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Esportazioni bresciane in Russia e Ucraina: il conto è di 372 milioni di euro all’anno

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Export by

Le forze russe hanno invaso l’Ucraina e stanno assediando Kiev. «Il pensiero va prima di tutto alla popolazione ucraina che si è svegliata già ieri con un’alba di guerra. Il nostro appello è uno: lavoriamo per gli interessi comuni e per salvare vite umane. Bisogna fermarsi subito perché le conseguenze umanitarie ed economiche di un conflitto del genere sono drammatiche» commenta il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia, Eugenio Massetti.

Nel teatro di guerra – Russia e Ucraina – il complesso delle esportazioni bresciane nei due paesi negli ultimi 12 mesi ammontano a 372 milioni di euro, l’81% diretto verso la Russia, mentre l’import raggiunge i 102 milioni di euro determinando un saldo positivo per 270 milioni. Nel complesso le esportazioni lombarde ammontano a 2.614 milioni di euro mentre l’import raggiunge i 1.623 milioni di euro determinando un saldo positivo per 991 milioni. Sono i dati diffusi dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia che sottolinea il rischio che ora si ripeta quanto già avvenuto in Russia a seguito del precedente conflito russo-ucraino di otto anni fa con le consueguenze interamente scaricate sulle esportazioni verso la Russia dove abbiamo venduto prodotti per un valore di 2.121 milioni di euro negli ultimi 12 mesi (IV trimestre 2020-III trimestre 2021), con una crescita nei primi nove mesi del 2021 del 17% rispetto al 2020, ma ancora inferiore dell’1,4% rispetto ai livelli pre-pandemia del 2019. Nella sola provincia di Brescia le imprese hanno esportato in Russia negli ultimi 12 mesi prodotti e materiali per 301 milioni di euro ora, a rischio.

Tra i prodotti lombardi più apprezzati a Mosca vi sono macchinari e apparecchiature: nel 2021 ne abbiamo esportati dalla Lombardia per un valore di 527 milioni di euro (pari al 33,1% del made in Lombardia in Russia). Seguono i prodotti chimici per 237 milioni di euro (14,8%) e gli articoli di abbigliamento per 182 milioni di euro (11,4%). I settori dove c’è una maggiore presenza di micro e piccole imprese: alimentari, moda, mobili, legno, metalli. Con particolare riferimento al trend dell’export manifatturiero in Russia dal I al III trimestre del 2021 la provincia di Brescia ha esportato per 222 milioni di euro (il 14% dei 1.589 milioni di euro di export totale lombardo), valore in flessione negativa del 13,8% se paragonato tra il periodo 2013 e il 2021.

Le imprese bresciane guardano… al Messico

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia/Eventi/Export by

La Camera di Commercio di Brescia, in collaborazione con il Rotary Club Brescia Vittoria Alata, l’Azienda Speciale Pro Brixia e #SomosIbero Italia, ha organizzato oggi un incontro con l’Ambasciatore del Messico, Sig. Carlos Eugenio Garcia de Alba Zepeda, nell’ambito della sua visita a Brescia.

Nel corso dell’incontro, al quale hanno partecipato il Presidente dell’Ente camerale, Roberto Saccone, il Presidente del Rotary Club Brescia Vittoria Alata, Patrizio Campana,  e Pilar Moreno, Presidente di #SomosIbero sono state presentate, a 75  aziende bresciane, le opportunità offerte dal mercato messicano.

Le relazioni economiche tra Italia e Messico sono solide. L’Italia e’ il 13° fornitore del Messico e il suo secondo socio commerciale europeo, dopo la Germania. La quota di mercato attuale dell’Italia è del 1,2%. Le aziende italiane presenti in Messico in modo strutturato (inclusa la sola presenza commerciale) sono circa 350.

In particolare, nel 2020 (ultimo dato ufficiale rilevato), il valore delle esportazioni bresciane in Messico ammonta a 100.056.613 di euro, mentre il valore dell’import ammonta ad euro 9.082.658.

“Nel quadro complessivo del processo di internazionalizzazione delle nostre PMI – commenta il Presidente della Camera di Commercio, Ing. Roberto Saccone – il Messico, anche alla luce del nuovo Accordo con Unione Europea, è un Paese in grado oggi di offrire opportunità molto interessanti, con particolare riferimento a settori produttivi, quali  il manifatturiero e il metallurgico che stanno già riscuotendo ampio successo su quel mercato. La prospettiva per le nostre PMI, oltre che di operare esclusivamente in termini di esportazioni dei propri prodotti,  è anche quella di presidiare il territorio messicano con proprie unità produttive e commerciali, così da essere più vicini ai bisogni di quel mercato e rispondere più velocemente alle sue aspettative.”

