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Associazioni di categoria - page 71

Aib, Michela Facenti confermata alla presidenza del settore abbigliamento

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Michela Facenti (Facenti) è stata confermata Presidente del Settore  Abbigliamento, Magliecalze, Calzaturiero, Tessile di Associazione Industriale Bresciana per il periodo 2016-2020. Nel corso dell’assemblea per il rinnovo del Consiglio di Settore, Marco Cittadini (Cittadini) è stato inoltre nominato Vice Presidente. Consiglieri sono: Alberto Corti (Monticolor), Alberto Faganelli (Maris), Anna Fidanza (Condor Trade), Luca Fontana (Montecolino), Luigi Franceschetti (Saccheria F.lli Franceschetti), Marco Marzoli (Filmar), Elda Moraschi (Confezioni Elda).

Sivieri (Api): industria 4.0? E’ l’occasione giusta per iniziare a fare sistema

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(a.tortelli) “Il sistema Brescia? Fino a oggi non si è fatto abbastanza: serve un’occasione concreta e l’industria 4.0 può esserlo”. A dirlo è stato oggi il presidente di Apindustria Douglas Sivieri, che – accompagnato dalla responsabile donne Emanuela Colosio e dalla giovane Chiara Pastore – ha colto l’opportunità della tradizionale conferenza stampa di fine anno per fare un primo bilancio del suo triennio da presidente. A maggio i vertici di Api andranno a rinnovo. E Sivieri non ha negato di essere in campo. “Una opzione è che io rimanga, ma al momento è l’ultima”, ha detto rispondendo – forse con troppa scaramanzia – ai giornalisti che gli chiedevano di una eventuale ricandidatura

Quanto al resto, il presidente di Api ha sottolineato le difficoltà di contesto dell’ultimo triennio, a partire da un mondo politico che non riesce a dare prospettiva alle aziende. “Da anni continuiamo a ripetere che le tasse sono sbagliate, che non si possono trattare piccole e grandi aziende allo stesso modo”, ha spiegato, “ma le risposte tardano ad arrivare. Nel frattempo il mercato bresciano non tira e la situazione delle infrastrutture è un freno allo sviluppo di molte aziende”.

In questo quadro, ha spiegato Sivieri, Api ha cercato di essere “vicina agli associati”. “Tre anni intensissimi, ma divertenti”, in cui il numero degli iscritti è cresciuto (erano un migliaio quando si è insediato), ma non solo per i servizi offerti. “Il nostro vero compito”, ha detto, “è quello di fare in modo che le aziende trovino nuovi sbocchi e crescano insieme”, ponendosi come interlocutore del mondo politico (“ringrazio in particolare Pd, M5s e Fi perché hanno sempre risposto con prontezza alle nostre sollecitazioni”). Di più. La prospettiva di fondo – “nel lunghissimo periodo” – deve essere quella di “unire gli sforzi, anche con gli artigiani, per dare un’unica rappresentanza alle piccole e medie imprese, distinta dalle grandi”.

Quindi, Sivieri ha sottolineato che “i sindacati mi hanno perfino stupito, perché mi sono sembrati molto più sensibili all’ascolto che in passato”. Ma sul fronte opposto ha evidenziato che sul fronte del cosiddetto sistema Brescia non sono stati fatti grandi passi in avanti. “Purtroppo”, ha spiegato, “hanno prevalso i particolarismi di tutte le associazioni, compresa la nostra. Il mio auspicio è che le realtà imprenditoriali e le istituzioni collaborino maggiormente”. E il luogo per concretizzarlo può essere la Camera di Commercio. “Il presidente Ambrosi è persona che conosco poco e stimo molto, perché è riuscito davvero a dare una voce comune alle diverse anime di Brescia”.

Proprio in camera di commercio, lunedì, Api ha promosso un tavolo sul tema dell’industria 4.0. Un’occasione che ha già trovato diverse adesioni (università Statale e Cattolica, Cmst, Provincia, Comune, diversi ordini professionali etc), anche se per il momento manca ancora Aib, che proprio ieri ha sottolineato per bocca di Marco Bonometti di voler essere la guida bresciana su questo fronte. “Sono assolutamente convinto che non mancheranno, li aspetto”, ha detto Sivieri, “e non ho problemi se il progetto lo vogliono guidare loro. L’importante è che riusciamo a fare sistema. A Brescia”, ha concluso, “serve un’occasione concreta per unirsi e questa potrebbe essere quella giusta”.

