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Associazioni di categoria - page 65

Apprendisti, crescita boom del 27 per cento. Massetti: strumento giusto

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Eugenio Massetti/Lavoro/Personaggi by

Nei primi undici mesi del 2016 le assunzioni con apprendistato arrivano a 216.020 unità, con un aumento di 46.648 unità, pari al +27,5%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. «Quasi mille giovani (935, ndr) ogni giorno entrano nel mondo del lavoro grazie all’apprendistato. Uno su quattro nelle imprese artigiane. L’importanza dell’apprendistato come canale di accesso al mercato del lavoro per i giovani emerge chiaramente dell’ultima analisi statistica che mette in luce un ritorno alla crescita delle assunzioni di apprendisti in particolare nelle piccole e medie imprese» commenta così il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Masetti l’ultima indagine di Confartigianato che fotografa un ritorno alla crescita delle assunzioni che avviene dopo le politiche di decontribuzione del lavoro a tempo indeterminato che, oltre ad avere l’effetto positivo di ridurre la pressione fiscale sul costo del lavoro, hanno determinato uno ‘spiazzamento’ del contratto di apprendistato. Nel 2015, infatti, le assunzioni effettuate con questa tipologia di contratto sono crollate del 21,9% rispetto all’anno precedente. In termini cumulati il totale degli apprendisti assunti negli ultimi dodici mesi (dicembre 2015-novembre 2016) è di 227.970 unità, livello che ritorna vicino a quello dei primi mesi del 2015. Nei primi undici mesi del 2016 sono 75.340 i contratti di apprendistato trasformati a tempo indeterminato, con un rapporto di 34,9 trasformazioni ogni 100 contratti di apprendistato attivati nel periodo; il rapporto fu molto elevato nel 2015 e arrivò a 47,2 trasformazioni a fronte di 100 nuovi apprendisti.

Nei primi undici mesi del 2016 la variazione netta dei rapporti di lavoro in apprendistato – data dalle attivazioni al netto di trasformazioni a tempo indeterminato e di cessazioni – ritorna in positivo, con un saldo di 25.152 unità in controtendenza rispetto alla riduzione netta di 42.271 dello stesso periodo del 2015 e ampiamente superiore all’incremento di 13.772 registrato nei primi 11 mesi del 2014. L’apprendistato è un contratto chiave per le imprese artigiane che lo utilizzano per l’8% delle assunzioni previste, 3 punti in più del 5% del totale imprese.

Nel 2015 sono 410.469 gli apprendisti, di cui il 56,6% sono uomini e il 43,4% sono donne. Gli apprendisti rappresentano il 9,1% dei dipendenti con meno di 35 anni e le regioni a maggiore vocazione per l’apprendistato sono Umbria (15,0%), Marche (13,6%) e Liguria e Toscana (entrambe con il 12,0%).

Sono 105.583 gli apprendisti in imprese artigiane, pari ad un quarto (25,7%) del totale degli apprendisti e le quote maggiori sono quelle di: Provincia Autonoma di Bolzano (39,6%), Marche (38,4%), Molise (32,8%), Toscana (32,5%) e Provincia Autonoma di Trento (30,0%).

A livello provinciale l’incidenza maggiore di apprendisti totali sui dipendenti under 35 anni si registra a Imperia (16,5%), Ragusa e Rieti (entrambe con il 16,0%), Perugia (15,1%), Pistoia (14,7%), Ascoli Piceno e Viterbo (entrambe con il 14,6%), Terni (14,5%), Arezzo (14,2%), Massa-Carrara (13,8%), Macerata (13,6%), Asti (13,5%), Ancona e Pisa (entrambe con il 13,4%), Cuneo e Vicenza (entrambe con il 13,3%), Forlì-Cesena (13,1%), Padova (13,0%), Pesaro e Urbino (12,8%) e Treviso (12,7%). A Brescia, il totale degli apprendisti è stato di 10.406 (5.955 uomini, 4.451 donne) con un incidenza sul totale degli occupati under 35 del 9,0 %.

