Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Economia - page 53

Notizie economico-finanziarie di Brescia e Provincia

Promotica acquista così il 3% di Goodify Società Benefit

in Economia/Solidarietà by

Promotica S.p.A – agenzia loyalty specializzata nella realizzazione di soluzioni marketing atte ad aumentare le vendite, la fidelizzazione e la brand advocacy – ha concluso un accordo con Goodify Srl Società Benefit, finalizzato ad acquisire il 3% della Società, sostenendo così il loro progetto sociale.

La scelta di supportare un’iniziativa solidale di comprovato successo si inserisce nel più ampio obiettivo aziendale in materia di sostenibilità di Promotica, confermato anche dalla recente approvazione del primo Bilancio di Sostenibilità della storia aziendale (cfr. comunicato stampa). Goodify e Promotica condividono infatti la volontà di generare un impatto positivo significativo, Goodify in qualità di prima fintech italiana dedicata al social goodness, Promotica promuovendo e supportando iniziative di carattere benefico e sociale ed adottando in prima persona un approccio sostenibile.

In particolare, Goodify è nata a Bolzano dall’intuizioni di tre amici che hanno ideato un nuovo modello di economia a impatto positivo, in grado di rendere il mondo un luogo migliore attraverso gli acquisti di tutti i giorni. La missione di Goodify è quella di unire migliaia di imprese con migliaia di non profit per permettere a milioni di consumatori di sostenere la propria causa preferita attraverso gli acquisti di tutti i giorni. Da questo obiettivo, è stata ideata e sviluppata la piattaforma tecnologica che rappresenta un punto di incontro tra aziende, consumatori e non profit. Società Benefit dal 2018, Goodify ad oggi ha impattato su oltre 10.893 non profit beneficiarie, attraverso più di 44.000 consumatori attivi, per una cifra complessiva di circa 200.000 Euro di donazioni raccolte.

Diego Toscani, Amministratore Delegato di Promotica, ha così commentato: “Annunciamo con entusiasmo il nostro sostegno a Goodify, con il quale ci siamo trovati da subito allineati per i valori di solidarietà e l’impegno verso il sociale che condividiamo. Goodify rappresenta l’esempio per eccellenza di una realtà che unisce business e solidarietà nel migliore dei modi, utilizzando la tecnologia per raggiungere uno scopo sostenibile e promuovere buone pratiche, semplificando e rendendo accessibili le donazioni charity. Da sempre, includiamo nei progetti di sviluppo aziendali le nostre azioni sostenibili e solidali, stiamo portando avanti un percorso di Corporate Social Responsibility e abbiamo recentemente approvato il nostro primo bilancio di sostenibilità, con la finalità ultima di arricchire e consolidare il nostro operato ESG; il sostegno a Goodify rappresenta un ulteriore tassello di questo impegno”.

Paolo Plebani, CEO e Founder di Goodify Società Benefit, ha aggiunto: “Siamo onorati ed entusiasti di avere Promotica nella nostra compagine societaria. Con il suo arrivo finisce di fatto la nostra fase di startup e prende vita la Giving Economy made in Italy: Let’s Goodify the world!”.

Lombardia, nel primo quadrimestre del 2022 quasi 70mila beni all’asta

in Economia/Tendenze by

Nei primi quattro mesi del 2022 in Italia quasi 69.000 immobili sono stati venduti tramite asta giudiziaria, oltre il 13% in più dello stesso periodo del 2021, per un valore complessivo dell’offerta minima di partenza pari a 11,5 miliardi di euro. Questa la prima evidenza che emerge dall’osservatorio di Cherry Brick, servizio che monitora le opportunità di investimento tra gli immobili all’asta.

Nel Centro Italia un quarto degli immobili all’asta – I lotti messi all’asta tra gennaio e aprile di quest’anno fanno riferimento, per quasi il 58%, a immobili di tipo residenziale e per circa il 19% commerciale, mentre il 3% appartiene alla tipologia industriale e il restante 20% ad altra categoria. La Lombardia è la regione italiana in cui è concentrato il 14% degli immobili, 9640, seguita da Sicilia (7923) e Lazio (7136). A livello macro-territoriale, invece, il 26% è localizzato in Centro Italia, il 22% nel Nord Ovest e nel Sud, il 17% nelle Isole e il 13% nel Nord Est. Tra le città, Roma è la prima per numero di beni andati all’asta, 1547, valore pari al triplo della seconda, Palermo (550), e a quasi quattro volte quello di Milano (434), che si posiziona al quinto posto. I tribunali che hanno gestito il maggior numero di aste sono Milano e Roma, rispettivamente con 2115 e 2097 vendite pubbliche, seguiti da Catania, Bergamo, Cagliari, Ancona, Perugia, Velletri, Brescia e Macerata: complessivamente questi tribunali hanno seguito più del 20% delle aste svoltesi in Italia.

