Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Economia - page 225

Notizie economico-finanziarie di Brescia e Provincia

INNOVATION CLUB/3. Michele Mezza intervista Elserino Piol

in Economia/Innovation club/Partner/Rubriche/Web e digitale by

Michele Mezza è un giornalista, saggista e docente universitario italiano. Laureatosi in Giurisprudenza all’Università Statale di Milano, negli anni 1974-75 segue un corso biennale presso la Scuola Superiore di Economia Politica diretta da Claudio Napoleoni. È giornalista professionista dal 1978.

Michele Mezza è un giornalista, in pensione dalla RAI dal gennaio 2015. È stato inviato del GR in Unione sovietica, attività per la quale ha ricevuto il premio Calabria nel 1993. Sempre per Radio Rai è stato inviato sul teatro delle Guerre jugoslave degli anni novanta, attività per la quale ha ricevuto il Premio Oscar della Radio per il documentario radiofonico nel 1994.  Nel 1997, insieme a Luciano Lanna e Antonio Satta, è stato uno degli autori dello speciale di RaiDue “1977: l’anno che non finì”. Nel 1998, ha curato e realizzato il progetto, da lui ideato, per la creazione di Rainews24, il primo canale televisivo all-news della televisione italiana, del quale è stato vice-direttoreÈ attualmente docente di Sociologia delle culture digitali, presso il dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II di Napoli.

Un’interessante prospettiva storica delle politiche sull’innovazione nel nostro paese è fornita dal suo libro “Avevamo la luna. L’Italia del miracolo sfiorato, vista cinquant’anni dopo” pubblicato da Donzelli Editore.

Furono gli anni tra il 1962 e il 1964 la vera stagione in cui le prospettive di un cambiamento di ruolo e di status del paese potevano realmente mutare. Sulla scena internazionale si affacciava Kennedy che spostava il confronto con il mondo comunista. Il sapere cominciava a diventare leva e motore del progresso economico. L’Occidente assisteva al primo sorgere di ceti metropolitani che davano corpo a fenomeni culturali eccentrici. Nel 1962 nascevano i Beatles e i Rolling Stones, destinati a cambiare il mondo della musica e le relazioni fra le generazioni. E in Italia? Mezza individua cinque scenari che videro in quell’anno aprirsi – e subito chiudersi – una prospettiva strategica per il nostro paese e li ricostruisce con una tecnica innovativa basata sull’uso del QR-code, che consente un rinvio immediato, tramite smart-phone o iPad, alle fonti visive e sonore sul Web.

In occasione del lancio del suo libro Michele Mezza ha intervistato Elserino Piol , dirigente storico di Olivetti e testimone della storia italiana e mondiale dell’informatica.

Videoincontro con Elserino Piol – Informatica e individuo

Lombardia prima regione per imprese femminili. Brescia settima in Italia

in Economia/Evidenza/Istituzioni/Regione/Tendenze by

“Il primato della nostra regione per numero di imprese femminili conferma il dinamismo e l’apertura del nostro tessuto economico. Una fotografia incoraggiante che ci spinge a proseguire nel nostro impegno per rendere la Lombardia sempre più terreno di opportunità e di sviluppo sostenibile”. Commenta così Mauro Parolini, assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia, l’ultimo studio di Lombardia Speciale (lombardiaspeciale.regione.lombardia.it).

“Questi numeri, oltre a descrivere la grande capacità di fare imprese da parte delle donne in Lombardia, confermano – ha aggiunto Parolini – anche il nostro primato nell’occupazione femminile, che con un tasso di oltre il 62,7 per cento a Milano colloca il capoluogo lombardo al di sopra di altre importanti città europee come Londra, Madrid, Lugano e Bruxelles”.

