Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

Category archive

Economia - page 235

Notizie economico-finanziarie di Brescia e Provincia

Galletti (Cgil): un voto chiaro in difesa della Costituzione

in Cgil/Economia/Partner/Sindacati by
Damiano Galletti (Cgil) - Brescia

“Un voto chiaro in difesa della Costituzione e per fare in modo che questa venga attuata nei suoi valori fondamentali, a partire dal lavoro e dalla riduzione delle disuguaglianze”. Così recita la nota inviata dal segretario della Cgil Damiano Galletti a commento del referendum costituzionale

“Il dato di affluenza alle urne è sorprendente, – scrive Galletti – vicino a quello delle elezioni politiche. Dal risultato emerge in modo evidente un grande disagio sociale e una bocciatura chiara per le politiche di questo governo. È però anche importante ricordare che il voto è stato innanzitutto sulla Costituzione: gli italiani hanno detto in modo chiaro, un’altra volta, che a salti nel buio a colpi di maggioranza preferiscono la Carta nata dopo la Resistenza. Dopo un risultato del genere nessuno, mi auguro, si lancerà per un bel pezzo in avventure di riforma della Costituzione. Quella che abbiamo va bene e deve essere attuata nei suoi principi e valori fondamentali, mettendo al centro il lavoro e la riduzione delle disuguaglianze”.

Nuova Zelanda, mercato in crescita per la Leonessa (DATI)

in Economia/Export/Tendenze by

In crescita i rapporti economici tra Lombardia e Nuova Zelanda, +17% in un anno. Si tratta di 87 milioni di scambi, di cui 37 con Milano e 19 con Bergamo. Prevale l’export (60 milioni) rispetto all’import (28). Si importano prodotti chimici, alimentari e tessili. Si esportano soprattutto macchinari (42%), ma anche chimica, gomma e tessili. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat al secondo trimestre 2016 e 2015.

Per la provincia di Brescia l’export, nel secondo trimestre 2016, vale 9 milioni 799mila euro contro i 5 milioni 607 dell’anno precedente. La crescita degli interscambi è stata del 68 per cento in un anno: tutto export, perché l’import al 2016 era di soli 191mila euro (in calo del 40 per cento).

schermata-2016-12-05-alle-11-24-03

Il Gruppo Omr per la prima volta al Motorshow di Bologna

in Automotive/Città e Hinterland/Economia/Evidenza/Zone by

Il gruppo Omr (Officine Meccaniche Rezzatesi) partecipa, per la prima volta, al Motor Show, l’importante Salone Internazionale dell’Automobile, giunto alla sua 40^ edizione e in calendario a Bologna da oggi 3 dicembre fino all’11. L’azienda, capitanata da Marco Bonometti presidente di Aib, entra di diritto nel vasto mondo dei motori e proprio il Motor Show ne rappresenta la vetrina piu prestigiosa. Una scelta mirata del gruppo dato che il Motor Show 2016 è sempre più concentrato sui giovani, sulle università, sulle start up, sulle sfide digitali e virtuali e soprattutto sulla capacità di coniugare i valori tradizionali della rassegna con i nuovi trend legati alle moderne tecnologie.

“Abbiamo deciso di essere presenti al Motor Show – spiega Michele Pirlo, commerciale Omr – per essere partecipi del rilancio della fiera bolognese, vetrina dell’automotive italiana”. Tanti gli incontri in calendario durante questa intensa settimana dedicata all’auto. Marco Bonometti è stato ospite della round table d’apertura della manifestazione dal tema “Il mercato che verrà e i suoi protagonisti”.

“Il 2016 sta confermando il momento positivo del settore automotive -afferma Bonometti- il settore che ha contribuito a risollevare il paese. Lo sforzo che hanno fatto le imprese, la fatica di uomini e donne nelle aziende ci hanno permesso di rimanere a galla .Il vantaggio dell’Italia è questa grande filiera che ci contraddistingue rispetto agli altri paesi… Noi dobbiamo creare le condizioni per diventare sempre più competitivi”.

Referendum costituzionale, oggi il voto. Vincerà il Sì o il No?

in Economia/Istituzioni by

Sono 922mila i bresciani (450mila uomini e 472mila donne) che da questa mattina alle 7 sono chiamati ad esprimersi sul referendum costituzionale. Un appuntamento che, in qualsiasi caso, avrà un impatto fortissimo sulla vita politica e istituzionale del Paese.