Base d’asta, nel Lazio il valore medio più alto – La base d’asta media delle vendite svoltesi nel primo quadrimestre del 2022 ammonta a 166.000 euro. Per gli immobili residenziali, in particolare, tale valore è pari a 141.000 euro, a 173.000 per gli immobili commerciali, 636.000 per gli immobili industriali e 638.000 per gli impianti sportivi. Il Lazio è la regione in cui sono localizzati i lotti il cui valore minimo all’asta è stato mediamente più alto, pari a 277.000 euro, seguita da Sardegna (228.000) e Trentino – Alto Adige (213.000). Oltre a queste tre regioni, registrano una base d’asta superiore alla media nazionale i lotti ubicati in Toscana, Emilia-Romagna, Veneto, Basilicata, Campania e Umbria; dall’altro lato della classifica, agli ultimi tre posti, figurano invece Molise (120.000 euro), Calabria (106.000 euro) e Piemonte (97.000 euro). Tra le prime dieci città per numero di lotti all’asta, il valore di partenza mediamente più alto è a Roma, pari a 740.000 euro, seguita da Sassari (590.000 euro) e da Milano (320.000 euro). Tra i comuni con più di 50.000 abitanti, gli immobili sono stati messi all’asta a un prezzo di base mediamente pari a 201.00 euro: a Matera, in particolare, si registra il valore medio più alto, pari a 875.000 euro, superiore a quello di Roma e Castellammare di Stabia (698.000 euro). Andando nel dettaglio, nei comuni con più di 500.000 abitanti la base di prezzo media dei lotti venduti all’asta è pari a 260.000 euro, in quelli con popolazione tra 250.000 e 500.000 ammonta invece a 180.000 euro, mentre nelle città che hanno tra i 100.000 e i 250.000 abitanti, è di 222.000 euro; tra i comuni, infine, con più di 50.000 e fino a 100.000 residenti, il valore si attesta a 192.000 euro.

Nuove aste pubblicate, Roma prima in Italia – Tra l’1 gennaio e il 30 aprile 2022, sono stati pubblicati nel Portale Vendite Pubbliche nuovi avvisi d’asta per oltre 72.000 lotti, costituiti, per circa il 58%, da immobili residenziali, per quasi il 19% da immobili commerciali; appena il 3% è riferibile alla tipologia immobili industriali, mentre il restante 20% afferisce ad altra categoria. Il 14% degli immobili è localizzato in Lombardia, il 12% in Sicilia e circa il 10% nel Lazio, mentre a livello territoriale la maggior concentrazione è nel Centro Italia (25%), seguito da Nord Ovest e Sud (23%), Isole (17%) e Nordest (12%). Tra le città, invece, Roma è la prima in Italia per numero di immobili oggetto di nuovo avviso d’asta, 1580, il 250% in più rispetto alla seconda, Napoli (632), e più del 300% in più di Milano (456). Per quanto riguarda i tribunali, infine, i primi dieci per numero di aste pubblicate sono Milano, Roma, Catania, Bergamo, Cagliari, Ancona, Perugia, Brescia, Velletri e Napoli, che complessivamente registrano il 20% delle procedure censite in tutta Italia.

Il colosso Breville acquista la bresciana Gemme Italian Producers

in Economia by

Doppio passaggio di consegne per la storica azienda bresciana Gemme Italian Producers Srl con base a Castegnato (Brescia), proprietaria del marchio Lelit di elettrodomestici e macchine da caffè prosumer, e di Seriveneta Srl di Vicenza, affermata nell’ambito della lavorazione di laminati serigrafati.

Il 1 luglio Gemme Italian Producers srl ha infatti conferito tutte le attività nella nuova società italiana ‘LELIT srl a socio unico’ (€ 39.307.735 registrati nel bilancio di esercizio 2021), cedendola al 100% al colosso australiano Breville Group limited per un valore di 111,7 milioni di euro; la somma verrà pagata per una parte in contanti e per l’altra in azioni. Prodotti, organizzazione e anagrafica restano LELIT, che ora finalmente identifica sia il marchio sia l’azienda.

L’operazione è stata perfezionata con il contributo legale di Orrick, con le sedi di Milano e di Roma, e con il contributo amministrativo fiscale dello Studio Malchiodi di Brescia, storico partner di Gemme.

La cooperazione tra le due realtà – la bresciana e l’australiana – ha già preso avvio con grande entusiasmo del team di esperti italiani, fin da subito apprezzato dal Breville Group limited, in particolare perché oltre a garantire l’accesso a maggiori risorse, l’accordo prevede la sinergia con un laboratorio di R&D per ampliare la gamma prodotti in modo significativo e migliorare quelli già presenti. La collaborazione con Breville Group limited consentirà dunque la realizzazione di ambiziosi piani di sviluppo oltre a rendere possibile l’accesso all’infrastruttura di vendita globale del colosso australiano.

