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Economia - page 27

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Emergenza Acqua, A2A: servono investimenti per 50 miliardi di euro

in Ambiente/Economia/Evidenza by

L’acqua è una risorsa a rischio. Contro siccità, sprechi e cambiamenti climatici servono azioni concrete e immediate: un pacchetto di investimenti da circa 50 miliardi di euro in 10 anni per la salvaguardia del ciclo idrico e della produzione di energia idroelettrica, in grado di generare ulteriori ricadute indirette pari a circa 80 miliardi di euro.

  • I dati dicono che siamo vicini a un punto di non ritorno:
    o La siccità record del 2022 ha ridotto la disponibilità di risorsa idrica naturale di 36 miliardi di m3 (-31% vs. 2021, un volume comparabile a 60 volte il Lago Trasimeno), di cui 7,1 miliardi di m3 di acqua consumabile (-34% vs. 2021 quanto l’acqua consumata da 14 milioni di cittadini);
    o La siccità del 2022 ha inoltre ridotto la produzione idroelettrica a 30,3 TWh (vs la media del decennio 2012-2021 di 48,4 TWh). Per trovare un valore così basso bisogna risalire al 1954, ma con una potenza installata di 3 volte inferiore a quella attuale;
    o Il 2022 ha visto picchi di anomalie termiche e pluviometriche e una crescita della frequenza di eventi estremi, come piogge intense (+50,2% medio annuo negli ultimi 20 anni) e allagamenti (+26,4% medio annuo nello stesso periodo). Nella prima metà del 2023, gli eventi idrici estremi sono già aumentati del 130% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
  • Il 18% del Pil Italiano, pari a 320 miliardi di euro l’anno, è generato grazie al contributo della disponibilità abbondante di acqua.

Un pacchetto d’investimenti da 48 miliardi di euro in dieci anni per superare l’emergenza idrica, recuperare acqua per le esigenze di famiglie, agricoltura e industria e rilanciare lo sviluppo dell’idroelettrico, l’unica fonte rinnovabile programmabile, asset strategico per la sicurezza energetica del Paese.

È quel che emerge dallo studio “Acqua: azioni e investimenti per l’energia, le persone e i territori” realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con A2A, presentato oggi nell’ambito del Forum di Cernobbio da Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di A2A e Lorenzo Tavazzi, Partner e Responsabile Scenari e Intelligence di The European House – Ambrosetti.

Uno studio completo e dettagliato sui diversi aspetti legati al ciclo dell’acqua che certifica l’emergenza idrica del nostro Paese (nel 2022 -31% di risorsa disponibile rispetto all’anno prima) e indica i possibili correttivi da mettere in campo: da un lato l’analisi mostra infatti come sia possibile recuperare 9,5 miliardi di metri cubi d’acqua (oltre un terzo di quella consumata in un anno nel nostro Paese) investendo su riuso, riduzione delle perdite e dei consumi e recupero dell’acqua piovana; dall’altro elenca le azioni per ottenere energia idroelettrica aggiuntiva investendo su pompaggi, invasi irrigui, repowering, mini-idroelettrico e nuove centrali (azioni in grado di generare 12,5 Twh l’anno). Una doppia strategia, articolata in precise linee di intervento, che potrebbe avere un effetto volano sull’economia nazionale, con ricadute positive per 77 miliardi di euro.

“Senz’acqua non c’è futuro. Ma in futuro avremo sempre meno acqua. I cambiamenti climatici, gli sprechi e una gestione poco oculata hanno messo a rischio questa risorsa, come denunciato anche dall’Onu – ha spiegato Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A – “Sono necessari circa 50 miliardi di investimenti in 10 anni per la salvaguardia del ciclo idrico e della produzione di energia idroelettrica e l’azione congiunta di istituzioni, industria, cittadini. A2A, come Life Company, è pronta ad essere protagonista responsabile di un fronte comune a tutela della risorsa idrica. La circolarità può essere la risposta migliore per la mitigazione degli effetti del climate change: riuso, riduzione e recupero possono rimettere in circolo 9,5 miliardi di mc di acqua, più di quanto perso nel 2022 a causa della siccità. Inoltre, un miglior utilizzo di accumuli e centrali idroelettriche potrebbe generare 12,5 TWh l’anno di energia pulita, più dei consumi domestici annuali di tutta la Lombardia, un contributo essenziale per raggiungere gli obiettivi europei di decarbonizzazione.”

“Gli effetti del cambiamento climatico si aggiungono ad alcune criticità strutturali che segnano la gestione idrica in Italia e che vanno opportunatamente e prontamente attenzionate” – ha commentato Lorenzo Tavazzi, Partner di The European House – Ambrosetti – “Investire in adattamento e mitigazione del cambiamento climatico è quindi cruciale, in un contesto in cui il cambiamento climatico sta già impattando significativamente il nostro Paese: nel 2022 le temperature sono aumentate fino a 2,0° C, mentre le precipitazioni cumulate si sono ridotte del 23,2%”.

Lo scenario

L’ultimo biennio ha reso evidente nel nostro Paese l’urgenza di intervenire per la mitigazione degli impatti del cambiamento climatico sulla risorsa idrica. Se il 2022 è stato per l’Italia l’anno meno piovoso e più caldo degli ultimi 60 anni, il 2023 vede l’alternanza tra la coda siccitosa del 2022 e precipitazioni intense e fortemente concentrate, indice di una tropicalizzazione del clima italiano che necessita di una maggiore attenzione nel dibattito pubblico del Paese.

