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Lavoro - page 3

Acque Bresciane è per il secondo anno consecutivo azienda certificata Top Employers Italia

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Acque Bresciane è per il secondo anno consecutivo azienda certificata Top Employers Italia. La società, benefit e interamente pubblica, gestisce il ciclo idrico in provincia di Brescia, servendo 98 Comuni e garantendo un servizio di qualità a 605.000 abitanti. L’impegno è massimo nella sostenibilità ambientale e sociale, verso il territorio e verso gli oltre 300 colleghi.

La Certificazione Top Employers è il riconoscimento ufficiale delle eccellenze aziendali nelle politiche e strategie delle Risorse umane (HR) e della loro attuazione per contribuire al benessere delle persone, migliorare l’ambiente di lavoro e il mondo del lavoro.

La Certificazione Top Employers viene rilasciata alle aziende che raggiungono e soddisfano gli elevati standard richiesti dalla HR Best Practices Survey. La Survey ricopre 6 macro aree in ambito HR, esamina e analizza in profondità 20 diversi topics e rispettive Best Practices, tra cui la centralità delle persone, l’ambiente lavorativo, l’acquisizione di talenti, la formazione, il benessere, la diversità e l’inclusione e molti altri.

La Certificazione rappresenta il riconoscimento ufficiale dell’importante e convinto impegno di Acque Bresciane nel prendersi cura delle proprie persone, centrali nella strategia di crescita.

Lo attesta Giovanni Gardini, Responsabile Risorse umane, organizzazione e sistemi di Acque Bresciane: «Abbiamo rafforzato l’impegno verso le nostre persone, per rendere sempre più innovativi i processi HR, proseguendo nell’attuazione di numerose misure per portare le nostre politiche e strategie HR a livelli d’eccellenza». Misure che comprendono, fra le altre,«un processo di onboarding strutturato e digitale per accompagnare i nuovi inserimenti, molteplici canali diretti di ascolto con i colleghi per favorire crescita e sviluppo, lo sportello ascolto gratuito con una psicologa, i team di ambassador per promuovere la trasformazione digitale, la sostenibilità e il valore di diversità e inclusione».

Le parole del Presidente di Acque Bresciane Gianluca Delbarba lo confermano: «Oggi viviamo un’epoca nuova, che dopo l’esperienza della pandemia mette al centro la soddisfazione personale e il bilanciamento fra lavoro e vita privata. Chiediamo molto al personale – penso all’emergenza siccità della scorsa estate – ma vogliamo anche offrire loro altrettanto, come professionisti, come genitori, come persone. Per questo attraverso formazione e welfare, ma anche con la sperimentazione in corso sullo smart working, vogliamo mettere uomini e donne nelle condizioni di crescere in tutte le dimensioni della loro vita».

Conclude il Direttore Generale Paolo Saurgnani«Stiamo crescendo per rispondere alle nuove sfide da affrontare sia in ambito idrico e climatico, sia in questa particolare congiuntura economica. Le persone possono fare la differenza e l’organizzazione può migliorare solo grazie al contributo dei singoli e alla motivazione, fondamentale per una società che svolge un servizio pubblico».

Lavoro in somministrazione, a Brescia nuova crescita nel 3° trimestre

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Professionista al lavoro, foto generica da Pixabay

Secondo i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro, nel 3° trimestre 2022 la domanda di lavoratori in somministrazione ha registrato una nuova crescita rispetto allo stesso periodo del 2021 (+4% tendenziale), sebbene di intensità minore rispetto a quanto rilevato nei periodi precedenti. Tale movimento descriverebbe il processo di assestamento in atto nel settore, dopo i forti incrementi riscontrati nel 2021, in primo luogo imputabili al confronto con il 2020.

A evidenziarlo sono i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro, aderenti all’Osservatorio Confindustria Brescia – Agenzie per il lavoro, curato dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

L’aumento rilevato nel 3° trimestre del 2022 interessa la maggior parte delle categorie professionali qui analizzate, ed è trainato, in particolare, dagli impiegati esecutivi, che evidenziano un +51% rispetto all’analogo periodo del 2021. Variazioni positive rilevanti riguardano anche gli addetti al commercio (+26%) e gli operai specializzati (+13%).

