Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Economia - page 155

Notizie economico-finanziarie di Brescia e Provincia

Confagricoltura Brescia, al via gli incontri del presidente con i soci

in Agricoltura e allevamento/Associazioni di categoria/Economia/Eventi by
Giovanni Garbelli, Confragricoltura Brescia

SI svolgeranno nei prossimi giorni, a partire da venerdì 11 gennaio a Brescia, i tradizionali incontri del presidente con i soci di Confagricoltura Brescia, riuniti negli Uffici Zona.

“Ringrazio fin d’ora tutti coloro che parteciperanno e che porteranno il proprio contributo – ha detto Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia, che per la prima volta incontrerà in questa veste i soci dell’organizzazione -: dal confronto con gli associati potrò ricavare spunti

fondamentali per iniziare nel modo migliore la mia attività al vertice di questa organizzazione. Grazie al dialogo con gli associati infatti – ha affermato il presidente – io, la giunta, il consiglio, la direzione e l’intera struttura di Confagricoltura Brescia possiamo migliorare la nostra attività nell’interesse delle imprese agricole”.

Gli incontri sono anche funzionali a preparare nel modo migliore le tematiche che saranno affrontate nel corso dell’assemblea generale di Confagricoltura Brescia, l’appuntamento più importante dell’organizzazione, in programma quest’anno sabato 23 febbraio.

Il calendario completo degli appuntamenti è allegato a questo comunicato stampa.

Calendario incontri di zona

 

 

Contraffazione, 28 mila le imprese a maggior rischio in Lombardia

in Economia/Evidenza/Tendenze by

Sono 28 mila in Lombardia le imprese nei settori del lusso, si tratta dei settori a maggior rischio contraffazione nei marchi del design di moda, orologi, gioielli e accessori. Di queste 11 mila sono  a Milano su un totale italiano di 212 mila imprese.  Si tratta delle attività di design specializzate, della  fabbricazione di profumi e cosmetici, di oggetti di gioielleria e oreficeria, del commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento, calzature,  articoli in pelle, articoli di profumeria, orologi e gioielleria. Circa 100 mila gli addetti coinvolti in Lombardia su 400 mila in Italia, di cui 60 mila a Milano. Un business da 17 miliardi a  Milano su circa 80 miliardi  in Italia.

 

 

 

Benessere senza crisi: 12 mila imprese in Lombardia, 1535 a Brescia

in Economia/Tendenze by
Benessere

Dopo i pranzi di Natale, i cenoni di Capodanno e i dolci della Befana, si torna in forma. Sono quasi 12 mila le imprese attive nel settore del benessere efitnessin Lombardia nel 2018, in crescita del 2% in un anno e del 7,2% in tre, per un giro d’affari di 5 miliardi di euro all’anno. Pesano un sesto di tutte le imprese attive in Italia nel comparto (70 mila, +5,3%, con un business di oltre 9 miliardi) grazie anche alla presenza tra le prime dieci province italiane di tre lombarde: Milano con 3.848 imprese, il 5,4% nazionale (+9,1% dal 2015), al secondo posto per attività dopo Roma ma prima per giro d’affari, circa 3 miliardi di euro e per numero di addetti, oltre 19 mila. Brescia è sesta con 1.535 imprese (+5,1% in tre anni) e Bergamo settima con 1.357 (+7,2%). La Lombardia pesa soprattutto nel settore delle palestre, concentrando il 21% delle attività italiane, nei centri benessere (30%) e nei servizi di manicure e pedicure (22%) e di bellezza (18%). Forte anche la presenza di imprese lombarde nel settore del commercio di prodotti macrobiotici e dietetici (178 sedi di impresa su 1.061 in Italia, il 17% del totale). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro imprese al 2018, 2017 e 2015.

Le province lombarde. Dopo Milano, prima in regione, vengono Brescia per imprese (1.535) e Monza Brianza per addetti (10 mila). Superano le mille attività anche Bergamo e Varese, sono circa 900 a Monza e 600 a Pavia e Como. In forte crescita in tre anni oltre a Milano, Cremona e Lecco (+9%).

Il benessere fa impresa in tutta Italia.Sono 70 mila le imprese del settore, +1,6% in un anno, +5,3% in tre anni. In testa Roma dove si concentra il 7,9% delle attività italiane legate al fitness e benessere (5.563, +11,1%), specializzata per lo più in istituti di bellezza (2.763). Al secondo posto Milano (3.848), prima per centri benessere (490) e palestre (321), terza Napoli (3.001) specializzata  nelle profumerie (1.093). Per addetti del settore prevale Milano con 19 mila, seguita da Roma (12.574), Monza Brianza (10.195) e Padova (6.185). Circa 5 mila occupati anche a Napoli, Bergamo e Torino.

