, Confartigianato Lombardia non può che chiedere due cose molto semplici:

1. che sia fatta chiarezza sulle responsabilità vere di questi errori e se ne traggano le dovute conseguenze nel rispetto dei sacrifici fatti da tutti i cittadini;

2. che si provveda urgentemente a ristorare le attività economiche che sono state inutilmente penalizzate, senza che questo avesse effetti reali sul contenimento dell’epidemia. Lo chiediamo ancora una volta in pieno spirito collaborativo verso le Istituzioni e senza scivolamenti verso facili strumentalizzazioni, ma nella convinzione che siano entrambe priorità irrinunciabili la protezione della vita di tutti (a partire dai più fragili) e il mantenimento dell’efficienza del tessuto produttivo, che peraltro contribuisce a tenere in piedi anche i servizi essenziali come la sanità ed il sistema pubblico di Welfare. Abbiamo sempre creduto che il rigore debba essere massimo, come massima deve però anche essere la serietà. Ci attendiamo dunque, risposte rapide e soddisfacenti».

Zona rossa, Bonometti chiede regole chiare e certezza di metodo

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“Nella assoluta necessità di tutelare la salute dei cittadini e preservare la capacità di risposta del sistema socio-sanitario, chiediamo regole chiare e certezza di metodo, per favorire la programmazione”. A dirlo, in una nota, è il presidente di Confindustria Lombardia, il bresciano Marco Bonometti, che commenta così il ritorno della nostra Regione in zona rossa.

“La tempestività nella valutazione dei dati e la coerenza con il reale andamento epidemiologico devono essere le basi per orientare le scelte del Governo – incalza Bonometti –  E’ più che necessario che vengano applicati tutti gli indicatori finalizzati alla definizione del livello di rischio, compreso il criterio resilienza del Sistema Sanitario Regionale. Tutto ciò è fondamentale affinché gli operatori economici abbiano fiducia nelle decisioni assunte perché altrimenti si rischia di compromettere irreversibilmente la continuità della ripresa che stiamo faticosamente rincorrendo”.

Apindustria: pronti a fare la nostra parte per il successo della campagna vaccinale

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Nella convinzione che la soluzione della crisi sanitaria sia premessa necessaria per la ripartenza economica, Apindustria Brescia dà la propria disponibilità a collaborare a ogni livello per fare in modo che la campagna vaccinale avviata da pochi giorni sia il più rapida ed efficiente possibile. «Facciamo nostro l’invito fatto a livello nazionale dal Presidente Nazionale di Confapi Maurizio Casasco – afferma il Presidente di Apindustria Brescia, Pierluigi Cordua -. È oggi più che mai evidente che la vera chiave di volta nella lotta alla pandemia sia la massima velocizzazione nella somministrazione dei vaccini anti-SARS-covid2 ed è quindi necessario promuovere la collaborazione con i medici del lavoro e i sindacati, affinché le aziende stesse diventino degli hotspot vaccinali in grado di coadiuvare quelli già attivi». Apindustria ricorda che le imprese hanno organizzazione, spazi da utilizzare e in diversi casi anche personale adatto per aiutare la buona riuscita della campagna vaccinale: «Sarebbe un buon modo per accelerare le vaccinazioni – sottolinea Cordua -. Le istituzioni potrebbero fare la loro parte, trovando meccanismi premianti dal punto di vista fiscale o contributivo a sostegno delle aziende che si impegneranno nella campagna. Avvertiamo il desiderio di tanti imprenditori di tornare in campo a pieno ritmo e abbiamo segnali che possa esserci in tempi rapidi una ripresa dell’economia. Per farlo è però necessario risolvere la crisi sanitaria il prima possibile». 

Confindustria Brescia: per ogni dipendente 600 euro di spesa extra a causa del Covid

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  • Il dato riguarda la somma tra la spesa media a carico delle aziende per i costi di gestione (mascherine, sanificazione, disinfettanti, pulizia locali), pari a 458 euro, e per quelli “una tantum” (termoscanner, barriere protettive), che si attestano a 152 euro.
  • A evidenziarlo è la nona edizione del Booklet Economia a cura del Centro Studi, che contiene – oltre ai principali indicatori economici della Provincia di Brescia – uno specifico approfondimento sull’impatto del Coronavirus.

Brescia, 7 dicembre 2020 – Dall’inizio del lockdown, le aziende bresciane hanno speso in media 610 euro a dipendente per i costi di sicurezza legati all’applicazione del Protocollo aziendale Covid-19: il dato riguarda la somma tra la spesa media per i costi di gestione (mascherine, sanificazione, disinfettanti, pulizia locali), pari a 458 euro, e per quelli “una tantum” (termoscanner, barriere protettive), che si attestano a 152 euro.