LA STORIA DI GEMME

Si arricchisce così e si proietta in un futuro di brillante espansione la lunga fortunata storia dell’industria di Castegnato. Tutto ha inizio nel 1986, grazie all’intuizione dei coniugi Maria Bellini ed Edoardo Epis che danno avvio alla loro avventura imprenditoriale producendo sistemi stiranti, con il marchio L’Elettrodomestico Italiano. Successivamente, entrano a far parte dell’impresa di famiglia i quattro figli degli Epis, Emanuele, Giorgio, Marco e Mauro, che, estendendo la produzione al mondo del caffè, apportano all’azienda un respiro fortemente internazionale. Nel 1998 viene fondata la Gemme Italian Producers Srl e nel 2002 nasce il marchio LELIT.

Gemme Italian Producers è arrivata a vantare una posizione di spicco nel mercato di riferimento e una presenza consolidata a livello globale con forte trend di crescita degli ultimi tempi: nel 2020 l’azienda ha registrato un incremento di fatturato dell’82% rispetto al 2019 e nel 2021 del 65% rispetto al 2020. Un risultato positivo confermato anche dall’EBITDA, che è incrementato del 92% rispetto a quello del 2020 (passando da 3.003.699 € a 5.774.662 €) e dai dati relativi all’utile netto che ha registrato un +153% (4.597.164 € nel 2021 rispetto a 1.814.988 € nel 2020) e al patrimonio netto che è aumentato di oltre il 62% (passando di fatto da 7.299.354 € nel 2020 a 11.896.518 € nel 2021).

Al top le vendite 2021, che hanno registrato dati positivi per tutta la gamma di prodotti: dalle macchine da caffè, +59% (57.574 prodotti venduti nel 2021 rispetto a 36.133 nel 2020), ai macinacaffè, +28% (12.568 venduti nel 2021 in confronto ai 9.808 nel 2020), fino ai sistemi stiranti, +42% (18.490 venduti nel 2021 raffrontati ai 13.014 nel 2020). Costante segno + pure per Seriveneta srl, che nel 2021 ha registrato un fatturato di 7.983.444 €, aumentato di oltre il 61% rispetto a quello del 2020.

Regione, 1,5 miliardi di euro in tre anni per il piano casa

in Economia/Edilizia/Istituzioni/Regione by

È di oltre un miliardo e mezzo di euro la somma per il Piano regionale dei Servizi abitativi per il triennio del 2022-2024. Il provvedimento, approvato dalla Giunta, è stato illustrato oggi dal presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana e dall’assessore alla Casa e Housing sociale, Alessandro Mattinzoli. Ora passerà al vaglio del Consiglio regionale per la definitiva approvazione.

FONTANA: OBIETTIVO UNA MIGLIORE QUALITA’ DELLA VITA – “Un intervento importante – ha commentato il presidente Fontana – che ha come principale scopo quello di ristrutturare e riorganizzare il patrimonio esistente. In questo modo vogliamo valorizzare gli immobili, ad esempio anche grazie ai lavori di efficientamento energetico, ma anche puntare su progetti di rigenerazione urbana in grado di migliorare la qualità della vita e la sicurezza di chi abita in questi edifici. Un’azione, dunque, che ha una valenza sia sociale, sia ambientale”.

Il presidente Fontana, poi, ha voluto sottolineare “come questo Piano sia stato realizzato con un confronto costante che ha coinvolto l’Associazione dei Comuni della Lombardia e i sindacati, con un’attenzione particolare rivolta a misure di welfare, come i contributi all’affitto o la ‘premialità’ per quegli inquilini, in particolare anziani, che hanno sempre pagato quanto dovuto”.

MATTINZOLI: FAMIGLIA AL CENTRO DEL NOSTRO PROGETTO  – “Le peculiarità di questo piano – ha spiegato Mattinzoli – sono innanzitutto le assegnazioni rapide, la riqualificazione e la rigenerazione degli spazi comuni. Questi interventi, in spazi comuni, fanno comprendere quanto la città possa essere inclusiva e attrattiva. Giusta e doverosa, poi, un’attenzione che deve diventare maniacale, per le fasce più fragili e per gli anziani. Il tutto anche attraverso il recupero della legalità e la presenza delle istituzioni. Regione Lombardia, con il miliardo e mezzo messo in campo, ha dimostrato di voler rimettere la casa al centro dell’agenda politica e con la casa, la famiglia e la persona”.

