Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Economia - page 151

Notizie economico-finanziarie di Brescia e Provincia

Edilizia, in Europa persi 3,4 milioni di posti di lavoro in dieci anni

in Economia/Edilizia/Tendenze by

Dal 2008 al 2017 sono oltre 3,4 milioni i posti di lavoro persi nel settore delle costruzioni a livello europeo, di cui 539 mila solo in Italia. E mentre gli altri Paesi dell’area euro hanno visto, dopo la crisi, un aumento degli occupati nel settore edile, il Belpaese ha continuato a perdere posti di lavoro registrando un esiguo aumento di 5 mila unità nel 2017. La flessione di mezzo milioni di occupati ha coinvolto principalmente i lavoratori italiani (-498 mila), specie i più giovani, mentre è nettamente inferiore tra gli stranieri extra-comunitari (-41 mila) e soprattutto tra gli stranieri comunitari, in gran parte romeni, che registrano una flessione di sole mille unità (-0,8%). Allo stesso tempo il lavoro irregolare nel settore è passato dall’11,4% del 2008 al 15,8% del 2016, rendendo l’edilizia il secondo settore produttivo, dopo quello agricolo, con il più alto livello di irregolarità. Un fattore registrato soprattutto nel Mezzogiorno dove quasi un edile su quattro lavora in nero (23,7%); quota che scende al 27,9% nelle regioni del Centro e al 10,4% in quelle del Nord. A causare il crollo dei posti di lavoro la flessione degli investimenti: negli anni presi in considerazione si registra una diminuzione di oltre 70 miliardi di euro, di cui 65 solo nel comparto delle costruzioni. È la fotografia scattata dall’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro nel report “Edilizia, una crisi inarrestabile” sugli effetti della crisi nel settore edile negli anni 2008-2018.

In Lombardia si brevetta di più: dal 2014 invenzioni cresciute del 30 per cento

in Economia/Tendenze by
Invenzioni e brevetti, foto generica da Pixabay

Sempre più invenzioni da brevettare in Lombardia e in Italia: in regione nel 2018 sono quasi 20 mila le domande depositate rispetto alle 15 mila del 2013, +30%, pari al 39% del totale nazionale che è di oltre 51 mila. In crescita anche le richieste per i marchi: 16 mila nell’ultimo anno, +7,4% in cinque anni, 30%. Per un totale di oltre 36 mila depositi su 110 mila circa in Italia che fanno della Lombardia la regione in cui si brevetta di più seguita da Lazio con 20 mila e Piemonte con 15 mila. Milano regina della creatività italiana con quasi 32 mila tra brevetti e marchi depositati nel 2018, seguita da Roma con quasi 20 mila, Torino con 13 mila, Napoli con 3 mila, Bologna, Firenze e Padova che superano i 2 mila. Tra le prime 20 anche le lombarde Brescia con 1.583, Monza Brianza con 806 e Bergamo con 688. Emerge da un’elaborazione Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati Ministero dello Sviluppo Economico – Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, anni 2018, 2017 e 2013.

Alcuni esempi di recenti brevetti lombardi. Dal kit modellante per ciglia agli attrezzi per l’esercitazione fisica, dall’elettrodomestico stermina zanzare al calcio balilla con sponde veloci fino al filtro per pipe ad acqua, dal cuscino indicato per la posizione prona alla sedia componibile ad alta stabilità.

La classifica per brevetti tra invenzioni, modelli di utilità. Milano prima con 18.583 tra invenzioni e modelli di utilità (+2,4% rispetto al 2017, +27,8% dal 2013), precede Roma (12.318, +4,4% in un anno, +117,5% in cinque) e Torino (9.081, +5,6%, +7,4%). Seguono Udine, Vicenza e Bologna con oltre mille domande.

La classifica per marchi. Milano in testa con 13.148 marchi, +2,9% rispetto al 2017 e +7,2% in cinque anni. Seguono Roma con 7.342, Torino con 4.283 e Napoli con 3.048 che è quella a registrare la maggior crescita sia in un anno (+17,2%) che in cinque (+81,5%). Superano i mille marchi anche Firenze, Bologna, Padova e Verona.