Il quesito recita: “Approvate voi il testo della legge costituzionale concernente “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione” approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?”.

Rispondendo il Sì la riforma voluta dal governo entrerà in vigore con la fine del bicameralismo perfetto, la riduzione dei senatori, il superamento delle materie concorrenti tra Stato e Regioni, l’abolizione del Cnel e la “cancellazione” delle Province. Se vincerà il No tutto rimarrà invariato, salvo che per le Province, che torneranno ad essere enti elettivi di primo livello (cioè elette dai cittadini e non dagli amministratori locali). Da sottolineare che non esiste alcun quorum: dunque il referendum sarà valido indipendentemente dal numero dei votanti.

Si può votare fino alle 23, esibendo al seggio il documento di identità e la tessera elettorale. Chi l’avesse smarrita o l’avesse completata potrà richiederne una nuova agli uffici elettorali, aperti anche questi fino alle 23 (in città sono operativi l’ufficio Servizi demografici di Palazzo Broletto e le anagrafi decentrate di via Gadola, via Farfengo, via Micheli e Corso Bazoli.

In Italia gli aventi diritto al voto sono 46milioni e 700mila, a cui che vanno ad aggiungersi a quelli di altri 4 milioni di italiani residenti all’estero.

Dal metronotte alle reti neurali: Vigilanza Group compie 70 anni

in Servizi by

Vigilanza Group – la società bresciana di servizi per la sicurezza e la protezione dei beni di imprese e privati – compie 70 anni e li festeggia con un traguardo di tutto rispetto: il fatturato del 2015 ha raggiunto la cifra record di 13 milioni di euro, e per il 2016 si prevede di chiudere l’anno con un ulteriore incremento. Un trend in forte ascesa che ricalca l’ottimo andamento degli ultimi anni: nonostante il periodo di crisi economica generale nel 2008 il fatturato è stato di 11 milioni, salito a 11,8 nel 2010. Oggi la società bresciana che conta circa 250 dipendenti, di cui il 50% è socio, è autorizzata ad operare con guardie giurate nelle province di Mantova, Cremona, Bergamo, Verona e L’Aquila, e con servizi di Tele Vigilanza e Video Analisi su tutto il territorio nazionale.

Vigilanza Group è a capo di una holding con sede principale in via Fura 14 a Brescia formata da 5 società: Vigilanza Group, Wolf S.r.l., Telecentral S.p.A., Wolf Assicurazioni e Vigilo 4 You. Il fatturato consolidato di tutto il gruppo nel 2015 ha toccato quota 23 milioni di euro. Grazie alle aziende appartenenti al gruppo, oggi Vigilanza Group si occupa della vigilanza tradizionale e tecnologica, ma fornisce alla clientela supporto e assistenza in ambiti che vanno dalla logistica al recupero crediti, dalle investigazioni alle assicurazioni. Il settore di riferimento, però, è quello dell’avanguardia: grazie a partecipazioni societarie in aziende che si occupano di innovazione in ambito di sicurezza (come Vigilate e Tsec), i servizi offerti da Vigilanza Group sono in continua evoluzione per offrire al cliente, sia privato che aziendale, sempre l’ultimo ritrovato tecnologico. In tutto il gruppo oggi ci sono circa 400 dipendenti in tutta Italia.

Fiore all’occhiello di Vigilanza Group sono le due centrali operative, sempre collegate ed attive in due regioni, che consentono di fornire servizi di localizzazione satellitare, videosorveglianza e televigilanza grazie al sistema Disaster Recovery. Le due centrali operative rilevano le segnalazioni degli impianti d’allarme ad esse collegati 24 ore su 24 valutando l’entità di ogni singola situazione ed attivando le procedure previste in tempo reale. Sempre attentissima alle innovazioni in questo settore, oggi Vigilanza Group propone ai propri clienti sistemi di telecamere a reti neurali dotati di algoritmi intelligenti in grado di discriminare i soggetti rilevati facendo scattare l’alert solo in caso di reale pericolo di intrusione. Questo nuovo sistema abbatte quasi del tutto il rischio di falsi allarmi, particolarmente fastidiosi sia per chi ha un’attività commerciale sia per chi richiede il servizio di vigilanza per la propria abitazione.

