Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Associazioni di categoria - page 68

Nuove regole e nuovi obiettivi: Cna Brescia modifica il proprio Statuto

in Associazioni di categoria/Cna/Economia/Eleonora Rigotti/Evidenza by

Nella riunione di ieri sera, lunedì 19 dicembre, l’assemblea generale di Cna Brescia ha approvato il nuovo Statuto, dicendo sì alle modifiche introdotte nei sette titoli del documento che ne norma regole e scopi.

Il livello base di Cna Brescia acquista la denominazione di territoriale, aprendo l’associazione ad una relazione con le imprese sempre più di prossimità, che superi il tema dell’isomorfismo istituzionale. Vuol dire ci si svincola dal concetto di “provincia”, allargando la propria visione per meglio adattarsi ai bisogni delle aziende legate a territori diversi, seppur contigui, ispirandosi al concetto di area metropolitana. Si riafferma anche con convinzione il limite di massimo due mandati per gli incarichi nei ruoli da dirigenti assunti dagli imprenditori, rimettendo al centro il mestiere nelle sue molteplici espressioni. Dagli organismi che compongono l’associazione sono stati eliminati assemblea e direzione, sostituiti dal Consiglio, massimo organo deliberativo eletto dall’assemblea generale dei soci ogni 4 anni.

Le modifiche apportate allo Statuto lo hanno semplificato. È stata inserita la possibilità di istituire sedi di rappresentanza all’estero; di collaborare con altre organizzazioni di micro, piccole e medie imprese, operanti anche in altri settori economici. Anche nel 2017 la Confederazione lavorerà per la creazione di occasioni di crescita, di confronto, di innovazione. In un movimento generale verso la digitalizzazione e la sharing economy, si promuoveranno consulenze mirate,  partnership e relazioni con e tra gli imprenditori.

Tra gli obiettivi delle modifiche dello Statuo c’è «la volontà di creare un ambiente di confronto sempre più assiduo con chi fa vivere l’impresa, customizzato sulla singola realtà aziendale, nella soluzione dei suoi problemi e nel soddisfacimento dei suoi bisogni, anche grazie alla forte relazione con il mondo istituzionale» ha chiarito il direttore di Cna Brescia, Laura Buscarini.

«In un contesto di cambiamenti, cambia anche Cna. La Confederazione c’era quando è nato il sistema produttivo e quando si è trasformato sotto i colpi della crisi economica. Continuerà ad esserci – ha garantito la presidente di Cna Brescia, Eleonora Rigotti -, impegnata a vigilare sull’approvazione e sull’attuazione delle riforme e ad agire quale facilitatore della competitività delle imprese, vicina alla loro vita ed ai loro luoghi. Per questo Cna Brescia si è dotata di un nuovo Statuto, per meglio rispondere alle esigenze di un territorio in mutamento».

Luciano Dalè confermato alla Presidenza del Settore Trasporti AIB

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Evidenza/Trasporti by

Luciano Dalè (Dalè Silvio) è stato confermato Presidente del Settore Trasporti di Associazione Industriale Bresciana per il periodo 2016-2020. Nel corso dell’assemblea per il rinnovo del Consiglio di Settore svoltasi nei giorni scorsi, Julia Righettini (Setrans) è stata inoltre nominata vice presidente. Consiglieri sono: Alessandro Barbiero (Barbiero Trasporti Internazionali), Andrea Brighenti (Alberto Brighenti), Moreno Caldana (Consorzio Autonoleggio Uni Auto&Bus), Luca Paolo Del Barba (Saia Trasporti), Stefano Mansani (Rfi), Aldino Sirena (Air Sea Service), Felice Taglietti (FT International).

Incoming di buyer esteri, Brescia sul podio lombardo per import-export

in Camera di commercio/Commercio/Economia/Export by

Si è concluso ieri con l’ultima tappa a Monza, dedicata alle aziende del settore dell’Arredo, il progetto “Incoming di Buyer Esteri” di Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia e Sistema Camerale Lombardo, coordinato da Promos, Azienda Speciale della Camera di commercio di Milano.