L’acqua è un bene prezioso e strategico. Nel ciclo infinito della singola goccia, la risorsa influenza una moltitudine di dimensioni, generando energia, sostenendo i consumi civili e produttivi e salvaguardando l’ecosistema. Non solo, nelle stime realizzate dalla Community Valore Acqua per l’Italia di The European House – Ambrosetti, l’acqua attiva anche una filiera industriale produtt iva lunga e articolata, dal settore primario, alla manifattura, fino al settore energetico e al Servizio Idrico Integrato, abilitando la generazione del 18% del PIL industriale italiano, pari a 320 miliardi di Euro.1

La disponibilità di acqua nel nostro Paese è messa a rischio dagli effetti del cambiamento climatico, di cui il 2022 ha rappresentato l’“anno nero” con picchi di anomalie termiche e pluviometriche e una crescita della frequenza degli eventi estremi, come piogge intense (+50,2% medio annuo negli ultimi 20 anni) e allagamenti (+26,4% medio annuo nello stesso periodo). La tropicalizzazione del clima italiano non si è arrestata e, nella prima metà del 2023, questi fenomeni sono già aumentati del 130% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il disagio legato alla siccità record del 2022 è stato generalizzato. Fino al 40% dei cittadini ha vissuto gli effetti delle politiche di contenimento dei consumi e il 28% ha subìto razionamenti di acqua nel proprio comune di residenza. La carenza idrica si è concentrata nel Nord-Italia con 5 Regioni che hanno adottato lo stato di emergenza (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Veneto e Piemonte).

La ricerca ha quindi l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sugli impatti della siccità del 2022 sulla dimensione idrica ed energetica, fornendo una chiara indicazione delle potenzialità d’intervento per la salvaguardia di questa risorsa.

Impatti e investimenti in ambito idrico

L’analisi riporta una perdita stimata del 31% delle risorse idriche (36 miliardi di m3 in meno) nel 2022 rispetto al 2021. Si tratta di volumi equivalenti a 4 volte il lago di Bolsena (9,2 miliardi di m3) o 60 volte il lago Trasimeno (0,6 miliardi di m3). In termini di volumi effettivamente disponibili per i vari utilizzi finali, si stima un calo di 7,1 miliardi di m3 in un anno, con impatti negativi sul settore agricolo, civile e industriale. Tale volume corrisponde complessivamente alla quantità d’acqua necessaria per irrigare 641 mila ettari di terreni agricoli (pari alla superficie agricola del Lazio), all’acqua consumata annualmente da oltre 14 milioni di persone (pari agli abitanti di Lombardia e Piemonte) e a quella necessaria alla produzione di 82 mila imprese manifatturiere (il numero di imprese manifatturiere di Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna).

A fronte di ciò, gli operatori del settore hanno a disposizione una combinazione di linee di intervento mirate su cui investire per recuperare volumi e rendere più resiliente il sistema ai fenomeni idrici estremi. In particolare, si tratta di:

  • valorizzazione del riuso della risorsa, soprattutto in ambito agricolo, in cui la piena copertura di tutti gli abitanti italiani e dei relativi carichi inquinanti abiliterebbe 5,4 miliardi di m3 aggiuntivi di volumi idrici depurati ogni anno (raggiungendo un valore totale di 14,4 miliardi di m3);
  • la riduzione delle perdite di rete nella fase di distribuzione, con l’obiettivo di raggiungere il tasso di dispersione idrica medio europeo del 25%, e il contenimento dei consumi civili, attraverso un’azione di miglioramento della consapevolezza e un maggiore tracciamento di informazioni, anche grazie ad una maggiore diffusione degli smart water meter individuali (oggi in Italia al 4% contro una media europea del 49%), abiliterebbero complessivamente 1,6 miliardi di m3 di volumi idrici, che attualmente vanno perduti;
  • la crescita della capacità di recupero delle acque meteoriche, attraverso l’autorizzazione di volumi aggiuntivi nelle grandi dighe e la costruzione di piccoli bacini di raccolta. In quest’ottica, l’implementazione del Piano Laghetti/Piano Bacini e l’autorizzazione dei volumi aggiuntivi nelle grandi dighe renderebbe possibile aumentare la raccolta delle acque di 2,5 miliardi di m3.

La combinazione delle linee di efficientamento del sistema idrico nazionale, a fronte di un investimento cumulato di 32,9 miliardi di euro, genererebbe un risparmio idrico di 9,5 miliardi di m3. Non solo: la riduzione stimata dei volumi idrici immessi in rete proveniente dall’efficientamento delle perdite e dal contenimento dei consumi porterebbe anche a un beneficio in termini di energia risparmiata pari a 1,4 TWh annui. Investire nel settore idrico, inoltre, significa attivare filiere di fornitura e sub- fornitura adiacenti: ogni euro investito nel settore genera infatti 1,6 euro di ulteriori ricadute economiche positive nei settori contigui. Di conseguenza, l’investimento necessario stimato di 32,9 miliardi di euro genererebbe ulteriori ricadute economiche indirette per il Paese pari a 52 miliardi di euro.

