Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Associazioni di categoria - page 65

Piccola di Aib, nuovo statuto e assemblea straordinaria per approvarlo

in Aib/Associazioni di categoria/Economia by

La scorsa settimana il Consiglio Direttivo del Comitato Piccola Industria ha licenziato il nuovo Regolamento, andando a colmare un vuoto precedente in quanto il Regolamento in vigore fino a tale data risaliva al 1972.

Dato che il Regolamento introduce una nuova e più trasparente procedura per l’elezione del Presidente e dei Consiglieri, oltre a definire nei dettagli quali siano i compiti ed il mandato affidato alla Piccola Industria, per volontà del Consiglio Direttivo, oltre che in base al Regolamento di AIB, è stata indetta oggi un’apposita Assemblea Straordinaria per chiederne l’approvazione.

Dichiara Giancarlo Turati, Presidente della Piccola Industria di AIB: “Oggi abbiamo fatto una cosa estremamente importante: abbiamo approvato il nuovo Regolamento della Piccola Industria. Era un atto che serviva, che era necessario, che aspettavamo da tempo e che siamo finalmente riusciti a portare a termine. Tutto questo ha un significato molto alto, innanzitutto perché introduce elementi nuovi all’interno dei meccanismi di elezione e di democrazia associativa e poi perché c’era bisogno di fare chiarezza su una serie di punti come, per esempio, quali sono i compiti riservati alla Piccola Industria e quali gli aspetti che la Piccola Industria dovrà tenere presente per il suo futuro”.

La Finanziaria spiegata alle imprese. Quattro incontri per Confartigianato

in Associazioni di categoria/Banche/Confartigianato/Economia/Eventi/Evidenza by

Le legge finanziaria e il collegato fiscale spiegati agli artigiani sul territorio. La nuova contabilità “per cassa”, l’Iri – l’imposta sul reddito d’impresa. E poi l’addio agli studi di settore e i nuovi indici di affidabilità, la conferma del super ammortamento per l’acquisto di beni strumentali e l’introduzione dell’iper ammortamento, lo spesometro e tutta una serie di altri adempimenti. «La Legge di stabilità 2017 rappresenta una vera e propria rivoluzione fiscale per le aziende artigiane – come l’ha definita Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale. Proprio per questo – continua Massetti – abbiamo organizzato questo tour sul territorio per fare il punto sulle principali novità della normativa e le opportunità e i rischi delle varie misure previste».

In calendario i primi quattro incontri: si comincia giovedì 16 a Palazzolo sull’Oglio, presso la nuova sede di Confartigianato Brescia di via Brescia 4 a partire dalle ore 20. Secondo incontro il giorno seguente a Gavardo, nella sede di via Stazione 61, alle 19:30; terzo incontro martedì 21 alle ore 20:00 a Palazzo Todeschini a Desenzano di via Porto Vecchio. Ultimo appuntamento giovedì 9 marzo, ore 20:00 a Lumezzane, nella sede operativa della Croce Bianca di Via Madre Lucia Seneci. Ad illustrare le misure, oltre al presidente di Confartigianato Eugenio Massetti sarà presente il direttore e responsabile dell’Area Fiscale di Confartigianato Brescia Fulvio Tedoldi. Tutti gli incontri sono ad ingresso libero e gratuito.

Sistri, ecco le proposte di Associazione Artigiani ai parlamentari bresciani

in Associazione Artigiani/Associazioni di categoria/Bortolo Agliardi/Economia/Evidenza/Personaggi by

Pubblichiamo di seguito il comunicato del presidente di Associazione Artigiani Bortolo Agliardi con otto proposte “modificabili” da porre all’attenzione dell’agenda dei parlamentari bresciani in relazione al sistema Sistri.

ECCO IL TESTO DEL COMUNICAT

Interventi normativi sul Sistema Sistri: per Associazioni Artigiani il decreto complica le procedure e aumenta i costi. Otto punti modificabili all’attenzione dell’agenda dei parlamentari bresciani.

La gestione dei flussi di informazioni acquisiti e chi deve controllarli, l’iscrizione al SISTRI (obbligatoria e volontaria) con un riepilogo aggiornato dei soggetti coinvolti; il monitoraggio degli impianti di smaltimento e di recupero; il coordinamento tra soggetti iscritti e non iscritti e responsabilità del produttore e dell’impianto; le procedure  speciali, le modalità operative semplificate e il catasto dei rifiuti sono le nuove regole sulla tracciabilità informatica dei rifiuti  introdotte al Sistema Informatico per la Gestione e Tracciabilità dei Rifiuti dal  Decreto Ministeriale N°78/2016 del Marzo 2016.

