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Esportazioni, il 2024 si chiude con un -2,1% rispetto all’anno precedente: perso in un anno oltre il 10% dell’export tedesco

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Export by

L’export bresciano chiude il 2024 con una contrazione annua del -2,1%: si tratta di un dato meno negativo rispetto al forte calo registrato nell’anno 2023 (-7,5%), ma comunque non rassicurante. A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

Per quanto riguarda il dettaglio del 4° trimestre 2024, le esportazioni bresciane segnano un valore pari a 5.092 milioni, con un’inversione di tendenza in confronto al trend negativo degli ultimi trimestri: la variazione delle vendite all’estero rispetto all’analogo periodo del 2024 è infatti pari a +2,5%, interrompendo così una serie di sei flessioni consecutive e mostrando una ripresa rispetto al trimestre precedente (-1,5%).

Al netto della performance trimestrale, nel confronto regionale e nazionale (per il dato annuale) Brescia appare più colpita. La Lombardia emerge invece come l’area meno penalizzata, evidenziando un aumento trimestrale del +3,2% e un incremento cumulato dello 0,6%. Anche l’Italia nel suo complesso mostra segni di ripresa, seppure più contenuti, con una crescita trimestrale dello 0,5% e una riduzione cumulata limitata al -0,4%.

“Le dinamiche dell’export bresciano mostrano segnali di recupero nel 4° trimestre del 2024 ma la performance complessiva dell’anno rimane ancora negativa – commenta Mario Gnutti, vice presidente di Confindustria Brescia con delega all’Internazionalizzazione –: si assiste a una manifattura locale ancora in affanno in un contesto nazionale e internazionale che rimane troppo fragile. Il Made in Brescia continua poi a risentire della sua forte esposizione verso la Germania, il cui settore produttivo rimane in difficoltà come indicato dall’indice PMI manifatturiero, che resta al di sotto della soglia di neutralità da oltre due anni. Questo legame penalizza in particolare i comparti orientati all’export verso l’area UE. Anche le oscillazioni dei prezzi delle materie prime, con andamenti contrastanti, continuano a influenzare i risultati dell’export bresciano; in particolare impatta la flessione del rottame ferroso, componente fondamentale per il comparto metallurgico locale. Non dimentichiamo, in tutto ciò, anche l’attuale “tira e molla” sulla questione dazi, che sta alimentando l’inflazione statunitense, penalizzando anche le nostre imprese.”

Con una tendenza opposta alle esportazioni, le importazioni raggiungono nel 2024 un valore complessivo pari a 12.234 milioni, registrando un significativo incremento rispetto all’anno precedente (+6,5%). Tale evoluzione continua a limare il saldo commerciale bresciano, che passa da 9,1 miliardi nel 2023 a 7,9 miliardi nel 2024.

Sempre a livello annuale, l’analisi delle esportazioni per aree geografiche permette di comprendere più nel dettaglio la dinamica commerciale complessiva. Il calo è particolarmente evidente nei mercati tradizionalmente più rilevanti per l’economia locale, come l’Unione Europea (-4,0%), che rappresenta il 62,2% dell’export totale. Tra i principali partner europei si segnala la marcata flessione delle vendite verso la Germania (-10,3%), che continua a risentire della debolezza del proprio settore manifatturiero. Anche la Francia, secondo partner del continente, registra una contrazione non esigua (-4,0%). Guardando ai mercati extra-europei, si evidenzia un andamento più favorevole per l’America settentrionale (+4,7%), trainato principalmente dagli Stati Uniti (+5,4%). Fino ad ora la crescente domanda del mercato statunitense si è rivelata per Brescia un ottimo contrappeso – anche se non sufficiente – alla significativa crisi dello storico alleato tedesco. Uno scenario che potrebbe però cambiare rapidamente se eventuali dazi fossero applicati da parte del nuovo esecutivo di Washington. Di particolare rilievo è la crescita del mercato asiatico (+9,1%), con un incremento significativo delle esportazioni verso la Cina (+18,5%) e l’India (+14,0%).

Tra i beni venduti all’estero, il consistente calo nel 2024 dei prodotti della metallurgia (-8,2%) che pesano circa un quinto di tutto l’export bresciano, va inevitabilmente a impattare sulla performance complessiva. Contribuisce a tale dinamica anche la contrazione delle vendite di macchinari e apparecchiature (-3,8%) che vale più del 23% dell’intero flusso commerciale in uscita. In controtendenza, ma con pesi decisamente più modesti, i prodotti tessili e quelli chimici e farmaceutici (rispettivamente +6,6% e +6,1%).

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La bresciana Motive apre una seconda filiale a Shangai

in Economia/Export by

L’azienda bresciana Motive, con Green Silence Group, il nuovo polo italiano che ha unito le competenze di Settima Meccanica, Motive e Spin nel campo delle applicazioni industriali e della mobilità, ha aperto la seconda filiale a Shanghai, e ottenuto la certificazione “CNEX” per la produzione e la commercializzazione in Cina di una gamma di prodotti destinati all’impiego in zone a rischio di esplosione come, per esempio, quelle dei settori del food processing, oil & gas, estrazione mineraria, chimico, farmaceutico, plastica, ed altri ancora.