Arriva la settimana della moda: in Lombardia 128mila occupati nel settore

in Artigianato/Commercio/Economia/Tendenze by
Moda, foto da Pixabay

A Milano sta per arrivare la settimana della Moda (e poi toccherà alla Design week, col Salone del mobile). Un mondo che a Milano città coinvolge circa 25 mila imprese e 128 mila addetti, secondo i dati al 2018 della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi su sedi e unità locali tra shopping di moda, alloggio, ristorazione, servizi business di trasporto e allestimenti, visite ai musei. Circa il 64% tra alloggio e ristorazione, il 22% nello shopping, il 14% nei servizi business, trasporti, 1% nel nella cultura e tempo libero.

Addetti e giro d’affari annuale. Milano città pesa circa il 5% nazionale per addetti con 128 mila e circa il 20% per giro d’affari annuale (oltre 10 miliardi di euro, circa 160 milioni a settimana, su circa 60 miliardi italiani).

Alloggio e ristorazione valgono il 64% delle imprese dell’indotto della città (16 mila imprese per i due settori insieme, +8% l’alloggio in un anno e + 3% la ristorazione).. Quasi 2 mila gli alloggi, 14 mila tra ristoranti e bar.

Shopping di moda, il 22% delle imprese coinvolte. Sono oltre 5 mila le attività di commercio al dettaglio nell’abbigliamento, tra vestiti e calzature

I servizi business, trasporti con oltre 3 mila imprese (14% del totale indotto cittadino, +0,9% per i trasporti e +2% i servizi business). Si tratta di oltre 2 mila imprese nei servizi collegati tra taxi e noleggio autovetture e oltre mille imprese nell’organizzazione di convegni, allestimenti.

Visite museali (1% del totale indotto cittadino). Ci sono circa 200 imprese in attività museali e visita di luoghi storici.

Neosperience vola nel primo giorno di quotazione: più 38,6 per cento

in Borsa/Economia/Innovazione by
Neosperience in Borsa

La PMI innovativa Neosperience, attiva come software vendor nel settore della Digital Customer Experience e guidata da Dario Melpignano, comunica che la negoziazione delle azioni ordinarie è stata avviata in data odierna sul sistema multilaterale di negoziazione AIM Italia / Mercato Alternativo del Capitale, organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A. (“AIM Italia”).

Il prezzo di apertura del titolo è stato pari a €3,74, con un aumento del 9,36% rispetto al prezzo di offerta fissato a €3,42. Il prezzo di chiusura del titolo è stato pari a €4,74, registrando un aumento del 38,6% rispetto al prezzo di offerta fissato a €3,42. Il volume scambiato è di 409.500 azioni (volume medio 1.113) per un valore negoziato di €1,6 mln.

Il ricavato complessivo derivante dal collocamento è stato pari a €4,1 mln, corrispondente ad una capitalizzazione post money di circa €22,1 mln. La capitalizzazione a fine giornata è pari a € 30,6mln.

Considerando l’eccezionale performance del warrant registrata nel primo giorno di quotazione la performance aggregata (azione e warrant) è stata pari a +61,4%.

Dario Melpignano, Presidente di Neosperience, ha dichiarato: “Siamo molto soddisfatti dell’esito positivo della quotazione e di questo primo giorno di negoziazione su AIM Italia. La fiducia accordataci dagli investitori è per tutti noi uno stimolo importante a proseguire con determinazione nel percorso di crescita e di espansione all’estero”.

Neosperience è stata assistita da Advance SIM in qualità di Nomad e Global Coordinator, da Ambromobiliare come financial advisor e da BDO come società di revisione e consulente fiscale limitatamente agli aspetti di tax due diligence. Dentons ha agito come legal advisor e Banca Finnat come specialist e research provider. Close to Media è consulente della società per la comunicazione.