Premesso, sottolinea in una nota il Presidente dell’Associazione Artigiani Bortolo Agliardi, che la necessità di colpire chi gestisce illecitamente i rifiuti attraverso un sistema che intensifichi i controlli su tutti i soggetti che partecipano alla filiera dei rifiuti è sicuramente un obbiettivo che va perseguito, il Decreto, pur introducendo alcune novità, di fatto non cambia nulla in termini di semplificazione, di riduzione delle procedure e dei relativi costi.”

All’impianto di procedure che comporterà un aggravio dei processi a partire dalle modalità di conferimento di delega alle Associazioni di categoria, Associazione Artigiani attraverso il centro studi Poisa risponde con otto proposte elaborate per semplificare e risparmiare:

  1. Chiarire relativamente al delegato se questi sia il soggetto che munito di certificato, di fatto appone la firma digitale sui documenti SISTRI e se in virtù di tale delega sia deputato dall’Ente o Impresa ad operare.
  2. Definire in tema di delegato il concetto del termine
  3. Predisporre una collaborazione tra SISTRI e Organizzazioni di Categoria presenti sul territorio al fine di approntare Corsi Tecnico Operativi dedicati a Consulenti e Imprese.
  4. Ottimizzare le procedure attraverso la semplificazione delle modalità di conferimento della delega alle Organizzazioni di Categoria
  5. Facilitare l’Inserimento Automatico al SISTRI per le imprese che effettuano l’iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali attraverso un reciproco scambio di informazioni tra SISTRI e Organizzazioni di Categoria
  6. Abolire gli attuali Strumenti di Identificazione Utente e Tracciamento Trasporto Token UUSB e Black Box sostituendoli con una App che interagisca con il SISTRI, oppure attraverso certificati virtuali e tachigrafi digitali abolendo contestualmente l’obbligo di Pianificazione informatica del viaggio.
  7. Semplificare gli oneri informativi attraverso l’integrazione del sistema con le principali banche dati, vedasi l’Anagrafe delle Imprese e quella dell’Albo Gestori Ambientali.
  8. Ridurre i costi di iscrizione annuali per le imprese che producono un quantitativo minimo di rifiuti all’anno, ad esempio Centri Estetici e Parrucchieri.

“Anche in questa occasione com’e’ nostra consuetudine, ribadisce Bortolo Agliardi, ci poniamo come interlocutori ne’ sterili ne’ polemici, certi di contribuire al miglioramento di un sistema virtuoso ma perfettibile“.

Aib, per la presidenza è corsa a due tra Pasini e Beretta?

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Nomine by

Pasini o Beretta: potrebbe essere uno dei due il prossimo presidente di Aib. Indiscrezioni pubblicate da Bresciaoggi, che circolano da tempo negli ambienti di Brescia 2 e che trovano una prima conferma ufficiosa nelle dichiarazioni rilasciate al quotidiano dagli interessati.

Il comitato dei saggi si riunirà lunedì per decidere i nomi con il maggiore consenso nella base: indicazioni che verranno poi girate al Consiglio generale e all’assemblea fissata per maggio.

Ma nel frattempo gli interessati non smentiscono. “Considero l’Aib una realtà molto seria, quindi non posso esimermi dal prendere in considerazione ciò che può chiedermi l’Associazione, ma anche la base associativa. Ma deve essere chiaro a tutti che l’organizzazione e il presidente devono essere di tutti”, ha dichiarato sottolinea Franco Gussalli Beretta, leader della storica Fabbrica d’Armi Pietro Beretta di Gardone Valtrompia.

E sulla stessa linea – sempre stando a Bresciaoggi – si è collocato Pasini, leader del gruppo Feralpi di Lonato, attuale vice presidente dell’Aib con delega per Ambiente, Sicurezza e responsabilità sociale. «Alla presidenza dell’Associazione industriale bresciana non ci si candida. Completate le consultazioni, toccherà ai saggi evidenziare quanto emerso dal confronto con la base”, ma “di fronte una chiamata per la presidenza dell’Associazione, proveniente dal mondo imprenditoriale bresciano che si riconosce nell’Aib, mi sento in dovere di doverla prendere in considerazione e di rispondere, per portare a compimento l’importante lavoro avviato dalla presidenza Bonometti. Ma deve essere una chiamata forte”.