“I dati sul lavoro in somministrazione a Brescia restano positivi, pur segnando un rallentamento legato all’andamento generale dell’economia nella nostra provincia – commenta Roberto Zini, Vice Presidente di Confindustria Brescia con delega a Welfare e Relazioni Industriali –. In particolare, il comparto dei servizi, strettamente legato a quello manifatturiero, riflette bene gli ultimi dati emersi sulla produzione industriale. Voglio però sottolineare, pur in contesto di assestamento, come resti alta la domanda di specifiche categorie professionali legate alla manifattura, quali i conduttori d’impianti e gli operai specializzati: l’ennesima testimonianza di come Brescia sia costantemente alla ricerca di profili analoghi.”

Le richieste pervenute alle Agenzie per il Lavoro hanno riguardato, in particolare, il gruppo professionale dei conduttori d’impianti (38,8%), seguiti dal personale non qualificato (21,3%), dagli operai specializzati (14,4%) e dagli addetti al commercio (12,5%). Nello stesso periodo, le figure più ricercate sono state: operatori robot industriali (16,4%), non qualificati in imprese industriali (9,7%) e addetti macchine per lavorazioni metalliche (6,1%).

Con riferimento alle difficoltà di reperimento dei lavoratori in somministrazione, non si segnalano tensioni particolari, a eccezione, in particolare, di alcuni profili appartenenti ai tecnici (tecnici della distribuzione commerciale e tecnici in campo ingegneristico), agli operai specializzati (fonditori, saldatori, montatori, manutentori specializzati meccanica di precisione, installatori attrezzature elettroniche) e ai conduttori d’impianti (operatori robot industriali e addetti macchine lavorazioni metalliche).

Caso Maier Cromoplastica, da domani 89 lavoratori rischiano di restare a casa

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Il caso di Maier Cromoplastica che a luglio 2022 ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Verdello (BG), con la messa in liquidazione della società e il licenziamento di 89 lavoratrici e lavoratori, si è chiuso con un inaspettato mancato accordo.

L’azienda, attiva nel settore automotive, è di proprietà spagnola.

Nella serata di mercoledì 5 ottobre, dopo lunghe trattative in cui Regione Lombardia ha messo in campo tutte le opzioni possibili per scongiurare i licenziamenti – dalla cassa integrazione alla ricerca di un possibile investitore, a causa di una proprietà assente dal confronto e indisponibile ad ascoltare istituzioni e sindacati – l’ultimo incontro si è concluso con un nulla di fatto.

Da domani potranno scattare i licenziamenti.

“Il pensiero che novanta famiglie possano già nei prossimi giorni ricevere le lettere di licenziamento e perdere il lavoro mi ferisce molto” dichiara l’assessore alla Formazione e Lavoro di Regione Lombardia Melania Rizzoli.

“Negli ultimi giorni, grazie ad un intenso lavoro sul territorio e affiancati dal Ministero dello Sviluppo Economico e dai sindacati – sottolinea Rizzoli – abbiamo promosso una manifestazione di interesse a rilevare il sito da parte di una importante realtà del settore automotive lombarda e che impiega già migliaia di lavoratori in Lombardia, in Italia e nel mondo.

La manifestazione di interesse non è stata tuttavia ritenuta adeguata dagli spagnoli, e, aggiunge Rizzoli, “a nostro parere, c’è un errore di valutazione”. Le conseguenze non sono legate solo ai dipendenti ma anche all’area dismessa che richiederà una importante bonifica. Pertanto i costi dell’operazione, per gli spagnoli, saranno ingenti.

“Per Regione Lombardia esiste ancora margine di azione – evidenzia Rizzoli – e per questa ragione invitiamo caldamente l’azienda a considerare una soluzione alternativa”.

“Da subito – prosegue – ci impegniamo a tentare di far riaprire un confronto tra offerente e MAIER più approfondito, con Regione Lombardia disponibile a fare da garante, per verificare se alla fine si possa trovare comunque un accordo che salvi almeno parte delle maestranze”.

In ogni caso, ha assicurato l’assessore regionale al Lavoro, “da questo momento ci facciamo carico dei dipendenti di Maier, con i nostri Centri per L’impiego del territorio e gli operatori accreditati, perché possano essere da subito accompagnati alla ricerca di un nuovo posto di lavoro attraverso le politiche attive regionali”. 