Impatti e investimenti in ambito idroelettrico

La siccità del 2022 non ha solo influito negativamente sui consumi idrici, ma ha messo a rischio anche la capacità di produzione energetica da fonte idroelettrica, ovvero la prima fonte energetica rinnovabile nel nostro Paese con un contributo medio nel periodo 2012-2021 del 42% sul totale della produzione da fonti rinnovabili in Italia. La siccità record del 2022 ha determinato una produzione lorda idroelettrica nazionale pari a 30,3 TWh, significativamente inferiore della media del decennio 2012-2021 (48,4 TWh2). La perdita di produzione dell’Italia ha rappresentato da sola il 25% della riduzione totale europea di produzione idroelettrica del 2022. Per trovare così basso bisogna risalire al 1954, considerando però un parco idroelettrico con una potenza di 3 volte inferiore a quella attuale. Per dare un dimensionamento, se volessimo compensare questa perdita di produzione idroelettrica con il fotovoltaico, sarebbe necessario installare oltre 4 milioni di pannelli, per una superficie complessiva di oltre 58 km2, pari a 1/3 dell’estensione del Comune di Milano.

L’idroelettrico è anche una risorsa chiave per raggiungere il target legato alla generazione da fonti rinnovabili al 2030 in Italia. Infatti, anche con il massimo dispiegamento di solare ed eolico, senza il pieno apporto dell’idroelettrico il nostro Paese non potrebbe raggiungere gli obiettivi di quota di rinnovabili sul fabbisogno elettrico nazionale stabiliti dalla bozza del nuovo PNIEC (pari al 65%).
Per contenere gli effetti dei fenomeni idrici estremi sul settore energetico, gli operatori possono efficientare l’esistente e realizzare nuove infrastrutture. Nella ricerca sono state identificate 5 linee di investimento prioritarie:

— costruzione di nuovi pompaggi idroelettrici sfruttando gli invasi già esistenti. I pompaggi sono, infatti, essenziali nella prospettiva di una crescente penetrazione delle fonti rinnovabili non programmabili come eolico e solare. Questi sistemi garantiscono l’assorbimento dell’eventuale “overgeneration” nelle ore di maggiore disponibilità delle rinnovabili – per esempio nelle ore centrali della giornata – abilitando la copertura della domanda nelle ore di carico elevato e basso contributo delle fonti rinnovabili non programmabili. Installando 3,2 GW di nuovi pompaggi in Italia si potrebbe garantire l’assorbimento di “overgeneration” per circa 2 TWh a fronte di investimenti complessivi per 8 miliardi di euro.
— interventi per valorizzare in ottica energetica i rilasci degli invasi esistenti a scopo irriguo da cui è stata stimata una potenza idroelettrica aggiuntiva pari a 350 MW, per una produzione idroelettrica addizionale di 1 TWh e un volume di investimento totale pari a circa 875 milioni di euro.
— repowering degli impianti idroelettrici esistenti con potenza aggiuntiva stimata pari a 1,6 GW, per una produzione idroelettrica addizionale di circa 4 TWh e un volume di investimento totale pari a circa 560 milioni di euro.
— realizzazione di nuovi impianti mini-idroelettrici per una potenza addizionale di circa 700 MW, stimati sulla base del potenziale massimo di installazione e del trend degli ultimi anni, che supporta una produzione idroelettrica aggiuntiva pari a circa 1,8 TWh e un volume di investimento totale di circa 2,8 miliardi di euro.
— interventi per valorizzare in ottica energetica il ruolo dei fiumi e dei bacini alpini e appenninici. Ad oggi, infatti, circa il 90% dei corsi d’acqua alpini e appenninici idonei è sfruttato per la produzione di energia idroelettrica. Impiegando anche la quota rimanente attualmente non utilizzata, tramite la realizzazione di nuovi bacini connessi, sarebbe possibile produrre 3,7 TWh aggiuntivi di energia idroelettrica, con un investimento totale che potrebbe arrivare a circa 3,0 miliardi di euro.

Complessivamente, portando a sintesi le 5 linee di intervento suggerite per contenere gli effetti dei fenomeni idrici estremi sul settore energetico, risulta come gli operatori industriali potrebbero abilitare un recupero di circa 12,5 TWh (73% della produzione idroelettrica persa nel 2022), a fronte di un investimento complessivo di circa 15 miliardi di euro. Grazie alle ricadute positive indirette sui settori attigui – circa 25 miliardi di euro e generati dagli investimenti nella filiera energetica (pari a 1,64 euro ulteriori per ogni euro investito) – la ricchezza totale distribuita sul territorio nazionale sarebbe complessivamente di circa 40 miliardi di euro.

Lombardia, stop ai diesel Euro5 rinviato. Maione: scelta di buon senso

in Ambiente/Economia/Evidenza/Istituzioni/Regione by

“Il rinvio dello stop ai veicoli diesel euro 5 al 2024 – 2025 per tutte le Regioni del bacino padano è una scelta di buonsenso da parte del Governo. Non si possono costringere decine di migliaia di famiglie a sostituire l’automobile dall’oggi al domani. Ora che il decreto è stato approvato dal Consiglio dei ministri, la Regione Lombardia avvierà un confronto con Comuni e associazioni di categoria per arrivare a un percorso condiviso sulle scelte e le tempistiche”. Lo ha dichiarato l’assessore all’Ambiente e Clima della Regione Lombardia Giorgio Maione in seguito al decreto approvato nel fine settimana dal Cdm. Il documento prevede la facoltà per la Regione Lombardia, unitamente a Piemonte, Veneto ed Emilia – Romagna, di attuare misure di limitazione della circolazione dei veicoli diesel euro 5 esclusivamente a far data dal 1° ottobre 2024 e in via obbligatoria solo a partire dal 1° ottobre 2025.