“Nel corso di questa legislatura stiamo lavorando per creare un nuovo ecosistema amico dell’impresa, una rete di accoglienza dove la Pubblica Amministrazione non è vista come un ostacolo all’iniziativa imprenditoriale, ma come un fattore di efficienza in grado di facilitarla accompagnandola attraverso un cammino condiviso e molto concreto con gli stakeholder locali. Un impegno finalizzato ad attrarre nuovi insediamenti produttivi e creare nuove opportunità occupazionali, dove la spinta imprenditoriale femminile può giocare un ruolo determinante”.

Le imprese femminili hanno trovato casa in Lombardia. Nella nostra regione è presente il 13 per cento del totale nazionale, 156mila su 1,2 milioni. Nessun altro territorio può vantare una concentrazione simile.

UN TERZO DELLE IMPRESE HA MENO DI SEI ANNI

Una larga fetta delle realtà esistenti, ben 62mila, è nata negli ultimi sei anni. Ciò significa che il desiderio di intraprendere un’attività da parte delle donne si sta sviluppando in misura crescente e sta incontrando un terreno particolarmente favorevole nella nostra regione.

Un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, sui dati del Registro delle imprese al terzo trimestre 2016, mette in luce come sia ancora elevato il gap tra la nostra regione e le altre.

IN CLASSIFICA DOPO LA LOMBARDIA CI SONO CAMPANIA E LAZIO

Al secondo posto in classifica si piazza infatti la Campania con 115mila imprese e al terzo il Lazio con 113mila. Seguono la Sicilia con 91mila, il Piemonte (89mila), il Veneto (88mila), l’Emilia Romagna (85mila), la Toscana (85mila), la Puglia (78mila), le Marche e la Calabria (36mila), l’Abruzzo (34mila), la Sardegna (33mila), la Liguria (31mila), il Friuli Venezia Giulia e l’Umbria (21mila), il Trentino Alto Adige (18mila), la Basilicata (15mila), il Molise (9mila) e infine la Val d’Aosta (3mila).

BRESCIA SETTIMA NELLA CLASSIFICA NAZIONALE

A livello di singole province il primato va alla Capitale: a Roma ci sono 76mila realtà imprenditoriali condotte da donne. Seguono, Milano con 52mila (un terzo del dato regionale) e Napoli con 50mila aziende. Fuori dal podio, Torino con 44mila, Bari (28mila), Salerno (24mila) e al settimo posto un’altra provincia lombarda, Brescia, che concentra sul suo territorio 22mila imprese rosa. Concludono la top ten Firenze (20mila), Caserta e Catania (19mila).

TASSO OCCUPAZIONE DONNE: MILANO SUPERA LONDRA, BRUXELLES E ROMA

Sempre a proposito di donne che lavorano, seppur in questo caso non per forza imprenditrici, riporta dati interessanti la ricerca A Milano il lavoro è donna, realizzata da Italia Lavoro. Dalle elaborazioni emerge ad esempio come il tasso di occupazione femminile nella fascia 20-64 anni sia pari al 62,7 per cento, una percentuale che colloca il capoluogo lombardo ai livelli dei Paesi del Nord, al di sopra di città come Lugano (62,5%), Madrid (61,7%), Londra (60,4%), Roma (57,9%) e Bruxelles (46,7%).

In generale è tutta la regione a presentare un dato positivo sull’occupazione delle donne, pari al 58 per cento e molto prossimo alla media europea. Di molto superiore alla media nazionale che si attesta al 47,2 per cento.

Comitato Industria 4.0 Brescia: tra i temi al centro, formazione e ricadute occupazionali

in Api/Associazioni di categoria/Economia by
Il tavolo Industria 4.0 promosso da Apindustria - www.brescia2.it

Un tavolo istituzionale ed uno tecnico, entrambi governati da un presidente (per il primo a rotazione) e un coordinatore, che saranno scelti nelle prossime settimane. Il prefetto Valerio Valenti assumerà un mero ruolo di garanzia rispetto ad entrambi i tavoli, la segreteria organizzativa sarà presa in carico dalla Camera di Commercio. Si sono gettate le basi costitutive del Comitato Industria 4.0 Brescia, venerdì 27 gennaio, in occasione del secondo incontro delle numerose realtà aderenti alla sfera istituzionale. All’incontro hanno partecipato nuove realtà: Associazione Artigiani, Assopadana e Regione Lombardia.