“Sono orgoglioso di aver contribuito alla visita di SE L’ambasciatore nella nostra bellissima città, per rinforzare il rapporto di amicizia e di collaborazione culturale, economica ed istituzionale con il Messico – ha dichiarato il Dott. Patrizio Campana presidente del Rotary Club Brescia Vittoria Alata – L’iniziativa si colloca nei festeggiamenti del trentennale del nostro club. Un particolare ringraziamento va a Pilar Moreno per il valido e propositivo contributo organizzativo e per l’amicizia”.

Dubai, il faro del Golfo Persico

in Export/Redazionali by

Cosa ha fatto Dubai per meritarsi questo appellativo tanto prestigioso? Perché la chiamiamo il “faro” del Golfo?


La risposta più immediata sarebbe: la sua enorme capacità di crescere in così poco tempo investendo nei giusti settori.

Ma c’è molto altro da dire.

L’attuale metropoli di Dubai è conosciuta come una città futuristica, e patria del lusso. In realtà, fino ai primi anni del ‘900, si presentava come un piccolo villaggio nel deserto, situato sul litorale del Golfo Persico, la cui attività principale era la pesca. Quali fattori hanno trasformato Dubai nel cuore commerciale, finanziario, culturale e turistico di tutto il Medio Oriente?

La prima spinta verso lo sviluppo si ebbe negli anni cinquanta del novecento, con la scoperta dei primi giacimenti di petrolio. Il mercato locale fu sollecitato e arrivò così ad assumere un ruolo cruciale nei decenni a venire. Infatti, lo strapotere in ambito petrolifero, negli anni, ha portato gli Emirati Arabi Uniti a registrare un Pil di 400 miliardi di dollari.

Intorno agli anni ‘90 le autorità locali di Dubai si resero conto che lo sviluppo della città non sarebbe potuto dipendere solo dallo sfruttamento del petrolio come unica risorsa, essendo quest’ultimo una materia prima in esaurimento. Dunque, si optò per un progetto di diversificazione economica.

Tale provvedimento si concretizzò con politiche espansive a vantaggio dei settori “non oil” tra cui turismo, edilizia ed energie rinnovabili, che nel tempo hanno permesso a Dubai di intraprendere un rapido quanto prosperoso percorso di sviluppo. Inoltre, il progetto “Dubai Clean Energy Strategy”, prevede di rendere Dubai un polo in grado di fornire energia pulita a tutti gli Emirati entro il 2050.

Oggi Dubai è una delle principali mete del turismo internazionale, tanto da meritarsi la denominazione di capitale MICE (Meetings, Incentive, Conference and Exibition) dell’intera regione araba. In questo settore si è investito in modo (positivamente) esagerato. Nel 2009 esistevano 44 alberghi, solo dieci anni dopo se ne contano più di 350.

Le stime per i prossimi anni sono positive, grazie anche agli accordi internazionali stipulati tra la compagnia aerea di bandiera, Emirates, e numerosi Paesi. Moltissimi investitori internazionali hanno contribuito alla nascita di una vera e propria edilizia turistica, offrendo ai visitatori ville, appartamenti, hotel e resort di lusso.

Dubai non si ferma mai! Ti sta venendo voglia di investire in questa meravigliosa città?
Il consiglio è di affidarsi a esperti che possano guidarti nelle tue scelte.

Daniele Pescara, CEO di Falcon Advice, da oltre dieci anni, accoglie la sua clientela nel suo studio di Dubai, da cui attivamente costituisce le società e domicilia le aziende dei suoi clienti.

Finanziere accreditato presso le principali Free Zone, collabora con i più importanti Istituti di Credito Emiratini per l’apertura dei conti correnti societari dei suoi clienti.

Ben il 60% dei clienti di Daniele Pescara è composto da società, liberi professionisti o privati già presenti nel territorio emiratino che in passato si sono affidati a consulenti improvvisati che hanno deluso le loro aspettative.

Il Team di Daniele Pescara, contrariamente, accompagna spalla a spalla il cliente, supportandolo in tutto l’iter burocratico e tenendolo costantemente informato in merito all’intera procedura.

+ articolo publiredazionale +

Commercio estero, con +8 % export continua la ricerca del cibo bresciano

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Economia/Export by
Grana Padano, foto generica da Pixabay

L’agroalimentare made in Brescia reagisce alla crisi generata dalla pandemia Covid19 facendo registrare un balzo dell’8.65 % nelle esportazioni nei primi nove mesi del 2021. È quanto emerge da una proiezione della Coldiretti regionale su un’analisi dei nuovi dati Istat relativi al commercio estero al terzo trimestre di quest’anno.

“Si tratta di un dato molto positivo – precisa Valter Giacomelli presidente di Coldiretti Brescia – le eccellenze agroalimentari bresciane, ancora una volta, si confermano attrattive e ricercate in Europa e nel resto del mondo. Questa è una sfida importante che dobbiamo affrontare per il futuro del settore agroalimentare bresciano: abbiamo il compito di far conoscere e apprezzare ancora di più i nostri prodotti all’estero e riconquistare quella grande fetta di  mercato oggi occupato dall’italian sounding”.