Lavoro: nuove figure? Nelle Pmi bresciane vince ancora l’ingegnere meccanico

in Api/Associazioni di categoria/Economia/Lavoro by
Douglas Sivieri

Le competenze digitali contano sempre di più ma nella realtà delle Pmi bresciane più che nuove figure dedicate si cerca di accrescere le competenze digitali del personale già presente in azienda. La chiave di volta per la crescita digitale 4.0 delle PMI bresciane è quindi la formazione. A cui dedicare risorse. A dirlo è l’indagine realizzata dal centro studi Apindustria “Risorse Umane 4.0 e Barometro digitale nelle PMI”.

«La formazione – si legge nella ricerca del Centro Studi -, piuttosto del reperimento di ulteriori risorse esterne, rappresenta la vera chiave di sviluppo digitale delle risorse umane per le PMI: una formazione che entra a tappeto in azienda, invadendo ogni ruolo, ma che si sofferma in modo massiccio su ben definiti ruoli». Proprio per sostenere tale processo il 14 marzo, in collaborazione con la società HPE, nella sede di Apindustria prenderà il via un corso di trasformazione digitale pensato per le PMI. Per ragionare di «Internet delle cose: scenari evolutivi e trends in atto», «Sicurezza del processo industriale», «Modellazione Solida e Prototipazione Rapida in 3D», «Intelligenza artificiale».

Il metodo

La ricerca si è sviluppata attraverso l’analisi delle domande di selezione del personale e di corsi di formazione con contenuti digitali relativi al periodo 2013-2018 arrivate agli uffici di Apindustria e attraverso un questionario specifico che ha coinvolto un campione di 100 PMI associate.

Risultati

Il 42% degli intervistati dichiara di aver fatto investimenti in Industria 4.0. Di questi ben oltre la metà (57%) ha avviato la trasformazione digitale della propria impresa indipendentemente da norme nazionali.  Oltre la metà conta di proseguire con il processo di trasformazione digitale anche nel prossimo futuro. Tali dati si accompagnano al percorso formazione digitale del personale: chi l’ha già avviato (poco meno della metà del campione) continuerà in gran parte a farlo anche in futuro; chi non l’ha fatto, correrà ai ripari (80% di risposte positive o possibili).

Per quanto riguarda le risorse umane un aspetto dell’indagine balza all’occhio: le imprese mostrano una notevole propensione alla formazione del personale esistente, ma sembrano assai distanti all’idea di assumere personale dedicato ex novo. Alla domanda se intendono assumere nuovo personale con formazione digitale/tecnologica solo l’11% ha infatti risposto in modo affermativo.

L’utilizzo di un «barometro digitale» ha individuato i ruoli che all’interno della realtà delle Pmi rivestono maggior peso in termini di competenze digitali. Le aree interessate, con tutta evidenza, risultano essere quella amministrativa (sia impiegati che responsabili), la ricerca e sviluppo (design compreso) e l’area comunicazione/marketing.

Se l’analisi riguarda l’introduzione di nuove figure quali data analyst, social media manager, cyber security manager, computer system analyst, mechanical engineer o It Specialist Engineer la percentuale di risposte «Non in organico, non in previsione l’assunzione nei prossimi anni» varia dal 63% (mechanical engineer) al 77% (data analyst). Nessuna delle cosiddette ‘nuove professioni’ sembra quindi qualificare il percorso di trasformazione digitale per il prossimo triennio. «Circa il 70% degli intervistati – sottolinea il report del Centro studi – conferma quanto le caratteristiche tipiche delle PMI poco sollecitino la ricerca di figure così specializzate dal punto di vista tecnologico-digitale da inserire stabilmente nel proprio organico, è pur vero che una quota parte (le restanti) manifestano un interesse che si proietta anche nel triennio a venire». In particolare verso la figura dell’ingegnere meccanico. Un discreto interesse sembrano avere anche figure come il social media manager. La nuova manovra di governo, invece, sembra ancora essere poco nota agli intervistati: solo il 13% sta raccogliendo informazioni sul voucher per innovation manager, il 44% si sta informando sugli interventi per la Formazione 4.0.