Massetti: segnali positivi sui mercati esteri, ma tira vento di chiusura

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Eugenio Massetti/Evidenza/Export/Personaggi by

Sempre più a fare la differenza non sono le virgole nella crescita o nella decrescita delle nostre imprese, ma un orizzonte più ampio, che consideri il fatto che stiamo vivendo un periodo di grandi cambiamenti. E il nostro compito, quali associazioni di rappresentanza, è quello di operare a fianco delle Istituzioni per dare alle nostre imprese gli strumenti giusti per affrontarli. Serve essere strutturati per affrontare le nuove sfide del mercato, ma serve anche che siano create le condizioni perché nel 2017 possano ripartire gli investimenti, dal sostegno al credito al supporto allo sviluppo tecnologico e digitale delle MPI. Per questo la collaborazione con Regione Lombardia è un tema sempre più centrale perché strumenti come Manifattura Diffusa 4.0 o opportunità come il futuro dell’Area Expo si possano trasformare in occasioni concrete di crescita per le imprese artigiane lombarde. Come resta un elemento chiave trovare una sinergia, tutta a favore delle imprese, tra gli strumenti dei Confidi, Finlombarda e il Fondo Centrale di Garanzia”.

Così Eugenio Massetti, Presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia, commenta i risultati della congiuntura lombarda relativa al quarto trimestre 2016.

Il quarto trimestre 2016 segna per le aziende artigiane manifatturiere lombarde un incremento congiunturale (+0,5%) e un’accelerazione tendenziale (+1,4%), che portano a una crescita media annua dell’1,2%, molto vicina al +1,3% del 2015. L’indice della produzione resta però a quota 71,4 (dato destagionalizzato, base anno 2005=100) rimanendo ancora ben lontano da 100 e 5 punti sotto il massimo post-crisi registrato nel 2011.

Da un punto di vista settoriale, chiudono il 2016 con un risultato sensibilmente positivo i settori delle manifatturiere varie (+2,3%), degli alimentari (+2,2%) e della meccanica (+2,1%) seguiti da gomma-plastica (+1,4%) e legno-mobilio (+0,8%) con incrementi più contenuti. Ancora numerosi i settori che classificano il 2016 come anno negativo: le pelli-calzature (-2,2%), i minerali non metalliferi (-2,2%), il tessile (-2,1%) e la siderurgia (-1,5%) presentano i risultati più negativi ai quali si associano con riduzioni dei livelli produttivi più contenute l’abbigliamento (-0,9%) e la carta-stampa (-0,6%).

Lo spaccato dimensionale vede le micro imprese ancora sofferenti (-0,5% le imprese con meno di 6 addetti) e le imprese di maggiori dimensioni che sostengono la crescita del settore (+2,1% le imprese da 6 a 9 addetti e +2,7% le imprese con più di 10 addetti).

Rimane prevalente la quota di aziende in crescita (43%) rispetto a quelle in contrazione (32%). Rimane stabile la quota di imprese artigiane che non registrano variazioni (25%).

Le imprese artigiane avvertono la svolta congiunturale della domanda interna registrando un +0,1% rispetto al trimestre precedente, ma questo risultato di fine anno è troppo debole per determinare una svolta tendenziale e il 2016 si chiude con una variazione media annua ancora negativa (-0,1%). Sul versante estero, dal quale il comparto artigiano ricava una quota del fatturato del 7% sul totale, i risultati confermano il rallentamento della domanda con una contrazione dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e una variazione tendenziale che retrocede ai tassi di inizio anno (+3,4%) dopo aver raggiunto il 9% nei mesi estivi.

Sul fronte dell’occupazione, il tasso d’ingresso supera il livello di inizio anno (1,9%), mentre le uscite crescono maggiormente (2,2%) portando a un saldo negativo (-0,3%). Si riduce inoltre il ricorso alla CIG.

Le aspettative degli imprenditori artigiani riguardo a produzione e occupazione rimangono in area negativa, ma si avvicinano sempre più al punto di svolta. Sul versante della domanda le aspettative sono in assestamento con un saldo tra ottimisti e pessimisti praticamente nullo per la domanda estera e un lieve incremento del saldo negativo per la domanda interna

Stiamo vivendo un momento particolare – conclude il presidente Massetti – in cui sono in molti a chiedersi se stia iniziando una nuova fase storica, in cui la globalizzazione lascia il posto a un nuovo paradigma basato sulla chiusura dei confini e sul rilancio della sovranità nazionale. Non è dato sapere quali possano esserne le conseguenze sul piano più strettamente economico: il nostro tessuto imprenditoriale ha saputo affrontare la crisi, certo con una selezione nelle imprese non trascurabile, ma riuscendo comunque ad ottenere risultati positivi. Sapremo resistere anche ai venti di chiusura che stanno iniziando a soffiare a livello internazionale?”