Il trend positivo del commercio estero dell’agroalimentare bresciano segue l’andamento regionale e nazionale con le esportazioni di cibo italiano che nei primi dieci mesi del 2021 aumentano entrambe dell’11% per un valore che a fine anno raggiungerà complessivamente i 52 miliardi, il massimo di sempre, se il trend sarà mantenuto.

Un risultato ottenuto – sottolinea la Coldiretti – grazie anche alla spinta dell’arrivo delle feste di Natale e nonostante le difficoltà degli scambi commerciali e il lockdown in tutti i continenti della ristorazione che ha pesantemente colpito la cucina italiana. L’emergenza sanitaria Covid – precisa Coldiretti – ha, infatti, provocato una svolta salutista nei consumatori a livello globale che hanno privilegiato la scelta nel carrello di prodotti alleati del benessere come quelli della Dieta mediterranea. E si registra anche – continua Coldiretti – un impatto positivo sulle vendite all’estero delle vittorie sportive che hanno dato prestigio all’immagine del Made in Italy. In testa alla classifica delle esportazioni agroalimentari italiane c’è il vino che quest’anno si avvia a sfondare il muro dei 7 miliardi di euro in valore, secondo le proiezioni di Coldiretti su dati Istat.

Alla base del successo del Made in Italy c’è un’agricoltura che è diventata la più green d’Europa con – evidenzia la Coldiretti – la leadership Ue nel biologico con 80mila operatori, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (316), 526 vini Dop/Igp e 5.333 prodotti alimentari tradizionali e con Campagna Amica la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori. Il Belpaese – continua la Coldiretti – è il primo produttore Ue di riso, grano duro e vino e di molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi. E anche per quanto riguarda la frutta primeggia in molte produzioni importanti: dalle mele e pere fresche, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle nocciole fino alle castagne.

Export, a Brescia vola: +18% nel terzo trimestre

in Economia/Export/Tendenze by

Il valore delle esportazioni originate dalla Lombardia rimane oltre i 33 miliardi di euro e le importazioni oltre i 36 miliardi complessivi, anche a causa dell’aumento dei prezzi, per cui il deficit commerciale sale a 3,1 miliardi di euro. Il rallentamento dell’attività delle imprese nel terzo trimestre, dovuto sia ai problemi di approvvigionamento sia al normale andamento stagionale, ha portato ad una flessione congiunturale degli scambi con l’estero senza però allontanarli dai massimi raggiunti lo scorso trimestre. L’analisi dell’andamento delle quantità scambiate conferma che c’è ‘effetto prezzi’ sull’incremento dei dati in valore. Infatti, l’export registra per le quantità una flessione congiunturale del 12,8% e l’import del 4,5%, entrambe superiori alle corrispondenti flessioni congiunturali dei dati in valore.

ASSESSORE GUIDESI: CHIEDIAMO ATTENZIONE PER MATERIE PRIME – “Gli sforzi delle imprese lombarde – ha spiegato l’assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi – ci consentono di certificare una ripresa che oramai è strutturale messa però a rischio dai costi energetici e dall’approvvigionamento delle materie prime; non bastiamo noi da soli a richiamare l’urgenza di questi temi. Il posticipo ulteriore di una discussione in Europa è un segnale che ci preoccupa”. “Il sistemo lombardo continuerà ad impegnarsi a sostegno delle nostre imprese e del lavoro, chiediamo anche agli enti sovraregionali di attenzionare le priorità: costi dell’energia e approvvigionamento delle materie prime significano oggi occupazione per il futuro”, conclude l’assessore.

AURICCHIO (UNIONCAMERE): C’E’ SOLIDITÀ REGIONALE – “L’export lombardo mantiene gli elevati livelli pre-crisi raggiunti dopo il recupero competitivo post pandemia” commenta il Presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio – Questo assestamento era atteso, considerato il periodo estivo e le difficoltà di approvvigionamento, per cui anche se il quadro congiunturale complessivo è in rallentamento la solidità dell’economia regionale contribuirà ad attenuare questi segnali”.

SETTORI – Il comparto legato ai metalli e alle loro produzioni si conferma forte motore della ripresa (+34,6% su base tendenziale) con effetti positivi sulla performance della maggior parte delle province. Altri contributi significativi derivano dall’export dei mezzi di trasporto (+29,7%) grazie alla ripresa dell’export di aeromobili e delle sostanze e prodotti chimici (+23,0%). Finalmente recuperano anche i livelli pre-crisi i prodotti tessili, pelli e accessori (+17,0% tendenziale e un dato superiore del +4,3% rispetto al 3° trimestre 2019). Buono l’andamento di computer e apparecchi elettronici (+12,9%) mentre restano in negativo gli articoli farmaceutici (-2,5% tendenziale) che non hanno ancora recuperato i livelli 2019 (-9,5%).