«Le Pmi bresciane hanno mostrato reattività alla trasformazione digitale 4.0 – afferma Douglas Sivieri, presidente di Apindustria Brescia -. Chi ha investito in questa direzione lo ha fatto per tempo, senza attendere l’arrivo di incentivi o piani nazionali che, almeno fino ad oggi, hanno privilegiato più le aziende di maggiori dimensioni. La trasformazione digitale ha ovviamente interessato il personale. Nelle Pmi, per questioni di dimensioni, di costi e di incertezza, inevitabilmente ci si è mossi più verso la formazione di personale già presente in azienda che non verso l’assunzione di nuove figure dedicate, se non quando strettamente necessario. Sarà così anche nel prossimo futuro, perché la fase economica incerta non facilita certo, e di qui la necessità di pensare a incentivi ben più significativi rispetto alla formazione o per l’assunzione di figure specifiche: la trasformazione digitale è un processo che deve accompagnare l’intera realtà imprenditoriale – e non solo le lepri che hanno iniziato a correre. Quelle da sole non bastano. Esattamente come l’export che, senza una domanda interna più solida, da solo non è sufficiente». Il corso di trasformazione digitale promosso da Apindustria Brescia in collaborazione con HPE vuole essere un contributo a sostenere l’intera realtà imprenditoriale nel processo di cambiamento in atto.

“Per cogliere appieno le potenzialità di questa nuova rivoluzione industriale – come imprese e come sistema Paese – occorre, in primo luogo, aprirsi alla cultura digitale costruita sulla base di nuove competenze e, allo stesso tempo, considerare l’importanza di flessibilità, disponibilità al cambiamento e formazione continua. Per lo sviluppo di una Impresa 4.0, le competenze digitali rappresentano quindi un differenziale di redditività e di produttività del lavoro”, ha dichiarato Claudio Bassoli, Vice President, Industries Segment Sales di Hewlett Packard Enterprise.

 

Il programma del corso di Trasformazione digitale Apindustria – HPE

 

Giovedì 14 marzo (17,30 – 19,30)

La digitalizzazione industriale. Le Tecnologie Internet of Things: scenari evolutivi e trends in atto 

Sergio Crippa Industry 4.0 & IoT Country Manager SMB Sales Manager at Hewlett Packard Enterprise

Carlo Vaiti Distinguished Technologist at Hewlett Packard Enterprise

 

Giovedì 23 maggio (17,30 – 19,30)

La sicurezza del processo industriale. Fattori umani e organizzativi per l’accesso in sicurezza

Alessandro Ercoli, Team leader Aruba SE Italy

 

Giovedì 27 giugno (17,30 – 19,30)

Modellazione Solida e Prototipazione Rapida in 3D 

Davide Ferrulli, Country Lead 3D Printing at HP inc., PTC

Enrico Gnani, Sales CAD Specialist Southern Europe – Italy, Iberia & Switzerland

 

Giovedì 17 ottobre (17,30 – 19,30)

Intelligenza artificiale applicata al processo industriale

Edmondo Orlotti, HPC & AI Sales Manager Southern Europe at Hewlett Packard Enterprise

 

Blockchain & futuro: parla il bresciano Di Benedetto, secondo tra i top 10 “token model architects” europei

in Economia/Evidenza/Innovation club/Innovazione/Rubriche by
Luigi Di Benedetto

Luigi Di Benedetto, CEO di CryptoDiamond, è stato recentemente classificato al 2° posto tra i top 10 “token model architects” in Europa.  Un “token model architect” si occupa di analizzare le esigenze progettuali ed il modello di business di una realtà al fine di realizzare  un modello di utilizzo  della tecnologia blockchain sviluppando una soluzione personalizzata ed a valore. I tokens sono “i mattoni” utilizzati dalla blockchain e possono essere la rappresentazione digitale di un bene (equity token) o di una funzione (utility token).

Cosa ti ha spinto ad avvicinarti  al mondo delle criptovalute e cosa ti ha spinto ad investire tempo e denaro in questo mondo ?