«E la strada giusta, la formula migliore per l’ingresso nel lavoro quella dell’apprendistato con tanta formazione in azienda, con il tutoraggio continuo, con rapporti di lavoro dove i diritti non superino i doveri. Ed è la formula che si realizza proprio nelle micro e piccole imprese – conclude Massetti. Per combattere la disoccupazione giovanile bisogna cambiare la convinzione diffusa secondo la quale prima si studia e poi si lavora. La politica abbia il coraggio di indicare alle famiglie che quella non è la strada giusta per il futuro dei figli, che il tempo della formazione e il tempo del lavoro devono essere in parallelo e non in serie».

Regime di cassa per le imprese minori, un danno secondo AssoArtigiani

in Artigianato/Associazioni di categoria/Economia by

L’applicazione del regime di Cassa a carico delle imprese minori così come è attualmente definito, rappresenta solo un danno per le imprese artigiane individuali e società di persone in contabilità semplificata: le modifiche proposte da Associazione Artigiani sul tavolo dei parlamentari bresciani.

L’art.1 comma 17 della Legge di Bilancio prevede che le Imprese Minori, ovvero Individuali e Società di Persone in Contabilità Semplificata, debbano applicare con decorrenza 1° Gennaio 2017 il Regime di Cassa. A seguito di tale provvedimento, sul quale ha posto attenzione proattiva l’Associazione Artigiani di Brescia e provincia rivolgendosi direttamente al mondo della politica, il reddito sarà quindi determinato effettuando la differenza tra i ricavi percepiti incassati e le spese sostenute quietanzate, con l’applicazione di un criterio misto, visto che per alcuni componenti continuerà ad essere applicato il criterio di competenza. In alternativa le Imprese in questione potranno o adottare, attraverso un vincolo triennale, il criterio della coincidenza tra la registrazione delle fatture ai fini IVA e il loro incasso o pagamento, oppure optare per il Regime di Contabilità Ordinaria (sostenendo costi amministrativi decisamente più alti) e la relativa determinazione dei Ricavi e del Reddito con il criterio di competenza. Le rimanenze finali 2016 dovranno essere integralmente dedotte nel primo anno di applicazione del nuovo criterio (2017) e non potranno più essere contabilizzate a fine anno.

“Inoltre, come sottolineato dal Presidente di Associazione Artigiani Bortolo Agliardi, le rilevanti perdite scaturite dalla totale deduzione iniziale e dalla mancata registrazione a fine anno delle rimanenze non potranno essere riportate negli anni successivi, con evidenti enormi danni alle Imprese”. Da qui le proposte di modifica elaborate da Assoartigiani, sottoposte all’attenzione dei parlamentari bresciani e ribadite dal Presidente: “suggeriamo al legislatore di consentire la detrazione delle perdite attraverso il riporto delle stesse negli esercizi successivi, oltre che dare la possibilità alle aziende di opzione sulla tenuta del regime di cassa mantenendo come sistema naturale quello della competenza. Una proposta che eviterebbe l’ulteriore innesco di un sistema fortemente penalizzante e punitivo per le imprese artigiane, già alle prese con una moltitudine di problematiche fiscali e finanziarie che costellano la loro quotidianità.

Brescia, vola l’export in Usa. Massetti (Confartigianato): preoccupa il protezionismo di Trump

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Export by

Gli Stati Uniti d’America sono il terzo paese partner dopo Francia e Germania per valore dell’export del “Made in Lombardia” di manufatti realizzati nei settori a maggior concentrazione di MPI. Il valore annualizzato al III trimestre 2016 delle vendite di beni dei settori di MPI ammonta a 2,5 miliardi di euro, il massimo registrato negli ultimi 10 anni (2006-2016). La domanda di prodotti dei settori di MPI proveniente dagli Usa cresce, rispetto ai 12 mesi precedenti, del 3%, mantenendo l’andamento positivo registrato nei sei anni precedenti; dinamica nei settori di MPI in controtendenza rispetto a quella registrata per il manifatturiero che dopo 5 anni di costante crescita segna un calo dell’1,3%.