A evidenziarlo è la nona edizione del Booklet Economia, documento realizzato dal Centro Studi di Confindustria Brescia – disponibile in formato digitale –, e contenente informazioni su tutti i principali indicatori economici bresciani aggiornati al 30 ottobre.

“I numeri raccolti dal Centro Studi di Confindustria Brescia evidenziano il forte impegno, anche economico, messo in atto dalle nostre aziende sul tema della sicurezza – commenta Giuseppe Pasini, Presidente di Confindustria Brescia –. Si tratta di un versante su cui abbiamo compiuto numerosi e importanti sforzi negli ultimi anni. Nonostante ciò, il Covid-19 ha rappresentato una sfida inedita e drammatica da affrontare. Ci siamo fatti trovare pronti: siamo stati la prima provincia in Italia a realizzare un protocollo condiviso con i sindacati per il rientro al lavoro, nello scorso mese di aprile, e abbiamo proseguito nei mesi successivi rispettando e implementando gli accordi presi. Una sfida che abbiamo vinto, come testimonia il fatto che nessuna fabbrica bresciana è divenuta focolaio dell’epidemia.”

Oltre ai principali dati economici bresciani, nel Booklet è presente un’apposita sezione dedicata all’impatto del Covid-19 sul sistema bresciano. In particolare, gli operatori interpellati hanno dichiarato, per il periodo gennaio-settembre 2020, in media un calo per­centuale del fatturato del 9% rispetto ai primi nove mesi 2019.

Riguardo alle misure di gestione del personale adottate dalle imprese in seguito all’emergenza sanitaria: l’85% degli intervistati ha dichiarato di aver utilizzato la Cassa Integrazione Guadagni; il 77% di aver introdotto o intensificato lo smart working; il 64% di aver fatto ricorso alle ferie obbligatorie; il 56% di aver ridotto le ore di lavoro; il 25% di aver rinviato le assunzioni previste; il 17% di aver fatto formazione aggiuntiva del personale; il 16% di non aver prorogato i contratti a termine.

Per quanto riguarda i costi “una tantum” (termoscanner, barriere protettive) per l’applicazione del Protocollo aziendale Covid-19, le aziende hanno dichiarato una spesa media per dipendente pari a 152 euro, con punte più elevate nei settori: legno e minerali non metalliferi (319 euro), meccanica (155) e metallurgia (187). Tra le classi dimensionali, la spesa risulta più elevata per le piccole imprese (179 euro) e per le medie (167), rispetto alle micro e a quelle di maggiore dimensione.

In merito ai costi di gestione (mascherine, sanificazione, disinfettanti, pulizia locali) per l’applica­zione del Protocollo aziendale Covid-19, gli operatori hanno dichiarato di dover sostenere, dall’inizio del lockdown fino alla fine di quest’anno, una spesa media per dipendente pari a 458 euro, con costi più elevati nell’alimentare (607 euro), legno e minerali non metalliferi (475), meccanica (480) e, a livello dimensionale, nelle piccole (501 euro) e medie aziende (477).

Tecnologie Digitali vs Covid: le soluzioni per convivere con il presente

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La gestione dell’emergenza portata dal Covid 19 richiede non solo una risposta sanitaria ma soprattutto sociale. Il primo problema è quello di limitare i contatti pur garantendo una qualità della vita accettabile della popolazione anche per limitare una crisi economica non più sostenibile. Accedere ad un ufficio, frequentare una scuola e collaborare con i propri colleghi sul lavoro erano solo un anno fa attività facenti parte della nostra normalità ma in questa nuova situazione diventano una fonte di pericolo.  

Da sempre la gestione delle malattie infettive respiratorie facilmente trasmissibili non è mai stato un compito banale: basti pensare che l’influenza pur con i vaccini colpisce mediamente circa 8 milioni di persone in Italia ogni anno. Consideriamo che Covid 19 ha un tasso di riproduzione Rt circa tre volte superiore all’influenza.

Applicare sempre le buone pratiche che abbiamo imparato a conoscere come l’uso del distanziamento sociale e della mascherina presenta nella prassi delle difficoltà perchè non è semplice tenere per un lungo periodo ed in condizione di stress da “pandemic fatigue” la soglia d’attenzione alta di tutta la popolazione. 

Le tecnologia può essere un supporto in questo difficile momento con una serie di sistemi basati sull’Intelligenza Artificiale che ci aiutano a tenere sempre i comportamenti più corretti. 