Iniziai a fari i miei primi ragionamenti già a 13 anni dopo che mi fu regalato  un Pc dai miei genitori. Potrà sembra banale ma l’aspetto più di tutti che mi ha fatto approfondire il mondo del

Bitcoin e più in generale della blockchain, è la curiosità. Credo fermamente che l’essere curiosi sia un vantaggio inestimabile dove, partendo da un input iniziale si è spinti ad approfondire sempre più tutte le diverse sfaccettature dell’argomento.

Di cosa si occupa la tua realtà CryptoDiamond ?

CryptoDiamond (https://www.cryptodiamond.it) nasce per offrire una moltitudine di servizi  nell’ambito crypto e blockchain. Da un punto di vista metodologico studiamo la Tokenomics: i modelli economici  che si è affermato con l’avvento dei token basati sulla blockchain, e di come questi vengano implementati all’interno di un ecosistema, di un progetto o di una ICO.

Da un punto di vista tecnico sviluppiamo sistemi basati  blockchain ad-hoc e i sistemi di gestione embedded in base alle esigenze richieste. Unendo questi due aspetti proponiamo consulenze specifiche nel mondo finance ma anche per realtà manifatturiere.

Sei stato invitato varie volte alla Camera dei Deputati per discutere di blockchain e di investimenti in materia di criptovalute. Ritieni che l’Italia sia pronta ad accogliere anche a livello istituzionale l’innovazione portata dalla blockchain?

L’Italia fino ad ora è rimasta fuori da questo settore, adesso sta costruendo la radici per poter mettersi al  passo e diventare terreno fertile per nuove idee e progetti.  Più che parlare di investimenti, nelle diverse occasioni in cui ero presente si è discusso molto in termini di possibili evoluzioni di questo settore in Italia e di tutte le tecnologie annesse come le cosidette Initial Coin Offering (ICO)  che da un anno a questa parte hanno sviluppato un business  mondiale da 13,7 miliardi di dollari  solamente nei primi mesi del 2018. Sicuramente il tema blockchain e criptovalute non è nuovo per l’Italia e si sta pensando seriamente di regolamentare il settore anche nella nostra Nazione, e per far ciò il Governo si sta avvalendo dei più grandi esperti in Italia nel settore facendo istituire dal MISE ( il ministero dello sviluppo economico) una commissione ad-hoc per stabilire delle linee guida da seguire.

Cosa sono le criptovalute ?

Le criptovalute non sono altro che delle valute digitali controllate da nessun organo centralizzato (come possono essere le banche o gli Stati), e il loro corretto funzionamento è garantito da sofisticati  sistemi algoritmici/crittografici che ne controllano emissione e affidabilità dei trasferimenti.

Quanto ritieni necessaria una regolamentazione a livello legislativo del settore delle criptovalute?

Il fatto che questo settore abbia un framework legislativo non può che portare benefici a tutto l’ecosistema con una maggiore affidabilità generale verso questo settore. Un framework che delinea a livello giuridico questo settore infatti apre le porte anche da tutti coloro che fino ad adesso non hanno preso in considerazione l’adozione per esempio di sistemi d’accettazione di cryptovalute, perché non ben informati sul modus-operandi soprattutto a livello fiscale, alla nascita di nuovi progetti nel nostro Paese con una maggior fiducia da parte di tutti gli investitori, fino all’utilizzo di “legal” smart contract per automatizzare particolari operazioni soprattutto legali e di notarizzazione.

Ultimamente è stato approvato il decreto Semplificazioni che in via definitiva attribuisce valore legale alle tecnologie DLT e blockchain con riconoscimento anche degli smart contract, catapultando l’Italia in prima linea tra le nazioni che stanno adottando questo genere di iniziative.

Pensi che ci sarà mai una criptovaluta che avrà la forza di raggiungere il valore del Bitcoin ?

Il Bitcoin per tutte le caratteristiche che lo distinguono tra cui la sua famosa scarsità e considerando che è stata la prima vera e propria criptovaluta al mondo di successo è un caso difficilmente ripetibile.

In ogni caso a mio avviso bisogna concentrarsi più sulla tecnologia sottostante che sull’aspetto speculativo, oltre alla blockchain di Bitcoin ne esistono quindi molte altre tra cui quella di Ethereum o di Tron, che sono le protagoniste nella creazione di smart contract e dApps.