La strategia di crescita del gruppo, creato grazie alla visione del fondo Xenon Private Equity che ha unito tre eccellenze italiane, si concretizza con un’operazione volta al rafforzamento della posizione competitiva in Asia, facendo leva sul know-how e le competenze specialistiche nell’ambito di apparecchiature a sicurezza elevata in ambienti esplosivi, con certificazioni specifiche, mercato incui Motive, componente del gruppo, vanta prodotti all’avanguardia rispetto ai produttori locali.

Green Silence Group che ha recentemente presentato anche una gamma di motori elettrici per veicoli industriali  ad altissimo rendimento ed efficienza energetica in grado di abbattere non solo l’inquinamento (acustico e ambientale) ma anche di eliminare definitivamente l’utilizzo dei magneti permanenti, conta oggi oltre 200 dipendenti e un fatturato di 50 milioni di euro che punta a raddoppiare entro il 2028. Attualmente realizza all’estero il 77% dei suoi ricavi e l’apertura della filiale a Shanghai permetterà una più rapida crescita nei mercati asiatici.

Brescia, nel 2024 le esportazioni sono calate del 3,6% sul 2023

in Economia/Export/Manifatturiero by

Nel 3° trimestre dell’anno, il valore delle esportazioni bresciane – pari a 4.639 milioni di euro – registra una nuova flessione rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Si tratta della sesta rilevazione negativa consecutiva (da aprile 2023). A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

La variazione delle vendite all’estero nei confronti dell’analogo periodo del 2023 è infatti pari a -1,5%, confermando una contrazione non troppo dissimile da quella sperimentata nel trimestre precedente (-0,8%); si tratta di valori comunque distanti da quelli registrati nello scorso anno, quando il delta negativo si aggirava sulla doppia cifra. Quanto riscontrato nel nostro territorio appare in controtendenza rispetto al leggero incremento rilevato in Lombardia (+1,4%) e alla stagnazione nazionale (-0,1%). Nei primi nove mesi del 2024, l’ammontare complessivo dell’export dal Made in Brescia si attesta a 15.062 milioni, in flessione del 3,6% sullo stesso periodo del 2023 (15.629 milioni): si tratta di un andamento decisamente più negativo rispetto a quanto emerso in Lombardia (-0,5%) e in Italia (-0,7%).

“Le dinamiche dell’export bresciano nel periodo tra luglio e settembre vedono inalterata la diffusa debolezza della manifattura locale, che si inserisce all’interno di un più ampio contesto nazionale e internazionale caratterizzati per l’elevata fragilità del quadro ciclico – commenta Mario Gnutti, vice presidente di Confindustria Brescia con delega all’Internazionalizzazione –. In particolare, l’industria bresciana sconta l’importante esposizione verso la Germania, la cui economia continua a essere in forte affanno, come certificato dal relativo indice PMI manifatturiero, al di sotto della soglia di neutralità da ormai oltre due anni. I movimenti delle vendite all’estero, che sono espressi a valori correnti, risentono inoltre delle fluttuazioni delle quotazioni delle principali materie prime utilizzate nei processi produttivi dalle aziende del territorio bresciano. A riguardo, va sottolineato che, sia in prospettiva trimestrale, sia con riferimento ai primi nove mesi dell’anno, i prezzi delle commodity industriali scambiate sui mercati internazionali si sono mossi in ordine sparso: ai rincari di alluminio e rame, si contrappongono infatti le flessioni del nichel e del rottame ferroso. Un contesto che ci impone quindi ancora attenzione e, come più volte sottolineato negli ultimi mesi, la necessità di una maggiore apertura verso nuovi mercati di riferimento, non ancora del tutto sfruttati.”

Per quanto riguarda le importazioni, nel periodo luglio-settembre pari a 3.028 milioni, si assiste a un significativo incremento (+17,9% tendenziale), mentre nei primi nove mesi hanno raggiunto la cifra di 9.211 milioni (in aumento del 3,4% sul 2023). A seguito di tali evoluzioni, il saldo commerciale generato a Brescia e provincia ammonta a 5.851 milioni, in ridimensionamento di circa 870 milioni sul 2023.

Venendo ai principali mercati di destinazione dell’export bresciano, si rilevano, nei primi nove mesi dell’anno, generalizzate flessioni. In particolare, va segnalato il -11,8% delle vendite verso la Germania e il -4,9% nei confronti della Francia.  Al di fuori del mercato comunitario, le variazioni più significative interessano Regno Unito (-14,1%), Stati Uniti (+5,5%) e Cina (+17,6%). Più in generale si consolida il parziale riposizionamento dell’export bresciano, storicamente incentrato sull’Europa (il peso dell’export verso Berlino scende sotto la soglia del 18%), a favore di mercati più lontani, come Asia e America settentrionale, le cui quote tuttavia rimangono non sufficienti a compensare la contrazione da parte dei partener comunitari.

Tra i beni venduti all’estero, solo i prodotti chimici e farmaceutici (+5,6%) si connotano per variazioni positive dell’export bresciano fra i primi nove mesi del 2024 e l’analogo periodo del 2023. Per contro, la contrazione più intensa riguarda i prodotti della metallurgia (-11,6%), all’interno di uno scenario in cui tutta l’industria metalmeccanica locale appare in sofferenza.