“Il cambiamento va condiviso e accompagnato con gli incentivi, come sta facendo la Regione Lombardia che grazie al bando ‘Rinnova Autovetture 2023’ ha investito 10 milioni e consentito quest’anno a 4744 famiglie di sostituire un veicolo inquinante con uno a zero o bassissime emissioni. Abbiamo come sempre un approccio concreto ai problemi e non una visione puramente ideologica che rischierebbe di compromettere la tenuta economica e sociale dei nostri territori” aggiunge Maione.

“L’incentivo alla sostituzione del veicolo arriva fino a 4.000 euro. Sono ancora disponibili 2 milioni di euro. Il bando chiuderà il 31 ottobre. Tutte le nuove motorizzazioni garantiscono bassissimi valori di emissione e quindi promuoviamo scelte che possano migliorare ulteriormente la qualità dell’aria della nostra regione” conclude l’assessore.

Out of cresce: la maschera evoluta per lo sci raccoglie 2,7 milioni e prende casa a Brescia

in Economia/Innovazione by

Un progetto vincente nato da un binomio potentissimo: passione e competenza. Fondata dai tre fratelli Righi: Federico, fisico laureato con lode all’università di Milano, Roberto, Industrial Designer e Laura, Graphic Designer, la PMI innovativa Out Of nasce dalla loro profonda passione per la tecnologia e gli sport outdoor. Da subito, i tre founder hanno un obiettivo importante: portare innovazione nel campo dell’ottica sportiva e nel 2020 arrivano a presentare il primo prototipo di Electra, una maschera da sci con una lente a cristalli liquidi in grado di adattarsi alla luce in meno di 1 secondo, automaticamente e senza utilizzare batterie.

Lo presentano su Mamacrowd, lanciando la loro prima campagna di crowdfunding che raccoglie 1 milione di euro dopo essere andata in overfunding ben 4 volte.

Proprio nella giornata di mercoledì 6 settembre l’azienda ha inaugurato i nuovi uffici della sede di Brescia, presentando anche tre nuovi prodotti: un nuovo modello di occhiale da sole, che copre l’incredibile range S1-S4 ad una velocità mai vista, le visiere per caschi da moto a tecnologia IRID, che hanno il potenziale di rivoluzionare il mercato dei caschi da moto e ultimo, ma non ultimo, i primi prototipi di lenti oftalmiche con tecnologia IRID. Le varie applicazioni della tecnologia contano 6 brevetti già approvati ed estesi a livello internazionale e 3 pending, ma lo sviluppo delle varie applicazioni così come i brevetti, sono in costante sviluppo.

A supporto di questo importante piano di crescita, Out Of ha avviato una seconda campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd che nella prima settimana ha già raccolto oltre 1,7 milioni di euro.

Come cambia la SEO per gli e-commerce con l’avvento dell’AI di Google?

in Economia/Tech/Web e digitale by

Il mondo digitale, sempre in fermento e pronto a evolversi, sta mettendo in campo una nuova sfida per tutti coloro che desiderano sfruttare in proprio favore la visibilità offerta dai motori di ricerca e, in particolare, da Google: l’impiego dell’intelligenza artificiale generativa per fornire agli utenti risposte immediate e chiare a quesiti, dubbi, curiosità e ricerche.

Questa innovazione non fa tremare solo i gestori di siti web e blogger, ma anche i creatori di contenuti e i SEO expertise.

Ma c’è davvero da preoccuparsi oppure è possibile trovare un sistema per sfruttare a proprio vantaggio queste novità? Fare previsioni in questo senso non è semplice, soprattutto tenendo conto del fatto che Google, così come gli altri motori di ricerca, hanno tutto l’interesse di tenere in vita il meccanismo legato alla produzione di contenuti, all’indicizzazione e all’utilizzo dei loro strumenti di advertising.

Nonostante le serp dinamiche realizzate tramite AI, il ruolo della link building sarà ancora determinante, secondo l’agenzia Elemaca, per aumentare l’autorevolezza degli spazi e dei negozi virtuali, così come importante risulterà la creazione di contenuti di alta qualità.

In questo articolo focalizzeremo l’attenzione sugli e-commerce e cercheremo di capire quali cambiamenti potrà apportare a livello SEO il nuovo sistema di Intelligenza Artificiale di Google.

  • Che cos’è Intelligenza artificiale generativa

Quando si parla di IA generativa, abbreviata anche con l’acronimo GenAI, si fa riferimento a una tecnologia evoluta in grado di elaborare non solo testi, ma anche video e immagini in risposta a query inserite da un utente.

Per effettuare l’elaborazione, il software utilizza tutti i dati che ha a disposizione, forniti dallo sviluppatore oppure raccolti in rete.

Tra i sistemi di intelligenza artificiale di questo tipo rientrano ChatGPT, il quale ha ultimamente fatto parlare molto di sé, e Bard di Google.

  1. IA generativa e la ricerca di prodotti online

Cerchiamo ora di capire in che modo l’IA generativa influenzerà la SERP nel momento in cui un utente cerca un prodotto specifico.

L’impostazione alla quale siamo abituati da tempo offre, in risposta a una query, una serie di snippet che, secondo il motore di ricerca, possono soddisfare l’esigenza, di approfondimento o di acquisto, dell’utente.

Quest’ultimo potrà scegliere di approfondire un argomento, ad esempio capire quali caratteristiche valutare per acquistare una bicicletta, accedendo a vari link ed effettuando ricerche via via più specifiche, oppure potrà dirigersi immediatamente verso un e-commerce ed effettuare l’acquisto.