Quarto trimestre: lenta ma costante crescita per settore manifatturiero lombardo

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Manifatturiero by
federico ghidini

Il 4° trimestre del 2016 chiude un anno di crescita lenta ma costante per il sistema industriale lombardo. In particolare i dati emersi dall’analisi di Unioncamere e Confindustria Lombardia sull’industria manifatturiera evidenziano un aumento congiunturale dello 0,3% della produzione rispetto al trimestre precedente, la crescita dello 0,6% del fatturato, un improvviso calo degli ordini esteri (-1,1%), ordini interni in crescita (+1,5%) e saldo occupazionale negativo (-0,2%). In generale il 2016 si è chiuso con una crescita media dell’1,3% della produzione rispetto all’anno precedente.

In questo quadro si inserisce un elemento di forte incertezza, rispetto al recente passato, rappresentato dal calo degli ordini esteri. E’ evidente come nel commercio globale vi siano elementi di instabilità che minano la crescita del commercio mondiale, le incognite sulla politica commerciale che sarà adottata da Trump, all’avvio del negoziato per la Brexit, alla diffusione del neo-protezionismo. Fortunatamente per la Lombardia al calo degli ordini esteri corrisponde, nell’ultimo trimestre del 2016, una forte ripresa del mercato interno. A fronte di una fase di incertezza globale è auspicabile che questa ripresa diventi strutturale e costante, al fine di garantire alle imprese quella spinta necessaria per poi affrontare i mercati esteri. Come emerso anche dai dati del IV trimestre 2016 resta infatti determinante la componente estera sul fatturato totale (40,3) delle nostre imprese, percentuale che ha consentito alle imprese di resistere durante i tanti anni di crisi a testimonianza di quanto siano fondamentali tutte le attività legate all’internazionalizzazione delle nostre imprese.

Dai dati relativi all’occupazione nonostante il saldo negativo emerge poi una ritrovata dinamicità del mercato del lavoro regionale. Assistiamo infatti ad un incremento degli ingressi nel mercato del lavoro e parallelamente a maggiori uscite. Per Confindustria Lombardia – si legge in una nota – questo rappresenta un fenomeno interessante in quanto sintomo di un mercato del lavoro che sta cambiando pelle. A questa dinamicità va poi associato l’ulteriore calo del ricorso alla CIG, oggi all’11,1 (nel 2013 era al 28,5). “Come Giovani imprenditori lombardi vogliamo quindi rivolgere lo sguardo al futuro delle nostre imprese: il sistema lombardo infatti ha di fronte a se diverse sfide, sfide che hanno come obiettivo comune lo sviluppo della competitività” commenta il presidente Federico Ghidini. “Per essere competitivo un territorio deve essere attrattivo nei confronti di imprese internazionali e degli investimenti diretti internazionali, oltre ad essere capace di presentarsi come sistema sui mercati esteri per promuovere le proprie eccellenze. Internazionalizzare oggi significa andare oltre la sola attività di export: bisogna attrarre investimenti, sviluppare joint venture, fare sistema pubblico-privato. E la Lombardia ha moltissime carte da giocare in virtù delle sue caratteristiche di hub internazionale naturalmente attrattivo per investimenti, competenze, persone, imprese, startup e agenzie europee”.

“Altro fattore decisivo per il successo delle nostre imprese – prosegue Ghidini – sono le persone e le loro competenze. Un capitale umano d’eccellenza è infatti alla base delle capacità di un territorio di essere competitivo. In quest’ottica, come Confindustria Lombardia siamo impegnati in un progetto in collaborazione con il sistema scolastico regionale per diffondere la conoscenza dei percorsi di istruzione che meglio rispondono alle esigenze del tessuto produttivo lombardo per favorire il raccordo tra sistema formativo e mondo delle imprese. Questo perché le competenze vanno create in prospettiva del mercato del lavoro del futuro”.

