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Parlamento e governo

Sì alla Legge di bilancio, Confartigianato: positiva

in Economia/Istituzioni/Parlamento e governo by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

La Camera ha dato il via libera finale alla Legge di bilancio 2022. La manovra diventa quindi legge in seconda lettura a Montecitorio, senza modifiche rispetto al testo licenziato la scorsa settimana dal Senato. «Il Parlamento ha contribuito a migliorare il carattere espansivo della manovra, accogliendo le nostre indicazioni per rafforzare misure di sostegno alla ripresa e di rilancio dell’attività degli artigiani e delle micro e piccole imprese – è il giudizio del presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti che – in una nota diffusa da Brescia news – prosegue – apprezziamo la riduzione dell’IRPEF con la diminuzione generalizzata della tassazione personale, rivedendo e rafforzando le detrazioni per tutte le tipologie di reddito, e la soppressione dell’IRAP per imprese individuali e lavoratori autonomi. Una scelta, quest’ultima, in linea con la proposta di Confartigianato e primo passo della riforma complessiva del sistema fiscale, con un risparmio per le ditte individuali di oltre 900 milioni di euro e l’eliminazione di costi burocratici per circa 1,3 milioni di contribuenti». Commento positivo anche sugli interventi per la stabilizzazione triennale sino al 2024 degli incentivi per la riqualificazione edilizia ed energetica, il sisma bonus e il bonus mobili, con possibilità di cessione dei crediti o di applicazione dello sconto in fattura e sulla proroga dei superbonus 110% sia per interventi su condomini che singole unità unifamiliari. «Il Parlamento – sottolinea Massetti – ha recepito le richieste di Confartigianato per prorogare il superbonus e abrogare l’obbligo di asseverazione e di visto per tutti gli interventi di edilizia libera ovvero di importo non superiore a 10.000 euro. Accolte, inoltre, le nostre indicazioni di elevare a 10.000 euro di spesa il bonus mobili, anche se per il solo 2022, e la possibilità di utilizzare i prezzari DEI per le asseverazioni di congruità di tutti gli interventi».

Soddisfazione anche per la proroga dei crediti d’imposta Transizione 4.0 fino al 2025, la stabilizzazione della “Nuova Sabatini” fino al 2027, la proroga delle misure straordinarie in materia di garanzia pubblica al 30 giugno 2022, il rafforzamento del fondo rotativo sulla 394/81 per l’internazionalizzazione, le misure in favore delle piccole imprese nei piccoli comuni e l’istituzione del Fondo per la montagna, gli interventi sul caro-bollette con uno stanziamento di 3,8 miliardi di euro.

Positivi anche il rinvio di un anno dell’entrata in vigore di sugar e plastic tax, di cui Confartigianato auspica la definitiva abrogazione, la proroga per i primi 3 mesi del 2022 dell’esenzione del canone unico patrimoniale che ha sostituito TOSAP/COSAP, la possibilità di effettuare il pagamento delle cartelle esattoriali notificate nei primi di tre mesi del 2022 entro 180 giorni anziché nei canonici 60.

In materia previdenziale, nonostante la proroga dell’APE sociale per il 2022 e l’ampliamento della lista delle professioni ritenute gravose e la riduzione della soglia contributiva per i lavoratori edili, Confartigianato ritiene necessario estendere la misura ai lavoratori autonomi impegnati nelle medesime lavorazioni dei lavoratori dipendenti.

«Delude le nostre aspettative l mancato sostegno ai Patronati che sono chiamati a svolgere un’insostituibile funzione, anche sociale, di consulenza nei confronti di tutti i cittadini, così come è avvenuto durante il lockdown e le fasi più critiche della pandemia. Inoltre, la pur positiva proroga dell’opzione donna conferma, tuttavia, l’ingiustificata disparità di trattamento fra lavoratrici dipendenti e autonome in particolare per quanto riguarda l’età anagrafica di accesso alla misura» conclude il presidente Massetti.

Materie prime sempre più care, la Provincia: il governo sta intervenendo

in Economia/Edilizia/Istituzioni/Parlamento e governo/Provincia di Brescia by

La Provincia di Brescia, facendosi portavoce delle istanze giunte dal territorio e dalle aziende, in data 11 maggio aveva scritto al Governo per chiedere un intervento urgente rispetto al rincaro dei prezzi delle materie prime, che avrebbero rischiato di bloccare cantieri e progetti in corso.