Proprio perchè Vigilanza Group ha fatto della costante ricerca di prodotti innovativi il proprio tratto distintivo ha deciso di porsi sul mercato della sicurezza-vigilanza non come “semplice” installatore di telecamere, ma come fornitore di ritrovati tecnici di ultima generazione a prezzi concorrenziali. Così ogni cliente può scegliere da sè l’installatore più comodo anche per la manutenzione degli impianti, sapendo però di aver acquistato un prodotto esclusivo e assolutamente all’avanguardia che non potrebbe trovare altrove.

In questa ottica la holding bresciana ha in progetto di continuare ad effettuare acquisizioni societarie di tutte quelle realtà che in campo nazionale dimostrano di creare prodotti ad alto tasso di innovazione tecnologica. Le ultime acquisizioni di quote societarie in ordine di tempo sono quelle di Vigilate (www.vigilatevision.com/it/) di Rezzato, Tsec di Bedizzole (www.tsec.it/it/) e Vigilo4You (www.vigilo4you.it/).

Oggi il consiglio di Amministrazione di Vigilanza Group è così composto:

– presidente legale rappresentante: Giancarlo Liberatore;

– vicepresidente e amministratore delegato: Angelo Paolo Pietroboni;

– consiglieri: Alessandro Sbrilli, Simona Bove, Pierlorenzo Ferrari, Stefano Baratti,

Giuseppe Corsini, Giuseppe Bolis, Daniele Zanelli, Alessia Tononi e Angelo Volta.

Il consiglio sindacale è compost dal presidente Michele Lussignoli e i sindaci effettivi Marco Rubagotti e Alessandro Bressi.

Il futuro della vigilanza privata: Vigilo 4 You

Vigilo 4 You è il primo servizio di pronto intervento a consumo: grazie a questo nuovo sistema i privati potranno collegare il proprio antifurto alla centrale operativa di Vigilanza Group e acquistare facilmente dei crediti prepagati. In caso di bisogno il cliente potrà richiedere direttamente dal proprio cellulare tramite un’app l’intervento degli operatori di vigilanza e solo in questo caso i crediti acquistati verranno scalati. Non ci sono costi di canone fisso o abbonamento, non ci sono vincoli e il credito acquistato non ha scadenza.

Il servizio verrà lanciato sul territorio regionale a partire da gennaio 2017.

Vigilanza Group compie 70 anni. Un po’ di storia

Vigilanza Group è nata ufficialmente il 3 maggio 1946 con un atto notarile che sancisce la costituzione della Società Cooperativa di Vigilanza Notturna e Campestre per la provincia di Brescia. A dar vita all’istituto furono 20 guardie (Agostino Anzoni di Manerbio, Francesco Bernardo e Santo Binetti di Brescia, Luigi Gritti di Bagnolo Mella, Francesco Capuzzi di Gottolengo, Mario Garza e Silvio Marchioni di Rovato, Giuseppe Premoli di Leno, Carlo Regonini di Manerbio, Luigi Rovizzi di Desenzano, Francesco Zorza di Milzano, Domenico Avisani di Nuvolera, Giulio Abeni di Montichiari, Giuseppe Damiani di Gardone Riviera, Giacomo Baronio di Sarezzo, Giovanni Pavanato di Brescia, Eligio Turati di Virle Treponti, Angelo Gorni di Poncarale, Sivlio Piazzetti e Cataldo Leo di Brescia). L’istituto si occupava prevalentemente di controllare cascine, terreni, stabili e negozi. In quel periodo il servizio di una guardia notturna costava quanto un quintale di grano, 10.000 lire.

Le amministrazioni comunali dall’inizio degli anni Cinquanta cominciarono a chiedere l’intervento della cooperativa, i primi furono i sindaci di Gardone Valtrompia e Montichiari, si aggiunse poi il Comune di Chiari. Nel ’71 l’istituto estese il proprio servizio anche al Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera.