Il piano si basa su 5 assi: Sostenibilità, Welfare abitativo, Cura del patrimonio, Rigenerazione urbana, Housing sociale.  Le risorse totali a disposizione sono di 1.537,2 milioni di euro. Di queste 363.5 milioni sono stanziate da Regione Lombardia, 934.6 milioni dal Pnrr, 192.7 milioni dallo Stato e 46.4 milioni dall’UE.  I fondi saranno gestiti per la maggior parte da Regione (oltre un miliardo) e il resto da Aler ed Enti locali.

CURA del PATRIMONIO (736,7 MILIONI) – Sull’asse ‘Cura del patrimonio’ 736.7 milioni di euro. Saranno impiegati per piani di manutenzione, abbattimento di barriere architettoniche con il recupero di 150 appartamenti ed altrettanti ascensori, ristrutturazione di 6.000 alloggi sfitti, riqualificazione energetica di 11.000 case.

RIGENERAZIONE URBANA (512,1 MILIONI) – Per la rigenerazione urbana sono previsti 512,1 milioni di euro per riqualificare – attraverso il Pinqua -2.499 alloggi, di cui 889 di Aler. Altri 457 appartamenti di Aler e Comuni saranno invece ristrutturati grazie al Programma Cipe. Da evidenziare che saranno ‘rimessi a nuovo’ 244 alloggi di via Bolla a Milano. 

WELFARE ABITATIVO (210,1 MILIONI) – Per il ‘Welfare abitativo’ 210 milioni di euro destinati a: contributi all’affitto per gli inquilini del mercato privato (30 mila i nuclei che ne beneficeranno nel  triennio 2022-2024) e per quelli delle case popolari (40 mila famiglie sempre per lo stesso periodo); rafforzamento dei progetti C.A.S.A. (Centri Aler per i servizi abitativi) quindi dei Community manager e degli ambulatori. Questi fondi serviranno inoltre per ‘premiare’ gli anziani che hanno sempre onorato l’affitto.  

HOUSING SOCIALE (52 MILIONI) – Le risorse per l’housing sociale ammontano a 52 milioni di euro. Fra gli obiettivi: contributi per il recupero del patrimonio immobiliare non utilizzato per metterlo a disposizione a canoni calmierati e programmi di edilizia universitari. Previsti almeno 1.000 nuovi posti alloggio e riqualificazione di altri 700 per gli studenti. 

SOSTENIBILITÀ (26,3 MILIONI) – Alla ‘Sostenibilità’ sono destinati 26.3 milioni di euro che verranno utilizzati per semplificare le procedure di assegnazione e per sostenere le Aler in caso di morosità incolpevole degli inquilini e di quelli con Isee molto basso. 

Durante la conferenza stampa è stato anche spiegato che sono state oltre 41.000 le domande per i Servizi abitativi pubblici nel 2021, di queste circa 12.000 a Milano città. Oltre l’85% ha un Isee inferiore a 8.000 euro e 2.700 famiglie hanno un componente con disabilità motoria.  (LNews)

Grazioli Holding entra in Promotica con l’1%

in Economia/Tendenze by

Promotica S.p.A. (EGM: PMT) – agenzia loyalty specializzata nella realizzazione di soluzioni marketing atte ad aumentare le vendite, la fidelizzazione e la brand advocacy quotata su Euronext Growth Milan – comunica che in data odierna Grazioli Holding S.r.l. (società riconducibile a Michele Grazioli, già membro del Consiglio di Amministrazione di Promotica) da una parte, e dall’altra Dieci.Sette S.r.l. (società interamente posseduta da Diego Toscani) si sono accordate affinché, quest’ultima, proprietaria alla data odierna di 13.100.000 azioni ordinarie, pari all’81,52% del capitale sociale di Promotica S.p.A., ceda, entro il 30 giugno 2022, a Grazioli Holding S.r.l. n. 175.000 azioni ordinarie Promotica (pari a circa l’1,09% del capitale sociale di Promotica) ad un prezzo di 3,00€ cadauna, per un controvalore complessivo pari a € 525.000,00.

Si precisa che, per dare esecuzione all’operazione in oggetto, Integrae SIM S.p.A., Euronext Growth Advisor di Promotica S.p.A., ha autorizzato lo svincolo parziale dell’impegno di inalienabilità assunto in data 30 marzo 2021 da Dieci.Sette S.r.l. nei confronti dell’Euronext Growth Advisor, limitatamente alle n. 175.000 azioni ordinarie Promotica oggetto di cessione, a fronte del subentro in tale accordo da parte di Grazioli Holding S.r.l. per n. 175.000 azioni ordinarie Promotica, con durata sino al 36° mese successivo alla data di inizio delle negoziazioni di Promotica, avvenuto il 27 novembre 2020. L’operazione è prevista realizzarsi entro il 30 giugno 2022.