L’IA generativa modificherà profondamente l’esperienza di acquisto sul web, offrendo immediatamente all’utente informazioni utili, generate automaticamente, per la scelta del prodotto di cui ha bisogno; tra queste potranno rientrare le caratteristiche da prendere in considerazione, le presentazioni dei prodotti, alcune recensioni e via dicendo.

Insomma, un’esperienza completa, in grado di ottimizzare la ricerca, rendendo il sistema ancora più user friendly.

  • Come cambia la SEO per gli e-commerce

In questo contesto, il lavoro dei SEO expertise potrebbe diventare ancora più rilevante, in quanto dovranno essere in grado di rendere i prodotti presenti sugli e-commerce talmente appetibili, da spingere l’IA a sceglierli e a mostrarli ai potenziali clienti.

Per ottenere tale risultato sarà fondamentale offrire contenuti rilevanti e ricchi di approfondimenti, corredati da immagini di alta qualità.  In più risulteranno ancora più determinanti le strategie SEO off-page volte ad aumentare l’autorevolezza del negozio virtuale.

La manifattura lombarda tiene, ma crescono i segnali d’allarme

in Economia/Manifatturiero/Tendenze by

“La manifattura lombarda tiene e continua a primeggiare in Italia e in Europa, ennesima certificazione della capacità di tenuta lombarda; nonostante le influenze esterne negative che stanno compromettendo una situazione che potrebbe essere migliore”. Così Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, commenta i dati congiunturali elaborati da Unioncamere Lombardia nel secondo trimestre 2023 per industria e artigianato.

A causa della recessione tedesca che assorbe il 14% delle esportazioni lombarde e con l’aumento dei tassi di interesse, investimenti e consumi subiscono una frenata per cui tutti gli indicatori risultano a ‘zero virgola’: dalla produzione al fatturato agli ordini interni ed esteri, solo il dato tendenziale del fatturato è in positivo (+1,9%) con gli ordini esteri a +2,0%. Una situazione che attesta comunque la regione Lombardia stabile e con risultati migliori rispetto alla media nazionale.

Il comparto artigiano registra una performance simile con una variazione nulla sul trimestre precedente ma con un miglior risultato tendenziale (+1,1%). Tra i settori più performanti spiccano abbigliamento (+5,8% produzione su base annua) e pelli-calzature (+8,6%) a cui si aggiunge l’exploit dei mezzi di trasporto (+13,4%). Positivo anche il settore alimentare (+2,8%) e meccanico (+1,7%): sono le imprese di maggiore dimensione e a più alto contenuto tecnologico a sostenere il manifatturiero.

“Certamente – ha aggiunto l’assessore Guidesi – bisogna tenere ben presente il tema dell’accesso al credito che sta provocando l’erosione dei depositi e la rinuncia, pur temporanea, agli investimenti, limitando le imprese lombarde nella competizione internazionale, oltre a mettere notevolmente a rischio la crescita. Non è più rimandabile un intervento europeo attraverso il ripristino di un fondo di garanzia per l’accesso alla liquidità per investire funzionalmente al raggiungimento degli obiettivi che la stessa Europa, attraverso la Commissione, ha prefissato. È inoltre preoccupante lo stallo degli ordini interni che rappresenta un segno delle difficoltà dettate da inflazione e disponibilità della liquidità con l’aumento dei tassi di interesse sui finanziamenti in essere. È evidente anche il peso della recessione in Germania, Paese con cui abbiamo molteplici rapporti commerciali. Continueremo a lavorare ‘a sistema’ per fare in modo che le influenze esterne negative non compromettano ulteriormente i tendenziali di crescita”.

“I riscontri da parte degli imprenditori lombardi evidenziano un’economia che resiste nonostante le problematiche economiche che minacciano l’economia mondiale – ha specificato Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia – i risultati del secondo trimestre descrivono un quadro meno negativo rispetto al nazionale: la nostra produzione registra variazioni molto contenute a testimonianza di un sistema capace di tenere anche in situazioni difficili con la moda come fiore all’occhiello”.

“Nel secondo trimestre la produzione manifatturiera lombarda si conferma in territorio positivo ma crescono i segnali di rallentamento che si erano intravisti a inizio anno – ha sottolineato ancora Francesco Buzzella, presidente Confindustria Lombardia -. Il nostro manifatturiero continua quindi a performare nonostante uno scenario internazionale preoccupante che vede la recessione tedesca, l’aumento del costo del denaro e l’instabilità geopolitica tra le principali fonti di preoccupazione per chi fa impresa. A penalizzare la performance delle imprese è però soprattutto il mercato interno: gli ordini in calo devono essere un campanello d’allarme in particolare legato all’inflazione. È evidente che ulteriori aumenti dei tassi di interesse non potranno che comprimere ulteriormente gli investimenti delle imprese, per questo Confindustria Lombardia auspica che le istituzioni facciano valere sui tavoli competenti il peso del 14% di quota capitale dell’Italia presso la BCE, al fine di interrompere discutibili scelte di politica monetaria che rischiano di compromettere non gli investimenti nei prossimi anni ma anche i percorsi di transizione obbligata che le imprese si trovano ad affrontare”.

