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Evidenza - page 21

Giovedì Serge Latouche parla di decrescita alla Chiesa di San Cristo

in Economia/Eventi/Evidenza/Tendenze by

La Fondazione Luigi Micheletti, in collaborazione con l’Associazione culturale Ripensare il Mondo, MissioneOggi, I Missionari Saveriani e Basta Veleni, organizza una conferenza per la presentazione del libro “La decrescita prima della decrescita. Precursori e compagni di strada”, di Serge Latouche.

L’iniziativa si terrà Giovedì 9 Marzo 2017 dalle ore 17:30 alle 19:30 presso la Chiesa di San Cristo, in via Piamarta 9 a Brescia. Sarà presente l’autore.

Serge Latouche è professore emerito di Scienze economiche all’Università di Paris-Sud. Presso Bollati Boringhieri ha pubblicato: L’occidentalizzazione del mondo. Saggio sul significato, la portata e i limiti dell’uniformazione planetaria (1992), Il pianeta dei naufraghi. Saggio sul doposviluppo (1993), La Megamacchina. Ragione tecnoscientifica, ragione economica e mito del progresso. Saggi in memoria di Jacques Ellul (1995), L’altra Africa. Tra dono e mercato (1997), La sfida di Minerva. Razionalità occidentale e ragione mediterranea (2000), Giustizia senza limiti. La sfida dell’etica in una economia globalizzata (2003), Sortilegi. Racconti africani (con Enzo Barnabà, 2008), L’invenzione dell’economia (2010), Come si esce dalla società dei consumi. Corsi e percorsi della decrescita (2011), Per un’abbondanza frugale. Malintesi e controversie sulla decrescita (2012), Limite (2012), Dove va il mondo? Un decennio sull’orlo della catastrofe (con Yves Cochet, Jean-Pierre Dupuy e Susan George, 2013), Usa e getta. Le follie dell’obsolescenza programmata (2013, n. ed. 2015), L’economia è una menzogna. Come mi sono accorto che il mondo si stava scavando la fossa (2014) e l’edizione in un unico volume (2015) di Breve trattato sulla decrescita serena (2008) e Come sopravvivere allo sviluppo. Dalla decolonizzazione dell’immaginario economico alla costruzione di una società alternativa (2005)

 

Aib, Bonometti saluta i 108 nuovi associati del 2016

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Evidenza by

Sono 108 le imprese che nel 2016 hanno scelto di associarsi ad AIB. Questo pomeriggio, il presidente Marco Bonometti ha accolto in sala Beretta gli imprenditori, dando loro il benvenuto nell’Associazione, che proprio nel 2017 festeggerà 120 anni di storia.

“Associazione Industriale Bresciana oggi rappresenta oltre 1.300 imprese, che danno lavoro a più di 65mila persone, generando ricavi per 24 miliardi di euro e un valore aggiunto pari a 5,7 miliardi. L’Associazione, che include il meglio di ciò che l’Italia produce, ha un ruolo di grande rilievo, sia per la sua capacità di rappresentare l’interesse delle imprese, sia per la qualità dei servizi che è in grado di offrire”, ha dichiarato il presidente di AIB, Marco Bonometti.

Insieme ai membri del Consiglio di Presidenza, il presidente Marco Bonometti ha poi illustrato la profonda riorganizzazione della struttura operativa di AIB, realizzata per rispondere con più efficacia ai bisogni e delle imprese, e ha passato in rassegna i numerosi servizi offerti agli associati: dalla consulenza su credito e finanza all’internazionalizzazione; dall’innovazione, con l’impegno a 360 gradi su Industria 4.0, allo sviluppo di progetti strategici per il territorio; dalla sburocratizzazione alle relazioni industriali e al welfare; dal centro studi alla comunicazione fino al supporto legale, fiscale e previdenziale e alla consulenza per le reti d’impresa, senza trascurare ambiente, sicurezza, energia ed education.

 

 

Banca Valsabbina, il Comitato degli azionisti: vogliamo l’assemblea subito

in Banche/Borsa/Economia/Evidenza/Valsabbia/Valsabbina/Zone by
Aurelio Bizioli

A febbraio le azioni di Banca Valsabbina hanno perso ancora un euro di valore, passando da 7 a 6 euro. E se l’istituto di credito tace, numerosi piccoli risparmiatori della Valsabbia – ma non solo – chiedono nuovamente un’assemblea per discutere delle prospettive dell’istituto di credito.