Bonometti saluta la presidenza di Aib: niente cordate, spero in un successore che guardi al bene di tutti

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(a.tortelli) “Mi auguro che il mio successore sia scelto a larga maggioranza, senza personalismi e cordate, e accetti con spirito di servizio questo incarico, lavorando nell’interesse generale”. E’ con questo auspicio che si è chiusa l’ultima conferenza da presidente di Aib per Marco Bonometti, che oggi ha fatto un bilancio dei suoi quattro anni di mandato. Un lavoro il cui valore più significativo – come evidenziato da Roberto Zini – è forse nella crescita del numero delle aziende iscritte, passate dalle 1164 del 2013 alle 1303 di oggi (più 13 per cento), anche se resta “il rammarico di non averne associate di più”.

In apertura di conferenza, Bonometti ha sottolineato il contesto favorevole (cambio euro dollaro, bassi prezzi delle materie prime, basso costo del denaro e contenimento dell’inflazione), con l’economia mondiale in crescita del 3,1 per cento e quella italiana in “modesto miglioramento” (gli occupati sono tornati ai livelli del 2009). Meglio Brescia, che vede il segno più nel manifatturiero (3,2-3,5 per cento), la crescita nell’utilizzo degli impianti, il ridimensionamento della cassa integrazione (meno 30 per cento sul 2015), la crescita dell’occupazione, il calo dei fallimenti (meno 14 per cento) e il fatto che esportazioni si sono mantenute su livelli scorso anno (14,5 miliardi circa).

Quanto ai punti qualificanti della propria azione, Bonometti è partito da Montichiari: “Oggi abbiamo un quadro ben definito, con prospettive concrete a breve termine sia in termini di cargo sia di passeggeri. Brescia è chiamata a un ruolo importante”. Mentre sulla Tav, dopo essersi inizialmente speso per la fermata a Montichiari, ha spiegato che “l’attuale soluzione mi pare venire incontro alle esigenze di collegamento dell’aeroporto: il tempo dirà se è soddisfacente”.

Quindi il presidente uscente di Aib ha elogiato Giuseppe Ambrosi per il lavoro in Camera di commercio, perché “il rinnovo ha permesso di ribaltare situazione che si era incancrenita”. Bene anche il lavoro sulla formazione (Paola Artioli) con la ristrutturazione del liceo Guido Carli voluto dal predecessore Dall’Era. Ancora, Bonometti ha ricordato la battaglia (vinta) sulla detassazione degli imbullonati, il nuovo (“buono”) contratto dei metalmeccanici, BresciaPiù (Paolo Streparava) e la Fiera di Brescia, che “da anni era piegata da pesanti perdite ed è stata recuperata a un ruolo di servizio del territorio che può essere ancora importante”.

Finiti i ringraziamenti, il patron di Omr è passato a questioni più “politiche”. “Sulla mia candidatura alla presidenza nazionale di Confindustria”, ha detto, “posso dire che ho fatto un passo indietro quando mi sono reso conto che il clima lì è peggiore di quello che si respira in politica. Non ho accettato voti di scambio o compromessi: voglio continuare ad essere un uomo libero e siamo stati coerenti nel perseguire una carica di servizio e non una poltrona. Io sarei andato a Roma per riorganizzare Confindustria”, ha aggiunto, “una necessità che ancora oggi è sotto gli occhi di tutti”. Mentre sul governo, incalzato da un giornalista, ha commentato: “Mi auguro che arrivi a fine legislatura e abbia a cuore gli interessi dei cittadini, che sono quelli delle imprese”.

Quanto, invece, alla successione su Brescia, Bonometti ha scelto un profilo “istituzionale”. “Qualcuno mi ascrive fra i sostenitori di Renzi, altri dicevano che non potevo fare il presidente di Aib per le mie idee di destra: io”, ha spiegato, “ho sempre lavorato senza logiche di schieramento. Oggi qualche media mi attribuisce lanci di candidature: ne sono estraneo, sulla vicenda non voglio né posso intervenire, ma se ci sono tante candidature in campo si tratta di un segnale positivo di vitalità del mondo industriale bresciano. Mi auguro”, ha continuato, “che il mio successore sia scelto a larga maggioranza, senza personalismi e cordate, e accetti con spirito di servizio questo incarico, lavorando nell’interesse generale”.