Lombardia, occupati (quasi) ai livelli del 2019

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Donne e lavoro, foto generica da Pixabay

Il numero degli occupati in Lombardia nel secondo trimestre di quest’anno tocca il livello di 4 milioni e 439 mila unità, con una crescita di ben 115 mila posizioni su base annua. È questa la principale evidenza del rapporto di Unioncamere Lombardia realizzato sulla base delle stime e dati Istat e Inps relativi al secondo trimestre di quest’anno. Prosegue quindi la fase positiva del mercato del lavoro regionale avviata nel secondo trimestre 2021, sebbene con un lieve rallentamento rispetto all’incremento già registrato nei primi tre mesi dell’anno. Il recupero dei livelli pre-Covid appare quindi quasi completato: mancano solo 30 mila occupati per tornare ai valori del 2019.

ASSESSORE GUIDESI – “I dati positivi – ha spiegato l’assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi – sono segno della stabilità e del potenziale del nostro sistema economico produttivo, messo però a rischio dai costi energetici; continueremo a esprimere il nostro potenziale offrendo opportunità di lavoro solo se l’intervento dell’Europa sul tema energetico ci sarà e sarà immediato ed efficace”.

GIAN DOMENICO AURICCHIO (PRESIDENTE UNIONCAMERE) – “I dati lombardi di questo primo semestre 2022 mostrano un mercato del lavoro ancora in piena salute, anche se ci sono segnali di rallentamento.” – commenta Gian Domenico Auricchio, Presidente di Unioncamere Lombardia – “Il rafforzamento del tempo indeterminato è un fatto molto positivo che segnala il consolidamento della crescita nell’occupazione ampliando gli organici stabili delle imprese. Resta da vedere quale sarà l’impatto dei costi di produzione ed energia sulle prossime rilevazioni trimestrali visto il calo che i dati più recenti sembrano già indicare a livello nazionale”.

LOMBARDIA MEGLIO DELLA MEDIA NAZIONALE – Con questi dati il tasso di occupazione regionale si attesta al 68,3%: un livello nettamente superiore alla media nazionale (60,5%) e in crescita di quasi due punti su base annua. In Lombardia però, a differenza del dato complessivo italiano, non sono ancora del tutto recuperati i valori pre-Covid – a causa del diverso andamento del denominatore del tasso di disoccupazione – la fascia di popolazione in età lavorativa dai 15 ai 64 anni – la cui diminuzione meno marcata che nel resto d’Italia influisce sull’indicatore complessivo.

PIU’ MARCATO L’INCREMENTO DELLA COMPONENTE MASCHILE – Si conferma la fase di maggior incremento della componente maschile della forza lavoro (+3,4% gli occupati su base annua), trainata dall’espansione dei settori dell’industria (+6,5%) e delle costruzioni (+5,6%). Più lenta invece la crescita dell’occupazione femminile (+1,7%), anche per via del primo calo – dopo un anno di segni positivi – registrato dal comparto dei servizi diversi dal commercio (-0,5%). Si allarga quindi il divario di genere nella popolazione lavorativa.

DISOCCUPAZIONE TORNA AI LIVELLI PRE-CRISI – Ancora in diminuzione la disoccupazione, con il tasso che scende al 5% e si riporta in linea con i livelli pre-crisi. La crescita degli occupati spinge al rialzo il tasso di attività (71,9%), che misura la partecipazione della popolazione al mercato del lavoro, in crescita di 1,2 punti su base annua e ormai prossimo anch’esso ai valori del 2019.

Anche se i dati di flusso confermano il proseguimento della fase positiva, si registra un rallentamento rispetto ai primi tre mesi dell’anno. Il saldo positivo tra assunzioni e cessazioni è di +53 mila contratti e su base annua la crescita è pari a +137 mila posizioni lavorative (il valore del primo trimestre era +154 mila). Si rafforza il contributo positivo della componente a tempo indeterminato (+51 mila posizioni) grazie alla crescita delle trasformazioni con la loro stabilizzazione.

SI CONFERMA IL FORTE CALO DELLA CASSA – La cassa integrazione conferma il forte calo su base annua pur restando ancora superiore ai valori pre-Covid: diminuiscono dell’87% le ore autorizzate. Scendono tutte le componenti della CIG tranne quella straordinaria, che torna in crescita del +34,5%.

Lavoro in somministrazione, a Brescia continua la crescita

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Professionista al lavoro, foto generica da Pixabay

Nel 2° trimestre 2022 la domanda di lavoratori in somministrazione a Brescia ha registrato una nuova crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+12% tendenziale), che delinea un movimento di consolidamento nei confronti delle evoluzioni rilevate nei periodi immediatamente precedenti.