Nei primi nove mesi del 2024, infine, Brescia perde un posto nella classifica delle province italiane per valore delle vendite all’estero, uscendo di fatto, in questa rilevazione, dalla “top five” nazionale sostituita dalla confinante Bergamo. Ai primi posti si posizionano Milano (42.442 milioni), Torino (19.645), Firenze (17.060), Vicenza (16.740) e appunto Bergamo (15.288). Anche dal punto di vista del saldo commerciale manifatturiero, Brescia (6.944 milioni) perde posizioni scendendo dalla “storica” terza posizione alla quinta, la precedono Vicenza (9.657), Modena (8.359), Bologna (6.970) e Firenze (6.959).

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Manifatturiero, in Lombardia meno produzione e ordini, ma l’artigianato resiste

in Economia/Export/Manifatturiero/Meccanica/Tendenze by

Il progressivo peggioramento del quadro internazionale raggiunge le imprese lombarde che registrano un calo delle performance, ma ancora contenuto. La produzione industriale vira in negativo, sia rispetto al trimestre precedente (-0,7%) sia su base annua (-1,5%). Resiste l’artigianato (+0,2% congiunturale) dove preoccupa però il calo degli ordini.

A causa dell’inflazione e del caro-tassi che provocano una contrazione dei consumi, sono gli ordini interni a soffrire maggiormente registrando un calo significativo per l’industria (-1,4% congiunturale) e più contenuto per l’artigianato (-0,3%). Difficile il confronto dei tendenziali con i buoni risultati dell’anno precedente: dal +6,2% al -3,5% l’industria e dal +3,6% al -1,3% l’artigianato. Anche gli ordini esteri flettono rispetto al trimestre precedente, ma meno intensamente (-0,3% l’industria e -0,1% l’artigianato).

Il dato medio complessivo sulla produzione industriale è sintesi di andamenti differenti per segno ed intensità a livello settoriale, con una maggior diffusione del segno negativo che tocca 9 settori su 13, che varia dal -9,4% del tessile al -0,7% della meccanica. All’opposto sono ancora positivi abbigliamento (+9,6%) e alimentari (+1,2%). Positivi ma deboli i mezzi di trasporto (+0,5%) e la chimica (+0,4%).

Si attenua il caro prezzi delle materie prime per l’industria con un incremento contenuto allo 0,8% sul trimestre precedente, ma crescono ancora molto per l’artigianato (+4,5%). Per quanto riguarda gli ordini, si impoverisce il portafoglio che scende a 81 giornate di produzione assicurata, perdendo 10 giornate rispetto al trimestre precedente, segno che la produzione del terzo trimestre è stata sostenuta anche dallo smaltimento di ordini pregressi.

A causa dei fattori esterni le aspettative e il clima di fiducia appaiono incerte e prevalgono le attese di stagnazione per tutti gli indicatori, segnale di un diffuso clima di insicurezza. “I fattori esterni condizionano la performance delle imprese lombarde ma la speranza è quella di poter ripartire nella giusta direzione: l’artigianato è ancora in positivo e questo è motivo di buona soddisfazione” – ha specificato Gian Domenico Auricchio, Presidente di Unioncamere Lombardia – “Il flusso di nuovi ordinativi è il vero punto debole per il 2023: in particolare sulla Lombardia grava la fase critica che sta attraversando l’economia tedesca: in tal senso le aspettative di business sono di miglioramento come evidenzia l’indice IFO. Inoltre non dobbiamo dimenticare che la qualità dei nostri prodotti e la capacità delle imprese lombarde di muoversi su nuovi mercati possono fare la differenza”. “Lo strumento delle filiere produttive, messo in campo dall’Assessorato allo Sviluppo Economico, può aiutarci a vincere questa complessa partita, in quanto valorizza e rafforza la competitività del modello lombardo, fortemente interconnesso con il territorio, favorendo la capacità di innovare, di digitalizzare, di sviluppare il capitale umano e di favorire progetti di transizione sostenibile” – ha aggiunto Mauro Sangalli, Coordinatore generale Casartigiani Lombardia.

“Il crollo degli ordini interni, la lenta inversione di tendenza dei prezzi e il calo degli investimenti generato dall’aumento del costo del denaro sono le principali cause del rallentamento della produzione industriale in Lombardia” – ha sottolineato ancora il Presidente di Confindustria Lombardia Francesco Buzzella – “Alcuni settori in particolare

mostrano segnali di maggiore sofferenza, come il chimico e il tessile. In questo contesto l’export rappresenta ormai una componente imprescindibile per il sistema lombardo. Alcuni segnali emersi dalla rilevazione trimestrale fanno però sperare in una rapida ripartenza: il saldo occupazionale positivo e la cassa integrazione in calo sono sintomo di fiducia da parte delle imprese le quali, nonostante la congiuntura negativa, continuano a produrre a pieno organico. Per sostenere in questa fase lo sforzo delle imprese è importante che le rilevanti misure di Regione Lombardia a sostegno del tessuto produttivo abbiano un iter più rapido mentre a livello europeo serve un Fondo sovrano per gli investimenti che consenta di competere con Usa e Cina” .