Un coro che nelle scorse settimane il Comitato Soci Banca Valsabbina – gruppo spontaneo di azionisti nato attorno alla convinzione che sia necessaria maggiore trasparenza – ha tradotto nella richiesta ufficiale di convocazione dell’Assemblea dei soci per poter “affrontare, in modo serio e costruttivo prima della discussione sul bilancio di esercizio 2016, le politiche di sviluppo e di crescita economica e societaria della banca”.

“Spiace dover rilevare”, sottolinea a nome del Comitato il commercialista Aurelio Bizioli, “che gli organi direzionali di Valsabbina ritengono di non dover neppure rispondere alla richiesta, probabilmente forti di regole statutarie che blindano le assemblee imponendo la richiesta di migliaia di firme autenticate per la convocazione. A nostro parere l’uso del formalismo giuridico non è una dimostrazione di forza ma, viceversa, una dimostrazione di debolezza che peggiora i rapporti fra banca e soci, facendo venir meno proprio il significato di banca popolare e di partecipazione dei soci”.

Parole a cui faranno seguito ben presto nuove azioni. Il Comitato, infatti, promette battaglia su tutti i fronti. La prossima mossa sarà quella della consultazione del libro soci. Ma la battaglia – promettono i piccoli azionisti – proseguirà fino all’assemblea per il rinnovo del consiglio di amministrazione. “Se la banca è dei soci è un diritto dei soci riunirsi nella sede idonea per determinare progetti e programmi. Prima o poi quel momento deve arrivare”, conclude Bizioli, “noi e tutti gli azionisti risparmiatori delusi dai comportamenti della Banca saremo presenti all’appuntamento”.

Nel frattempo sui vertici della banca incombe la questione delle indagini in relazione al crac Carife.

L’ANDAMENTO DELLE AZIONI A FEBBRAIO

Anche il mese di febbraio si è chiuso negativamente per gli azionisti risparmiatori di Banca Valsabbina che, dopo un timido segnale di ripresa nel mese di dicembre con il prezzo dell’azione a 7 euro, registrano un valore in riduzione a 6,00 euro nell’ultima seduta del 24/02/2017. “Si deve inoltre rilevare – si legge nella nota del comitato – che più del 50% degli scambi azionari del 2017 vedono protagonista la banca stessa con un riacquisto diretto dei titoli in vendita evidentemente finalizzato al tentativo di mantenere stabile il prezzo. In questi otto mesi di quotazione sul mercato HI-MTF sono state scambiate 1 milione e 146 mila azioni ad una quotazione media di 5,81 euro; 392 mila sono però le azioni acquistate direttamente dalla banca. Certo non aiuta a risolvere il problema – attacca ancora il comunicato – la quotazione su un mercato azionario di difficile interpretazione nelle sue dinamiche di formazione del prezzo e con scarsa presenza di altri titoli azionari quotati (solo cinque società di cui due ferme al 2013 ed una a luglio 2016)”.

Darfo, il 7 aprile torna la fiera campionaria Exponiamo

in Economia/Evidenza/Fiere/Valcamonica/Zone by

Il 7-8-9 Aprile 2017 la quarta edizione di “Exponiamo – Fiera Campionaria della Valle Camonica e del Sebino”. L’evento espositivo si svolgerà nel Complesso Ex Cash & Carry, nella zona industriale di Boario Terme (BS), e sarà suddivisa in settori mercologici:
– EDILIZA, CASE tradizionali e in legno, risparmio energetico fotovoltaico e solare termico, geotermico, scale, serramenti, porte e basculanti, ceramiche, bagno e pavimenti, impermeabilizzazioni, automazioni, impiantistica, condizionamento, riscaldamento, agenzie immobiliari.
– ARREDAMENTO e COMPLEMENTI, tende, tessile, casalinghi, accessori casa, elettrodomestici.
– GIARDINO e ATTIVITA’ ALL’APERTO, piante e fiori, piscine, mobili da giardino, sistemi di irrigazione.
– MOTORI auto, moto, accessori e servizi
– ALIMENTARI e FOOD, prodotti tipici locali, dolciumi, preparati per la ristorazione, bevande, vini, alcolici.
– INDUSTRIA e ARTIGIANATO, macchinari, prodotti e servizi, accessori, antinfortunistica, hobbistica. – SERVIZI alla PERSONA/AZIENDE, agenzie viaggio e turismo, centri estetici, sport e fitness.
– ELETTRONICA, telefonia, informatica, servizi finanziari.
– ABBIGLIAMENTO e CALZATURE, pelletteria, complementi, articoli da regalo, gioielleria, accessori moda.
– CERIMONIA, abiti, bomboniere, servizi fotografici, accessori, agenzie viaggio.
– OUTLET di prodotti e servizi.
– AREA BAMBINI e RAGAZZI, editoria, libri, giocattoli.
– AREA SPOSI, prodotti e servizi per il matrimonio.