Gli anni di piombo richiesero un ulteriore sforzo di aggiornamento sulle nuove metodiche di intervento e prevenzione e in meno di un anno le forze in servizio raddoppiarono passando dalle 60 guardie del 1976 a 130 nel 1977-’78. Nacque il collegamento radiotelefonico con ciascun vigile attraverso l’installazione di ponti ripetitori. Gli uomini addetti ai servizi più esposti furono dotati di giubbotti antiproiettile e arrivarono le prime auto blindate.

Negli anni Novanta la Vigilanza si specializza in sorveglianza tecnologica con sistemi elettronici di monitoraggio e controllo, televigilanza, videosorveglianza, dispositive satellitari, e una centrale operative aperta 24 ore su 24.

Oggi più di 13.000 soggetti pubblici, privati e aziende richiedono la protezione de La Vigilanza.

Parolini: con il Patto per la Lombardia investimenti per 130 milioni sulle strade di Brescia

in Economia/Infrastrutture/Partner by

“Dalla firma del Patto per la Lombardia al via libera degli investimenti infrastrutturali per oltre 130 milioni euro sul territorio bresciano il passo è stato brevissimo, un risultato importantissimo frutto di un lavoro incessante che porterà finalmente alla realizzazione di due interventi molto attesi”. Così Mauro Parolini, assessore allo Sviluppo economico commentando gli esiti della riunione del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), che nella serata di ieri ha approvato i finanziamenti per strade e mobilità previsti del Patto per la Lombardia. Tra gli interventi risultano anche 70 milioni di euro per la realizzazione del raddoppio delle gallerie di Gargnano sulla gardesana occidentale (ss 45 bis) e 60 per la variante di Edolo (ss42 del Tonale e della Mendola).

L’assessore bresciano, che negli scorsi mesi aveva promosso la realizzazione di queste opere incontrando a Roma, insieme all’assessore regionale alle Infrastrutture, i vertici di ANAS e del Ministero dei Trasporti, ha sottolineato in una nota la “soddisfazione per il successo ottenuto” e la necessità “di stringere al minimo i tempi di realizzazione di opere molto importati, che genereranno benefici viabilistici e ricadute positive sul tessuto economico e la filiera del turismo legata ai territori coinvolti”.

“In particolare – ha aggiunto Parolini – la conferma dello stanziamento per l’intervento sulla Gardesana occidentale, dove la situazione è inaccettabile per le ripercussioni che sta avendo sulla qualità di vita dei residenti e sul turismo sia in termini di reputazione, che di danneggiamento all’attività economica degli operatori, è davvero molto importate e liberatoria”.

“Finalmente possiamo vedere il traguardo che oggi – ha continuato Parolini – è a portata di mano, nonostante gli ostacoli di carattere politico, che singoli esponenti locali hanno paradossalmente portato avanti durante questo percorso, non comprendendo la reale dimensione della sfida che aveva di fronte il territorio e l’intera area turistica del Garda”.

“Stiamo parlando – ha rimarcato infine Parolini – di un intervento strategico da 70 milioni di euro a carico dello Stato e realizzabile entro tre anni. ”.

Valsabbina, il Comitato ribelle fa il pieno

in Banche/Economia/Valsabbina by

Tutto esaurito, posti in piedi compresi, per la prima riunione pubblica del Comitato Soci Valsabbina, il gruppo di piccoli azionisti “ribelli” che chiede maggiore democrazia e trasparenza nella gestione della banca. All’appuntamento, nell’Auditorium Comunale di Gavardo in Via Quarena 8, si sono presentati in un centinaio degli oltre 350 aderenti annunciati dal Comitato.

Ad aprire la riunione il commercialista Aurelio Bizioli, che ha fatto il punto sulla situazione, ricordando innanzitutto come i soci siano passati dai 10mila dell’anno 2000 ai 19mila del 2005 fino ad arrivare oggi a oltre 40mila. “Non parliamo certo di speculatori: gran parte di questi ha in portafoglio soltanto azioni della nostra banca”, ha sottolineato. Da qui le paure sull’andamento del titolo, che nel 2005 valeva 15 euro, nel 2010-2011 ben 23 (ma con problemi di liquidità) e nel 2015 ancora 18. “40mila soci li abbiamo trovati, ma difficilmente ne troveremo altrettanti per vendere le nostre azioni a un prezzo adeguato”, ha aggiunto, “Che soddisfazione è per un piccolo azionista valsabbino sapere che abbiamo acquistato lo sportello di una banca chiusa a Schio?”.