“Con piacere – ha dichiarato il Presidente della Provincia Samuele Alghisi – abbiamo appreso che il Governo sta intervenendo per risolvere questo problema, che avrebbe investito non solo le imprese, ma anche i Comuni, la Provincia, gli enti locali che da sempre lavorano per la sicurezza di scuole e strade, creando gravi disagi. In un paese colpito dal coronavirus, che ha subito una forte crisi economica, non possiamo permetterci un ulteriore stop. I lavori devono poter continuare per il rilancio economico locale e nazionale. Per questo, in collaborazione con Anci e UPL, stiamo predisponendo un documento all’attenzione del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile e dell’Università della Ricerca con l’obiettivo di evidenziare le maggiori criticità e le possibili soluzioni.”

Danni delle gelate di aprile, arrivano i fondi dal Governo

in Agricoltura e allevamento/Economia/Istituzioni/Parlamento e governo/Regione by

Con il decreto Sostegni bis, il Governo ha stanziato 105 milioni di euro a livello nazionale per l’incremento del Fondo di solidarietà nazionale volto a ristorare i danni a produzioni, strutture e impianti produttivi delle aziende colpite dalle gelate e brinate dell’aprile 2021.

“Un’ottima notizia” ha dichiarato Fabio Rolfi, assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi. “Viene riconosciuta – ha aggiunto – l’eccezionalità degli eventi di aprile che hanno colpito pesantemente anche la nostra regione. Ora l’auspicio è che in sede di conversione del decreto il fondo venga aumentato, perché rischia di non essere sufficiente. La stima dei danni in Lombardia è di 24 milioni di euro, 18 milioni per le produzioni vegetali e 6 milioni per le produzioni apistiche. La Regione avvierà puntualmente tutte le procedure. Confidiamo in ristori rapidi per dare agli agricoltori ciò che spetta”.

“I cambiamenti climatici – ha concluso l’assessore Rolfi – sono un fattore pesante con cui l’intero comparto agricolo dovrà fare sempre più i conti nel presente e nel futuro. La Regione Lombardia aveva chiesto al governo una deroga per le gelate di aprile che avevano distrutto coltivazioni assicurabili in forma agevolate. Gli agricoltori meritano interventi economici concreti per i danni subiti”.

STIME DANNI A PRODUZIONI VEGETALI

BERGAMO: 9 segnalazioni, 156.104 euro di danni a vite, frutticole;

BRESCIA: 41 segnalazioni, 3.116.746 euro di danni a vite, olivo, mais, drupacee, pomacee, kaki;

CREMONA: 14 segnalazioni, 534.000 euro di danni a pero, melo, ciliegie, actinidia, albicocche, fruttiferi vari, meloni, cocomeri;

MANTOVA: 335 segnalazioni, 13.000.000 euro di danni ad actinidia, pesco, pere, mele e barbatelle di vite;

PAVIA: 45 segnalazioni, 1.200.000 euro di danni a frutticole, vite;

SONDRIO: 264 segnalazioni, 8.000.000 euro di danni a frutticole (mele, vite, piccoli frutti, actinidia dal 70 al 100%).

STIMA DANNI A PRODUZIONI APISTICHE

BERGAMO: 1 collettiva (apicoltori multipli), 1.000.000 euro;

BRESCIA: 8 segnalazioni, 150.000 euro;

CREMONA: 20 segnalazioni, 200.000 euro;

MONZA BRIANZA: 27 segnalazioni, 250.000 euro;

LECCO: 61 segnalazioni, 1.250.000 euro;

LODI: 5 segnalazioni, 120.000 euro;

PAVIA: 88 segnalazioni, 1.800.000 euro;

MILANO: 42 segnalazioni, 700.000 euro;

SONDRIO: 8 segnalazioni, 200.000 euro;

VARESE: 1 collettiva, 800.000 euro;

COMO: 1 collettiva, 380.000 euro.

Crisi Alco, Lorenzoni: “Governo e Regione Lombardia in campo a difesa dei dipendenti”

in Commercio/Economia/Istituzioni/Parlamento e governo/Regione by
Alco grande distribuzione - foto dal web

“Il Ministero del Lavoro sta monitorando assieme a Regione Lombardia la situazione del Gruppo, l’attenzione delle Istituzioni è molto alta in questo momento”. Così Eva Lorenzoni, Deputato della Lega, che nei giorni scorsi ha presentato, assieme agli altri parlamentari del Carroccio, un’interrogazione al Ministero del Lavoro circa la crisi occupazione del Gruppo L’Alco.