L’incontro, che si è svolto presso la sede del Csmt e al quale hanno preso parte una trentina di rappresentanti delle realtà coinvolte, è stato in prevalenza formativo, attraverso gli interventi di Gabriele Ceselin e Riccardo Trichilo, rispettivamente direttore generale di Csmt e amministratore delegato di Aqm e presidente di Csmt e Aqm, con l’obiettivo di avere le idee chiare sul fenomeno in atto per decidere come muoversi in modo coeso. A partire dalla formazione. “È un momento di grandi aspettative ma anche di grande confusione, é necessario condividere i percorsi e le idee mettendole a disposizione della comunità tutta – ha affermato Douglas Sivieri, presidente di Apindustria Brescia -. La contaminazione che il digitale ci obbligherà a gestire chiede aperture e visione d’insieme e solo un approccio sistematico e comune può essere vincente per il nostro territorio”.

Al centro anche le ricadute sul mondo del lavoro, difficilmente prevedibili. Preoccupazioni sull’impatto occupazionale sono state manifestate in particolare dai sindacati. “Il miglioramento delle condizioni di lavoro, gli orari, la formazione professionale sono temi da affrontare” ha affermato Silvia Spera della Cgil. D’accordo anche Mario Bailo di Uil. “Si tratta di un cambiamento culturale, che non riguarda solo l’industria – ha detto -. Mettere al centro il mondo della ricerca e della formazione è importante perché c’è oggi un po’ di confusione sul tema”.

L’industria, in tutto questo, “non è leader, ma follower – ha affermato Trichilo -. La tecnologia privata è oggi di livello superiore rispetto a quella presente in azienda ma finalmente l’industria si vede riconosciuto il ruolo di motore di sviluppo per il territorio. È necessario acquisire una visione etica per non farsi comandare dalla tecnologia ed essere consapevoli che la sfera di azione si è allargata, che bisogna condividere”. Anche Alessandra Flamini dell’Università degli Studi ha evidenziato, insieme alla rapidità del fenomeno, come non sia “più il tempo dell’iniziativa del singolo. Dalla terza rivoluzione industriale, legata all’elettronica, sono passati solo 40 anni, e oggi nessuna azienda può permettersi di produrre senza tecnologie di questo tipo. Il problema dell’obsolescenza digitale ci investirà come un fiume in piena”.

Qualche timore, insieme alla soddisfazione per l’approccio al fenomeno, è stato manifestato anche dal prefetto Valerio Valenti. “È un percorso in salita – ha affermato -, ma è una sfida che bisogna certamente cogliere. Il mondo politico non può sottrarsi dal governare questo processo, si rischierebbe una disomogeneità tra il mondo imprenditoriale e la sfera pubblica. Industria 4.0 avrà ricadute sul mondo del lavoro che nessuno è in grado di stimare ma bisognerà impegnarsi insieme per attutire le perdite. La mia figura può avere pertanto un ruolo di garanzia in questo processo. Con un approccio come quello del Comitato, attento e scrupoloso, Brescia saprà essere all’altezza della sfida”.

Il prossimo passo sarà la raccolta da parte della Camera di Commercio, entro la settimana in corso, dei nominativi dei referenti di tutte le realtà aderenti per entrambi i tavoli, che saranno poi convocati per proseguire i lavori.

 

 

Lavoratori precoci, a Brescia sono 28.646

in Economia/Istituzioni/Lavoro/Tendenze by
Lavoratori precoci

«225.825. E’ questo il numero aggiornato dei lavoratori precoci presenti in regione Lombardia». A dirlo è il deputato del M5S Claudio Cominardi, che ha ricevuto risposta dal Ministero del Lavoro ad una interrogazione sui lavoratori che hanno iniziato a lavorare in giovane età versando oltre 40 anni di contributi ma con un’età ana- grafica e contributiva non sufficiente al raggiungimento dei requisiti pensionistici innalzati dopo la riforma Fornero.