Settore al femminile e giovanile, record di imprese straniere a Milano. Quasi due imprese su tre nel settore sono femminili (68%) e una su sei è in mano a giovani (17,6% in Lombardia e 17,8% in Italia). Più alta in Lombardia la presenza di imprese con titolari nati all’estero, 12,1% contro una media nazionale dell’8,3%, grazie al dato di Milano dove le imprese “straniere” pesano il 18,8%, il valore più alto d’Italia. Dopo Milano, per peso delle imprese di titolari nati all’estero vengono Trieste (17,4%) e Prato (16,9%), per peso di imprese femminili prime in Italia sono invece Nuoro, Pordenone e Ascoli Piceno (78% circa l’una) e per presenza di under 35 Catanzaro, Isernia e Crotone (oltre 30% ciascuna).

Formazione e consulenza aziendale, i percorsi inFinance arrivano a Brescia

in Economia/Formazione/Sei consulting by
Ivan Losio

Dal 2019, in aggiunta alle consolidate sedi di Milano, Padova e Bologna, i percorsi di inFinance saranno erogati anche a Brescia. La nuova sede era nell’aria, vista la provenienza dei suoi due direttori scientifici: Ivan Losio, partner EY, per l’area del controllo di gestione, e Ivan Fogliata, CEO di FSA, per l’area del corporate finance.

inFinance, attiva nella formazione e nella consulenza nella finanza aziendale, nel controllo di gestione e nell’analisi creditizia, si caratterizza per un approccio didattico estremamente diretto e pragmatico. Tutti i docenti sono analisti, consulenti e manager operativi in azienda: ciò consente di portare in aula l’esperienza concreta e quotidiana vissuta in ambito lavorativo.

inFinance, inoltre, si caratterizza per l’impegno nella diffusione della cultura finanziaria attraverso la produzione di working paper, approfondimenti e video liberamente disponibili sul proprio sito, la proposizione continua di Workshop di aggiornamento e approfondimento ad accesso libero e, soprattutto, la pubblicazione di una collana editoriale dal titolo “Keep it Simple!” giunta al momento al terzo libro.

A marzo inizieranno a Brescia i primi Master e Corsi, i quali saranno preceduti da due Workshop a partecipazione gratuita, che si svolgeranno il 2 febbraio presso Sfida 4.0, in loc. Flero, e che consentiranno di “toccare con mano” l’approccio di inFinance su due temi di particolare interesse per le aziende:

  • Le scelte di finanziamento, con un workshop guidato da Ivan Fogliata dal titolo “Quanto e quale debito?”
  • Il passaggio dalla definizione degli obiettivi alle misure di performance per valutare i risultati, con un workshop guidato da Ivan Losio dal titolo “La Balanced Scorecard, passare dalla strategia all’azione”

Il primo Master inizierà il 22 marzo ed è dedicato al Controlling, con l’obiettivo di inquadrare e delineare tale importante funzione nei suoi risvolti strategici e operativi. Il percorso è proposto in formula week end, con frequenza al sabato, e prevede 12 incontri d’aula e una giornata esperienziale nella digital factory EY Sfida 4.0, nell’ambito della quale i partecipanti avranno l’opportunità di vivere direttamente e concretamente le dinamiche di due imprese 4.0 (di produzione e di servizi).

Il primo Corso, invece, è dedicato all’analisi di bilancio ed inizierà il 15 marzo. Il percorso trasferisce logiche di analisi e coinvolge direttamente i partecipanti nella costruzione di modelli e strumenti immediatamente utilizzabili. Prevede, inoltre, un particolare focus sul rendiconto finanziario e sui temi speciali di analisi di bilancio.

Maggiori informazioni su Master, Corsi e Workshop disponibili sul sito di inFinance: www.infinance.it

Auto, il gruppo Bossoni si allarga ancora: acquisito anche il marchio Peugeot

in Automotive/Economia/Evidenza by
Peugeot, foto generica

E’ arrivata l’ufficialità: da oggi il Gruppo Bossoni Automobili parla anche francese. Confermata l’acquisizione del brand Peugeot e delle concessionarie di Brescia rilevate dal Gruppo Liberini. Con PuntoErre-Liberini, da oltre 15 anni l’unica concessionaria Peugeot per Brescia, il Gruppo Bossoni Automobili aggiunge due nuove Sedi nella zona Nord della Città (Via Triumplina) e nella zona Sud (Viale Sant’Eufemia) consolidando ulteriormente la propria presenza nel capoluogo di Provincia.