L’evoluzione positiva nei mesi aprile-giugno 2022 appare coerente con la fase rialzista dell’attività produttiva nel settore industriale e col recupero delle attività terziarie sperimentati in questi mesi, a conferma dell’inversione di tendenza dopo la fase emergenziale che ha caratterizzato tutto il 2020.

A evidenziarlo sono i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro, aderenti all’Osservatorio Confindustria Brescia – Agenzie per il lavoro, curato dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

“Come sempre i dati del lavoro in somministrazione anticipano l’andamento generale del mercato del lavoro – commenta Roberto Zini, Vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Relazioni Industriali e Welfare –; in particolare, nel territorio bresciano, figure specializzate come operai e conduttori d’impianti continuano a segnare crescite sopra la media, in linea con quanto più volte manifestato dal mondo manifatturiero. Si tratta quindi di un dato positivo, ma da continuare a monitorare con attenzione, alla luce delle incognite geopolitiche ed economiche che stanno caratterizzando il periodo in corso – su tutte il caro energia – e che rischiano di impattare in modo deciso sulle attività delle aziende nei prossimi mesi.”

L’aumento rilevato nel 2° trimestre del 2022 interessa quasi tutte le categorie professionali, ed è trainato, in particolare, dagli addetti al commercio, che evidenziano un +68% rispetto all’analogo periodo del 2021; si tratta di una dinamica che va letta alla luce del recupero del settore del commercio e dell’accoglienza, dopo le limitazioni alla mobilità imposte dalla pandemia.

Gli operai specializzati (+23%) e i conduttori d’impianti (+16%) registrano degli incrementi al di sopra del valore medio. Più contenuta risulta la crescita degli impiegati esecutivi (+3%), mentre il personale non qualificato (-5%) e i tecnici (-26%) si caratterizzano per un ridimensionamento delle richieste.

Con riferimento alle difficoltà di reperimento dei lavoratori in somministrazione, non si segnalano tensioni particolari, a eccezione, in particolare, di alcuni profili appartenenti ai tecnici (tecnici in campo ingegneristico e per i tecnici della produzione), agli operai specializzati (fonditori, saldatori, specializzati meccanica di precisione, montatori, manutentori) e ai conduttori d’impianti (operatori robot industriali e per gli addetti macchine lavorazioni metalliche).

Lavoro, acciaierie unite per formare i manutentori

in Acciaio/Economia/Lavoro by
L'acciaieria Aso

Convinti che il futuro del mondo siderurgico non possa che passare dai giovani, Feralpi Group, Acciaierie Venete, Asonext e Duferco travi e profilati hanno deciso di fare squadra per lanciare, in collaborazione con Randstad Italia, Future4steel, un piano di formazione professionalizzante per aspiranti manutentori.

Il progetto, che ha lo scopo di crescere nuove risorse sulle conoscenze e competenze specifiche richieste dal ruolo, è in partenza ad ottobre 2022 e prevede l’assunzione a tempo pieno, in forma di apprendistato di primo livello, di ragazzi diplomati al di sotto dei 25 anni.

Il programma formativo sarà suddiviso tra lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche direttamente sul campo – che avranno luogo presso gli impianti delle aziende coinvolte – e potrà offrire, oltre ad un certificato di specializzazione superiore, la preziosa possibilità di entrare stabilmente a far parte di un grande gruppo.

Il Recruiting Day è fissato al 27 settembre.

Più informazioni su: https://www.randstad.it/candidato/aziende-che-assumono/future4steel/
Per candidarsi direttamente inviando il CV: academy.technical@randstad.it

Lavoro, inJob apre anche a Montichiari

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Donne e lavoro, foto generica da Pixabay

 InJob, l’international recruitment company di Verona, inaugura la propria filiale a Montichiari (BS), in via Vittorio Alfieri 4. InJob fa parte di W-Group, uno dei principali gruppi italiani di servizi per le risorse umane. Il progetto si inserisce nel piano di apertura dei nuovi career center e direstyle di quelli già esistenti.  L’APL ha infatti aperto, solo nel primo semestre di quest’anno, le sedi di Legnago, San Bonifacio, Paratico, Trento e Montichiari.

Nel secondo semestre è prevista invece l’apertura delle filiali di Belluno e Thiene: otto le aperture totali programmate nei prossimi due anni che arriveranno a raddoppiare la presenza di InJob sul territorio.