Quale può essere il futuro della tecnologia Blockchain ?

Spero che le tecnologie blockchain e DLT servano aldilà della speculazione finanziaria legata alle crypto soprastanti. Ad esempio oggi esiste la possibilità di creare i famosi Smart Contract che saranno il futuro per l’automatizzazione di tutta una serie di operazioni legali adesso lunghe e molto articolate.

Sei un giovane che è riuscito a mettere in pratica molto presto il tuo talento utilizzando la tecnologia. Cosa pensi della relazione tra le nuove tecnologie ed il lavoro in particolare quello giovanile ?

Le nuove tecnologie come l’Intelligenza Artificiale, L’Internet of Things e la Blockchain offrono nuove opportunità non solo per lavorare ma per trasformare il mondo che ci circonda. Dall’altro c’è purtroppo un lato oscuro: nascono fabbriche totalmente automatizzate che non hanno bisogno di operai e  l’avvento dei grandi player del commercio elettronico mettono in difficoltà  negozi e catene retail:  tutto questo è un elemento che se non gestito potrà avere un impatto sociale negativo. Il lavoro è un tema molto importante in Italia come in tutto il mondo ed il tema centrale  è la formazione su cui bisogna investire.

Un giovane oggi deve essere educato ad interessarsi al mondo che lo circonda che è in continua evoluzione ed è importante soprattutto stimolare la capacità di immaginare e sognare perchè nel futuro avremo bisogno di “menti pensati e creative”.

Studio su Brebemi: benefici per logistica, imprese, immobili e ambiente

in Economia/Trasporti by
Brebemi

La realizzazione della Brebemi ha generato benefici diretti e ricadute indirette su un territorio che interessa 5 Province, 114 Comuni, 640.000 abitanti e 250.000 lavoratori. I benefici diretti sono soprattutto quelli economici, con una riduzione del costo del trasporto (tempi, carburante, costi operativi), ambientali con una diminuzione delle emissioni di CO2 e dell’inquinamento ambientale e acustico e sociali, con una riduzione dell’incidentalità. Per quanto riguarda i benefici indiretti, ha particolare rilevanza la maggiore connessione dei territori che ha impatti positivi sul sistema logistico/produttivo, con una maggiore competitività delle imprese attive, sull’occupazione generata dai nuovi insediamenti e dalla crescita delle imprese esistenti, sul settore immobiliare con un aumento delle transazioni e, di conseguenza, dei valori immobiliari. Migliorata l’accessibilità a Milano, Brescia e tutti i centri urbani lungo il tracciato (qualità della vita, ospedali di Milano e Brescia, Aeroporto di Linate) e la visibilità dei comuni attraversati da A35 Brebemi.

Questi i principali numeri dello studio realizzato da AGICI Finanza d’Impresa e presentato alla presenza, fra gli altri del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e degli assessori Claudia Maria Terzi (Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile) e Raffaele Cattaneo (Ambiente e Clima).

FONTANA: BREBEMI STA AVENDO GRANDE SUCCESSO – Secondo il presidente Fontana gli effetti “sono molto positivi. Certo ci vuole tempo perché un’infrastruttura venga riconosciuta, accettata e utilizzata. Alla fine però la Brebemi sta avendo un grande successo. La stessa cosa è successa con la prima parte della Pedemontana che, pur non essendo ancora completata, sta avendo incrementi di utilizzo che raddoppiano ogni anno. Quindi evidentemente la nostra zona ha fame di infrastrutture, ma soprattutto ne ha necessità”.