La seconda edizione dell’iniziativa, nata in occasione di Expo 2015, ha visto l’accoglienza in Lombardia di operatori economici di tutto il mondo con l’obiettivo di favorire il processo di internazionalizzazione del tessuto imprenditoriale lombardo, creando occasioni di business su tutto il territorio regionale. Grazie al progetto, 740 imprese di tutte le province lombarde hanno incontrato gratuitamente 138 buyer selezionati, provenienti da 37 paesi di tutto il mondo. Nei 30 incontri realizzati a Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Monza, Pavia, Sondrio e Varese, sono stati realizzati 3307 b2b che hanno coinvolto aziende lombarde di tutti i
settori: agroalimentare, beni strumentali e macchinari, moda e abbigliamento-tessile, calzature-accessori, rubinetteria, arredo & design e edilizia.

I buyer sono arrivati da: Algeria, Angola, Azerbaigian, Kazakistan, Belgio, Olanda, Canada, Cina, Corea del Sud, Danimarca, Francia, Germania, Giappone, Qatar, Emirati Arabi, Oman, Kuwait, Arabia Saudita, India, Iran, Marocco, Messico, Stati Uniti, Repubblica Ceca, Romania, Regno Unito, Norvegia, Svezia, Finlandia, Singapore, Malesia, Indonesia, Svizzera, Tailandia, Ungheria, Vietman. “Anche questa edizione – ha commentato l’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia Mauro Parolini – si conferma come una delle iniziative più interessanti ed efficaci di promozione delle nostre eccellenze produttive volte a creare nuove opportunità di business sui mercati esteri. Un’operazione strategica e sinergica dal grande valore sussidiario, che è inserita in un quadro organico e più ampio di misure che Regione Lombardia sta mettendo in campo per favorire l’export delle imprese lombarde. Durante questa legislatura abbiamo infatti investito molto per dare al nostro sistema produttivo un ventaglio di strumenti qualificati e opportunità per sostenere l’export che, di fronte alla contrazione della domanda interna, rappresenta oggi uno dei principali driver per la nostra economia”.

“Il sistema delle camere di commercio lombarde nel corso di quest’anno ha operato in maniera sinergica per dare seguito a ciò che Expo 2015 ha generato in termini di contatti e di opportunità per le imprese del territorio – ha dichiarato Gian Domenico Auricchio, Presidente di Unioncamere Lombardia – Lo abbiamo fatto realizzando un progetto che ha dato modo a oltre 700 imprese lombarde di incontrare buyer di tutto il mondo per sviluppare relazioni di business e intavolare prime concrete trattative”. “La grande sfida di quest’anno era replicare un progetto che durante Expo 2015 aveva riscosso grande successo – ha dichiarato Pier Andrea Chevallard, Direttore di Promos. Grazie alla sinergia con Regione Lombardia e con il sistema camerale lombardo, la sfida è stata vinta,
garantendo la possibilità agli imprenditori lombardi di fare business internazionale a casa propria e, nello stesso tempo, valorizzando le eccellenze territoriali e le peculiarità produttive delle varie province lombarde. Il progetto non si ferma qui, – conclude Chevallard – infatti l’obiettivo è quello di proseguire anche nei prossimi anni per continuare a generare opportunità internazionali per le imprese e per il territorio”.

Lombardia: un interscambio con il mondo da 168 miliardi di euro. È questo il valore raggiunto nei primi nove mesi del 2016, di cui 85 miliardi di import e 83 di export, in lieve crescita (+0,4%). Emerge da un’elaborazione del servizio Studi della Camera di commercio di Milano su dati Istat nei primi nove mesi del 2016 e 2015. Dopo Milano che concentra oltre la metà delle importazioni ma soprattutto un terzo delle esportazioni lombarde verso il mondo in crescita del 3,6% rispetto al 2015, vengono Bergamo (7,3%) Brescia (7%) e Pavia (6,3%) nell’import e Brescia e Bergamo nell’export con il 13% circa. In crescita Lodi e (+3,8% l’import e +10,3% l’export) e Mantova (+3,4 l’import e +3,1 l’export) e Bergamo (+1% e +1,7%). Come aree geografiche, aumentano gli scambi lombardi soprattutto con Hong Kong (+17,7% l’import, +6,2% l’export) e il Giappone (+4% l’import, +18,4% l’export). In lieve crescita anche l’Unione Europea (+0,1% l’import, +2,2% l’export) che assorbe il 65,8% delle importazioni e il 55,8% delle esportazioni lombarde. In aumento anche l’export verso Singapore (+16%), Cina (+5,5%).