Diego Toscani, Amministratore Delegato di Promotica, ha commentato: “La decisione di investire in Promotica da parte di Michele Grazioli, attraverso la sua Holding, rappresenta per noi un motivo di orgoglio, vista la sua esperienza e il suo standing nell’ambito dell’intelligenza artificiale. L’ulteriore rafforzamento del legame tra Promotica e Michele Grazioli, già membro del Consiglio di Amministrazione, evidenzia un’elevata valenza strategica e costituisce un’ulteriore opportunità di crescita e consolidamento del business.”.

Sulla base delle informazioni riportate, la Società comunica che al perfezionamento dell’operazione di cessione, previsto entro il 30 giugno 2022, l’azionariato di Promotica S.p.A. risulterà essere il seguente:

Azionista Numero di Azioni Ordinarie Partecipazione (%)
Dieci.Sette S.r.l.1 12.925.000 80,43%
Giochi Preziosi S.p.A. 500.000 3,11%
Grazioli Holding S.r.l.2 175.000 1,09%
Mercato 2.469.989 15,37%
Totale 16.069.989 100,00%

Camera di commercio, ecco gli eventi della settimana

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia/Eventi by

Pubblichiamo, come di consueto, il calendario degli eventi promossi dalla Camera di Commercio di Brescia e provincia.

74/22 – Pagamento Diritto annuo 2022

Si ricorda che le imprese già iscritte al Registro delle imprese al 1° gennaio 2022 devono corrispondere il diritto annuale per la sede legale e per le unità locali alla C.C.I.A.A. competente per territorio, utilizzando il modello F24, entro il termine previsto per il pagamento del primo acconto delle imposte sui redditi.
Per maggiori dettagli consultare il sito camerale www.bs.camcom.it – Registro Imprese – Diritto annuale

75/22 – “L’accesso al credito per le micro e piccole imprese – Il sistema delle Banche di Credito Cooperativo bresciane”- Webinar 7 luglio

La Camera di Commercio di Brescia, nell’ambito del ciclo di incontri finalizzato all’approfondimento dell’evoluzione dei modelli organizzativi della gestione d’azienda, in ottica di prevenzione dell’insolvenza e della crisi d’impresa, organizza per il prossimo 7 luglio dalle ore 17 il webinar “L’accesso al credito per le micro e piccole imprese – Il sistema delle Banche di Credito Cooperativo bresciane”.
La partecipazione è libera e gratuita, previa iscrizione al link presente sulla locandina al sito camerale www.bs.camcom.it – Tutela e regolazione del mercato – Servizi di composizione delle controversie e delle situazioni di crisi

76/22 – “L’economia circolare – gestire le fonti rinnovabili e la dichiarazione non finanziaria ai test green” – Webinar 11 luglio

La Camera di Commercio di Brescia e la sua Azienda Speciale Pro Brixia, in collaborazione con Unioncamere Lombardia, organizzano il seguente webinar gratuito per il prossimo 11 luglio, dalle ore 9.30 alle ore 12.30.
Maggiori informazioni e link di iscrizione al sito camerale www.bs.camcom.it – Home Page – Progetti ed eventi

77/22 – Fatturazione elettronica

La fatturazione elettronica è un servizio gratuito e sicuro progettato per rispondere alle esigenze delle pmi, per una conservazione delle fatture online senza limiti di spazio e nel rispetto della riservatezza.

L’accesso avviene tramite SPID o CNS.

Maggiori informazioni al sito Fattura elettronica

78/22– Libri digitali

Affidando i libri di impresa alla Camera di Commercio

si possono conservare digitalmente, a norma, con pieno valore legale e massima garanzia di sicurezza e riservatezza del dato.

Maggiori informazioni al sito libridigitali.camcom.it.

Gi Group: 100 assunzioni in Lombardia

in Economia/Lavoro by
Donne e lavoro, foto generica da Pixabay

Oggi i candidati prima di inviare il CV scorrono il doppio delle offerte di lavoro rispetto al 2019 e i costi per le aziende necessari per ottenere una candidatura sono aumentati di oltre il 50% rispetto all’anno scorso. Sintomi del dinamismo che contraddistingue il mercato del lavoro in Italia e dell’aumentata competitività tra aziende: i rifiuti dopo l’accettazione di un’offerta di lavoro sono passati da 1 su 10 a 4 su 10 e le contro-offerte delle aziende sono passate da 3 su 10 a 6 su 10. La colpa? Sicuramente di un elevato candidate shortage che sta appunto mettendo a dura prova la capacità delle aziende di attrarre e trattenere i talenti.

A questo si aggiungono anche le mutate priorità dei candidati: se nel 2020 il principale driver per cambiare lavoro erano questioni economiche e retributive, oggi queste sono scese al terzo posto e al primo troviamo il bilanciamento tra vita professionale e famigliare.