«Abbiamo richiesto dati dettagliati sui lavoratori precoci presenti in regione Lombardia, con suddivisioni per ogni provincia e distinzioni tra chi ha lavorato versando 40, 41 e 42 anni di contributi. Le risposte ricevute sono state inquietanti», spiega il deputato.

«La provincia di Brescia con i suoi 28.646 è la seconda in Lombardia per numero di lavoratori che versano in queste condizioni», specifica Cominardi, «seconda solo alla pro- vincia di Milano che è la più grande per numero di abitanti». Di questi, 9.288 sono lavoratori autonomi, 12.660 lavoratori dipendenti, 5.886 lavoratori pubblici, mentre quelli della ge- stione separata “solo” 812.

Sempre per quanto concerne la provincia di Brescia i lavoratori con 40 anni di contributi sono 14.331; i cosiddetti “quarantunisti” 9.249; mentre chi ha raggiunto i 42 anni di con- tributi ben 5.066 lavoratori.

In conclusione, i portavoce bresciani alla Camera e al Senato (Cominardi, Alberti, Basilio, Crimi, e Sorial) denunciano quanto segue. «Ciò che a noi importa sono le soluzioni. Questo Governo ha trovato decine di miliardi di euro per salvare le banche private e abbandona chi con il proprio lavoro ha reso grande questo Paese e chiede solo il diritto alla pensione dopo oltre 40 anni di lavoro».

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TOT LOMBARDIA: 225.825

110.399 40 anni contributi 72.410 41 anni contributi 43.016 42 anni contributi

TOT BRESCIA: 28.646

14.331 40 anni di contributi 9.249 41 anni di contributi 5.066 42 anni di contributi

Scarica il Pdf con i dati dei lavoratori precoci

Industria 4.0, mercoledì incontro al paolo VI con Banca Valsabbina

in Banche/Economia/Eventi/Evidenza/Valsabbina by

Mercoledì 1 febbraio Banca Valvabbina organizza un incontro per presentare alle imprese gli strumenti messi a disposizione da Industria 4.0. L’incontro si terrà dalle 16.30 alle 19 al Centro Pastorale Paolo VI, in via Gezio Calini 30, a Brescia. Introducono il direttore di Banca Valsabbina, Tonino Fornari, e Massimo De Sanctis, responsabile commerciale di Sistema Ratio. Interverrà come relatore il commercialista Alessandro Pratesi.

Brescia seconda in Lombardia per imprese che fanno rete

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia/Tendenze by

Sono oltre 2.800 le imprese lombarde che hanno scelto di “mettersi in Rete”. In otto mesi, da maggio 2016 a gennaio 2017, sono 310 in più, +12%. E con loro crescono anche i contratti di Rete che passano da 742 a 823 in otto mesi, +81 contratti, +11%. E la Lombardia è regione leader in Italia con oltre un quarto del totale dei contratti di Rete conclusi e il 17% delle imprese nazionali coinvolte. Prima Milano con 461 contratti di Rete (14% italiano) e 943 imprese (5,6% del totale italiano), seguono Brescia (172 contratti e 419 imprese) e Bergamo (157 contratti e 334 imprese). Per numero di imprese vengono poi Lecco con 244 imprese coinvolte, Monza e Brianza con 163, Varese con 146 e Como con 142. In otto mesi crescita record a Lecco (+100% le imprese). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Unioncamere Lombardia-Infocamere, a gennaio 2017.