Gli orari di apertura saranno i seguenti:

Venerdì Sabato Domenica

7 Aprile 2017 8 Aprile 2017 9 Aprile 2017

18.30-22.00 10.00-23.00 10.00-20.00

INGRESSO GRATUITO

Moda, in Lombardia un terzo del fatturato nazionale

in Commercio/Economia/Evidenza/Istituzioni/Regione/Tendenze by

“La moda lombarda vale 35 miliardi di euro, un terzo del fatturato nazionale è prodotto nella nostra regione: non solo a Milano, che alla chiusura di questa fashion week si conferma una capitale dinamica e attraente, ma in tutto il territorio, con le province di Brescia, Bergamo, Mantova, Varese, Como, Monza e Lecco, che segnano crescite nell’export vicine anche alla doppia cifra”. È quanto ha dichiarato l’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia, commentando l’ultimo studio di Lombardia Speciale (lombardiaspeciale.regione.lombardia.it) condotto su un’elaborazione dalla Camera di Commercio di Milano sui dati del Registro delle imprese e Istat (terzo trimestre 2016 e 2015).

ECCELLENZA INTERNAZIONALE – “Con 35mila imprese di moda in Lombardia – ha sottolineato Parolini – questo settore è uno dei più rilevanti per numero di occupati, per valore aggiunto prodotto e per gli ingenti indotti che genera nel turismo e nello shopping. E, insieme al design, rappresenta un pilastro importante dell’economia e dell’identità regionale, oltre ad essere sinonimo di eccellenza riconosciuta in tutto il mondo per innovazione e qualità”.

CONTRIBUTI PER 37 MILIONI – “Durante questa legislatura, per valorizzare ulteriormente questa eccellenza – ha spiegato l’assessore – abbiamo destinato circa 37 milioni di euro per sostenere questo settore: un impegno che ha permesso di generare investimenti per più di 50 milioni di euro ed accrescere la competitività e l’innovazione delle nostre imprese”.

IMPEGNO 2017-2018 – “Per i prossimi due anni – ha annunciato infine Parolini – investiremo altri 10 milioni di euro e continueremo a sviluppare, in collaborazione con il sistema formativo, associativo e istituzionale, interventi integrati e sussidiari con l’obiettivo di favorire la digitalizzazione, la formazione e la creatività dei giovani, la contaminazione tra settori, lo realizzazione di network di impresa e di progetti pubblico-privati “.

Lugana Doc, un altro anno con il segno più

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Bilanci/Economia/Evidenza by

Una sala gremita all’Agriturismo Feliciana ha approvato il 22 febbraio all’unanimità il bilancio 2016 e il previsionale 2017 del Lugana DOC, segno di un Consorzio di tutela forte e coeso, che oggi rappresenta il 90% dei produttori. Dal riconoscimento dell’erga omnes nel 2012, le adesioni hanno continuato a crescere con un trend positivo, 12 nuovi soci nel 2015, 14 nel 2016 e già altri 3 nei primi mesi del 2017, per un totale di 155 aziende rappresentate. Un ulteriore primato per un Consorzio che rappresenta un case history sotto molti profili: è fra i pochi in Italia con volumi costantemente in aumento, ha un export pari all’80% e si distingue anche per le iniziative sulla sostenibilità ambientale.