Nella Sede di via Triumplina, oltre allo showroom, i Clienti potranno usufruire dell’Officina Certificata Peugeot per manutenzione straordinaria e programmata, gomme e revisioni, ma anche del Magazzino Ricambi con vendita aperta di ricambi originali e disponibilità costante dei Sales Specialist.

Le nuove concessionarie Peugeot si andranno ad aggiungere a quelle già presenti in Via Valcamonica (sedi FCA e Kia), in via Triumplina (Volvo) e a Rezzato, dove oltre alla Sede FCA sorge il nuovo Centro Usato Multi-Brand che, inaugurato lo scorso Marzo, è già diventato un importante punto di riferimento per il mercato auto di Brescia e della Provincia.

“Siamo orgogliosi di accogliere nel nostro Gruppo un marchio storico come Peugeot che da oltre 200 anni è sinonimo di innovazione e diversificazione di prodotto” rivela Mauro Bossoni, Amministratore Delegato del Gruppo Bossoni Automobili. “E l’attenzione del brand allo sport, dai rally alla Dakar fino al tennis, è sicuramente un punto in comune con la nostra realtà Aziendale, dove lo sport va di pari passo con il lavoro e la spinta all’innovazione”.

“E non dimentichiamo certo il Gruppo Liberini”, continua l’AD. “E’ un onore acquisire una realtà affermata come PuntoErre che da anni ormai è il riferimento di Peugeot a Brescia e anche per la Provincia. Sarà un’acquisizione simbiotica e faremo di tutto per rendere il passaggio più fluido possibile: entriamo in una nuova realtà con un nuovo brand e metteremo a fattore comune le conoscenze e le competenze per sviluppare l’Azienda, insieme.”

Il Gruppo Bossoni conferma quindi il trend di espansione degli ultimi anni: nel 2008 l’acquisizione della Lorenzetti SpA e l’ingresso di Volvo, primo marchio straniero nel portafoglio Aziendale. Nel 2009 rileva la Giorgio Marra di Cremona, diventata poi Bossoni Automobili con un’espansione a Bagnolo Cremasco (CR) e Mantova (Sedi FCA, Audi, Volkswagen e Škoda).

Oggi il Gruppo Bossoni può contare su 13 Sedi distribuite capillarmente nelle provincie di Brescia, Cremona e Mantova, alle quali si aggiungono le Sedi della Bossoni Automobili situate nelle province di Cremona, Mantova, Brescia con la neonata Sede Škoda di Orzinuovi, inaugurata solo lo scorso Ottobre e Piacenza, a seguito dell’acquisizione dei brand Audi, Volkswagen e Vic.

Numeri importanti che si riflettono anche nel comparto Risorse Umane: otre 600 collaboratori con un’età media di 45 anni e più di 120 assunzioni solo negli ultimi due anni distribuite non solo nei settori più “classici” del comparto automotive (Vendita, Officina e Ricambi), ma anche in quelli più innovativi (ICT & Digital Innovation, Marketing Digitale, CRM), per uno sguardo già proiettato verso il Futuro dell’Auto.

Banca Valsabbina apre una nuova filiale a Bologna

in Banche/Economia/Valsabbina by

Banca Valsabbina continua la propria politica di espansione territoriale. Dopo l’apertura di inizio 2018 a Padova è ora la volta di Bologna. Come indicato nel proprio piano industriale le nuove aperture si concentrano nell’ambito urbano di capoluoghi di provincia con economie dinamiche, lontane da Brescia, perseguendo una politica di diversificazione del rischio della base clienti.

Le mosse della Valsabbina sono in controtendenza rispetto al resto del mercato bancario. Infatti, a livello nazionale le chiusure di filiali sono state 6.289 dal 2010 al 2017 (18,6% del totale), di cui un quarto nel solo anno 2017. Curioso notare come la “dotta” Bologna sarà arbitro di un derby bresciano, almeno in parte. La nuova filiale della Valsabbina (Via Giorgio Ercolani 3/F) ha come dirimpettaia e diretta concorrente una filiale di UBI Banca.

Dalla Regione 6 milioni per gli investimenti delle micro imprese manifatturiere

in Economia/Istituzioni/Manifatturiero/Regione by
L'assessore regionale Alessandro Mattinzoli

Sei milioni di euro a favore delle micro e piccole imprese artigiane, edili e manifatturiere. È quanto stabilito  con una delibera approvata oggi dalla  Giunta di Regione Lombardia su richiesta dell’assessore allo Sviluppo economico, Alessandro Mattinzoli.