Tutto ciò delinea un mercato del lavoro fortemente candidate-driven, dove diventano fondamentali competenze come saper interpretare e rispondere a esigenze sempre più sfidanti, aiutando e orientando i candidati a scegliere e supportando le aziende a dotarsi dei migliori talenti. Sono proprio queste skill che Gi Group, la prima agenzia per il lavoro italiana, ricerca al fine di inserirle in organico, a seguito anche di una crescita: +34% della domanda a oggi rispetto al 2021 nella Regione, dove ha il suo headquarter ed è presente con 52 filiali.

Delle oltre 300 posizioni aperte in tutta Italia, sono circa 100 quelle ricercate nella sola Lombardia: Responsabili Ricerca & Selezione, Technical Consultant, Sales Account e Responsabili Amministrativi. I requisiti? Essere creativi e flessibili, possedere un approccio consulenziale e orientato agli obiettivi, oltre ad avere capacità organizzativa e di team building. Richiesta possibile laurea in economia o materie umanistiche e conoscenza della lingua inglese.

“In un periodo come questo dove il mercato del lavoro è estremamente sfidante e dove le aziende faticano a trovare risorse di valore, il ruolo delle agenzie per il lavoro come Gi Group è fondamentale – commenta Giuseppe Beretta, Regional Business Director di Gi Group – Entrare in Gi Group significa avere la possibilità di essere dei veri e propri “Lifechanger” e fare la differenza nella vita delle persone con il proprio lavoro. E significa farlo in una realtà solida, con prospettive di crescita anche internazionali e con piani di formazione personalizzati proposti da b*right, la nostra Corporate University.”

I candidati verranno assunti direttamente in Gi Group, società di Gi Group Holding, la multinazionale italiana specializzata nelle risorse umane presente in 29 Paesi che ha chiuso il 2021 con un fatturato di 3,3 miliardi di euro. Un’organizzazione giovane – età media 35 anni – e molto diversity oriented – oltre il 70% di occupazione femminile – molto attenta alla diffusione e condivisione dei propri valori e al coinvolgimento delle risorse. Secondo l’ultima Global HR survey interna, infatti, le persone di Gi Group presentano un elevato livello di engagement (77%), di trust nei valori e nella cultura (86%) e di fiducia nei colleghi (89%).

Tutte le posizioni a cui è possibile candidarsi sono disponibili sul sito www.gigroup.it

Indagine Api: sostenibilità prioritaria per l’88% delle imprese bresciane

in Ambiente/Api/Associazioni di categoria/Economia/Energia/Tendenze by

La sostenibilità diventa sempre più centrale nell’attività delle PMI bresciane. Solo il 12% delle imprese ritiene, infatti, la ritiene poco o per nulla importante per la propria attività. Infatti, alla domanda su quanto la sostenibilità sia da considerare rilevante per il proprio business, ben l’88% delle imprese ha risposto in modo positivo. Per il 35% delle imprese la sostenibilità è ‘mediamente importante’, per il 32% molto importante e per il 22% di massima importanza per la propria attività.

A osservarlo è l’indagine realizzata dal Centro Studi Apindustria Confapi Brescia, diretto da Maria Garbelli, interrogando 100 imprese rappresentative del tessuto associativo (oltre la metà appartiene al settore metalmeccanico, con fatturati compresi in prevalenza tra i 2 e 10 milioni di euro). Lo studio ha indagato i diversi aspetti della sostenibilità, concentrandosi in prevalenza su quella ambientale, ma non tralasciando quella sociale e di governance.

Nella realtà concreta delle PMI bresciane, il tema sostenibilità è declinato in particolare in merito al processo produttivo, rientrante in misura forte al più ampio contesto dell’innovazione di processo o di prodotto. Nell’ultimo triennio, oltre due imprese su tre (68%) hanno migliorato la propria sostenibilità intervenendo sull’edificio o rinnovando i macchinari, un altro 15% ha in programma di operare in tale direzione nel prossimo futuro. E ancora, quattro imprese su cinque stanno prestando particolare attenzione ai consumi energetici, con l’obiettivo di ridurli e un ulteriore 15% ha intenzione di farlo. Percentuali non troppo diverse riguardano i processi di riduzione e recupero degli scarti di lavorazione, così come è significativo il 58% di imprese che, già oggi, acquista almeno una quota di energia elettrica da fonti rinnovabili e un altro 15% che ha in programma di farlo.

Elementi positivi emergono anche dalla relazione con i fornitori. Oltre sette imprese su dieci considerano (o hanno intenzione di farlo nel breve) i fattori sociali e ambientali nella scelta dei fornitori. L’87% dà priorità ai fornitori locali quando questo è possibile, oltre la metà (53%) acquista materie prime non vergini o da riciclo.