MERCATI DI DESTINAZIONE: CRESCONO TUTTE LE DESTINAZIONI – L’incremento rispetto al livello pre-crisi del valore esportato verso tutte le destinazioni è del +9,7% (escluse le provviste di bordo, territori non specificati e altri territori). I flussi verso molti paesi registrano ancora incrementi tendenziali a due cifre (dal +19,6% dell’Unione Europea al +74,1% dell’Asia centrale trainata in particolare dell’export verso il Turkmenistan e l’India) nonostante il confronto con i minimi storici sia ormai superato. Verso molti dei principali paesi di destinazione delle merci lombarde si incrementa il valore dell’export rispetto al 3° trimestre 2019: spiccano in particolare Turchia (+24,5%), Regno Unito (+24,4%), Brasile (+22,2%), Cina (+19,6%) e Israele (+16,9%). Restano significativi i flussi diretti verso Francia (+12,9%) e Germania (+11,8%). Considerando le altre aree si osservano alcune destinazioni che non hanno ancora completato il recupero dei livelli pre-crisi e in particolare il continente africano, sia per i paesi del nord Africa (-6,4% rispetto al 3° trimestre 2019) che per gli altri paesi africani (-11,0%).

EXPORT: L’ANDAMENTO PROVINCIA PER PROVINCIA – L’incremento tendenziale interessa tutte le province lombarde. Rispetto al terzo trimestre 2019 gli aumenti più rilevanti sono quelli di Varese (+29,4% grazie a un forte incremento dell’export di mezzi di trasporto/aeromobili), Sondrio (+17,6% trainato dai prodotti alimentari e chimici), Cremona (+19,7%), Brescia (+18,9%), Mantova (+15,9%) e Lecco (+11,6%), queste ultime spinte dell’export di metalli di base e prodotti in metallo. Meno intensa la crescita della provincia di Monza e Brianza (+7,2%) anch’essa trainata dai metalli di base e prodotti in metallo. Crescono anche Bergamo (+6,9%) grazie alle sostanze e prodotti chimici e Milano (+3,1%) sostenuta dalla ripresa dell’export di prodotti tessili, abbigliamento pelli e accessori. Como si ferma ai livelli 2019 (+0,1%) con le migliori performance per mobili, attrezzature mediche e sostanze e prodotti chimici. Scontano ancora un gap negativo con il 3° trimestre 2019 Lodi (-5,0%) a causa del rallentamento dell’export di computer e apparecchiature elettroniche e Pavia (-10,8%) con segni negativi diffusi alle principali tipologie di prodotto dell’export provinciale.

IMPORT E SALDO DELLA BILANCIA COMMERCIALE – Il valore delle importazioni mostra una flessione congiunturale del -3,7%, più contenuta rispetto a quanto registrato dalle esportazioni, con livello trimestrale oltre i 36 miliardi di euro. Rispetto al terzo trimestre il valore dell’import registra così un incremento del +8,6%. Come per le esportazioni anche le importazioni mantengono un incremento tendenziale a due cifre (+26,8%). Il saldo negativo virtuale della bilancia commerciale regionale si attesta così a 3,1 miliardi di euro, in aumento rispetto al valore dello scorso trimestre.

Export, nel 3° trimestre 2021 nuovo record per le esportazioni bresciane (+18,9% sul pre-Covid)

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Export by

Nel 3° trimestre 2021, le esportazioni bresciane, pari a 4.554 milioni di euro, hanno espresso, limitatamente ai mesi estivi, l’importo più elevato da quando è disponibile la serie storica, evidenziando un incremento del 21,4% rispetto allo stesso periodo del 2020 (tendenziale) e del 18,9% rispetto allo stesso periodo del 2019, preso a riferimento come “normalità pre-Covid”.

A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

Le importazioni, pari a 2.890 milioni di euro tra luglio e settembre 2021, crescono del 60,7% rispetto all’analogo intervallo dello scorso anno, la dinamica più intensa di tutta la serie storica, seconda solo a quella rilevata nel precedente trimestre (+68,2%).

Nei primi nove mesi del 2021, rispetto allo stesso periodo del 2020, l’evoluzione positiva delle esportazioni bresciane (+29,7%) è superiore a quella rilevata in Lombardia (+21,3%) e in Italia (+20,1%).

“Brescia sta superando in modo deciso le difficoltà legate alla pandemia, come testimoniano i dati relativi alle esportazioni nel periodo tra luglio e settembre, che fanno segnare un nuovo record – commenta Mario Gnutti, Vice Presidente di Confindustria Brescia con delega all’Internazionalizzazione –. Sono numeri che confermano come il territorio bresciano sia sulla strada giusta quindi, ma allo stesso tempo una testimonianza di come l’approccio di vicinanza al cliente e gli standard elevati di qualità siano due elementi vincenti del nostro sistema imprenditoriale nel mondo.”