Cna, dopo la transizione arriva “l’anno dell’azione”

in Associazioni di categoria/Cna/Economia/Eleonora Rigotti/Personaggi/Tendenze by
Eleonora Rigotti, Cna Brescia

Il 2015 e il 2016 per Cna Brescia sono stati anni di transizione, con la scelta del nuovo management direzionale: presidente e direttore sono cambiati a pochi mesi di distanza. Lo scorso è stato anche un anno di avvio al cambiamento, soprattutto nell’interpretare e rielaborare una nuova relazione tra associazione ed associati.

Il 2017 si annuncia ora come l’anno dell’azione. L’uscita da anni di crisi sembra lontana e le imprese stanno ancora soffrendo; per questo Cna con forza si schiera al loro fianco, in un gioco di squadra per evolvere e creare lavoro, in un’alleanza che consenta alle imprese di stare sul mercato smarcandosi da adempimenti, nuove normative, burocrazia che incalza, tempi dei pagamenti dilatati, commesse confermate sempre più sotto data, accesso al credito limitato e privato del rapporto diretto con le banche.

«Cna si candida a diventare, fianco a fianco con gli imprenditori, promotore di azioni che permettano alle aziende di adattarsi ad un contesto economico in continuo mutamento, per semplificare e restituire serenità – dichiara Eleonora Rigotti, presidente di Cna Brescia -. Insieme possiamo diventare propulsori di crescita. Se si investe, significa che si è tornati a pensare, a fare».

Formazione e innovazione sono le aree in cui investimenti anche modesti possono generare alto valore aggiunto, potenziando quella capacità di adattamento e flessibilità che è propria delle imprese artigiane e del tessuto imprenditoriale bresciano.

Permarrà anche nel 2017 «l’apertura e la volontà di lavorare insieme alle altre associazioni artigiane del territorio. Fare sistema, seppur complesso, porta a risultati positivi. Lo scorso anno abbiamo lanciato l’idea di lavorare insieme su progetti specifici, un primo riscontro è stato Makers Hub Brescia “Mo.Ca”» ricorda la presidente Rigotti. Per arrivare all’unità tra associazioni ci sarebbe bisogno del passaggio «da volontà annunciate ad una scelta politica forte. Noi siamo pronti al confronto, oltre che a realizzare future iniziative nelle quali coinvolgeremo le altre associazioni».

Legge di Stabilità 2017 – Le novità introdotte dalla nuova Legge di Bilancio e dal Collegato alla Legge di Bilancio saranno oggetto di una puntuale presentazione ad artigiani e imprenditori nell’arco delle serate che Cna ha organizzato nei propri uffici di zona.

Tuttavia la strada verso semplificazione e pressione fiscale sostenibile è ancora lunga. Basti ricordare che nel 2016 a Brescia le imprese hanno lavorato 220 giorni per pagare tasse ed imposte, secondo l’Osservatorio permanente Cna sulla tassazione. Il fisco comunale, regionale e nazionale pesa sulle pmi di Brescia il 60,1%.

Burocrazia ed imposizione fiscale – La nuova scadenza trimestrale, non più annuale, delle comunicazioni per fatture e liquidazioni Iva dello spesometro ha causato un aumento sensibile della burocrazia, che svantaggia i piccoli e chi lavora onestamente. Per questo continuerà decisa l’azione di Cna per semplificare e liberare risorse per le imprese.

Impresa 4.0 – Nel 2016 è stato avviato un percorso di confronto con gli imprenditori; sono stati messi loro a disposizione esperti, consulenti e percorsi di formazione. L’obiettivo è sfruttare appieno gli strumenti del Superammortamento del 140% e dal 2017 dell’Iperammortamento al 250%  per gli investimenti digitali.

Non ci si può chiamare fuori dalla trasformazione a cui il mondo produttivo sta andando incontro, quella dell’Industria 4.0. Cna preferisce chiamarla “Impresa 4.0”, perché la quarta rivoluzione industriale deve essere a misura di piccola impresa, portando vantaggi concreti e crescita inclusiva.

Un percorso che Cna ha cominciato anche lanciando il contest “Cambiamenti”, che ha premiato e valorizzato le start up che fanno innovazione, non tralasciando però di coinvolgere il tessuto produttivo del territorio ed il legame con la tradizione tipico del lavoro artigianale. Migliore start up dell’anno a livello nazionale è stata proprio un’impresa che ha partecipato alla fase bresciana del concorso, selezionata dalla Cna territoriale di Brescia: la T°RED, con un LabStore a Desenzano del Garda.