Incontri gratuiti con gli esperti in Camera di commercio per chi vuol “fare Rete”. C’è un servizio di orientamento per aspiranti imprese in Rete per chi vuole conoscere il tema delle Reti d’impresa. Si tratta di un incontro di gruppo di 2 ore con esperti selezionati dalla Camera di commercio di Milano: che cosa sono le reti d’impresa, perché farle, in che modo, quali gli altri tipi di aggregazione. Gli incontri si svolgono due volte al mese, il lunedì, e sono riservati a micro, piccole e medie imprese con sede legale o operativa iscritta al registro imprese di Milano. Prossimo appuntamento: lunedì 6 febbraio, dalle ore 14 alle ore 16, in Camera di commercio, via Meravigli 9/b (MM Cordusio).
Ma per chi invece ha già un’idea o un progetto dettagliato o una Rete costituita da ampliare o rinnovare, c’è la possibilità di ricevere assistenza individuale, prenotando il proprio appuntamento. Informazioni e iscrizioni online nel sito della Camera di commercio di Milano, sezione Assistenze specialistiche (http://www.mi.camcom.it/servizi-di-assistenza-specialistica).

Il presidente di Aib Bonometti: non scendo in politica

in Aib/Associazioni di categoria/Comune di Brescia/Economia/Istituzioni/Regione by
Marco Bonometti

Non sono interessato a scendere in politca (almeno per ora). E’ questo il senso delle dichiarazioni rilasciate dal presidente di Aib Marco Bonometti al quotidiano on line BsNews.it circa una sua possibile discesa in campo.

“Egregio direttore”, ha scrittto Bonometti, “in relazione al sondaggio promosso da BsNews.it in vista delle prossime elezioni regionali e politiche, le comunico che io non sono in alcun modo interessato in prima persona all’argomento. Desidero, con l’occasione, ringraziarla per la sua attenzione ed esprimerle il mio apprezzamento per la sensibilità che la sua testata riserva ai temi politici e sociali, con il coinvolgimento della pubblica opinione, fattore importante di dibattito e di conoscenza”.

Il “sondaggio” citato è una rilevazione del sentiment dei lettori del sito (senza criteri scientifici, quindi) circa gli esponenti della società civile bresciana che i lettori vedrebbero meglio come rappresentanti delle proprie istanze politiche. Parole che mettono virtualmente fine alle voci circa un impegno politico diretto del patron di Omr: alle Politiche, alle Regionali, ma anche alle elezioni del 2018 in Loggia, che pure non erano argomento del sondaggio.

 

 

Metallurgia, Banca Intesa dà i numeri e mette sul piatto 300 milioni

in Acciaio/Banca Intesa/Banche/Economia/Tendenze by

Si è tenuto ieri a Brescia il convegno “Accelerare la crescita. La sfida della metallurgia bresciana”, organizzato da Intesa Sanpaolo per impostare e condividere una nuova visione strategica per il rilancio del settore alla luce dell’indagine condotta a fine 2016 sul comparto metallurgico nella provincia di Brescia dalla Direzione Regionale Lombardia del Gruppo Intesa Sanpaolo, con la collaborazione della Direzione Studi e Ricerche, su un campione di 70 aziende del territorio.

Durante l’incontro, cui hanno partecipato oltre 200 realtà metallurgiche, il direttore regionale Lombardia Intesa Sanpaolo Paolo Graziano ha presentato i risultati dell’indagine evidenziando i fattori di competitività e i bisogni delle imprese che individuano tre leve fondamentali per la crescita: la disponibilità di finanziamenti, il supporto consulenziale e di advisory in ambito M&A, la formazione per affrontare momenti cruciali come il consolidamento, il passaggio generazionale, l’apertura a nuovi mercati: un contesto, quello delle Borse, che oggi sta vivendo un momento particolarmente dinamico (e non c’è solo la metallurgia, come dimostra l’andamento delle azioni enel oggi).