“Oggi i dati lombardi, in questo contesto macroeconomico estremamente negativo, possono essere considerati positivamente; la capacità del nostro sistema di rispondere alle influenze negative è forte” – ha concluso Guido Guidesi, Assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia – “Nell’evidenziare ulteriormente un contesto di guerre, speculazioni e politiche monetarie che non consentono gli investimenti, mi preme invitare la Banca Centrale Europea ad un riflessione sulla possibilità di anticipare la discesa dei tassi di interesse prima di quanto previsto per aiutare investimenti e innovazione. L’occupazione tiene e questo è il dato che dimostra la buona salute dell’ecosistema produttivo Lombardo”.

Metra acquisisce Extruded Aluminium Corporation, uno dei principali produttori nordamericani di profilati in alluminio

in Economia/Export/Manifatturiero by

Metra S.p.A. di Rodengo (insieme alle sue controllate e affiliate, “Metra”), uno dei principali produttori mondiali di alluminio estruso e società del portfolio di KPS Capital Partners, LP (“KPS”), ha annunciato oggi di aver completato l’acquisizione di Belding Machinery and Equipment Leasing, LLC e delle sue controllate (insieme ” Extruded Aluminum Corporation” o “EAC”). I termini finanziari della transazione non sono stati resi noti.

EAC è uno dei principali produttori statunitensi di profilati in alluminio estruso e relative lavorazioni a valore aggiunto nonché servizi di assemblaggio e finitura.  EAC fornisce una varietà di clienti nei settori del solare, trasporti, militare, logistica, edilizia residenziale e commerciale e applicazioni marine.  EAC ha circa 170 dipendenti in due stabilimenti situati a Belding e Kentwood in Michigan (USA).

Enrico Zampedri, Chief Executive Officer di Metra, ha dichiarato: “L’acquisizione di EAC è una pietra miliare per Metra in quanto completa la nostra espansione geografica in Nord America e accelera la nostra strategia di diversificazione di mercato con l’ingresso nel settore strategico della produzione dei pannelli solari, in forte crescita nel Nord America.  Abbiamo molto apprezzato l’esperienza tecnica e le capacità produttive di EAC, nonché il suo impegno nel fornire ai clienti un elevato livello di qualità e di servizio. L’acquisizione di EAC rafforzerà significativamente la presenza di Metra in Nord America e consentirà di garantire un livello ancora più alto di servizio alla nostra clientela globale. Siamo lieti di dare il benvenuto all’intero team di EAC in Metra insieme a cui continueremo a costruire la strategia volta a far divenire il nostro Gruppo un’azienda leader nel mercato globale dell’alluminio estruso”.

Charles Hall, Presidente di EAC, ha dichiarato: “EAC è una realtà in crescita, da un’attività a due presse nel 1987, dispone oggi di cinque linee di produzione. Ha costruito la sua reputazione puntando sulla qualità e su un servizio clienti di prim’ordine.

Nei 37 anni della sua storia l’azienda ha sviluppato consolidate relazioni sia con i suoi dipendenti che con la sua clientela. Questa acquisizione offrirà ulteriori opportunità ai nostri dipendenti e l’accesso a risorse e capacità aggiuntive per i nostri clienti, in sinergia con la consolidata esperienza della organizzazione di Metra. L’intero team EAC è entusiasta di entrare a far parte del Gruppo Metra con la proprietà di KPS”.

Come advisor per i mercati dei capitali di debito è stato utilizzato TD Cowen, mentre Paul, Weiss, Rifkind, Wharton & Garrison LLP è stato consulente legale di Metra e KPS. Origin

Merchant Partners è stato consulente finanziario e Varnum LLP è stato consulente legale di EAC.

Informazioni su Metra

Metra è un produttore globale integrato verticalmente di profilati in alluminio estruso e servizi a valore aggiunto, tra cui verniciatura, ossidazione, lavorazione, saldatura e assemblaggio.  Metra offre una gamma completa di profili in alluminio estruso, utilizzati principalmente nei mercati finali industriali e dell’edilizia e delle costruzioni in Europa e Nord America.  Con sede a Rodengo Saiano, in Italia, Metra impiega circa 1.450 dipendenti in tutto il mondo e gestisce dieci stabilimenti di produzione strategicamente situati in Italia, Canada e Stati Uniti.  Per ulteriori informazioni, visitare www.metra.eu .

Informazioni su Extruded Aluminum Corporation

EAC è un produttore statunitense di profilati in alluminio estruso customizzati e relativi servizi a valore aggiunto di lavorazione, assemblaggio e finitura. EAC fornisce una varietà di profili in alluminio estruso personalizzati a diversi mercati finali, tra cui solare, trasporti, militare, movimentazione di materiali, edilizia residenziale e commerciale e applicazioni marine. EAC ha circa 170 dipendenti in due stabilimenti situati a Belding e Kentwood, MI. Per ulteriori informazioni, visitare www.extrudedaluminum.com.