Paesi asiatici come Giappone, Corea del Sud e Taiwan che hanno gestito la crisi sanitaria con livelli di contagio molto più bassi rispetto all’Europa hanno fatto massiccio uso di questa strategia tecnologica. Vediamo attraverso quattro esempi come la tecnologia può aiutare a convivere con il nostro presente:

ORGANIZZARE L’ACCESSO AI MEZZI PUBBLICI

Per identificare il numero di utenti e determinare i livelli di occupazione, può inoltre essere utilizzata una soluzione software disponibile su tablet, smartphone o altri dispositivi, al fine di garantire una facile comprensione da parte degli autisti dei mezzi. Tali componenti, insieme, garantiscono il monitoraggio delle persone che salgono e scendono dal mezzo e dei posti occupati sul numero dei posti disponibili. La sensoristica on-board può essere composta da telecamere, ricevitori satellitari, lettori e altri dispositivi utili alla rilevazione e all’invio dei dati ad un server in cloud. Questo garantisce l’elaborazione dei dati per fornire al conducente le informazioni necessarie alla gestione di eventuali problemi, come il sovraffollamento e le distanze di sicurezza non rispettate. Possono essere integrate anche le eventuali strumentazioni già presenti sul mezzo, utilizzabili a supporto del sistema.

CONSENTIRE IL RITORNO A SCUOLE E UNIVERSITÀ

Smart Campus è l’app ufficiale dell’Università della Calabria creata da alcuni spin-off di Unical tra cui Somos. Con Smart Campus Docenti e Studenti potranno gestire il ritorno in aula in tutta sicurezza e direttamente dal dispositivo mobile. I docenti potranno creare i corsi, le lezioni e tutte le attività legate al Campus per consentire agli studenti l’accesso rapido alle informazioni.Gli studenti potranno accedere alle informazioni dei corsi, prenotarsi alle lezioni e accedere agli spazi universitari attraverso la scansione di qr code che identificano le aule. La piattaforma verifica la disponibilità dei posti in aula in tempo reale e garantisce la sicurezza all’interno del Campus universitario. Questo modello consente di organizzare al meglio la presenza di molte persone all’interno di un’area comune come anche un’istituto scolastico o degli uffici comunicali.

PREVENIRE GLI ASSEMBRAMENTI NEGLI SPAZI CHIUSI

Un software “anti assembramento” collegato alle telecamere presenti in uno spazio chiuso, rileva e segnala in automatico gli affollamenti: è una nuova possibiel soluzione tecnologica di cui si ci si può dotare per combattere il Covid-19. Il sistema puà essere installato in stazioni, aereoporti, edifici pubblici.  Questo software, in modo automatico, fornisce una rappresentazione grafica dei livelli di affollamento delle aree monitorate  In caso di criticità, gli operatori possono essere allertati e vedere direttamente le immagini delle telecamere per verificare l’assembramento: invitando così da remoto le persone, attraverso dispositivi acustici, a fare maggiore attenzione alle distanze.

CONTROLLARE IL DISTANZIAMENTO  CON DEI WRISTBAND

I wristband sono dei dispositivi indossabili che avvisano l’utente se questo si avvicina troppo a un’altra persona. Entrambi i soggetti devono ovviamente indossare il device perché il sistema funzioni. Per questo è consigliabile adottare il sistema in luoghi “controllabili”, come aziende, stabilimenti balneari, biblioteche e così via: il wristband sarà di conseguenza fornito a ogni singola persona che vorrà entrarci. I vari dispositivi, per poter dare l’allarme, si devono “parlare”; perché ciò avvenga, di solito viene utilizzato un sistema Bluetooth a bassa potenza, come quello adottato dall’app Immuni. Questo permette di avere misurazioni precise e un basso consumo energetico.

Il 10 Dicembre si svolgerà un webinar organizzato in maniera congiunta dalle società SOMOS e Neosperience dedicato alla presentazione di soluzioni tecnologiche utili a supportare soggetti pubblici e privati nella lotta alla pandemia, in particolare aiutandoli nel monitoraggio dei comportamenti su mezzi di trasporto, nei luoghi di ritrovo e di lavoro. Saranno raccontati inoltre alcuni dei casi d’uso pratici e i successi ottenuti sul campo. 

A questo link si può effettuare l’iscrizione: https://us02web.zoom.us/webinar/register/8516057107759/WN_v4Nah7e-TxGIKtMt45I9ig

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Coronavirus, ecco il manifesto delle categorie imprenditoriali della Provincia di Brescia

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LE ASSOCIAZIONI IMPRENDITORIALI BRESCIANE HANNO SOTTOSCRITTO UN MANIFESTO UNITARIO PER PRENDERE POSIZIONE SUL CORONAVIRUS E CHIEDERE AZIONI CONCRETE A GOVERNO E REGIONE. LO PUBBLICHIAMO IN MANIERA INTEGRALE:

La salute e la tutela sanitaria della comunità locale oggi sono e devono restare la priorità dell’agire quotidiano.

Ne sentiamo la responsabilità; come nei mesi scorsi, intendiamo contribuire alla salvaguardia e alla tutela delle persone, rispettando le indicazioni contenute nel DPCM del 4 novembre.