A seguito dei suddetti movimenti, tra gennaio e settembre del 2021 le vendite all’estero hanno raggiunto la cifra record di 13.862 milioni, superando così il precedente massimo riscontrato nel 2018 (12.650). Analoghe considerazioni valgono anche per le importazioni, attestatesi sui 8.271 milioni, con un incremento di 862 milioni rispetto ai massimi rilevati nel 2018 (7.409). Il saldo commerciale è pari così a 5.591 milioni, registrando anche in questo caso un record.

La dinamica del 3° trimestre ha beneficiato della corsa del commercio mondiale che, nel periodo luglio-settembre 2021, ha registrato un incremento tendenziale del 15,4%. Le prospettive per i prossimi mesi risultano condizionate dalla ripresa dei contagi da Covid-19 e dalle prospettive di reintroduzione di ulteriori limitazioni ai trasporti di merci e persone.  Inoltre, continua a preoccupare la persistente scarsità di materie prime e di componenti sul corretto funzionamento delle catene globali di fornitura. Il rischio è quello di strozzature nell’offerta, in particolare in alcuni settori (automotive, elettronica, macchinari). Da ultimo, il rallentamento negli ultimi mesi dell’attività produttiva in Germania, nostro principale partner commerciale, unito a una nuova recrudescenza del Coronavirus, potrebbe influire negativamente sulle esportazioni bresciane.

In tale contesto, i forti rialzi dei prezzi delle principali materie prime industriali (es: rottame ferroso +63,2% tendenziale nel terzo trimestre 2021, alluminio +54,8%, rame +43,8%), in alcuni casi arrivati ai massimi storici, hanno favorito il rigonfiamento dei valori monetari dei beni scambiati.

Nei primi nove mesi del 2021, tra i settori, su base annua, i più dinamici risultano: metalli di base e prodotti in metallo (+47,7%), articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (+43,6%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+35,9%), apparecchi elettrici (+29,1%), articoli in gomma e materie plastiche (+24,7%).

Tra i mercati di sbocco, la crescita delle esportazioni è generalizzata: in particolare, verso Germania (+31,1%), Francia (+29,5%), Spagna (+39,6%), Belgio (+38,5%), Stati Uniti (+32,3%), Cina (+23,8%), India (+48,1%), Turchia (+31,7%). In termini di aree geografiche spiccano le dinamiche positive dell’Unione Europea (+33,1%), dell’America centro meridionale (+36,1%) e dell’Africa (+32,1%).

Per quanto riguarda le importazioni, sono in crescita quelle di metalli di base e prodotti in metallo (+72,5%), articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (+48,6%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+48,3%), sostanze e prodotti chimici (+42,4%).

Aumentano le importazioni da: Germania (+50,1%), Francia (+57,6%), Spagna (+55,0%), India (+121,7%) e Turchia (+86,1%).  Per contro, diminuiscono quelle dal Regno Unito (-6,2%).

Il calzaturiero torna a volare: export +36%

in Abbigliamento/Economia/Export by

Prosegue la risalita nel comparto calzaturiero, ma i livelli pre-pandemia restano lontani in molti indicatori congiunturali. I risultati più confortanti arrivano sul fronte dell’export, trascinato dalle griffe. La fotografia del comparto scattata dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici è stata presentata nell’ambito di Micam, il Salone Internazionale delle Calzature in corso a Fiera Milano Rho.

In Lombardia nel primo semestre 2021 il numero di imprese attive (tra calzaturifici e produttori di parti) ha registrato, secondo i dati di Infocamere-Movimprese, tra industria e artigianato, la crescita di una sola unità, accompagnata da un saldo negativo di -136 addetti. Sul fronte dell’export si registra un aumento del +36% in valore sullo stesso periodo dell’anno precedente, tra calzature e componentistica (con un +1,9% sui livelli pre-pandemia di gennaio-giugno 2019). Le prime 5 destinazioni dell’export lombardo nel primo semestre 2021 sono risultate: USA (+53%), Francia (+25,1%), Svizzera (+25,2%), Cina (+111,8%) e Corea del Sud (stabile, -0,3%, dopo l’incremento a doppia cifra dello scorso anno); assieme coprono quasi la metà dell’export regionale. Per quanto riguarda le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate da INPS nel primo semestre dell’anno per le imprese lombarde della filiera pelle, si registra una crescita del +4,3% rispetto allo stesso periodo del 2020: sono state autorizzate 4 milioni di ore (con un +836% rispetto al primo semestre di due anni addietro).