“Nella giornata di oggi – prosegue Eva Lorenzoni – il Ministero del Lavoro ha risposto con una nota, dove delinea un quadro puntuale circa la grave situazione del gruppo, che ha portato alla chiusura dei punti vendita Despar e Altasfera.

Come ho voluto evidenziare nella mia interrogazione la cosa più importante è certamente la tutela dei lavoratori, circa 700 dipendenti, e il Governo condivide questa linea programmatica. I contatti con Regione Lombardia in queste ultime settimane sono stati costanti e il 15 di aprile si è tenuto un incontro dove l’azienda ha comunicato che il giudice delegato sarebbe orientato ad autorizzare la richiesta di ricorrere alla CIGS per le due delle tre ragioni sociali del gruppo già in concordato. Inoltre viene riferito che sarebbe stata presentata presso il tribunale la richiesta di concordato anche per l’altra ragione sociale, per cui verrà richiesta, anche in questo caso, la cassa integrazione per cessazione.
A questo occorre aggiungere come qualcosa sembrerebbe muoversi circa una possibile acquisizione da parte di un player primario del settore, che potrebbe garantire la riapertura di più della metà dei punti vendita al dettaglio e di tutti i centri commerciali. Inoltre l’azienda ha riferito come sia pervenuta l’offerta di un altro attore economico, in competizione con quella arrivata in precedenza. A questo proposito il giudice sarebbe orientato a una gara competitiva per l’assegnazione degli asset aziendali.
Esattamente come sta facendo Regione Lombardia, pronta ad attivare le politiche attive per il lavoro, continueremo a monitorare da vicino la vicenda, tenendo conto di come l’obiettivo primario sia garantire ingressi economici nell’immediato ai dipendenti, cercando di fare in modo – conclude Lorenzoni – che le ipotesi di acquisizione possano concretizzarsi con la minor perdita possibile di posti di lavoro”.

Crisi gruppo Alco, il caso arriva in parlamento

in Alimentare/Commercio/Economia/Istituzioni/Parlamento e governo/Politica by
Alco grande distribuzione - foto dal web

Il caso del gruppo L’Alco di Rovato arriva in parlamento con un’interrogazione depositata dalla Lega di Brescia. La catena gestisce i supermercati Despar, Interspar ed Eurospar, ma è alle prese da tempo con una pesante crisi finanziaria che ha portato a chiusure temporanee.

Nei 44 punti vendita sono circa 700 le persone occupate e proprio sulla loro sorte si è concentrata l’attenzione dei deputati bresciani Eva Lorenzoni (primo firmatario), Simona Bordonali, Giuseppe Donina, Paolo Formentini, Matteo Micheli e Raffaele Volpi.

“Visto il grave clima di incertezza che interessa i lavoratori del Gruppo L’Alco – spiega Eva Lorenzoni – ho ritenuto fondamentale coinvolgere il Ministero del Lavoro con questa interrogazione, per cercare di fornire delle risposte ai numerosi dipendenti interessati. Occorre ricordare come il gruppo controlli i marchi Despar e Altasfera, per un totale di 44 punti vendita che danno lavoro a circa 700 persone. La mancanza di liquidità da parte dell’azienda, la chiusura temporanea dei punti vendita, ma soprattutto la fine della cassa integrazione Covid, scaduta al 31 marzo, destano enorme preoccupazione tra i lavoratori. Regione Lombardia è già scesa in campo nelle scorse settimane in veste di mediatore istituzionale, assieme alla Prefettura di Brescia, con l’obiettivo di assicurare il pagamento dei tre mesi di stipendi arretrati, oltre alla tredicesima di dicembre. La fase odierna è dunque molto delicata ed è la ragione per cui ho voluto presentare questa interrogazione ai due ministeri coinvolti. Riteniamo che potrebbe essere utile creare di un tavolo istituzionale, coinvolgendo Regione Lombardia, per fornire – conclude Lorenzoni – risposte ai dipendenti”.