Bizioli, quindi, ha citato l’intricata vicenda delle partecipazioni incrociate con la Cassa di risparmio di Ferrara e la Popolare di Vicenza (la magistratura sta indagando) e invocato maggiore democrazia nella gestione dell’istituto.
“Per chiedere l’assemblea servono 4mila firme autenticate da un notaio o da un direttore di banca, inoltre chi vuole votare nomi diversi dalla proposta del Cda uscente deve prima cancellare gli altri nomi: un’assurdità bulgara”, ha sottolineato, ricordando che gli iscritti, non vanno di pari passo con la partecipazione, visto che i soci presenti alla chiusura dell’assemblea 2016 di Valsabbina erano 1241 (il 3,6%) e a quella del 2014 erano soltanto soltanto 664 (1,8 per cento).

Gino Toffolo, ex dipendente della banca, ha quindi ricordato che “la scelta di collocare le azioni della banca sul mercato Hi-Mtf non era obbligatoria e le realtà bancarie che hanno fatto come Valsabbina si contano sulle dita di una mano”. “A parte Banca Sella, che peraltro è tra i proprietari del mercato”, ha spiegato, “vorrei sottolineare l’esempio di Cassa di cento, che come noi è entrata a luglio, ma a differenza nostra ha lasciato dopo una seduta”.

Quindi, l’avvocato Giorgio Paris ha affrontato il versante legale, spiegando che il Comitato non intende promuovere azioni personali e collettive, ma “politiche” al fine di dare maggiore potere ai soci già nello statuto. Mentre un rappresentante di Federconsumatori ha evidenziato che “un buon numero di soci si sta rivolgendo a noi: ci sono diversi casi critici e stiamo valutando l’azione legale, anche se la materia è molto incerta”.

A seguire diversi interventi di piccoli azionisti, tutti a favore della nascita del comitato se pure – anche un po’ a sorpresa rispetto ai toni usati sul web da alcuni – molto educati e pacati nei toni.

Le conclusioni le ha tirate Bizioli. “Il Cda con le elezioni dei membri scaglionate (3 membri sono eletti col bilancio 2016, 2 col 2017 e 5 col 2018) è un sistema di blindatura dei vertici che va superato”, ha tuonato il commercialista di Vobarno, “inoltre dobbiamo porre nello statuto un limite al numero dei mandati, stabilire una rappresentanza per le minoranze e di genere e introdurre l’incompatibilità per gli ex dipendenti, come avviene in altre banche”.

Da valutare l’idea della trasformazione in Spa. Per ora la richiesta ufficiale ai vertici della Banca è dunque quella di “chiedere al cda di convocare i soci senza aspettare l’approvazione del bilancio, perché il presidente – cooptato dal consiglio – deve avere l’umiltà di presentarsi ai soci e discutere con loro la linea”. Ma nel frattempo “cominciamo a presentare una lista”.

Moretti realizza il Centro Ingrosso Cina di “Aumai”: è il più grande d’Europa

in Economia/Edilizia/Partner by

Ha inaugurato ieri ad Agrate Brianza Centro Ingrosso Cina, il più grande centro commerciale all’ingrosso d’Europa, realizzato nelle sue strutture prefabbricate in calcestruzzo dalla Moretti, azienda bresciana fondata da Vittorio Moretti, che firma così il terzo centro commerciale con dimensioni da primato nel 2016.

Il nuovissimo Centro Ingrosso Cina è stato voluto dall’imprenditore 40enne Chen Wen Xu, chiamato più comunemente «Il Sandro», da 20 anni residente a Brescia, già proprietario della catena di supermercati Aumai con oltre 30 punti vendita nel Nord Italia.
Un investimento da 60 milioni di euro, permesso anche dal sostegno di Mps Capital Service e Unicredit, che sorge oggi riqualificando l’area dove un tempo era situata l’azienda chimica Uquifa in via delle Industrie ad Agrate Brianza, sulla strada provinciale 121, perfettamente collegata con le principali vie di comunicazioni dell’area milanese, come la Tangenziale Est, la Teem e l’A4.