Brescia, la recessione tedesca frena l’export

in Economia/Export by

Nel primo trimestre del 2023 si conclama la recessione tecnica in Eurozona, su cui agisce la pesante flessione dell’economia della Germania, il cui PIL nel primo quarto del 2023 segna il secondo arretramento consecutivo, pari al -0,3% dopo il -0,5% del quarto trimestre 2022. Un segnale negativo per il manifatturiero bresciano, primo mercato del Made in Italy manifatturiero del nostro territorio con oltre 4,3 miliardi di export negli ultimi 12 mesi, ma in calo dello 0,7% sul I° trimestre 2022. La recente elaborazione dell’Osservatorio di Confartigianato Lombardia che ne ha divulgato la nota, stima che siano 14mila le MPI e imprese artigiane bresciane interessate dalle esportazioni dirette e indirette sul mercato tedesco e quindi maggiormente esposte alla frenata. Brescia, che nei 5 prodotti maggiormente richiesti sul mercato tedesco annovera: prodotti della metallurgia (il 36,5% sul tot. Export manif. Verso mercato tedesco), macchinari e apparecchiature (16,4%), prodotti in metallo (12,7%), articoli in gomma e plastica (6,5%): solo questi prodotti “made in Brescia” rappresentano l’81,2% del tot. export verso la Germania.

«Un campanello d’allarme da non sottovalutare la flessione dell’economia tedesca perché impatta direttamente la Lombardia ed alcune province in particolare, tra cui Brescia. Se infatti, a livello nazionale, la Germania è il primo mercato del Made in Italy, tra le maggiori province esportatrici di prodotti manifatturieri, considerandole per valore assoluto, troviamo proprio Brescia sul primo gradino del podio, Milano al terzo posto, poi Bergamo, e – più in basso – anche Monza Brianza, Varese e Mantova. Ecco perché la frenata dell’economia tedesca, penalizzata da una politica fiscale austera, sta riducendo la domanda di prodotti importati e a risentirne sono le nostre aziende, con la Lombardia prima regione per valore assoluto con oltre 20 miliardi di export annui» spiega Eugenio Massetti, Presidente di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia.

La frenata dell’economia tedesca sta riducendo la domanda di prodotti importati, tra qui quelli lombardi. Secondo le previsioni dello scorso maggio della Commissione europea, nel 2023 le importazioni tedesche di beni e servizi sono previste in salita di un limitato +0,6% a fonte del +3,1% dell’Eurozona. Ciò rappresenta un alert per la nostra regione e le sue imprese poiché la Germania è il primo mercato di sbocco del made in Lombardia, a cui seguono Francia (2^) e Stati Uniti (3^). L’ammontare delle esportazioni lombarde negli ultimi 12 mesi (II trimestre 2022-I trimestre 2023) è di 20.868 milioni di euro, valore assoluto più elevato rilevato tra le regioni italiane. L’inflazione in Germania a giugno 2023 è al 6,8%, in linea con il 6,7% dell’Italia ma superiore al 5,5% della media Eurozona. Mentre l’elevata inflazione sta guidando una pesante stretta monetaria, con i tassi di riferimento della Bce aumentati di 400 punti base in un anno, la scorsa settimana il Governo tedesco ha varato il budget federale per il 2024, delineando la fine della finanza pubblica espansiva. La spesa pubblica scende del 6,1% in termini nominali e il deficit di bilancio sarà significativamente ridotto. La politica fiscale restrittiva ha lo scopo di frenare l’inflazione e di garantire il margine di manovra di bilancio del governo federale.

I prodotti lombardi maggiormente esportati verso il mercato tedesco sono: prodotti della metallurgia (18,7% del totale esportazioni verso la Germania), macchinari e apparecchiature (14,4%) e prodotti chimici (10,9%). All’export dei primi, prodotti della metallurgia, contribuisce in misura maggiore Brescia (1^ anche a livello nazionale), determinandone il 39%; lo stesso vale per macchinari e apparecchiature a cui Brescia contribuisce per il 23,3% (1^ anche a livello nazionale), a cui segue nella classifica lombarda Bergamo (21,1%); mentre all’export di prodotti chimici verso la Germania risultano più esposti, perché maggiori esportatori, anche a livello nazionale, Milano (28,3% export lombardo di prodotti chimici) e Bergamo (26,2%).

Nei primi tre mesi del 2023 la dinamica dell’export sul mercato tedesco è negativa e pari al 2,1% per il totale e al -1,0% per le esportazioni di prodotti manifatturieri (97% del totale), nonostante l’aumento dei prezzi alle esportazioni spinto dal caro commodity e dalla crisi energetica. A livello provinciale in Lombardia 6 su 12 mostrano dinamiche precedute da segno meno già nei primi tre mesi dell’anno in corso. La provincia di Brescia, maggiore esportatrice, mostra anch’essa un trend negativo del -0,7%. Tra i prodotti più venduti sul mercato in esame sono proprio quelli della metallurgia, i più esportati verso il mercato tedesco, a registrare al primo trimestre dell’anno in corso un calo, addirittura a doppia cifra, del -11,1%.

Brescia, saldo commerciale a 2.357 milioni di euro nel 1° trimestre

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Export/Tendenze by

Nel 1° trimestre del 2023, l’export bresciano si attesta a 5.566 milioni di euro, il secondo valore più alto di sempre dopo il record del 2° trimestre dell’anno scorso, ed evidenzia una crescita del +1,0% sullo stesso periodo del 2022 e del +28,7% sull’analogo trimestre del 2021. A riportarlo è BsNews, che dà conto di una nota del Centro studi di Confindustria Brescia.