L’analisi, offerta dal recente studio dell’Osservatorio di Confartigianato Lombardia, analizza anche la dinamica provinciale del “Made in Lombardia” di prodotti dei settori a maggior concentrazione di MPI verso gli Stati Uniti: il 74,6% dell’export nei settori in esame si concentra su quattro province: Milano con il 42,8%, Brescia con il 12,8%, Monza-Brianza con il 10,1% e Como con l’8.9%. Crescita a doppia cifra per l’export di MPI verso gli USA a Mantova (+21,3%) e a Bergamo (+18,1%), seguite da Brescia (+9,8%) e Lodi (+6,0%). L’incremento complessivo dell’export di MPI rilevato nei 9 territori lombardi riceve un più alto apporto dal settore Mobili a Como, dal settore Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature a Bergamo, Brescia, Pavia e Lecco, dal settore Articoli di abbigliamento (anche in pelle e pelliccia) a Milano, dal settore Prodotti tessili a Lodi e Cremona, e dal settore Prodotti delle altre industrie manifatturiere a Mantova. Per Brescia, su un totale manifatturiero di export verso gli USA che vale 940 milioni di euro (dati cumulati dal IV trim. 2015 al III trim 2016), l’export da parte delle MPI rappresenta una quota del 33,6%, cioè 316 milioni di euro, con una variazione tendenziale di + 9,8%. Di questi: 231 milioni provengono da prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature, 25 da prodotti alimentari, 19 da articoli di abbigliamento, 14 da prodotti alimentari, 8 da mobili.

Per il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Masetti: «I segnali che arrivano dai mercati internazionali sono incerti. Gli artigiani hanno chiuso il 2016 dimostrando di aver imparato a guardare lontano, nonostante le difficoltà, di non aver paura di confrontarsi col mercato globale. Il mercato Usa assume una specifica rilevanza dato che l’Italia è il primo Paese fornitore europeo degli Stati Uniti d’America per prodotti realizzati nei settori a maggior concentrazione di MPI. Inoltre tutte le imprese del made in Italy sono interessate dal prospettato cambio di rotta delle politiche commerciali della nuova amministrazione Trump. È del 23 gennaio scorso, infatti, il memorandum del Presidente americano che ritira gli Stati Uniti dai negoziati Trans-Pacific Partnership evidenziando che è intenzione dell’Amministrazione Usa sviluppare accordi commerciali bilaterali volti a “promuovere l’industria americana, proteggere i lavoratori americani e aumentare i salari americani”».

Si allega studio completo dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia

Comitato Industria 4.0 Brescia: tra i temi al centro, formazione e ricadute occupazionali

in Api/Associazioni di categoria/Economia by
Il tavolo Industria 4.0 promosso da Apindustria - www.brescia2.it

Un tavolo istituzionale ed uno tecnico, entrambi governati da un presidente (per il primo a rotazione) e un coordinatore, che saranno scelti nelle prossime settimane. Il prefetto Valerio Valenti assumerà un mero ruolo di garanzia rispetto ad entrambi i tavoli, la segreteria organizzativa sarà presa in carico dalla Camera di Commercio. Si sono gettate le basi costitutive del Comitato Industria 4.0 Brescia, venerdì 27 gennaio, in occasione del secondo incontro delle numerose realtà aderenti alla sfera istituzionale. All’incontro hanno partecipato nuove realtà: Associazione Artigiani, Assopadana e Regione Lombardia.

L’incontro, che si è svolto presso la sede del Csmt e al quale hanno preso parte una trentina di rappresentanti delle realtà coinvolte, è stato in prevalenza formativo, attraverso gli interventi di Gabriele Ceselin e Riccardo Trichilo, rispettivamente direttore generale di Csmt e amministratore delegato di Aqm e presidente di Csmt e Aqm, con l’obiettivo di avere le idee chiare sul fenomeno in atto per decidere come muoversi in modo coeso. A partire dalla formazione. “È un momento di grandi aspettative ma anche di grande confusione, é necessario condividere i percorsi e le idee mettendole a disposizione della comunità tutta – ha affermato Douglas Sivieri, presidente di Apindustria Brescia -. La contaminazione che il digitale ci obbligherà a gestire chiede aperture e visione d’insieme e solo un approccio sistematico e comune può essere vincente per il nostro territorio”.

Al centro anche le ricadute sul mondo del lavoro, difficilmente prevedibili. Preoccupazioni sull’impatto occupazionale sono state manifestate in particolare dai sindacati. “Il miglioramento delle condizioni di lavoro, gli orari, la formazione professionale sono temi da affrontare” ha affermato Silvia Spera della Cgil. D’accordo anche Mario Bailo di Uil. “Si tratta di un cambiamento culturale, che non riguarda solo l’industria – ha detto -. Mettere al centro il mondo della ricerca e della formazione è importante perché c’è oggi un po’ di confusione sul tema”.