TERZI: UNA VERA E PROPRIA OPERAZIONE VERITA’ – “Abbiamo assistito – ha spiegato Terzi – a una vera e propria ‘operazione verità’. La ricerca dimostra con dati oggettivi come la Brebemi abbia portato notevoli benefici per i territori che attraversa. L’opera ha determinato un incremento degli insediamenti imprenditoriali che a loro volta hanno generato, ed ? questo il numero più importante, 3.700 nuove assunzioni. Il settore protagonista di questa stagione di rilancio è, senza dubbio, la logistica, che in Lombardia vale circa 10 miliardi di euro, pari a qualcosa come il 25/30% del fatturato a livello nazionale. La
nostra attenzione alle esigenze del comparto resta alta, e proprio tra meno di un mese faremo un bilancio del lavoro svolto
di concerto con Piemonte e Liguria durante gli Stati generali della Logistica del Nord Ovest che si terranno a Palazzo Lombardia. Tornando ai vantaggi generati dalla A35, sottolineo come questa abbia consentito di sgravare i centri abitati dal passaggio del traffico pesante con un miglioramento della qualità della vita dei cittadini, per non parlare dell’aumento dei flussi turistici dovuto alla facilità di accesso a questi territori”.

IL ‘CASO BREBEMI – “Ritengo si debba parlare di un caso Brebemi – ha proseguito Terzi – anche per come questa ha saputo armonizzarsi con il contesto attraverso le opere compensative di carattere ambientale. Da bergamasca so bene quanto la Brebemi abbia rappresentato una svolta positiva per l’economia territoriale. E da assessore alla partita so che dobbiamo andare avanti nell’infrastrutturazione virtuosa della Lombardia e continueremo a impegnarci per questo”.

CATTANEO: RICADUTE POSITIVE ANCHE SULL’AMBIENTE – “Nell’elenco dei benefici legati a quest’opera – ha affermato Cattaneo – ci sono evidentemente le ricadute dirette di tipo ambientale. Un aspetto che, insieme ai fattori economici, sociali e di occupazione, non va trascurato per l’impatto sulla riduzione delle emissioni nocive in atmosfera. L’esperienza concreta evidenzia come sciogliendo il nodo del traffico l’impatto sull’ambiente e sulle emissioni si riduce, favorendo ricadute positive per la salute di tutti. Occorre evitare l’approccio ideologico e ritornare al realismo che in questi anni ha favorito la realizzazione di opere stradali e ferroviarie insieme per migliorare anche l’ambiente in cui viviamo. Infrastrutture e ambiente non sono nemici: esperienze come la realizzazione di Brebemi lo dimostrano”.

Turchia, per Brescia l’export vale 31 milioni di euro al mese

in Economia/Export/Tendenze by

Turchia e Lombardia, business in crescita secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia, la struttura per l’internazionalizzazione delle Camere di commercio, con scambi annuali per 3,8 miliardi, + 7% in un anno. Si tratta di 2 miliardi per l’export e 1,8 miliardi per l’import. A trainare la crescita sono le importazioni, +18%, abbastanza stabile l’export -1,6%. Pesa la Lombardia sul totale italiano di 13,6 miliardi, di cui circa 7 miliardi di export, il 29% sull’export, il 27% sull’import, il 28% sugli scambi italiani.

Per provincia. Prima Milano con 791 milioni di export e 844 milioni di import nei primi nove mesi del 2018, insieme Brescia con 280 (31 al mese) e 177 milioni, Bergamo con 204 e 174 milioni, Mantova con 107 e 264 milioni, Varese con 160 e 64 milioni, Monza con 148 e 76 milioni.

Scambi, principali settori. Per l’export ci sono 515 milioni in macchinari,  403 milioni in prodotti chimici, 177 milioni in moda e abbigliamento. Per l’import 586 milioni di metalli, 289 milioni in mezzi trasporto, 264 milioni in moda e abbigliamento

Agricoltura, nuovi trend: boom per piante tessili, frutta e riso

in Agricoltura e allevamento/Associazioni di categoria/Tendenze by

Sono 46 mila le imprese agricole in Lombardia. Prima per imprese agricole Brescia con circa 10 mila, poi Mantova con 8 mila, Pavia con 6 mila, Bergamo con 5 mila, Cremona e Milano con quasi 4 mila. A Como 2 mila imprese, a Varese quasi 2 mila imprese mentre a Lecco se ne contano oltre mille. Sono questi i numeri dell’agricoltura in Lombardia che emergono da un’analisi della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Coldiretti Lombardia sugli ultimi numeri delle imprese di fine 2018.