Da Castiglione a Montichiari con nuove lungimiranti prospettive di crescita e traguardi sfidanti, il nostro Career Center ha cambiato sede, provincia, ma non persone!” – così ha commentato Rosalia Magli, Branch Manager di Montichiari – “Questo, infatti, è il filo conduttore della nostra azienda: mettere le persone al centro, per una costante fidelizzazione interna ed esterna verso candidati e clienti. In un mercato del lavoro in continua evoluzione e sempre alla ricerca di professionalità specifiche e difficili da reperire, posso contare sull’esperienza nella selezione del personale di Emma, Mariantonietta, Alice e Camilla, tutte con grande esperienza nel settore HR. Insieme ogni giorno cerchiamo di fare il migliore matching tra candidati ed aziende clienti del territorio bresciano e mantovano, che da anni si rivolgono a noi con fiducia per la ricerca di personale necessario alla crescita delle loro aziende.”

Gi Group: 100 assunzioni in Lombardia

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Donne e lavoro, foto generica da Pixabay

Oggi i candidati prima di inviare il CV scorrono il doppio delle offerte di lavoro rispetto al 2019 e i costi per le aziende necessari per ottenere una candidatura sono aumentati di oltre il 50% rispetto all’anno scorso. Sintomi del dinamismo che contraddistingue il mercato del lavoro in Italia e dell’aumentata competitività tra aziende: i rifiuti dopo l’accettazione di un’offerta di lavoro sono passati da 1 su 10 a 4 su 10 e le contro-offerte delle aziende sono passate da 3 su 10 a 6 su 10. La colpa? Sicuramente di un elevato candidate shortage che sta appunto mettendo a dura prova la capacità delle aziende di attrarre e trattenere i talenti.

A questo si aggiungono anche le mutate priorità dei candidati: se nel 2020 il principale driver per cambiare lavoro erano questioni economiche e retributive, oggi queste sono scese al terzo posto e al primo troviamo il bilanciamento tra vita professionale e famigliare.

Tutto ciò delinea un mercato del lavoro fortemente candidate-driven, dove diventano fondamentali competenze come saper interpretare e rispondere a esigenze sempre più sfidanti, aiutando e orientando i candidati a scegliere e supportando le aziende a dotarsi dei migliori talenti. Sono proprio queste skill che Gi Group, la prima agenzia per il lavoro italiana, ricerca al fine di inserirle in organico, a seguito anche di una crescita: +34% della domanda a oggi rispetto al 2021 nella Regione, dove ha il suo headquarter ed è presente con 52 filiali.

Delle oltre 300 posizioni aperte in tutta Italia, sono circa 100 quelle ricercate nella sola Lombardia: Responsabili Ricerca & Selezione, Technical Consultant, Sales Account e Responsabili Amministrativi. I requisiti? Essere creativi e flessibili, possedere un approccio consulenziale e orientato agli obiettivi, oltre ad avere capacità organizzativa e di team building. Richiesta possibile laurea in economia o materie umanistiche e conoscenza della lingua inglese.

“In un periodo come questo dove il mercato del lavoro è estremamente sfidante e dove le aziende faticano a trovare risorse di valore, il ruolo delle agenzie per il lavoro come Gi Group è fondamentale – commenta Giuseppe Beretta, Regional Business Director di Gi Group – Entrare in Gi Group significa avere la possibilità di essere dei veri e propri “Lifechanger” e fare la differenza nella vita delle persone con il proprio lavoro. E significa farlo in una realtà solida, con prospettive di crescita anche internazionali e con piani di formazione personalizzati proposti da b*right, la nostra Corporate University.”

I candidati verranno assunti direttamente in Gi Group, società di Gi Group Holding, la multinazionale italiana specializzata nelle risorse umane presente in 29 Paesi che ha chiuso il 2021 con un fatturato di 3,3 miliardi di euro. Un’organizzazione giovane – età media 35 anni – e molto diversity oriented – oltre il 70% di occupazione femminile – molto attenta alla diffusione e condivisione dei propri valori e al coinvolgimento delle risorse. Secondo l’ultima Global HR survey interna, infatti, le persone di Gi Group presentano un elevato livello di engagement (77%), di trust nei valori e nella cultura (86%) e di fiducia nei colleghi (89%).

Tutte le posizioni a cui è possibile candidarsi sono disponibili sul sito www.gigroup.it

Lavoro in somministrazione: nel primo trimestre +22%

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Secondo i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro, nel 1° trimestre 2022 la domanda di lavoratori in somministrazione ha registrato una nuova crescita (+22% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno), che va a consolidare l’evoluzione sperimentata nell’ultimo periodo del 2021 (+23%).