L’industria, in tutto questo, “non è leader, ma follower – ha affermato Trichilo -. La tecnologia privata è oggi di livello superiore rispetto a quella presente in azienda ma finalmente l’industria si vede riconosciuto il ruolo di motore di sviluppo per il territorio. È necessario acquisire una visione etica per non farsi comandare dalla tecnologia ed essere consapevoli che la sfera di azione si è allargata, che bisogna condividere”. Anche Alessandra Flamini dell’Università degli Studi ha evidenziato, insieme alla rapidità del fenomeno, come non sia “più il tempo dell’iniziativa del singolo. Dalla terza rivoluzione industriale, legata all’elettronica, sono passati solo 40 anni, e oggi nessuna azienda può permettersi di produrre senza tecnologie di questo tipo. Il problema dell’obsolescenza digitale ci investirà come un fiume in piena”.

Qualche timore, insieme alla soddisfazione per l’approccio al fenomeno, è stato manifestato anche dal prefetto Valerio Valenti. “È un percorso in salita – ha affermato -, ma è una sfida che bisogna certamente cogliere. Il mondo politico non può sottrarsi dal governare questo processo, si rischierebbe una disomogeneità tra il mondo imprenditoriale e la sfera pubblica. Industria 4.0 avrà ricadute sul mondo del lavoro che nessuno è in grado di stimare ma bisognerà impegnarsi insieme per attutire le perdite. La mia figura può avere pertanto un ruolo di garanzia in questo processo. Con un approccio come quello del Comitato, attento e scrupoloso, Brescia saprà essere all’altezza della sfida”.

Il prossimo passo sarà la raccolta da parte della Camera di Commercio, entro la settimana in corso, dei nominativi dei referenti di tutte le realtà aderenti per entrambi i tavoli, che saranno poi convocati per proseguire i lavori.

 

 

Brescia seconda in Lombardia per imprese che fanno rete

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia/Tendenze by

Sono oltre 2.800 le imprese lombarde che hanno scelto di “mettersi in Rete”. In otto mesi, da maggio 2016 a gennaio 2017, sono 310 in più, +12%. E con loro crescono anche i contratti di Rete che passano da 742 a 823 in otto mesi, +81 contratti, +11%. E la Lombardia è regione leader in Italia con oltre un quarto del totale dei contratti di Rete conclusi e il 17% delle imprese nazionali coinvolte. Prima Milano con 461 contratti di Rete (14% italiano) e 943 imprese (5,6% del totale italiano), seguono Brescia (172 contratti e 419 imprese) e Bergamo (157 contratti e 334 imprese). Per numero di imprese vengono poi Lecco con 244 imprese coinvolte, Monza e Brianza con 163, Varese con 146 e Como con 142. In otto mesi crescita record a Lecco (+100% le imprese). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Unioncamere Lombardia-Infocamere, a gennaio 2017.

Incontri gratuiti con gli esperti in Camera di commercio per chi vuol “fare Rete”. C’è un servizio di orientamento per aspiranti imprese in Rete per chi vuole conoscere il tema delle Reti d’impresa. Si tratta di un incontro di gruppo di 2 ore con esperti selezionati dalla Camera di commercio di Milano: che cosa sono le reti d’impresa, perché farle, in che modo, quali gli altri tipi di aggregazione. Gli incontri si svolgono due volte al mese, il lunedì, e sono riservati a micro, piccole e medie imprese con sede legale o operativa iscritta al registro imprese di Milano. Prossimo appuntamento: lunedì 6 febbraio, dalle ore 14 alle ore 16, in Camera di commercio, via Meravigli 9/b (MM Cordusio).
Ma per chi invece ha già un’idea o un progetto dettagliato o una Rete costituita da ampliare o rinnovare, c’è la possibilità di ricevere assistenza individuale, prenotando il proprio appuntamento. Informazioni e iscrizioni online nel sito della Camera di commercio di Milano, sezione Assistenze specialistiche (http://www.mi.camcom.it/servizi-di-assistenza-specialistica).