Infine Bonometti ha ricordato le vicende del Brescia Calcio, sottolineando che Aib non ha giocato alcun ruolo, ma di aver agito lui in prima persona: “Non amo e non seguo il calcio, ma il Brescia rischiava di non iscriversi al campionato. Ho fatto da supporto nel nome degli interessi della brescianità”.

Protesti, nel 2016 calati del 30% in provincia di Brescia

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Si sono ridotti complessivamente del 31,2% in valore e del 30% nel numero i protesti levati in provincia tra i mesi di gennaio e settembre di quest’anno. In termini assoluti, il conto degli insoluti ammonta a fine settembre a 14,8 milioni di euro, contro 21,5 milioni dello stesso periodo del 2015.

La diminuzione ha riguardato tutte le tipologie di effetti: assegni, cambiali e tratte. Le cambiali, che rappresentano il 70% del totale dei titoli protestati, sono diminuite nei primi nove mesi dell’anno del 31% in valore e del 31,5% in numero. In termini assoluti, fino a settembre 2016, sono state firmate 5.196 cambiali contro le 7.583 dello scorso anno, per un valore complessivo di 10,3 milioni di euro (contro i quasi 15 milioni dello stesso periodo del 2015) ed un valore medio per titolo che oscilla intorno ai 2.000 euro. Andamento speculare per gli assegni che sono diminuiti del 27,8% in valore e del 30,3% nel numero. Diminuiscono anche le tratte, strumento di pagamento utilizzato in misura residuale rappresentando il 5% degli effetti protestati, in particolare le tratte accettate il cui numero si è ridotto del 50% e il valore dell’ 80%.

Negli ultimi sei anni i protesti hanno seguito un andamento discendente, interrotto solo dalla crescita del 2012, sia nel numero sia nel valore. Rispetto al 2010 il monte complessivo dei protesti levati in provincia di Brescia è diminuito di 51,8 milioni di euro (il 77,8% in meno) ed il numero degli effetti si è ridotto del 65%. La riduzione più marcata si registra con riguardo agli assegni sia nel numero sia nel valore: il numero complessivo rispetto al 2010 è, infatti, diminuito dell’80% e l’ammontare dell’84%; seguito a ruota dalle cambiali che segnano un calo del 62% nel numero e del 74% nell’ammontare. Nel complesso il valore medio degli effetti protestati è passato da 3.877 euro del 2010 a 2.439 del 2016, scendendo a 1.993 euro per le cambiali e a 747 euro per le tratte accettate.

Il confronto territoriale dei dati mostra come i protesti siano diminuiti complessivamente anche in Lombardia. Nei primi nove mesi dell’anno tra le province i meno puntuali nei pagamenti sono napoletani, romani e milanesi che presentano i valori più elevati: insieme concentrano oltre la metà (57%) di tutto l’insoluto nazionale del periodo. Brescia si colloca al decimo posto nella graduatoria nazionale per valore degli effetti protestati. Le province meno indebitate sono Gorizia, Fermo e Verbania. La graduatoria cambia di poco se si prende in considerazione il valore medio dei protesti: in testa si conferma Napoli con effetti levati che valgono in media 10 mila euro seguita a distanza da Roma (5.838 euro) e da Catania (5.186 euro). Brescia si conferma in decima posizione con un valore medio di 2.439 euro. Le più diligenti sono le province di Verbania (652 euro), Biella (786 euro) e Livorno (814 euro).

“La progressiva e costante diminuzione dei protesti, che si riscontra su tutto il territorio nazionale – dichiara Massimo Ziletti, Segretario Generale della Camera di Commercio di Brescia – appare indice di una certa prudenza nell’accettare impegni di pagamento tradizionali, in un quadro di debolezza degli scambi che risente ancora degli effetti della lunga crisi.”