La dinamica nei confronti dei primi tre mesi dell’anno scorso risulta quindi in tenuta, nonostante il significativo calo dei prezzi delle materie prime. Tale aspetto si ripercuote soprattutto per gli acquisti dall’estero, pari a 3.209 milioni, per i quali si assiste a un calo particolarmente rilevante sul 1° trimestre del 2022 (-14,5%). La tenuta dell’export e la contrazione dell’import favoriscono un forte incremento per il saldo commerciale, pari a 2.357 milioni, il valore più elevato da quando è disponibile la serie storica (+34% sullo stesso intervallo del 2022).

A seguito dei dati sopra riportati, Brescia si conferma come la quarta provincia italiana per valore dell’export (dietro Milano, Torino e Vicenza) e quinta per valore del saldo commerciale (dopo Vicenza, Ascoli Piceno, Modena e Bologna).

“L’evoluzione complessiva delle vendite all’estero appare tutto sommato positiva, se letta alla luce dell’attuale fase ciclica – commenta Mario Gnutti, vice presidente di Confindustria Brescia con delega all’Internazionalizzazione –, connotata da un rallentamento della crescita del prodotto mondiale e da una contestuale frenata del commercio internazionale, che segna un -1,2% nel confronto sul 2022. Siamo di fronte a risultati che ci aspettavamo, alla luce del forte calo sperimentato dalle materie prime, che si ripercuote sulle importazioni e quindi sul saldo commerciale del Made in Brescia. Per i prossimi mesi emerge tuttavia una certa preoccupazione per il rallentamento di alcuni Paesi europei, a partire dalla Germania, nostro principale riferimento commerciale: una situazione che dovremo monitorare con grande attenzione.”

Gli indici PMI segnalano una contrazione delle condizioni operative nel settore manifatturiero, in particolare all’interno delle economie europee, dove l’inflazione si dimostra più persistente di quanto prospettato, colpendo i consumi e gli investimenti. Come prima accennato, nei primi tre mesi del 2023 le quotazioni delle principali materie prime industriali hanno evidenziato diffuse contrazioni rispetto allo stesso periodo del 2022: fra quelle più utilizzate nei processi produttivi del made in Brescia, il prezzo dell’alluminio è calato del -26,0%, il rame del -10,4%, il rottame ferroso del -15,1%.

In questo scenario, anche a seguito della forte esposizione della manifattura bresciana ai prezzi delle materie prime metallurgiche, la crescita delle esportazioni provinciali nei primi tre mesi risulta meno intensa di quanto rilevato in Lombardia (+8,4%) e in Italia (+9,8%). Allo stesso tempo dalla parte delle importazioni invece Brescia registra una contrazione decisamente più significativa (-14,5%) rispetto a Lombardia (-2,9%) e Italia (0,0%).

Tra i prodotti esportati, i più in crescita risultano: prodotti alimentari e bevande (+12,7%), mezzi di trasporto (+9,9%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+8,5%). Al contrario, si evidenziano flessioni per i prodotti della metallurgia (-10,3%), prodotti chimici e farmaceutici (-8,1%).

Anche per i mercati di sbocco la dinamica delle esportazioni risulta non uniforme. Per l’UE si registra un calo del -2,3%, in particolare, verso Germania (-1,0%), Francia (-1,3%), Spagna (0,0%). Dati che confermano, con eccezione dell’Italia, un indebolimento diffuso della performance della Zona Euro. Per quanto riguarda gli altri partener commerciali, i valori più elevati si registrano per Turchia (+36,4%), India (+17,1%) e Regno Unito (+11,3%). Per contro, le variazioni con segno negativo coinvolgono, in particolare, Russia (-28,6%), Brasile (-24,4%), Oceania (-17,0%) e Cina (-10,9%).

Per quanto riguarda le importazioni, sono in forte diminuzione i prodotti della metallurgia (-27,9%) e prodotti chimici e farmaceutici (-25,3%).

Diminuiscono tutti gli acquisti dall’estero per tutti i principali partner commerciali: Francia (-12,5%), Turchia (-35,4%) e Cina (-34,7%). Fanno eccezione gli USA (+50,7%) e rimane quasi costante la Germania (+0,5%).

La bresciana Antares Vision acquisisce il 30% di Pygsa e si allarga bel mercato spagnolo

in Economia/Export/Tendenze by

Antares Vision Group (EXM, AV:IM), multinazionale italiana leader nella tracciabilità e nel controllo qualità, che garantisce la trasparenza di prodotti e filiere attraverso la gestione integrata dei dati, comunica di aver sottoscritto in data odierna, attraverso la propria controllata FT System, un accordo vincolante che prevede l’acquisto del 30% di PYGSA Sistemas Y Applicaciones SL (“PYGSA”) mediante un aumento di capitale e un esborso pari ad €0.55m. Simultaneamente, AV Group ha sottoscritto con la Società spagnola un accordo per la distribuzione in esclusiva delle proprie soluzioni in Spagna, in tutti i settori di riferimento (Life Science, Cosmetics, Food & Beverage) e in Portogallo per il solo Food & Beverage.