Una delle cose che stupisce i consumatori è la qualità media del nostro vino così elevata e così uniforme: tutta la DOC ha oggi altissimi livelli qualitativi – afferma il presidente Luca Formentini; ne consegue una responsabilità molto forte da parte di tutti nel mantenere la credibilità e la qualità del nostro prodotto, della sua della materia prima e quindi anche del suo territorio. Partiamo avvantaggiati dal nostro essere collocati in una delle aree più pregiate e vocate dell’intero Paese, il nostro contesto ci aiuta a trasferire una certa percezione di valore del territorio ma non dobbiamo darlo per assodato e anzi, è più che mai necessario impegnarci per proteggerlo. Ci riconosciamo nelle visioni aziendali più evolute, in cui il bilancio si compone dell’ambito economico, ambientale e sociale, e questo si traduce anche in un vantaggio competitivo sui mercati ai quali oggi si rivolge il Consorzio.”. Il consumatore infatti, soprattutto in Germania, USA e UK, ricerca e chiede la sostenibilità ambientale del prodotto.

È un consumatore che sta diventando più consapevole, e che oggi è maturo per scoprire un vino che stupisce, anche per le sue non comuni capacità evolutive, in grado di apprezzare un prodotto più ricercato. “Siamo tra i pochi che crescono in valore in un mercato stagnante e quindi paradossalmente diventiamo sempre più fragili. La nostra strategia di promozione è negli ultimi anni orientata alla ricerca di nuovi mercati e nuovi interlocutori – aggiunge Formentini – indispensabili anche per mantenere marginalità più ampie”. Fra le innumerevoli attività promozionali, presentate dal Direttore Carlo Veronese, vengono riconfermate le tradizionali e immancabili fiere di settore (Prowein, Dusseldorf, marzo; Vinitaly, Verona, aprile; London Wine Fair, Londra, maggio), crescono le collaborazioni con altri Consorzi, come il Valpolicella (eventi in California a fine aprile, a Londra, Praga e Varsavia a maggio e giugno) e si inseriscono iniziative rivolte ai nuovi influencers come i wine bloggers e i wine lovers (Wine Bloggers Conference e American Wine Society a novembre). Ma il 2017 sarà caratterizzato soprattutto dalle celebrazioni dei 50 anni della DOC; che vedranno il clou nel periodo estivo sul territorio dei 5 comuni della DOC.

 

Aumenti positivi per fatturato e ordini, Api Brescia conferma i dati Istat

in Api/Associazioni di categoria/Douglas Sivieri/Economia/Evidenza/Personaggi/Tendenze by

Secondo quanto spiega oggi l’Istat in una nota «a dicembre, rispetto al mese precedente, nell’industria si rileva un aumento significativo sia del fatturato (+2,6%), sia degli ordinativi (+2,8%). Per entrambi gli indicatori questo rappresenta il terzo incremento mensile consecutivo, il quale porta la crescita congiunturale del quarto trimestre all’1,7% per ambedue le variabili». L’incremento del fatturato, sottolinea l’Istat, è molto più ampio sul mercato estero rispetto a quanto rilevato sul mercato interno.

«I dati diffusi – scrive in una nota Apindusria – rispecchiano le ultime rilevazioni fatte dal Centro Studi Apindustria, secondo le quali l’analisi congiunturale dell’ultimo trimestre dell’anno evidenzia un fatturato in crescita per sei imprese bresciane su dieci, per un quarto delle quali in modo decisamente significativo, e degli ordinativi per oltre la metà dei rispondenti al campione. In linea con quanto osservato dall’Istat anche l’ottimismo che si registra nel settore metalmeccanico. «Le nostre imprese bresciane – spiega il Centro studi Apindustria – vivono nell’ultimo trimestre dell’anno una fase sicuramente positiva, con dati in crescita nel fatturato (72% dei rispondenti) e negli ordini (61%)».

«I dati positivi diffusi dall’Istat e confermati dall’analisi del nostro Centro Studi erano attesi ma non bisogna abbassare la guardia – afferma il presidente di Apindustria Brescia Douglas Sivieri -, come rilevato peraltro dalla fotografia semestrale fatta nei giorni scorsi dalla Commissione europea, secondo la quale in Italia i livelli di innovazione continuano a essere sotto la media europea, così come continuano a mancare adeguate professionalità e permane una pubblica amministrazione inefficiente. In questo senso, lo stesso positivo Piano Industria 4.0 voluto dal Governo rischia di produrre risultati deludenti se non accompagnato da riforme strutturali in tutti gli ambiti».