Nuovo Statuto, mentre si lavora su rinnovi e mission – L’anno si è chiuso con l’approvazione del nuovo Statuto di Cna Brescia. Il livello base dell’associazione, quello provinciale, ha acquistato la denominazione di territoriale, svincolandosi dal concetto di “provincia” e preparandosi a rispondere con maggiore agilità ai bisogni delle imprese. Lo snellimento degli organismi dirigenti ha portato alla fusione di assemblea e direzione nel Consiglio, che nominerà la nuova presidenza.

A metà maggio, infatti, si aprirà per Cna Brescia la fase dei rinnovi associativi con l’applicazione del nuovo Statuto. Nelle nuove nomine sarà tenuto in considerazione anche il ricambio generazionale, perché si introducano innovazione e spunti per il cambiamento.

Tesseramento – Nel 2016 è rimasta solida la base associativa. I nuovi iscritti (140, vedasi il documento con i dati tecnici) hanno confermato la tenuta di settori propri del Bresciano, quindi manifattura, costruzioni ed impiantisti. In totale gli associati sono 4132, per il 61% ditte individuali (inclusi i liberi professionisti).

Brescia, il 2016 si è chiuso con 730 imprese in meno

in Aib/Artigianato/Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia/Tendenze by

Il bilancio demografico delle imprese della provincia di Brescia si chiude nel 2016 con un risultato sostanzialmente stabile, con un saldo di appena 11 unità tra iscrizioni e cessazioni nell’ultimo trimestre dell’anno. Tale andamento è frutto della prolungata contrazione delle nuove iscrizioni e del sostenuto volume delle cessazioni che si sono confermati anche durante l’anno appena chiuso.

Si tratta, tuttavia, di un immobilismo apparente perché lo stock di imprese registrate a fine 2016 ammonta a 119.242. Sono 730 le unità in meno rispetto al 2015, delle quali  il 77% sono artigiane. A corrodere, dunque, la base imprenditoriale bresciana è la mancata vitalità del comparto artigiano che a fine 2016 chiude con un nuovo calo delle iscrizioni (1.941 il valore più basso dal 2006) associato a sostenuti livelli di cessazione (2.380 unità) che hanno portato lo stock delle imprese artigiane a 34.862 unità, 561 in meno in un anno.

Dal confronto territoriale Brescia risulta al di sotto della media regionale e per il comparto artigiano Brescia si colloca agli ultimi posti della graduatoria regionale.

IL BILANCIO DEI SETTORI

L’analisi dei settori evidenzia che i grandi settori produttivi tradizionali quali costruzioni, manifattura e agricoltura chiudono l’anno con un nuovo segno negativo. I settori che si confermano più dinamici sono quelli che operano nelle attività professionali (+118 imprese), nei servizi alle imprese (+ 106 unità) e nell’alloggio e ristorazione (+88 imprese).

Le dinamiche settoriali confermano il trend di lungo periodo e riflettono la trasformazione del sistema imprenditoriale bresciano che, ormai da anni, al calo costante dell’agricoltura e dell’industria controbilancia con la crescita del terziario. Analizzando con un maggiore grado di dettaglio l’andamento degli ultimi anni dei settori produttivi si nota, infatti, che l’agricoltura ha visto ridursi la propria base imprenditoriale in modo costante e ciò è riconducibile – più che agli effetti della lunga crisi economica – ad un fenomeno storicizzato.

La manifattura a partire dal 2012 ha registrato una brusca discesa innescata dalla recessione che ha investito il settore in particolare quello artigiano. Le imprese della manifattura artigiana oggi contano 9.561 unità, ovvero 999 in meno rispetto al 2012.

Il comparto delle costruzioni è quello che maggiormente ha risentito degli effetti della lunga crisi economica e che vive ancora una difficile situazione da cui stenta a ripartire. Dal 2011 al 2016 hanno cessato l’attività più di 2.000 imprese delle costruzioni, quasi come se negli ultimi sei anni ogni giorno avesse chiuso un’impresa. A pagarne il prezzo in particolare sono stati gli artigiani che rappresentano il 72,3% dell’intero settore.

Anche il commercio, risentendo del calo dei consumi interni, negli ultimi anni ha ridotto la propria base imprenditoriale. In termini assoluti si tratta 707 esercizi in meno rispetto al 2011.

A rinfrancare le dinamiche di natimortalità imprenditoriali degli ultimi anni ha, però, contribuito il settore terziario che ha guadagnato terreno, passando da un’incidenza sul totale delle imprese registrate del 37,7% nel 2011 al 40,2% di fine 2016. Al suo interno presentano una buona performance i servizi di alloggio e ristorazione che dal 2009 hanno seguito un trend crescente.