Se la riduzione degli sprechi e il riciclo dei rifiuti interessano già una maggioranza di imprese, la normativa ambientale viene però considerata eccessivamente burocratica (67%) ed onerosa (40%).

In un quadro in buona parte positivo non mancano però elementi critici, legati talvolta al tipo di attività svolta, altre a un contesto generale ancora difficile e non favorevole alla svolta green, ma non di rado anche ad una non piena consapevolezza che fatica a farsi strada in alcune imprese. È in tale ottica che vanno letti, ad esempio, il 47% delle imprese che ha difficoltà ad agire sulla riduzione dell’impatto logistico o il 42% che non interviene su prassi operative legate al packaging.

Per le PMI bresciane, a non rendere completamente agevole la transizione verso un’economia sostenibile pesano sia fattori di sistema che interni alla realtà aziendale. Tra i fattori esogeni, i più rilevanti riguardano la mancanza di supporto da parte di enti quali banche e altre istituzioni (35%), le difficoltà legislative e burocratiche (33%) e la scarsa conoscenza all’accesso di misure di sostegno economico-finanziario (25). Tra i fattori endogeni, in primo piano vi sono le difficoltà dovute al particolare settore di appartenenza (42%), i limiti legati al prodotto specifico che si commercializza (36%) e la mancanza di competenze adeguate (35%).

La valutazione del grado di sostenibilità su tutte le dimensioni ESG ha per il momento interessato (o lo sta per fare) un terzo delle imprese mentre il 46% l’ha in programma nel prossimo futuro. La formazione (73%) erogata ai dipendenti è la misura più diffusa tra le imprese, tramite corsi finanziati (anche parzialmente) dall’impresa stessa, un ulteriore 22% li ha già in programma. Molto buona la comunicazione interna: il 72% informa il proprio organico circa gli andamenti aziendali ed 1 su 10 ha in programma di agire in questo senso.

«Il quadro che emerge è nel complesso positivo – afferma Pierluigi Cordua, presidente di Apindustria Confapi Brescia -. Il tema della sostenibilità sta diventando sempre più centrale anche per le PMI bresciane che, rispetto alle questioni sociali, ambientali e di governance, vedono sempre più un possibile fattore competitivo e non un costo. Emergono allo stesso tempo delle difficoltà, legate alla burocrazia, alla non piena conoscenza delle opportunità che esistono sul piano della finanza agevolata. Il ruolo associativo è importante anche in tal senso, ma è evidente che serve uno sforzo a tutti i livelli, da quello centrale agli enti camerali passando per gli istituti di credito. Molte imprese hanno contezza di tutto questo sistema, altre non ancora, ma tutti devono essere sostenuti in questo sforzo. Nei prossimi anni, per restare sul mercato, una parte di imprese dovrà riconvertire in tutto o in parte la propria produzione e, se non vogliamo che ne derivino conseguenze sociali drammatiche, è necessario che questa trasformazione venga sostenuta per tempo e in modo adeguato».

Alle imprese va riconosciuto il ruolo strategico nel percorso che condurrà l’intero sistema Paese ad adottare nuovi paradigmi energetici ed ambientali. «Il percorso avviato dalle imprese verso la sostenibilità esprime una duplice valenza in chiave di competitività e di innovazione: due fattori che avranno grande e definitiva influenza sulle chances di un’impresa di restare sul mercato – afferma il presidente della Camera di Commercio di BresciaRoberto Saccone –. Le imprese svolgono un ruolo importante nella transizione energetica e sono sempre più sensibili e consapevoli dei temi ambientali e sociali oltre che fortemente impegnate su questi temi anche per cogliere le opportunità di sviluppo. Le imprese bresciane non faranno mancare il contributo importante al raggiungimento di obiettivi che oggi fanno parte della cultura e della sensibilità ormai diffuse, assumendosi anche la responsabilità in ragione del loro ruolo sociale. I decisori politici, peraltro, nel definire gli obiettivi di attuazione, devono considerare tempi e modi di raggiungimento di tali obiettivi, non perdendo di vista il valore del sistema produttivo esistente, che va accompagnato nello sviluppo di soluzioni altamente innovative, in un’ottica realistica che contemperi gli obiettivi globali del percorso irreversibile di transizione con le capacità innovative e di evoluzione dell’attuale sistema produttivo».


Camera di Commercio di Brescia, ecco gli ultimi avvisi

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia by

Come di consueto, pubblichiamo gli avvisi settimanali della Camera di Commercio di Brescia.

71/22 – Pagamento Diritto annuo 2022

Si ricorda che le imprese già iscritte al Registro delle imprese al 1° gennaio 2022 devono corrispondere il diritto annuale per la sede legale e per le unità locali alla C.C.I.A.A. competente per territorio, utilizzando il modello F24, entro il termine previsto per il pagamento del primo acconto delle imposte sui redditi.
Per maggiori dettagli consultare il sito camerale www.bs.camcom.it – Registro Imprese – Diritto annuale.