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Dati Aib: nel terzo trimestre export bresciano in calo dell’1,5 per cento

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Export/Partner/Tendenze by

Nel terzo trimestre del 2016, rispetto ai tre mesi precedenti, le vendite bresciane di beni sui mercati esteri risultano in calo del 9,1%; gli acquisti dall’estero sono in diminuzione del 16,6%. Il calo degli scambi con l’estero ha risentito degli effetti stagionali legati alla chiusura delle aziende nel mese di agosto.

Su base tendenziale, nel terzo trimestre le esportazioni calano dello 0,6% e le importazioni del 6,3%. In valore assoluto, ammontano, rispettivamente, a 3.497 e a 1.794 milioni di euro.

Rispetto ai primi nove mesi del 2015, la tendenza negativa delle esportazioni bresciane (-1,5%) è in contrasto con quelle leggermente positive rilevate in Lombardia (+0,4%) e in Italia (+0,4%); la dinamica negativa delle importazioni (-2,0%) è superiore al dato regionale (-1,9%) e inferiore a quello nazionale (-2,7%). La performance delle esportazioni bresciane nei primi nove mesi dell’anno, pari a 10.825 milioni di euro, è la migliore della serie storica dal 2008 (10.991 milioni), se si esclude il dato record dei primi nove mesi del 2015.

Tra i settori, l’aumento più significativo delle esportazioni nei primi nove mesi, su base tendenziale, riguarda: articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+19,9%), prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (+13,4%), sostanze e prodotti chimici (+11,3%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+10,7%), articoli in gomma e materie plastiche (+6,8%).

La contrazione delle vendite all’estero dei prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti (-7,2%), dei metalli di base e prodotti in metallo (-6,0%), del legno e prodotti in legno, carta e stampa (-3,4%), di macchinari ed apparecchi (-2,8%) contribuisce al ridimensionamento dell’export bresciano.

Tra i mercati di sbocco, i più dinamici sono: Cina (+9,9%) e Paesi Bassi (+9,3%). In aumento le vendite anche verso: Spagna (+2,2%), Belgio (+1,2%) e Germania (+0,7%). Calano invece sensibilmente le esportazioni verso il Brasile (-50,6%), ancora in recessione, e in maniera più contenuta verso Algeria (-27,3%), India (-23,3%), Turchia (-15,0%), Regno Unito (-9,4%). A livello geografico, in termini di quote, aumenta l’importanza delle aree: UE a 28 (65,3%), Asia (11,1%) e Oceania (0,7%). Risultano, invece, in contrazione le aree: Africa (5,2%) e America centro-meridionale (2,5%).

Per quanto riguarda le importazioni, sono in espansione gli acquisti nei settori: mezzi di trasporto (+21,8%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+17,1%), apparecchi elettrici (+7,9%), articoli in gomma e materie plastiche (+6,4%), prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (+5,3%).

Le importazioni di prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti (-17,8%), coke e prodotti petroliferi raffinati (-12,6%), metalli di base e prodotti in metallo (-9,4%), articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (-2,4%) sono in diminuzione.

Gli acquisti di prodotti hanno coinvolto i mercati di: Regno Unito (+4,4%), Spagna (+3,1%) e Turchia (+1,2%). Sono invece diminuite le importazioni da: Russia (-23,2%), India (-22,1%), Algeria (-16,0%), Belgio (-13,1%) e Stati Uniti (-12,2%). In termini di quote, risultano penalizzate le aree dell’UE a 28 (68,8%), dei Paesi europei non UE (7,8%), dell’America centro-meridionale (2,9%) e dell’America settentrionale (1,4%), a favore dell’Asia (14,8%) e dell’Africa (4,3%).