Apindustria incontra i parlamentari della Lega: ecco le richieste

in Api/Associazioni di categoria/Economia/Istituzioni/Parlamento e governo/Politica by

Iniziare a normalizzare progressivamente il mercato del lavoro e sospendere l’entrata in vigore della legge sulla crisi d’impresa almeno fino alla fine del 2022. Sono due delle richieste sulle quali il Presidente di Confapi Apindustria Brescia Pierluigi Cordua, affiancato dal Vice Presidente Vicario Marco Mariotti e dal presidente di Unionalimentari Paolo Uberti, ha sollecitato ieri i tre parlamentari bresciani Simona Bordonali, Stefano Borghesi ed Eva Lorenzoni. «È necessario iniziare a sbloccare il divieto dei licenziamenti per le attività che sono già ripartite – afferma Cordua -. Il mercato del lavoro va riportato progressivamente alla normalità a piccoli passi ed è necessario avviare fin da ora un movimento di sblocco della situazione. Che non sia repentino e che sia invece graduale a seconda delle situazioni e fermo restando, ovviamente, il mantenimento della cassa Covid per le imprese che ne avessero ancora bisogno». Cordua si è detto anche molto preoccupato per l’ormai imminente entrata in vigore della legge sulle crisi d’impresa: «Una legge pensata per una situazione ante Covid e che ora non è più adeguata – sottolinea Cordua -. Il rinvio dell’entrata in vigore al prossimo 1° settembre non è sufficiente per ristabilire la situazione economica, perché il mercato e le imprese in questo momento hanno ancora bisogno di alcuni anni per assestarsi e recuperare quanto perduto. Per noi è necessario rinviare l’entrata in vigore della norma almeno fino alla fine del 2022». Tra le altre richieste non meno importanti: la necessità di prevedere dei ristori anche per il mondo industriale del settore HORECA, impossibilitato di fatto a lavorare ma senza alcuna forma di sostegno; l’azzeramento dell’IRES e dell’IRAP alle aziende che nel 2020 hanno subito un calo del fatturato superiore al 30%, in quanto è evidente che queste imprese hanno o avranno crisi di liquidità e devono quindi essere sostenute e non certo costrette ad indebitarsi per pagare tasse. Resta aperto ovviamente anche il nodo della campagna vaccinale e della necessità di coinvolgere in maniera diretta le aziende e gli imprenditori in modo che diventino promotori e testimonial della campagna vaccinale anti-covid anche attraverso il coinvolgimento dei medici del lavoro. «È una campagna che stiamo sostenendo da settimane – ricorda Cordua -, rispetto alla quale i consensi sono stati tanti. Ora è arrivato il momento di dare attuazione a questa proposta perché il Paese, non certo solo le imprese, ha bisogno che venga impiegata ogni risorsa possibile per fare in modo che la campagna vaccinale abbia successo e venga attuata in tempi rapidi. Solo in questo modo ci potrà infatti essere una ripresa dell’economia». 

Caso Iveco, il Pd bresciano: intensificheremo le pressioni sul governo

in Automotive/Economia/Istituzioni/Parlamento e governo by

Mancano pochi giorni al tavolo convocato presso il ministero dello Sviluppo economico in merito alla vicenda CNH e il PD bresciano sta attivando tutti i propri canali istituzionali e di partito per trovare una soluzione che salvaguardi i posti di lavoro.

“Stiamo seguendo con preoccupazione la vicenda Iveco” – commenta il segretario provinciale Michele Zanardi – “e ci stiamo adoperando ad ogni livello perché la voce di Brescia giunga forte. Nelle prossime ore intensificheremo le pressioni nei confronti di tutto il governo, partendo ovviamente dal Ministro Patuanelli e dal vice Manzella, oltre ai dem nella compagine governativa come De Micheli, Misiani, Mauri, affinché prestino la massimo attenzione e tutelino gli interessi del nostro territorio. Iveco e Brescia sono un connubio imprescindibile e non deve andare dispersa la capacità lavorativa e professionale bresciana, nota in tutto il mondo, grazie anche alla produzione di Stralis ed Eurocargo. Dal futuro di Iveco dipende quello di migliaia di famiglie bresciane, tra azienda e indotto, e il Pd bresciano è al loro fianco in questa fase delicata”.