“I segnali globali confermano una stabilizzazione della crescita dopo la fase di stallo pandemico ma ritmo, robustezza ed uniformità di questa tendenza sono certamente resi più fragili dai noti fattori dei costi delle materie prime, dell’energia, di un calo piuttosto lento dell’inflazione e dalle correlate politiche di rialzo dei tassi ad opera della Commissione europea” ha chiosato Giovanni Buzzini, presidente di CNA Lombardia – “Dobbiamo essere consapevoli che il mondo della micro impresa e dell’artigianato vivono un fisiologico anticipo delle difficoltà e un ritardo dei vantaggi di ogni fase. Resta notevole la nostra preoccupazione per le performance della Germania, alla quale molte delle nostre filiere sono agganciate in un virtuoso processo di internazionalizzazione. La fiducia è molto debole e questo genera prudenza anche nella dinamica degli investimenti. È come se, superato il traumatico ‘fermo tecnico’ della domanda globale concomitante con il Covid, si sia ora smaltita l’euforia post-pandemica e si sia preso atto di una miscela di fattori che non consentono di irrobustire la crescita sorreggendone la corsa con un adeguato livello di fiducia”.

“Nel secondo trimestre – ha commentato in una nota il presidente di Confindustria Lombardia Francesco Buzzella – la produzione manifatturiera lombarda si conferma in territorio positivo ma crescono i segnali di rallentamento che si erano intravisti a inizio anno. Il nostro manifatturiero continuano quindi a performare nonostante uno scenario internazionale preoccupante che vede la recessione tedesca, l’aumento del costo del denaro e l’instabilità geopolitica tra le principali fonti di preoccupazione per chi fa impresa. A penalizzare la performance delle imprese è però soprattutto il mercato interno: gli ordini negativi devono essere un campanello d’allarme in particolare legato all’inflazione. E’ evidente che ulteriori aumenti dei tassi di interesse non potranno che comprimere ulteriormente gli investimenti delle imprese, per questo Confindustria Lombardia auspica che le istituzioni facciano valere sui tavoli competenti il peso del 14% di quota capitale dell’Italia presso la BCE, al fine di interrompere discutibili scelte di politica monetaria che rischiano di compromettere non solo i prossimi anni di investimenti ma anche i percorsi di transizione obbligata che le imprese si trovano ad affrontare”.

L’importanza della Consulenza HACCP per un’azienda alimentare

in Alimentare/Economia by

Introduzione

Nell’industria alimentare, la sicurezza e l’igiene non sono solo parole, ma elementi cruciali che determinano il destino di un’azienda. L’HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points) rappresenta il fondamento su cui poggia la sicurezza alimentare, e ignorare le sue direttive può portare a conseguenze disastrose per l’attività ma anche per il titolare.

In questo articolo, esploreremo come il rispetto delle norme HACCP e il rispetto della sicurezza alimentare sia cruciale per evitare la chiusura dell’attività, denunce e multe, e come la consulenza da parte di esperti possa mitigare questi rischi. Questo articolo è rivolto a titolari e imprenditori di attività alimentari che hanno a cuore la loro azienda e che ne vogliono garantire il successo. Se ti rispecchi nell’ultima frase e ti stai informando in cosa consiste un servizio di consulenza HACCP non ti resta che proseguire la lettura per poi prendere la tua decisione.

Le ragioni dietro le norme HACCP

L’HACCP non è semplicemente un acronimo, ma un sistema che si basa su un approccio scientifico alla gestione dei rischi alimentari. Ignorare o sottovalutare questo sistema può comportare una serie di conseguenze che mettono in pericolo l’azienda stessa.

  1. Chiusura dell’Attività: Immagina di dover abbassare la serranda del tuo ristorante o pastificio a causa di una grave contaminazione. Questo incubo può diventare realtà se non si rispettano le direttive HACCP. Potresti ricevere un’ispezione dai NAS o dalle autorità competenti, le quali potrebbero, in casa di mancata igiene e violazione delle norme, ordinare la chiusura immediata dell’attività per proteggere la salute dei consumatori.
  2. Denunce e Multe: L’avvelenamento alimentare o le malattie causate da un cattivo trattamento dei prodotti possono portare a denunce legali da parte dei consumatori colpiti. Inoltre, le autorità hanno il potere di infliggere multe salate per la violazione delle norme HACCP. Queste spese impreviste possono mettere in ginocchio anche le aziende più grandi.

Perché un’attività alimentare dovrebbe essere affiancata da un consulente HACCP?

Per evitare le possibili conseguenze elencate qui sopra, le attività operanti in questo settore dovrebbero investire in un servizio di consulenza HACCP offerto da alcune realtà che si occupano solo di questa attività (meglio ancora se sono specifiche solo per aziende alimentari).

Un esempio nel territorio bresciano è Eko03, un’azienda composta da un team di esperti nell’ HACCP per le imprese del settore alimentare. Hanno una sede sia a Erbusco (Brescia) che a Concorezzo (Monza Brianza) e i loro clienti sono aziende del settore alimentare di tutte le tipologie: ristoranti, pastifici ma non solo, anche grandi aziende alimentari.

Gli esperti e i consulenti HACCP in questo campo sono armati di conoscenze approfondite e competenze specializzate frutto di un costante aggiornamento e formazione e che possono fare la differenza tra il successo e la rovina di attività food.

Cosa comprende una consulenza haccp?