Le 70 imprese intervistate occupano 13.800 addetti, riportano valori mediani di EBITDA migliori e in aumento rispetto alla media italiana, generano complessivamente circa un terzo (5 miliardi di euro) del fatturato realizzato dalla filiera metallurgica bresciana e mostrano una più forte crescita dell’attivo grazie al buon posizionamento competitivo e a un’alta propensione all’innovazione di prodotto e di processo. Resta ancora da recuperare il 7% per tornare ai livelli pre-crisi del 2008, nonostante il trend di crescita complessivo migliore del comparto a livello nazionale.

Dal campione emergono le visioni di imprese che lavorano per fornitori di primo livello o direttamente per i produttori finali: l’attenzione sull’industria 4.0 e sul concetto di filiera comporta un nuovo ruolo inclusivo del partner bancario e, in ciò, Intesa Sanpaolo si propone come interlocutore per valorizzare fornitori e subfornitori all’interno della filiera, valutando le componenti complessive ai fini dell’erogazione creditizia, per accelerare i processi di crescita dimensionale e supportare le iniziative di sviluppo sui mercati esteri grazie alle strutture specializzate e all’ampio screening garantito da una realtà bancaria consolidata a livello internazionale, per potenziare la realizzazione di programmi formativi, di assunzione di personale qualificato, per favorire investimenti in ricerca e sviluppo in macchinari 4.0 e finanziarli con strumenti tradizionali o innovativi (restart, filiere, industria 4.0).

Su questi temi cruciali per lo sviluppo e la crescita del settore, Banca e impresa si sono confrontate in una tavola rotonda che ha ospitato oltre a Paolo Graziano, Renato Dorrucci, responsabile Formazione e Sviluppo Manageriale del Gruppo, Mauro Micillo, Responsabile Divisione Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo e amministratore delegato e direttore generale di Banca IMI, Rosario Pedicini, general manager Filiale di Shanghai Intesa Sanpaolo in collegamento dalla Cina e le testimonianze aziendali di Brawo, Fonderia di Torbole, Metalleghe e Commerciale Siderurgica Bresciana.

Il convegno si è concluso con l’intervento di Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, che ha illustrato le strategie del Gruppo e la individuazione di un plafond di 300 milioni di euro per il 2017 dedicato alle imprese metallurgiche bresciane. Del resto, la provincia di Brescia è un territorio imprenditoriale vivace: nel 2016, infatti, Intesa Sanpaolo vi ha registrato una crescita nelle erogazioni di nuovo credito pari al 34% rispetto all’anno precedente confermando la propria vocazione di banca dell’economia reale a supporto della crescita del Paese.

“Le imprese, pur percependo un contesto ancora incerto, sono orientate a continuare a investire e a crescere”, ha spiegato Paolo Graziano, direttore regionale Lombardia Intesa Sanpaolo. “Partendo dall’esigenza di stabilità emersa dai risultati della nostra indagine abbiamo sviluppato le soluzioni integrate più adatte al mercato metallurgico per favorire il dialogo tra impresa e banca, offrire la nostra consulenza ed esperienza in sede di definizione di contratti esteri e ripartire dalla formazione del capitale umano, dall’aggregazione e dal rafforzamento in nuovi mercati.

“Siamo fortemente convinti che un’impresa orientata alla crescita debba investire nella formazione continua del proprio capitale umano, affiancando al consolidamento delle professionalità aziendali strumenti specifici per affrontare il cambiamento imposto da un

contesto competitivo come l’attuale”, ha affermato Renato Dorrucci, responsabile Formazione, Sviluppo Manageriale e Scuola dei Capi del Gruppo Intesa Sanpaolo. “In Intesa Sanpaolo la formazione professionale – in costante rinnovamento – rappresenta da sempre un elemento cardine per la crescita del Gruppo e un fattore di sviluppo per i nostri clienti ai quali offriamo progetti dedicati, mirati a sostenerne la competitività, a rispondere alle esigenze degli interlocutori, ad anticipare l’evoluzione dei mercati.”