“CNH si è impegnata nel marzo di quest’anno a stanziare investimenti per 90 milioni di dollari” – sottolinea Massimo Reboldi vicesegretario provinciale – “Chiediamo che questo impegno venga confermato. Non può un’azienda con questa storia abbandonare migliaia di famiglie e lavoratori, mangiandosi la parola data solo pochi mesi fa. A maggior ragione in un periodo duro come quello che stiamo vivendo – in piena fase 2 – e che segnerà con buone probabilità un aumento generale di disoccupazione e cessata attività per molte imprese nel prossimo autunno”.

Autostrada Valtrompia, Borghesi: dissequestro positivo, avanti con cantiere

in Economia/Infrastrutture/Istituzioni/Parlamento e governo/Valtrompia e Lumezzane/Zone by
Il parlamentare leghista Stefano Borghesi

“Il dissequestro del cantiere della bretella autostradale della Valtrompia a Codolazza, tra Concesio e Villa Carcina, è certamente un segnale positivo. L’impresa ora è libera di predisporre il cantiere e la ripresa dei lavori non può che essere un bene, il nostro territorio aspetta quest’opera da troppo tempo ed è auspicabile in ottica futura che tutto possa procedere senza ulteriori intoppi.”

Lo dichiara in una nota Stefano Borghesi, senatore della Lega e cittadino di Sarezzo.

Agenzia delle Entrate, chiude la sede di Verolanuova. La Lega al governo: ripensateci

in Economia/Istituzioni/Parlamento e governo/Tasse by
Agenzia delle entrate

“L’impegno del Governo parrebbe essere quello di rendere la vita dei cittadini un vero e proprio inferno: siamo infatti al paradosso più assoluto perché da una parte hanno approvato una finanziaria con tasse infilate in ogni dove, dall’altra tagliano i servizi, persino quelli per facilitare il pagamento corretto delle imposte”. Così i Deputati bresciani della Lega, Eva Lorenzoni e Paolo Formentini, che in queste ore hanno presentato un’interrogazione al Ministro dell’Economia e della Finanze per scongiurare la chiusura, a febbraio, dello sportello dell’Agenzia delle Entrate di Verolanuova (BS).

“Non si può martoriare di tasse i cittadini – proseguono Lorenzoni e Formentini – e poi fare di tutto per renderne ancora più difficoltoso il pagamento. Proprio nel solco dell’accanimento contro la gente si inserisce infatti l’assurda decisione di chiudere a febbraio lo storico sportello dell’Agenzia delle Entrate di Verolanuova, che serve ben 26 comuni della bassa bresciana.

Da fonti interne all’ente viene riferito come la chiusura sarebbe necessaria perché la ridotta dotazione di personale non ne consentirebbe più il funzionamento corretto. Di per sé la motivazione appare assolutamente folle: c’è poco personale e quindi non funziona bene, di conseguenza lo si chiude, causando un danno ancora maggiore alla collettività.

Con questa interrogazione abbiamo fatto nostro l’appello di tutti i sindaci, a partire da quello di Verolanuova, Stefano Dotti, perché si faccia retromarcia, consentendo la permanenza del servizio sul territorio della bassa bresciana, tenendo conto anche dell’età anagrafica di molti fruitori, che se il servizio venisse meno, sarebbero costretti a rivolgersi direttamente alla sede del capoluogo, a Brescia, che si trova a 35 chilometri di distanza.

Chiediamo quindi al Governo di intervenire, valutando in maniera più approfondita la situazione e, una volta tanto, utilizzare il buon senso – concludono Lorenzoni e Formentini – per evitare nuovi disagi ai nostri cittadini”.

Costruttori bresciani: ecco le novità della manovra per l’edilizia

in Economia/Edilizia/Istituzioni/Parlamento e governo by

Per il settore edile bresciano il nuovo anno si apre con rilevanti novità, introdotte dalla Legge di Bilancio che, insieme con il Decreto Fiscale, costituisce la Manovra economico-finanziaria prevista dal Governo per il 2020. Ance Brescia è al fianco delle imprese del territorio per illustrare i principali provvedimenti, dare conferma delle eventuali proroghe e chiarire potenziali dubbi sui punti che interessano direttamente gli operatori del comparto del costruito.