“Il settore agricolo lombardo – spiega Giovanni Benedetti, direttore di Coldiretti Lombardia e membro di giunta della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi – da una parte conferma le produzioni tradizionali della nostra regione, che rimane al vertice in Italia per la produzione di latte, dall’altra guarda con sempre maggiore attenzione alle esigenze di benessere, qualità e sostenibilità espresse dai consumatori”.

Quasi una impresa su quattro è femminile, crescono gli stranieri. Sono circa 10 mila le imprese di donne nei settori agricoli. In crescita gli stranieri, +5%, arrivano ad avere 685 imprese.

Bene il lago, tra Como e Lecco, insieme a Milano e Varese. Continua l’aumento delle imprese agricole nell’area di Como, oltre 2 mila +1,4% in un anno. Bene anche Lecco con 1.126, +0,4% in un anno. Cresce in particolare la produzione di uva a Como e a Lecco, di ulivi e le spezie a Como.

Stabili le imprese a Milano area metropolitana con quasi 4 mila (+0,2%), di cui 1.038 in città (+1,6%, erano 1022 nel 2017). Gli stranieri crescono di più a Como da 50 a 60, a Milano, da 62 a 71, a Pavia da 70 a 76. Gli stranieri imprenditori restano più numerosi a Brescia e Mantova, con oltre 100 imprese.

In forte crescita in regione la coltivazione di piante tessili (da 7 a 84, +50%, con picchi di 21 a Milano e 16 a Como), le spezie (da 113 a 139, +23%, con oltre 20 a Brescia, Bergamo e Pavia), gli ortaggi protetti (da 156 a 175, +12%) e in piena aria (da 1.169 a 1.220, +4%), i frutti oleosi (da 443 a 469, +6%), gli alberi da frutta (da 421 a 465, +11%), la riproduzione di piante (da 417 a 438, +5%), l’allevamento di bufali (da 378 a 403, +7%), i servizi di supporto agli agricoltori (da 876 a 898, +3%). Bene anche il riso (da 248 a 270, +9%). L’apicoltura con +2,3% tocca le 725 imprese. Bene i fiori, + 4%, con 177 attività.

La bresciana Neosperience pronta per entrare in Borsa (Aim)

in Aziende/Economia/Finanza/Innovazione by
Il logo di Aim

Neosperience, PMI innovativa italiana attiva come software vendor nel settore della Digital Customer Experience, annuncia di aver presentato oggi la domanda di ammissione funzionale alle negoziazioni delle azioni ordinarie della Società sul mercato AIM Italia, organizzato e gestito da Borsa Italiana.  L’ammissione è prevista per lunedì 18 febbraio, con primo giorno di quotazione atteso per mercoledì 20 febbraio.

L’offerta è stata realizzata attraverso un collocamento di azioni interamente in aumento di capitale. La società, guidata dai fondatori Dario Melpignano (AD) e Luigi Linotto (CFO), intende destinare la raccolta al supporto dei piani di sviluppo che prevedono anche una crescita per linee esterne e l’ingresso in nuovi mercati strategici.

Neosperience è assistita da Advance SIM in qualità di Nomad e Global Coordinator, da Ambromobiliare come financial advisor e da BDO come società di revisione e consulente fiscale. Dentons agisce come legal advisor e Banca Finnat come specialist e research provider. Close to Media è consulente della società per la comunicazione.

NEOSPERIENCE

Neosperience è una PMI innovativa italiana che opera come software vendor, fondata a Brescia nel 2006 con sede a Milano da Dario Melpignano e Luigi Linotto, rispettivamente Amministratore Delegato e CFO. La società è attiva nel settore della Digital Customer Experience, grazie a Neosperience Cloud: piattaforma integrata che attraverso l’Intelligenza Artificiale permette alle aziende di offrire ai clienti un’esperienza digitale personalizzata ed empatica, per conoscerli, coinvolgerli e fidelizzarli. Tra le aziende clienti di Neosperience figurano società leader nel settore del lusso, della GDO e dei servizi finanziari.

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