IIl saldo commerciale è positivo (+4.865 milioni di euro), ma in diminuzione dello 0,8% rispetto a quello dei primi nove mesi del 2015 (+4.903 milioni di euro).

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Camera di commercio, approvato il bilancio preventivo: nel 2017 restituiti 53 euro ad impresa

in Associazioni di categoria/Bilanci/Camera di commercio/Economia by

Il Consiglio della Camera di Commercio di Brescia, nella riunione di giovedì 15 dicembre 2016, ha approvato all’unanimità il Bilancio Preventivo per l’anno 2017. Nell’analisi dei dati del Bilancio 2017 si evidenzia, sul fronte delle entrate, quella derivante dal diritto annuale, principale fonte di finanziamento dell’Ente camerale, che è prevista 9,8 mil./€.

Tale voce di entrata registra, peraltro, un progressivo calo nel corso degli ultimi tre anni, a causa dei provvedimenti del Governo Renzi, che hanno ridotto – per l’anno 2017 del 50% rispetto a quanto previsto nel 2014 – l’importo del diritto camerale pagato dalle imprese iscritte al Registro Imprese. I diritti di segreteria, che costituiscono la seconda voce di finanziamento camerale, si attestano, per il 2017, su un importo pari a 6,2 mil./€.

“La Camera di Commercio di Brescia – commenta il Presidente, Giuseppe Ambrosi – come testimonia il confronto con le altre consorelle italiane, vanta una tra le migliori performance in tema utilizzo delle proprie risorse finanziarie a favore delle imprese e del sistema economico territoriale. L’incidenza del valore degli interventi economici sugli oneri correnti si attesta infatti al 30%, contro una media nazionale del 24%”.

Le risorse camerali per la promozione economica, in dettaglio, verranno principalmente destinate a supportare le PMI negli ambiti del credito (1,7 mil./€), dell’internazionalizzazione (954 mila /€), della formazione professionale (632 mila/€) e dell’innovazione (297 mila/€). Alla promozione del territorio sono invece destinati € 2,3 mil./€. Complessivamente, gli interventi camerali di sostegno all’economia provinciale, tra interventi promozionali ed investimenti, consentiranno, nel 2017, di “restituire” alle imprese un valore medio di circa 53,06 euro per impresa iscritta al Registro Imprese della Camera di Brescia, a fronte di un diritto annuale medio versato dalle imprese di 81,28 euro.

“Pur in un quadro di oggettiva difficoltà dovuto alla riduzione delle proprie entrate – precisa il Segretario Generale Massimo Ziletti – la Camera di Commercio di Brescia continuerà ad offrire ai propri utenti tutti i servizi di competenza dell’Ente, confermati e in buona parte rafforzati anche dalla recente riforma del sistema camerale (D.Lgs 219/2016). ”

Sotto il profilo dell’equilibrio economico della gestione corrente, la Camera di Commercio di Brescia è risultata, peraltro, la più virtuosa in assoluto con un indice pari all’81,65%, laddove la media nazionale è del 108,01%. Sul fronte delle spese per il personale, che si attesta sui 6,1 mil/€, si registra, infine, una progressiva riduzione dei costi (nel 2016 la spesa si è attestata sui 6,2 mil/€, mentre nel 2014 era di 6,7 mil/€).

Il bilancio di Massetti: imprese unite e Confartigianato più forte

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

“L’associazione è più forte di prima, lo dicono i numeri degli iscritti. Per il 2017 mi auguro di continuare su questa strada, coinvolgendo quella metà di imprese bresciane che oggi non hanno alcuna rappresentanza. Ma l’auspicio è anche che il sistema Brescia riesca ad anteporre l’interesse delle aziende alle presidenze delle società controllate. Le associazioni imprenditoriali – non senza difficoltà – stanno facendo la loro parte, la politica dovrebbe imparare a fare meno campagna elettorale ed essere più concreta su alcuni temi”.