Massetti: «Anche per questa volta abbiamo messo una pezza»

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Eugenio Massetti/Evidenza/Personaggi by

«Anche per questa volta abbiamo messo una pezza». Così Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia, dopo l’incontro che ha stemperato, almeno momentaneamente, la protesta dei tassisti contro l’emendamento contenuto nel Milleproroghe che rimanda al 31 dicembre 2017 il termine entro il quale il ministero dei Trasporti deve emanare i decreti legislativi previsti da una norma dello scorso anno contro l’esercizio abusivo del servizio taxi e Ncc.

Ora c’è un mese di tempo. Sarà avviato un tavolo di lavoro per la stesura di uno schema di decreto per misure tese a impedire pratiche di esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio noleggio con conducente e di riordino della legge quadro 21/92 al fine di migliorare il sistema di programmazione e organizzazione su base territoriale, regolare e salvaguardare il servizio pubblico, lotta all’abusivismo, migliorando l’incontro tra domanda e offerta.

«Il governo era presente in toto vista la gravità della situazione con il Ministro Sottosegretario e Viceministro. Rispetto alle richieste della totalità dei presenti e del mandato ricevuto dal direttivo di Confartigianato Taxi abbiamo ottenuto le due cose più importanti ovvero l’impegno di fare a breve i decreti attuativi dell’art. 29 1-quater e l’impegno a riscrivere la parte che ci riguarda nel DDL concorrenza. Ricordo che in questo ultimo provvedimento, se non si interviene è prevista la norma pro multinazionali e la prevedibile nascita del terzo settore non professionale visto che si parla, nell’esercizio della intermediazione tecnologica, di conducenti e non di vettori» prosegue Massetti.

Quindi già la prossima settimana, visto che al senato la votazione si chiude il 2 marzo, si potrà valutare la tenuta dell’accordo con la concreta possibilità che ricomincino le proteste.

Dopo tale data non vi sarà il tempo e la possibilità di modifiche al testo oggi in trattazione, ma da riscrivere grazie all’accordo, visto che il governo porrà la fiducia alla camera sul testo, frutto dell’accordo, che uscirà dal Senato il 2 marzo.

Già provati dalla crisi che ha ridotto il lavoro anche a Brescia, i tassisti rivendicando il rispetto della legge 21 del 1992 che stabilisce la cosiddetta “territorialità”, il principio secondo il quale la partenza di ogni corsa deve avvenire nel comune di appartenenza e che le multinazionali in gara per risucchiare il mercato italiano vorrebbero eludere.

Conclude il presidente Massetti dopo l’incontro in Confartigianato con il presidente della categoria Antonio Amodio per fare il punto della situazione: «Auspico che ci sia unità tra le sigle sindacali che rappresentano gli interessi dei tassisti convocate per la prossima settimana e che si arrivi con una proposta condivisa altrimenti avremo perso e qualcun altro farà la legge al posto nostro con tutti i rischi di un altro possibile sciopero a quel punto difficilmente giustificabile».

A Brescia il numero dei taxi operativi è di 103, comprendendo la provincia si arriva a 146. Oltre la metà di questi sono iscritti a Confartigianato, la maggiore associazione di riferimento per la categoria guidata da Antonio Amodio.

Aib, Pasini in campo per dare continuità al lavoro di Bonometti

in Acciaio/Aib/Associazioni di categoria/Aziende/Economia/Evidenza/Garda/Nomine/Zone by

“Marco Bonometti si è sacrificato molto e ha fatto tanto per l’Aib: ha dato una direzione generale all’associazione creando le condizioni per svolgere un ottimo lavoro a servizio degli associati, anche supportandoli nell’affrontare al meglio il percorso per l’internazionalizzazione. In generale Bonometti è un patrimonio che Brescia dovrebbe far fruttare al meglio”.