PYGSA è stata fondata nel 2008 da due soci con oltre 20 anni di esperienza specifica nelle tecnologie di ispezione prodotto per il controllo qualità. La Società, con sede a Valencia, è attualmente interamente posseduta da Guillermo Jose Gimeno, uno dei due fondatori. PYGSA, è composta da tre società: Sistemas Tecnicos de Vision S.L., specializzata in tecnologie di ispezione visiva e componenti per linee Food & Beverage; Investigaciones Y Control s.l.u., attiva nei sistemi controllo e tracciabilità nel settore farmaceutico; Talleres Ferragut S.L., operante nei sistemi di automazione industriale e sistemi di movimentazione ad alta cadenza. Presente in tutti settori di riferimento di Antares Vision Group, PYGSA ha sviluppato un know-how specifico per la progettazione e produzione di sistemi di ispezione per il controllo qualità, soluzioni di tracciabilità, soluzioni software per la misurazione dell’efficienza e le relative integrazioni. Nel 2021, PYGSA, che occupava 72 persone, ha registrato un fatturato pari ad €7.5m e un Adj. EBITDA pari a €0.6m.

“PYGSA rappresenta una preziosa opportunità sia come investimento sia come espansione diretta nel mercato spagnolo per la distribuzione delle nostre soluzioni: consolidiamo e rafforziamo la nostra presenza in mercati strategici, con l’acquisizione immediata di quote di mercato. Inoltre, possiamo affiancare i nostri clienti con soluzioni innovative, un servizio e un supporto tecnico locale accurato e veloce” ha dichiarato Emidio Zorzella, Presidente e CO-CEO di Antares Vision Group.

Razionale strategico

Nel dettaglio questo accordo permette ad Antares Vision Group di:

  • Espandere la presenza diretta in Spagna in tutti i settori di riferimento e in Portogallo nel Food & Beverage;
  • Garantire una presenza immediata di supporto tecnico locale, sfruttando le tre sedi operative di PYGSA;
  • Rafforzare il proprio portafoglio grazie a soluzioni tecnologiche complementari;
  • Incrementare la capacità produttiva nei mercati specifici;
  • Potenziare lo sviluppo di soluzioni innovative, anche personalizzate;
  • Sviluppare un team R&D internazionale attraverso la collaborazione con Università e Istituti di ricerca (le 3 sedi operative sono nelle prime 3 città universitarie spagnole); 
  • Aumentare il know-how come hub tecnologico di riferimento per il controllo qualità nel food & beverage e nelle soluzioni software per l’efficienza delle linee di produzione. 

L’accordo finanziario

A partire dal 2024 e con l’approvazione del bilancio annuale di PYGSA, FT System avrà il diritto per tre anni di esercitare una call option sul restante 70% del capitale. Il prezzo della call option sarà determinato sulla base di una valorizzazione della Società pari all’EBITDA x6 – PFN. Nel 2026 e con l’approvazione del bilancio annuale 2025 di PYGSA e con il mancato esercizio della Call option, FT System e Guillermo Jose Gimeno avranno il diritto ad esercitare, rispettivamente, una put option e una call option sul capitale detenuto dalla controparte. Il prezzo delle put e call option sarà determinato sulla base di una valorizzazione della Società pari all’EBITDA x6 – PFN. In caso di risoluzione del contratto di distribuzione, FT System avrà il diritto di esercitare un’opzione call o put a un prezzo sempre basato sull’EBITDA x6 – PFN. Tra le parti vi è un accordo di non trasferire a terzi le rispettive quote fino al 31 dicembre 2026.

L’acquisizione sarà interamente finanziata con la liquidità disponibile. Nel 4Q 2021, AV Group ha completamente rifinanziato il proprio indebitamento con una duration media di circa 6,4 anni, con un costo medio fisso (post-hedging) di circa il 2,0% e senza significativi rimborsi di capitale per i prossimi quattro anni.

Antares Vision Group è stato assistito da Orsingher Ortu – Avvocati Associati e Maio (consulenti legali).

Capriano, Img guarda a Uk e Irlanda: obiettivo fatturato estero al 30%

in Economia/Export by

Capriano del Colle (BS)IMG, leader nel settore delle presse per lo stampaggio a iniezione degli elastomeri e termoindurenti in Italia, continua la sua opera di espansione oltre confine. Dopo aver aperto un canale in Germania, dove l’azienda ha debuttato in ottobre con la REM 300 – la prima pressa full electric per la gomma nel mondo, già fra i vincitori del bando Tech Fast di Regione Lombardia – questa volta guarda all’Inghilterra e all’Irlanda, presidiate dal 30 gennaio con un agente in loco attraverso l’agenzia MAPRA Technik, che dal 1990 si occupa di rappresentare in territorio britannico aziende internazionali. Questa collaborazione si aggiunge a quelle già in essere in Spagna e Portogallo.

Il mercato italiano per IMG rappresenta l’80%, quello estero il 20%. L’obiettivo è far crescere, entro 3 anni, il fatturato estero al 30%.È la prima volta che IMG sbarca in UK, per questo siamo molto lieti di avere un rappresentante direttamente in loco. Ciò ci permetterà di assistere meglio i nostri clienti inglesi ed essere più rapidi nel caso necessitino di assistenza – spiega l’AD Barbara Ulcelli -.  IMG prevede di creare anche altre collaborazioni a stretto giro, soprattutto in ambito europeo, sempre con un occhio di riguardo alla Germania, che per noi ha un grande potenziale e che, dopo l’Italia, è il nostro secondo mercato”. IMG affronterà questa nuova sfida contando su qualità, innovazione e sostenibilità, fattori che l’hanno resa leader della Rubber Valley, ovvero il distretto del Sebino, noto in tutto il mondo, che comprende parte delle province di Bergamo e di Brescia.