Invitiamo tutti a fare altrettanto: rispettiamo scrupolosamente le prescrizioni previste dal DPCM perché questo contribuirà a limitare la diffusione del virus.

Testimoniamo con i fatti, quindi con i comportamenti e i dati sanitari, che Brescia non può e non deve essere individuata tra le zone rosse del Paese.

Per questo abbiamo preso atto, responsabilmente seppur con stupore, della decisione Governativa di classificare la provincia di Brescia all’interno della zona rossa lombarda.

Lo abbiamo fatto nonostante siamo pienamente consapevoli dell’impatto che una simile decisione determinerà in generale sul sistema delle imprese locali, già duramente provate dal precedente lockdown e dall’innegabile crollo dei consumi.

Lo facciamo perché siamo consapevoli che non ci potranno essere occupazione e lavoro, benessere e consumi, se non si tornerà ad una situazione sanitaria sicura e stabile, tale da ridare fiducia alla gente, consentendole di tornare ad una vita normale, senza limitazioni di mobilità, orari e socializzazione.

Siamo seriamente preoccupati per le conseguenze sociali, economiche, per il crescente disagio sociale che giorno dopo giorno registriamo in un territorio già profondamente ferito dal lockdown di inizio anno.

La nuova ondata della crisi Coronavirus, infatti, sta producendo un ulteriore shock sul benessere sociale e sulle attività economiche della nostra provincia, spesso in modo irrimediabile.

Chiediamo al Signor Ministro della Salute e al Governatore della Regione di condividere sin d’ora i 21 elementi che determinano la scelta per la zonizzazione del territorio, al fine di poter spiegare a tutti i nostri interlocutori lo stato di fatto.

Chiediamo anche che si passi dalla zonizzazione di perimetro regionale ad una con criterio provinciale, laddove i 21 indici sanitari dimostrino che l’area bresciana non si caratterizza con lo stato di crisi sanitaria di massima gravità.

Pretendiamo altresì che dalle parole si passi ai fatti, traducendo le promesse fatte dal Governo e dal Presidente del Consiglio in veri, tangibili ed automatici ristori per tutti coloro i quali oggi devono abbassare le serrande senza certezze per il futuro, per le filiere collegate e per chi lavora in tali attività. Ci aspettiamo che le possibili soluzioni arrivino in tempi brevi, considerate la gravità della situazione e l’importanza di fornire alle imprese risposte chiare ed immediate.

Parimenti ci attendiamo che tutti gli Enti Locali sospendano l’esazione di tutti i tributi locali a carico delle imprese nuovamente fermate dal lock down e di tutte quelle che, essendo in filiere di queste, vedono le loro attività ridursi drasticamente.

Specificatamente e con vigore chiediamo all’Amministrazione finanziaria di permettere a tutte le attività lese dall’ultimo decreto, di derogare i termini del versamento degli acconti di tutte le imposte nazionali posticipandoli ad aprile 2021, come già concesso dal cosiddetto “Decreto agosto” per le attività colpite dalla prima ondata.

Parimenti, chiediamo con fermezza che la Pubblica Amministrazione rispetti i tempi di pagamento verso il privato e limiti al massimo le disfunzioni burocratiche derivanti da una non corretta modalità di accesso agli uffici e di organizzazione dello smart working.

Auspichiamo inoltre che il Sistema bancario sia alleato dell’impresa locale, assicurandole liquidità e flessibilità nella gestione della gestione dei flussi finanziari

Se non ci sarà l’impegnò di tutti, Istituzioni e sistema bancario in primis, assisteremo alla scomparsa di una parte significativa del sistema bresciano d’impresa.

A tutti, in questo momento, spetta il dovere di sostenere la filiera d’impresa locale, attivando ogni iniziativa che possa difendere questo patrimonio, per traghettarlo aldilà di questa fase di grande incertezza, proiettandolo verso una nuova dimensione di sviluppo economico-sociale.

ANCE – COLLEGIO COSTRUTTORI EDILI
APINDUSTRIA
ASCOM – ASSOCIAZIONE COMMERCIANTI – CONFCOMMERCIO
ASSOCIAZIONE ARTIGIANI
ASSOPADANA
CIA – CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI EST LOMBARDIA
CNA – CONFEDERAZIONE NAZIONALE DELL’ARTIGIANATO 
COLDIRETTI BRESCIA – FEDERAZIONE PROVINCIALE COLDIRETTI BRESCIA
CONFAGRICOLTURA – UNIONE PROVINCIALE AGRICOLTORI
CONFARTIGIANATO IMPRESE BRESCIA E LOMBARDIA ORIENTALE
CONFCOOPERATIVE BRESCIA
CONFESERCENTI DELLA LOMBARDIA ORIENTALE CONFINDUSTRIA BRESCIA
FAI – FEDERAZIONE AUTOTRASPORTATORI ITALIANA
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