L’intenzione di Chen Wen Xu con Cina Ingrosso Mercato è quella di delocalizzare (e decongestionare) il commercio all’ingrosso di prodotti cinesi dalla Chinatown milanese – via Paolo Sarpi, offrendo ai grossisti un unico punto di riferimento, facilmente raggiungibile e logisticamente efficiente perché localizzato sulle grandi arterie di comunicazione del Nord Italia.

La struttura si sviluppa per 3 piani – di cui 2 fuori terra – e accoglierà 400 spazi commerciali: il piano interrato è destinato ai magazzini con strutture dedicate allo scarico dei container; il piano terra è dedicato esclusivamente al commercio all’ingrosso di abbigliamento (donna, uomo, bimbo), mentre il piano superiore è dedicato agli accessori, scarpe, cosmetici e casalinghi, oltre ai servizi: bar, ristoranti ma anche attività dedicate alla cura della persona.

Centro Ingrosso Cina ha previsto l’assunzione di 600 addetti nelle diverse mansioni (vendita, uffici e logistica) e altre 200 posizioni saranno generate dal relativo indotto.

Moretti che da oltre 50 anni si occupa di edilizia industrializzata, e in particolare la sua divisione Moretti Construction Systems, guidata dall’AD ing. Evangelista Zampatti, si riconferma ancora una volta l’interlocutore ideale, in virtù della sua esperienza e affidabilità, nella realizzazione di centri commerciali di nuova generazione per dimensioni, sicurezza e soluzioni. Moretti chiude così un anno davvero speciale, riconfermando il trend positivo degli ultimi 10 anni, durante i quali la Moretti ha realizzato almeno uno shopping center all’anno superiore ai 60.000 mq e uno, ogni due anni, superiore ai 100.000 mq. “Siamo orgogliosi dei risultati raggiunti quest’anno – afferma l’AD ing. Evangelista

Zampatti – che arrivano comunque anche a coronamento di un percorso aziendale coerente e solido, che ci ha permesso di superare indenni anche i momenti in cui la crisi aveva particolarmente colpito il nostro settore. Non a caso il risultato di cui sono più fiero è proprio il fatto di aver sempre garantito il posto di lavoro ai nostri 200 collaboratori, senza aver mai dovuto ricorrere a neppure un’ora di cassa integrazione”.

Moretti, azienda italiana fondata nel 1967 da Vittorio Moretti, da sempre opera nel mondo dell’edilizia e delle costruzioni, collaborando con i migliori esperti del settore, ispirandosi sin dalla sua fondazione a concetti quali diversificazione, flessibilità, personalizzazione, chiavi in mano.
Prefabbricati in calcestruzzo, in legno e con sistemi misti che integrano ferro, vetro e pietra. Edilizia pubblica e privata chiavi in mano, infrastrutture, Real estate. Dalla consulenza strategica alla progettazione, dalle semplici forniture di prodotto alla gestione di cantiere, installazione e collaudo finale, dal contract di prodotto a quello di commessa. Un modo di fare impresa che si traduce in più competenze. Più sinergie. Più soluzioni.

Disoccupazione giovanile, report Api: Brescia tra le peggiori del Nord Italia

in Api/Associazioni di categoria/Economia/Evidenza/Lavoro/Tendenze by

In provincia di Brescia più di un giovane su tre, di età compresa tra 15 e 24 anni, è disoccupato: nel 2008 lo era poco più di uno su venti. Il dato, più che preoccupante, viene sottolineato nell’indagine su «Disoccupazione giovanile e mismatch» realizzata dal Centro Studi e dall’Ufficio Risorse Umane di Apindustria. Obiettivo dello studio, oltre a mettere a confronto i dati bresciani sulla disoccupazione giovanile nella fascia 15-24 anni con quelli delle altre provincie italiane e con i dati europei, cercare anche di capire (attraverso 200 interviste a giovani che hanno rifiutato la posizione lavorativa per la quale erano stati selezionati) le difficoltà che esistono nell’incrocio tra domanda e offerta di lavoro.