La piazza britannica è particolarmente interessante per IMG. L’industria della gomma nel Regno Unito è più che altro caratterizzata da aziende specializzate nello stampaggio di questo materiale, che producono in volumi e lotti di piccole dimensioni, ma di molteplici tipologie, dalle guarnizioni O-ring a quelle per l’oleodinamica, fino alle suole in gomma per calzature di alta qualità. I pezzi in gomma vengono prodotti per settori industriali esigenti e con standard di qualità molto elevati, come l’industria automobilistica, petrolifera, del gas e quella aerospaziale. La domanda principale è costituita dal settore automobilistico (note case automobilistiche, ma anche team di Formula 1 e costruttori di motori). Il valore di produzione dei prodotti in gomma nel Regno Unito è stimato in oltre 4 miliardi di euro; il settore impiega oltre 20.000 persone.

About IMG

IMG è leader italiana nel settore delle presse per stampaggio a iniezione degli elastomeri e termoindurenti. Nata nel 2006, ha sede a Capriano del Colle, in provincia di Brescia, culla dell’industria manufatturiera nazionale. Il principale mercato di sbocco è il distretto del Sebino, considerato la Rubber Valley a livello mondiale. Nello stabilimento di 9.000 metri quadrati lavorano 60 persone, un team giovane e dinamico, orientato alla ricerca, all’innovazione e alla sostenibilità come driver di crescita.

Il fatturato, nel 2021, si attesta oltre i 60 milioni di euro.

La produzione riguarda presse con sistemi a vite punzonante o a vite + pistone e sistemi di caricamento e iniezione del BMC, del silicone liquido e/o in pasta. L’esperienza di IMG la porta anche a realizzare macchine customizzate su richiesta del committente. A completamento, l’azienda offre servizio di consulenza e manutenzione da parte di personale altamente qualificato, anche in tele-assistenza da remoto, e gestione puntuale della ricambistica.

Nuovo balzo in avanti per l’export bresciano

in Economia/Export/Tendenze by

Nel secondo trimestre 2022 le esportazioni bresciane hanno raggiunto la quota record di 6,1 miliardi di euro, in crescita di oltre il 22% rispetto all’analogo periodo del 2021 e dell’11% rispetto al primo trimestre di quest’anno. In crescita sono anche le importazioni, che nel secondo trimestre sono state di poco inferiori ai 4 miliardi. Il saldo commerciale del trimestre resta ampiamente positivo (+2,1 miliardi). A livello cumulato, nei primi sei mesi dell’anno, le esportazioni hanno raggiunto la quota record di 11,6 miliardi, mentre le importazioni sono state nell’ordine dei 7,7 miliardi di euro (e un saldo commerciale di circa 3,9 miliardi di euro). A osservarlo sono i dati Istat rielaborati dal Centro Studi Apindustria Confapi Brescia.

L’export bresciano – in un contesto comunque positivo – è tra i più dinamici a livello nazionale. Come osserva infatti il focus dell’Istat «L’analisi provinciale dell’export mostra performance positive per quasi tutte le province italiane: i contributi positivi più elevati si rilevano per Milano, Ascoli Piceno, Siracusa, Torino, Brescia, Vicenza, Modena, Cagliari, Parma e Bergamo». Nei primi sei mesi del 2022, i contributi maggiori alla crescita su base annua dell’export nazionale derivano dall’aumento delle vendite della Lombardia verso Germania (+27,6%), Stati Uniti (+37,1%), Francia (+20,0%) e Spagna (+29,4%). La forte dinamica dell’importexport è più che positiva, ma è in buona parte da collegare alla spirale inflattiva, come peraltro osservato anche dal recente rapporto sul commercio estero dell’ICE.

Entrando nel dettaglio dell’import-export bresciano, l’export nell’area UE rappresenta il 67,3% del totale (in lieve calo rispetto al primo trimestre) e minima è la crescita verso i paesi non Ue (11,6% del totale; era l’11,3%). In calo la quota di export verso l’Asia, in aumento quella verso l’America settentrionale (aiutata anche dal cambio valutario).

«Siamo soddisfatti per l’andamento dell’export estremamente positivo, seppur da depurare dalla componente inflattiva – afferma Pierluigi Cordua, Presidente di Apindustria Confapi Brescia -. Sono dati che confermano la propensione e la grande capacità delle nostre piccole e medie imprese bresciane a essere competitive sui mercati internazionali. Restano però tutti gli elementi di incertezza legati a prezzienergiamaterie prime. In questo senso le imprese si aspettano risposte in tempi rapidi dalla politica, sia a livello nazionale che europeo, perché solo riducendo laddove possibile le componenti di incertezza si può immaginare un consolidamento della crescita e allontanare lo spettro della recessione che, in una fase delicata come quella attuale, avrebbe conseguenze sociali importanti».

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