Il presidente di Aib Bonometti: non scendo in politica

in Aib/Associazioni di categoria/Comune di Brescia/Economia/Istituzioni/Regione by
Marco Bonometti

Non sono interessato a scendere in politca (almeno per ora). E’ questo il senso delle dichiarazioni rilasciate dal presidente di Aib Marco Bonometti al quotidiano on line BsNews.it circa una sua possibile discesa in campo.

“Egregio direttore”, ha scrittto Bonometti, “in relazione al sondaggio promosso da BsNews.it in vista delle prossime elezioni regionali e politiche, le comunico che io non sono in alcun modo interessato in prima persona all’argomento. Desidero, con l’occasione, ringraziarla per la sua attenzione ed esprimerle il mio apprezzamento per la sensibilità che la sua testata riserva ai temi politici e sociali, con il coinvolgimento della pubblica opinione, fattore importante di dibattito e di conoscenza”.

Il “sondaggio” citato è una rilevazione del sentiment dei lettori del sito (senza criteri scientifici, quindi) circa gli esponenti della società civile bresciana che i lettori vedrebbero meglio come rappresentanti delle proprie istanze politiche. Parole che mettono virtualmente fine alle voci circa un impegno politico diretto del patron di Omr: alle Politiche, alle Regionali, ma anche alle elezioni del 2018 in Loggia, che pure non erano argomento del sondaggio.

 

 

Super e iper ammortamento sotto la lente di Apindustria

in Api/Associazioni di categoria/Economia by
Douglas Siveri presidente Apindustria

«Super ammortamento e iper ammortamento per gli investimenti digitali sono utili ma non è detto che le piccole e medie imprese riescano poi a usufruirne davvero. Al di là degli aspetti burocratici, che non sembrano confezionati per aiutare le piccole imprese, gli incentivi presuppongono anche investimenti molto consistenti e questo non aiuta». Ad affermarlo il presidente di Apindustria Douglas Sivieri nell’approfondimento mensile rivolto agli associati, dedicato a gennaio alle novità fiscali della Legge di Stabilità 2017. Ospite il consulente fiscale Luigi Meleleo. Una sintesi dell’incontro nello speciale di «Diamo voce all’imprenditoria bresciana», visibile sul canale Youtube di Apindustria al link:

Il 27 gennaio a Economia la consegna dei diplomi del Master in Management e innovazione delle imprese

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Evidenza/facoltà Economia/Formazione by

L’innovazione e la sfida rappresentata dall’analisi dei dati, fattori determinanti per creare valore nell’impresa, sono i temi al centro della lectio in programma venerdì 27 gennaio alle 17.30 nell’aula magna del dipartimento di Economia e Management dell’Università di Brescia (via S. Faustino 74/B – Brescia), in occasione della cerimonia di consegna dei diplomi del Master in Management e innovazione delle imprese, realizzato nell’ambito della convenzione tra Associazione Industriale Bresciana e l’Ateneo.

“Dopo nove anni, con l’edizione 2015-2016 il Master ha allargato il proprio orizzonte formativo, sviluppando un percorso focalizzato non più solo sulla gestione delle pmi, ma anche delle imprese più grandi per offrire a imprenditori e manager un’occasione di crescita professionale, di arricchimento culturale e di confronto, rispondendo con efficacia al crescente bisogno di approfondimento manifestato dalle aziende”, sottolinea Marco Bonometti, presidente di AIB.

“L’edizione 2015-2016 del Master in Management e Innovazione delle Imprese – dichiara il Rettore, prof. Maurizio Tira conferma la volontà dell’Università degli Studi di Brescia di accompagnare la crescita e il perfezionamento professionale di operatori aziendali ad alto potenziale attraverso un percorso formativo di eccellenza imperniato sui fabbisogni di indirizzo strategico, di gestione e di controllo delle imprese”.

La cerimonia si aprirà con i saluti del Rettore dell’Università degli Studi di Brescia, Maurizio Tira, e del presidente di AIB, Marco Bonometti. Seguirà la lectio curata da Giorgio Grasso, direttore della Fondazione CIFE, e da Devis Bianchini, docente presso il dipartimento di Ingegneria dell’informazione dell’Ateneo bresciano.