“Sicuramente riteniamo apprezzabili gli incentivi e i sostegni normativi che stimolano lo sviluppo della filiera della casa, soprattutto in questa fondamentale fase di rilancio del settore edile” afferma il presidente di Ance Brescia Massimo Angelo Deldossi, aggiungendo che: “Alcuni aspetti della Manovra stimolano al miglioramento della qualità dell’abitare e alla riqualificazione dell’estetica urbana e degli spazi domestici”. La Legge di Bilancio, infatti, conferma anche per il 2020 i bonus edilizi in scadenza – ecobonus, sismabonus, bonus ristrutturazione e detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici – e introduce il nuovo bonus facciate, che prevede un recupero pari al 90% delle spese sostenute per lavori di ristrutturazione, inclusi quelli di sola pulitura o tinteggiatura esterna, delle facciate di immobili ubicati in aree di comprovato pregio storico, artistico e ambientale e in parti del territorio totalmente o parzialmente edificate (zone A e B D.M n. 1444/1968). Per gli interventi di risparmio energetico, modificato lo sconto in fattura, che resta solo per i lavori condominiali di importo pari o superiore a 200mila euro e abrogata la cessione del credito per le opere “energetiche” su fabbricati abitativi incluse nel bonus edilizia. Per quanto riguarda la sistemazione di giardini, recinzioni e impianti di irrigazione, resta esclusa dalla Legge di Bilancio la proroga del bonus verde, che rientra però nei punti del Decreto Milleproroghe 2020. “Si tratta nel complesso di provvedimenti che vengono incontro al privato incoraggiando una serie di attività edilizie che guardano anche alla stabilità sismica e alla prestazione energetica degli edifici, creando opportunità di lavoro per gli operatori della filiera”, continua il leader di Ance Brescia. “A queste agevolazioni per la filiera casa, vanno tuttavia affiancate altre disposizioni normative strutturali, che chiariscano alcuni evidenti nodi burocratici, ostacolo per la crescita dell’intero settore”. L’Associazione costruttori sollecita ulteriori sforzi che incoraggino maggiormente privati e pubbliche amministrazioni a investire nel mattone e a credere nel ruolo chiave dell’edilizia per la crescita economica del Paese.

A destare non poche preoccupazioni l’aumento dell’Iva, scongiurato per il 2020, ma in programma dal prossimo anno: dal 2021 le aliquote ordinaria e agevolata passeranno rispettivamente dal 22 al 25% (dal 2022 al 26,5%) e dal 10 al 12%.

Ben accolta dall’Associazione è, invece, la decisione di favorire l’acquisto di beni strumentali e beni “impresa 4.0”, introducendo un credito d’imposta in sostituzione della disciplina dei maxi-ammortamenti applicata nel corso del 2019. “Ance Brescia – commenta Deldossi – non può che accogliere positivamente i provvedimenti che stimolano una trasformazione tecnologica e 4.0 delle imprese edili del territorio. La nostra Associazione ritiene che tutte le misure con questo proposito siano più che mai essenziali per una digitalizzazione diffusa, anche se siamo ancora lontani da una spinta decisiva che permetta nel breve periodo uno sviluppo in questo senso dell’intera filiera”.

La Manovra 2020 introduce un credito d’imposta anche per le spese relative all’acquisizione e alla predisposizione dei sistemi di monitoraggio strutturale continuo, nel tentativo di incrementare il livello di sicurezza degli immobili, anche se restano da definire i criteri e le procedure per l’accesso a tale beneficio.

D’interesse per il mondo del costruito bresciano sono, inoltre, le disposizioni riguardanti: l’unificazione dell’Imu e della Tasi nella “nuova Imu”; la rivalutazione dei beni d’impresa; l’applicazione dell’aliquota al 10%, in tema di cedolare secca, per i contratti a canone concordato; la reintroduzione dell’Aiuto alla crescita economica (Ace) come incentivo alla patrimonializzazione delle imprese, in sostituzione della Mini-Ires; la revisione della tax expenditures; la tracciabilità delle detrazioni d’imposta e l’estromissione dei beni posseduti dagli imprenditori individuali. La Manovra include, infine, provvedimenti per: la rivalutazione terreni dei privati con possibilità di rideterminare il valore d’acquisto dei terreni edificabili e agricoli; e l’innalzamento dal 20% al 26% dell’aliquota sulle plusvalenze derivanti dalla cessione a titolo oneroso di beni immobili (escluse le aree edificabili) acquistati o costruiti da meno di cinque anni.

 

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