A dirlo è stato questa mattina il presidente di Confartigianato Brescia Eugenio Massetti, che in una conferenza – convocata il giorno dopo Apindustria e due giorni dopo Aib – ha fatto il punto sull’anno che si appresta a chiudersi.

Massetti ha ricordato innanzitutto i numeri. “Questa associazione è la più grande della Provincia di Brescia come iscritti”, ha detto, “a fine novembre eravamo 14.820, 120 in più dell’anno precedente. Inoltre abbiamo assunto altre 12 persone, arrivando a quota 160 dipendenti”. In crescita, del resto, è anche l’occupazione dell’intero settore (+1,1 per cento sul 2015, più 8,8 sul 2014), così come l’export bresciano, di cui gli artigiani muovono circa un quarto dei fatturati (2,6 miliardi). Ma “rimane la nota negativa del credito, con concessioni e richieste in calo rispetto al passato”.

In questo quadro, tornando al mondo di Confartigianato Brescia, le imprese guidate da donne rappresentano il 15 per cento del totale (con una prevalenza nei servizi alla persona e nell’abbigliamento), quelle guidate da giovani il 12 (soprattutto nella ristorazione), mentre le imprese artigiane straniere sono il 14 per cento. Ma a spiccare, ha sottolineato Massetti, sono soprattutto le 2.400 imprese che guardano concretamente alla green economy (il 27 per cento del totale) e le oltre 7.000 che si occupano di sharing economy ed economia circolare.

Di più. Come evidenziato dal segretario Carlo Piccinato “sono 22mila le imprese artigiane impegnate in prodotti collegati alla cosiddetta internet of things”. Un numero che testimonia come “sia in atto una trasformazione potente, con una montagna di piccole e piccolissime imprese che si stanno indirizzando su nuovi settori: più della metà degli imprenditori bresciani sta entrando concretamente nella new economy”.

Quindi, Massetti ha criticato quelle realtà on line che propongono di disintermediare piccole prestazioni quotidiane (come i lavoretti domestici) e di fatto “rappresentano spesso una spinta al lavoro nero, mentre i nostri artigiani devono pagare le tasse, pagare per formarsi e sottostare a mille vincoli”.

Mentre, sul fronte delle infrastrutture, ha elogiato il “lavoro di squadra della giunta e del consiglio camerale”, in particolare su fiera e aeroporto. Il presidente di Confartigianato ha quindi ribadito il sostegno al progetto dell’autostrada della Valtrompia, sottolineando però che sono necessarie anche altre opere di viabilità come “la strada di collegamento tra Orzinuovi e Chiari e quella fra Brescia e Gavardo”.

Infine il capitolo “industria 4.0” con la “positiva legge regionale dedicata alla manifattura 4.0”. Rispondendo alle sollecitazioni dei giornalisti, Massetti non ha confermato la presenza all’iniziativa promossa da Apindustria per lunedì in Camera di commercio. Ma ha cercato comunque di stemperare i toni. “Non è un’occasione in cui si prendono decisioni”, ha commentato, “si tratta semplicemente di una riunione informativa promossa da un’associazione. E’ legittimo che si faccia: la questione delle presenze o delle assenze è secondaria”. I rapporti con Api? “Ottimi, come lo sono con Aib: con tutte le difficoltà del caso i rapporti tra presidenti sono migliorati molto rispetto al passato”.

Aib, Michela Facenti confermata alla presidenza del settore abbigliamento

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Partner by

Michela Facenti (Facenti) è stata confermata Presidente del Settore  Abbigliamento, Magliecalze, Calzaturiero, Tessile di Associazione Industriale Bresciana per il periodo 2016-2020. Nel corso dell’assemblea per il rinnovo del Consiglio di Settore, Marco Cittadini (Cittadini) è stato inoltre nominato Vice Presidente. Consiglieri sono: Alberto Corti (Monticolor), Alberto Faganelli (Maris), Anna Fidanza (Condor Trade), Luca Fontana (Montecolino), Luigi Franceschetti (Saccheria F.lli Franceschetti), Marco Marzoli (Filmar), Elda Moraschi (Confezioni Elda).