Il pomeriggio di lavori, coordinato da Mario Mazzoleni (direttore Master e docente di Economia Aziendale) e Daniele Fano (ad Fondazione AIB), terminerà con le conclusioni affidate a Paola Artioli, presidente di Fondazione AIB, e con la consegna dei diplomi.

Apindustria: segnali positivi su fatturato, produzione e ordini

in Api/Associazioni di categoria/Crisi/Economia/Tendenze by
Douglas Siveri presidente Apindustria

In crescita fatturato, produzione e ordini, stabili gli investimenti e l’occupazione. L’analisi congiunturale sul quarto trimestre 2016 realizzata dal Centro Studi Apindustria tra un campione di imprese associate conferma il moderato ottimismo dei periodi precedenti. I dati medi di sintesi dei principali indicatori appaiono positivi: per il 59% del campione il fatturato è in crescita, così come la produzione (49%) e gli ordini (52%). Stabili gli investimenti nella quasi totalità del campione (e per un quarto in crescita), segnali più che positivi arrivano dal fronte occupazionale: un quarto del campione ha ampliato l’organico, il 70% lo ha mantenuto stabile e solo il 6% ha avuto riduzioni di personale. Restano situazioni di difficoltà per un nucleo di imprese, seppure in misura inferiore rispetto al periodo precedente: il 30% delle imprese continua ad avere impianti decisamente sottoutilizzati (ma un terzo di queste ha migliorato la situazione rispetto al terzo trimestre) e nel 10% dei casi è in grave difficoltà. Il 6% del campione registra al contrario una crescita decisa nell’utilizzo degli impianti.

Le aspettative per il 2017 sono discretamente positive: dove nel 2016 si è assistito ad un miglioramento (leggero o sensibile), anche per il 2017 la sensazione è positiva; la percezione per il nuovo anno rimane negativa per le aziende in cui il 2016 non ha dato segnali positivi. Un timido segnale positivo viene invece dalle previsioni sul mercato europeo per le aziende in cui il 2016 ha manifestato un leggero calo. Per quanto riguarda il settore metalmeccanico (poco più della metà del campione) non ci sono differenze sostanziali ma emergono note leggermente più positive nei valori percentuali per quanto concerne fatturato, produzione, ordini e occupazione (segnalata in crescita in oltre un quinto delle aziende). Per il 2017 le aziende metalmeccaniche intervistate manifestano sensazioni più positive sul mercato italiano ed europeo. Si prevede invece una situazione stabile per i commerci con destinazione extra UE.

«Le previsioni delle imprese per il 2017 sono incoraggianti, soprattutto per quanto riguarda il mercato europeo ed italiano – commenta Douglas Sivieri, presidente Apindustria Brescia -. Che la ripresa debba passare anche dal mercato interno lo diciamo da tempo e il fatto che le imprese vedano un po’ meno grigio su questo fronte fa ben sperare. Anche sul piano occupazionale, peraltro. Nei giorni scorsi i dati sulla cassa integrazione diffusi dall’Inps hanno confermato che le imprese ne stanno chiedendo molta meno: le cause sono molteplici ma è indubbio, come rileva anche l’analisi congiunturale tra i nostri associati, che in questo momento sono più le imprese che assumono che non quelle che licenziano. Fa riflettere, invece, in un contesto nel quale l’euro non è senz’altro ai massimi livelli, la previsione di stazionarietà delle imprese sui mercati extra UE».

Aib, sorteggiati i tre saggi della commissione per il dopo Bonometti

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Evidenza/Personaggi by

Il Consiglio di Presidenza di Associazione Industriale Bresciana, riunitosi questo pomeriggio, ha provveduto a individuare i tre componenti della Commissione di designazione, che risulta così composta da: Angelo Baronchelli (AB Impianti), Francesco Franceschetti (Francesco Franceschetti Elastomeri), Pier Luigi Streparava (Streparava).

Come previsto dallo Statuto, i tre componenti sono stati sorteggiati dalla rosa di potenziali candidati, invitati a presenziare al momento dell’estrazione, individuati in occasione della riunione dei Probiviri in composizione allargata ai Past President di AIB.

Alla Commissione di designazione spetta ora il compito di effettuare la più ampia consultazione dei soci, per portare all’attenzione del Consiglio Generale una o più candidature. Sarà quindi il voto del Consiglio Generale a sancire la designazione del nuovo Presidente di AIB.

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