“Il nostro ruolo come Banca è da sempre teso a favorire e accelerare lo sviluppo del tessuto imprenditoriale italiano” – ha dichiarato Mauro Micillo, responsabile Divisione Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo e amministratore delegato e direttore generale di Banca IMI. “Grazie alle competenze specialistiche di una realtà come la nostra e alle sinergie maturate all’interno del Gruppo, siamo in grado di supportare le varie realtà all’interno di tutta la filiera industriale per accelerare la crescita dimensionale, accrescere l’apertura verso i mercati esteri e favorire gli investimenti in sviluppo e ricerca”.

“Di fronte a uno scenario in evoluzione, il tessuto imprenditoriale e la banca devono essere insieme i protagonisti della quarta rivoluzione industriale per accelerare e intensificare la crescita del Paese senza più esitazioni”, ha concluso Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo. “La nostra banca è l’acceleratore dell’economia reale principalmente attraverso l’erogazione del credito, ma anche grazie alle competenze sinergiche e complementari all’interno del Gruppo. Questa è la frontiera della nuova impresa italiana che sta emergendo e che poche banche possono supportare con un’offerta completa e insieme mirata come la nostra”.

Metallurgia – Indagine Banca IntesaMetallurgia

Imprese, Brescia è la seconda città d’arte della Lombardia…

in Cultura/Economia/Evidenza/Tendenze by
Galleria Minini di Brescia - foto da sito ufficiale

L’opera d’arte acquistata in una galleria d’arte ma disconosciuta dall’artista a cui era attribuita, la mancata restituzione di opere agli artisti che le avevano create dopo la chiusura di una galleria e l’uso non autorizzato di fotografie riproducenti opere d’arte, sono controversie sorte nel settore dell’arte e risolte attraverso una procedura di mediazione gestita dalla Camera Arbitrale, azienda speciale della Camera di commercio di Milano.

Sono circa 20 mila i furti d’arte registrati all’anno in Italia, circa 55 al giorno, facendone il Paese più colpito al mondo su un mercato nero dell’arte che a livello globale vale 9,3 miliardi di euro (l’Italia possiede oltre la metà dei tesori artistici mondiali). Oltre un furto su due avviene in case private ma uno su dieci riguarda gallerie d’arte. Dipinti, sculture e statue gli oggetti più colpiti, pesano quasi il 60% del totale dei beni culturali illecitamente sottratti in Italia, oltre 13 mila su circa 22.400 registrati. Emerge da un’elaborazione Camera di commercio su dati Interpol, ARCA e Arma dei Carabinieri.

Le gallerie d’arte in Lombardia e in Italia. Sono oltre 600 le attività che in Lombardia si dedicano al commercio di oggetti d’arte, tra sedi di impresa, sedi secondarie e filiali, pari al 23% delle imprese italiane del settore (2.688). Crescono dell’1,8% in un anno contro un andamento negativo in Italia (-1,4%) raggiungendo punte del 30% a Monza e 23% a Como. Milano è prima con 378 localizzazioni (il 62% lombardo e 14% nazionale) seguita da Brescia (70) e Bergamo (45). Quasi un’impresa su tre nel settore è femminile con punte del 73% a Mantova e del 50% a Lodi e Sondrio. Milano è anche prima in Italia per commercio di oggetti d’arte, seguita da Roma (204, 8%), Napoli, Torino, Venezia e Bologna (4%). Emerge da un’elaborazione Camera di commercio di Milano su dati del registro imprese al terzo trimestre 2016 e 2015 relativi alle localizzazioni di impresa.

Dati delle gallerie d’arte a Brescia, in Lombardia e in Italia

Franciacorta Outlet Village si allarga: in arrivo 30 nuovi negozi

in Aziende/Commercio/Economia/Franciacorta Outlet by

È tutto pronto per l’ampliamento di Franciacorta Outlet Village di Rodengo Saiano. L’Outlet gestito da Multi Outlet Management Italy (MOMI), filiale italiana del gruppo olandese Multi Mall Management, è uno dei cinque outlet del portfolio Land Of Fashion acquisiti dal Fondo americano Blackstone.