  1. Valutazione dei Rischi: I consulenti HACCP possono condurre valutazioni primarie per approfondite i punti critici e i rischi presenti in ogni fase della produzione alimentare: produzione, trasformazione, trasporto e somministrazione. Identificare i punti in cui il rischio è più elevato consente di prendere misure preventive mirate.
  2. Analisi microbiologiche: un esperto in materia può condurre analisi sugli alimenti e sulle superfici per avere un’evidenza scientifica dell’igiene. Questo step prevede l’utilizzo di prelievi e/o tamponi che verranno poi analizzati in laboratorio.
  3. Piani di Controllo: Sulla base delle valutazioni, i consulenti HACCP sviluppano piani di controllo dettagliati. Questi piani includono misure specifiche da adottare per evitare o ridurre al minimo i rischi e monitorare i cosiddetti CCP o punti critici di controllo. La documentazione accurata di tali piani può essere molto utile perché dimostra l’impegno dell’azienda verso la sicurezza alimentare in caso di ispezioni o denunce.
  4. Formazione del Personale: La formazione è un pilastro dell’HACCP. I consulenti possono addestrare il personale che lavora a contatto con gli alimenti su pratiche igieniche, manipolazione sicura degli alimenti e eventuale segnalazione dei problemi. Un team ben addestrato è un elemento fondamentale nella difesa contro le violazioni delle normative HACCP.

Conclusioni

In un mondo in cui la sicurezza alimentare è sotto il riflettore più che mai, l’HACCP non può essere ignorato o sottovalutato. Le aziende operanti nel settore alimentare hanno il dovere di garantire che ogni alimento sia privo di rischi per la salute dei consumatori, sempre più attenti a queste tematiche. Investire nella consulenza HACCP non è solo un modo per rispettare le norme, ma è anche un passo verso la protezione del tuo business e per evitare quindi spiacevoli conseguenze come sanzioni pecuniarie, denunce e talvolta chiusure. L’igiene alimentare è una pietra angolare del successo per le attività alimentari e la consulenza HACCP è la chiave per garantirla nel tempo.

Manerbio, operaio cade da 6 metri: è grave

in Economia/Lavoro by

Grave incidente in un’azienda di Manerbio. Un 27enne, dipendente di una ditta esterna, ha fatto un volo di sei metri mentre era al lavoro sulla copertura dell’impianto.

Sul posto – oltre a forze dell’ordine, Vigili del fuoco e Ats – sono intervenute anche automedica ed eliambulanza. Il 27enne, che nella caduta ha battuto la testa, è stato ricoverato in codice rosso all’ospedale Poliambulanza di Brescia.

Ulteriori informazioni su Brescia news.

Camera di Commercio di Brescia: ecco gli eventi settimanali

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia by

Pubblichiamo di seguito, come di consueto, gli eventi settimanali della Camera di Commercio di Brescia.

82/23 – RASSEGNA “IMPRESE E SOSTENIBILITA'”

La Camera di Commercio di Brescia, in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Intesa Sanpaolo Innovation Center, nell’ambito delle attività proposte dal “Laboratorio ESG – Environmental Social Governance”, presenta la rassegna “Imprese e Sostenibilità: nuovi valori e opportunità”, il ciclo di incontri gratuiti dedicato ad informare, formare e diffondere presso le Imprese la cultura e l’attenzione alla sostenibilità, supportandole nel loro percorso di crescita verso nuovi modelli di business che riescano a garantirne il solido posizionamento sui mercati in conformità alla rapida evoluzione del sistema economico e produttivo.

Prossimo incontro:

11 settembre: Nativa – Diversity & Inclusion, alle ore 15.00

Maggiori informazioni sul sito www.bs.camcom.it

alla pagina Economia Circolare e Responsabilità Sociale

83/23 – LA COMUNICAZIONE DEL TITOLARE EFFETTIVO AL REGISTRO IMPRESE

Le Camere di Commercio lombarde organizzano un incontro gratuito di primo orientamento agli operatori interessati, in vista della prossima emanazione degli ultimi decreti ministeriali che daranno avvio al nuovo adempimento.

Appuntamento: 13 settembre dalle ore 14.30 alle ore 16.30

Maggiori informazioni sul sito www.bs.camcom.it

alla pagina Incontri e seminari

84/23 – ECCELLENZE IN DIGITALE

Il Punto Impresa Digitale della Camera di Commercio di Brescia, in collaborazione con Unioncamere e Google.org, organizza la nuova rassegna Eccellenze in Digitale 2023. Il progetto ha l’obiettivo di supportare l’accrescimento delle competenze digitali del tessuto produttivo italiano e dei suoi lavoratori.

Prossimi webinar gratuiti:

13 settembre – I sistemi digitali di pagamento – Innexta, alle ore 15.00

27 settembre – La sostenibilità in concreto – CSMT, alle ore 15.00

Maggiori informazioni sul sito www.bs.camcom.it

alla pagina Punto Impresa Digitale

85/23 – DOMICILIO DIGITALE

Le Camere di Commercio stanno provvedendo all’assegnazione d’ufficio dei domicili digitali e, congiuntamente, all’applicazione delle relative sanzioni.

Nel frattempo le imprese possono ancora comunicare il proprio domicilio digitale (PEC) al Registro delle imprese e chiederne l’iscrizione.

Per verificare la regolarità della propria posizione e per scoprire come comunicare la propria PEC consultare la pagina informativa domicilio digitale del sito di Unioncamere dove è disponibile anche un canale di assistenza dedicato.

Per ulteriori informazione è possibile consultare la pagina Domicilio digitale PEC

Orzinuovi, Confartigianato premia la fedeltà e il passaggio generazionale

in Associazioni di categoria/Bassa/Confartigianato/Economia/Zone by

A Orzinuovi, in occasione dell’edizione 75 della Fiera, si è tenuto ieri il convegno di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale presso il centro culturale “Aldo Moro”, dal titolo: L’ intelligenza artificiale e l’impatto su lavoro e impresa”. 