«Il trend degli ultimi anni ha segnato un peggioramento molto evidente – si legge nel report del Centro Studi Apindustria -, portando la nostra provincia, a vocazione prettamente metalmeccanica, al 50esimo posto nella lista delle province italiane classificate per tasso di disoccupazione giovanile nel 2015». Lo scorso anno, in provincia di Brescia, il tasso di disoccupazione giovanile nella fascia 15-24 anni risulta essere infatti del 35,9%, in continuo peggioramento rispetto agli anni precedenti (6,2% nel 2008, 21,5% nel 2011, 28,2% nel 2014). Ben lontana da province quali Bolzano (11,9%), Verbano-Ossola (15,8%) o Cuneo (17,1%), peggio della media lombarda (32,3%) e del Nord Italia (30,6%), appena meglio addirittura rispetto alla media nazionale (40,3%). «Stupisce negativamente il dato del 2015 – sottolinea il rapporto -: il Nord e in generale l’Italia registrano un miglioramento rispetto all’anno precedente, con una riduzione del tasso di disoccupazione per i giovani 15-24. In Lombardia peggiora di un paio di punti, mentre a Brescia di ben 7,7 punti percentuali». Meglio la disoccupazione in fascia 15-29, in cui il tasso si staglia al 22,7% nel 2015 (l’anno prima era il 17,5%).

Se questo è il dato negativo, è pur vero che anche negli ultimi anni le imprese, seppure in misura minore rispetto al passato, hanno continuato a cercare nuove figure professionali. Un dato, questo, confermato anche dal report quando evidenzia «una variazione crescente positiva nella domanda di personale da parte delle imprese» nell’ultimo triennio. Dall’analisi incrociata con l’Ufficio Risorse Umane di Apindustria è però emersa in modo abbastanza evidente anche una difficoltà a far incrociare domanda e offerta di lavoro. In particolare, basandosi su 200 interviste ad altrettanti giovani che hanno rifiutato la posizione lavorativa per la quale erano stati selezionati, è emerso che tra le cause principali di questo mancato incontro vi sono la distanza casa-lavoro, le aspettative economiche non soddisfacenti e la mancanza di competenze richieste.

Agricoltura, Lombardia costretta ad anticipare 173 milioni per lo Stato

in Agricoltura e allevamento/Economia/Evidenza/Istituzioni/Lombardia/Regione/Zone by

“Regione Lombardia e’ riuscita a superare le inefficienze e i ritardi di Agea e l’Organismo pagatore regionale ha pagato nei termini gli agricoltori lombardi, per i 294 milioni complessivi loro spettanti, suddivisi tra 264 milioni per la Domanda Unica della Pac e 30 milioni per il Psr”. E’ quanto riferisce l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, soddisfatto per aver rispettato i termini, nonostante i ritardi di Agea nel trasferimento delle risorse.

“Dagli organi centrali non sono stati trasferiti 191 milioni di euro e ne sono pervenuti appena 17,4 – rivela Fava -. Regione Lombardia e’ stata cosi’ costretta ad anticipare le risorse, in attesa del trasferimento da Roma, per 173,6 milioni”. Eppure, prosegue l’assessore lombardo, “il grande lavoro di squadra all’interno della Direzione Centrale Programmazione e Finanze della Regione ha consentito di liquidare gli agricoltori e di ovviare all’incapacita’ di Agea di garantire il trasferimento dei fondi nei tempi prestabiliti, pur disponendo di moltissima liquidita’. Non credo tutte le regioni raggiungeranno l’obbiettivo purtroppo”.

Secondo gli ultimi report, infatti, fa le regioni dotate di organismo pagatore proprio solamente Veneto e Toscana parrebbe possano sperare di completare i trasferimenti di risorse alle imprese agricole (rimane l’incognita della quota del Psr, sempre per i ritardi di Agea), avendo comunque anticipato come la Lombardia buona parte dei fondi grazie alle risorse regionali. “Il tutto mentre fuori impazza il dibattito sulla utilita’ ed efficienza delle regioni e qualche illuminato soggetto teorizza la necessita’ di centralizzare le competenze a Roma anche in agricoltura. I Lombardi possono contare su efficienza e preparazione della propria struttura regionale. Altrettanto non si puo’ dire di chi ha bisogno di confrontarsi con lo stato”.

Go to Top
Vai alla barra degli strumenti