Sull’andamento dello scenario nazionale è intervenuto Siro Badon Presidente di Assocalzaturifici e MICAM Milano: “Gli ultimi dati economici che tracciano il perimetro del nostro settore ci confortano, evidenziando come anche nel secondo trimestre dell’anno emerga un forte recupero nei principali indicatori dopo l’impennata già registrata a marzo. Un rimbalzo legato soprattutto al confronto con mesi in cui le restrizioni imposte ovunque durante il lockdown avevano fortemente condizionato le attività delle imprese, la distribuzione e i consumi. In particolare le elaborazioni del Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici mostrano incrementi a doppia cifra sull’anno precedente: aumentano sia la produzione industriale (+13%) che il fatturato (+22%), oltre alla spesa delle famiglie italiane (+17,4%); fa ben sperare l’export (+31,5% in valore). Allo stato attuale, però, resta ancora elevato il gap coi livelli pre-Covid. Se le vendite estero, grazie al terzismo per le multinazionali del lusso, limitano il divario col 2019 attorno al -5% in valore (ma con un -11% in quantità nei primi 5 mesi), domanda interna, produzione industriale e fatturato restano ancora decisamente al di sotto dei livelli, già peraltro poco soddisfacenti, di due anni addietro (con divari superiori al -15%): per 7 aziende calzaturiere su 10 il fatturato è ancora nettamente inferiore”.

Per quanto riguarda l’export a livello nazionale, trend disomogenei tra i mercati esteri: recuperano i flussi verso la Svizzera, corre la Cina (grazie alle griffe), rimbalzi notevoli per Francia e USA; male invece Giappone e Regno Unito. Sul mercato interno, dopo un avvio 2021 ancora negativo, segnali confortanti per maggio e giugno, in cui gli acquisti delle famiglie hanno sfiorato i livelli 2019; si attenua l’impennata delle vendite online. 

Il lungo periodo di forte difficoltà indotta dall’emergenza sanitaria sta lasciando il segno nei dati occupazionali: 2.000 addetti in meno da inizio anno (-3.000 considerando anche la componentistica); -61 i calzaturifici attivi. La Cassa Integrazione Guadagni nella Filiera Pelle, dopo il record del 2020, segna nel primo semestre un ulteriore +3,8%, con un numero di ore autorizzate dieci volte superiore a due anni addietro

Brescia, nel 2° trimestre 2021 export per la prima volta sopra i 5 miliardi

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Export by

Nel 2° trimestre 2021, le esportazioni bresciane, pari a 5.003 milioni di euro, superano per la prima volta la soglia dei 5 miliardi di export: si tratta del miglior trimestre in termini monetari di tutta la serie storica, con un rialzo del 14,9% anche rispetto allo stesso intervallo 2019, nel periodo pre-Covid. Rispetto allo stesso trimestre del 2020, le esportazioni aumentano invece del 62,6% (tendenziale): la variazione così elevata è dovuta al confronto con i livelli eccezionalmente bassi del secondo trimestre 2020.

Le importazioni, pari a 2.960 milioni di euro tra aprile e giugno 2021, crescono del 66,8% su base tendenziale, la crescita più intensa di tutta la serie storica.

Nei primi sei mesi del 2021, rispetto allo stesso periodo del 2020, la dinamica positiva delle esportazioni bresciane (+34,7%) è superiore a quella rilevata in Lombardia (+22,6%) e in Italia (+24,2%).

Il saldo commerciale si attesta a 3.927 milioni di euro, in aumento del 28,4% rispetto a quello del primo semestre 2020 (3.059 milioni di euro). Il dato complessivo delle esportazioni del primo semestre 2021 (9.308 milioni) è il più alto di sempre. Nello stesso periodo, le importazioni totali ammontano a 5.382 milioni di euro, rappresentando anche in questo caso il record della serie storica.

A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

“I dati relativi alle esportazioni bresciane nel periodo tra aprile e giugno confermano che il territorio bresciano è sulla strada giusta per una ripresa piena – commenta Mario Gnutti, Vice Presidente di Confindustria Brescia con delega all’Internazionalizzazione –. Se da un lato il confronto con il 2° trimestre 2020, ovvero il picco della pandemia, lasciava prevedere un forte rialzo su base annua, dall’altro risulta particolarmente interessante la crescita anche sul 2019: una testimonianza di come l’approccio di vicinanza al cliente e gli standard elevati di qualità siano due elementi vincenti del sistema imprenditoriale bresciano nel mondo.”

La dinamica del secondo trimestre risente positivamente della ripresa del commercio mondiale che, nel periodo aprile-giugno 2021, ha registrato un balzo del 21,5% (tendenziale), recuperando interamente i livelli pre-Covid. Le prospettive per i prossimi mesi risultano condizionate dal rischio di aumento dei contagi dovuti alla variante Delta e dalle prospettive di reintroduzione di ulteriori limitazioni. Un possibile rallentamento potrà derivare, inoltre, dagli effetti della scarsità di materie prime e di componenti sul corretto funzionamento delle catene globali di fornitura. Il rischio è quello di strozzature nell’offerta, in particolare in alcuni settori (automotive, elettronica, macchinari). Da ultimo, il ripiegamento negli ultimi mesi dell’attività produttiva in Germania, nostro principale partner commerciale, potrà influire negativamente sulle esportazioni bresciane.