A evidenziarlo – come riporta Brescia news – sono i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro, aderenti all’Osservatorio Confindustria Brescia – Agenzie per il lavoro, curato dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

La positiva evoluzione nei primi tre mesi del 2022 appare coerente con la generalizzata ripresa dell’attività produttiva sperimentata in questi mesi e conferma l’inversione di tendenza dopo la fase emergenziale che ha caratterizzato tutto il 2020.

“Se, da un lato, la crescita del lavoro in somministrazione nel 1° trimestre conferma le sensazioni già emerse nel periodo precedente, con il consolidamento di una ripresa generalizzata – commenta Roberto Zini, Vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Welfare e Relazioni Industriali –, dall’altro non dobbiamo dimenticare alcune incognite in atto a livello mondiale, come quelle geopolitiche. Inoltre, la forte richiesta di tecnici conferma ancora una volta quelle che sono le prerogative della nostra provincia, già emerse in una recente indagine sul mismatch lavorativo condotta dal Centro Studi di Confindustria Brescia. Su questo aspetto, dobbiamo continuare a insistere.”

L’aumento rilevato nel 1° trimestre del 2022 interessa quasi tutte le categorie professionali, ed è trainato, in particolare, dagli addetti al commercio (+132%), le cui richieste più che raddoppiano rispetto ai primi mesi del 2021, quando era parzialmente in atto un secondo lockdown. I tecnici (+68%), gli impiegati esecutivi (+46%) e i conduttori d’impianti (+28%) registrano degli incrementi al di sopra del valore medio. Relativamente più contenuta la crescita degli operai specializzati (+18%), mentre il personale non qualificato si caratterizza per un forte ridimensionamento delle richieste (-27%).

Con riferimento alle difficoltà di reperimento dei lavoratori in somministrazione, non si segnalano tensioni particolari, a eccezione, in particolare, di alcuni profili appartenenti ai tecnici (tecnici in campo ingegneristico, tecnici informatici, tecnici della produzione e i tecnici della gestione dei processi produttivi), agli addetti al commercio (esercenti di attività di ristorazione nei mercati e sugli addetti fast food), agli operai specializzati (fonditori, saldatori, montatori, manutentori, specializzati meccanica di precisione) e ai conduttori d’impianti (operatori robot industriali e per gli addetti macchine lavorazioni metalliche).

Gavardo, apre il coworking Fornace Lab

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Sabato 28 maggio inaugura “Fornace Lab. Coworking + spazio”, il nuovo coworking e spazio per workshop, laboratori e piccoli eventi a Gavardo.

“Fornace Lab – informa una nota inviata da Marta Bizioli – nasce dall’idea di creare non solo un nuovo spazio fisico dove lavorare, ma un luogo dove si possano condividere anche idee e progetti, con l’obiettivo di offrire sul territorio un ambiente stimolante e creativo al servizio di chi lo vive ogni giorno. Fornace Lab è infatti un coworking indipendente che porta in una zona non ancora servita dei servizi che in città sono già avviati da tempo con successo”.

Il nome di Fornace Lab deriva dalla posizione dello spazio, in via Fornaci a Gavardo, a pochi passi dalla storica fornace di mattoni del paese, ma non solo. La fornace infatti è un luogo di creazione e creatività, proprio quello che la nuova apertura vuole essere per la comunità.

Il coworking

Il coworking ospita 6 postazioni ed è un ambiente pensato per giovani freelance o smart workers alla ricerca di un ufficio dove lavorare in autonomia e poter incontrare i clienti, ma allo stesso tempo è un luogo dove entrare in contatto con altri professionisti e creativi. ​

Scrivania personale, armadietti e cassettiera a uso privato, sala riunioni e mini cucina sempre disponibili, rete internet e stampante: sono solo alcuni dei servizi messi a disposizione degli abbonati nello spazio in via Fornaci 52.

Lo spazio

Lo spazio polifunzionale, oltre a servire come sala riunioni, è adattabile a diverse attività: workshop, laboratori, corsi, shooting fotografici e piccoli eventi. Dall’autunno infatti partiranno a Fornace Lab anche dei corsi aperti a tutti.

L’inaugurazione

L’inaugurazione, aperta a tutti, sarà un’occasione per vedere da vicino una nuova realtà del territorio. L’appuntamento è per sabato 28 maggio dalle 17.00 in via Fornaci 52 a Gavardo.

Fornace Lab, foto da ufficio stampa
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