Riduzione tari per le attività commerciali, Merigo (Confesercenti): è solo l’inizio

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“Prendiamo atto della decisione dell’Amministrazione Comunale di applicare, a far tempo dal 2017, uno sconto del 10% sulla tariffa rifiuti per le categorie appartenenti a bar, ristoranti negozi ortofrutta e fiori recisi”. Queste le prime parole di Alessio Merigo, Direttore Generale di Confesercenti della Lombardia Orientale, a seguito della riduzione della Tari nata dall’applicazione dell’accordo sottoscritto dalla Confesercenti e dal Sindaco del Comune di Brescia in data 19 Settembre 2016. Accordo che pone fine ad una lunga trattativa iniziata a Febbraio 2014, data in cui l’Associazione di via Salgari ha presentato una petizione sottoscritta da 429 imprese.

Confesercenti precisa che si tratta della prima parte dell’accordo, la quale prevede il raggiungimento della riduzione del 20% nell’arco del prossimo biennio. Pertanto, nel 2018 dovrà essere applicata un’ulteriore diminuzione del 10%.

Confesercenti rileva tuttavia che non tutte le categorie comprese nell’accordo hanno registrato la medesima riduzione, come nel caso dei negozi ortofrutticoli per cui la riduzione è del 7%.. “Auspichiamo una correzione di questa voce per allinearle alle altre categorie – sottolinea Mirko Costa, responsabile del settore Turismo -, anche perché, ricordiamo, sono imprese commerciali che stanno subendo una rilevante crisi”. “Ora terremo monitorata l’evoluzione dell’operazione Tari – conclude Merigo -, auspicando il pieno rispetto degli accordi sottoscritti” .

Paolo Chiari confermato alla Presidenza del Settore Terziario Aib

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Paolo Chiari (Clarium) è stato confermato Presidente del Settore Terziario di Associazione Industriale Bresciana per il periodo 2016-2020. Nel corso dell’assemblea per il rinnovo del Consiglio di Settore, Fabrizio Senici (Soluzione Group) è stato inoltre nominato Vice Presidente. Consiglieri sono: Alberto Broglia (Setam), Raffaella Caprioglio (Umana), Daniele Cirimbelli (Stellina), Luisella Gnocchi (Poste Italiane), Laura Iacci (Skill Risorse Umane), Silvano Lancini (Sme Up), Emanuele Morandi (Siderweb), Daniele Peli (Intred), Ezio Piazzoni (Telecom Italia), Giovanni Renzi Brivio (Project Group), Simone Scacco (A2A), Alessandro Signorini (Fondazione Poliambulanza), Marco Tabladini (Gfinance – Gruppo Impresa), Francesca Tocchella (Kore), Giancarlo Turati (Fasternet).

Camera di commercio, un nuovo bando per sostenere le imprese

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La Camera di Commercio comunica che è stato approvato, per l’anno 2016, il nuovo bando di concorso per contributi a sostegno delle reti di imprese appartenenti a tutti i settori economici.

Il regolamento è disponibile sul sito camerale: www.bs.camcom.it, seguendo il percorso Contributi alle imprese/Bandi di contributo camerali/Avviso.

Per ulteriori informazioni rivolgersi all’Ufficio Incentivi alle imprese della Camera di Commercio di Brescia – tel. 030 3725218/357/236 il lunedì, martedì e mercoledì dalle 14,00 alle 15,30.

Per quesiti particolarmente urgenti e complessi, è necessario inviare specifica mail all’indirizzo promozione@bs.camcom.it.

L’Ufficio assicura la risposta entro la prima giornata lavorativa successiva, salvo imprevisti.

Silvioli confermato presidente del Settore Chimico di Aib

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Giovanni Silvioli (Camfart – Fabbrica Mole) è stato confermato Presidente del Settore Chimico di Associazione Industriale Bresciana. Nel corso dell’assemblea per il rinnovo del Consiglio di Settore svoltasi nei giorni scorsi, Urbano Corioni (Saniplast) è stato nominato vice presidente.