Si tratta di risorse stanziate per realizzare investimenti produttivi come l’acquisto di impianti e macchinari innovativi. Investimenti inseriti in programmi finalizzati a ripristinare le condizioni ottimali di produzione per massimizzarne l’efficienza.

SPESE AMMISSIBILI – Fra le spese ammissibili rientrano impianti, strumenti informatici, macchinari e opere murarie relative alla loro installazione. Ciascuna impresa potrà presentare una sola domanda e gli interventi dovranno essere realizzati e rendicontati entro il 18 dicembre 2019.

TIPOLOGIA DEL CONTRIBUTO – L’agevolazione consiste nella concessione di un contributo a fondo perduto pari al 40 per cento delle sole spese considerate ammissibili, nel limite massimo di 30.000 euro.

MISURA SPERIMENTALE – “Un progetto pilota – commenta Mattinzoli -, che risponde alle esigenze reali del nostro tessuto produttivo fatto soprattutto di micro e piccole imprese. È un primo segnale importante nato dall’ascolto delle categorie e dalla collaborazione proficua. Il metodo di Regione Lombardia con il presidente Attilio Fontana si basa sul dialogo costruttivo che porta efficienza, operatività e informazioni in  tempo reale. Questa la strada giusta per poter modellare i propri progetti in base ai bisogni veri del mondo delle imprese. È nostra intenzione estendere il più possibile questa misura in base alle risorse disponibili in futuro”.

PROSSIMO BANDO – Per l’assegnazione delle risorse si prevede la pubblicazione di un bando attuativo entro le prossime settimane.

Natale e giocattoli, 7 mila imprese in Italia e 900 in Lombardia

in Economia/Tendenze by
Giochi

Nel settore dei giocattoli, secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, sono 7 mila le imprese in Italia e 900 in Lombardia, di cui oltre 500 a Milano Monza Brianza Lodi. Per numero di imprese risultano prime: Napoli, Roma, Milano e Torino. In Lombardia, bene Monza Brianza,  Bergamo e Varese. Un settore che vale 3 miliardi in Italia, di cui 1,5 miliardi in Lombardia e 1,3 miliardi a  Milano. Si va dalla fabbricazione di giochi e giocattoli, al commercio, all’edizione di giochi per computer.

Le imprese del settore giocattoli in Lombardia. Conta circa novecento imprese specializzate nel settore dedicato ai più piccoli, tra produzione, commercio ed edizione giochi, per un business di oltre 1,3 miliardi di euro in un anno. Sono il 13,2% del totale nazionale di settore (circa 7.000), danno lavoro a 5.950 addetti (il 32,8% italiano) e pesano il 48% del giro d’affari nazionale. Milano con 412 imprese, oltre 4.600 addetti e 1,2 miliardi di euro di affari è prima in regione seguita da Monza e Brianza (86), Bergamo (79) e Varese (77 attività). Sono 15 le imprese attive a Lodi.

Le imprese del settore giocattoli in Italia. Sono circa 7 mila le imprese attive, hanno oltre 18 mila addetti e generano un business di 2,8 miliardi di euro. Milano, con 1,2 miliardi di euro, è prima per giro d’affari con il 42% nazionale. Per numero di imprese, invece, prima è Napoli con 852, il 12% del totale italiano, seguita da Roma con 549 imprese (7,8%), Milano Monza Brianza Lodi con 513 (7,3%) e Torino con 218 (3,1%). Milano è di nuovo prima in Italia per numero di addetti, oltre 4.900, il 27,2% del totale nazionale, seguita da Napoli con 1.350 addetti (7,5%) e Roma con oltre mille (5,5%).

Giocattoli: si può richiedere un controllo in Camera di commercio. La Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi è impegnata in attività di vigilanza per la verifica della sicurezza e la conformità dei prodotti immessi sul mercato, tra cui i giocattoli. Tra i requisiti di sicurezza che vengono controllati vi sono le proprietà meccaniche e fisiche, chimiche e l’infiammabilità. I giocattoli a norma devono presentare: marcatura CE, numero di tipo, di lotto, di serie, di modello o altro elemento che consenta la loro identificazione,  nome/denominazione commerciale registrata/marchio registrato del fabbricante e indirizzo dove può essere contattato, se il fabbricante è situato fuori dall’Unione europea, estremi dell’importatore, avvertenze ed istruzioni  sulla sicurezza in lingua italiana. Si può richiedere un controllo. Consumatori, associazioni e imprese possono segnalare la non conformità di un prodotto chiedendo che sia sottoposto alla verifica della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi. Il modulo per la richiesta è scaricabile dal sito www.milomb.camcom.it e una volta compilato va inviato alla Camera di commercio per email (tutela.fedepubblica@mi.camcom.it).