72/22 – Il commercio internazionale in tempi di guerra – Giovedì 23 giugno 2022

Webinar ICC -Italia International Trade in Wartime -giovedì 23 giugno, ore15:00 – 17:30.
Organizzazione: sezione Italiana della Camera di Commercio internazionale.
Oggetto: impatto del conflitto russo ucraino nel commercio internazionale.
Partecipazione: gratuita, previa registrazione e fino ad esaurimento posti.
Iscrizioni e programma sul sito www.bs.camcom.it

73/22 – Startup innovative – Mantenimento dei requisiti – Venerdì 24 giugno 2022

L’iniziativa intende fornire gli strumenti necessari a predisporre l’adempimento annuale a cui sono tenute le società startup innovative per mantenere l’iscrizione nell’apposita sezione speciale e i nuovi strumenti/software a disposizione degli utenti
Incontri: 24 giugno 2022, ore 14:00 – 15:30

Iscrizioni sul sito www.bs.camcom.it

Le guarnizioni d’attrito dell’impianto frenante

in Automotive/Economia by

Le guarnizioni dei freni sono comunemente chiamate anche pasticche, pastiglie o pattini freno e sono uno dei componenti dei freni a disco. All’interno dell’impianto frenante e soprattutto durante la frenata, costituiscono una parte fondamentale del processo. Sono formate da una parte metallica e da una parte in materiale d’attrito. Quest’ultimo può esser di vario tipo, caratteristica che tuttavia genera una differente efficienza nella frenata o sulla durata delle pastiglie. Anni fa, l’elemento principale col quale venivano assemblate le guarnizioni era l’amianto. Oggi sempre più aziende hanno abbandonato il minerale nocivo per la salute adoperando altri tipi di materiali, sul sito web www.escombrakes.it, ad esempio, è disponibile un’ampia gamma di prodotti di ottima qualità. Scopriamoli insieme.

Guarnizioni per freni e altri prodotti

Le guarnizioni di attrito sono un accessorio indispensabile all’impianto frenante delle vetture: auto, moto, veicoli per l’agricoltura o per l’industria. Collaborando con un marchio tedesco da diversi anni, l’azienda bresciana ha eliminato l’uso dell’amianto nella loro fabbricazione, sviluppando soluzioni all’avanguardia grazie all’esperienza tedesca.

Grazie inoltre ad un’efficiente attività di post vendita di questi accessori, il marchio ha ottenuto il riconoscimento ECE R90, un regolamento noto a livello europeo che valuta la qualità delle guarnizioni frenanti di ricambio. Ma non solo: gli standard dei prodotti sono oggigiorno noti anche al di fuori dell’Europa. Da molti anni infatti, la ditta può vantare clienti dall’Asia, America Latina e Stati Uniti. La gamma dei prodotti in materiale d’attrito venduti principalmente comprende: rotoli di nastro, guarnizioni flessibili e preformate per freni a tamburo, lastre flessibili o rigide, anelli, dischi, rondelle.

I freni a disco e i freni a tamburo

Questi due tipi di freni sono un esempio di freno a funzionamento meccanico. A differenza dei freni idraulici, aerodinamici, elettrici o pneumatici, quelli meccanici sfruttano l’attrito che si genera tra due materiali durante la frenata. Il freno a tamburo ne è un tipo: è formato da un componente fisso, il tamburo, e da due mobili, i ceppi, che sfregandosi contro il tamburo producono la frenata. Questo tipo di freno è il più economico ed il più semplice per il funzionamento. Anche le auto che ne posseggono ancora sono vetture economiche ma soprattutto dalla massa ridotta. Come ad esempio le utilitarie o persino gli scooter. Il freno a disco è probabilmente il più elaborato: composto basicamente da disco, ganascia e pastiglie. Su questo modello di freno, la frenata avviene grazie alla pressione delle pasticche esercitata sul disco. A differenza dei freni a tamburo, sono montati sull’asse anteriore.

Al giorno d’oggi, è il modello più diffuso e preferito da officine e meccanici. Ne sono provvisti infatti dalle automobili alle motociclette, agli autocarri. Durante la frenata, il ceppo agisce contro il tamburo così come le pasticche direttamente sul disco. Di conseguenza, l’attrito a sua volta permette la perdita di velocità. Lo sfregamento dei materiali crea il surriscaldamento degli stessi: durante una corsa di auto da rally per esempio è molto tipico osservare dischi incandescenti. Tuttavia, il surriscaldamento può generarsi anche in strade ad elevata pendenza. Per questo, possiamo trovare

segnali di pericolo appositi lungo la carreggiata quando necessario.

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