LE FORME GIURIDICHE

Prosegue il trend positivo avviato negli ultimi anni dalle società di capitali (+2,4%). Nel 2016 sono nate 1.967 società di capitali (pari al 30% del totale delle iscrizioni) contro 1.174 che hanno chiuso i battenti (corrispondenti al 17% di tutte le cessazioni) il risultato è uno stock di 33.356 imprese che hanno un’incidenza sul totale pari al 28% in continuo aumento sugli anni precedenti. E’ evidente il cambiamento delle forme di gestione imprenditoriale che vede il diffondersi di modelli di gestione più strutturati come le società di capitali che sostituiscono progressivamente le forme giuridiche più semplici come le società di persone e le ditte individuali. Le società di persone hanno chiuso il 2016 con un nuovo saldo negativo (-336 società di persone) a conferma del percorso discendente intrapreso già a partite dal 2009.

Anche le ditte individuali fanno segnare un arretramento della propria numerosità chiudendo con un bilancio negativo di 462 imprese Ciò nonostante la metà delle imprese bresciane è costituito da imprese individuali che sono caratterizzate da elevati tassi di ingresso e uscita.

Dinamiche speculari si presentano nel comparto artigiano con un aumento delle società di capitali (+2,6%) ed un continuo arretramento di quelle semplici. Con la differenza che le forme giuridiche più complesse nell’universo artigiano sono meno diffuse (le società di capitali rappresentano il 7,2% sul totale) e per questo motivo non incidono significativamente sulla tendenza generale che è, invece, determinata dalle ditte individuali, che pesano per il 71,8% sul totale.

Dati completi natalità e mortalità delle imprese in provincia di Brescia – fonte Camera di commercio

Apprendisti, crescita boom del 27 per cento. Massetti: strumento giusto

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Eugenio Massetti/Lavoro/Personaggi by

Nei primi undici mesi del 2016 le assunzioni con apprendistato arrivano a 216.020 unità, con un aumento di 46.648 unità, pari al +27,5%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. «Quasi mille giovani (935, ndr) ogni giorno entrano nel mondo del lavoro grazie all’apprendistato. Uno su quattro nelle imprese artigiane. L’importanza dell’apprendistato come canale di accesso al mercato del lavoro per i giovani emerge chiaramente dell’ultima analisi statistica che mette in luce un ritorno alla crescita delle assunzioni di apprendisti in particolare nelle piccole e medie imprese» commenta così il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Masetti l’ultima indagine di Confartigianato che fotografa un ritorno alla crescita delle assunzioni che avviene dopo le politiche di decontribuzione del lavoro a tempo indeterminato che, oltre ad avere l’effetto positivo di ridurre la pressione fiscale sul costo del lavoro, hanno determinato uno ‘spiazzamento’ del contratto di apprendistato. Nel 2015, infatti, le assunzioni effettuate con questa tipologia di contratto sono crollate del 21,9% rispetto all’anno precedente. In termini cumulati il totale degli apprendisti assunti negli ultimi dodici mesi (dicembre 2015-novembre 2016) è di 227.970 unità, livello che ritorna vicino a quello dei primi mesi del 2015. Nei primi undici mesi del 2016 sono 75.340 i contratti di apprendistato trasformati a tempo indeterminato, con un rapporto di 34,9 trasformazioni ogni 100 contratti di apprendistato attivati nel periodo; il rapporto fu molto elevato nel 2015 e arrivò a 47,2 trasformazioni a fronte di 100 nuovi apprendisti.

Nei primi undici mesi del 2016 la variazione netta dei rapporti di lavoro in apprendistato – data dalle attivazioni al netto di trasformazioni a tempo indeterminato e di cessazioni – ritorna in positivo, con un saldo di 25.152 unità in controtendenza rispetto alla riduzione netta di 42.271 dello stesso periodo del 2015 e ampiamente superiore all’incremento di 13.772 registrato nei primi 11 mesi del 2014. L’apprendistato è un contratto chiave per le imprese artigiane che lo utilizzano per l’8% delle assunzioni previste, 3 punti in più del 5% del totale imprese.

Nel 2015 sono 410.469 gli apprendisti, di cui il 56,6% sono uomini e il 43,4% sono donne. Gli apprendisti rappresentano il 9,1% dei dipendenti con meno di 35 anni e le regioni a maggiore vocazione per l’apprendistato sono Umbria (15,0%), Marche (13,6%) e Liguria e Toscana (entrambe con il 12,0%).