Sivieri (Api): industria 4.0? E’ l’occasione giusta per iniziare a fare sistema

in Api/Associazioni di categoria/Economia by

(a.tortelli) “Il sistema Brescia? Fino a oggi non si è fatto abbastanza: serve un’occasione concreta e l’industria 4.0 può esserlo”. A dirlo è stato oggi il presidente di Apindustria Douglas Sivieri, che – accompagnato dalla responsabile donne Emanuela Colosio e dalla giovane Chiara Pastore – ha colto l’opportunità della tradizionale conferenza stampa di fine anno per fare un primo bilancio del suo triennio da presidente. A maggio i vertici di Api andranno a rinnovo. E Sivieri non ha negato di essere in campo. “Una opzione è che io rimanga, ma al momento è l’ultima”, ha detto rispondendo – forse con troppa scaramanzia – ai giornalisti che gli chiedevano di una eventuale ricandidatura

Quanto al resto, il presidente di Api ha sottolineato le difficoltà di contesto dell’ultimo triennio, a partire da un mondo politico che non riesce a dare prospettiva alle aziende. “Da anni continuiamo a ripetere che le tasse sono sbagliate, che non si possono trattare piccole e grandi aziende allo stesso modo”, ha spiegato, “ma le risposte tardano ad arrivare. Nel frattempo il mercato bresciano non tira e la situazione delle infrastrutture è un freno allo sviluppo di molte aziende”.

In questo quadro, ha spiegato Sivieri, Api ha cercato di essere “vicina agli associati”. “Tre anni intensissimi, ma divertenti”, in cui il numero degli iscritti è cresciuto (erano un migliaio quando si è insediato), ma non solo per i servizi offerti. “Il nostro vero compito”, ha detto, “è quello di fare in modo che le aziende trovino nuovi sbocchi e crescano insieme”, ponendosi come interlocutore del mondo politico (“ringrazio in particolare Pd, M5s e Fi perché hanno sempre risposto con prontezza alle nostre sollecitazioni”). Di più. La prospettiva di fondo – “nel lunghissimo periodo” – deve essere quella di “unire gli sforzi, anche con gli artigiani, per dare un’unica rappresentanza alle piccole e medie imprese, distinta dalle grandi”.

Quindi, Sivieri ha sottolineato che “i sindacati mi hanno perfino stupito, perché mi sono sembrati molto più sensibili all’ascolto che in passato”. Ma sul fronte opposto ha evidenziato che sul fronte del cosiddetto sistema Brescia non sono stati fatti grandi passi in avanti. “Purtroppo”, ha spiegato, “hanno prevalso i particolarismi di tutte le associazioni, compresa la nostra. Il mio auspicio è che le realtà imprenditoriali e le istituzioni collaborino maggiormente”. E il luogo per concretizzarlo può essere la Camera di Commercio. “Il presidente Ambrosi è persona che conosco poco e stimo molto, perché è riuscito davvero a dare una voce comune alle diverse anime di Brescia”.

Proprio in camera di commercio, lunedì, Api ha promosso un tavolo sul tema dell’industria 4.0. Un’occasione che ha già trovato diverse adesioni (università Statale e Cattolica, Cmst, Provincia, Comune, diversi ordini professionali etc), anche se per il momento manca ancora Aib, che proprio ieri ha sottolineato per bocca di Marco Bonometti di voler essere la guida bresciana su questo fronte. “Sono assolutamente convinto che non mancheranno, li aspetto”, ha detto Sivieri, “e non ho problemi se il progetto lo vogliono guidare loro. L’importante è che riusciamo a fare sistema. A Brescia”, ha concluso, “serve un’occasione concreta per unirsi e questa potrebbe essere quella giusta”.