Confartigianato, Massetti: vedo segnali di crisi, la politica deve fare di più

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Evidenza by

Confartigianato Brescia tiene sul fronte degli iscritti. Ma i dati dell’economia della leonessa, sul fronte delle imprese artigiane, iniziano a dare segnali preoccupanti. Per questo Governo e politica “devono fare di più”. E’ quanto emerso – in estrema sintesi – questa mattina nella conferenza stampa convocata dal presidente di Confartigianato Eugenio Massetti e dal direttore Carlo Piccinato per fare il punto sulle attività dell’associazione di categoria, che conta quasi 15mila iscrittti, e sullo stato di salute dell’economia bresciana.

+++ LA CRONACA DELLA CONFERENZA DI CONFARTIGIANATO LA TROVI SU BSNEWS.IT +++

Fattura elettronica: lo Stato ci guadagna, ma i contribuenti? | di Bortolo Agliardi

in Associazione Artigiani/Associazioni di categoria/Economia/Partner 2 by
Bortolo Agliardi, associazione artigiani

di Bortolo Agliardi – Ed allora è ufficiale, si parte. Da gennaio scatta l’obbligo di fattura elettronica per la gran parte delle aziende e società con qualche limitata eccezione (esonerati nel 2019 medici e farmacisti, ad esempio) e con l’esclusione delle partite Iva in regime forfettario. Come avevo già avuto modo di scrivere nei mesi scorsi, come Associazione non stiamo a discutere se la novità della fattura elettronica sia una nuova sciagura che arriva sulle teste degli artigiani e delle imprese in generale, oppure se sia una opportunità in qualche modo inevitabile. Così come a primavera si era detto che un rinvio al 2019 fosse auspicabile, adesso confermiamo che gli artigiani inevitabilmente si adegueranno.

Va detto che manteniamo alcune riserve non tanto sul provvedimento in sé quanto, semmai, su alcuni possibili rischi cui potranno incorrere gli artigiani e i professionisti alle prese con quella che si annuncia essere una sorta di rivoluzione nel rapporto aziende-Agenzia delle Entrate. Ma va altresì detto che una nostra richiesta è stata parzialmente accolta. Ed è quella relativa alla necessità di una moratoria nelle sanzioni che, inizialmente era prevista in sei mesi (e quindi fino al 30 giugno 2019) e che invece verrà allungata di altri tre mesi. Meglio qualcosa che niente anche se, a nostro giudizio, un periodo più congruo avrebbe consentito a tutti di affrontare con maggior serenità la novità. Va però anche detto che, ad ora, non abbiamo trovato alcun riscontro ad un’altra nostra richiesta. Ovvero alla possibilità di riconoscere alle aziende un credito d’imposta per le spese sostenute direttamente o indirettamente. E una considerazione che credo sia immediatamente comprensibile da tutti. Non vogliamo apparire come quelli che stan sempre a chiedere… ma, se lo Stato vara una nuova legge; e questa legge obbliga di fatto le aziende a sostenere spese per fare quello che lo Stato impone; e sempre lo Stato, con questa nuova legge, avrà una serie di risparmi e potrà dislocare risorse umane a fare altre cose (come potenziare gli accertamenti, ad esempio) recuperando gettito, perché mai lo Stato non ci dovrebbe riconoscere quanto abbiamo speso per fare quello che ci è stato imposto?

In altre parole: con l’e-fattura il Fisco ci guadagna e credo sia quindi legittima la richiesta di artigiani e aziende ad avere il diritto a recuperare le spese sostenute per rendere più efficiente ed efficace la macchina del Fisco. Non mi pare una richiesta assurda. E infine manifesto un dubbio ed un timore allo stesso tempo. Ovvero: che tipo di utilizzo avranno i dati che l’Agenzia delle Entrate raccoglierà con i quasi 2 miliardi di fatture l’anno che andrà a raccogliere? Con la fattura elettronica, infatti, il Fisco viene in possesso di dati che sinora non ha mai avuto.

Che fine faranno, per l’appunto, questi dati che staranno negli archivi dell’Agenzia delle Entrate per 10 anni? Ogni fattura dovrà indicare la natura, la qualità e la quantità dei servizi fatti o dei beni ceduti. Per il Fisco è manna, al punto che si pensa di recuperare fra Iva ed Irpef quasi 2 miliardi. Non sto naturalmente difendendo chi fa il furbo, ma credo anche che all’esordio di uno strumento nuovo per tutti (anche per lo Stato) avere una serie di indicazioni, garanzie e rassicurazioni non sia chiedere null’altro che quanto dovuto a dei cittadini.

Presidente Associazione Artigiani

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