Sono 105.583 gli apprendisti in imprese artigiane, pari ad un quarto (25,7%) del totale degli apprendisti e le quote maggiori sono quelle di: Provincia Autonoma di Bolzano (39,6%), Marche (38,4%), Molise (32,8%), Toscana (32,5%) e Provincia Autonoma di Trento (30,0%).

A livello provinciale l’incidenza maggiore di apprendisti totali sui dipendenti under 35 anni si registra a Imperia (16,5%), Ragusa e Rieti (entrambe con il 16,0%), Perugia (15,1%), Pistoia (14,7%), Ascoli Piceno e Viterbo (entrambe con il 14,6%), Terni (14,5%), Arezzo (14,2%), Massa-Carrara (13,8%), Macerata (13,6%), Asti (13,5%), Ancona e Pisa (entrambe con il 13,4%), Cuneo e Vicenza (entrambe con il 13,3%), Forlì-Cesena (13,1%), Padova (13,0%), Pesaro e Urbino (12,8%) e Treviso (12,7%). A Brescia, il totale degli apprendisti è stato di 10.406 (5.955 uomini, 4.451 donne) con un incidenza sul totale degli occupati under 35 del 9,0 %.

«E la strada giusta, la formula migliore per l’ingresso nel lavoro quella dell’apprendistato con tanta formazione in azienda, con il tutoraggio continuo, con rapporti di lavoro dove i diritti non superino i doveri. Ed è la formula che si realizza proprio nelle micro e piccole imprese – conclude Massetti. Per combattere la disoccupazione giovanile bisogna cambiare la convinzione diffusa secondo la quale prima si studia e poi si lavora. La politica abbia il coraggio di indicare alle famiglie che quella non è la strada giusta per il futuro dei figli, che il tempo della formazione e il tempo del lavoro devono essere in parallelo e non in serie».

Regime di cassa per le imprese minori, un danno secondo AssoArtigiani

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L’applicazione del regime di Cassa a carico delle imprese minori così come è attualmente definito, rappresenta solo un danno per le imprese artigiane individuali e società di persone in contabilità semplificata: le modifiche proposte da Associazione Artigiani sul tavolo dei parlamentari bresciani.

L’art.1 comma 17 della Legge di Bilancio prevede che le Imprese Minori, ovvero Individuali e Società di Persone in Contabilità Semplificata, debbano applicare con decorrenza 1° Gennaio 2017 il Regime di Cassa. A seguito di tale provvedimento, sul quale ha posto attenzione proattiva l’Associazione Artigiani di Brescia e provincia rivolgendosi direttamente al mondo della politica, il reddito sarà quindi determinato effettuando la differenza tra i ricavi percepiti incassati e le spese sostenute quietanzate, con l’applicazione di un criterio misto, visto che per alcuni componenti continuerà ad essere applicato il criterio di competenza. In alternativa le Imprese in questione potranno o adottare, attraverso un vincolo triennale, il criterio della coincidenza tra la registrazione delle fatture ai fini IVA e il loro incasso o pagamento, oppure optare per il Regime di Contabilità Ordinaria (sostenendo costi amministrativi decisamente più alti) e la relativa determinazione dei Ricavi e del Reddito con il criterio di competenza. Le rimanenze finali 2016 dovranno essere integralmente dedotte nel primo anno di applicazione del nuovo criterio (2017) e non potranno più essere contabilizzate a fine anno.

“Inoltre, come sottolineato dal Presidente di Associazione Artigiani Bortolo Agliardi, le rilevanti perdite scaturite dalla totale deduzione iniziale e dalla mancata registrazione a fine anno delle rimanenze non potranno essere riportate negli anni successivi, con evidenti enormi danni alle Imprese”. Da qui le proposte di modifica elaborate da Assoartigiani, sottoposte all’attenzione dei parlamentari bresciani e ribadite dal Presidente: “suggeriamo al legislatore di consentire la detrazione delle perdite attraverso il riporto delle stesse negli esercizi successivi, oltre che dare la possibilità alle aziende di opzione sulla tenuta del regime di cassa mantenendo come sistema naturale quello della competenza. Una proposta che eviterebbe l’ulteriore innesco di un sistema fortemente penalizzante e punitivo per le imprese artigiane, già alle prese con una moltitudine di problematiche fiscali e finanziarie che costellano la loro quotidianità.

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