Bonometti saluta la presidenza di Aib: niente cordate, spero in un successore che guardi al bene di tutti

in Aib/Associazioni di categoria/Economia by

(a.tortelli) “Mi auguro che il mio successore sia scelto a larga maggioranza, senza personalismi e cordate, e accetti con spirito di servizio questo incarico, lavorando nell’interesse generale”. E’ con questo auspicio che si è chiusa l’ultima conferenza da presidente di Aib per Marco Bonometti, che oggi ha fatto un bilancio dei suoi quattro anni di mandato. Un lavoro il cui valore più significativo – come evidenziato da Roberto Zini – è forse nella crescita del numero delle aziende iscritte, passate dalle 1164 del 2013 alle 1303 di oggi (più 13 per cento), anche se resta “il rammarico di non averne associate di più”.

In apertura di conferenza, Bonometti ha sottolineato il contesto favorevole (cambio euro dollaro, bassi prezzi delle materie prime, basso costo del denaro e contenimento dell’inflazione), con l’economia mondiale in crescita del 3,1 per cento e quella italiana in “modesto miglioramento” (gli occupati sono tornati ai livelli del 2009). Meglio Brescia, che vede il segno più nel manifatturiero (3,2-3,5 per cento), la crescita nell’utilizzo degli impianti, il ridimensionamento della cassa integrazione (meno 30 per cento sul 2015), la crescita dell’occupazione, il calo dei fallimenti (meno 14 per cento) e il fatto che esportazioni si sono mantenute su livelli scorso anno (14,5 miliardi circa).

Quanto ai punti qualificanti della propria azione, Bonometti è partito da Montichiari: “Oggi abbiamo un quadro ben definito, con prospettive concrete a breve termine sia in termini di cargo sia di passeggeri. Brescia è chiamata a un ruolo importante”. Mentre sulla Tav, dopo essersi inizialmente speso per la fermata a Montichiari, ha spiegato che “l’attuale soluzione mi pare venire incontro alle esigenze di collegamento dell’aeroporto: il tempo dirà se è soddisfacente”.

Quindi il presidente uscente di Aib ha elogiato Giuseppe Ambrosi per il lavoro in Camera di commercio, perché “il rinnovo ha permesso di ribaltare situazione che si era incancrenita”. Bene anche il lavoro sulla formazione (Paola Artioli) con la ristrutturazione del liceo Guido Carli voluto dal predecessore Dall’Era. Ancora, Bonometti ha ricordato la battaglia (vinta) sulla detassazione degli imbullonati, il nuovo (“buono”) contratto dei metalmeccanici, BresciaPiù (Paolo Streparava) e la Fiera di Brescia, che “da anni era piegata da pesanti perdite ed è stata recuperata a un ruolo di servizio del territorio che può essere ancora importante”.

Finiti i ringraziamenti, il patron di Omr è passato a questioni più “politiche”. “Sulla mia candidatura alla presidenza nazionale di Confindustria”, ha detto, “posso dire che ho fatto un passo indietro quando mi sono reso conto che il clima lì è peggiore di quello che si respira in politica. Non ho accettato voti di scambio o compromessi: voglio continuare ad essere un uomo libero e siamo stati coerenti nel perseguire una carica di servizio e non una poltrona. Io sarei andato a Roma per riorganizzare Confindustria”, ha aggiunto, “una necessità che ancora oggi è sotto gli occhi di tutti”. Mentre sul governo, incalzato da un giornalista, ha commentato: “Mi auguro che arrivi a fine legislatura e abbia a cuore gli interessi dei cittadini, che sono quelli delle imprese”.

Quanto, invece, alla successione su Brescia, Bonometti ha scelto un profilo “istituzionale”. “Qualcuno mi ascrive fra i sostenitori di Renzi, altri dicevano che non potevo fare il presidente di Aib per le mie idee di destra: io”, ha spiegato, “ho sempre lavorato senza logiche di schieramento. Oggi qualche media mi attribuisce lanci di candidature: ne sono estraneo, sulla vicenda non voglio né posso intervenire, ma se ci sono tante candidature in campo si tratta di un segnale positivo di vitalità del mondo industriale bresciano. Mi auguro”, ha continuato, “che il mio successore sia scelto a larga maggioranza, senza personalismi e cordate, e accetti con spirito di servizio questo incarico, lavorando nell’interesse generale”.