Con queste parole – in un’intervista rilasciata a Bresciaoggi – Giuseppe Pasini, patron del gruppo Feralpi e aspirante numero uno di Aib, si è espresso sui rapporti con il presidente in carica: una presa di posizione chiara che sottolinea la continuità con quanto fatto dal proprietario di Omr fino a oggi (“La chiamata – si legge ancora – è stata fatta da imprenditori che fanno riferimento all’attuale leader, Bonometti, capace nel suo mandato di far crescere l’associazione non solo in ter- mini di iscritti, ma anche in autorevolezza. Il presidente ha il merito di aver messo al centro dell’attenzione tante questioni in un confronto continuo con tutto il territorio: se ha fatto tanto bene, non vedo perchè si debba di- sfare quanto realizzato”).

Nell’intervista Pasini definisce Franco Gussalli Beretta – suo rivale nella corsa per la poltrona di presidente – “un’ottima persona”, ma sottolinea che “c’è il rischio che si possa arrivare a una spaccatura e questo va evitato”.

L’OPINIONE. Industria 4.0, serve un percorso partecipato e non calato dall’alto

in Cgil/Economia/Evidenza/Opinioni/Sindacati by
Damiano Galletti (Cgil) - Brescia

di Damiano Galletti – La grande trasformazione produttiva in atto, comunemente chiamata «Industria 4.0», molto sta facendo discutere, non solo a Brescia. Merito anche del Governo che, seppure in maniera tardiva, ha finalmente spostato l’asse su una politica industriale degna di questo nome,  ha presentato un progetto articolato di investimenti e incentivi fiscali e ha costituito una cabina di regia aperta a imprese, centri di ricerca e parti sociali. Una buona notizia, appunto, soprattutto per un Paese come il nostro, che da troppo tempo soffre di bassa produttività e mancati investimenti pubblici e privati.

Il fatto che la cabina di regia nazionale sia aperta anche alle parti sociali non è casuale e tiene conto del fatto che non stiamo parlando solo di macchinari ma di processi che avranno in pochi anni enormi
ripercussioni anche sul fronte del lavoro. Quanto ce ne sarà, come sarà svolto, come cambierà l’identità stessa del lavoratore, quali effetti avrà sulle politiche di welfare. Non sono questioni secondarie, per dare l’idea della dimensione del problema basti citare le considerazioni a riguardo di Bill Gates, che non più tardi di qualche giorno fa ha proposto «una tassa sui robot che ci ruberanno il lavoro».

Di tali questioni la Cgil si sta occupando da tempo, con diverse giornate di approfondimento seminariale a livello nazionale (Torino, Ancona, Firenze solo per citare alcuni degli apuntamenti principali) che presto verranno declinate anche a livello territoriale, e nella convinzione che in sintesi, vicino ad Industria 4.0, vada progettato anche il Lavoro 4.0. E, aggiungo, il welfare 4.0, un processo che deve
essere governato e partecipato il più possibile a tutti i livelli se vogliamo che produttività, partecipazione e qualità del lavoro non risultino parole vuote. Positiva è stata in questo senso la cabina di
regia che, inizialmente su impulso di Apindustria, si è costituita in Camera di Commercio e che vede numerosi attori coinvolti nel «Comitato 4.0», tra cui anche le rappresentanze dei lavoratori. Ci è sembrato un buon modo di procedere, un segno di consapevolezza della dimensione del
tema, che vuole valorizzare le opportunità senza eludere gli elementi critici.

Colpisce invece il titolo del convegno promosso lunedì da AIB, dal titolo «Industria 4.0. La trasformazione da affrontare insieme», nel quale spiccavano soprattutto le assenze. Non solo di carattere sindacale. La sala era molto piena, segno di un interesse genuino, speriamo non semplicemente legato alle agevolazioni fiscali in materia previste dall’ultima manovra di stabilità del Governo. L’industria 4.0, le trasformazioni che questa comporterà per le nostre vite (anche di quella dei sindacalisti: dobbiamo riconvertire anche noi le nostre competenze contrattuali, le conoscenze di processo e di prodotto, le dinamiche globali dei sistemi interconnessi) non possono essere ridotte a incentivi fiscali e controllo dall’alto, senza pensare che il dialogo tra tutte le parti sociali, alla ricerca di una nuova mediazione tra capitale e lavoro, sia quanto mai necessario. A meno che non si pensi che nell’Industria 4.0 i temi del lavoro di cittadinanza, del salario sociale, della divisione del lavoro, della flessibilità e della gestione degli orari  possano essere gestiti in ottica 1.0.

* segretario generale Cgil Camera del Lavoro di Brescia

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