Consiglieri sono: Mauro Barensfeld (Barnem Tecnologie Plastiche), Alessandro Belli (Ave), Matteo Carletti (Francesco Franceschetti Elastomeri), Barbara Ferretti (Franchi & Kim Industrie Vernici), Elena Franceschetti (Franplast), Alfredo Geroldi (Fratelli Geroldi), Andrea Giarrizzo (Invatec), Luca Olivetti (Dtr Vms Italy), Marco Pelucchi (Pelma), Augusto Rampa (Rifra Masterbatches), Alberto Tonelli (Industrie Polieco – M.P.B.), Giuseppe Vallaperta (Whitford), Alessandro Venturelli (Colorificio Bresciano).

Sivieri (Apindustria): referendum con messaggio politico, ora servono certezz

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“La grande affluenza e l’enorme scarto tra il Sì e il No dimostrano che questo è stato anche un voto politico. Il Paese ha risposto in modo chiaro, ha manifestato un grande malumore per la situazione economica ma anche mostrato disaffezione non per la politica in sé ma per scelte e imposizioni dall’alto”. A dirlo è il Presidente Apindustria Brescia Douglas Sivieri. “Ora – continua – si apre una fase difficile ma è chiaro che l’epoca dei governi tecnici è finita e che bisogna uscire in tempi rapidi da questa fase di incertezza. Anche perché molti sono i nodi da sciogliere e tante riforme per rilanciare l’economia del Paese sono ancora da fare”.

Disoccupazione giovanile, report Api: Brescia tra le peggiori del Nord Italia

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In provincia di Brescia più di un giovane su tre, di età compresa tra 15 e 24 anni, è disoccupato: nel 2008 lo era poco più di uno su venti. Il dato, più che preoccupante, viene sottolineato nell’indagine su «Disoccupazione giovanile e mismatch» realizzata dal Centro Studi e dall’Ufficio Risorse Umane di Apindustria. Obiettivo dello studio, oltre a mettere a confronto i dati bresciani sulla disoccupazione giovanile nella fascia 15-24 anni con quelli delle altre provincie italiane e con i dati europei, cercare anche di capire (attraverso 200 interviste a giovani che hanno rifiutato la posizione lavorativa per la quale erano stati selezionati) le difficoltà che esistono nell’incrocio tra domanda e offerta di lavoro.

«Il trend degli ultimi anni ha segnato un peggioramento molto evidente – si legge nel report del Centro Studi Apindustria -, portando la nostra provincia, a vocazione prettamente metalmeccanica, al 50esimo posto nella lista delle province italiane classificate per tasso di disoccupazione giovanile nel 2015». Lo scorso anno, in provincia di Brescia, il tasso di disoccupazione giovanile nella fascia 15-24 anni risulta essere infatti del 35,9%, in continuo peggioramento rispetto agli anni precedenti (6,2% nel 2008, 21,5% nel 2011, 28,2% nel 2014). Ben lontana da province quali Bolzano (11,9%), Verbano-Ossola (15,8%) o Cuneo (17,1%), peggio della media lombarda (32,3%) e del Nord Italia (30,6%), appena meglio addirittura rispetto alla media nazionale (40,3%). «Stupisce negativamente il dato del 2015 – sottolinea il rapporto -: il Nord e in generale l’Italia registrano un miglioramento rispetto all’anno precedente, con una riduzione del tasso di disoccupazione per i giovani 15-24. In Lombardia peggiora di un paio di punti, mentre a Brescia di ben 7,7 punti percentuali». Meglio la disoccupazione in fascia 15-29, in cui il tasso si staglia al 22,7% nel 2015 (l’anno prima era il 17,5%).

Se questo è il dato negativo, è pur vero che anche negli ultimi anni le imprese, seppure in misura minore rispetto al passato, hanno continuato a cercare nuove figure professionali. Un dato, questo, confermato anche dal report quando evidenzia «una variazione crescente positiva nella domanda di personale da parte delle imprese» nell’ultimo triennio. Dall’analisi incrociata con l’Ufficio Risorse Umane di Apindustria è però emersa in modo abbastanza evidente anche una difficoltà a far incrociare domanda e offerta di lavoro. In particolare, basandosi su 200 interviste ad altrettanti giovani che hanno rifiutato la posizione lavorativa per la quale erano stati selezionati, è emerso che tra le cause principali di questo mancato incontro vi sono la distanza casa-lavoro, le aspettative economiche non soddisfacenti e la mancanza di competenze richieste.

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