I forti rialzi dei prezzi delle principali materie prime industriali, in alcuni casi arrivati ai massimi storici, ha favorito il rigonfiamento dei valori monetari dei beni scambiati. Qualche svantaggio nelle esportazioni extra UE è derivato dall’apprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro (+9,5% tendenziale).

Nel primo semestre 2021, tra i settori, su base annua, i più dinamici risultano: metalli di base e prodotti in metallo (+50,4%), articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (+59,3%), apparecchi elettrici (+38,3%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+37,0%), mezzi di trasporto (+30,5%), sostanze e prodotti chimici (+25,2%).

Tra i mercati di sbocco, la crescita delle esportazioni è generalizzata: in particolare, verso Germania (+32,5%), Francia (+36,5%), Spagna (+45,1%), Regno Unito (+31,8%), Stati Uniti (+34,5%), Cina (+55,0%), India (+34,5%), Turchia (+50,3%), Russia (+25,5%). In termini di aree geografiche spiccano le dinamiche positive dell’America centro meridionale (+49,5%), dell’Unione Europea post Brexit (+37,7%) e dell’Africa (+37,4%).

Per quanto riguarda le importazioni, sono in crescita quelle di metalli di base e prodotti in metallo (+55,2%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+50,1%), mezzi di trasporto (+38,3%), sostanze e prodotti chimici (+35,6%), macchinari e apparecchi (+31,3%), apparecchi elettrici (+30,7%).

Aumentano le importazioni da: Germania (+46,9%), Francia (+46,6%), Spagna (+59,7%), India (+99,8%) e Turchia (+69,5%).  Diminuiscono da: Regno Unito (-12,4%), Russia (-2,3%) e Brasile (-15,6%).

La valsabbina Europolish sbarca negli Stati Uniti

in Economia/Export by

Europolish di Sabbio Chiese sbarca negli Stati Uniti e apre una filiale a Newark, DE. È l’inizio di una nuova era per l’azienda nata nel 1986 a Sabbio Chiese, nel bresciano, specializzata nella produzione di paste abrasive e utensili per la finitura industriale delle superfici.

La nuova filiale Usa, denominata Europolish Precision Finishing USA, rientra nella strategia di crescita che l’impresa da tempo porta avanti con la determinazione di consolidare la posizione di leadership nel settore, fornendo una gamma di prodotti e servizi sempre più innovativi e sicuri, altamente specializzati ed ecologicamente sostenibili. I composti realizzati da Europolish sono destinati all’automotive, alla finitura di casalinghi, sanitari, gioielli, orologi e accessori moda, ma anche all’applicazione nel settore medicale, elettronico, marittimo e persino aerospaziale.

Dalla prima esperienza bresciana e forte proprio di quella imprenditorialità tipica del territorio, la società si è espansa, mirando ai mercati esteri. All’espansione commerciale è però preceduto un grande investimento pionieristico e tecnologico di automazione nello stoccaggio e nei processi di produzione, miscelazione ed imballo e nella costituzione di un laboratorio chimico attrezzato nello stabilimento di Sabbio Chiese: una mossa che anche grazie ad importanti collaborazioni ha consentito di accrescere la competitività dell’azienda a livello globale, ponendo sempre maggior attenzione ai temi della sicurezza e della sostenibilità ambientale.

«Dallo stabilimento di Sabbio Chiese e di Torino esportiamo oltre il 70% della nostra produzione un po’ in tutto il mondo. Vantiamo clienti internazionali importanti in vari ambiti, nonostante siamo un’azienda di piccole dimensioni ma che ben si difende nella nicchia di mercato a cui apparteniamo» spiega Giuseppe Vigevani, CEO di Europolish.

Nel 2004 l’azienda ha aperto la prima filiale estera in Malesia (EPFE) per lo sviluppo del mercato asiatico, proseguendo una decina di anni dopo (nel 2014) con la costituzione di altre due filiali: una ad Hong Kong (EPF), l’altra a Shanghai (EPFS).

Allo stesso tempo si è deciso di rafforzare la presenza in Europa, dando vita ad una filiale in Germania, ad oggi il principale mercato di riferimento per il settore abrasivi nonché sede dei principali competitor.

Fondamentali per la crescita della società due Joint Venture costituite nel 2017 sempre sul fronte europeo: la prima in Francia, finalizzata allo sviluppo di prodotti ad alta tecnologia per le super finiture (EMPF), e l’altra a Torino, orientata allo sviluppo di prodotti per settori speciali (EPVB). Entrambe hanno condotto al potenziamento della capacità tecnica e commerciale dell’azienda sul posto, con la possibilità di seguire più da vicino i trend globali del settore manifatturiero e anzi di anticipare nuove esigenze.