Dopo i saluti iniziali del Sindaco di Orzinuovi Sen. Gianpietro Maffoni e del giornalista Tonino Zana si sono tenuti gli interventi di Eugenio Massettipresidente Confartigianato Brescia e Lombardiae di Matteo Linotto, imprenditore del settore digitale e socio di Neosexperience moderati da Fabio Gafforini di Teletuttoal termine del quale si sono tenute le premiazioni di artigiani e imprenditori che si sono contraddistinti per la storica fedeltà a Confartigianato Brescia e nel passaggio generazionale. «Il premio simbolico di fedeltà all’Organizzazione rappresenta un momento importante per noi – ha dichiarato il presidente Massetti – poiché sottolinea l’operosità e la capacità degli artigiani bresciani e il forte senso di appartenenza verso la Confartigianato. Una realtà composita, fatta di tradizione, ma anche di innovazione e di nuova intraprendenza, come testimoniano le start up e i temi del convegno di oggi. Confartigianato vuole rimarcare l’importanza di mettere sempre al centro del proprio impegno il valore umano dell’artigianato, elemento distintivo e caratteristico delle aziende del comparto e fattore indispensabile per affrontare con slancio e passione le sfide del futuro. Una di queste sfide è il passaggio generazionale, fondamentale e prezioso, per non perdere un patrimonio inestimabile non solo dal punto di vista economico, ma per il nostro territorio e l’intero tessuto sociale».

Tra i premiati per la fedeltà all’organizzazione: l’impresa edile R.D.B. di Diani Anotonio e Bulla Pietro Snc di Quinzano d’Oglio, la Diani F.lli Snc di Diani Paolo e Elvio, impresa edile di Orzinuovi, l’impresa edile Paloschi Giampaolo di Villachiara, i tinteggiatori: “Progetto Colore” di Ricca Valter di Verolavecchia, Stefano Scotti di Pompiano, “Il Decoro” di Bressana Angelo Gabriele di Brandico e l’impresa di impianti elettrici “Elettrica Orzinuovi” di Treccani Federico e Bertolini Marco di Borgo San Giacomo. Per il passaggio generazionale: l’impresa edile di Liscietti Giuseppe di Orzinuovi, l’elettrotecnica di Redondi Gabriele di Barbariga, Rosanna acconciature di Maura e Sara Manfredini di Borgo San Giacomo, Intonaci di Monfredini Fabio di Quinzano d’Oglio, G.S.G. Acconciature di Lucia Snc di Giacomassi Stefano di Roccafranca, Telò Roberto fornaio di San Paolo, Bulla Osvaldo, autoriparatore di Orzinuovi, l’impresa di pulizie Ragazzi F.lli Snc di Orzinuovi e il panificio e Pasticceria Barbieri Giulio e C. Snc di Corzano.

Nella Fiera non è mancata la presenza dello stand di Confartigianato e, come da tradizione, l’occasione è stata improntata alla beneficenza: anche quest’anno grazie ai panificatori di Confartigianato che hanno distribuito dallo stand sulla Piazza centrale Vittorio Emanuele II i prodotti da forno a fronte di una piccola donazione i cui proventi saranno poi devoluti interamente alla scuola dell’infanzia di Pompiano. Un piccolo grande gesto di generosità, che ha visto negli anni scorsi donare quanto raccolto, tra gli altri: alla Onlus Amici dei Pompieri di Orzinuovi, all’Associazione Corpo Musicale SS. Gervasio e Protasio di Roccafranca, all’Oratorio Jolly di Orzinuovi e all’Oratorio San Domenico Savio di Borgo San Giacomo.

Peste suina, Cia: contenere i cinghiali con il supporto dell’esercito

in Agricoltura e allevamento/Economia/Salute by

 Mettere subito in campo tutti gli strumenti a disposizione per far fronte alla peste suina. Bisogna procedere immediatamente con abbattimenti organizzati e sistematici sul territorio per ridurre la pressione dei cinghiali, come previsto dal Piano straordinario, e mettere in sicurezza le aziende suinicole, soprattutto nelle zone vocate più a rischio, garantendo risorse e sostegni al comparto. Queste le richieste avanzate da Cia-Agricoltori Italiani alla riunione urgente sulla situazione PSA, tenutasi al Ministero della Difesa, con i ministri Guido Crosetto e Francesco Lollobrigida, i sottosegretari Patrizio La Pietra e Marcello Gemmato e il commissario straordinario per la peste suina Vincenzo Caputo.

“La situazione, ormai, è diventata critica ed occorre agire in maniera concreta per salvaguardare tutta la suinicoltura Made in Italy, da cui dipendono 11 miliardi di fatturato e 70 mila addetti nella filiera -ha detto Gabriele Carenini, responsabile nazionale Cia per la fauna selvatica-. Per questo, è molto importante la disponibilità annunciata dal ministro della Difesa a impiegare personale qualificato per il contenimento del numero degli ungulati, come avevamo richiesto da tempo”.

Altrettanto positiva, ha aggiunto Carenini, “è la prossima costituzione di una cabina di regia permanente con tutte le rappresentanze agricole e i ministeri dell’Agricoltura, dell’Ambiente, della Salute e della Difesa, per supportare l’azione in campo del commissario Caputo”. Un’azione, però, che “deve essere tempestiva e risolutiva. Altrimenti si rischia sul serio di compromettere un settore chiave della zootecnia nazionale, con danni inquantificabili”. 

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