I lavori di fase 3 per Franciacorta Outlet Village sono appena iniziati e prevedono uno sviluppo di circa 30 unità a doppia altezza distribuite su circa 5.000 mq di SLP (superficie lorda complessiva).

Attualmente Franciacorta Outlet Village ha una superficie di 32.650 mq e comprende una galleria commerciale di 150 negozi per un’offerta commerciale completa, dai marchi moda di fama internazionale a quelli di nicchia, a prezzi ridotti fino al 70% tutto l’anno. L’obiettivo di questa terza fase è quello di continuare ad arricchire l’offerta del Village puntando sull’ampliamento del già considerevole numero dei fashion brand più prestigiosi e di creare una nuova area ristorazione adeguata agli spazi e al design del Village.

Le nuove unità commerciali si svilupperanno attorno alla Food Court e alla Cascina già esistenti e si presenteranno con grandi vetrine, pensiline in vetro, decori e arredi caratterizzati da uno stile che si si ispira all’architettura del territorio. Un elemento distintivo sarà la lussuosa galleria con copertura in metallo e vetro, che richiama le gallerie cittadine dell’800 collegando le varie aree commerciali.

«ll piano della terza fase dell’outlet, come sottolineato dal Direttore Marketing Multi Outlet Management Luca Zaccomer, è finalizzato a realizzare 5mila metri quadrati di ampliamento per un totale di 190 boutique. Con questa operazione vogliamo che i nostri visitatori abbiano un’offerta ancora più completa e caratterizzata dalla presenza di fashion brand di sempre maggiore prestigio. Inoltre, con la finalizzazione di questa terza fase saremo in grado di offrire un livello di ospitalità sempre più adeguato e all’altezza delle aspettative dei visitatori che speriamo possa contribuire a rendere ancora più attrattivo un territorio già fantastico come quello della Franciacorta».

 

Franciacorta Outlet Village

Inaugurato nel 2003 come prima destinazione outlet della Lombardia, con oltre 160 negozi il Franciacorta Outlet Village è facilmente raggiungibile da Milano (meno di 40 minuti di macchina) da cui parte anche uno Shopping Shuttle giornaliero. Il Village è parte del portfolio Land of Fashion gestito da Multi Outlet Management Italy (MOMI), filiale italiana del gruppo olandese Multi Mall Management. In portfolio cinque Outlet Village situati da nord a sud lungo tutto lo stivale italiano: Franciacorta Outlet Village, Mantova Outlet Village, Palmanova Outlet Village, Puglia Outlet Village, Valdichiana Outlet Village. Acquisiti dal Fondo americano Blackstone, i 5 Outlet Village sono stati scelti da ben 17 milioni di visitatori solo nel 2015 grazie alla elevata qualità dello shopping proposto negli oltre 600 punti vendita che li costituiscono.

Land of Fashion è la collezione di cinque uniche shopping destination che si distribuiscono da nord a sud, lungo tutto il territorio italiano: Palmanova Outlet Village (Friuli), Franciacorta Outlet Village e Mantova Outlet Village (Lombardia), Valdichiana Outlet Village (Toscana) e Puglia Outlet Village (Puglia). Gestiti da Multi Outlet Management Italy (MOMI), filiale italiana del gruppo olandese Multi Mall Management, i cinque Outlet Village ospitano collezioni originali delle stagioni precedenti di marche di moda di fama internazionale e di nicchia, a prezzi ridotti fino al 70%, tutto l’anno. Collocati in regioni note per la loro storia e cultura, gli Outlet Village offrono un mix esperienziale unico di shopping e intrattenimento. 150 mila metri quadrati commerciali, di proprietà del Fondo americano Blackstone, che nel 2015 sono stati scelti da ben 17 milioni di visitatori, per uno shopping di qualità con formula outlet negli oltre 600 punti vendita dei Village.

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