A metà del 2020 è stato acquisito il socio concorrente Vagnone&Boeri Abrasivi in EPVB (Torino) e oggi nella mappatura delle filiali Europolish si aggiunge un nuovo traguardo strategico, mirato a consolidare la presenza della società negli Stati Uniti, in Canada e in Messico. Un obiettivo che rappresenta un ideale di crescita e che porta tutta l’esperienza, la tecnologia e la filosofia di Europolish a servizio di nuove opportunità Oltreoceano.

Export bresciano: nel primo trimestre vendite per 4,3 miliardi (+12,4%)

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Nel primo trimestre del 2021, le esportazioni bresciane – pari a 4.305 milioni di euro – aumentano del 12,4% rispetto allo stesso periodo del 2020. Si tratta della variazione più elevata dal quarto trimestre 2017 (+12,6%).

In termini monetari, è il miglior primo trimestre di tutta la serie storica e il terzo miglior trimestre dopo il secondo 2018 (4,5 miliardi) e il secondo 2019 (4,4 miliardi). La crescita tendenziale rilevata nel primo periodo dell’anno è frutto di quanto registrato a marzo (+42,3%), mentre gennaio (-3,5%) e febbraio (-0,5%) hanno fornito un contributo di poco negativo.

A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

Le importazioni, pari a 2.422 milioni di euro tra gennaio e marzo 2021, crescono del 16,8% su base tendenziale, la crescita più intensa dal quarto trimestre 2017 (+18,3%).

Nel primo trimestre 2021, rispetto allo stesso periodo del 2020, la dinamica positiva delle esportazioni bresciane (+12,4%) è superiore a quella rilevata in Lombardia (+3,5%) e in Italia (+4,6%).

Il saldo commerciale si attesta a 1.883 milioni di euro, in aumento del 7,2% rispetto a quello del primo trimestre 2020 (1.757 milioni di euro). È il valore più alto tra i primi trimestri della serie storica.

“I segnali provenienti nel primo trimestre 2021 dalle esportazioni bresciane, tradizionale punto di forza della nostra provincia, sono certamente positivi, e ci spingono a guardare i prossimi mesi con maggiore ottimismo, nonostante le attuali problematiche legate ai rincari delle materie prime – commenta Mario Gnutti Vice Presidente Confindustria Brescia con delega all’Internazionalizzazione –. Grazie all’export, il settore manifatturiero bresciano è riuscito a superare i momenti più difficili legati alla pandemia da Covid-19, mantenendo un’importante presenza sui mercati internazionali: un aspetto su cui la nuova squadra di presidenza di Confindustria Brescia continuerà a lavorare nei prossimi anni.”

La dinamica del primo trimestre risente positivamente della ripresa del commercio mondiale che, nel periodo gennaio-marzo 2021, ha registrato un segno positivo (+8,8% tendenziale), recuperando interamente (già da ottobre 2020) i livelli pre-Covid. Le prospettive per i prossimi mesi risultano condizionate dal generale superamento delle condizioni di emergenza sanitaria, dovuto anche al procedere spedito della campagna vaccinale, e al miglioramento delle attese economiche legato all’arrivo della prima tranche dei fondi europei del Next Generation EU.

La forte ripresa dei prezzi delle principali materie prime industriali ha favorito il rigonfiamento dei valori monetari dei beni scambiati. Qualche svantaggio nelle esportazioni extra UE è derivato dall’apprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro (+9,4% tendenziale).

Nel primo trimestre 2021, tra i settori, su base annua, i più dinamici risultano: metalli di base e prodotti in metallo (+18,1%), sostanze e prodotti chimici (+19,4%), apparecchi elettrici (+16,6%), articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (+74,3%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+16,4%).

Una diminuzione delle esportazioni riguarda il comparto dei prodotti alimentari, bevande e tabacco (-6,1%) e quello dei prodotti tessili, abbigliamento e accessori (-6,7%).

Tra i mercati di sbocco, aumentano le esportazioni verso Germania (+10,8%), Spagna (+20,1%), Francia (+13,2%), Regno Unito (+5,2%), Stati Uniti (+11,3%), Cina (+45,0%), Turchia (+37,1%), Russia (+11,0%). Diminuiscono le vendite verso il Brasile (-6,7%) e l’India (-0,7%). In termini di aree geografiche spiccano le dinamiche positive dei Paesi europei non UE (+15,9%), dell’Africa (+15,1%) e dell’Unione Europea post Brexit (+14,5%).

Per quanto riguarda le importazioni, sono in crescita quelle di metalli di base e prodotti in metallo +22,9%), apparecchi elettrici (+23,3%), macchinari e apparecchi (+17,5%), sostanze e prodotti chimici (+14,6%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+21,6%). Risultano in diminuzione gli acquisti nel comparto articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (-8,6%) e nei mezzi di trasporto (-1,8%).

Aumentano le importazioni da: Francia (+18,5%), Germania (+21,4%), Spagna (+33,1%), Cina (+29,1%) e Turchia (+22,2%).  Diminuiscono da: Regno Unito (-35,1%) e Russia (-50,0%).

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