Infine Bonometti ha ricordato le vicende del Brescia Calcio, sottolineando che Aib non ha giocato alcun ruolo, ma di aver agito lui in prima persona: “Non amo e non seguo il calcio, ma il Brescia rischiava di non iscriversi al campionato. Ho fatto da supporto nel nome degli interessi della brescianità”.

Protesti, nel 2016 calati del 30% in provincia di Brescia

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia/Evidenza by

Si sono ridotti complessivamente del 31,2% in valore e del 30% nel numero i protesti levati in provincia tra i mesi di gennaio e settembre di quest’anno. In termini assoluti, il conto degli insoluti ammonta a fine settembre a 14,8 milioni di euro, contro 21,5 milioni dello stesso periodo del 2015.

La diminuzione ha riguardato tutte le tipologie di effetti: assegni, cambiali e tratte. Le cambiali, che rappresentano il 70% del totale dei titoli protestati, sono diminuite nei primi nove mesi dell’anno del 31% in valore e del 31,5% in numero. In termini assoluti, fino a settembre 2016, sono state firmate 5.196 cambiali contro le 7.583 dello scorso anno, per un valore complessivo di 10,3 milioni di euro (contro i quasi 15 milioni dello stesso periodo del 2015) ed un valore medio per titolo che oscilla intorno ai 2.000 euro. Andamento speculare per gli assegni che sono diminuiti del 27,8% in valore e del 30,3% nel numero. Diminuiscono anche le tratte, strumento di pagamento utilizzato in misura residuale rappresentando il 5% degli effetti protestati, in particolare le tratte accettate il cui numero si è ridotto del 50% e il valore dell’ 80%.

Negli ultimi sei anni i protesti hanno seguito un andamento discendente, interrotto solo dalla crescita del 2012, sia nel numero sia nel valore. Rispetto al 2010 il monte complessivo dei protesti levati in provincia di Brescia è diminuito di 51,8 milioni di euro (il 77,8% in meno) ed il numero degli effetti si è ridotto del 65%. La riduzione più marcata si registra con riguardo agli assegni sia nel numero sia nel valore: il numero complessivo rispetto al 2010 è, infatti, diminuito dell’80% e l’ammontare dell’84%; seguito a ruota dalle cambiali che segnano un calo del 62% nel numero e del 74% nell’ammontare. Nel complesso il valore medio degli effetti protestati è passato da 3.877 euro del 2010 a 2.439 del 2016, scendendo a 1.993 euro per le cambiali e a 747 euro per le tratte accettate.

Il confronto territoriale dei dati mostra come i protesti siano diminuiti complessivamente anche in Lombardia. Nei primi nove mesi dell’anno tra le province i meno puntuali nei pagamenti sono napoletani, romani e milanesi che presentano i valori più elevati: insieme concentrano oltre la metà (57%) di tutto l’insoluto nazionale del periodo. Brescia si colloca al decimo posto nella graduatoria nazionale per valore degli effetti protestati. Le province meno indebitate sono Gorizia, Fermo e Verbania. La graduatoria cambia di poco se si prende in considerazione il valore medio dei protesti: in testa si conferma Napoli con effetti levati che valgono in media 10 mila euro seguita a distanza da Roma (5.838 euro) e da Catania (5.186 euro). Brescia si conferma in decima posizione con un valore medio di 2.439 euro. Le più diligenti sono le province di Verbania (652 euro), Biella (786 euro) e Livorno (814 euro).

“La progressiva e costante diminuzione dei protesti, che si riscontra su tutto il territorio nazionale – dichiara Massimo Ziletti, Segretario Generale della Camera di Commercio di Brescia – appare indice di una certa prudenza nell’accettare impegni di pagamento tradizionali, in un quadro di debolezza degli scambi che risente ancora degli effetti della lunga crisi.”

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